M. - Deo grátias.
domenica 25 settembre 2016
DOMÍNICA XIX POST PENTECOSTEN - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Ephésios, 4, 23-28
Fratres: Removámini
spíritu mentis vestræ, et indúite novum hóminem, qui secúndum Deum
creátus est in iustítia, et sanctitáte veritátis. Propter quod
deponéntes mendácium, loquímini veritátem uniusquísque cum próximo suo:
quóniam sumus ínvicem membra.
Irascímini, et nolíte peccáre: sol non óccidat super iracúndiam vestram.
Nolíte locum dare diábolo: qui furabátur, iam non furétur; magis áutem
labóret, operándo mánibus suis, quod bonum est, ut hábeat unde tríbuat
necessitátem patiénti.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
Fratelli: dovete
rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo,
creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando
alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo
membra gli uni degli altri. Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole
sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a
rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le
proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. M. - Deo
grátias.
GRADUALE
Ps.
140, 2 - Dirigátur orátio mea, sicut incénsum in conspéctu tuo, Dómine.
Elevátio mánuum meárum sacrifícium vespertínum.
EZECHIELE (7):«Figlio dell’uomo, riferisci: così dice Dio, mio Signore, alla terra d’Israele: la fine!"...
di Arai Daniele
Vi è il momento storico, descritto
da San Paolo, in cui tutti hanno ugualmente peccato in rapporto al Verbo
di Dio rivelato: può non essere questo che si vive oggi con la
contaminazione religiosa provocata dalla generale apostasia delle
nazione una volta cristiane? Un’apostasia che resta decisamente marcata
dall’adulterio ecumeno-ecologista vissuto con la nuova «religione di
Assisi», ormai consolidata nel suo globale abominio, dilagante e
infestante.
Ma l’apostasia di quella Roma che si
presenta ancora come nuova Israele, la Chiesa Cattolica, viene, come in
uno specchio, ripetuta in modo simile nella vecchia Gerusalemme aperta
agli idoli. Quale sarà il risultato di quanto è offesa a Dio e si ripete
ovunque con la scusa di arrivare alla miglior convivenza, alla
sicurezza e alla pace. Quale pace avranno?
Conferenza interreligiosa di capi spirituali orientali e giudei
Per la prima volta nella storia di Israele, il Ministero degli Affari Esteri di Israele, in collaborazione con l’American Jewish Committee e
il Consiglio mondiale dei leader religiosi ha tenuto una conferenza
presso l’Università Ebraica di Gerusalemme per creare un partenariato
tra le grandi religioni orientali e l’ebraismo: «Antiche tradizioni,
realtà contemporanee – un incontro dei leader religiosi di
Israele-Asia». Tale conferenza pionieristica, ha avuto luogo tra il 11 e
il 15 settembre, e ha visto la partecipazione di 20 importanti
personalità spirituali delle grandi religioni orientali: induismo,
buddismo, taoismo, religione Sikh, il giainismo, shintoismo,
zoroastrismo, a cui parteciparono israeliani, inclusi rabbini da tutti i
rami del giudaismo.
La conferenza interreligiosa a
Gerusalemme, ufficialmente sponsorizzata dal governo israeliano apre
formalmente Israele alla spiritualità orientale. Gli altri due
principali sponsor sono: Il Consiglio Mondiale dei Leader Religiosi, che
si descrive come “un appello alle Nazioni Unite e alle sue agenzie nel
mondo, gli stati-nazione e altre organizzazioni internazionali, offrendo
saggezza e risorse collettive di tradizioni religiose per risolvere
gravi problemi globali.”
La conferenza ha affrontato problemi e
le preoccupazioni comuni per i leader spirituali di Israele e della
religioni orientale: Lo scopo della religione nella società moderna, la
protezione dei pianeta Terra, i diritti individuali e una società giusta
e il posto di leadership religiosa nel progresso del benessere globale e
della pace. I leader religiosi hanno incontrato il primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu.
