Prima di leggere che cosa ha detto Bergoglione nella sua falsa “Messa” Cattolica leggiamo con attenzione questo breve scritto del 1878 del Vicario Cardinale di Roma ai tempi di Sua Santita’ Leone XIII….
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Istruzione dell’Eminentissimo Cardinale Vicario ai parrochi di Roma, sopra i complici ed aderenti degli [agli] eretici ed apostati
Gli ammaestramenti che, per ordine del Sommo Pontefice Leone XIII, si danno ai parrochi, e per essi ai fedeli di Roma, metropoli del mondo cattolico, evidentemente devono essere accolti con la massima venerazione e posti in pratica dai fedeli di qualsiasi città e Nazione. Onde, come cosa spettante al Supremo Magistero del Vicario di Gesù Cristo, riproduciamo qui, dall’Osservatore Romano n. 174, l’istruzione mandata ai parrochi di Roma dall’Eminentissimo Cardinale Rafaele Monaco La Valletta, Vicario di Sua Santità.
La Santità di Nostro Signore Leone Papa XIII, Pastore supremo di tutta la Chiesa, ed in modo speciale di questa sua diletta Chiesa Romana, la quale in Lui e per Lui, secondo la divina disposizione, tiene il primato della podestà ordinaria su tutte lo chiese dell’universo, ed è madre e maestra di tutti i fedeli (Concilio Lugdunense II e Vaticano [I]), siccome è fortemente rammaricato delle persecuzioni che dovunque oramai soffre la Santa Chiesa di Gesù Cristo, cosi è afflittissimo per gli sforzi che si fanno qui in Roma al fine di rapire dal cuore de’ Romani il prezioso tesoro della Fede. Una delle cose che amareggiano l’animo paterno del Santo Padre, secondoché scorgesi dalla Lettera che si è degnato d’indirizzarmi sotto i 26 di giugno passato prossimo, è l’improntezza [la volontà d’importunare] con cui eretici di varie sètte sono venuti a stanziarsi qui in Roma, e vi fanno scuola di eresia, per pervertire questo popolo e per insidiare in ispecie la gioventù incauta e facile a piegarsi all’errore siccome al vizio.
Purtroppo si avvera al presente quel che il Martire Cipriano scriveva al Santo Pontefice Cornelio, essere tale l’ardimento degli eretici, che osavano navigare fino alla cattedra di Pietro ed alla Chiesa principale, da cui l’unità sacerdotale trae la sua origine. Ma dall’altra parte vi è tutta la ragione a sperare, che abbia ad avverarsi quel che il Santo Martire subito soggiungeva, cioè che gli eretici non riflettono trattarsi di Romani, la cui fede è stata celebrata in tutto il mondo dall’Apostolo Paolo (ROMANI I,8), sicché ad essi la perfidia non trova accesso (CYPR. Ep. ad Corn. ed. Baluz, pag.86).
Sono veramente grandi gli sforzi che fanno in Roma, fin da quando fu essa tolta al regime temporale della Santa Sede, gli eretici ed i settari, coll’oro che ricevono in gran copia da’ Paesi di oltremare. Oltre a parecchi templi, e sale di conferenze cui [che] eressero nelle vie più popolose quasi ad insulto, si sono aperte ben dieci scuole maschili e femminili, nonché alcuni convitti ed asili diretti da pro- testanti, con la mira ben palese di diffondere il veleno de’ loro errori, insieme col pane e con gli aiuti materiali, di cui son larghi ai loro uditori e scolari, abusando della miseria sempre crescente in mezzo a questa popolazione. Ma a gloria di Dio, e ad La Civiltà Cattolica, anno vigesimonono, serie X, vol. VII, anno 1878, pp. 474477. onore dei fedeli di Roma, ho la consolazione di poter confessare pubblicamente, con San Cipriano testé mentovato [menzionato], che per quanto siano grandi e sopram- modo [moltissimo] seducenti questi sforzi ereticali, pure non riescono gran fatto nel loro reo intendimento: le loro conquiste sono scarsissime, e tra i Romani molto meno che fra le persone sopravvenute in Roma in questi ultimi anni. Ciò nondimeno e Romani, e quanti convengono da tutte [le] parti in Roma, versano in pericolo di perdere la Fede, dono preziosissimo e fondamento di tutti i beni celesti, se non sono premunìti contro le frodi e le seduzioni ereticali.
