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giovedì 26 febbraio 2015

“In attesa che il vostro padre che sta laggiù accolga anche voi nel suo regno, "laddove è pianto e stri­dor di denti", voglio che voi sappiate della nostra in­crollabile certezza che quei tesori CI SARANNO RESTITUITI”.

Il Concilio è l’apoteosi del “non serviam” di Lucifero: insurrezione sacrilega contro Dio, la sua Opera, il suo mistero d’amore. È la negazione sacrilega del regno sociale di Cristo Re.
Il Concilio è l’apoteosi del serpente che sibila ai nostri progenitori: “sarete come Dei”.
È l’instaurazione dell’umanesimo integrale.
Il Concilio è l’apoteosi del rinnegamento integrale del Dio crocifisso sul Golgota: “non vogliamo che egli regni su di noi”.
Il Concilio è l’apoteosi della rivoluzione francese: il culto sacrilego dell’uomo divenuto dio e maestro, e la dichiarazione sacrilega dei diritti dell’uomo.
Il Concilio è l’apoteosi della rivoluzione “in tiara e piviale”, l’apoteosi della vittoria apparente del mistero d’iniquità sul mistero d’amore. Questo Concilio è veramente l’apoteosi dell’apostasia totale. (Rev. Padre Maurice Avril)

«Si inaugura oggi la nuova forma della liturgia in tutte le parrocchie e chiese del mondo». Era il 7 marzo 1965 quando, in occasione dei 25 anni della morte di san Luigi Orione, Paolo VI presiedeva la prima Messa in italiano nella parrocchia di Ognissanti a Roma. Un «avvenimento», come lo definì Montini nell’omelia, che era la traduzione nel concreto della riforma liturgica scaturita dal Vaticano II con la CostituzioneSacrosanctum Concilium.
«Di fronte a quella celebrazione la gente si commosse perché vide un grande passo che la Chiesa compiva verso di loro», spiega monsignor Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. E aggiunge: «Si ebbe l’esatta percezione che la Chiesa, senza tradire la tradizione, metteva i credenti in contatto diretto con azioni e parole che sono un’anticipazione alla liturgia celeste».
A cinquanta anni da quello storico evento papa Francesco presiederà sabato 7 marzo la Messa nella stessa parrocchia, mentre domani si terrà un convegno di pastorale liturgica dal titolo “Uniti nel rendimento di grazie” nel teatro accanto alla chiesa di Ognissanti. «Parlare della riforma liturgica – afferma Sequeri – vuol dire guardare al traghettamento della Chiesa che Paolo VI ha guidato non senza fatiche e difficoltà. L’idea che lo ispirava era quella di un cristianesimo che, senza perdere uno iota della sua verità e della sua profondità, entrasse nell’ottica di potersi comunicare all’uomo contemporaneo. Un uomo che, quando pensa alla Chiesa, non può avere nella mente l’immagine di una struttura che, attraverso determinate spiegazioni, gli fa capire che dentro di essa c’è un mistero. No, l’uomo deve percepire fin da subito la bellezza del mistero che, poi, può cercare di approfondire»…. Fonte: Avvenire

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Si apprende dal giornalaccio (Avvenire) dei falsi Vescovi Cattolici modernisti che hanno occupato la Santa Sede abusivamente, la commemorazione della promulgazione del Novus Orror Missae da parte del pessimo ed eretico e quant'altro Montini. Anche noi ci uniamo alla commemorazione ma lo facciamo chiaramente in maniera contraria attraverso le parole di Monsignor Dominici Celada:

AGLI ASSASSINI DELLA LITURGIA

http://www.italiamagazineonline.it/images/concilio.jpg

Monsignor Dominici Celada

E da tempo che desidera­vo scrivervi, illustri as­sassini della nostra santa liturgia. Non già perch'io speri che le pie parole possono avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti ne­gli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce. Non illudetevi, signori! Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore.

II vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro li­vore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina di anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poi­ché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l'autorità del Triregno.

Dopo quel famoso convegno di "liturgia pastorale", sul quale erano cadute, come una spada, le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica Assisi schiu­mando rabbia e veleno.

Ora, ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro "capolavoro": la nuova litur­gia. Che questa non sia opera di Dio è dimostrato, innanzittut­to, (prescindendo dalle implica­zioni dogmatiche) da un fatto molto semplice: è di una brut­tezza spaventosa!

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È il culto dell'ambiguità e dell'equivoco, non di rado il cul­to dell'indecenza. Basterebbe questo per capire che il vostro "capolavoro" non proviene da Dio, fonte di ogni bellezza, ma dall'antico sfregiatore delle opere di Dio.

