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martedì 14 gennaio 2014

"Oramai questi pagliacci conciliari parlano apertamente e sfacciatamente sfruttando l'ignoranza e il menefreghismo della stragrande maggioranza dei cristiani".

“Roma sarà la sede dell’anticristo”, e toccherà a noi cristiani cattolici, poiché nessun altro può essere cristiano, predicare, difendere la verità e combattere l’errore e con piacere donare la vita per questa Santa missione. Non basta difendere la verità, dobbiamo denunciare l’errore. Quando non si combatte l’errore, finisce per essere accettato e quando la verità non è difesa, finisce per essere oppressa. (Felice III, Papa)...

 http://hearthaware.files.wordpress.com/2012/09/crollovaticano2.jpg%3Fw%3D593%26h%3D240

L'Arcivescovo Marcel Lefebvre ebbe a scrivere in modo pertinente il 29 giugno 1976, in occasione della sospensione a divinis comminatagli dall'apostata Paolo VI, la riflessione:

Che la Chiesa Conciliare è una Chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa Cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi.
“Questa Chiesa Conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento, principi opposti a quelli della Chiesa Cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa.
“Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche.
“La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica.”
In questo discorso dell'Arcivescovo si allude ad un cosidetta "Chiesa Conciliare" e non che la vera Chiesa Cattolica sia scismatica eretica e quantaltro, il Monsignore asserisce che questo mostro diabolico conciliare rompe chiaramente con la vera Chiesa Cattolica. Parole chiare ed inequivocabili rispetto a questa "nuova Chiesa Conciliare" definita eretica e scismatica. Anche se l'Arcivescovo mai ha dichiarato la nullita' ministeriale di coloro che promulgano le eresie sataniche conciliari registriamo comunque l'ammissione dell'asistenza di una nuova creatura che si è sovrastrutturata sopra la vera Chiesa Cattolica e che oggi viene riconosciuta dalla stragrande maggioranza di cristiani scistianizzati come la vera Chiesa Visibile di Nostro Signore, ma chiaramente cosi' non è in quanto le eresie chiarissime dei gerarchi della falsa Chiesa Conciliare sono state tutte precedentemente condannate dalla vera Chiesa dal suo inizio sino a sua Santità Pio XII. Il risultato di questa evidente apostasia e che oggi ci ritroviamo una generazione di Gerarchi modernisti fasulli che pontificano e insozzano le anime che loro falsamente si attribuiscono come se le avessero ricevute da Nostro Signore sottomettendole alle loro maestose fandonie sataniche conciliari. 
Per comprendere ancor di più le farneticazioni di questi falsi pastori conciliari leggiamo cosa asserisce uno degli "otto saggi" che l'apostata Berglione a eletto 'per riformare non la vera Chiesa Cattolica ma la fasla Chiesa satanica Conciliare, oramai questi pagliacci conciliari parlano apertamente e sfacciatamente sfruttando l'ignoranza e il menefreghismo della stragrande maggioranza dei cristiani che sono immersi nelle cose del mondo dominato da colui che superbamente voleva mettersi al posto di Dio e ne fu' giustamente punito per tutta l'eternità, SATANA, capo e maestro di tutti coloro che coscentemente e inconsciamente si mettono sotto le sue zozze mani:
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http://stanzevaticane.tgcom24.it/files/2013/04/maradiaga.jpg

 PAROLA DEL CARDINALE DELLA FALSA CHIESA CONCILIARE MARADIAGA:

Vaticano II: il Concilio (...) all’inizio significava la fine alle ostilità tra la Chiesa ed il modernismo, che era stato condannato al I Concilio Vaticano (...) Né il mondo è il regno del male e del peccato - queste sono conclusioni chiaramente raggiunte con il CVII - né la Chiesa è l’unico rifugio del bene e della virtù. Il modernismo fu, per la maggior parte del tempo, una reazione contro l’ ingiustizia e gli abusi che mortificavano la dignità ed i diritti delle persone. Il Vaticano II riconobbe ufficialmente che le cose erano cambiate, e catturò la necessità per un tale cambiamento nei suoi Documenti, che enfatizzavano verità come queste :

