Ivo Marsaudon, il suddetto frammassone Francese ed autore, sostenne
anche che Angelo Roncalli, Antipapa Giovanni XXIII, divenne un massone
di trentatreesimo grado durante la sua esperienza in Francia come
nunzio. Maria Ball Martinez scrisse che, dalle loro postazioni, le
guardie repubblicane Francesi notarono "il nunzio, Roncalli, lasciare
la sua residenza in abiti civili per frequentare gli incontri serali del
Giovedì della loggia massonica del Grande Oriente di Francia. Mentre
un tale drammatico conflitto di lealtà snerverebbe qualunque uomo
medio, sia egli un Cattolico od un frammassone, Angelo Roncalli sembra
avere addomesticato la questione."
[12] Maria Ball Martinez, Il minare la Chiesa Cattolica [The undermining
of the Catholic Church], 1999, Hillmac, Messico, pagina 117.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Qualcuno mi dirà, ma con tanti gravi problemi vissuti oggi, devi
sempre tornare a parlare del chierico mediocre ed equivoco Roncalli
divenuto «papa santo»? Sì, lo devo, perché dalla prima menzogna nel
massonica nel Luogo Santo deriva necessariamente tutta la confusione
morale nel mondo, fino al dominio della «grande meretrice assisa su acque copiose destinata a perdizione»!
Il fatto è che tutti i problemi umani e sociali sono derivati da guai
di segno religioso e soprattutto se riguardano la Chiesa di Dio e la
rappresentanza della Sua Autorità in terra; essa è ordinata al bene
del’uomo, se manca o peggio, se è alterata, allora il male e la menzogna
si diffondono ovunque, senza la voce di un giudice moralmente superiore
che le possa frenare; peggio, con la presenza di voci d’apparenza
papale o superiore essi sono accelerati. Vedi Bergoglio e i birilli
europei nel caso delle migrazioni forzate e molto altro che rovina
l’Europa e il mondo!
Allora riprendo proprio dall’inizio: dalla banda dei quattro modernisti a Roma
Nel suo libro «I quattro del Gesù. Storia di una eresia», Giulio
Andreotti racconta la saga di un gruppo di seminaristi, di cui è sorto
uno che fu lo strumento per l’introduzione dell’eresia nella Sede
Romana.
Ecco i nomi di tali deviati, di cui uno fu capace di realizzare tale
sortilegio: Angelo Roncalli, Giulio Belvederi, zio della moglie di
Andreotti, Alfonso Manaresi ed Ernesto Buonaiuti erano quattro
seminaristi, stretti da amicizia e dalla comune visione religiosa
modernistica.
Gli ultimi due hanno portato le loro idee eretiche così avanti da
essere censurati e scomunicati (Manaresi e il Buonaiuti). Belvederi e
Roncalli furono invece salvati dai loro protettori, nel caso di
quest’ultimo dall’allora vescovo di Bergamo Giacomo Radini Tedeschi, in
odore di modernismo. Un altro compagno di Roncalli a Bergamo fu Nicola
Turchi, che tradusse in italiano lo storico Duchesne, anch’esso
censurato.
Negli anni precedenti l’evento di Fatima, si diffondeva nei seminari
cattolici la turpe deviazione modernistica, giustamente condannata dal
Papa San Pio X. La sua natura eterodossa derivava dall’eresia
consistente nel separare la Religione dalla Storia, che equivale pure a
separare la Fede dalla vita civile e dal destino dell’uomo.
Un suo vettore futuro sarebbe il professor Roncalli, futuro Giovanni
23, quello che avrebbe archiviato nel 1959 la terza parte del Segreto
della Madonna di Fatima come inopportuna; attitudine ostile allo spirito
cristiano, che ritiene prezioso ogni segno celeste e molto grave la
responsabilità di testimoniarlo appena esso è riconosciuto dalla Chiesa
come un nuovo divino intervento nella storia della vita umana in terra.
Tali segni illuminarono la storia della Chiesa di Dio, fin dalla sua
origine, aiutando a identificarla correttamente; confortando e
sostenendo i fedeli nelle prove che essa sempre attraversò, Sì . Il
cristiano legge la storia dell’umanità alla luce di Gesù Cristo, sua
ragione e guida; ricordandosi innanzitutto che il mondo fu creato per
essere l’impero dell’Uomo-Dio e della sua Chiesa, la cui missione è
salvare gli uomini attraverso il culto del Bene, del Vero, del Bello –
in Dio Uno e Trino.
Poiché la fede in Dio e l’amore per i Suoi disegni avveratisi nella
storia sono intimamente legati, si sa che la visione storica modernista,
per cui la religione va asservita alla mentalità e ai bisogni sociali
ei tempi, come accusato nella «Pascendi», spegne il soprannaturale della
Storia, e così anche la fede, facendo dimenticare il fine della vita
dell’essere umano. È il tentatico di escludere Dio dalla Storia umana!
