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domenica 10 luglio 2011

Marcel Lefebvre, colui che ha salvato la vera messa e il Sacedozio cattolico: "Perché ci hanno perseguitato, perché ora ci trattano come delle persone che sono quasi fuori dalla Chiesa? E’ perché siamo rimasti cattolici e vogliamo restarlo. Noi constatiamo, rimanendo cattolici, che quelle persone si allontanano sempre di più dalla dottrina cattolica e dunque da noi. Che ci volete fare? E’ esattamente come i Giudei che si sono allontanati da Nostro Signore Gesù Cristo sempre più fino a diventarne nemici giurati"...

 

 

 

 

Marcel lefebvre: "I cattolici perdono la Fede. Non hanno più la Fede nella Chiesa cattolica. Non credono più che ci sia una sola vera religione, che ci sia un solo e vero Dio, la Santissima Trinità. La Fede scompare quando l’esempio e lo scandalo vengono da così in alto, da colui che siede sul Trono di Pietro e da quasi tutti i vescovi".






  Le ordinazioni effettuate dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X la scorsa settimana sono ”da considerarsi tuttora illegittime”
 

Tratto da Vatican Insider il 5 luglio 2011
Le ordinazioni di preti in seno alla Fraternità San Pio X dei lefebvriani per la Chiesa cattolica restano illegittime. Lo ha ribadito il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi.
Di fronte alla recenti ordinazioni di preti compiute dalla Fraternità San Pio X, ha detto padre Lombardi, non si può che ribadire quanto ha detto il Papa nella sua Lettera ai vescovi cattolici il 10 marzo 2009: la Fraternità «non ha una posizione canonica nella Chiesa» e «i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa».
«Finchè le questioni concernenti la dottrina no sono chiarite – aveva scritto Benedetto XVI – la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa e i suoi ministri (..) non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa». «Le ordinazioni – ha concluso padre Lombardi – sono dunque da considerarsi tuttora illegittime».

IN QUESTO INTERVENTO DI PADRE LOMBARDI SI AFFERMA, RIPRENDENDO LE PAROLE DI BENEDETTO XI,  CHE LE RECENTI ORDINAZIONI SACERDOTALI DELLA SAN PIO X SONO ILLEGGITTIME, CI VIENE SPONTANEO CHIEDERCI SE QUESTE ORDINAZIONI SONO ILLEGGITTIME COSA DIRE ALLORA DELLE ORDINAZIONI FATTE AI SEMINARISTI USCITI DAI SEMINARI DELLA SETTA ERETICA NEOCATECUMENALE? NEL 2008 IO E ANNARITA ABBIAMO APPUNTO SCRITTO AL SANTO PADRE SU QUESTI FANTOMATICI SEMINARI NEOCATECUMENALI PER DENUNCIARE CHE IN QUESTI SEMINARI SI FORMANO SACERDOTI SECONDO LA PRASSI ERETICA NEOCATECUMENALE:
 Disse Pio XI:
“Commetteremo l’iniquità di sopportare che la verità, la verità rivelata da Dio, sia fatta oggetto di compromesso? Perché invero si tratta di difendere la verità rivelata. Gesù Cristo inviò i Suoi Apostoli in tutto il mondo per annunciare la Fede del Vangelo a ogni nazione, e per salvarle dall’errore. Egli volle che lo Spirito Santo insegnasse loro dapprima tutta la verità. Forse che ciò è stato reso oscuro nella Chiesa della quale Dio stesso è Legislatore e Guardiano? Il nostro Redentore disse chiaramente che il Suo Vangelo era da intendersi non solo per l’età apostolica ma per tutti i tempi. Può, allora, l’oggetto della fede esser diventato nel corso del tempo così tenue ed incerto che oggi si debbano tollerare opinioni contradditorie? Se fosse così, allora dovremmo ammettere che la venuta dello Spirito Santo sugli Apostoli, il perpetuo dimorare del medesimo Spirito nella Chiesa, secondo la precisa predicazione di Gesù Cristo, avrebbero perso secoli fa la loro efficacia e valore. Affermare questo sarebbe una bestemmia.”

 
Questi tali sono falsi apostoli,
operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo.
Ciò non fa meraviglia,
perché anche satana
si maschera da angelo di luce.
Infatti voi, che pur siete saggi,
sopportate facilmente gli stolti.
In realtà sopportate chi vi riduce in servitù,
chi vi divora, chi vi sfrutta,
chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia.
Lo dico con vergogna;
come siamo stati deboli!
(2Cor 11,13-15.19-2) 

STRALCIO DALLA SECONDA LETTERA AL SANTO PADRE...

