IRROMPE SATANA
Ed, infatti, sempre lo stesso frate rivelava che il già l’arcivescovo di Buenos Aires aveva approvato l’adozione di un fanciullo presso una coppia omosessuale, fatto che noi abbiamo denunciato su questo sito.
Il buongiorno si vede dal mattino, cosicché, eccoci arrivati – dopo le vellutate e felpate anticipazioni di mons. Paglia, mons. Marini, di padre Spataro S.J., di padre Federico Lombardi – alle non timide ma smaccate, abnormi ed inaudite dichiarazioni odierne di papa Bergoglio che, untuosamente e sentimentalmente paterno, ci dice che abortisti, divorziati/e che si son ricostruiti/e una “ vita felice” dopo anche un aborto e coppie omosessuali, sono prima di tutto “persone” e poi peccatori.
Abbiamo, così, finalmente relegato il peccato nella categoria astratta della filosofìa scindendo la persona da ogni responsabilità. Il peccatore non esiste più e, naturalmente, non esisterà più, da oggi in poi, l’Inferno il quale sarà il luogo dell’astratto peccato ma non della concreta personalità umana.
Verrà cancellata, è ovvio, la pericope di Matteo laddove Cristo ammonisce l’uomo a non dividere ciò che Dio ha unito; si cancellerà, da Genesi, la vicenda di Sodoma e di Gomorra perché papa Bergoglio, col sostengo dei “consigliori” di cui sopra, saprà ben distinguere con opportuno Motu proprio – e che ci vuole? - in un matrimonio omosessuale, il solo aspetto patrimoniale predominante su quello carnale/affettivo: quindi, non esisterà più il lercio peccato di sodomia ma tutto rientrerà nella russoiana categoria della “bontà naturale”.
San Paolo e la condanna degli effemminati, dei sodomiti, degli adulteri?
Superato dal magistero di papa Bergoglio: “Roma locuta est, Paulus finitus est”. Il crimine dell’infanticidio in grembo, poi, verrà relegato a fatto emotivo e moralmente legato alla “situazione” e, perciò, superabile qualora la donna, ad esempio, potrà, in seguito rifarsi una vita serena.
Sicché, sotto con gli aborti signori! e una medaglia ad Emma Bonino che, prima nel suo genere, di aborti ne ha praticati ed anche con mezzi raccogliticci, come la pompa d’una bicicletta.
Vietato vietare, il peccato non esiste più. Papa Bergoglio si domanda, nella sua intervista a “Civiltà cattolica (?)” – e meno male!! – “ e il confessore?” Già! che fine farà questo ministro della misericordia divina? Questo ministro della penitenza? Si arriverà alla teologìa di San Martin Lutero, la dottrina dell’autogiustificazione e del confessore, figura obsoleta, si farà a meno, sostituito già da tempo dallo psicologo. Non fu forse l’emerito papa cardinal Ratzinger a suggerire, per i casi di pedofilìa, la psicoterapia di gruppo?
E proprio mentre stavamo, oggi, mettendo giù alcune note circa la questione della “buona coscienza”, epilogo al commento del fatto epistolare Scalfari/Bergoglio, ci è arrivata la prova provata, fornitaci dallo stesso papa, che ognuno è tribunale di se stesso, che la legge di Dio appartiene al mondo celeste, che è poi legge di esclusiva bontà, che Dio in fondo, con tutto quello che ha da fare, non andrà certo a sindacare un’unione omosessuale, un aborto, un divorzio fatti e perpetrati in “buona coscienza”.
E, guarda caso, questa intervista, concessa a quel padre Spataro cultore del satanista William Blake, appare nel giorno in cui il parlamento italiano, retto dal cattolico Letta, vara la legge antiomofobìa. Coincidenza o disegno?
Ci proponiamo di inviare al pontefice un brano d’una forte poesìa, scritta da Emilio De Marchi (1851-1901 ) in cui si descrive la pena d’una donna che, vittima d’un marito infedele, ha trovato nell’amore di un altro uomo serenità – le stesse parole del papa!! – e un barlume di felicità. Ma ella è combattuta intimamente sicché chiede consiglio al Signore.
Tutto si svolge in una chiesa, di sera. Così scorrono le due ultime strofe:
Così prega la misera. Trabocca Il duol nel pianto e nella rotta voce. Al lume estremo, che la lampa scocca, si fa più acuto e smorto il Cristo in croce. “Io non scelsi la croce… erra una lenta Voce dall’alto. La lampada è spenta.
