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mercoledì 11 novembre 2015

SE L’ESISTENZA DELL’INFERNO È UNA VERITÀ INFALLIBILE, ANCHE CHE TU CI VADA È INFALLIBILE, A MENO CHE...

Ringraziamo Lisa della Sua gentilezza nel tradurre dallo Spagnolo questo prezioso intervento di P.Ramiro...
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http://img.plici.ro/images/2015/05/19/aaaaaaaaaaaa96b6e.jpg

Di P. Ramiro M. Ribas:

... Ringrazio Dio perché da molto tempo, e ancora più dopo aver passato alcuni giorni dedicati totalmente allo spirito, sono arrivato a comprendere chiaramente che noi, tanto i vescovi quanto i sacerdoti e i simpatizzanti della Tradizione Cattolica (a qualunque gruppo apparteniamo), se non poniamo urgentemente rimedio e cambiamo la rotta di 180 gradi, andremo tutti diritti all’inferno.
Mi direte: e perché? La riposta è semplice e chiara. Leggiamo con attenzione perché è molto importante quello che si espone qui.
Abbiamo già passato 50 lunghi anni dalla conclusione di quel nefasto Vaticano II, immersi nella menzogna, l’errore e l’eresia, che hanno portato la società (un tempo cristiana) a una totale corruzione e immoralità di costumi... ed è impossibile che vivendo in mezzo a tanta immondizia, non sia toccato a ciascuno di noi di sporcarsi, forse un poco, o molto... o moltissimo.
E se a qusto aggiungiamo che la preghiera, le letture spirituali e la pratica della virtù sono state sostituite da un computer dove lo schermo è diventato il santuario particolare di ciascuno, la miscela che si produce è mortale.
Avevo molta voglia di chiarire (e rabbrividivo al sospetto che qualcuno potesse pensare il contrario) che io non profano la Santa Messa pronunciando in essa il nome di Francesco Bergoglio. Ci dice San Giovanni nella sua seconda lettera che non dobbiamo ricevere e nemmeno salutare colui che venga con una dottrina diversa, e Francesco insegna un’altra dottrina, ed è idolatra, amorale, eretico e apostata... E nominarlo nella Santa Messa, oltre a sporcare e profanare la cosa più santa che esiste, significa unirci in comunione con qualcuno molto più eretico di Lutero, Ario, Calvino... e di tutti gli eresiarchi messi insieme... e ciò sarebbe grave, molto grave.
Vorrei chiarire che la Sede di Pietro è occupata, dall’anticristo, però sì, occupata, e bene.
C’è stato un tempo, non lontano, e si può leggere nei messali dell’epoca, che dopo avere nominato il Papa, nella Santa Messa, si nominava anche il re cattolico che regnava in Spagna, e in tempi più recenti il duce Francisco Franco. Si nominavano perché erano cattolici. Oggi, anche se il trono di Spagna è occupato, io non potrei nominare l’attuale re, perché al pari di Francesco è un nemico della Chiesa.
Bisogna anche ricordare che le diverse orazioni che la Liturgia contiene per il Papa, per il re e per i governanti, sono fatte per pregare per Papi, re e governanti cattolici, ma non perché chiediamo a Dio a che dia salute e protegga Francesco Bergoglio, e lo guardi dai suoi nemici, che in questo caso saremmo noi, i tradizionalisti. O per chiedere che aiuti un re massone. Fare oggi queste orazioni è ancora peggio che se nella vita di Lutero la Chiesa avesse pregato per lui, perché Dio lo aiutasse, gli desse salute, lo proteggesse liberandolo dai nemici, che in quel tempo erano i Papi Leone X, Clemente VII, Paolo III... l’imperatore Carlo V, Sant’Ignazio de Loyola, Santa Teresa di Gesù... e tutta la vera Chiesa Cattolica. Pregare in questo modo implica grave colpa, e bestemmia. 