Poiché tutto ciò riguarda Roncalli, di cui è possibile dimostrare che
era pervaso da una mentalità modernista, che da nunzio e patriarca non
nascondeva e nemmeno più la sua vicinanza alla Massoneria, la
conclusione è ovvia: l’apparato clericale del tempo di Pio XII era
composto in buona parte da modernisti camuffati o da chierici ciechi di
fronte ai veri pericoli.
Così la Chiesa Cattolica in breve tempo è rimasta alla mercé dei
modernisti, che hanno provveduto ad occupare i suoi ruoli gerarchici, i
centri di governo, di studio e di insegnamento, e tutti i suoi
possedimenti e beni esteriori, quindi a demolirla dall’interno con un
processo volutamente graduale, durato oltre quarant’anni affinché non si
levassero reazioni pericolose, per edificare al suo posto la loro
chiesa conciliare con la loro dottrina, il loro diritto canonico, i loro
riti, il loro calendario, il loro clero, e finalmente i loro «santi
papi»!
È tale chiesa conciliare, ed essa soltanto, che ha potuto
“beatificare” colui che iniziò la trasmutazione clericale, il gran
demolitore della Fede, Angelo Roncalli! Il fatto che Andreotti parli
apertamente del recupero di tale eresia prova come la sua scalata nella
Cristianità fosse devastante; essa sostituì la Chiesa tradizionale con
un’altra, conciliare e modernista.
Potrebbe Andreotti, modernista di prima leva, legato al nuovo potere,
non festeggiare la vittoria dei suoi correligionari? Questo corso è da
allora in atto attraverso l’apertura effettuata dai loro «pontefici»
sostenuti dai poteri delle legge e delle sinagoghe!
Come si è detto, si tratta della perversa vittoria della chiesa
conciliare ed ecumenista, che ha preso possesso si una maestosa e
impressionante struttura religiosa che lascia emozionati per i suoi
tesori artistici e capacità di apostolato gli abitanti della terra.
Eppure, tutto ciò oggi è miseramente svuotato di spiritualità, come un
castello di carte esposto all’intemperie.
LA GRANDE MERETRICE (Ap 17)
- 1 Poi uno dei sette angeli dalle sette coppe s’avvicinò a me e mi
disse: «Orsù, voglio mostrarti il castigo della grande meretrice, che
sta assisa su acque copiose; 2 con essa i re della terra hanno
fornicato e col vino della sua prostituzione si sono inebriati gli
abitanti della terra». 3 Mi trasportò quindi in spirito nel deserto,
dove vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, piena di nomi
blasfemi, con sette teste e dieci corna. 4 La donna era vestita di
porpora e di scarlatto, tutta adorna di gioielli d’oro, pietre preziose e
perle; teneva in mano una coppa d’oro, ricolma di abominazioni e
impurità della sua prostituzione. 5 Sulla fronte portava scritto un
nome simbolico: «La grande Babilonia, la madre delle meretrici e delle
abominazioni della terra». 6 E potei scorgere come la donna fosse
ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla
io fui preso da grande meraviglia. 7 Ma l’angelo mi disse: «Perché ti
meravigli? Ora ti spiego il mistero della donna e della bestia dalle
sette teste e dieci corna, sulla quale ella siede. 8 La bestia, che
hai vista, era e non è più; sta per risalire dall’Abisso, per poi
andarsene in perdizione. Al vedere la bestia che era e non è più e che
riapparirà, rimarranno stupiti gli abitanti della terra, il cui nome non
si trova scritto, sin dall’origine del mondo, sul libro della vita. 9
Qui occorre la mente che ha sapienza: le sette teste sono sette colli su
cui è adagiata la donna;
10 sono anche sette re, dei quali i primi cinque sono passati, uno
c’è e l’altro non è venuto ancora; ma quando apparirà, rimarrà per poco
tempo. 11 La bestia che era e non è più è l’ottavo; anch’essa è del
numero dei sette, ed è destinata alla perdizione. 12 Le corna che hai
viste sono dieci re, i quali non hanno ricevuto ancora un regno;
riceveranno la regalità insieme alla bestia per una sola ora. 13 Di
comune accordo trasmetteranno la loro potenza e autorità alla bestia. 14
Faranno guerra all’Agnello, ma l’Agnello li sconfiggerà, poiché egli è
il Signore dei signori e Re dei re, e quelli con lui sono i chiamati,
gli eletti e i fedeli». 15 E aggiunse: «Le acque su cui hai visto assisa
la meretrice sono popoli, folle, nazioni e lingue. 16 Le dieci corna
che hai visto e la bestia prenderanno in odio la meretrice, la
renderanno desolata e nuda, ne divoreranno le carni e la daranno alle
fiamme. 17 Dio infatti guiderà le loro menti a portare a compimento il
suo piano col far trasmettere di comune accordo alla bestia la loro
potestà regale, in modo che si compiano le parole di Dio. 18 La donna
che hai vista è la grande città che esercita il suo potere regale sui re
della terra».