Ma, si dirà, erano tempi antichi. Oggi la Chiesa, con Paolo VI ha svelato la centralità dell’uomo e papa Bergoglio, da buon successore, porterà all’estremo – lui uomo dell’estrema terra – questo programma.
Come afferma un articolo della massonica Costituzione USA: l’uomo ha diritto alla felicità. Oggi, si aggiunge: anche a costo di calpestare, cancellare e violare la legge di Dio.
Crolla il “katechon” ( Ts. 2, 6 e segg.), l’argine che sosteneva l’assalto di Satana e, con il disfacimento, peraltro previsto dalla Vergine a La Salette, si preparano gli ultimi tempi.
Cattolici, piccolo gregge: pronti alla resistenza. Oportet oboedire Deo magis quam hominibus. – Obbedire prima a Dio e poi, se giusto, anche agli uomini.
polluerunt templum sanctum tuum.
Exsurge Domine, Nakam Adonai! Vendetta o Signore.
E c'è già chi pensa al domani dando dei suggerimenti a papa Bergoglio:
RispondiEliminaE le parole del papa sui gay durante la Gmg? «Se il papa è il leader spirituale e mi dice che non li giudichiamo, e quindi non li condanniamo, bene vorrei chiedergli che ruolo avranno d’ora in poi i gay nella comunità ecclesiale». «Credo che se tiriamo le conclusioni logiche di questo discorso dovremmo riabilitare totalmente per quanto riguarda i sacramenti, a cominciare dalla comunione, una persona omosessuale che vive secondo le stesse regole di amore e fedeltà che chiediamo agli eterosessuali».
http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=53127
D'altra parte questo si fa già! A Vienna il cardinale ha confermato nel suo ruolo di catechista un ragazzo momentaneamente allontanato perché convivente gay.
Il cardinale volle vederci chiaro e, prima di confermare il ragazzo, lo invitò a pranzo in arcivescovato. Il ragazzo ci andò col suo compagno.
"Sono rimasto molto positivamente colpito", spiegò poi il cardinale!
Questo pare essere il futuro.
A semplicemente ragionarci su qui iniziano delle difficoltà a non finire:
RispondiElimina1) se si ammette come regolare (data la possibilità di dare la comunione) la convivenza omosessuale, ne viene di conseguenza che si deve ammettere ufficialmente nella Chiesa tale tipo di unione.
2) Se si ammette nella Chiesa tale tipo di unione, perché non farne una specie di matrimonio come fanno in alcune comunità di Base (anche in Italia)?
3) Ma se si fa questo con gli omosessuali perché non farlo ugualmente con i divorziati risposati? Allora si dovrà ammettere un secondo o un terzo matriomonio!
Come si vede, quando si apre a certe possibilità poi non ci si può più fermare e si deve logicamente arrivare a delle conseguenze!
Il fatto di aprire, anche parzialmente, comporta comunque un cambiamento che spingerà nella direzione di un capovolgimento.
Papa Francesco, se tesse pace, fin dall’ordito, lì dove devono essere ancora intrecciati i fili della riconciliazione – vedi i suoi continui appelli per la fine del conflitto siriano –, nondimeno è attento a riparare smagliature in limitrofe trame manifestamente logore. La trama “ferita” in questione è il rapporto tra il Vaticano e la più nota università araba, quella egiziana di al-Azhar, interrotto all’inizio del 2011 quando Benedetto XVI condannò duramente «il grave attentato contro la comunità cristiana copta» ad Alessandria d’Egitto del 1° gennaio, figlio di una «strategia di violenze che ha di mira i cristiani», per i quali il papa chiedeva protezione; e in risposta Ahmed al-Tayyeb, già allora grande imam della prestigiosa istituzione sunnita, accusò il papa di «intervento inaccettabile negli affari dell’Egitto» e di avere «una visione sbilanciata su musulmani e cristiani, considerando che siano gli uni che gli altri rischiano di essere uccisi in tutto il mondo». «Mi chiedo perché – domandava Tayyeb – il papa non abbia chiesto la protezione dei musulmani quando erano massacrati in Iraq». La conseguenza fu la scelta di al-Azhar di interrompere le relazioni, che si concretizzavano in incontri biennali.