Ma continuo a spiegare il motivo per cui noi, vescovi, sacerdoti, fedeli e amici della Tradizione Cattolica, se non cambiamo totalmente direzione, andremo tutti dritti all’inferno.
Vediamo:
In cosa si differenziano i matrimoni della Tradizione dai matrimoni della chiesa modernista o tra pagani? In niente. Quasi tutte le spose indossano un vestito disonesto e indecente, e lo stesso le damigelle, siano esse bambine, ragazze o signore: scollature, gonne corte, vestiti aderenti, etc... e poi, tanto la sposa che le damigelle, tutte a fare la comunione. Nemmeno gli uomini possono fare la comunione, per il peccato di tollerare alle proprie spose e figlie tanta spudoratezza... E lì stà il sacerdote a dare queste comunioni sacrileghe. Il Santo Curato di Ars, Padre Pio, Sant’Antonio Maria Claret, San Giovanni Bosco, e qualunque sacerdote veramente sacerdorte, li avrebbe cacciati tutti dalla chiesa.
                ...... E dopo le nozze, il banchetto, con le sue conversazioni mondane, scherzi e azioni di malgusto, incluso licenziose.
                ... E dopo... il ballo... di Satana.
                Però poi sì (tutti quelli delle nozze, e il sacerdote con loro, dicono), noi siamo della Tradizione... sì, della Tradizione, però della Tradizione del diavolo.
Non solo nei matrimoni, ma in qualunque Messa, vanno a comunicare donne vestite in maniera indecente... e comunicano... la loro propria dannazione, e di chi gli dà la comunione.
Nelle giornate e riunioni che la Tradizione organizza per i giovani, lo spirito brilla per la sua assenza. L’unico scopo di questi ritrovi e di trovarsi qualcuno con cui fidanzarsi.
                Ci sono volte in cui noi, vescovi e sacerdoti della Tradizione, predichiamo o parliamo di queste cose?
                Vediamo:
Predichiamo che: andare in spiaggia e in piscina è peccato, e peccato molto grave, perché a parte l’ambiente corrotto, impuro e carnale che si respira in questi luoghi, stare in costume da bagno significa stare senza vestiti, il che comporta spudoratezza e sommo scandalo.
Predichiamo che: andare a ballare è un grave peccato.
Predichiamo che: vestire scollata, aderente, con gonne che non coprono bene le ginocchia, anche stando seduta, etc., è peccato. Non si può stare senza maniche. Quando si portano maniche corte, devono almeno coprire il gomito. Perché le donne indossano vestiti e magliette con grandi aperture sul collo? Perché quando indossano la camicia, che è l’ideale, lasciano aperti alcuni bottoni? Perché si mettono gonne tanto corte che quando si siedono devono continuamente tirarle per cercare di coprirsi le ginocchia? Etc. Etc. Maledetta vanità. Maledetta impudicizia.
Predichiamo che: perchè le donne non portano la gonna? Si vergognano forse di essere donne? Il pantalone è il vestito dell’uomo e la gonna della donna. La Sacra Scrittura, in Deuteronomio 22,5, dice che la donna che si veste da uomo, così come l’uomo che si veste da donna, sono abominevoli agli occhi di Dio. Come si vede, il passo è molto forte, e se ci soffermassimo a pensare al significato di “essere abominevoli” agli occhi di Dio, ne saremmo atterriti. E quando i pantaloni sono aderenti, o jeans (che per la loro fattura lo sono sempre), è ancor più degradante e peccaminoso. Anche l’uomo pecca se indossa pantaloni aderenti. I jeans sono un’aberrazione rivoluzionaria, non dovrebbe indossarli nessuno e a maggior ragione nessuno che sia di orientamento tradizionalista.
