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martedì 17 dicembre 2013

"Non illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore".

 Sul giornale degli apostati "Vescovi" Conciliari è apparso l'elogio del "Novus Orror Missae", come commentare la falsa liturgia Cattolica inventata da sana pianta da massoni protestantizzati con una vena ebraicizzante proveniente dagli stessi massoni che con faccia tosta, grazie a dei venduti che li hanno fatti entrare dentro la Chiesa, sedevano dentro i Conclavi che hanno eletto degli autentici eretici che a loro volta si sono fatti e si fanno definire "Pontefici" della nuova Chiesa Conciliare che di cattolico non possiede neanche l'ombra? A noi ci sembra giusto, a commento delle cialtronerie del giornale spazzatura L'Avvenire, ripostare il fenomenale intervento di Monsignor Celada che tempo addietro si rivolse proprio a coloro che avevano creato l'aborto modernista del Novus Orror Missae:
Agli assassini della liturgia, di Monsignor Domenico Celada

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Durante e dopo il Concilio Vaticano II, la prima resistenza cattolica al Modernismo si organizzò – come era ovvio - a Roma. Tra le più autorevoli voci pubbliche si segnalò il mensile “Vigilia Romana”, fondato nel 1969, che ospitava articoli dei capi storici del “sedevacantismo”, come Padre Joaquin Saenz y Arriaga, Padre Guerard des Lauries (teologo domenicano professore all’Università lateranense di Roma, elaborò la “Tesi di Cassiciacum” per spiegare la crisi nella Chiesa e fu tra i fondatori dell’Istituto Mater Boni Consilii), Padre Nöel Barbara, l’Abbè Louis Coache. Collaborarono alla rivista altri famosi ecclesiastici come Don Giuseppe Pace, Padre Antonio Coccia, Monsignor Francesco Spadafora, Padre Cinelli, Padre Cornelio Fabro. Una delle firme più combattive fu quella del liturgista Monsignor Domenico Celada, che grazie all’interessamento di Cristina Campo collaborò anche alla preparazione del “Breve esame critico del Novus Ordo Missae”, scritto da Padre Guerard des Lauries e firmato dai cardinali Ottaviani e Bacci nel Giugno 1969. Pubblichiamo un veemente articolo di Mons. Celada sulla riforma liturgica, apparso su “Vigilia Romana” nel Novembre 1971 (Anno III, N. 11), che illustra lo spirito che animava in quegli anni la resistenza cattolica anti-modernista. Con l’inizio del nuovo anno ci auguriamo che tutti gli oppositori al Concilio Vaticano II sappiano ritrovare questo spirito autenticamente “refrattario”.

