venerdì 10 marzo 2017
«Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo»...
Sono sempre più quelli che vorrebbero rinviare Bergoglio ai suoi
pascoli. Aspirazione giusta e saggia, ma impossibile nel pesante quadro
degli inganni e tabù in corso.
Per superarli ai dovrebbe affrontare una cupa realtà che si può esprimere nella questione:
Il cattolico di questi tempi é ancora capace di capire il significato
della virtuale presenza dell’Autorità di Dio per il bene e l’ordine in
terra? Se lo fosse, sarebbe pure sgomento della Sua radicale lunga
assenza precedente all’attuale «papa conciliare»! Sarebbe allora, capace
di vedere, con gli occhi della fede, il vuoto spaventoso riguardante il
Soglio di San Pietro, causa del sommo inganno del nostro tempo e d’ogni
altro perfido inganno.
Parliamo della Sede della Verità occupata dal 1958 da chierici che,
alieni alla Fede cattolica, inoltrano la fede conciliare ecumenista, a
fatale danno dell’unica Chiesa della Fede in Gesù Cristo Re.
Eppure non mancarono gli avvisi maternali sulla perdita della fede a
partire dal vertice della Sede romana Il 19 settembre 1846 a La Salette
la Madonna profetizzò: «Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo». Nel 1917, la Madre di Dio a Fatima segnalò che tale crollo fatale sarebbe più chiaro nel 1960.
La situazione attuale conferma quanto avvisato pure a Fatima da
Maria, Regina dei Profeti, con la visione simbolica del massacro del
Papa cattolico con tutto il suo seguito. La visione sarebbe più chiara
da quando nella Sede di Roma subentrò il modernista Roncalli, Giovanni
23. Ciò fu possibile col voto in un conclave che ora il cattolico può e
deve considerare nullo, in vista del falso e del male introdotto da G23
nella Chiesa. Costui riuscì ad ingannare i cardinali elettori sulle sue
intenzioni col suo giuramento di fedeltà pontificale. Ma non ingannano
le sue opere di segno modernista e massonico: “Li conoscerete dalle loro
opere”, è il giudizio insegnato da Gesù.
Quindi, l’inizio del grande l’inganno sulla libertà di coscienza
voluta dalle logge e dai poteri illuministi come diritto umano da
inoculare nella Chiesa, è da rintracciare nel conclave del 1958. In quel
momento il Signore, vero Capo della Chiesa, permise che il Suo potere
di Pastore fosse colpito conforme la profezia ripresa da Zaccaria 13,7:
«Insorgi, spada, contro il Mio pastore, contro Colui da sempre a me
unito. Oracolo del Signore degli eserciti. Percuoti il Pastore e sia
disperso il gregge, allora volgerò la mano anche contro i suoi piccoli».
(8-9)
Era profetizzato, a causa dei peccati degli uomini, dentro e fuori
della Chiesa. Che non si pensi mai, però, che Dio avesse dato
direttamente il potere a chi intendeva aprire la Sede santa ai nemici
della Fede. Se è Dio stesso che invoca la spada per colpire il Pastore,
Gesù Cristo, Dio stesso, significa che è per sottrarSi al gregge per un
tempo; così tutti potranno vagliare la tragedia che segue l’assenza
della Sua Voce.
Sull’aspetto contingente della vacanza, derivata dalla natura umana
del Papa, non ci sono dubbi: è inevitabile. Perciò quando un vero Papa
muore, i cattolici sanno che la Santa Sede è vacante e che per vederla
presto assegnata a un degno rappresentante del Signore, la Chiesa tutta
deve seguire le norme di prudenza previste e da sempre disposte per
impedire il male più buio possibile dell’elezione di un finto cattolico.
Ciò significherebbe l’occupazione della Santa Sede da parte di poteri
che da sempre mirarono ad aggiornarla con l’elezione di un «papa»
secondo i loro piani, per spalancarne le porte alle libertà del mondo. È
quanto iniziato allora e visto oggi. Quindi, G23, l’eletto di quel
conclave, è frutto e causa del più infido inganno clericale arrivato poi
al colmo di ergere una chiesa che lo canonizza per i suoi meriti e per
l’esempio ecumenista lasciato ai successori, oggi in piena furia con
Bergoglio.
Si può ancora dubitare che siano capitati imbrogli ben coperti per
l’elezione al Soglio petrino di veri Quisling, dal Ventitré a Bergoglio?
