Da nobis, quæsumus,
omnípotens Deus:
ut, qui nova incarnáti
Verbi tui luce perfúndimur;
hoc
in nostro respléndeat ópere, quod per fidem fulget in mente.
Per eúmdem Dóminum
nostrum Iesum
Christum Fílium tuum, qui tecum vívit
et regnat in unitáte Spíritus Sancti,
Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. - Amen.
Da, quæsumus,
omnípotens Deus:
ut, qui beátæ Anastásiæ
Mártyris
tuæ solémnia cólimus;
ejus apud te patrocínia
sentiámus.
Per Dóminum nostrum
Iesum
Christum Fílium tuum, qui tecum vívit
et regnat in unitáte Spíritus Sancti,
Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. - Amen.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che, essendo inondati
dalla nuova luce del Tuo Verbo incarnato, risplenda nelle nostre opere
ciò che per virtù della fede brilla nella nostra mente. Per lo stesso
Signore nostro Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te
nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. -
Amen.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che, celebrando la
solennità della Tua Martire Anastasia, possiamo godere presso di Te il
beneficio del suo patrocinio. Il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per
tutti i sécoli dei sécoli.
M. - Amen.
EPISTOLA
Léctio Epístolæ b. Páuli Ap. ad Titum, 3, 4-7
Caríssime: Appáruit
benígnitas et humánitas Salvatóris nostri Dei: non ex opéribus justítiæ,
quæ fécimus nos, sed secúndum suam misericórdiam salvos nos fecit, per
lavácrum regeneratiónis et renovatiónis Spíritus Sáncti, quem effúdit in
nos abúnde per Iesum Christum Salvatórem nostrum: ut iustificáti grátia
ipsíus, herédes simus secúndum spem vitæ ætérnæ: in Christo Iesu Dómino
nostro.
M. - Deo grátias.
Fratelli, anche noi un
tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta
di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni
di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà
di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha
salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua
misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento
nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo
di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia
diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.
M. - Deo grátias.
GRADUALE
Ps. 117, 26, 27 et 23 - Benedíctus qui venit
in
nómine Dómini: Deus Dóminus,
et
illúxit nobis.
A
Dómino factum est istud:
et
est mirábile in óculis nostris.
Sal.
117, 26, 27 et 23 - Benedetto Colui che viene nel nome del Signore: Il
Signore è Dio e ci ha illuminati. Questa è opera del signore: ed è
mirabile ai nostri occhi.
ALLELÚIA
Allelúia, allelúia.
Ps. 92, 1 - Dóminus regnavit, decórem índuit:
índuit
Dóminus fortitúdinem,
et
præcínxit se virtúte.
Allelúia.
Allelúia, allelúia.
Sal. 92, 1 - Il Signore regna, si ammanta di maestà: Il Signore si
ammanta di fortezza, e si cinge di potenza. Allelúia.
EVANGÉLIUM
Sequéntia
Sancti Evangélii secundum Lucam, 2, 15-20
In illo témpore:
Pastóres loquebántur ad ínvicem: Transeámus usque Béthlehem, et videámus
hoc verbum, quod factum est, quod Dóminus osténdit nobis.
Et venérunt festinántes: et invenérunt Maríam, et Joseph, et infántem
pósitum in præsépio. Vidéntes autem cognovérunt de verbo, quod dictum
erat illis de púero hoc. Et omnes, qui audiérunt, miráti sunt: et de
his, quæ dicta erant a pastóribus ad ipsos.
María autem conservábat
ómnia verba hæc, cónferens in corde suo.
Et revérsi sunt pastóres, glorificántes et laudántes Deum in ómnibus,
quæ audíerant, et víderant, sicut dictum est ad illos.
M. - Laus tibi Christe.
In quel tempo, appena
gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori
dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento
che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono dunque senz'indugio e
trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E
dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori
dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel
suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per
tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
M. - Laus tibi Christe.
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Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 1 per il Natale, 1-3; Pl 54, 190-193)
Riconosci, cristiano, la tua dignità
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è
spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che
distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne.
Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a
tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non
avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di
tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il
peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano,
perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l'impenetrabile
disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la
natura umana, l'assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore
della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso
schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria
a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama»
(Lc 2, 14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i
popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell'amore divino, di cui
tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi
l'umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per
mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita
misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, «e, mentre
eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo»
(cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle
sue mani.
Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e,
poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere
della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della
natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una
condotta indegna.
Ricòrdati
chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro.
Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei
stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del
battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un
ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti
di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il
tuo riscatto è il sangue di Cristo.