E’ da tempo che desideravo scrivervi, illustri assassini della nostra santa Liturgia. Non già perch’io speri che le mie parole possano avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti negli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce. Non illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore.
Il vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro livore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina d’anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poiché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l’autorità del Triregno. Dopo quel famoso convegno di “liturgia pastorale”, sul quale erano cadute come una spada le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica Assisi schiumando rabbia e veleno.
Ora ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro “capolavoro”: la nuova liturgia. Che questa non sia opera di Dio è dimostrato innanzitutto (prescindendo dalle implicazioni dogmatiche) da un fatto molto semplice: è di una bruttezza spaventosa. E’ il culto dell’ambiguità e dell’equivoco, non di rado il culto dell’indecenza. Basterebbe questo per capire che il vostro “capolavoro” non proviene da Dio, fonte d’ogni bellezza, ma dall’antico sfregiatore delle opere di Dio.
Si, avete tolto ai fedeli cattolici le emozioni più pure, derivanti dalle cose sublimi di cui s’è sostanziata la liturgia per millenni: la bellezza delle parole, dei gesti, delle musiche. Cosa ci avete dato in cambio? Un campionario di brutture, di “traduzioni” grottesche (com’è noto, il vostro padre, che sta laggiù non possiede il senso dell’umorismo), di emozioni gastriche suscitate dai miagolii delle chitarre elettriche, di gesti ed atteggiamenti a dir poco equivoci.
Ma, se non bastasse, c’è un altro segno che dimora come il vostro “capolavoro” non viene da Dio. E sono gli strumenti di cui vi siete serviti per realizzarlo: la frode e la menzogna. Siete riusciti a far credere che un Concilio avesse decretato la disparizione della lingua latina, l’archiviazione del patrimonio del patrimonio della musica sacra, l’abolizione del tabernacolo, il capovolgimento degli altari, il divieto di piegare le ginocchia dinanzi a Nostro Signore presente nell’Eucaristia, e tutte le altre vostre progressive tappe, facenti parte (direbbero i giuristi) di un “unico disegno criminoso”.
Voi sapevate benissimo che la “lex orandi” è anche la “lex credendi”, e che perciò mutando l’una, avreste mutato l’altra. Voi sapete che, puntando le vostre lancie avvelenate contro la lingua viva della Chiesa, avreste praticamente ucciso l’unità delle fede. Voi sapevate che, decretando l’atto di morte del canto gregoriano della polifonia sacra, avreste potute introdurre a vostro piacimento tutte le indecenze pseudomusicali che dissacrarono il culto divino e gettano un’ombra equivoca sulle celebrazioni liturgiche. Voi sapevate che, distruggendo tabernacoli, sostituendo gli altari con le “tavole per la refezione eucaristica”, negando al fedele di piegare le ginocchia davanti al Figlio di Dio, in breve avreste estinto la fede nella reale presenza divina. Avete lavorato ad occhi aperti. Vi siete accaniti contro un monumento, al quale avevan posto mano cielo e terra, perché sapevate di distruggere con esso la Chiesa. Siete giunti a portarci via la Santa Messa, strappando addirittura il cuore della liturgia cattolica. (Quella S.Messa in vista della quale noi fumo ordinati sacerdoti, e che nessuno al mondo ci potrà mai proibire, perché nessuno può calpestare il diritto naturale).
Lo so, ora potrete ridere per quanto sto per dire. E ridete pure. Siete giunti a togliere dalle Litanie dei santi l’invocazione “a flagello terremotus, libera nos Domine”, e mai come ora a terra ha tremato ad ogni latitudine. Avete tolto l’invocazione “a spititu fornicationis, libera nos Domine”, e mai come ora siamo coperti dal fango dell’immoralità e della pornografia nelle sue forme più repellenti e degradanti. Avete abolito l’invocazione “ut inimicos sanctae Ecclesiae umiliare digneris”, e mai come ora i nemici della Chiesa prosperano in tutte le istituzioni ecclesiastiche, ad ogni livello.
Ridete, ridete. Le vostre risate sono sguaiate e senza gioia. Certo è che nessuno di voi conosce, come noi conosciamo, le lacrime della gioia e del dolore. Voi non siete neppure capaci di piangere. I vostri occhi bovini, palle di vetro o di metallo che siano, guardano le cose senza vederle. Siete simili alle mucche che guardano il treno. A voi preferisco il ladro che strappa la catenina d’oro al fanciullo, preferisco lo scippatore, preferisco il rapinatore con le armi in pugno, preferisco persino il bruto e il violatore di tombe. Gente molto meno sporca di voi, che AVETE RAPINATO IL POPOLO DI DIO DI TUTTI I SUOI TESORI.
In attesa che il vostro padre che sta laggiù accolga anche voi nel suo regno, “laddove è pianto e stridor di denti”, voglio che voi sappiate della nostra incrollabile certezza che quei tesori CI SARANNO RESTITUITI. E sarà una “restitutio in integrum”. Voi avete dimenticato che Satana è l’eterno sconfitto.