È cosa veramente deplorevole che si abbiano a premunire i Romani contro l’eresia protetta e favorita nella loro città, capo e centro della Chiesa di Gesù Cristo. Ma poiché siamo costretti di veder profanata questa Città santa, e l’eresia alzar la testa sotto gli occhi del Maestro Infallibile della Fede, e provocare il popolo Romano alla ribellione contro la Chiesa Romana che ne forma il maggior vanto; ho giudicato debito del mio officio di richiamare alla memoria di tutti, che gli apostati, gli eretici e gli scismatici di qualsivoglia setta, e con qualunque nome si chiamino, contraggono la scomunica maggiore, riservata in modo speciale al Sommo Pontefice; ed ho stimato pur necessario di tracciare alcune norme, mercé le quali, coll’aiuto dei parrochi e de’ confessori, i fedeli siano avvertiti de’ loro doveri di fronte alle insidie lusinghevoli degli eretici.
Queste norme sono state assoggettate, come è dovere, al supremo giudizio del Santo Padre; il quale, udito il parere di una Congregazione di Eminentissimi Cardinali miei colleghi, le ha sancite ne’ termini seguenti.
1° Incorrono nella scomunica maggiore, riservata al Papa tra le specialissime, tutti coloro i quali, anche senza l’animo di aderire all’eresia, e per solo rispetto umano, danno il loro nome alle sètte degli eretici di qualsiasi denominazione.
2° A più forte ragione incorrono nella stessa pena, quelli che prendono parte alle funzioni acattoliche o servizii, come s’usa dire, ovvero ascoltano il predicante coll’animo di arrendersi a lui, quante volte, com’essi empiamente dicono, li persuada.
3° Cosi pure incorrono nella medesima scomunica, quelli che, fattisi autori dell’altrui spirituale rovina, inducono in qualsivoglia modo e fanno andare o venire altri nelle sale e nei templi eretici ad udire le conferenze.
4° E finalmente sono pure innodati [annodati, colpiti] della stessa pena, tutti coloro che pubblicano con le stampe gl’inviti alle sopraddette conferenze, ed i temi delle medesime, a causa del favore che prestano con tale azione alla propagazione o alla conferma dell’eresia.
È severamente proibito dì entrare per mera curiosità scientemente nelle sale e ne’ templi protestantici nell’ora delle conferenze; e peccano pur gravemente tutti coloro che, per mera curiosità, ascoltano le conferenze dei protestanti, ed assistono sia pure materialmente alle cerimonie acattoliche, e tutti quegli artisti che, anche solo per fine di lucro, vanno a cantare e suonare nei templi protestantici; e i tipografi, anche subalterni che, per non essere cacciati via dai loro capi, compongono i caratteri per la stampa dei libri degli eretici; con questo di più che, se trattisi di quei libri di eretici nei quali è insegnata e sostenuta l’eresia, anche i tipografi secondari incorrono nella scomunica maggiore riservata in special modo al Papa.
Né da peccato mortale vanno scagionati gli architetti, appaltatori e capomastri, i quali prestano la loro opera, e lavorano per la costruzione ed ornato di un qualche tempio protestante. Ma quanto ai muratori ed altri operai subalterni potranno essere scusati da peccato, purché nel fatto loro non vi sia scandalo, né si faccia il lavoro in disprezzo della religione cattolica. Ma sarà a tutta cura e diligenza dei parrochi e dei confessori l’istruire questa povera gente, che anche da tale opera materiale è debito l’astenersi, quando il lavoro si ritenga comunemente come segno protestativo [di dichiarazione aperta] di falsa religione; e quando l’opera stessa contenga qualche cosa che sola e direttamente significhi o riprovazione del culto cattolico od approvazione del riprovato culto ereticale; o quando consti ch’essi sono dagli eretici protetti o chiamati a lavorare in disprezzo della Cattolica Religione; e poi in nessun caso è lecito d’intendere [avere la finalità] di cooperare al culto ereticale.