RispondiEliminaSulla strada della riappacificazione, in un incontro avvenuto il 17 settembre di cui riferisce per primo Vatican insider, papa Francesco, per mano del nunzio apostolico mons. Jean-Paul Gobel, ha fatto giungere a Tayyeb un messaggio personale in cui esprime «il rispetto del Vaticano per l’Islam e i musulmani» e l'auspicio che ci si sforzi nella «comprensione tra cristiani e musulmani nel mondo, per costruire la pace e la giustizia».
La missiva cade inoltre in un momento in cui, in Egitto, al-Azhar e i cristiani si ritrovano prossimi nell’opposizione all’estremismo fondamentalista dei Fratelli musulmani (v. notizia precedente).
Va detto che i rapporti si erano già ammorbiditi con il cambio al vertice della cattolicità: al-Tayyeb aveva inviato fervidi auguri a Bergoglio per la nomina papale, auspicando «una dimostrazione chiara del rispetto dell’islam e dei musulmani». E proprio tali parole si ritrovano oggi nel messaggio di Francesco consegnato al grande imam.
Della lettera del papa si è avuta conoscenza grazie ad una nota dell’Università, che informa anche della reazione di al-Tayyeb. L’imam avrebbe risposto dicendo che l’insegnamento di al-Azhar è «il rispetto delle genti di ogni religione e la salvaguardia della dignità umana e dei più alti valori affermati dal Corano e dalla Sunna»; e assicurando che i musulmani sono pronti «a collaborare per far crescere la giustizia e lo sviluppo tra i popoli della Terra».
A commento, p. Hani Bakhoum, segretario del Patriarcato di Alessandria dei copti cattolici, in una dichiarazione all’agenzia Fides (19/9), ha dichiarato: «La lettera di Papa Francesco all'Imam al-Tayyeb è un modo di esprimere il profondo sentimento di stima e affetto che la Chiesa cattolica, la Santa Sede e il papa hanno nei confronti di tutti i musulmani e in particolare di al-Azhar, che è l'istituzione più rappresentativa dell'islam sunnita moderato. Sicuramente questa lettera aiuterà col tempo a mettere da parte ogni incomprensione e anche a riprendere il dialogo bilaterale con la Santa Sede». (eletta cucuzza)
http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=53152
Articolo molto interessante. Si vede quanto in basso è caduta la Chiesa Cattolica, che, invece di dire chiaramente che l' islam è una religione falsa, continua nella ricerca di un dialogo impossibile con i nemici di Cristo.
EliminaSi badi che non sto condannando coloro che la seguono in quanto persone, ma che preciso dovere della Chiesa è di mettere in guardia gli uomini dal seguire religioni false, anche a costo di tirarsi addosso l' odio di coloro che le praticano.
Il profeta Elia non ha tentato di accordarsi con i sacerdoti di Baal, ma li ha sfidati e vinti sul Monte Carmelo, attirandosi in tal modo l'ira della perfida regina Gezabele. E ha fatto ciò per non tradire la propria fede in Dio, in quel Dio che nel primo dei Comandamenti dice espressamente: "Non avrai altro Dio all' infuori di Me".
Quanto al fatto che oggi si agisca così per costruire la pace...è un concetto anch' esso profondamente anticristiano. L'unica vera pace è quella che dà Cristo, per cui qualsiasi tentativo di costruirla che prescinda dalla conversione a Lui, è inevitabilmente destinato al fallimento. E ciò per le sue stesse parole: "Senza di Me non potete fare nulla".
Ciò detto, mi chiedo però cosa c'entra questo commento con il tema del post.
Albino
Si sta aspettando un vero papa che dica:
RispondiElimina"Ho rispetto dei musulmani come uomini, figli di Dio come tutti gli uomini della Terra, ma non posso accettare un credo che inneggia alla persecuzione contro altri uomini ed un credo che si è costruito col sangue dei vinti"
Dopochè vi saranno attentati contro questo papa, stragi di cristiani in tutto il mondo...A quel punto sapremmo cosa fare e come essere cristiani cattolici e aspettando il nostro turno, sapremmo che finalmente la chiesa ex cattolica è tornata Cattolica e vicina a Dio.
Scusate ma San Paolo e Tommaso d'Aquino hanno anche detto tante cose non proprio cristiane, nel senso di Cristo (!!!) sulle donne, per esempio! perché non le citate? Un arabo credente medio oggi dice e pensa cose molto più gentili e giuste sulla donna e sulla sua partecipazione all'ecclesia di essa e sulla vita comune di uomini e donne di quanto non ne dicessero San Paolo e il buon Tommaso, pace all'anima loro !
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