Adesso, dopo il pertinente "parlare di Monsignor Celada, si può leggere il menzognero articolo di tale signor Goffredo Boselli:
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCSCkPKKroVZgLBCT6DqEOOx2eJFrBz6djvqhFSSQ9xXLi-93Y6RhBaCbDCagmZWaytr8-nV2mSTsdBsZK88sVCyobs9B3z0PMJliGRemM4SCuBE7GKfA0je-TymjCgAglNuFNqkFDTmA/s1600/Cuarenta+A%C3%B1os+del+Novus+Ordo.JPG
Cinquant’anni fa, il 4 dicembre 1963, il concilio Vaticano II promulgava il suo primo testo, la costituzione sulla liturgia. Ripensando a ciò che in questi cinquant’anni Sacrosanctum concilium ha significato per il rinnovamento liturgico che ne è scaturito e gli importanti cambiamenti operati dalla riforma liturgica, alcuni dei quali epocali, il Concilio ha raggiunto un solo grande risultato: ha reso la liturgia più cristiana.
Sì, la Chiesa cattolica celebra oggi una liturgia che, nei contenuti come nelle forme, è più fedele alla «verità del Vangelo» (Gal 2,14) e per questo più adatta alle esigenze dell’uomo contemporaneo. Questa duplice fedeltà, all’evento Cristo e all’uomo di oggi, fa della liturgia riformata dal Concilio una liturgia più cristiana. Questo è il grande frutto di Sacrosanctum concilium.
Dicendo ciò non si intende minimamente pensare che prima del Vaticano II la liturgia non fosse cristiana. Dire questo sarebbe profondamente ingiusto nei confronti dei credenti che per secoli hanno celebrato la liturgia tridentina facendone la fonte della loro santificazione, ma lo sarebbe anche nei confronti dei cattolici che ancora oggi la celebrano. Tuttavia, grazie ai principi posti daSacrosanctum concilium e al vasto lavoro di rinnovamento liturgico nel quale per molti anni le nostre comunità sono state impegnate, quella che oggi celebriamo è una liturgia più cristiana perché più fedele al «Vangelo del Signore Gesù» (At 11,20). In questo senso non è improprio affermare che con il Concilio è avvenuta una vera e propria conversione della liturgia, perché nella Chiesa ogni autentica riforma è sempre conformazione al Vangelo. La Chiesa del Vaticano II ha dato inizio al rinnovamento di se stessa alla luce del Vangelo cominciando con il riformare la liturgia, perché non ci può essere una liturgia da riformare e una Chiesa perfettamente fedele al Vangelo. Una liturgia più cristiana fa più cristiana anche la Chiesa.

Tutta la grandezza di Sacrosanctum concilium sta esattamente nella sua ricerca di ricondurre la liturgia alla sua fonte originaria, «il Vangelo di Dio» (Rm 1,1), e questo conferisce al primo testo del Concilio un valore testimoniale del tutto particolare, in quanto esprime l’autocoscienza che la Chiesa ha della sua liturgia. Dal rapporto tra liturgia e Vangelo nasce infatti l’intelligenza che Sacrosanctum concilium offre della natura della liturgia cristiana, da questo rapporto vitale hanno origine, come logiche conseguenze, i principi teologici e le norme esecutive per la riforma e l’incremento della liturgia presenti nella costituzione.

La ricerca di una maggiore conformità della liturgia al Vangelo è dunque la chiave che permette di comprendere l’attualità permanente della costituzione liturgica anche quando, a cinquant’anni di distanza, constatiamo che la riforma liturgica del Vaticano II è stata portata a termine. Ciò che invece non potrà mai ritenersi realizzata una volta per tutte è la piena fedeltà della liturgia al «Vangelo del regno di Dio» (At 8,12).

Al rapporto tra Vangelo e liturgia si riferisce in modo particolarmente lucido e autorevole papa Francesco nell’intervista rilasciata a La Civiltà Cattolica rispondendo alla domanda su cosa è stato il Concilio: «Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta». Per dire cosa il Concilio ha realizzato Francesco pone in relazione il Vangelo, la cultura contemporanea e la riforma liturgica. Anzitutto il Vangelo: per il papa, il rinnovamento operato dal Vaticano II «viene dallo stesso Vangelo», e indica come esemplare di questo processo il lavoro della riforma liturgica che definisce anch’esso una «rilettura del Vangelo».