Il termine «Quisling» riguarda dei collaborazionisti che servono a un
potere straniero. Se applicato a Giovanni 23 e a Paolo 6 e successori è
adeguato perché si può dire, senza paura di sbagliare, che ingannarono
col loro modernismo, che è l’ideologia a servizio dello sdoganamento
d’ogni idea spuria e contraria alla dottrina cattolica; «Noi lo
definiamo la sintesi di tutte le eresie», lo afferma San Pio X nella sua
«Pascendi»:
Allora è bene parlare di tali conclavi, dato che gli imbrogli fino
adesso covarono degli anticristi di 2º rango, a servizio dell’Anticristo
finale. Perciò, era ed è sentimento del tutto cattolico diffidare del
esito di un conclave, pur d’apparenza canonica, così come inquietarsi
durante questa tenebrosa vacanza papale nell’apatia di fronte a sei
conclavi elettori di siffatti anticristi. Intanto, le anime si perdono e
viene disonorata la S. Chiesa.
Si tratta dell’ora più buia, non solo per la Fede, ma per il mondo
che prima godeva di un giudice morale che rappresenta l’Autorità divina,
istituito da Gesù per l’ordine in terra. Ora rimane una sede a servizio
dell’errore e dell’inganno. Era perciò giusto sentimento cattolico,
inorridire di fronte alla presenza di un falso vicario di Dio a Roma. E
il primo sentimento era fare di tutto per riavere – da allora – la
Chiesa governata da un autentico Vicario di Cristo fedele alla piena
continuità cattolica. Tali termini definiscono il vero Conclave
cattolico. Il Primato di Pietro, la carica del Papa, non esiste né
sussiste per servire idee o teologie secondo visioni della vita
aggiornata al modernismo e al mondo. Si è persa la memoria in questi
tempi di questo immane pericolo, come se ci potesse essere una rottura
«canonica»da rispettare? Sì perché il Papa è autentico nella misura in
cui è consapevole del fine della carica di confermare la Fede;
rappresenta la continuità, di papa in papa, per risalire sicuramente
alla Voce stessa del Signore.
A questo punto, poiché la carica papale è definita dalla missione di
confermare la Fede e perciò condannare quanto le è contrario, come il
modernismo, una volta provato dalle opere, cioè dall’erezione della
nuova chiesa conciliare modernista, che G23, Paolo 6 e successori,
operarono da modernisti, essi si rivelarono da loro stessi alieni alla
missione papale di confermare nella fede; non erano né potevano essere
veri candidati al Papato avendo tacitamente rinunciato a essere membri
della Chiesa cattolica dei 260 Papi e 20 Concili ecumenici nella
continuità in Cristo. La loro opera di rottura prova, non solo la grave
illegittimità della loro elezione, ma anche la tremenda colpa del loro
spergiuro. Basta leggere il giuramento antimodernista e quello
pontificale.
Fin qui si tratta dell’inganno che spetta ai cattolici distinguere e a
un futuro Papa cattolico giudicare, pur se quello precedente, Pio XII,
ignorando che costoro portavano fermenti demolitori della Fede, promosse
entrambi ad alte cariche secondo la routine clericale. Gli uomini
possono ignorare quanto solo Dio vede nel cuore di preti carrieristi. ma
quel che Dio certamente vuole e la Chiesa ha sempre cercato, è la
massima cura non solo nella scelta dei chierici – da cui molto dipende
la salvezza delle anime – ma delle loro promozioni a cariche d’autorità.
Tale difesa è soprattutto nel conclave cattolico, che ha questo nome
proprio perché d’ostacolo alle violazioni sacrileghe contro la Fede.
I Conclavi non hanno una valenza assoluta. La Bolla «Cum ex apostolatus»
di Papa Paolo IV è la più chiara spiegazione di quanto appartiene anche
alla ragione comune: se un uomo riesce a ingannare tutti e a essere
eletto papa senza professare la fede integra e pura della Chiesa,
l’elezione è nulla, pur se confermata dall’unanimità dei cardinali,
dall’elevazione di quest’eletto e del tempo in cui esso è riconosciuto
papa da tutti i fedeli; più ancora se è applaudito e apre la Chiesa a
tutto un mondo di suoi nemici.
Non avendo la fede, costui non può essere accetto da Dio, che tollera
l’inganno umano, ma, per quanto concerne la custodia della Fede, mai
l’incuranza della sua integrità.
Il conclave può godere dell’assistenza dello Spirito Santo, ma se in
esso si presenta un lestofante per essere eletto papa, la Sua assistenza
va piuttosto ai figli della Chiesa, affinché capiscano, prima o poi, la
nullità di una elezione che porta alla distruzione della Chiesa. Si può
negare che tale demolizione rovinosa che ci sovrasta dalla morte di Pio
XII deve necessariamente avere una causa principale, da vedere nella
più alta sede d’autorità? No. Allora ecco il ritardo che viviamo nel
capire e reagire, testimoniando la falla, di modo che si vada finalmente
verso l’elezione di un papa cattolico.