Molto più finalmente [infine] si fanno rei di peccato enormissimo i padri e le madri che, veramente crudeli verso le anime dei loro figliuoli, mandano questi alle scuole protestantiche, e peggio anche se ad andarvi li costringono. È evidente che questi tali genitori sono al tutto da riprovare e detestare nel loro misfatto, e deve procurarsene il ravvedimento in tutti i modi possibili, e frattanto devono essere tenuti lontano, come manifestamente incapaci ed indegni, dai Sacramenti, finché non abbiano ritirato i loro figliuoli da sì ree scuole.
Anche i figliuoli per la cosa in sé considerata, certamente accedendo a tali scuole, sì fanno rei di grave peccato. Ma nel caso di vera coazione [in cui siano stati davvero costretti], il confessore, pesate le circostanze di persone e di fatto, adoperi verso loro con le regole da provati autori suggerite per simili contingenze.
Sia cura dei reverendi parroci di tener vive queste prescrizioni nella mente dei fedeli, e leggere questa istruzione nella Messa parrocchiale o in altra funzione più frequentata nei dì festivi.
Roma dal Vicariato, il 12 di luglio 1878
RAFAELE CARDINALE VICARIO
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Ora leggiamo le terribili parole di Bergoglio e vediamo se la sua pessima figura, di eretico, rientri in ciò ché lo scritto precedente condanna con la scomunica…
Bergoglio: "Pio XII ci liberò da quella croce tanto pesante che era il digiuno eucaristico». «Alcuni di voi forse ricordano. Non si poteva neppure bere un goccio d’acqua. Neppure! E per lavarsi i denti, si doveva fare in modo che l’acqua non venisse ingoiata. Ma io stesso da ragazzo sono andato a confessarmi di aver fatto la comunione, perché credevo che un goccio d’acqua fosse andato dentro. È vero o no? È vero. Quando Pio XII ha cambiato la disciplina – "Ah, eresia! No! Ha toccato la disciplina della Chiesa!" - tanti farisei si sono scandalizzati. Tanti. Perché Pio XII aveva fatto come Gesù: ha visto il bisogno della gente. "Ma povera gente, con tanto caldo!". Questi preti che dicevano tre Messe, l’ultima all’una, dopo mezzogiorno, in digiuno. La disciplina della Chiesa. E questi farisei erano così – "la nostra disciplina" - rigidi nella pelle, ma, come Gesù gli dice, "putrefatti nel cuore", deboli, deboli fino alla putredine. Tenebrosi nel cuore».
«Anche la nostra vita può diventare così - ha detto ancora Francesco - anche la nostra vita. E alcune volte, vi confesso una cosa, quando io ho visto un cristiano, una cristiana così, col cuore debole, non fermo, non saldo sulla roccia – Gesù – e con tanta rigidità fuori, ho chiesto al Signore: "Ma Signore buttagli una buccia di banana davanti, perché faccia una bella scivolata, si vergogni di essere peccatore e così incontri Te, che Tu sei il Salvatore".