È dunque dal Vangelo stesso, e non da altro, che ha avuto origine il rinnovamento operato dal Concilio di cui il rinnovamento della liturgia ne è uno dei maggiori frutti. Riconoscere senza mezzi termini che il Concilio è stato anzitutto «rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea», come fa papa Francesco e con lui la stragrande maggioranza degli studiosi del Vaticano II, è possibile solo se si parte dal presupposto che nel cristianesimo la fedeltà al Vangelo non si dà senza fedeltà all’uomo concreto. Il «Vangelo eterno» (Ap 14,6) cioè senza tempo, è sempre anche Vangelo nel tempo nel quale è annunciato, a dire che il «buon annuncio» è sempre contemporaneo dell’uomo che lo ascolta. Questo dà origine a una verità cristiana centrale che si può così sintetizzare: la fedeltà della Chiesa al Vangelo è sempre in se stessa fedeltà evangelica della Chiesa all’uomo concreto. Conseguenza immediata di questo è la necessaria fedeltà evangelica della Chiesa al tempo nella quale essa vive.

Il principio che sta alla base di ogni rinnovamento liturgico che voglia essere «una rilettura del Vangelo», come lo è stato quello del Vaticano II, è questo: se la sostanza della liturgia corrisponde sempre, di sua natura, alla sostanza del Vangelo ne consegue che la forma della liturgia (riti, testi e stile) deve incessantemente tendere a coincidere con la forma del Vangelo. Francesco di Assisi chiese a Innocenzo III una cosa soltanto, che gli consentisse di «vivere secondo la forma del santo Vangelo». Il Vangelo non è solo la forma vitæ dei santi ma anche la forma vitæ della liturgia. Il Vangelo ha una sua forma come anche la liturgia ha una sua forma: nella storia della Chiesa a volte si sono avvicinate quasi fino a corrispondere, altre volte, invece si sono allontanate. Grazie alla riforma liturgica del Vaticano II, oggi la forma della nostra liturgia si è maggiormente avvicinata alla forma del Vangelo, e in questo modo il Concilio ci ha donato una liturgia più cristiana.


Goffredo Boselli

http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/e-la-liturgia-torna-al-popolo.aspx

10 commenti:

  1. L'ennesimo disperato che lancia anatemi ed invoca una vendetta che non ha ragione d'essere. Un altro Savonarola che brucia nel fuoco dell'odio e del rancore: se questo è essere cristiano...

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  2. caro Rgd forse tu non hai ben chiaro cosa sia il rancore di cui tu parli!!!Pensi che Gesù non fosse incavolato nero quando buttava all'aria tutte le bancarelle innalzate dai mercanti nel tempio????
    Essere cristiani non è "essere femminucce" come molti cattolici e preti conciliari fanno e sono!!La liturgia non si doveva toccare! Le anime si salvano attraverso di essa! e il grido di Dio vedrai che verrà sempre più sentito ed echeggiato in questo mare di iniquità!!Forse non hai mai letto il Vangelo o non sai quanti Santi hanno usato parole molto più forti per condannare cose anche meno gravi!!!il vero cattolico sa essere al giusto momento un guerriero che impugna la sua arma e difende la Verità a costo della vita!e puoi tu stesso verificare la veridicità di ciò che affermo guardando la società attuale specchio di una chiesa conciliare in piena crisi!

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    1. Le stesse identiche parole potrebbe usarle un "modernista" ed avrebbe perfettamente lo stesso senso. Chiacchiere, cerca di avvicinarti all'essenza del cristianesimo, quell'essenza che porterà a riunificare le varie Chiese una volta libere da un formalismo per troppo tempo ammantato di una sacralità formalistica. E' tempo per una nuova liturgia scevra da formalismi e superstizione decontestualizzata.

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  3. caro Michele le consiglio vivamente di lasciar perdere questo sciagurato, la cui onnisaccenza è pari alla crassa ignoranza, frutto marcio evidentissimo della scuola DI ERESIA CNC da cui il poveraccio è stato (de)formato.
    parlare con certa gente è fiato sprecato, dato che i loro cervelli sono diabolicamente resettati dai katekisti, che a loro volta sono schiavi di Kiko, trasformati in aguzzini distruttori di anime (e spesso VITE intere, nelle loro delicate relazioni famigliari e sociali): schiavi tiranni di altri schiavi, in un sistema perverso che solo una mente luciferina poteva inventare, palesandosi come un profeta e precursore dell'anticristo....(
    (......e il vescovo Bergoglio li loda ed esalta ovviamente, essendo compagno di merende moderniste, nella stessa barca onnieretica, merlla quale cui vogliono mondanizzare la Chiesa Sposa di Cristo, demolendola dalle fondamenta: la Sacra Liturgia perenne!)

    jn

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    1. Sono d'accordo in tutto con jn !