18 LA ROVINA DI BABILONIA
- 1 Dopo ciò vidi un altro angelo scendere dal cielo con grande
potestà; la terra fu illuminata al suo splendore. 2 Gridò con voce
possente: «E’ caduta, è caduta Babilonia, la grande! E’ diventata
rifugio di demòni, carcere di ogni spirito immondo, carcere di ogni
uccello impuro,carcere di ogni animale immondo e detestabile. 3 Ché dal
vino provocante della sua fornicazione bevvero tutte le genti; con essa i
re della terra fornicarono, con il lusso sfarzoso di lei arricchirono i
mercanti della terra». 4 Udii ancora un’altra voce dal cielo che disse:
- «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non vi associate ai
suoi stessi peccati e non siate colpiti dai suoi stessi flagelli. 5 Ché
sono giunti fino al cielo i peccati di lei; si è ricordato Dio delle sue
iniquità. 6 Come essa v’ha dato, così ripagatela; rendetele il
doppio in proporzione delle sue opere; nella coppa in cui lei ha
versato mescete doppia misura per lei. 7 Per quanto di gloria e di
sfarzo s’è data, altrettanto a lei date di lutto e tormento. Poiché dice
in cuor suo: “Io siedo regina e vedova non sono e lutto non vedrò
giammai”, 8 per questo in un sol giorno verranno i suoi flagelli: morte,
lutto e fame; dalle fiamme sarà divorata. Sì, forte è il Signore Dio, è
Lui che l’ha giudicata».
LAMENTI SU BABILONIA
- 9 Allora i re della terra che, abbandonandosi ai piaceri, avranno
fornicato con essa, piangeranno e faranno lamento per lei, al
contemplare il fumo del suo incendio; 10 e da lontano, perché presi dal
terrore del suo supplizio, diranno: «Guai, guai, o città grande, o
Babilonia, città potente, ché in un momento è giunto il tuo castigo!».
11 E i mercanti della terra piangono e fanno lamento su di lei, perché
nessuno compra più la loro merce: 12 merce d’oro e d’argento, di pietre
preziose e perle, di bisso e di porpora, di seta e di scarlatto; ogni
specie di legno odorifero, ogni specie di oggetti d’avorio, di oggetti
di legno prezioso, di bronzo, ferro e marmo; 13 cinnamomo e spezie;
profumi, mirra e incenso; vino e olio; semola e frumento; bestiame e
pecore, cavalli e cocchi; schiavi e vite umane. 14 «I frutti, anelito
della tua anima, sono fuggiti lontano da te; e ogni segno di opulenza e
fasto è scomparso lontano da te; queste cose nessuno più troverà». 15 I
mercanti, dunque, che essa aveva arricchito in tale commercio, da
lontano, perché presi dal terrore del suo supplizio, piangeranno e
faranno lamento dicendo: 16 «Guai, guai, o città grande, tu che vestivi
di bisso, di porpora e di scarlatto, tu che ti ornavi di gioielli d’oro,
di pietre preziose e perle; 17 ecco: in un sol momento è andata in fumo
tanta ricchezza!». 18 E ogni nocchiero e tutti quelli che viaggiano in
mare, i marinai e quanti trafficano nel mare, lontano si fermarono e al
vedere il fumo del suo incendio gridano: «Chi uguagliava la grande
città?». 19 E gettandosi polvere sulle loro teste gridano piangendo e
facendo lamenti: «Guai, guai, o città grande! Della sua opulenza si
arricchirono quanti in mare possedevano navi. Sì, in un sol momento s’è
compiuta la sua rovina!». 20 «Rallegrati per essa, o cielo, e voi,
santi, apostoli e profeti, perché Dio ha preso la vostra vendetta su
lei!». 21 Poi un angelo possente sollevò una pietra grande come una mola
e la gettò nel mare dicendo: «Con tale impeto sarà sommersa Babilonia,
la grande città, e più non apparirà.»
Quello che volevo dire è che se quei chierici pervertiti dal
modernismo si ritenevano capaci, nell’importanza che attribuivano alla
loro misera cultura naturalista, di separare la storia dell’uomo dal suo
senso cristiano e soprannaturale, è perché alienarono nella loro anima
il senso dei «novissimi». Quale spavento mortale sarà per loro poi
doversi confrontare con la «realtà» dei «guai apocalittici». Ma per
qualche grande capo in Vaticano sarà troppo tardi, già in questo mondo.
Per noi vale che siamo usciti da essa, per non essere «una cum» i suoi peccati e non essere colpiti dai suoi stessi flagelli.
«Sic transit gloria mundi»!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.