sabato 28 gennaio 2017
"Guardatevi dai falsi Profeti che vengono a voi in veste di agnelli, in verità nell’intimo sono lupi rapaci"...
Pio IX
Le gravi e diuturne insidie, e gli sforzi che ogni giorno più
compiono in codesta regione i neo-eretici, che si dicono vecchi
cattolici, per ingannare e strappare dall’avita fede il popolo fedele,
Ci muovono, per dovere del supremo Nostro Apostolato, a portare con ogni
zelo le cure e le sollecitudini paterne in difesa della salute
spirituale dei Nostri Figli. Ci è noto infatti, Venerabili Fratelli, e
con dolore lo deploriamo, che i predetti scismatici ed eretici, nel
territorio della diocesi di Basilea, ed in altri luoghi di codesta
regione, mentre la libertà religiosa dei cattolici è pubblicamente
oppressa dalle leggi scismatiche, essi, col favore dell’autorità civile,
esercitano il ministero della condannata loro setta, e, occupate
violentemente le parrocchie e le chiese da preti apostati, non
tralasciano alcun genere di frode e di artificio per attirare
miseramente nello scisma i Figli della Chiesa cattolica. Siccome poi fu
sempre proprio e peculiare degli eretici e degli scismatici l’usare
simulazione ed inganni; così questi Figli delle tenebre (che debbono
annoverarsi fra coloro ai quali fu detto dal Profeta: "Guai a voi,
figli disertori, che nutrite fiducia nella Protezione dell’Egitto: avete
respinto il Verbo e avete confidato nella calunnia e nel disordine")
nulla hanno maggiormente a cuore che d’ingannare gl’incauti e
gl’ignoranti, e trarli negli errori con la simulazione e l’ipocrisia,
ripetendo pubblicamente che non respingono la Chiesa cattolica e il suo
Capo visibile, ma anzi desiderano la purezza della dottrina cattolica, e
sono essi soli cattolici ed eredi dell’antica fede. Di fatto essi non
vogliono riconoscere tutte le prerogative del Vicario di Cristo in
terra, né sono ossequienti al supremo magistero di Lui.
Per diffondere poi ampiamente le loro dottrine eretiche, sappiamo
pure che alcuni di essi hanno assunto l’ufficio d’insegnare la sacra
teologia nell’Università di Berna, sperando in tale modo di potere
guadagnare fra la gioventù cattolica nuovi seguaci della loro condannata
fazione. Noi abbiamo già riprovato e condannato questa deplorabile
setta, che dal vecchio sacco degli eretici ha estratto tanti errori
contro i sovrani principi della fede cattolica, rovescia i fondamenti
della religione cattolica, impudentemente respinge le dogmatiche
definizioni del Concilio Ecumenico Vaticano, e in tanti modi lavora per
la rovina delle anime. Con la Nostra lettera pubblicata il 21 novembre
dell’anno 1873, abbiamo detto e dichiarato che quegli infelici, i quali a
tale setta appartengono e ad essa danno adesione e favore, sono
segregati dalla comunione della Chiesa e devono ritenersi scismatici.
Dichiarando ora di nuovo e pubblicamente questa stessa cosa, crediamo
Nostro dovere, Venerabili Fratelli, di rivolgerci a voi affinché, con
quello specchiato vostro zelo e con quella egregia vostra virtù, di cui
avete dato splendidi esempi nel sostenere tribolazioni per la causa dl
Dio, in ogni modo possibile difendiate l’unità della fede nei vostri
fedeli, e richiamiate alla loro memoria che si guardino con ogni
attenzione da quegl’insidiosi nemici del gregge di Cristo e dai loro
pascoli velenosi; rifuggano assolutamente dai loro riti religiosi, dalle
istruzioni, dalle cattedre di pestilenza, erette per insegnare
impunemente le sacre dottrine; dai loro scritti e da qualunque contatto;
non sopportino alcuna convivenza e relazione coi preti intrusi ed
apostati dalla fede, i quali osano esercitare gli uffici del ministero
ecclesiastico, e sono privi di legittima missione e di qualsiasi
giurisdizione; aborriscano dai medesimi come da estranei e da ladri, i
quali vengono solo per rubare, per uccidere, per rovinare. Infatti i
Figli della Chiesa debbono pensare che si tratta di custodire il
preziosissimo tesoro della fede, senza la quale è impossibile piacere a
Dio, ed insieme di conseguire il fine della fede, la salvezza delle
anime proprie, seguendo la retta via della giustizia.