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    2. I NC vanno per il mondo a portare la parola di Dio e non cercano una salvezza comoda fatta di rosari e messe in merletto. L'albero s vede dai frutti e tra i loro frutti vi sono i seminari pieni ed una crescita continua mentre i tradizionaliti sono sempre meno. Questa è la realtà, e la osservo da NON NC.

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    3. Se lei non è un NC allora stia zitto e lasci parlare chi nel CNC ci è nato e vissuto, cioè il sottoscritto. Se non sa di cosa parla, perché parla? I seminari nc non sono pieni, sono 100 ma nel mondo ci sono anche seminari di 8 persone, se non addirittura di 5 o 2. I seminaristi NC in tutto il mondo non sono più di mille.
      Quelle che lei cita come "frutti" sono solo le apparenze, che devono essere mantenute ad ogni costo, specialmente dopo che ci si è proclamati per decenni "veri cristiani delle origini", ma nella realtà le cose sono ben diverse. E lo dice uno che è vessato, umiliato e sottoposto a soprusi dal proprio datore di lavoro NC che in spregio al Vangelo e alle parole di San Giacomo sfrutta i suoi dipendenti e compie ogni genere di frode economica che gli riesca, questo mentre millanta di dire il Rosario tutti i giorni.
      BLEAH! Se questi sono i frutti figurati l'albero in che condizioni è messo.
      E ci credo poco che lei non è NC, solo gli NC si sperticano in tutti i blog a difendere il cammino. Per il resto del mondo cattolico o sono sconosciuti o sono odiati.
      Quando nel cammino si trova una persona buona, lo è sempre A PRESCINDERE dal cammino e non grazie ad esso.

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  4. I seminari nc ? pieni di poveri ragazzi irretiti e costretti psicologicamente da famiglie tarate e divise in sè stesse ! Forse il rgd non ha conosciuto quel che succede in quelle famiglie dove si sfornano figli per far piacere al gran capo: liti e disaccordi continui con figli abbandonati a sè stessi "tanto ci pensa la Provvidenza" .
    Senta caro lei, basta informarsi presso il blog internetica o verità sul cammino... se le gusta qui a sinistra ci sono i collegamenti e non spari più frasi prendendole a prestito dal Vangelo, al proposito.Basta informarsi un pochino sulla setta NC , anche senza averla conosciuta, e non si direbbero più stupidaggini.
    E nemmeno menzogne quali che i seminari "tradizionalisti" abbiano meno vocazioni.

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    1. Non vedo quali basi abbiano i suoi giudizi sulle famiglie NC, la sua è un'avversione di tipo ideologica. Citare il Vangelo non significa prendere "a prestito" delle frasi altrimenti questo varrebbe per tutti e non vedo perché Lei può farlo ed altri no. Non ho scritto inoltre che i seminari tradizionalisti abbiano meno vocazioni ma semplicemente che i tradizionalisti sono sempre meno e, tranne la Fraternità PX comunque con una forte crisi interna, gli altri gruppi sono insignificanti. Poi ognuno è libero di illudersi come vuole.

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  5. Meglio non citarSI il Vangelo per darSi ragione.
    Ma queste sono cose che non h ancora capito visto che è parecchio, ma parecchio distante dal cristianesimo cattolico.
    Le citazioni evangeliche le fanno spesso i settari per dare importanza ed autorità ai loro sproloqui.
    Qua, ed è difficile per lei fare questi "distinguo", quando si cita si cita tacendo il resto (vedi Iota Unum).
    Le "avversioni ideologiche" sono in chi le pratica costantemente e le suppone negli altri!
    E lei RGD (ragade ?) l'ha dimostrato ampiamente nei suoi inutili, inopportuni ed appiattiti commenti

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