La testimonianza cattolica si rivolge a quest’alta Sede per
affrontare i poteri del mondo, se non ha risposte di fede è perché si
trova vuota e proprio li abusano del nome della Chiesa per far ingoiare
ai fedeli l’opera d’inversione dei falsi cristi e dei falsi profeti
previsti dal Signore. Essi, sempre di nuovo, in duemila anni di storia,
propinano eresie, sacrilegi, conclavi illegittimi, falsi concili, e
perfino sinodi per una nuova Pentecoste! Ciò non potrebbe mai venire
dalla Sede istituita per difendere la Fede. Immaginare il contrario,
cioè che si possa cercare il guaio altrove, perché la scelta di un
conclave è infallibile, è l’empia aberrazione conclavista. Da non
confondere con l’aberrazione di voler eleggere un papa alla carlona.
Qui, almeno il principio del bisogno del vero Papa è salvo: la sua
elezione è necessaria e urgente da quasi sessant’anni, e abusus non
tollit usum!
Le scelte dei conclavi non hanno valore assoluto; possono versare su
un uomo alieno a quella carica, malgrado le apparenze. A causa di tale
«assoluto conclavista», piuttosto superstizione, poiché vede l’assoluto
dove può essere infiltrata malizia umana, è bene tornare alla storia dei
recenti conclavi, nulli, ma ritenuti dalla maggioranza, canonici.
Se essi hanno propinato i «papi» dell’avvenuta demolizione della
Chiesa. Il vero papa, poiché riceve direttamente da Dio il potere delle
Chiavi, è il sommo responsabile della difesa della Fede. Il fatto è che
se si scusa la parte umana della mancanza e anche inversione di tale
difesa, si accusa una sua approvazione da parte divina. Non sia mai!
Fino a Pio XII si era ben coscienti dei poteri occulti mobilitatisi
per mutare la Chiesa e del bisogno per i cattolici di vigilare
fermamente nella difesa della Fede. È un fatto, per quanto concerne il
conclave in cui fu eletto Roncalli, che prese il nome dell’antipapa
Giovanni XXIII, che le idee di questo candidato erano sconosciute perché
mai espresse in scritti importanti. Piuttosto era noto per le sue
trovate furbesche, dietro un’apparenza ipocrita e bonaria; «di geniale
semplicità» secondo l’amico modernista Jean Guitton. Ma quanto descritto
di pericoloso su tale prete non interessò allora abbastanza né al
cardinale Ottaviani che, essendo a capo del Sant’Uffizio aveva a
disposizione tutti i dossier informativi. Secondo un parere generale,
confermato dal suo biografo, il giornalista Emilio Cavaterra, i
cardinali Ottaviani e Tardini erano sicuri di poter pillottare l’operato
dell’anziano e suppostamene docile Roncalli. Ritenevano più importante
allora fare un accordo, caso Roncalli fosse eletto, per la conferma di
Tardini come Segretario di Stato, che approfondire la fedeltà cattolica
del candidato. Una tale leggerezza riguardo all’elezione del successore
di Pio XII, in stridente contrasto con le affrante preoccupazioni, che
avrebbe previsto in letto di morte: “dopo di me il diluvio” si è
rivelata fatale. Per Pio XII, Siri era il più presentabile tra i
papabili, ma fu subito scartato perché ritenuto troppo giovane e lontano
dalle intenzioni riformatrici di allora.
Se la rovina iniziò con Giovanni 23, com’è storicamente accertato,
come non risalire all’errore della sua scelta, tenendo presente che
scusare l’errore umano implica lasciar attribuire perfidamente il
fallimento a una presunta «distrazione divina»? Non è forse un fatto che
la vigilanza e la difesa cattolica, ragione al disopra di tanti altre
assilli clericali, furono rovesciate allora con l’apertura della Chiesa
ai vecchi errori e all’emblematica chiusura ai cosiddetti profeti di
sventura (Fatima e i fedeli alla Tradizione)? Possono le due cose, ossia
la presenza in Vaticano di modernisti innovatori della Chiesa e la sua
successiva demolizione, non essere in un rapporto di causa ed effetto?
Ogni logica richiede, quindi, che sia riconosciuto quando e quale
atto abbia fornito la chiave perché un potere estraneo alla Fede
iniziasse la sua opera di demolizione.
Qui va ricordata anche la testimonianza essenziale di monsignor Marcel Lefebvre:
«Non voglio risalire alle origini lontane del cambiamento e del
mutamento della nostra religione perché bisognerebbe risalire al
Rinascimento, alla Rivoluzione Francese, alla storia di tutto il
liberalismo del secolo XIX e a tutte le condanne dei Papi contro di
esso, in particolare i Papi Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII, San Pio
X…. È stato pubblicato anni fa il libro di Ploncard d’Assac «La
Chiesa occupata,» che riporta tutti i documenti che mostrano
l’evoluzione avvenuta all’interno della Chiesa durante l’ultimo secolo.