” La Chiesa non è la gerarchia, ma il popolo di Dio. “Il Popolo di Dio” è, per il Concilio, la realtà che tutto abbraccia della Chiesa che risale alla sostanza (“stuff”) di base e comune dela nostra condizione ecclesiastica, cioè alla nostra condizione di credenti (che) è una   condizione condivisa da tutti. La gerarchia non ha alcuno scopo in se stessa e per se stessa, ma soltanto quale riferimento e subordinazione alla comunità. La funzione della gerarchia è ridefinita in riferimento a Gesù come il Servo Sofferente, non il Pantocratore ; soltanto dalla prospettiva di qualcuno crocifisso dalle potenze di questo mondo è possibile trovare, e spiegare, l’autorità della Chiesa. La gerarchia è un ministero (diakonia = servizio) che richiede il nostro abbassamento alla condizione di servi. Prendere questo posto (il posto della debolezza e povertà) è la sua  propria, peculiare responsabilità (“her own, her very own responsibility”).

Non c’è quindi una doppia classificazione dei Cristiani - laici e chierici - essenzialmente differenti. La Chiesa come “ società di ineguali” scompare: “Non c’è, quindi, in Cristo e nella Chiesa nessuna ineguaglianza” (LG 32). Nessun ministro può essere collocato sopra questa dignità comune a tutti. Né i religiosi (“the clergy”) sono “gli uomini di Dio”, né sono i laici “gli uomini del mondo”. Questa è una falsa dicotomia. Per esprimerci correttamente, non dovremmo parlare di religiosi e laici, ma di comunità e ministero. Tutti i battezzati sono consacrati come casa spirituale e santo sacerdozio (LG 10).  Perciò, non soltanto noi religiosi siamo “preti”, ma anche, fianco a fianco al ministro ordinato, c’è il sacerdozio comune del fedele. Questo cambiamento nel concetto del sacerdozio è un punto fondamentale: ”In Cristo il sacerdozio è cambiato “ (Ebrei, 7:12). Davvero, il primo tratto del sacerdozio di Gesù è che “egli doveva esser reso come i suoi fratelli in ogni aspetto”.

Il sacerdozio originale di Gesù è l’unico che doveva essere continuato nella Storia (...) La Chiesa intera, il Popolo di Dio, continua il sacerdozio di Gesù senza perdere il suo carattere laico, nel regno del profano e dell’impuro (“unclean”). del “rigettato” (“cast out”): un sacerdozio che non si concentra esclusivamente nel culto al tempio, ma nel mondo intero, con una prassi samaritana di giustizia ed amore. Questo sacerdozio è sostanziale, l’altro - il “presbyterium” - è un ministero, un servizio, e non può essere concepito da parte rispetto al sacerdozio comune.
Non c’è alcuna possibilità di riformare la Chiesa senza ritornare a Gesù. (...)  Per discernere ciò che costituisce un abuso o un’ infedeltà dentro la Chiesa, non abbiamo altra misura che il Vangelo. Molte tradizioni stabilite nella Chiesa potrebbero condurla ad un vero auto-imprigionamento. 

(...) Gesù non era un sovrano di questo mondo (...) Egli è l’immagine del Servo Sofferente, immagine di innumerevoli altri servi, sconfitti da coloro che governano, e chiamano se stessi “signori”. Ma fu Lui che, povero, ammutolito, e umiliato, fu designato dal Padre come Suo Figlio ben amato, e che Dio stesso risuscitò al terzo giorno.

La vocazione della Chiesa (...) è proclamare il Regno di Dio. Anche Cristo stesso non proclamò o predicò Se stesso, ma il Regno.  (...) La vocazione della Chiesa è a servire, non a governare: “Serva dell’umanità”, la definì Paolo VI. Deve dare questo servizio vivendo nel mondo, essa stessa parte del mondo ed in solidarietà con esso, perchè “il mondo è l’unico soggetto che interessa Dio”.  

E là la Chiesa, in umile compagnia, aiuta a rendere la vita intellegibile e degna, rendendola una comunità di uguali, senza caste o classi, senza ricchi o poveri, senza imposizioni o anatemi (qui diventa lirico). Il suo obbiettivo principale (“her foremost goal”) è prendersi cura dei problemi “penultimi” (fame, abitazione, vestiario, scarpe, salute, istruzione...) , quindi essere capace di curarsi degli “ultimi” (quei problemi che ci rubano il sonno dopo il lavoro: la nostra finitezza, la nostra solitudine davanti alla morte, il significato della vita, i dolore, il male...) . La risposta che la Chiesa darà ai “penultimi”, le darà titolo a parlare degli “ultimi”. La Chiesa deve quindi mostrarsi Samaritana sulla terra - così potrà un giorno partecipare dei beni eterni. 