Sì, avete tolto ai fedeli cattolici le emozioni più pure, derivanti dalle cose sublimi di cui s'è sostanziata la li­turgia per millenni: la bellezza delle parole, dei gesti, delle musiche. Cosa ci avete dato in cambio? Un campionario di brutture di "traduzioni" grottesche (com'è noto, il vostro padre, che sta laggiù, non pos­siede il senso dell'umorismo), di emozioni gastriche suscitate da miagolii delle chitarre elettriche, di gesti e di atteggiamenti a dir poco equivoci.

Ma se non bastasse, c'è un altro segno che dimostra come il vostro "capolavoro" non viene da Dio. E so­no gli strumenti di cui vi siete serviti per realizzarlo: la frode e la menzogna. Siete riusciti a far credere che un Concilio avesse decretato la disparizione della lin­gua latina; l'archiviazione del patrimonio della musica­sacra, l'abolizione del Tabernacolo, il capovolgimen­to degli altari, il divieto di piegare le ginocchia din­nanzi a Nostro Signore presente nell'Eucaestia, e tut­te le altre vostre progressive tappe, facenti parte (di­rebbero i giuristi) di un unico atto criminoso.

Voi sapevate benissimo che la "lex orandi" è anche la "lex credendi", e che perciò mutando l'una, avre­ste mutato l'altra. Voi sapete che puntando le vostre lance avvelenate contro la lingua viva della Chiesa avreste praticamente ucciso l'unità della Fede. Voi sapevate che, decretando l'atto di morte del canto gregoriano della polifonia sacra, avreste potuto intro­durre, a vostro piacimento, tutte le indecenze pseu­domusicali che dissacrarono il culto divino e gettano un'ombra equivoca sulle celebrazioni liturgiche.

Voi sapevate che, distruggendo Tabernacoli, sosti­tuendo gli altari con le "tavole per la refezione eu­caristica", negando al fedele di piegare le ginocchia davanti al Figlio di Dio, in breve, avreste estinto la Fe­de nella Reale Presenza divina. Avete lavorato ad occhi aperti. Vi siete accaniti contro un monumento, al quale avevan posto mano cielo e terra, perché sa­pevate di distruggere, con esso, la Chiesa.

Siete giunti a portarci via la Santa Messa, strap­pando addirittura il cuore della liturgia cattolica. (Quella Santa Messa, in vista della quale noi fummo ordinati sacerdoti, e che nessuno al mondo ci potrà mai proibire, perché nessuno può calpestare il diritto naturale).

Lo so, ora potete ridere per quanto sto per dire. E ri­dete pure.

Siete giunti a togliere dalle Litanie dei Santi l'invoca­zione "a flagello terremotus, libera nos Domine", e mai come ora la terra ha tremato in ogni latitudine. Avete tolto l'invocazione "a spiritu fornicationis, li­bera nos Domine", e mai come ora siamo coperti dal fango del'immoralità e della pornografia nelle sue forme più repellenti e degradanti. Avete abolito l'invocazione "ut inimicos sanctae Ecclesiae umi­liare digneris", e mai come ora i nemici della Chie­sa prosperano in tutte le istituzioni ecclesiastiche ad ogni livello.

Ridete, ridete! Le vostre risate sono sguaiate e senza gioia. Certo è che nessuno di voi conosce, come noi conosciamo, le lacrime della gioia e del dolore. Voi non siete neppure capaci di piangere. I vostri occhi bovini, palle di vetro o di metallo che siano, guardano le cose senza vederle. Siete simili alle mucche che guardano il treno.

A voi preferisco il ladro che strappa la catenina d'oro al fanciullo, preferisco lo scippatore, preferisco il ra­pinatore con le armi in pugno, preferisco persino il bruto e il violatore di tombe. Gente molto meno sporca di voi, che AVETE RAPINATO IL POPOLO DI DIO DI TUTTI I SUOI TESORI.

In attesa che il vostro padre che sta laggiù accolga anche voi nel suo regno, "laddove è pianto e stri­dor di denti", voglio che voi sappiate della nostra in­crollabile certezza che quei tesori CI SARANNO RESTITUITI . E sarà una "restitutio in integrum"!

Voi avete dimenticato che Satana è l'eterno sconfitto!

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E' noto che nei lavori di preparazione del nuovo "Ordo Missae", sei pastori protestanti, appositamente invitati, furono presenti. Questo fatto spiega la tendenza del nuovo "Ordo" di conciliare il punto di vista protestante con il cattolico negli argomenti relativi alla cena dei protestanti e alla Messa della Santa Chiesa. Questa tendenza ebbe come risultato un "Ordo Missae" che, secondo dichiarazioni di protestanti di rilievo, può essere impiegato anche nella liturgia delle loro "Cene del Signore".

Paolo VI con i 6 protestanti che hanno cambiato la Messa....

