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lunedì 9 settembre 2013

"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 17°)...

Continuiamo la publicazione del  LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.

«La parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo, è eccellente, conforme ai documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag. 346. 


 http://www.seldelaterre.fr/I-Grande-12040-le-liberalisme-est-un-peche-nouvelle-edition.net.jpg
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Cap. 17
Diversi modi in cui un cattolico, senza essere liberale, può farsi complice del liberalismo

Un cattolico può rendersi complice del liberalismo in diversi modi, senza essere precisamente un liberale. Questo è un argomento pratico, più pratico ancora del precedente e sul quale di questi tempi la coscienza del fedele deve accuratamente essere messa in guardia.
Tutti sappiamo che ci sono dei peccati dei quali ci rendiamo colpevoli, non per una vera e propria attuazione, ma per una semplice complicità e connivenza con i loro autori, complicità di tale natura che essa va frequentemente fino a eguagliare in gravità l’atto criminale direttamente commesso. Si può dunque e si deve applicare al peccato di liberalismo quello che gli autori di teologia insegnano relativamente alla complicità.
La nostra intenzione è solamente di notare qui in poche parole le differenti maniere in cui si può oggi giorno, in ciò che concerne il liberalismo, rendersi colpevoli di complicità.
1°) l'affiliazione formale a un partito liberale è la più grande complicità in questa materia; essa si distingue appena dall'azione diretta alla quale essa si rapporta. Molti spiriti,  alla luce del proprio intendimento, vedono tutta la falsità dottrinale del liberalismo, conoscono i suoi sinistri progetti e hanno orrore della sua abominevole storia. Ma per tradizione di famiglia, avversioni ereditarie, speranze personali, riconoscenza per i benefici ricevuti, timore di danni futuri o infine per qualsiasi altro motivo, accettano una posizione nel partito che professa tali dottrine e favorisce simili disegni, permettendo così che li si annoveri pubblicamente tra gli affiliati,  membri titolati che lavorano sotto le sue bandiere. Questi disgraziati sono i primi complici, i grandi complici di tutte le iniquità del loro partito; anche se essi non le conoscono affatto nel dettaglio, essi ne sono i veri coautori  e partecipano alle immense responsabilità che queste iniquità comportano.
È così che noi abbiamo visto nella nostra patria delle brave persone, eccellenti padri di famiglia, onorevoli commercianti o artigiani, figurare nei ranghi del partito il cui programma comprende usurpazioni, rapine, senza alcuna giustificazione possibile davanti all'onestà umana.
Essi sono dunque responsabili davanti a Dio di questi attentati come il partito che se ne era reso colpevole, tenuto conto tuttavia che il partito non li considera come dei fatti accidentali, ma come la conseguenza logica del cammino che esso si è tracciato. L'onorabilità di questi individui serve solamente a rendere la loro complicità più grave, poiché è chiaro che  se un partito non fosse composto che di uomini senza onore né legge, non ci sarebbe granché da temere da esso. Ciò che c'è di odioso è il prestigio conferito a un partito malvagio da persone relativamente buone, che gli fanno onore e lo raccomandano figurando nei suoi ranghi.

2°) senza essere formalmente affiliati a un partito liberale, e anche dichiarando apertamente di non appartenergli, si contrae tuttavia la complicità liberale allorquando si manifestano per quel partito delle simpatie pubbliche, si lodano i suoi membri si difendono e si scusano i suoi giornali o si assiste alle sue feste. La ragione di ciò è evidente: l'uomo, se brilla un poco per la sua intelligenza o posizione sociale, favorisce grandemente una qualsiasi idea, dal momento che egli si mostra in relazione più o meno amicale con i suoi fautori. Egli fa più con il suo prestigio personale che se egli donasse del denaro, delle armi o qualche altro aiuto materiale; così, per esempio, un cattolico e soprattutto un prete che onori con la sua collaborazione un giornale liberale lo favorisce manifestatamente con il prestigio della sua firma, anche se essa non difende la parte malvagia del giornale, anche se con questa medesima , strappate volano alla traduzione, a La correzione di notte firma egli rende pubblico il suo distacco per quello che c'è di malvagio in questo giornale. Certe volte si afferma che questo è un mezzo per far ascoltare la voce della verità a un grande numero di lettori che non l’ avrebbero ascoltata se fosse stata presentata in un altro foglio; questo è vero, ma d'altra parte, la firma di un uomo per bene nelle colonne di un giornale malvagio, è sufficiente per accreditarlo agli occhi di lettori poco capaci di distinguere la dottrina di un articolo da quella di un altro. Da ciò ne consegue che ciò che deve fare da contrappeso al male o esserne la compensazione, si trasforma, per la generalità dei lettori, in una effettiva raccomandazione. Non abbiamo talvolta sentito dire: " questo un giornale malvagio? Ma no, certamente, poiché ha per collaboratore tal dei tali.".
È così che ragiona la massa, e la massa forma pressoché la totalità del genere umano.
Disgraziatamente una tale complicità è ben frequente ai nostri giorni.