E poiché conosciamo che costì, oltre alle altre leggi ostili alla
divina costituzione ed all’autorità della Chiesa, ne sono state emanate
altre dall’autorità civile, assolutamente contrarie alle prescrizioni
canoniche relative al matrimonio cristiano, e che con queste leggi sono
del tutto conculcate l’autorità e la giurisdizione ecclesiastica, non
possiamo fare a meno, Venerabili Fratelli, di esortarvi nel Signore
affinché con opportune istruzioni spieghiate ai vostri fedeli la
dottrina cattolica sul matrimonio cristiano, e ricordiate loro ciò che
molte volte nelle Nostre Lettere Apostoliche o nelle Allocuzioni,
specialmente in quelle del 9 e 27 settembre 1852, abbiamo inculcato
intorno a questo Sacramento, ond’essi conoscano pienamente la santità e
la forza di questo Sacramento, e in ciò conformandosi piamente alle
leggi canoniche, possano evitare quei mali che derivano nelle famiglie e
nella umana società dalla dispregiata santità del matrimonio.
Confidiamo poi moltissimo nel Signore che voi, diletti Figli Parroci
ed ecclesiastici (che vi trovate, non solo per la vostra ma anche per
l’altrui santificazione e salvezza, in così grande cospirazione degli
empi e in mezzo a tanti pericoli di seduzioni) secondo la vostra pietà e
il vostro zelo, di cui abbiamo avuto splendide prove, sarete di
efficace conforto ed aiuto ai vostri Vescovi, e sotto la loro guida vi
adoprerete con coraggio ed alacrità per difendere diligentemente la
causa di Dio, della Chiesa e della salvezza delle anime, per confermare
la virtù dei fedeli che resistono alle prove, per soccorrere la
debolezza dei vacillanti, e per accrescere ogni giorno più quei meriti
presso Dio, che avete acquistato con la pazienza, con la costanza, con
la forza sacerdotale. Sono pur gravi le fatiche che in questo tempo
debbono sostenere coloro che rappresentano le veci di Gesù Cristo; ma la
Nostra fiducia dev’essere riposta in Colui che vinse il mondo e che
aiuta chi fatica nel suo nome, e lo ricompensa nei cieli con
immarcescibile corona di gloria.
Voi poi, fedeli tutti, Nostri Figli diletti dimoranti nella Svizzera,
cui, solleciti come siamo della vostra salute, con paterno affetto
dirigiamo la parola, voi, che ben comprendete quanto sia prezioso il
dono della fede cattolica che Dio vi ha elargito, non risparmiate cura e
fatica, al fine di custodire fedelmente tale dono e conservare incolume
ed integra la gloria della religione che riceveste dai vostri maggiori.
Perciò vi raccomandiamo vivamente di stare con fermezza e costanza
uniti ai vostri legittimi Pastori, i quali da questa Sede Apostolica
ricevettero la loro missione e vegliano per le anime vostre, dovendo
renderne conto a Dio; vi raccomandiamo di ascoltare obbedienti la loro
voce, avendo sempre dinnanzi agli occhi queste parole dell’eterna
Verità, "chi non è con me è contro di me; chi non raccoglie con me, disperde"
Siate ossequienti alle dottrine di essa, ed amanti del soave suo giogo,
respingendo lontano da voi con energia coloro dei quali il Redentore
nostro disse: "Guardatevi dai falsi Profeti che vengono a voi in veste di agnelli, in verità nell’intimo sono lupi rapaci". Forti della fede, resistete adunque all’antico nemico del genere umano, "finché
la destra di Dio onnipotente annienti tutte le armi del diavolo, al
quale per questo viene concesso di osare qualunque cosa affinché derivi
dalla vittoria maggior gloria ai fedeli di Cristo... poiché dove la
verità è maestra, non mancano mai le consolazioni divine" (San Leo, in Epistola ad Martinum Presbyterum).
Scrivervi queste cose, Venerabili Fratelli e diletti Figli, stimammo
che fosse dovere del Nostro ministero, in forza del quale siamo tenuti a
salvare tutto il gregge di Cristo da qualsivoglia pericolo di frode, ed
a tutelare la sua salute nonché l’unità della fede e della Chiesa.
Siccome pertanto ogni ottima concessione ed ogni dono perfetto emanano
direttamente dal Padre dei lumi, dal profondo del cuore invochiamo Lui a
confortare nella lotta le vostre forze, a sostenervi con la sua
protezione e col suo presidio, ed a guardare con occhio propizio codesta
regione, affinché, sgominati gli errori e i consigli degli empi, essa
possa godere tranquilla la pace della verità e della giustizia. Né
tralasciamo di implorare il supremo Lume anche per i miseri traviati,
affinché desistano dall’accumulare a loro danno lo sdegno divino, per il
giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, ma,
finché sono in tempo, si convertano con una sincera penitenza dalla via
dell’errore.
Voi, Venerabili Fratelli e diletti Figli, unite le vostre alle
fervide Nostre preci, acciocché otteniamo misericordia e grazia
nell’aiuto opportuno, e ricevete l’Apostolica Benedizione che dal
profondo del cuore, quale pegno di singolare Nostra carità, a tutti e ai
singoli affettuosamente impartiamo nel Signore.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 23 marzo 1875, anno ventinovesimo del Nostro Pontificato.
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