Io vorrei risalire solo al 1960, anzi al 1958: a quell’epoca è successo
qualche cosa nella Chiesa? Che cosa? È impossibile conoscere i fatti a
fondo: personalmente non li conosco; ma di questi cambiamenti ci siamo
accorti dal 1958, dopo il conclave che ha eletto Giovanni XXIII.» (Mgr Lefebvre, «J’accuse le concile»).
Il mistero della scelta di un papabile legato ai poteri mondiali
La scelta dell’uomo con le condizioni per divenire Papa spetta alla
Chiesa, rappresentata dai cardinali, ma la validità del suo potere
dipende dalla sua fede cattolica che esclude deviazioni, eresie e
negoziati coi suoi avversari. L’elezione del Papa cattolico è assistita
dallo Spirito Santo poiché l’eletto in modo valido riceve immediatamente
da Dio, non dalla Chiesa, il suo potere; ciò proprio per difendere la
Chiesa dai suoi nemici. Allora, è chiaro che il peggior nemico è
quell’interno che proclama: la Chiesa non ha nemici! Ecco Roncalli, i
cui antecedenti si conoscono, svelando un’incompatibilità profonda con
la funzione del magistero cattolico. Come chierico modernista può essere
applaudito dal mondo e beatificato dal successore della sua opera di
apertura, ma ciò solo conferma la continuità di tale opera, quindi,
della totale estraneità alla Fede e alla carica di autorità che preserva
la Chiesa dagli errori del mondo, ci cui il modernismo è la fogna
massima.
Il cardinale Ottaviani conosceva il «dossier» di Roncalli, filo
massone e modernista, ma pensò di poter rischiare e fu l’elettore di tal
«concierge dell’anticristo». Non deve perciò ammirare come, al possesso
di tanti segreti, occultò spesso ai suoi collaboratori la realtà.
Avendo conosciuto alcuni di questi valenti sacerdoti, mi resi conto di
come tale capo tagliava sistematicamente le loro iniziative affinché non
lasciassero credere al sospetti su questo primo «papa conciliare».
Perfino il «Terzo Segreto» di Fatima, che conosceva, lo mise in falsi
termini, dirigendo altrove il povero don Villa: tutto, meno che dubitare
dell’elezione canonica di Roncalli! Come fece il cardinale Tisserant
(Nichitaroncalli, p.) Una verità dura da capire a causa di questi alti
prelati, che in fondo rimasero i garanti degli anticristi. Così, la
chiesa del Vaticano 2, che il vecchio cardinale pregava affinché finisse
presto e lui ancora potesse morire cattolico, il vaglio
dell’illegittimità dei falsari conciliare rimase tabù!
Poteva non importare i danni e le vittime che continuerebbero a fare i
suoi «papabili»? No, la Chiesa degli Ottaviani, Siri, e tanti altri era
in cedimento e così rimase senza veri papi né prelati di valore, capaci
di andare oltre un magro verbo teologale. Una fede senza difensori, se
non è già morta, non preserva la vita spirituale. Da due di questi
cardinali di una «resistenza» senza futuro, sentì l’ammissione che
lasciavano i loro segreti e sospetti per essere pubblicati dopo la loro
morte. Per il cardinale Oddi, si trattava del suo tempo a Parigi con un
nunzio che frequentava ogni giovedì la loggia, come ho avuto occasione
di dirgli in un pranzo a casa; il cardinale era troppo onesto per
negarlo, ma troppo «prudenziale» per dirlo. Lasciò «segreti da
pubblicare»? Dove? A lui, come al card. Stickler, mi son permesso di
dire che da morti le testimonianze valgono poco tanto per la propria
anima come per la Chiesa.
Il cattolico sa che i modernisti possono ingannare gli uomini, non
Dio. Se non bastano le conseguenze rovinose dei loro atti e frutti marci
per testimoniare la loro estraneità all’autorità cattolica, ragione in
più di volere che al più presto ci sia una vera reazione da parte della
Chiesa, rimasta da troppo tempo non solo acefala del capo terreno, ma
presa in un infame processo di demolizione della sua credibilità divina.
Che cosa ha portato a tutto questo? La credenza generale nel valore
«assoluto» dei conclavi: ecco il cappio fatale del «conclavismo» dell’ora presente,
coinvolgente tutti, cardinali e un mondo conciliare e tradizionalista,
irretiti insieme dal sommo inganno, da cui nemmeno il Terzo Segreto di
Fatima è riuscito ancora a liberare! La realtà è che dal 1958 il Papa
cattolico è morto e le conseguenze della sua vacanza divennero chiare
già nel 1960! Ma tutti questi grandi cardinali e il loro seguito erano
«conclavisti»!
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