Gli ebrei diventano ora noti per la loro
attrazione verso la spiritualità orientale, che porta all’invenzione
del termine “Bhu-ebrei” (BU-ebrei), riferito agli ebrei che praticano il
Buddismo. Non dimostra ciò che gli ebrei restano spiritualmente
affamati? Dopo aver sperimentato l’attrazione per il buddismo e altre
religioni orientali, come accade in Europa tempo fa, dove andranno? Una
unione tra ebraismo e altre religioni orientali può portare qualche
risposta spirituale? Quale Dio è quello delle religiosità globale?
Induismo, Buddismo, Taoismo, religione Sikh, giainismo, shintoismo,
zoroastrismo, possono essere sufficienti a soddisfare il loro spirito e
salvare? Continueranno a escludere proprio la Fede nel Messia rivelato
nel loro Antico Testamento, il Verbo di Dio incarnato, che è nato,
insegnato e fatto miracoli in quelle terre? Ma c’è di peggio!
Denuncia dell’apostasia di Assisi che compie 30 anni
Lettera di S. Ecc. Mons. Marcel
Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X, inviata a sette
cardinali per la condanna della giornata di preghiera per la pace
promossa da Giovanni Paolo II ad Assisi per il 27 ottobre 1986
Ecône, 27 agosto 1986
Eminenze,
Di fronte agli eventi attuali nella
Chiesa e di cui Giovanni Paolo II è autore, in previsione di ciò che si
propone di fare a Taizé e a Assisi nel prossimo mese di ottobre, non
posso fare a meno di indirizzarmi a voi per supplicarvi, in nome dei
numerosi sacerdoti e fedeli, di salvare l’onore della Chiesa umiliata
come non lo è mai stata nel corso della sua storia.
I discorsi e gli atti di Giovanni Paolo
II al Togo, in Marocco, in India, alla sinagoga di Roma, suscitano nei
nostri cuori una santa indignazione.
Cosa possono pensare di questo i Santi e
le Sante dell’Antico e del Nuovo Testamento? Cosa farebbe la Santa
Inquisizione se esistesse ancora? È il primo articolo del Credo e il
primo comandamento del Decalogo che sono derisi pubblicamente da colui
che è seduto sulla Cattedra di Pietro. Lo scandalo è incalcolabile nelle
anime dei cattolici.
La Chiesa è scossa nelle sue fondamenta.
Se la fede nella Chiesa Cattolica, unica arca di salvezza sparisce, è
la Chiesa stessa che scomparirà. Tutta la sua forza, tutta la sua
attività soprannaturale ha per base questo articolo della nostra fede.
domenica 18 settembre 2016
Suprema Sacra Congregazione del Sant'Uffizio Istruzione «Ecclesia Catholica»...
Suprema Sacra Congregazione del
Sant'Uffizio
Istruzione «Ecclesia
Catholica»
agli Ordinari diocesani,
sul «Movimento ecumenico»
20 dicembre 1949
agli Ordinari diocesani,
sul «Movimento ecumenico»
20 dicembre 1949
La Chiesa Cattolica, pur non
prendendo parte ai congressi ed alle altre riunioni ecumeniche, tuttavia non ha mai
desistito - come molti documenti pontifici dimostrano - né mai
in futuro desisterà di perseguire con particolare impegno e con
assidue preghiere a Dio ciò che tanto sta a cuore a Cristo
Signore, cioè che tutti coloro che credono in Lui «siano
riuniti insieme» (Gv.,
XVII, 23).
Ed infatti con affetto materno essa abbraccia tutti coloro che tornano a lei come all’unica vera Chiesa di Cristo; non possono mai essere abbastanza approvati e promossi tutti gli sforzi e le iniziative che, con il consenso dell’Autorità Ecclesiastica, sono stati intrapresi e portati a termine nella giusta istruzione di quanti desiderano convertirsi e nella maggiore formazione di coloro che ad essa si sono convertiti.
In molte parti del mondo, infatti, sia da molti eventi esterni e per mutazioni degli animi, sia soprattutto per le comuni preghiere dei fedeli, sotto il soffio della grazia dello Spirito Santo, nell’animo di molti dissidenti dalla Chiesa Cattolica è andato crescendo il desiderio di tornare all’unità di tutti coloro che credono in Cristo Signore. La qual cosa è senza dubbio motivo di santa letizia nel Signore per tutti i figli della Chiesa, ed insieme invito per aiutare coloro che cercano sinceramente la verità, invocando con la preghiera la luce e la forza su di essi.
