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domenica 25 settembre 2016

EZECHIELE (7):«Figlio dell’uomo, riferisci: così dice Dio, mio Signore, alla terra d’Israele: la fine!"...

 Fonte: Agere Contra...


L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

Vi è il momento storico, descritto da San Paolo, in cui tutti hanno ugualmente peccato in rapporto al Verbo di Dio rivelato: può non essere questo che si vive oggi con la contaminazione religiosa provocata dalla generale apostasia delle nazione una volta cristiane? Un’apostasia che resta decisamente marcata dall’adulterio ecumeno-ecologista vissuto con la nuova «religione di Assisi», ormai consolidata nel suo globale abominio, dilagante e infestante.
Ma l’apostasia di quella Roma che si presenta ancora come nuova Israele, la Chiesa Cattolica, viene, come in uno specchio, ripetuta in modo simile nella vecchia Gerusalemme aperta agli idoli. Quale sarà il risultato di quanto è offesa a Dio e si ripete ovunque con la scusa di arrivare alla miglior convivenza, alla sicurezza e alla pace. Quale pace avranno?
Conferenza interreligiosa di capi spirituali orientali e giudei
Per la prima volta nella storia di Israele, il Ministero degli Affari Esteri di Israele, in collaborazione con l’American Jewish Committee e il Consiglio mondiale dei leader religiosi ha tenuto una conferenza presso l’Università Ebraica di Gerusalemme per creare un partenariato tra le grandi religioni orientali e l’ebraismo: «Antiche tradizioni, realtà contemporanee – un incontro dei leader religiosi di Israele-Asia». Tale conferenza pionieristica, ha avuto luogo tra il 11 e il 15 settembre, e ha visto la partecipazione di 20 importanti personalità spirituali delle grandi religioni orientali: induismo, buddismo, taoismo, religione Sikh, il giainismo, shintoismo, zoroastrismo, a cui parteciparono israeliani, inclusi rabbini da tutti i rami del giudaismo.
La conferenza interreligiosa a Gerusalemme, ufficialmente sponsorizzata dal governo israeliano apre formalmente Israele alla spiritualità orientale. Gli altri due principali sponsor sono: Il Consiglio Mondiale dei Leader Religiosi, che si descrive come “un appello alle Nazioni Unite e alle sue agenzie nel mondo, gli stati-nazione e altre organizzazioni internazionali, offrendo saggezza e risorse collettive di tradizioni religiose per risolvere gravi problemi globali.”
La conferenza ha affrontato problemi e le preoccupazioni comuni per i leader spirituali di Israele e della religioni orientale: Lo scopo della religione nella società moderna, la protezione dei pianeta Terra, i diritti individuali e una società giusta e il posto di leadership religiosa nel progresso del benessere globale e della pace. I leader religiosi hanno incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Gli ebrei diventano ora noti per la loro attrazione verso la spiritualità orientale, che porta all’invenzione del termine “Bhu-ebrei” (BU-ebrei), riferito agli ebrei che praticano il Buddismo. Non dimostra ciò che gli ebrei restano spiritualmente affamati? Dopo aver sperimentato l’attrazione per il buddismo e altre religioni orientali, come accade in Europa tempo fa, dove andranno? Una unione tra ebraismo e altre religioni orientali può portare qualche risposta spirituale? Quale Dio è quello delle religiosità globale? Induismo, Buddismo, Taoismo, religione Sikh, giainismo,  shintoismo, zoroastrismo, possono essere sufficienti a soddisfare il loro spirito e salvare? Continueranno a escludere proprio la Fede nel Messia rivelato nel loro Antico Testamento, il Verbo di Dio incarnato, che è nato, insegnato e fatto miracoli in quelle terre? Ma c’è di peggio!