Nella Domus Galileae, come anche in tutti i Seminari “Neocatecumenali” del mondo sono stati già formati più di 1000 seminaristi, cioè più di mille “schegge impazzite” che andranno in tutte le Parrocchie rovinando la sana Dottrina [che è ciò che accade ad esempio nella Parrocchia del Sacro Cuore di Centobuchi (AP),come da lettera allegata], senza contare la numerosa schiera di Sacerdoti di formazione prettamente cattolica e di Vescovi che hanno difeso, agevolato, ed in moltissimi casi insegnato queste eresie creando dei grandi danni a tantissime persone sia a livello spirituale che fisico. I circa 70 Seminari Redentoris Mater che Kiko ha eretto in tutto il mondo vengono celebrati come uno dei maggiori e “fantastici frutti” del Cammino Neocatecumenale, di cui “lo Spirito Santo” avrebbe fatto “dono” alla Chiesa; in realtà, per rendersi conto della grande piaga che costituiscono i Seminari Redentoris Mater in seno alla Chiesa Cattolica, occorre prendere coscienza del fatto che i seminaristi continuano regolarmente tutte le tappe del Cammino all‟interno della comunità più vicina al Seminario loro assegnato; che studiano le “splendide” catechesi di Kiko che usano quando vanno ad evangelizzare per aprire nuove comunità; che si preparano sui testi decisi dal Rettore che è sempre un neocatecumeno e che ricevono ulteriori indottrinamenti di misteriosa provenienza che, una volta ordinati presbiteri ed impiantati nelle parrocchie, trasmetteranno nel catechismo ai bambini, riempiendoli di false notizie sulla Sacra Scrittura e mandando loro dei messaggi contrastanti con l‟insegnamento di Gesù e della Chiesa.(Alleghiamo una chiara prova di quanto appena detto.) Purtroppo i Vescovi, custodi del deposito della fede, oltre che ricevere le ingenti somme di denaro che regolarmente i “generosissimi” Neocatecumenali depongono nelle loro mani, nella maggior parte dei casi altro non fanno: occorrerebbe invece vegliare attentamente sull‟operato dei Rettori i quali, essendo tutti indistintamente di formazione e di mentalità neocatecumenale, hanno compiuto il percorso iniziatico di codesto cammino, dando un’ubbidienza cieca ai loro catechisti (perché nel Cammino Neocatecumenale il catechista esercita autorità assoluta anche sul Sacerdote), che a loro volta in nome di Kiko amministrano e guidano codesti Seminari. In realtà per riportare nell‟ortodossia la formazione dei seminaristi che avviene in questi seminari Neocatecumenali, bisognerebbe prima di tutto non permettere più che questi catechisti solchino la porta dei seminari ed eliminare totalmente le catechesi di Kiko Arguello contenute nelle 3000 pagine di eresie protestanti-ebraiche (di cui sono a conoscenza anche le Congregazioni competenti per il “caso Neocatecumenali” da oltre dieci anni e che non sono ancora state rese pubbliche perché non approvate). Infine basterebbe vedere come sono strutturalmente progettati e realizzati (da Kiko Arguello) questi seminari, per rendersi conto che di Cattolico hanno ben poco. Anche queste strutture sono state costruite e vengono mantenute in piedi con denaro estorto a persone ignare del loro vero uso, e con denaro di dubbia provenienza ( organizzazione “mondiale senza nome” ). Kiko Arguello e la sua cerchia sono convinti che la seconda venuta del Signore avverrà nel monte delle Beatitudini, seguendo la dottrina di una setta ebraica (Lubavitcher, come da articolo allegato di Giuseppe Gennarini), difatti la Domus Galileae è costruita su questo monte. In realtà ogni mattone di queste “ spelonche” è intriso del sangue versato di tantissime persone, e sicuramente il Signore nella sua seconda venuta apparirà anche nel monte delle Beatitudini, ma apparirà per fare giustizia di questo sangue versato nell‟ingiustizia. Kiko Arguello nel suo farneticare le sue eresie dimentica ciò che ha scritto San Pietro:
[1]Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. [2]Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di impropèri. 26 [3]Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all'opera e la loro rovina è in agguato. (Pietro2, capitolo 2 ).
COME RISPOSTA A QUESTA LETTERA CI E' ARRIVATO UN RINGRAZIAMENTO DEL SANTO PADRE CON BENEDIZIONE PER LE NOSTRE FAMIGLIE, MA PER QUANTO RIGUARDA L'OPERATO DI QUESTI SEMINARI NON SI E' VISTO NESSUN INTERVENTO PER PORRE RIMEDIO ALLA FORMAZIONE ERETICA CHE I SEMINARISTI RICEVONO, ANZI GLI E' STATO CONSEGNATO LO STATUTO DEFINITIVO E L'APPROVAZIONE, ANCORA NON PUBBLICATE, DELLE CATHECHESI ERETICHE DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE. IN QUESTO ARTICOLO SUCCESSIVO SI PUO' NOTARE CHE CIO' CHE DENUNCIAVAMO NEL 2008 ORA LA SETTA LO DICE APERTAMENTE , SICURA CHE LA GERARCHIA, CONNIVENTE AI PIU' ALTI LIVELLI, NIENTE FARA' PER PORRE FINE A QUESTO SCEMPIO CHE GRIDA VENDETTA DAVANTI A DIO:

fonte: cammino.info


Continuiamo la rubrica di approfondimenti, dedicata in questo tempo ai seminari Redemptoris Mater.
Il cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha dichiarato:
“Oggi la Chiesa non ha bisogno, nella pastorale, di impiegati o amministratori, ma prima di tutto di veri pastori, seri e competenti annunciatori di Cristo Salvatore del mondo, che presentino un atteggiamento disinteressato di servizio verso tutti. I tempi attuali portano con sé una chiamata all’impegno di sacerdoti nella nuova evangelizzazione. L’uomo contemporaneo non smette di porsi domande sul senso dell’esistenza, sulla verità, su Dio. A tali persone i futuri sacerdoti dovrebbero sentirsi chiamati, per annunciare la “Buona Notizia” del Signore crocifisso e risorto per la salvezza dell’umanità (…)
(…) questo seminario ha un carattere speciale … accogliendo candidati al presbiterato provenienti da diversi paesi del mondo, è chiamato ad essere alimentato da un profondo spirito missionario, per essere un buon fermento nell’Arcidiocesi di Varsavia, in tutta la Polonia e per illuminare tutto il mondo secondo il mandato del Signore: “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15)”
(Lettera di Sua Eminenza Cardinale Zenon Grocholewski indirizzata a Sua Eminenza Cardinale Jòzef Glemp, Primate di Polonia, in occasione dell’inaugurazione del Seminario Arcidiocesano Missionario Redemptoris Mater di Varsavia)
Ogni seminarista nel corso della formazione, che prepara alla missione, al termine del secondo o terzo anno interrompe gli studi, per prendere parte ad una pratica missionaria in Polonia o in diverse parti del mondo, dovunque ci sia la necessità, assieme ad un parroco, specialmente là dove si trovano famiglie in missione per l’Implatatio Ecclesiae, o evangelizzando in un’equipe di catechisti itineranti. Questa pratica missionaria dura almeno due anni.
La missione permette di maturare nella vocazione e insegna a seguire il modello apostolico di annuncio della Parola, senza contare sulle sicurezze materiali, nella precarietà, in totale disposizione, a volte in povertà, in regioni molto secolarizzate.
I presbiteri del seminario “Redemptoris Mater”, ricevuta l’ordinazione presbiterale svolgono il loro ministero per almeno tre anni nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di Varsavia, a cui appartengono. Dopo questo tempo possono essere inviati dal Primate, loro Ordinario, in qualsiasi parte del mondo, per servire la Chiesa là, dove ce n’è maggiormente bisogno.
Più della metà dei 63 presbiteri fino a questo momento ordinati e incardinati nell’Arcidiocesi di Varsavia, lavora attualmente nelle parrocchie della città. Qualcuno studia in Polonia o all’estero per l’acquisizione del dottorato in diversi ambiti della teologia.
Cresce ogni anno il numero dei presbiteri che lavorano fuori della diocesi: a Toronto (Canada) due, in Israele altri due, uno a Vienna (Austria), in Italia, in Camerun, a Chicago (USA), a Kiev (Ukraina), a Nowosybirsk (Russia) e in Georgia, e molti altri evangelizzano in equipe di catechisti itineranti resposabili del Cammino Neocatecumenale in diversi luoghi della Polonia e dell’Europa. Ogni anno si presentano nuove necessità e richieste provenienti da varie parti del mondo.
Su gentile concessione, pubblichiamo, fedelmente, tutte le informazioni sul seminario.
COSTRUZIONE DEL SEMINARIO “REDEMPTORIS MATER” DI VARSAVIA
 
