lunedì 16 settembre 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 18°)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
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Cap. 18
Segni o
sintomi dai quali si può riconoscere che è un libro, un giornale o una persona
sono infettati o solamente intaccati dal liberalismo.
In questa
varietà, o meglio in questa moltitudine di sfumature e di mezze tinte che offre
la famiglia bizzarra del liberalismo, si possono scoprire dei segni o delle note caratteristiche, per mezzo dei
quali sia facile distinguere quello che è liberale da colui che non lo è ?
Ecco ancora un'altra questione molto pratica per il
cattolico del nostro tempo, questione che si presenta tanto sotto una forma,
tanto sotto un'altra, e che il teologo moralista è frequentemente chiamato a
risolvere.
Per
facilitarne la soluzione, noi divideremo i liberali (persone o scritti) in tre
classi:
1) liberali
esaltati
2) liberali
moderati
3) liberali
impropriamente detti, o solamente intaccati di liberalismo.
Proviamo a
fare una descrizione semi- fisiologica di ciascuno di questi tipi. È uno studio
che non manca di interesse.
Il liberale esaltato
si riconosce in primo luogo perché egli non cerca né di negare né di nascondere
la sua perversità. Egli è nemico dichiarato del Papa, dei preti, e di tutto ciò
che è ecclesiastico; basta che una cosa sia consacrata perché essa ecciti il
suo implacabile odio.
Tra i
giornali ricerca i più incendiari; vota per i candidati più apertamente empi, e
del suo funesto sistema accetta tutte le conseguenze perfino le più estreme.
Egli
si vanta di vivere al di fuori delle pratiche religiose, e a malapena le
tollera dalla propria moglie e dai propri figli; egli appartiene ordinariamente
alle società segrete e muore quasi sempre senza i conforti della chiesa.
Il
liberale moderato è ordinariamente malvagio quanto il precedente tipo; ma prende grande cura di non sembrarlo. Le buone
maniere e le convenienze sociali sono tutto; a parte questo punto, tutto il
resto gli importa poco.
Incendiare
un convento non gli pare conveniente, però impadronirsi del suolo di un
convento incendiato gli sembra molto più regolare e tollerabile.
Che
un miserabile giornale scandalistico dei bassifondi venda le sue bestemmie in
prosa, versi o caricature, dove andiamo di tutto insieme in una copia, è un
eccesso che egli proibirebbe, ed egli si dispiace anche che un governo
conservatore non lo proibisca; ma, che si dicano assolutamente le stesse cose
in stile elegante, in un libro ben stampato o in un dramma dai versi sonori,
soprattutto se l'autore è un accademico o qualche cosa del genere, egli, il
liberale moderato, non vede in ciò più alcun inconveniente. Al solo nome di"
circolo" è preso da sudori freddi e da febbre poiché, dice, è in quel
luogo che si seducono le masse e si sconvolgono i fondamenti dell'ordine
sociale; ma, secondo lui si può perfettamente consentire all'apertura di "
liberi" Atenei.
Chi
oserebbe condannare la discussione scientifica di tutti i problemi sociali? In
effetti, una scuola senza catechismo è un insulto alla nazione cattolica che la
paga; ma una Università cattolica, cioè una in università interamente
sottomessa al catechismo, o più esattamente al criterio della fede, non era
buona che ai tempi dell'inquisizione. Il liberale moderato non detesta il Papa;
soltanto egli condanna certe pretese della Curia romana e certe esagerazioni
dell'ultramontanismo che non quadrano affatto con le idee del giorno. Egli ama
i preti, soprattutto quelli che sono illuminati, cioè quelli che la pensano
come lui in una maniera moderna, quanto ai" fanatici" e ai
reazionari, li evita o li compiange. Egli frequenta la chiesa e talvolta si
avvicina anche i sacramenti; ma la sua massima è che, nella chiesa, si deve vivere dai
cristiani, e che, fuori della chiesa, conviene vivere secondo le usanze del
secolo nel quale si è nati, senza ostinarsi a remare contro corrente. Egli
naviga così tra due fuochi, muore d'ordinario con un prete al suo fianco, ma la sua biblioteca è piena di libri proibiti.