I tentativi finora intrapresi da persone e gruppi diversi per la riconciliazione dei dissidenti cristiani con la Chiesa Cattolica, pur essendo ispirati da ottime intenzioni, non sempre sono informati a retti principi e, anche se questo avviene, nondimeno sono scevri dai pericoli, come l’esperienza dimostra.
Per la qual cosa a questa Suprema Sacra Congregazione, che ha la funzione di conservare integro e di proteggere il deposito della fede, è parso opportuno ricordare ed ordinare quanto segue:
1. Poiché la suddetta riunione è di pertinenza specialissima della funzione e dell’ufficio della Chiesa, è necessario che se ne interessino i Vescovi, che «lo Spirito Santo pose al reggere la Chiesa di Dio» (Atti, XX, 28). Essi dunque non solo dovranno sorvegliare con diligenza ed efficacia tutta questa attività, ma anche promuoverla e dirigerla con prudenza, sia per aiutare coloro che cercano la verità e la vera Chiesa, sia per allontanare dai fedeli i pericoli che possono facilmente seguire l'attività di questo Movimento.
Per la qual cosa essi dovranno essere continuamente aggiornati su tutto ciò che nelle loro diocesi viene realizzato e promosso per mezzo di detto Movimento. Essi designeranno a tal scopo Sacerdoti idonei che si attengano scrupolosamente alla dottrina ed alle norme prescritte dalla Santa Sede, cioè a quanto nelle Lettere Encicliche Satis cognitum, Mortalium animos e Mystici Corporis Christi riguarda il Movimento ecumenico e che vi facciano riferimento, nei modi e nei tempi stabiliti.
Ed infatti con affetto materno essa abbraccia tutti coloro che tornano a lei come all’unica vera Chiesa di Cristo; non possono mai essere abbastanza approvati e promossi tutti gli sforzi e le iniziative che, con il consenso dell’Autorità Ecclesiastica, sono stati intrapresi e portati a termine nella giusta istruzione di quanti desiderano convertirsi e nella maggiore formazione di coloro che ad essa si sono convertiti.
In molte parti del mondo, infatti, sia da molti eventi esterni e per mutazioni degli animi, sia soprattutto per le comuni preghiere dei fedeli, sotto il soffio della grazia dello Spirito Santo, nell’animo di molti dissidenti dalla Chiesa Cattolica è andato crescendo il desiderio di tornare all’unità di tutti coloro che credono in Cristo Signore. La qual cosa è senza dubbio motivo di santa letizia nel Signore per tutti i figli della Chiesa, ed insieme invito per aiutare coloro che cercano sinceramente la verità, invocando con la preghiera la luce e la forza su di essi.
I tentativi finora intrapresi da persone e gruppi diversi per la riconciliazione dei dissidenti cristiani con la Chiesa Cattolica, pur essendo ispirati da ottime intenzioni, non sempre sono informati a retti principi e, anche se questo avviene, nondimeno sono scevri dai pericoli, come l’esperienza dimostra.
Per la qual cosa a questa Suprema Sacra Congregazione, che ha la funzione di conservare integro e di proteggere il deposito della fede, è parso opportuno ricordare ed ordinare quanto segue:
1. Poiché la suddetta riunione è di pertinenza specialissima della funzione e dell’ufficio della Chiesa, è necessario che se ne interessino i Vescovi, che «lo Spirito Santo pose al reggere la Chiesa di Dio» (Atti, XX, 28). Essi dunque non solo dovranno sorvegliare con diligenza ed efficacia tutta questa attività, ma anche promuoverla e dirigerla con prudenza, sia per aiutare coloro che cercano la verità e la vera Chiesa, sia per allontanare dai fedeli i pericoli che possono facilmente seguire l'attività di questo Movimento.
Per la qual cosa essi dovranno essere continuamente aggiornati su tutto ciò che nelle loro diocesi viene realizzato e promosso per mezzo di detto Movimento. Essi designeranno a tal scopo Sacerdoti idonei che si attengano scrupolosamente alla dottrina ed alle norme prescritte dalla Santa Sede, cioè a quanto nelle Lettere Encicliche Satis cognitum, Mortalium animos e Mystici Corporis Christi riguarda il Movimento ecumenico e che vi facciano riferimento, nei modi e nei tempi stabiliti.