“Il mantenimento di un seminario, com’è risaputo, crea molte difficoltà. Al momento presente, possedendo nell’Arcidiocesi di Varsavia due seminari ed essendoci la necessità di costruire l’edificio del seminario missionario, mi trovo costretto a chiedere aiuto, anche in altri paesi, dove molti cristiani potrebbero fruttuosamente collaborare alla costruzione e allo sviluppo di un’opera così importante per l’evangelizzazione. Giacché il Signore vuole che la Buona Notizia sia annunciata a tutte le nazioni, con gran fiducia Le chiedo tutto il possibile aiuto finanziario (…) “.
(Lettera di Sua Em. Cardinale Józef Glemp Primate di Polonia ai benefattori dell’Arcidiocesano Seminario Missionario “Redemptoris Mater” di Varsavia, Natale 1992)
PROGETTO DEL SEMINARIO
L’edificio del seminario arcidiocesano missionario “Redemptoris Mater” di Varsavia è stato progettato sulla base della sede del Collegio “Redemptoris Mater” di Roma. Il progettatore è l’architetto Mattia del Prete, ed il consulente artistico è il sig. Kiko Arguello.
LA NUOVA ESTETICA
 
“Nel prefazio di Natale la Chiesa prega: “Nel mistero del Verbo fatto incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del suo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti dall’amore delle cose invisibili”. Anche la verità della rivelazione utilizza la ricettività dell’uomo per ciò che è bello. Se gli occhi dello spirito sono colpiti dalla nuova luce, che da Dio promana, l’incomprensibile opera della sua incarnazione rende possibile che Dio divenga visibile per l’uomo nel mistero sacramentale. Questo sguardo, che Dio permette provoca nell’uomo uno strappo ed estasi; la visione conduce, grazie all’amore, al mondo invisibile della fede: l’uomo della terra viene portato in cielo”.
(Paul J. Cordes, Presentazione, Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia, p. IX)
Il progetto dell’edificio del Seminario Arcidiocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Varsavia è il risultato della fusione di tradizioni e canoni classici dell’arte sacra con le moderne soluzioni architettoniche.
Un tale complesso architettonico realizza le premesse della “nuova estetica”, ovvero un attuale tentativo atto a creare un’architettura sacra non staccata dalla spiritualità e dalla teologia, della riscoperta del bello e del suo canone estetico, che diviene la “ratio” del costruire sacro, facendo sì che l’edificio, mantenendo la propria funzionalità, esprima soprattutto alcuni contenuti e inviti a lodare il Creatore del mondo,.
Questo rinnovamento liturgico apportato dal Concilio Vaticano II ha conseguentemente condotto ad un rinnovo dell’architettura attraverso il ritorno agli esempi della Chiesa primitiva:
“La liturgia (dopo il Concilio Vaticano II) torna ad esser comprensibile al popolo, anzi diviene l’alimento stesso del rinnovamento della vita cristiana. Compito dell’architettura torna ad essere quello di dare “forma sensibile” a questo sistema di riti, di segni e di simboli sacramentali, perché possa realizzarsi nel rito una reale esperienza del mistero: dell’incontro con Dio e della comunione tra i fratelli
(Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia)
Nel corso della storia la Chiesa ha sempre percepito questo legame tra bellezza ed evangelizzazione e la Chiesa è stata la più gran committente di bellezza. Tutto riflette la bellezza di Cristo e la bellezza della comunità e della comunione fraterna. L’evangelizzazione dei popoli slavi avvenne in gran parte proprio attraverso la bellezza della liturgia, delle icone e dei canti. Soltanto in questi ultimi anni anche all’interno della Chiesa sembra prevalere una visione funzionale che riduce i luoghi dove la comunità vive e si riunisce, a semplici sale di riunione. Eppure proprio oggi è quanto mai necessario ed urgente che le strutture della Chiesa si rinnovino. La risposta al villaggio globale di McLuhan, alla gran città, alla monocultura, è una parrocchia che divenga un “villaggio celeste”: un modello sociale più umano capace di aprire spazi per la nuova civiltà dell’amore, un’assemblea eucaristica che favorisca la partecipazione attiva dei fedeli (…)”.
“Tutta l’architettura del seminario, la sua costruzione, la forma secondo cui è stato disegnato e costruito, come pure la dignità di cui godono gli spazi liturgici e quelli ricreativi, dal dormitorio agli spazi di vita comune fino al refettorio, obbediscono ad una regola estetica dove tutto è ben realizzato con materiali di prima e grande qualità.
E’ un avvicinamento alla teologia della bellezza dove pero non viene trascurato il trascendente per il funzionale e dove la Chiesa, quale corpo mistico di Cristo, splende di luce propria.
Tutto con gusto e gran dignità , come si deve per accogliere seminaristi di ogni razza, nazione e condizione sociale, affinchè si sentano come nella migliore delle case e nel più bello dei palazzi, dove Gesù Cristo è presente.”
(Memoriales, N. 1/1998, – Bollettino informativo del Seminario Arcidiocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Medellin, Colombia, pag. 10)
Un elemento completamente nuovo del complesso è il Santuario della Parola. E’ un luogo allestito e predisposto per l’adorazione, la preghiera e per l’approfondimento della Parola di Dio. Il Tabernacolo racchiude, accanto al Santissimo Sacramento, la Sacra Scrittura. La simbologia interna introduce alla preghiera ed invita alla fede nella forza creativa della Parola di Dio.