Trascrivo un articolo su alcune norme di decenza apparso qualche anno fa in una rivista di Tradizione Cattolica. È molto chiaro: “Avviso importante: un’altro anno ritorna il calore dell’estate e con l’alzarsi delle temperature si avverte in molte persone una tendenza pericolosa nell’uso dei capi d’abbigliamento. Per questa ragione non è superfluo ripassare alcuni principi di etica sull’argomento: l’indecenza è un peccato, peccato di scandalo e occasione di peccato per il nostro prossimo, dovendosi attribuire alla persona che lo causa buona parte di responsabilità nella colpa altrui. In nessun caso è permesso portare un vestito indecente. Non potrà essere qualificato come decente un vestito che non copra le ginocchia quando la persona sta seduta, o che lasci vedere, incluso mediante aperture o trasparenze, ciò che il pudore impedisce di mostrare, ovvero, le gambe al di sopra delle ginocchia. Lo stesso vale per gli indumenti, maschili o femminili, che segnino le forme del corpo, così come l’uso del pantalone corto negli uomini. In quanto alle scollature, spalle e schiena scoperti, trascriviamo qui a seguito ciò che diceva il Cardinale Vicario del Papa Pio XI: “Un vestito la cui scollatura scende più di due dita sotto al collo e che non copra le braccia almeno fino al gomito, non potrà essere etichettato come decente.” A prescindere da queste norme generali, la visita a una chiesa richiede un modo di vestire adeguato alla santità del luogo.” L’articolo è esaustivo e non lascia nessun dubbio su cosa significhi vestire decentemente e ciò che invece è disonesto. Chi non segue queste norme, sappia che pecca e che induce al peccato.
Predichiamo che: in nessuna casa, e ancora meno in quelle tradizionaliste, si deve nè si può avere la televisione. Peccare e vedere la televisione è lo stesso. Vedere la televisione e peccare è lo stesso. È degradante sedersi a vedere lo strumento immorale, perverso e idolatrico preferito dal demonio.
Predichiamo che: internet è un’arma molto pericolosa per l’anima, e che va utilizzato solo per lavoro, il minimo possibile. I bambini e i giovani non devono mai stare soli davanti a uno schermo connesso alla rete. Attenzione, massima cura e preacauzioni per tutti quelli che utilizzano la rete.
Predichiamo che: è un grande inganno il seguente: non ho la televisione, però ho dei video e vedo solo i film. Ascoltate bene: praticamente tutti i film sono saturati di mondo, demonio e carne, e fanno molto danno a chi li vede. Anche i film religiosi o di santi, hanno deformato la vita del santo e la trama è sempre da romanzo rosa. Un santo non starebbe mai in presenza di donne vestite in maniera indecente, come accade nei film, ma le correggerebbe sul posto.
E ancor peggio, tutti i film, anche quelli sui santi, contengono una e più volte la scena dei baci tra la coppietta di turno, scena che prolifera di continuo in ogni luogo, che sia nel metro, in autobus o per strada. Guardare è un peccato molto grave, perché si sta indulgendo all’impudicizia, ed è ugualmente peccato quando i fidanzati, o quello che sono, lo fanno, ed è peccato vederlo fare. Stare pronti col telecomando per saltare le scene indecenti non vale, perché porsi volontariamente in pericolo è già peccato, e poi sempre vedi qualcosa o te lo immagini senza vederlo. Non si può nemmeno andare a cinema, teatri, etc., perché come abbiamo detto tutto è saturato di peccato e inoltre stai dando i tuoi soldi a impresari che prima o poi proietteranno su quello stesso schermo spettacoli disgustosi.
Predichiamo che: l’arte se non è pura e onesta non è arte, bensì sporcizia e oscenità. Per questo, attenzione con musei, gallerie e altri luoghi dove si espongono opere d’arte. Ci sono sempre quadri e sculture che non possiamo vedere.
Predichiamo che: attenzione con quello che si legge, di cui si parla e si ascolta. Per esempio: musica. Oggi tutte le canzoni sono impure, e ancora peggio...