Denuncia dell’apostasia di Assisi che compie 30 anni
Lettera di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X, inviata a sette cardinali per la condanna della giornata di preghiera per la pace promossa da Giovanni Paolo II ad Assisi per il 27 ottobre 1986

Ecône, 27 agosto 1986
Eminenze,
Di fronte agli eventi attuali nella Chiesa e di cui Giovanni Paolo II è autore, in previsione di ciò che si propone di fare a Taizé e a Assisi nel prossimo mese di ottobre, non posso fare a meno di indirizzarmi a voi per supplicarvi, in nome dei numerosi sacerdoti e fedeli, di salvare l’onore della Chiesa umiliata come non lo è mai stata nel corso della sua storia.
I discorsi e gli atti di Giovanni Paolo II al Togo, in Marocco, in India, alla sinagoga di Roma, suscitano nei nostri cuori una santa indignazione.
Cosa possono pensare di questo i Santi e le Sante dell’Antico e del Nuovo Testamento? Cosa farebbe la Santa Inquisizione se esistesse ancora? È il primo articolo del Credo e il primo comandamento del Decalogo che sono derisi pubblicamente da colui che è seduto sulla Cattedra di Pietro. Lo scandalo è incalcolabile nelle anime dei cattolici.
La Chiesa è scossa nelle sue fondamenta. Se la fede nella Chiesa Cattolica, unica arca di salvezza sparisce, è la Chiesa stessa che scomparirà. Tutta la sua forza, tutta la sua attività soprannaturale ha per base questo articolo della nostra fede.
Giovanni Paolo II continuerà a rovinare la fede cattolica, pubblicamente, in particolare ad Assisi, con il corteggio delle religioni previsto nelle strade della città di San Francesco, con la ripartizione delle religioni nelle cappelle e nella Basilica perché vi esercitino il loro culto in favore della pace come è concepita all’O.N.U. È questo che è stato annunciato dal Cardinale Etchegaray, incaricato di questo abominevole Congresso delle Religioni.
Come è possibile che nessuna voce autorizzata si elevi nella Chiesa per condannare questi peccati pubblici? Dove sono i Maccabei? Eminenze, per l’onore del solo vero Dio, di Nostro Signore Gesù Cristo, protestate pubblicamente, venite in aiuto ai vescovi, ai sacerdoti, ai fedeli rimasti cattolici.
Eminenze, se mi sono rivolto a voi è perché non posso dubitare dei vostri sentimenti in proposito. Questo appello lo indirizzo ai Cardinali di cui troverete i nomi in questa lettera, in modo che, eventualmente, possiate agire insieme. Che lo Spirito Santo vi venga in aiuto Eminenze, e vogliate gradire l’espressione dei miei sentimenti fraternamente devoti in Christo et Maria.
+ Marcel LEFEBVRE, Arcivescovo-Vescovo emerito di Tulle.