 
“Il santuario della parola è impostato su un asse longitudinale che ha i suoi estremi da un lato, dietro ad una transenna ad archi che ne sottolinea il carattere sacro, il tabernacolo contenente in una teca preziosa sia le sacre Specie Eucaristiche che la Sacra Scrittura, dall’altro da un grande ambone (chiamato “bemà” come nella chiesa siriaca o nella sinagoga) davanti al quale siede il presidente e dal quale viene proclamata la Parola dopo aver portato la Bibbia con solennità, processionalmente, dal tabernacolo. Ai lati, rivolti verso l’asse centrale, i posti per i partecipanti, concepiti come “tronetti con scrittoio” per la scrutatio, sul modello degli “scrittoi” degli evangelisti delle miniature medievali.”
(Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia, pag. 351)
“Le belle vetrate, situate in una parete laterale del Santuario della Parola esprimono una lode per i sette giorni della creazione. (…) illuminate dalla luce del sole le vetrate si riempiono di colori che si diffondono all’interno.
L’insieme delle vetrate rappresenta la creazione dell’universo per mano di Dio, dal caos passando per la formazione delle acque, dei cieli, dei pianeti ed arriva fino alla perfezione, all’ordine, ed infine alla creazione dell’uomo, presentata con una croce come il segno dei tempi: Dio ha fatto l’uomo in Cristo, nuova creatura, che lo rinnova con la Sua morte e risurrezione l’uomo schiavo dei peccati, riconciliandolo con Dio, con se stesso e con la natura.”
(Memoriales, N. 2/1999 – Bollettino informativo del Seminario Arcidiocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Medellin, Colombia)
 
Anche la chiesa del seminario include, nella sua forma, le prerogative del rinnovamento liturgico del Concilio Vaticano II. Questo è un esempio d’adeguamento degli interni sacri predisposti alle necessità e alla sensibilità dell’uomo moderno, affinchè egli possa partecipare in modo attivo ai santi riti (cf Concilio Vaticano II, Sacrosantum Concilium, 14). Lo spazio liturgico è di forma ottagonale, grazie alla quale la disposizione dell’assemblea indirizza l’attenzione di tutti i fedeli sull’altare collocato al centro.
“In questa assemblea il sacerdote celebrante, posto in posizione preminente rispetto ai fedeli e rivolto ad essi dietro l’altare, viene a collocarsi in una posizione tale da chiudere l’emiciclo. Vediamo così organizzarsi una configurazione circumstans quale, sulla tradizione più antica formalizzata già nel Sacramentarium Gregorianum del secolo VIII, verrà riproposta dal Concilio Vaticano II: “La collocazione dell’altare sia tale da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea” (IGMR 263).
(Maurizio Bergamo, Mattia del Prete, Spazi celebrativi, L’architettura dell’Ecclesia, p. 124)
PRIMA TAPPA DELLA COSTRUZIONE
 