http://vaticaninsider.lastampa.it/…/francesco-francis-fran…/
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Evidentemente la figura dei cosiddetti Pontefici Conciliari rientra nelle categorie di anti cattolici descritti nello scritto del 1878 del Vicariato di Roma. Codesti Signori pensano che la Chiesa di Nostro Signore sia loro possesso da avere il diritto di distorcere la Parola di Dio per inzozzare la dottrina cattolica con le loro perniciose eresie. Pensano che oramai la Chiesa si sia modellata massonicamente in un mostro ecumenico che comprenda in essa ogni sorta di eresia, ma questi impostori travestiti di bianco fanno i conti senza il Signore pensando essi stessi di esserne superiori. Il Signore l’ha promesso “le porte degli inferi non prevarranno contro di Essa”. A noi altro non rimane che attendere la terribile vendetta del Signore contro i suoi superbi nemici che ora hanno occupato abusivamente le mura della Chiesa pregando e sperando che il giorno del “FONDITORE” NON CI COLGA IMPREPARATI e peggio ancora impelagati con la satanica Chiesa Conciliare…
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O santa Chiesa Romana, nostra roccaforte, eccoci raccolti entro le tue mura, attorno alla tomba di quel pescatore le cui ceneri ti proteggono sulla terra, mentre la sua immutabile dottrina ti illumina dall’alto del cielo. Ma se tu sei forte, è per il Signore che sta per venire. Egli è il tuo baluardo, poiché è lui che abbraccia tutti i tuoi figli nella sua misericordia; egli è la tua fortezza invincibile poiché per lui le potenze dell’inferno non prevarranno contro di te. Apri le tue porte, affinché tutti i popoli facciano ressa nella tua cinta: poiché tu sei la maestra della santità, la custode della verità. Possa l’antico errore che si oppone alla fede cessare presto, e la pace stendersi su tutto il gregge! O santa Chiesa Romana, tu hai riposto per sempre la tua speranza nel Signore; ed egli a sua volta, fedele alla promessa, ha umiliato davanti a te le alture superbe, le roccaforti dell’orgoglio. Dove sono i Cesari, che credettero di averti annegata nel tuo stesso sangue? Dove sono gli IMperatori che vollero attentare all’inviolabile verginità della tua fede? Dove i settari che ogni secolo, per così dire, ha visto accanirsi l’uno dopo l’altro intorno agli articoli della tua dottrina? Dove sono i prìncipi ingrati che tentarono di asservirti dopo che tu stessa li avevi innalzati? Dov’è l’Impero della Mezzaluna che tante volte ruggì contro di te, allorché, disarmata, ricacciavi lontano l’orgoglio delle sue conquiste? Dove sono i Riformatori che pretesero di costituire un Cristianesimo senza di te? Dove sono quei sofisti moderni, ai cui occhi non eri più che un fantasma impotente e tarlato? Dove saranno, fra un secolo, quei re tiranni della Chiesa, quei popoli che cercano la libertà fuori della verità?
Saranno passati con il rumore del torrente; e tu invece sarai sempre calma, sempre giovane, sempre senza rughe, o santa Chiesa Romana, assisa sulla pietra inamovibile. Il tuo cammino attraverso tanti secoli, sotto il sole che fuori di te illumina sole le variazioni dell’umanità. Donde ti viene questa solidità, se non da colui che è la Verità e la Giustizia? Gloria a lui in te! Ogni anno, egli ti visita; ogni anno, ti reca nuovi doni, per aiutarti a compiere il pellegrinaggio, e sino alla fine dei secoli, verrà sempre a visitarti, a rinnovarti, non solo mediante la potenza di quello sguardo con il quale rinnova Pietro, ma riempiendoti di se stesso, come riempì la Vergine gloriosa; l’oggetto del tuo più tenero amore, dopo quello che porti allo Sposo. Noi preghiamo con te, o Madre nostra, e diciamo: Vieni, Signore Gesù! Il tuo nome e il tuo ricordo sono il desiderio delle anime nostre; esse ti desiderano durante la notte, e i nostri intimi sospiri ti cercano.
Testo di Prosper Gueranger (raccolto a cura di Piergiorgio Seveso)
E,già perchè secondo questo pseudo-papa "Gesù si è fatto peccato per noi...."
RispondiEliminaDi strafalcioni ne dice parecchi e purtroppo non sono mancanza di conoscenza della lingua italiana, ma mancanza di conoscenza di dottrina elementare cattolica. Ovvero conosce la variante eretica della dottrina cattolica e, come quando parla di variazione della normativa, confonde la variazione di normativa con variazione di dottrina....
Una variazione di norma è adeguata e possibile quando non muta la "sostanza" del sacramento.
Ovvero se un sacerdote battezza secondo la formula lecita sollevandosi le maniche del vestito per non bagnarsi le maniche, non commette alcun illecito. Ma se dimentica od omette di recitare la formula completa, il battesimo diventa invalido poichè ha modificato la "sostanza" che è dentro la norma (ossia il rituale ).
Questo individuo intriso di confusa dottrina cattolica (ad essere generosi) spaccia quindi per dottrina una norma modificata dal papa Pio XII riguardante le modalità del digiuno precedente la S. Comunione.
Povero Pio XII usato come esempio falso per spacciare le nuove "verità" dei sedenti sul trono petrino, senza esserne degni !