(...) Troppo spesso la Chiesa dà l’impressione di avere troppe certezze e troppi pochi dubbi, libertà, dissenso o dialogo. Non più scomuniche del mondo, quindi, o non più soluzioni ai suoi problemi con il ritorno all’ autoritarismo, rigidezza e moralismo, ma invece mantenere sempre il messaggio di Gesù come la sua unica fonte d’ispirazione.



La Chiesa deve ritornare alla comunione, che è vitale per poter acquistare credibilità agli occhi dell’odierna società. Ma questa non è semplice democratizzazione, è lavorare per raggiungere un’autentica coesistenza come fratelli ed eguali (fraternité, egalité...). E quest’obbiettivo non può certo essere raggiunto attraverso un modo di pensare gerachico (“hierarchic mindset”), intendendo l’Ordine come un “presbyterium” privilegiato ed esclusivo, così come sembrava configurato, con un potere assoluto concentrato all’apice e delegato giù giù al resto della gerarchia.

(...) Tutta la vita di Gesù è stata una vita sacerdotale, nel senso che Egli divenne uomo, fu povero, combatté per la giustizia, criticò i vizi dei potenti, identificò SE stesso con i più oppressi e li difese, trattò le donne senza discriminazione, si scontrò con coloro che avevano un’ immagine diversa di Dio e della religione, e fu costretto dalla Sua stessa fedeltà ad essere perseguitato, e a morire crocifisso fuori della città  (questo di morire fuori della città lo ricorda per almeno tre volte. Confesso che non capisco l’importanza dottrinale o teologica di questo particolare). 



[Dopo aver ancora ricordato che non esiste secondo il CVII una sostanziale - direi io ontologica, parola a quanto pare troppo colta per un cardinale di S. Madre Chiesa - differenza tra laici e consacrati, si effonde sui poveri,  la vera missione della Chiesa secondo il Concilio, specie ora nell’epoca della globalizzazione e delle democrazie neo-liberali, stimolata in ciò dallo stesso Giovanni XXIII e da un considerevole numero (ma quanti ? non si dice) di Padri conciliari. Naturalmente, prosegue, sono stati soprattutto i religiosi latinoamericani ad aver spinto negli anni postconciliari in questa direzione, soffrendo, essendo perseguitati ed arrivando al martirio per questa “liberazione (“liberation” , ti ricorda forse qualcosa ?].



(,,,) La Chiesa dovrebbe proclamare e testimoniare, come criterio di organizzazione ed educazione sociopolitica, che tutti gli uomini sono fratelli, e che, se siamo fratelli, dobbiamo combattere per stabilire relazioni di uguaglianza e per eliminare i più grandi ostacoli per ciò: denaro e potere. Dobbiamo stabilire come priorità che quelle maggioranze che soffrono la povertà e l’esclusione (gli ultimi) saranno le prime. Se Gesù chiama i poveri “benedetti”, è perché assicura loro che la loro situazione cambierà, e quindi è necessario creare un movimento che possa portare ciò, restituendo loro dignità e speranza. Dobbiamo dare la primazia all’ultimo.   (...)
La Chiesa deve ritornare ad essere profondamente umana (come la volle il Concilio): essa non poteva più porsi come una “società perfetta” parallela ad un mondo con cui confrontarsi, che proseguiva il suo corso autonomo, rafforzando le sue pareti contro gli errori e l’influenza del mondo. Quest’ antitesi secolare doveva essere superata.  Il Concilio intendeva applicare un rinnovamento entro la Chiesa stessa, perché la Chiesa non era né il Vangelo, né era un seguace perfetto del Vangelo. Essa era abitata da uomini e donne che, come ovunque, e secondo la loro limitata, peccaminosa condizione, avevano stabilito entro essa molte tradizioni, leggi e strutture che non rispondevano agli insegnamenti o alla pratica di Gesù . ( a parte lo stucchevole “uomini e donne”, chi dice che invece siano rispondenti agli insegnamenti e pratica di Gesù quelli del Concilio e post ? Gesù lavò i piedi ai discepoli, non a zingarelle mussulmane in carcere, e distribuì personalmente il pane ed il vino, non lo consegnò a qualche ministra straordinaria dell’Eucaristia...)
... La Chiesa non può chiudere le porta al dialogo senz’ annullare la verità che potrebbe spuntare da ogni dove - poiché Dio stesso l’ ha generosamente piantata ovunque. La Chiesa non aveva più il monopolio sulla verità, nè può pontificare su migliaia di cose umane, o tenere posizioni che denotano arroganza o superiorità. Invece dovrebbe uscire sull’ arena comune -  il Colosseo ? - pianamente ed umilmente, e partecipare alla ricerca comune della verità. (“Quid es veritas” ?...”Ego sum via, veritas et vita”). Il dialogo deve precedere la missione, come semplice attitudine all’ascolto, a costruire su ciò che è comune, piuttosto che insistere su ciò che divide, e contare sul contributo degli umanesimi (“humanisms”) e delle religioni non cristiane, che ci porterà indietro al fondamento di ogni credo, ogni ideologia. Ciò che è cristiano ha il suo substrato, innanzitutto e soprattutto (“firsty and foremost”) in ciò che è umano -       e io che pensavo fosse in NS GC. 