Il 10 maggio 1970, in occasione dell'udienza concessa ai sei pastori protestanti che hanno collaborato all'elaborazione delNovus Ordo Missæ, Paolo VI, parlando del loro contributo ai lavori del Consilium liturgico, ebbe a dire: ...Vi siete particolarmente sforzati di dare più spazio alla Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura; di apportare un più grande valore teologico ai testi liturgici, affinché la “lex orandi” (“la legge della preghiera”) concordi meglio con la “lex credendi” (“la legge della fede”)... (cfr. R. Coomaraswamy, Les problèmes de la nouvelle messe, Editions L'Age d'Homme, Losanna 1995, pag. 36). Non si capisce proprio come dei protestanti che negano la Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucarestia, l'essenza sacrificale della Messa, il sacerdozio ministeriale, la mediazione universale di Maria SS.ma e dei Santi, e altre verità di fede possano aver apportato «un più grande valore teologico ai testi liturgici...

Dichiarazioni di protestanti:
"Uno dei frutti del nuovo "Ordo" sarà forse che le comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica. Teologicamente è possibile" (Max Thurian, della Comunità protestante di Taizè:"La Croix", 30.5.1969).
"Il movimento liturgico di ambito universale, che ha luogo attualmente nella Chiesa Romana, costituisce uno sforzo tardivo per promuovere una partecipazione attiva e intelligente del laicato alla Messa, in modo che i fedeli si possano giudicare "celebranti" con il sacerdote" (Luther D. Reed, The lutheran liturgy, p.234).
"Adesso, nella Messa rinnovata, non c'è niente che possa veramente turbare il cristiano evangelico" (Siegevalt, Professore di Dogmatica nella Facoltà protestante di Straburgo. "Le Monde", 22.11.1969).
"Le nuove preghiere eucaristiche cattoliche hanno abbandonato la falsa prospettiva di un sacrifìcio offerto a Dio" ("La Croix", 10.12.1969; sono parole che Jean Guitton ha detto di aver letto in una rivista protestante molto apprezzata)
"Se si prende in considerazione l'evoluzione decisiva della liturgia eucaristica cattolica, la possibilità di sostituire il canone delle Messa con altre preghiere liturgiche, l'allontanamento dall'idea secondo la quale la Messa sarebbe un sacrificio, la possibilità di comunicare sotto le due specie, non ci sono più ragioni per le chiese della Riforma di proibire ai loro fedeli di prendere parte all'Eucaristia della Chiesa Romana" (Roger Mehl, protestante, in "Le Monde", 10.9.1970).
"Date le forme attuali della celebrazione eucaristica nella Chiesa Cattolica e in ragione delle convergenze teologiche presenti, molti ostacoli che avrebbero potuto impedire ad un protestante di partecipare alla sua celebrazione eucaristica sembrano essere in via di scomparire. Dovrebbe essere possibile, oggi, a un protestante, riconoscere nella celebrazione eucaristica cattolica la cena istituita dal Signore(...). Noi ci atteniamo all'utilizzazione delle nuove preghiere eucaristiche nelle quali noi ci ritroviamo e che hanno il vantaggio di sfumare la teologia del sacrifìcio che avevamo l'abitudine di attribuire al cattolicesimo. Queste preghiere ci invitano a trovare una teologia evangelica del sacrifìcio". (Brano tratto da un documento emanato dal Concistoro superiore della Confessione di Augsbubrg e della Lorena, dell'8.12.1973, pubblicato in "L'Eglise en Alsace", numero di gennaio 1974).

"La maggior parte delle riforme desiderate da Lutero, esistono d'ora innanzi nell'interno stesso della Chiesa Cattolica''(...). "Perché non riunirsi?" (Seppo A. Teinonen, teologo luterano, professore di Dogmatica nell'Università di Helsinki, giornale "La Croix" del 15.5.1972).

Julien Green, anglicano convertito, nella sua opera "Ce qu'il faut d'amour à l'homme" p.135, da la sua testimonianza: "La prima volta che ho sentito la Messa in francese, ho avuto difficoltà a credere che si trattasse di una Messa Cattolica. Soltanto la Consacrazione mi ha tranquillizato, malgrado fosse, parola per parola, simile alla consacrazione anglicana".

Nello stesso libro, l'Autore racconta l'impressione che lui e sua sorella hanno avuto davanti a una Messa teletrasmessa: è sembrata loro un'imitazione grottesca dell'ufficio anglicano. Alla fine, egli ha domandato a sua sorella: "Perché mai ci siamo convertiti?" .

Che dire poi della connivenza di questa gerarchia modernista con delle sette eretiche come quella del Cammino Neocatecumenale?

http://www.cammino.info/wp-content/uploads/redemptoris-mater-papa.jpg

Qui si vede Giovanni Paolo II tra i fondatori eretici del Cammino nel Seminario Neocatecumenale di Roma dove vengono formati novelli eretici Sacerdoti asserviti al movimento...

1 commento:

  1. GRAZIE Gianluca, di ricordare queste infamie e del discorso di mons. Celada !

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