Predichiamo che: non si deve comprare in luoghi dove sono affissi manifesti indecenti, quadri disonesti, o si vendono cose immorali, che siano periodici, riviste, film, dischi, libri, preservativi, pillole abortive etc., che siano in farmacie, distributori di benzina, ristoranti, negozi di alimentari, di vestiti o grandi magazzini, con manichini che sono pornografia pura, come quelli del Corte Inglés, che oltretutto riveste le sue facciate di enormi cartelli molte volte vergognosi...
Predichiamo che: i genitori devono educare i propri figli alla virtù, per la vita eterna, e devono inculcargli fin da piccoli la vocazione per la vita religiosa. Che non gli lascino fare quello che vogliono, ma solo quello che devono fare. Che non gli consentano nessun capriccio. Che non gli lascino vedere niente di sconveniente. Non possono comprare ai propri figli, bambini o adolescenti, telefoni con internet. Devono proibire loro di andare in locali da ballo e in altri luoghi mondani e peccaminosi. Non possono permettere che vestano in maniera indecente nè che si fidanzino prematuramente. Essere veri genitori oggi è molto difficile, e se non si opera in questo modo i genitori andranno all’inferno per colpa dei figli, e i figli per colpa dei genitori. Oggi per salvarsi nello stato matrimoniale bisogna essere eroi e martiri, e si deve remare controcorrente, in un fiume in piena, giorno e notte.
Predichiamo che: i metodi naturali sono metodi naturali... di contraccezione. Si utilizzano per lo stesso motivo degli altri: non avere discendenza. E questo va contro l’essenza del matrimonio ed è un peccato molto grave.
Predichiamo che: la vita religiosa è quanto di più grande e bello possa esistere, perché anticipa il Regno dei Cieli in questo mondo.
Predichiamo che: dobbiamo apostatare da tanti idoli che ci siamo fabbricati, che idolatriamo, e che stanno occupando il posto del vero Dio, ovvero il dio sensualità, il dio benessere, il dio sport, il dio fama, il dio denaro, la dea politica, la dea democrazia, la dea tecnica, la dea scienza, la dea moda... il supremo culto del corpo... idolatrare cantanti, calciatori, o qualunque altra persona... o quegli dei che abbiamo molto radicati: il potente dio superbia e la potente dea vanità.
Predichiamo che: etc... etc... etc... Ho elencato brevemente alcune delle cose più evidenti e ovvie, però ce ne sono moltissime di più.
In conclusione, la questione è urgente. Il tempo stringe. Nostro Signore ha detto che se il nostro occhio è causa di peccato, dobbiamo cavarcelo, e che se non facciamo penitenza periremo tutti, ovvero, tutti ci condanneremo... e invece di eliminare dalla nostra vita ciò che offende Dio, invece di fare penitenza, facciamo il contrario, pecchiamo con... spiagge, piscine, film, riviste... più tutto quello che ho detto finora e tutto quello che c’è ancora da dire. Se il semplice atto di non fare penitenza è sufficiente per condannarsi, che condanna meriterà colui che fa tutto il contrario?
Internet per molti, sacerdoti inclusi, ha sostituito il santuario, la preghiera; e senza preghiera lo spirito si deteriora e la fede si raffredda.
Considerato ciò, credo sarete d’accordo con me, se non si dà una svolta alla vita e non si sradicano tante cose cattive, alle quali ci siamo abituati, e che già non consideriamo cattive (è questa la grande disgrazia, vedere come buono il peccato) e alle quali ci leghiamo volontariamente, è impossibile salvarsi. Non ci inganniamo. È impossibile!
Che fare?
1.  Bisogna separarsi energicamente da tutto ciò che macchia la nostra anima e offende Dio, che come abbiamo visto sono molte, molte cose. Dobbiamo fuggire da tutto quello che non è gradito a Dio.