Non si può essere cristiani senza essere innanzitutto una persona. E la persona offre una struttura ed una panoplia di tratti e possibilità che non sono patrimonio di qualcuno in particolare, ma invece dell’ intera umanità. (sentivo che volevano tornare a Paolo VI secgliendo Bergoglio, ma voler portare indietro l’orologio al 1963, mi sembra veramente troppo !)



[... La Chiesa, quindi, nella nuova evangelizzazione, dev’essere presente, magari silenziosa, magari nascosta, ma esserci là dove si ventilano le grandi cause umane, insieme a coloro nei cui petti arde il fuoco dell’amore, della giustizia e della carità e della costruzione dei diritti umani - lirico -. Potremmo chiamare questa presenza santità politica (“political sainthood”), come un’anticipazione del sapore della pienezza escatologica (!!!!!)
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 http://www.dici.org/en/wp-content/uploads/2011/02/mgr_Lefebvre_1.jpg

Mons. Marcel Lefebvre

"(…) Sono convinto che si scoprirà poco a poco che il Vaticano II ha a che fare con una loggia massonica!
Né più né meno. Lo si scoprirà, forse, di qui a breve. Verranno pubblicati dei nomi con le appartenenze massoniche, con i gradi di massoneria, con le appartenenze alle logge!..
Non può essere altrimenti! Eseguono alla perfezione il lavoro delle logge massoniche per non essere, almeno, dei sostenitori delle logge massoniche. Non è possibile, non è possibile! E tutto ciò si verifica in ogni settore.

Non è possibile che il Papa, ispirato dallo Spirito Santo e sostenuto dallo Spirito Santo per bocca di Nostro Signore Gesù Cristo, possa fare una cosa del genere. In questo, sono d’accordo con voi, non è possibile, è incompatibile.
Questa distruzione della Chiesa, questa distruzione del Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, questa distruzione della fede cattolica in ogni campo: tutti i catechismi, le università, le scuole cattoliche, le congregazioni religiose, i seminari.

Ovunque si guardi, vi è la distruzione sistematica di tutta la Chiesa! Voluta da tutte le riforme approvate dal Vaticano II. Perché il Vaticano II è stato, direi, ciò che ha permesso di fare le riforme. Ciò che bisognava fare, erano le riforme! Il Vaticano II, con termici equivoci, ha permesso di dare avvio alle riforme. Ed era proprio questo lo scopo! Il Vaticano II è stata la rampa di lancio che ha permesso tutto questo!
Dunque, si può dire del Santo Padre: in realtà, non è possibile che un Papa possa fare questo! Dunque, non è Papa! Beh, il ragionamento non fa una piega! Il ragionamento non fa una piega!

Io non ne so nulla!.. Io non dico che sia così!.. Io dico, ci sono diverse ipotesi! Questa potrebbe essere un’ipotesi attendibile... E’ possibile che venga a galla! Io non ne so nulla, io non ne so nulla… Secondo me, vedete, non è ancora chiara… Ma un giorno verrà a galla, e non si tratta di cose impossibili. A questo proposito, ci sono state delle apparizioni che lo hanno detto, e queste apparizioni sono state riconosciute dalla Santa Sede! Parliamo di Fatima! Parliamo di La Salette!
Hanno detto che il demonio sarebbe salito sino al gradino più alto della Chiesa!