Il
cattolico semplicemente intaccato dal liberalismo si riconosce in
quell'uomo per bene dalle pratiche
sinceramente religiose il quale pur
tuttavia esala un odore di liberalismo per tutto quello che dice, scrive, o
tiene tra le sue mani. Egli potrebbe dire alla sua maniera, come madame de
Sévigné," io non sono la rosa, ma mi sono avvicinata ad essa e ho preso
qualcosa del suo profumo". Questo brav'uomo ragiona, parla e agisce come un
liberale senza ch'egli lo sospetti. Il suo forte è la carità, egli è la carità
stessa, da quale orrore è travolto per le esagerazioni della stampa
ultramontana!
Trattare
da malvagio l'uomo che diffonde delle idee malvagie, agli occhi di questo
singolare teologo, è peccare contro lo Spirito
Santo.
Per
lui non ci sono altro che degli smarriti. Non si deve né resistere né
combattere; ciò che senza tregua bisogna sforzarsi di fare è di"
attirare". Smorzare il male sotto l'abbondanza di bene, questa è la sua
formula favorita, letta un giorno per caso in Balmés, e la sola cosa che egli
abbia ritenuta del grande filosofo catalano. Del Vangelo, egli cita solamente i
testi dal sapore zuccherino e melato. Le terribili invettive contro il
farisaismo gli fanno, si direbbe, l'effetto di stravaganze e di eccessi del
linguaggio da parte del divino Salvatore. Ciò non gli impedisce di servirsene,
d'altra parte, e molto duramente, contro questi fastidiosi ultramontani che
compromettono tutti i giorni con la loro mancanza di misura la causa di una
religione tutta pace e amore. Contro di loro, quest'uomo colorato di
liberalismo, di solito così dolce, si mostra acerbo e violento.
Contro
di loro il suo zero è amaro, la sua polemica è acre, la sua carità aggressiva.
E’ A costui che si indirizzava padre Félix,
in un celebre discorso in cui, a proposito di accuse di cui l'eminente Louis
Veuillot era l'oggetto, egli esclamava:
"
Signori, amiamo e rispettiamo perfino i nostri amici" . Ma no, il nostro
uomo" colorato liberale" non agisce in questo modo. Egli conserva
tutti i tesori della sua tolleranza della sua carità per i nemici giurati della
sua fede! Che c'è di più naturale, il povero uomo,non vuole attirarli? Al
contrario, egli non ha che acre sarcasmo e crudele intolleranza per i più
eroici difensori della stessa medesima fede.
Riassumendo,
costui intaccato di liberalismo non ha mai potuto comprendere l'opposizione
diametrale di cui parla Santo Ignazio negli esercizi spirituali. Egli non
conosce altra tattica che quella di attaccare per il fianco, trasversalmente,
indirettamente, tattica che, in religione, può essere la più comoda, ma che non
è affatto la più decisiva. Certo egli vorrebbe vincere, ma a condizione di non
ferire il nemico, di non causargli né mortificazione, né problemi.
La
sola parola" guerra" gli logora i nervi cosicché egli dà tutte le sue
preferenze alla pacifica discussione. Egli è per i circoli liberali nei quali
si discute si delibera, e non per le associazioni ultramontani nelle quali si
dogmatizza e si condanna… In una parola, se si riconoscono i liberali esaltati
e moderati dai loro frutti, è principalmente per i suoi attaccamenti che l'uomo
intaccato dal liberalismo si fa riconoscere.
Questi
tratti certo sono approssimativi e lontani dall'essere esaurienti, sono
tuttavia sufficienti a discernere prontamente i tipi della famiglia liberale ai
loro diversi gradi.
Per
riassumere in qualche parola i tratti più caratteristici della loro rispettiva
fisionomia, noi diremmo che il liberale esaltato ruggisce il suo liberalismo,
che il liberale moderato lo promuove e che il povero liberale "
colorato" lo sospira e lo geme.
"
Tutti sono peggio" come diceva dei suoi genitori in monello del racconto
popolare. Tuttavia bisogna riconoscere che il primo è sovente paralizzato nella
sua azione dal proprio furore; che il terzo di condizione ibrida è, per sua
natura, sterile e infecondo, mentre il secondo è il tipo satanico per
eccellenza; egli è nel nostro tempo la vera causa delle devastazioni liberali.
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Perbacco, leggendo del cattolico liberale pareva di leggere dei "papi" designati a partire da Roncalli !
RispondiEliminaProprio un'etichettatura perfetta!
Quindi Roncalli, Montini, Woityla, Ratzinger e Bergoglio sono ammalati dello stesso virus:il liberalismo.
Papi liberali o pseudo-papi, quindi liberali con venatura di cattolicesimo?