2. E dopo aver compiuto il primo punto, bisogna fare una buona confessione generale di tutta la nostra vita, perché c’è una quantità di peccati che non abbiamo mai confessato, e non serve dire: “Io sono una persona matura e, a mio parere, vedere, leggere o parlare della tale cosa impura, non mi danneggia”. Chi parla in queso modo, ha ragione a dire che non ne riceve danno, perché è già definitivamente danneggiato. E ancora peggio chi dicesse che: “Per me questo non è peccato”. La verità è che per te non è peccato perché sei già posseduto dal peccato, e il vizio ti ha reso cieco per vedere la realtà.
Facendo queste due cose potremo iniziare una nuova vita, limpida, chiara, piena di Dio. Per questo sto ultimando un Esame di Coscienza completissimo, preso dai Santi Padri e dai Dottori della Chiesa, da scritti di santi, da messali antichi, da devozionari antichi e moderni, e da molti esami di coscienza già pubblicati. Sarà molto completo, e siccome i peccati sono numerati, sarà molto facile confessarsi; basta prendere nota dei numeri che si sono violati e poi dirli al confessore. In pochi giorni, quando sarà terminato, verrà pubblicato in questa stessa pagina di Apostolato Eucaristico (http://wwwapostoladoeucaristico.blogspot.com.es/ , in lingua spagnola, n.d.t.). Consiglio di fotocopiarlo e farne un libretto, perché sarà uno strumento utilissimo per la nostra vita spirituale e per la nostra salvezza. Ci aiuterà sempre a confessarci bene, molto bene.
Nella pagina di Apostolado Eucaristico ci sono inoltre alcuni miei sermoni che trattano dei temi più importanti per la nostra salvezza, che consiglio di ascoltare, perché credo siano molto chiarificatori e utili.
Il sacerdote non può, per rispetto umano o per paura, trasformarsi in un tranquillizzatore di coscienze come praticamente siamo diventati tutti. Al contrario, invece, deve mettere il dito nella piaga e correggere con carità divina e fermezza i fedeli, e dire sempre la verità, a costo di essere perseguitato e aborrito. Se non facciamo così, noi sacerdoti saremo condannati per l’eternità e avremo addosso il peso di tutti i fedeli che Dio ci aveva affidato.
Per questo... al modo dei Maccabei, lancio un grido alle persone di buona volontà, dentro e fuori dalla Tradizione...
... Io e quelli della mia casa scegliamo il cammino tracciato in questo scritto, vogliamo servire il Dio dei nostri padri, vogliamo seguire la dottrina immutabile dei nostri antenati, vogliamo dare, se sarà necessario, la vita per la Verità, che è Nostro Signore Gesù Cristo, vogliamo aggrapparci alla Tradizione della vera e unica Chiesa Cattolica, vogliamo separarci da tutto ciò che offende ed è sgradito a Dio, infinitamente buono e giusto...
Se qualcuno è disposto a seguire in questo modo Dio, sa di poter contare su di me in maniera incondizionata e su tutto. Altrimenti, mi dispiace, ma io non posso perdere la mia anima per nessuno e per niente!
L’occasione è unica, urgente, e lo ripeto ancora una volta: se non cambiamo vita adesso e non seguiamo pienamente la Legge del Signore, separandoci da tutto ciò che lo offende e lo disgusta, saremo condannati per sempre, per molto che siamo della Tradizione, che ci confessiamo e ci comunichiamo, perché ci si confessa e si comunica per cambiare e non per seguire attaccati ai nostri mali e ai nostri peccati.
Semplicemente, se non facciamo così, saremo modernisti con la messa in latino.
Che la santissima Vergine Maria, debellatrice di tutte le eresie, ci protegga e ci auti nella buona battaglia che combattiamo contro le forze del male, oggi poderosissime. In Lei confidiamo, in Lei poniamo la nostra speranza e la nostra vita.
Vi benedico dal più profondo dell’anima:
                                                                                                              P. Ramiro M. Ribas

7 Novembre, Primo sabato del mese, Anno di Grazia 2015.   

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