Io non ne so nulla, non so se il gradino più alto si riferisce al Segretario di Stato e si ferma lì, o se va ben oltre e arriva fino al Papa! Io non ne so nulla. Fino a colui che si dice Papa… io non lo so. E voi lo sapete, non è una cosa impossibile. E i teologi hanno studiato il problema. I teologi hanno studiato il problema per sapere se sia una cosa possibile, per esempio, che una papa possa essere eretico, quindi scomunicato, quindi tutti i suoi atti illegittimi e invalidi.
E se, per ipotesi, - io non so nulla, di nuovo non mi fate dire cose che non dico, io non lo so! – ma alla fine, premesso che lo si scopra, si scoprisse pian pianino la sua appartenenza alla massoneria... Immaginate che il Papa sia stato iscritto ad una loggia massonica prima della sua elezione! Era già scomunicato!

Scomunicato, quindi la sua elezione è invalida! Non può essere Papa! E noi avremmo, nel frattempo, un Papa che non è Papa!

Sono cose possibili! Ancora una volta non dico che sia così. Ma, cosa volete, nella situazione in cui ci troviamo, dobbiamo cercare una soluzione! Ci troviamo davanti ad una problema quasi irrisolvibile. Teologicamente, direi, teologicamente quasi irrisolvibile, quindi si cerca una soluzione!
Si vogliono distruggere tutti gli stati cattolici! Non si vuole più il Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo! Ebbene, che la Chiesa si presti a quest’opera gigantesca e demoniaca è inverosimile! Inverosimile! E’ talmente, talmente abominevole! E’ talmente spaventoso! Spaventoso!
Vedete, a questo riguardo, io sono personalmente convinto che i princìpi massonici siano entrati nella Chiesa in occasione del Concilio. Tutto il Concilio è stato equivoco, e tutto ciò è stato occultato bene. Peraltro, ci sono dei testi molto significativi, vero? Prendiamo Gaudium et Spes (http://www.crisidellachiesa.com/articoli/massoneria/istruzione_permanente/istruzione_permanente_dell_alta_vendita.htm).
Ci sono delle cose in Gaudium et Spes del tutto insensate! Per esempio, l‘indipendenza della cultura laica. C’è tutto un capitolo sulla cultura in Gaudium et Spes, ove si dice che la “cultura laica deve essere indipendente dalla religione”. Di nuovo, il Regno di Nostro Signore Gesù Cristo non si estende nemmeno più sulla cultura. L’uomo, vedete, può liberarsi della legge morale quando, per esempio, si esprime attraverso l’arte o cose del genere. Di liberazione in liberazione, si tratta sempre di liberazione da Nostro Signore Gesù Cristo, si abbandona Nostro Signore Gesù Cristo! E questo lo si è applicato a tutto, a tutto."

"E quando ad un incontro di teologi – c’erano 150 teologi a Bruxelles – il cardinale Suenens (http://giacintobutindaro.org/2012/12/31/la-massoneria-spinge-le-chiese-allecumenismo/) ha detto:

"il Concilio, è l’89 della Chiesa”!

Ah ah, ma pensa, pensa, pensa, l’89 della Chiesa! (intendi: "il 1789 della Chiesa"-ndr). Tutto questo è sintomatico, è chiaro! E allora, per quanto mi riguarda, io soffro. Quando penso che talvolta qualche sacerdote amico, o molto ben sistemato, simpaticamente mi dice:

“Ah no, no, no, non parlate male del Concilio, non parlate male del Concilio, ve ne supplico. Non del Concilio. Delle riforme, dell’interpretazione del Concilio, tutto ciò che volete, ma non del Concilio!”

Ma suvvia, è una fesseria! E’ in nome del Concilio che fanno le riforme. Tutte le riforme vengono fatte pubblicamente. Per farla breve, quando parlano della riforma della messa, quando parlano della riforma liturgica in nome di una certa idea, di una certa costituzione, di una certa dichiarazione, e ancora quando fanno tutte le trasformazioni politiche, è in nome della libertà religiosa. Quindi, per loro è tutto chiaro. Per loro, è il Concilio che vuole tutto questo. Bene, ma sono loro che hanno fatto il Concilio! Sono loro che lo hanno diretto!