A causa della dimensione dell’investimento e delle limitate possibilità finanziarie si è deciso di dividere la costruzione dell’edificio in due fasi. La prima tappa comprendeva la costruzione del minimo indispensabile dal punto di vista sociale e funzionale, cioè della cappella, del santuario della Parola, della parte delle abitazioni, della cucina e del refettorio. La costruzione di questa parte ha avuto luogo negli anni 1994-2000. E’ stato possibile cominciare ad abitare nell’edificio nel settembre 2000.
SECONDA TAPPA DELLA COSTRUZIONE
Passati circa due anni dalla conclusione della prima parte è stata iniziata la seconda tappa della costruzione del seminario. Questa volta sono state costruite: la chiesa del seminario con la cappella del Santissimo Sacramento, la biblioteca e la sala di lettura, l’aula magna, e le sale di studio, l’ingresso principale. Queste nuove parti che si stanno costruendo formeranno con le altre già esistenti un unico complesso, racchiudendo al centro un patio con fontana per lo svago e la passeggiata.

STATO ATTUALE DELLA SECONDA TAPPA DELLA COSTRUZIONE
La costruzione dello stato grezzo che diede inizio alla seconda parte dell’investimento giunse a termine nella primavera del 2004.
Prima dell’estate è stato iniziato di nuovo il lavoro con l’obiettivo di chiudere il più velocemente possibile l’edificio, per salvaguardarlo di fronte alle pesanti condizioni atmosferiche del rigido inverno. Durante le vacanze dunque è stato realizzato il tetto della chiesa e della biblioteca, e poi sono iniziati i lavori per la costruzione delle facciate in cotto e in marmo e sono state montate le porte e le finestre. Nel frattempo sono stati intrapresi anche i lavori all’interno dell’edificio come, per esempio, la preparazione degli impianti e il montaggio di diverse installazioni. I lavori all’esterno stanno per essere terminati.
Il seminario è mantenuto fin dall’inizio grazie alla generosità di molti benefattori anonimi dalla Polonia e dall’estero che hanno capito l’importanza di quest’opera e la missione che il seminario Redemptoris Mater compie in Europa e nel mondo annunciando l’amore di Gesù Cristo all’uomo di oggi, schiavo della paura della morte.
Tutti i seminaristi pregano per loro regolarmente.

LEGGENDO QUESTO ARTICOLO, PRO SETTA ERETICA NEOCATECUMENALE, SI HA LA CERTEZZA CHE OGGI SI CHIAMA BENE CIO' CHE E' MALE DAVANTI A DIO, QUINDI IN DEFINITIVA LE ORDINAZIONI DELLA SAN PIO X SONO PIU' CHE LEGITTIME PERCHE' FATTE ALL'INTERNO DI CIO' CHE DI CATTOLICO E' RIMASTO ANCORA NELLA CHIESA ODIERNA E DIVENGONO ILLEGGITTIME, DAVANTI A DIO, LE ORDINAZIONI FATTE DALLA GERARCHIA MODERNISTA DELLA CHIESA DIABOLICA PARTORITA NEL CONCILIO VATICANO II, CHE INCORPORA' IN  SE LA SETTA ERETICA NEOCATECUMENALE...

Per quanto riguarda noi facciamo questa solenne professione di fede per invocare la Misericordia di Dio affinche' abbia pieta' di questa Chiesa imbrattata, col consenso della volonta', dai Suoi Consacrati che hanno svenduto la loro elezione ai poteri luciferi di questo mondo lontano da Dio:
Chiaramente questa preghiera e' in riferimento alla Chiesa che per 1958 anni ha professato la vera Fede nel Signore, quindi non è riferibile alla nuova Chiesa invetata dai modernisti dal Concilio in poi....

di P. Louis Bourdaloue S.J (1632 -1704).