Nubius al Clero corrotto massonico:"Voi pescherete degli amici e li condurrete ai piedi della Cattedra Apostolica".
Segnalazione di Federico Prati
Alcune tappe del piano massonico contro la Chiesa (a cura di Claudio Prandini)
«Lasciate che vi additiamo la Massoneria come nemica, ad un tempo, di Dio,
della Chiesa e della Patria». (Leone XIII)
«La menzogna è la loro legge; il Demonio è il loro Dio; il loro culto è ciò
che vi ha di più vergognoso». (Pio VIII, in enc. “Traditi” del 1829)
«Sono quattrocento anni che noi scalziamo il cattolicesimo, la
macchina più forte che sia stata inventata in fatto di spiritualismo.
Essa è solida ancora, disgraziatamente; la Rivoluzione (massonica) è il
trionfo dell’uomo su Dio!».
(Lafargue – al Congresso di Liegi, nel 1865)
(Lafargue – al Congresso di Liegi, nel 1865)
«Tendete le vostre reti – invocava Nubius al clero affiliato alla
massoneria – tendetele al fondo delle sacrestie, dei Seminari e dei
Conventi! Voi pescherete degli amici e li condurrete ai piedi della
Cattedra Apostolica. Voi avrete così pescato una rivoluzione in tiara e cappa, preceduta dalla croce e
dal gonfalone; una rivoluzione che non avrà bisogno che di ben piccolo
aiuto per appiccare il fuoco ai quattro angoli del mondo»
Padre Pio disse a don Luigi Villa: «Coraggio, coraggio, coraggio!
perché la Chiesa è già invasa dalla Massoneria» aggiungendo: «La
Massoneria è già arrivata alle pantofole del Papa».
La Massoneria, vera chiesa di satana checchè ne dicano i suoi maestri
ed affigliati, è, di natura sua, diametralmente opposta alla Chiesa di
Gesù Cristo, alla quale infatti muove oggi la guerra più subdola in nome
del laicismo. Ebbene, contro la Chiesa laica di satana deve opporsi,
non solamente la forza sacerdotale, ma anche la forza laica della Chiesa
di Cristo. È alle due forze insieme unite che Dio ha riserbato in ogni
tempo la vittoria. Le porte dell’inferno, egli ha detto, non prevarranno
contro la mia Chiesa. Mai!
(Mons. Scalabrini)
(Mons. Scalabrini)
INTRODUZIONE
Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della
massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici
ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria
responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin
dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella
Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero
della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee
filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica.
filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19850223_declarationmasonic_articolo_it.html
Quasi nessuno ha le idee chiare sulla Massoneria. Ne diamo un abbozzo
della nascita, dell’organizzazione e degli scopi. I più, la credono una
Associazione di mutua assistenza; altri, la rievocano come una raccolta
di assassini politici, coi quali ha abbattuto numerosi Regni e Imperi,
Teste coronate, da Luigi XVI a Nicola II e all’ Impero Asburgico,
assieme alle loro Famiglie reali. E così via. Perciò, diamo un breve
schema di essa, benché non sia facile dare in poche linee un’idea
alquanto adeguata della sua realtà assai complessa.
Radunando gli elementi principali, iniziamo col dire che è una “società segreta” che forma i suoi iscritti con una “iniziazione” che li imbeve delle proprie massime che poi, a loro volta, devono iniettare nella società in cui vivono.
Radunando gli elementi principali, iniziamo col dire che è una “società segreta” che forma i suoi iscritti con una “iniziazione” che li imbeve delle proprie massime che poi, a loro volta, devono iniettare nella società in cui vivono.
mercoledì 14 settembre 2016
«Àlzati, giudice della terra, rendi ai superbi quello che si meritano! Fino a quando i malvagi, Signore, fino a quando i malvagi trionferanno? Sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori?» (Salmo 94, 2-4)...
Fonte: www.unavox.it
di Alejandro Sosa Laprida
Parte prima
Francesco ha infine trovato la tiara pontificia che gli si addice (1) Parte prima Introduzione.
- L’omosessualismo non più condannato, ma «integrato».