Quando pensiamo che oggigiorno si pubblica ovunque, nelle riviste - l’avevo già visto in una rivista tedesca e l’ho ritrovato in una rivista italiana di Roma - tutto il pedigree massonico del Cardinale Liénart (http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it/2010/08/le-confessioni-del-del-card-lienart-sul.html), pubblicato con tanto di foto in piena Roma nella rivista Chiesa Viva, una rivista molto, molto, molto, vi confesso, molto moderata, una rivista che definirei di persone dai principi cattolici, o comunque di questo genere: allora, in una rivista di questo tipo, in piena Roma, foto di questo cardinale, tutte le sue appartenenze, tutti i suoi gradi e quando è salito da un grado all’altro, e tutte le logge di cui ha fatto parte, tutte queste cose… Si tratta, in pratica, di un uomo che ha guidato il gruppo liberale del Concilio e che ha dominato il Concilio; e costui è molto amico del Santo Padre (Paolo VI), bisogna assolutamente dire le cose come stanno! Il cardinale Liénart, il cardinale Frings, il cardinale Alfrink, il cardinale Suenens erano amici del Santo Padre. Il cardinale Döpfner, è lui che lo ha nominato moderatore del Concilio, non possiamo negarlo. E’un dato di fatto che fossero amici del Santo Padre. E noi, noi siamo stati, si può dire, emarginati dal Concilio; noi che avevamo difeso la Tradizione, i 250 che difendevano la Tradizione sono praticamente rimasti orfani e mai abbiamo avuto alcuna eco presso il Santo Padre.

Il cardinale Larraona ha redatto un atto che ho conservato, e che vorrei pubblicare presto, con la risposta del Santo Padre, sulla collegialità, durante il Concilio. Si affronta il pericolo della collegialità, che è addirittura una democratizzazione episcopale, assolutamente pericolosa: il Santo Padre ha risposto: “Non capisco, non capisco cosa vogliate dire. E poi, nonostante tutto, la maggioranza dei vescovi è favorevole”. Cosa significa “la maggioranza dei vescovi è favorevole…”, è pazzesco! E così, da quel momento, il cardinale Larraona è stato perseguitato dal Santo Padre, ed è morto anche di dolore, quel povero cardinale Larraona, perseguitato, come pure il cardinale Ottaviani - che viene mandato in pensione adesso, ma che deve morire di dolore davanti a tutto ciò che succede – anche lui messo da parte; e il cardinale Palazzini, anche lui nominato per essere allontanato dalla Congregazione del Clero, anche lui ignorato. Non conta nulla a Roma. Lo stesso si dica per il cardinale Oddi. Tutti i Tradizionalisti sono stati scartati, nessuna funzione e tutti disgraziatamente, bisogna dire disgraziatamente, bocche tappate!

Allora, come diceva il cardinale Staffa:

“ma aspettate, aspettate, state zitto, cambierà, cambierà, perché vi siete tanto affannato, a quale pro, per manifestare la vostra disapprovazione…”

Ed io gli dissi:
”Ma, sentite, voi ora siete dietro la vostra scrivania, è tutto facile ovviamente, voi aspettate, dietro la vostra scrivania, aspettate ancora due o tre anni poi cambierà, vero?, ma tranquillamente, dietro la vostra scrivania di Presidente della Signatura Apostolica e così, nel frattempo, milioni di anime si perdono, vanno all’inferno a causa di questo abbandono dei cardinali e dei vescovi, anche tradizionalisti, che non dicono niente a nessuno”.

O come anche Monsignor Graber, che mi ha scritto ancora 15 giorni fa dicendomi:

” Monsignore, vi supplico, accettate il Novus Ordo Missae (nuova forma liturgica della Messa N.d.R.), accettate non so cosa, è gravissimo, sarete fuori dalla Chiesa, sarete…”

Allora ho risposto dicendogli:
“Ma senta, se giudicassi secondo il suo scritto Atanasio e la Chiesa di oggi, lei è ben più severo di me sul Concilio, lei parla delle influenze massoniche nel Concilio… Ma io non ne ho ancora mai parlato, ne parlo adesso perché la cosa comincia ad essere chiara, ma non ne ho mai parlato, è lei che ne ha parlato. E allora, come può chiedere proprio a me di accettare le riforme ed il Concilio che lei dice essere influenzati dalla massoneria. Come può farlo?”