Grazie eterne vi siano rese, o Signore, d'avermi fatto nascere in grembo alla vostra Chiesa, d'avermi nutrito del pane, voglio dire della dottrina della vostra Chiesa, di questa Chiesa formata del Sangue del Vostro Figlio adorabile, di questa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, la sola, vera Chiesa; di questa Chiesa, colonna di verità, contro cui tutte le forze d'inferno non hanno mai prevalso, né prevarranno mai.
Ecco, Dio mio, l'elezione che v'è piaciuto fare, di me fra tanti altri che avete lasciati nelle tenebre dell'infedeltà e dell'errore; ed ecco ciò che io devo riguardare come un segno di predestinazione, di cui non posso esaltarvi abbastanza. Ma Voi avete fatto ancora di più, o Signore: nel collocarmi in seno alla vostra Chiesa, m'avete anche dato un religioso e pio affetto per questa santa Madre, per suoi interessi, per il suo onore, per la sua stabilità, per il suo ingrandimento. Perché se io mi trovo così sensibile quale sono e quale mi vanto d'essere a tutto ciò che la tocca, a tutto ciò che può indebolire la sua autorità; a tutto ciò che può manomettere i suoi diritti, siete Voi, Dio mio, che m'avete inspirato questi sentimenti, i quali io annovero fra le vostre grazie più segnalate.
Ohimeh! Fra gli stessi figli che la Chiesa ha educati, ha tante volte ammessi ai suoi divini misteri, per i quali ha impiegato tutti i suoi tesori, ne vediamo purtroppo di quelli che la trattano con estrema indifferenza, e potrei aggiungere, col massimo disprezzo.
Gente sempre decisa a farsi beffe delle sue pratiche, a censurare la condotta dei suoi ministri, a prendersi giuoco delle sue discordie, dei suoi scandali, delle sue afflizioni e delle sue perdite! Ed ella è nostra madre! Per me, Dio mio, quantunque il più indegno del suoi figli, oso dirlo, e non perderò niente dell'umiltà, della bassa stima di me stesso, che mi convengono, nel rendermi innanzi a Voi e alla vostra gloria questa testimonianza, che tutto ciò che parte dalla vostra Chiesa mi è e mi sarà sempre rispettabile, sempre degno di venerazione, sempre prezioso e sacro; che tutto ciò che l'offende, mi ferisce nella parte più viva del mio cuore, e che nelle sue prove e nei suoi dolori nulla vi è che io non soffra con essa.
Sì, o Signore, lo dico ancora una volta, in questa confessione che io faccio alla vostra presenza e che sono pronto a fare in presenza del mondo intero, provo una grandissima consolazione. Ah! Dio mio; non permettete mai che io abbia a perdere questo spirito di sottomissione e di docilità verso la Chiesa, che è il primo carattere dei vostri eletti. Voi ce l'avete predetto, o Signore, che in tutti i tempi vi sarebbero contraddizioni, scismi, contese, e io vedo ai giorni nostri molti tumulti e inquietudini, intendo molti discorsi e ragionamenti.
Ma in mezzo a tante questioni che dividono gli spiriti io mi rivolgo all'oracolo, io consulto la Chiesa e m'arresto a ciò che essa m'insegna:, dopo che essa ha parlato, io mi sottometto e taccio.
Quindi, Dio mio, io levo tutte le difficoltà; quindi la mia fede diventa più pura, più ferma, più sicura e più tranquilla. In mezzo alle tempeste e alle burrasche, io mi getto nella barca di Pietro e, tutta battuta come essa è dai flutti, vi assaporo la dolcezza d'una calma la più profonda. Passo attraverso gli scogli e non ho paura: perché io so non esservi là per me né scogli né naufragi da temere.
Me fortunato, o Dio mio, se dopo una vita conforme ai divini insegnamenti e alle norme di questa santa Chiesa, dove ho avuto la felice sorte di esser educato e adottato tra i vostri figli, meriterò un giorno di partecipare alla beatitudine dei vostri eletti!
Così sia.

7 commenti:

  1. Qualche riflessione che segue a diverse trovate qui: http://traditioliturgica.blogspot.com/

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  2. Le immagini in hot-linking al sito cammino.info non sono visualizzabili (tranne che all'autore di questa pagina).

    RispondiElimina
  3. GianluKe: Ma tutta sta roba giuridicamente a chi appartiene alla Chiesa o alla chiesa Neocatecumenale o a chi per loro?
    CVCRCI

    RispondiElimina
  4. Tratto da Riscossa Cristiana, questo racconto che ha un sapore tremendamente reale ed attuale. Lo scritto è di M.Antonietta Novara Biagini.