Nel Magistero sono i termini chiari di questa rottura rovinosa
“Persuasi [questi partecipanti e organizzatori] che rarissimamente si trovano uomini privi di qualsiasi sentimento religioso, sembrano trarne motivo a sperare che i popoli, per quanto dissenzienti gli uni dagli altri in materia di religione, pure siano per convenire senza difficoltà nella professione di alcune dottrine, come su un comune fondamento di vita spirituale. Perciò sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sullafalsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa,manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio.” (Pio XI, Mortalium animos)
*   *   *
E nella nuova Roma si sono chiesti se sarebbero andati avanti con quelle iniziative temerarie senza una rottura coi cattolici tradizionalisti. Solo due risposte, piuttosto isolate, si sono appena sentite allora sul perfido inganno. Oggi? Nessuna.
  •     « Roma ci ha fatto chiedere se abbiamo l’intenzione di proclamare la nostra rottura con il Vaticano in occasione del congresso di Assisi. A noi sembra piuttosto che la domanda dovrebbe essere la seguente: Credete e avete l’intenzione di proclamare che il Congresso di Assisi consumi la rottura delle Autorità romane con la Chiesa Cattolica? Perché è proprio questo che preoccupa coloro che sono ancora cattolici.
  • In effetti, è ben evidente che a partire dal Concilio Vaticano II il Papa e gli Episcopati si allontanano sempre più nettamente dai loro predecessori. Tutto ciò che è stato messo in opera dalla Chiesa nei secoli passati per difendere la fede, e tutto ciò che è stato compiuto dai missionari per diffonderla, fino al martirio, è ormai considerato come un errore di cui la Chiesa dovrebbe scusarsi e per il quale dovrebbe farsi perdonare.
  • L’attitudine degli undici papi che dal 1789 al 1985 hanno condannato la rivoluzione liberale, con documenti ufficiali, è considerata come «una mancanza di comprensione del soffio cristiano che ha ispirato la Rivoluzione». Da qui il voltafaccia completo di Roma a partire dal Vaticano II, che ci ha fatto ripetere le parole rivolte da Nostro Signore a coloro che stavano per arrestarlo: Haec est hora vestra et potestas tenebrarum(Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre) (Lc XXII 52-53).
  • Adottando la religione liberale del protestantesimo e della Rivoluzione, i princìpi naturalisti di J. J Rousseau, le libertà atee della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, il principio della dignità umana senza più alcun rapporto con la verità e la dignità morale, le Autorità romane voltano le spalle ai loro predecessori e rompono con la Chiesa Cattolica, esse si mettono al servizio dei distruttori della Cristianità e del Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo.
  • Gli atti attuali di Giovanni Paolo II e degli Episcopati nazionali illustrano di anno in anno questo cambiamento radicale della concezione della fede, della Chiesa, del sacerdozio, del mondo, della salvezza che si ottiene con la grazia.
  • Il colmo di questa rottura con il magistero anteriore della Chiesa si è raggiunto ad Assisi, dopo la visita alla sinagoga. Il peccato pubblico contro l’unicità di Dio, contro il Verbo Incarnato e la Sua Chiesa, fa fremere d’orrore: Giovanni Paolo II che incoraggia le false religioni a pregare i loro falsi dei: scandalo incommensurabile e senza precedenti.
  • Noi potremmo riprendere qui la nostra dichiarazione del 21 novembre 1974, che rimane più attuale che mai. Noi, che restiamo in modo indefettibile attaccati alla Chiesa Cattolica Romana di sempre, siamo obbligati a constatare che questa religione modernista e liberale della Roma moderna e conciliare si allontana sempre più da noi che professiamo la fede cattolica degli undici papi che hanno condannato questa falsa religione.
  • La rottura non viene dunque da noi, ma da Paolo VI e da Giovanni Paolo II, che rompono con i loro predecessori. Questo rinnegamento di tutto il passato della Chiesa attuato da questi due papi e dai vescovi che li imitano è un’empietà inconcepibile ed una umiliazione insostenibile per coloro che restano cattolici nella fedeltà a venti secoli di professione della stessa fede.
  • Noi consideriamo, dunque, come nullo tutto ciò che è stato ispirato da questo spirito di rinnegamento: tutte le riforme postconciliari e tutti gli atti di Roma che sono compiuti con questa empietà.
  • Noi contiamo nella grazia di Dio e nel suffragio della Vergine fedele, di tutti i martiri, di tutti i papi fino al Concilio, di tutti i Santi e le Sante fondatori e fondatrici degli ordini contemplativi e missionari, perché ci vengano in aiuto nella rinascita della Chiesa con la fedeltà integrale alla Tradizione.
Buenos Aires, 2 dicembre 1986.