Ebbene, è inaudito, sarebbe inaudito. Persino davanti a Monsignor Graber… E non parliamo ovviamente di D’Ambrois, di Monsignor Moriot, che voi conoscete, amici, amici fraterni direi: “Allora, Monsignore, sottomettetevi, sottomettetevi, andate a dire al Santo Padre che riconoscete ogni cosa, poi dopo andate sulla tomba di San Pietro a pregare e vedrete come stanno le cose, tutto si aggiusterà, e quando voi sarete…

Certo, come sosteneva Monsignor Benelli, che mi disse:

“Monsignore, bisogna firmare, dovete sottoscrivere che vi siete sbagliato, che accettate il Concilio, che accettate tutte le riforme postconciliari, che accettate tutte le direttive di Roma, che accettate la nuova messa, - e mi mette in mano un messale del Novus Ordo – e che accettate di trascinarvi dietro tutti i vostri adepti…”

“Ma io non ho degli adepti, non ho degli adepti…”, risposi.

“Come? E tutti quelli che vi seguono?”

“Tutti quelli che mi seguono o che non mi seguono, sono tutti nella stessa situazione, si trovano tutti in una situazione della Chiesa che è intollerabile, che è inaccettabile, si perderà la fede, si diventerà protestanti. E allora reagiscono. Capita che per molti vescovi che hanno dei seminari io sia un esempio, un po’ come un faro in mezzo all’oceano. Allora, le persone che la pensano come noi si riuniscono, Ecône (il primo seminario della FSSPX) diventa un simbolo, ma non sono io che condiziono il loro modo di pensare, sono sufficientemente intelligenti da sapere che non ci si può sottomettere a ciò che capita attualmente nella Chiesa. Vediamo bene che non è possibile, perché oggi ciò che Roma propone è avvelenato, sta succedendo qualcosa di molto grave, vogliono annientare le nostre anime, portandole alla perdizione.

Noi non vogliamo, non vogliamo nessuna religione universale, nessuna religione sincretista, nessuna religione mezzo massonica e mezzo non so cosa, sentimentale – vero? – che porterebbe all’unione di tutti gli uomini di tutte le religioni.

Non lo vogliamo, a nessun prezzo, a nessun prezzo! "

5 commenti:

  1. Tra le parole di Lefebvre e quelle di Maradiaga c'è un abisso !
    E' l'abisso dei contorcimenti di parole, delle citazioni evangeliche a sproposito, della scimmiottatura dei compiti della chiesa, trasformati in umanesimo filantropico massonico.
    Di qua sta quel monsignore che rimase fermo sulle sue posizioni ortodosse che rispecchiano la tradizione e la via di secoli di Chiesa.
    Sotto, nell'abisso, stanno le nuove frasi avvincenti, miscelate con spruzzi di verità ("La gerarchia è un ministero (diakonia = servizio) che richiede il nostro abbassamento alla condizione di servi...")per confondere meglio i fedeli e per condurli dolcemente sempre più in giù, chiedendo l'obbedienza che si deve alla gerarchia dei pastori.
    Sotto, nell'abisso stanno i Maradiaga , i Bergoglio, i precedenti pseudo-papi, i Suenens, i Mueller, e tutti coloro che hanno amato ed amano la "novità", il nuovo vento di "primavera della chiesa " che ha condotto al letamaio che nessun governo del mondo riconosce più come autorità di Chiesa, ma solo come simpatici rappresentanti di una delle tante religioni del mondo !

    Ecco come si è ridotta la chiesa ex cattolica !
    Concordo pienamente con le osservazioni di Gianluca.

    Ma vada a ciapà i rat , sciur Maradiaga ! vada a far frittate che è meglio, lei e tutta la combriccola che si crede gerarchia di chiesa e che invece è sozzura massonica !