    Il pastore confidava nell’uomo, cioè in sè stesso, e aveva deciso: basta con le discriminazioni, basta con gli steccati, siamo tutti fratelli, perbacco. Prese quindi la parola al concilio del gregge e parlò di pace e di fratellanza:
    — Fratelli, un’ora nuova si annuncia per il nostro gregge. Qui fuori ci sono tanti poveri lupi macilenti che vagano affamati. Non dobbiamo forse noi, in spirito di fratellanza, pensare anche a loro? Non dobbiamo noi amarli ed assisterli come nostro prossimo? Non dobbiamo calarci in uno spirito diverso da quello che ci ha finora animato: uno spirito più buono ed aperto? Dobbiamo aprirci alla cultura dell’accoglienza, al rispetto del diverso, alla pace con tutti, pace, paace, paaace, paaaaace ……. —
    Le pecore si guardarono sgomente; una osò belare:
    — Beeeee, ma pastore, i lupi sono sempre stati nostri nemici; divoreranno noi e i nostri agnelli. Hanno zanne aguzze e mangiano carne, noi mangiamo l’erba. Non sarebbe il caso piuttosto di andare a cercare quelle di noi che si sono smarrite fuori dell’ovile, prima che quelli se le mangino? Se apriamo gli steccati sarà la nostra fine, altro che salvare quelle che stanno fuori. —
    Anche i cani protestarono abbaiando:
    — Arf, arf, arf, quelle belve le abbiamo sempre combattute e loro ci hanno sempre combattuto. Cos’è questa nuova dottrina? Significa forse che tanti dei nostri, morti per difendere le pecore e gli agnelli, si sono sacrificati invano? Significa che il sangue dei martiri non conta più nulla? —
    — Ma — ribatté il pastore, per nulla impressionato dalle proteste — voi cani siete dello stesso ceppo dei lupi: sono vostri fratelli e dovete accettarli. Non vogliamo mica continuare con gli steccati e le divisioni, vero? —
    Qualche lupo infiltrato, che era già dentro, si incaricò, sottovoce, di persuadere i cani:
    — Il pastore ha ragione — sussurrava uno.
    — Finalmente è uno che confida nell’uomo, nelle sue capacità, nel suo discernimento — mormorava un altro nell’orecchio del cane più vicino.
    — Basta col vecchiume del passato; — aggiungeva un terzo — forse andava bene prima, ma i tempi sono cambiati. —
    — I tempi — insinuava un quarto — sono maturi per un nuovo spirito di fratellanza.

    RispondiElimina
  5. .............— Vedrai che non succederà nulla, — prometteva un quinto al cane più vicino — e vivremo tutti felici e contenti. —
    Ma quello era un cane refrattario alle chiacchiere: rispose con un ringhio e si mise a guardarsi intorno per vedere se c’erano altri cani che la pensavano come lui.
    — Il sole risplende su tutti, la pioggia bagna tutti, siamo tutti fratelli; — insisteva il pastore — è tempo di usare la medicina della misericordia, non l’arma della severità. —
    Era tanto buono il pastore, tanto persuasivo. Non c’era mai stato un pastore così buono. Finirono per credergli, non tutti ma quasi tutti. Abbattuti gli steccati, venne costruito un ponticello per superare il fiumiciattolo che difendeva l’ovile arroccato sulla riva sinistra.
    I lupi non credevano ai propri occhi. Entrarono in massa e dapprima non riuscirono a persuadersi della propria fortuna. Poi si misero alacremente a sbranare e a divorare le pecore e gli agnelli. Anche molti cani, vista la piega degli avvenimenti, si unirono al massacro.
    — Ma fratelli, non è questo che intendevo, — protestava debolmente il pastore, — non sono stato capito. —
    Mentre la strage procedeva e il sangue scorreva a fiumi, i lupi circondarono il pastore, che si lamentava:
    — Ohimè, credevo che il gregge non avesse più nemici. Credevo che spuntasse un’alba radiosa, e invece è venuta una giornata carica di tempesta. Ahi, ahi, ahi, ahi — concluse mentre un lupo gli azzannava le terga.
    Frattanto un piccolo gruppo di cani refrattari alle chiacchiere ed istintivamente dissenzienti, radunati quante più pecore e agnelli poterono, li condussero al sicuro su una vicina collinetta, aprendosi a morsi e zampate la strada fra i lupi. Di lì presero a meditare la riscossa in attesa di un pastore che non confidasse nell’uomo, cioè nel suo misero io.

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  6. Non so se scritto apposta o meno ma la analogia con la Fraternità SPio X è eclatante e sintomatica:è la vera cattolicità in attesa del papa che non confidi nell'uomo, non "sacrifichi"all'ONU o nelle sinagoghe ma confidi in Dio e nella sola Pace Vera di Dio.

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