3) Ci si rende colpevoli di vera complicità se si vota per quei candidati liberali, anche quando non si vota per essi perché siano tali, ma a causa delle loro opinioni in economia politica, in amministrazione,etc. etc. poiché, anche se questo deputato allora fosse d'accordo con il cattolicesimo su una questione, è evidente che sulle altre, egli parlerà e voterà come un eretico e che, facendosi complice delle sue eresie, lo si metterà in condizione di scandalizzare il paese.

4) E’ fare atto di complicità abbonarsi un giornale liberale o raccomandarlo in un giornale di sana dottrina; è fare atto di complicità deplorare la sua chiusura o la sua sospensione per un falso spirito di cameratismo o per un sentimento di cortesia non meno falso. Abbonarsi a un giornale liberale, e fornire del denaro per fomentare il liberalismo , e ancor più,  portare con il proprio esempio un'altra persona imprudente a leggerlo. Inoltre si finirà per procurare alla propria famiglia e ai propri amici una lettura più o meno avvelenata. Quanti cattivi giornali sarebbero obbligati a rinunciare alle propria dannosa e deplorabile propaganda se essi non fossero sostenuti da abbonati troppo ingenui! Diremo la stessa cosa per i luoghi comuni usati tra giornalisti. “ Nostro stimabile collega”;" vi auguriamo numerosi abbonamenti";" prendiamo parte ai dispiaceri del nostro collega", modi di dire in uso quando si tratta dell'apparizione o della sospensione di un foglio liberale.
Questo cameratismo non dovrebbe esistere tra soldati che combattono sotto due bandiere così opposte come quelle di Dio e di Satana. Quando uno di questi giornali è sospeso o cessa di essere pubblicato, bisognerebbe rendere grazie a Dio, poiché la sua Divina Maestà conta un nemico di meno., E nel giorno della sua apparizione, ben lontano dal salutare la sua nascita, occorrerebbe piangerla come una calamità.

5°) Amministrare, stampare, vendere, distribuire, annunciare o sovvenzionare dei giornali o libri liberali, anche se nel contempo vengano stampati buoni libri e che ciò si faccia per mestiere, come mezzo materiale di provvedere al proprio sostentamento, è ancora peccare di complicità.

6°) E’ complicità da parte di padri di famiglia, direttori spirituali, capo reparti, professori e istitutori conservare il silenzio quando li si interroga su questo argomento, o anche semplicemente non spiegarsi su questa questione quando siano obbligati ad aiutare la coscienza dei loro subordinati.

7°) qualche volta è anche complicità tacere le proprie buone e sane convinzioni, dando così motivo di pensare che esse siano malvagie; occorre non dimenticare che in 1000 circostanze vi è obbligo per il cristiano di rendere una pubblica testimonianza alla Verità, anche senza esserne richiesto.

8°) E’ complicità acquistare, senza autorizzazione della Chiesa, beni appartenenti al clero o alle opere di beneficenza, anche se messi all'asta pubblica, a meno che ciò non sia per renderli al loro legittimo proprietario. È complicità riscattare delle rendite ecclesiastiche senza il permesso del loro vero proprietario, per quanto redditizia possa essere l'operazione. È complicità intervenire come agenti in tali acquisti e vendite, pubblicare annunci d'asta, imporre delle ammende, etc. etc. tutti questi atti comportano per di più, per loro stessi, l'obbligazione di restituire la quota della spoliazione.

9°) E’ anche complicità, in qualche modo, di prestare la propria casa o di affittarla per delle opere liberali, quali per esempio: scuole laiche, circoli, uffici per redazioni dei giornali liberali,etc. etc.

10°) E’ complicità celebrare delle feste civiche o religiose in onore di avvenimenti notoriamente liberali o rivoluzionari; assistere volontariamente a queste feste; organizzare delle esequie patriottiche a carattere più rivoluzionario che cristiano; pronunciare l'elogio funebre di defunti notoriamente liberali; ordinare le loro tombe di corone o  di fasce etc. etc. Quanti imprudenti hanno, per tali diverse cause, vacillato nella loro fede!
Noi  comprendiamo in queste poche indicazioni solo le complicità più frequenti in questa materia. Esse possono variare tanto quanto gli atti nella vita di un uomo, il cui numero infinito sfugge il segreto della finanziaria guerra a qualsiasi classificazione.
La dottrina che abbiamo stabilito è senza dubbio gravosa, ma, se la teologia morale è sicura, applicata ad altri errori e ad altri crimini, perché non lo sarebbe applicata all'errore, oggetto attuale del nostro esame?
 

1 commento:

  1. Ultimo intervento di Bergoglio:
    http://www.repubblica.it/cultura/2013/09/11/news/sintesi_lettera_bergoglio-66283390/?ref=HREA-1

    Che ne pensate?

    RispondiElimina

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