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  2. Sottoscrivo il post e Martunoldo.
    By Tripudio

    RispondiElimina
  3. Leggo sempre volentieri le citazioni e rievocazioni di mons. Lefebvfre, che vedo di massima validità per i nostri tempi travagliati, come moniti imprescindibili; specialmente riguardo agli attuali orientamenti della FSSPX essi sono un chiaro segnale di pericolo, di poter seguire il cattivo esempio della Chiesa conciliare nei suoi deragliamenti liberali-ecumenisti...
    Facevo fatica ad accettare questa triste realtà, e per un certo tempo, leggendo sul web varie opinioni, mi sembrava che voi qui foste troppo pessimisti. Ma ora devo dire che avete avuto cento ragioni di non edulcorare la realtà, che è quella che è. Non possiamo farci illusioni nè sulla deriva conciliare della Chiesa ufficiale, che va in peggioramento, nè purtroppo su quella simile deriva intrapresa dalla FSSPX, che pare si allontani sempre più dall'umile e rigoroso realismo, fatto di Fede coerente e incrollabile, di mons. Lefebvre. Dico queste cose da semplice fedele che non fa parte della FSSPX (molto lontana dalla mia città) ma che cerca di osservare gli eventi con lucidità, senza illusioni di facile raddrizzamento delle deviazioni.....nè che ci sia una bacchetta magica che ricostruisca in pochi attimi la Chiesa dalle sue macerie conciliari.
    Ho letto poco fa questa notizia che mi rattrista molto:

    Outro padre abandona a neo-FSSPX de Dom Fellay em prol da Resistência
    Padre Martin Fuchs, padre do Distrito Austríaco da neo-FSSPX anunciou hoje a sua saída da neo-FSSPX em resposta a nova direção tomada pela Fraternidade de Dom Fellay. Maiores dentalhes em breve.

    http://stdominic3order.blogspot.fr/2014/01/outro-padre-abandona-neo-fsspx-de-dom.html
    ne eravate al corrente ?
    e dà ragione a tutte le vostre constatazioni sul disgregamento (direi di stampo conciliare) che sta avvenendo lì dentro negli ultimi anni, a causa di dissensi di alcuni sacerdoti dalla direzione intrapresa dal superiore.
    Davvero ogni giorno c'è da ricordare quel monito del Signore, ( per bocca di S. Paolo): "Chi sta in piedi veda di non cadere" .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. pardon, ...
      leggo ora che avete già dato la notizia su questo blog 4 giorni fa...e vado a leggere il resoconto su unavox, con la dichiarazione di p. Fuchs:
      È col cuore affranto che il 30 dicembre ho comunicato al Superiore Generale le mie dimissioni dalla Fraternità San Pio X. Per tutta l’eternità sarò riconoscente a Mons. Lefebvre per la fede cattolica e per il sacerdozio! Tuttavia, con dispiacere ho dovuto rendermi conto che nel corso degli ultimi anni la Fraternità, a poco a poco, ha deviato dalla via che lui aveva tracciata.
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      (scusate per la svista....)
      E' stata allora una decisione sofferta, non un atto d'orgoglio come qualche sconsiderato lettore potrebbe pensare (ad es. quelli che condannano a-priori la sofferta storica decisione di Lefebvre). Dunque la storia si ripete, duole dirlo, nel senso che la disgregazione della FSSPX rispecchia quella stessa della Chiesa....nonn resta che pregare il Signore che accorci i giorni della tribolazione, che ci mostra ogni giorno nuove e più dure prospettive.
      P. Fuchs sceglie di restare fedele alla linea di mons. lefebvre, come dire:
      Amicus Plato (=Fellay) sed magis amica Veritas.
      E oggi non è cosa da poco restare fedeli alla Verità, ad ogni costo. Lo vediamo dappertutto, nella Chiesa, nella società civile.....e anche nei blogs.
      E' giunto per tutti il momento irripetibile di una grande prova, quella di poter dire, a fatti e parole:

      Amicus Petrus (=Bergoglio? ammesso che sia "Petrus") sed magis amica Veritas.
      Pochissimi saranno in grado di superarla, se non invocano l'intercessione della Madre Immacolata di Dio, che ha promesso di aiutare i suoi devoti figli in ogni prova della storia personale ed ecclesiale.

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    2. Un grazie a By Tripudio ed Ardea !
      La condivisione di idee con persone che riflettono, come voi, da coraggio e speranza che molti altri capiscano, insieme con noi la situazione drammatica che stiamo vivendo da fedeli sensibili.

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