Il sacerdozio è vilipeso oltre ogni dire e - quel che e peggio! - il santo timore di Dio viene beffeggiato da un'empia irreligiosità. A quei tempi, ogni tribù si spaventò alla vista di una parte del corpo di donna; oggi, invece, osserviamo che è tutta la Chiesa che viene smembrata. Voi vedrete i messaggeri, spediti a voi e ad altri, che vi annunceranno l'arroganza e l'ingiustizia commesse contro di noi. Lasciatevi commuovere - ve ne scongiuro - quasi che tutti voi aveste sostenuto tanto male! Ognuno ne partecipi, come se soffrisse lui in persona. Diversamente, l'ordine e la fede della Chiesa potranno andare ben presto distrutti. E l'uno e l'altro saranno inevitabili se Dio, per mezzo Vostro, non metterà subito un fine alla prevaricazione; se non riparerà Lui stesso le rovine della Chiesa.
lunedì 20 febbraio 2017
"Fratelli, Voi, come amministratori dei Misteri di Dio, lasciatevi scuotere, vedendo che tutto ci viene rapito".
Lettera circolare di Sant'Atanasio a tutti i Vescovi - anno 340 « A
tutti i miei confratelli Vescovi, agli amati Signori (Dominibus),
Atanasio manda il saluto nel Signore!
Quello che abbiamo sofferto è terribile, ed è quasi impossibile il darne
notizia in modo adeguato. Ma, allo scopo che l'orrore degli avvenimenti
sia reso noto più celermente, ho creduto bene di ricordare un passo
della Sacra Scrittura. Un levita, alla cui moglie si era inflitto la più
grave vergogna - era una donna ebrea della tribù di Giuda - conscio
dell'efferatezza del delitto e sopraffatto dall'offesa, fece a pezzi -
come racconta la Sacra Scrittura nel Libro dei Giudici (Giud. XIX) - il
cadavere della donna e mandò i pezzi a tutte le tribù d'Israele. Non
solo lui, ma tutti dovevano prendere parte alla sofferenza per un
delitto così grave. Avendo patito con lui, l'avrebbero anche vendicato.
Ma se non volevano comprendere questo dovere, l'onta doveva colpirli
tutti, quasi fossero loro i delinquenti. I messaggeri annunciarono,
ovunque, l'accaduto. Chi vide e udì, dichiararono: non essere successo
nulla di simile dai giorni in cui i figli d'Israele erano usciti
dall'Egitto. Tutte le tribù d'Israele si commossero e, quasi fossero
state esse stesse le vittime dell'obbrobrio, fecero lega tra di loro
per combattere i malfattori. E costoro furono vinti in battaglia; e
tutti ne ebbero ribrezzo. La Lega non guardò né si fece scrupolo di
alcun vincolo di consanguineità, ma guardò solo, con sommo disprezzo, lo
sconcio commesso.
Voi, miei Fratelli, conoscete la narrazione e sapete che cosa la
Scrittura intenda significare. Non voglio fermarmi a considerarlo a
lungo; tanto scrivo a studiosi che mi capiscono. M'affretto, piuttosto,
ad attirare la Vostra attenzione sui fatti che si sono svolti adesso, e
che sono assai peggiori del male accaduto allora. Tuttavia, ho voluto
ricordare il racconto biblico perché possiate farne il paragone e
rendervi conto che l'attuale crudeltà supera l'antica. Voi dovrete
sentire uno sdegno anche maggiore di quello degli Israeliti, perché la
persecuzione contro di noi supera di molto il torto inflitto al levita.
La sua disgrazia non regge al confronto dell'impudenza odierna contro la
Chiesa. Non si è mai sentito di peggio nel mondo intero, né alcuno ha
mai sofferto un dolore più grande. A quei tempi, fu una donna a
soffrirne lo scempio; fu un solo levita a soggiacere alla violenza. Ma,
oggi, è l'intiera Chiesa che soffre.
Il sacerdozio è vilipeso oltre ogni dire e - quel che e peggio! - il santo timore di Dio viene beffeggiato da un'empia irreligiosità. A quei tempi, ogni tribù si spaventò alla vista di una parte del corpo di donna; oggi, invece, osserviamo che è tutta la Chiesa che viene smembrata. Voi vedrete i messaggeri, spediti a voi e ad altri, che vi annunceranno l'arroganza e l'ingiustizia commesse contro di noi. Lasciatevi commuovere - ve ne scongiuro - quasi che tutti voi aveste sostenuto tanto male! Ognuno ne partecipi, come se soffrisse lui in persona. Diversamente, l'ordine e la fede della Chiesa potranno andare ben presto distrutti. E l'uno e l'altro saranno inevitabili se Dio, per mezzo Vostro, non metterà subito un fine alla prevaricazione; se non riparerà Lui stesso le rovine della Chiesa.
Il sacerdozio è vilipeso oltre ogni dire e - quel che e peggio! - il santo timore di Dio viene beffeggiato da un'empia irreligiosità. A quei tempi, ogni tribù si spaventò alla vista di una parte del corpo di donna; oggi, invece, osserviamo che è tutta la Chiesa che viene smembrata. Voi vedrete i messaggeri, spediti a voi e ad altri, che vi annunceranno l'arroganza e l'ingiustizia commesse contro di noi. Lasciatevi commuovere - ve ne scongiuro - quasi che tutti voi aveste sostenuto tanto male! Ognuno ne partecipi, come se soffrisse lui in persona. Diversamente, l'ordine e la fede della Chiesa potranno andare ben presto distrutti. E l'uno e l'altro saranno inevitabili se Dio, per mezzo Vostro, non metterà subito un fine alla prevaricazione; se non riparerà Lui stesso le rovine della Chiesa.
Non è solo da oggi che datano l'ordine e le leggi della Chiesa. Essi ci
furono tramandate, in modo perfetto e sicuro, dai Padri. La fede non ha
avuto il suo inizio da oggi, ma ci e venuta dal Signore, tramite i suoi
discepoli. Che non si abbandoni, dunque, ai nostri giorni, quella
tradizione, conservata nelle Chiese fin dal principio; né siamo noi
infedeli a ciò che ci e stato affidato! Fratelli, Voi, come
amministratori dei Misteri di Dio, lasciatevi scuotere, vedendo che
tutto ci viene rapito.
Dai portatori della lettera ne saprete di più. Io mi sento in dovere di
dimostrarvi brevemente e di convincervi che non si è mai fatto un simile
torto alla Chiesa, dal giorno in cui il Signore, elevato in cielo,
ordinò ai discepoli: «Andate, insegnate a tutti i popoli, battezzateli
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! ».
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