  1. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre, Arcivescovo emerito di Tulle
  2. Ecc. Mons. Antonio de Castro Mayer, Vescovo emerito di Campos, in perfetto    accordo con la presente Dichiarazione
Ezechiele – il terribile giorno del Signore (7, 1-27)
Ecco il vuoto che rimane a causa di questa ostinazione già stigmatizzata nelle profezie passate, nelle quali oggi s’inquadrino in pieno questa Roma adultera e le nazioni immerse nell’impero delle tenebre e del terrorismo per aver apostatato dal Cristianesimo, non sono fuori neanche quelli che si dicono seguaci dei due Vescovi, ma restano silenti come i morti.
«Mi giunse la parola del Signore:  «Figlio dell’uomo, riferisci: così dice Dio, mio Signore, alla terra d’Israele: la fine! E’ giunta la fine sui quattro angoli della terra. Ormai la fine è giunta sopra di te; effonderò il mio sdegno su di te, ti giudicherò secondo la tua condotta, ti rinfaccerò tutte le tue abominazioni. E il Mio occhio non avrà riguardo per te, non ti userò misericordia; ma ti rinfaccerò la gravità dei tuoi trascorsi, le tue abominazioni saranno trattate come meritano, e così riconoscerete che io sono il Signore».
«Così dice Dio, mio Signore: «Ecco, una sciagura dietro l’altra è giunta! La fine è giunta, è giunta la fine; incombe su te; eccola giunta. E’ giunta la sventura su di te, abitante della terra; è giunta l’ora, vicino è il giorno del fragore della mischia e non dell’ovazione su pei monti! Tra poco, riverserò il mio furore sopra di te, compirò la mia ira contro di te e ti giudicherò secondo la tua condotta e ti rinfaccerò tutte le tue scelleratezze. Il mio occhio non avrà compassione, non avrò misericordia, ma farò pesare i tuoi trascorsi su di te e rimarranno in te solo le tue abominazioni. Riconoscerete che sono Io, il Signore, a colpire.
«Ecco il giorno, eccolo giunto. E’ spuntata la sventura, la verga ha fiorito, la superbia ha germogliata. L’iniquità s’è rizzata come verga dell’empietà: non resterà più nessuno, né di essi, né del popolo, né della risonante folla; più nessuna requie sarà data ad essi. I tempo viene, il giorno è vicino; chi compra non si rallegri e chi vende non si rattristi, perché la furia incombe su tutto il popolo. Perché, chi vende non torna alla merce venduta, sua vita durante; e la parola fatidica annunziata a tutta la sua tumultuosa moltitudine non sarà rivocata; e nessuno con l’iniquità della sua la vita si metterà al sicuro.

«Suonate la tromba, ciascuno si metterà sull’attenti, ma nessuno andrà alla guerra perché la Mia furia incombe sopra tutta la sua tumultuosa moltitudine. La spada fuori, la peste e la fame in casa, chi è in campagna muore di spada e chi è in città lo consuma la fame e la peste. Si salveranno quei che cercheranno scampo con la fuga e saranno sui monti come colombe tubanti, tutti tremanti dallo sgomento che a ciascuno incute la propria colpa. Tutte le braccia si snervano e le ginocchia si sciolgono. Si avvolgono nel sacco, li copre l’orrore, la vergogna è su ogni faccia, e ogni testa è rasata. Il loro argento sarà gettato via, e il loro oro nell’immondizia. Oro e argento non li possono salvare nel giorno dell’ira del Signore; non sazieranno la loro gola e non riempiranno il loro ventre con quello che è stato per essi la causa di peccato! Del più splendido ornamento hanno fatto un oggetto di arroganza e se ne sono fatte immagini inique: i loro abominevoli idoli e simulacri; per questo glielo butto nell’immondizia. E lo darò in preda agli stranieri, come bottino agli empi della terra che profaneranno tutto. Distoglierò il Mio volto da loro e quelli profaneranno il mio recondito luogo, vi entreranno i predoni e lo profaneranno. Appresta la catena perché la terra è piena di attentati sanguinarie e la città è piena di delitto. Farò giungere le peggiori delle genti che si impossesseranno delle loro case; farò cessare l’arroganza della loro forza e i loro santuari darò in possesso ad altri.
«Al sopraggiungere dell’orrore; cercheranno la pace, ma invano. Sopraggiunge una calamità dietro l’altra, cattive notizie una dietro l’altra. Invano cercheranno le previsione dai profeti e la legge verrà a mancare al sacerdote, e il consiglio agli anziani! Il re sarà in lutto e il principe è coperto di squallore e le braccia della popolazione paralizzati. Li tratterò secondo il loro modo di operare li giudicherò e secondo le loro norme di giudicare li giudicherò; e riconosceranno che sono Io, il Signore».

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