- Il laicismo va nel senso della «Storia».
«Ed a rompere senza più gl’indugi Ci
spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell’errore già non sono ormai
da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e
timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi
quanto meno sono in vista.
Alludiamo, o Venerabili Fratelli, a
molti del laicato cattolico e, ciò ch’è più deplorevole, a non pochi
dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la
Chiesa, scevri d’ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere,
tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si
dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima;
[…] Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici
della Chiesa i più dannosi.
Imperocché, come già abbiam detto, i lor
consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della
Chiesa, ma dentro di essa; ond’è che il pericolo si appiatta quasi nelle
vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto
essi la conoscono più addentro.
Di più, non pongono già la scure ai rami
od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre
di lei più profonde.»
(San Pio X, Enciclica Pascendi, 1907, 2-3)
Tavola delle materie
Introduzione.
- L’omosessualismo non più condannato, ma «integrato».
- Il laicismo va nel senso della «Storia».
- Chiesa e Sinagoga, una pari dignità.
- Eresie caratterizzate.
- Amoris laetitia: la distruzione del matrimonio e l’abolizione del peccato tramite la falsa misericordia.
- Il mondialismo e la «conversione ecologica».
- L’«eco-enciclica» Laudato Si’.
- Spaventose bestemmie.
- Sostegno all’islam e all’immigrazione musulmana in Europa.
- Francesco, Teilhard de Chardin e il panteismo.
- Francesco, parossismo dell’ecumenismo conciliare.
- La questione della pena di morte.
- Verso un governo mondiale.
Conclusione.
Introduzione
Parlare di Francesco potrebbe
rivelarsi, non solo un esercizio particolarmente sgradevole, ma
soprattutto pericoloso, per una duplice ragione che attiene sia al
passato sia al futuro. Circa il passato, vi è il rischio di focalizzare
eccessivamente l’attenzione sulla persona di Bergoglio, trascurando così
di ricordare da dove viene la crisi attuale, la quale, per
l’essenziale, non riguarda Francesco: lui non fa che esacerbarla e
condurla alle sue estreme conseguenze. Circa il futuro, c’è il rischio
di perdere di vista il senso di questa crisi spaventosa, rimanendo in
qualche modo «prigionieri» dell’incubo attuale e dimenticando che, Dio
permettendo, se ne parla per meglio far risplendere la gloria di Nostro
Signore quand’Egli si degnerà di intervenire per punire i malvagi,
ricompensare i giusti e restaurare ogni cosa.
Il primo rischio consiste dunque nel
perdere di vista il quadro d’insieme e nel sopravvalutare una persona a
detrimento dell’intero sistema di cui egli è solo una componente
interscambiabile. Il secondo rischio, ancora più grave, sta
nell’indebolimento della virtù teologale della speranza, dimenticando
che Nostro Signore ha già vinto il male e che noi, se Gli restiamo
fedeli, per grazia di Dio, partecipiamo alla Sua vittoria.
Ecco perché mi sforzerò
primariamente di dimostrare, circa il passato, che la radice degli
errori bergogliani affonda nel Vaticano II. Secondariamente, circa il
futuro e per non cadere nello scoraggiamento, tenterò di mettere in
risalto l’aspetto escatologico della crisi attuale, ricordando, come
dice San Paolo che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm.
8, 28); e che lo spiegamento del mistero d’iniquità, anche nel luogo
santo, è permesso da Dio per meglio far risaltare il Suo trionfo al
momento del Giudizio delle Nazioni:
il Dies Irae nel quale sarà annientato l’impero del male.
Corruptio optimi pessima, la corruzione del migliore è quanto c’è di peggio.
La più grande autorità morale sulla
terra messa al servizio del male e della menzogna, diviene
necessariamente il principale fattore rivoluzionario al mondo.
Come ho detto prima, quest’opera di
iniquità non è dovuta solo a Francesco, in quanto si è abbeverato alla
fonte avvelenata del Vaticano II e ne è divenuto l’ultimo dei propagatori, ma certo è che
con lui la rivoluzione nella Chiesa ha incontestabilmente raggiunto un
nuovo traguardo, ha effettuato un salto qualitativo: l’errore e la menzogna, la
blasfemia e il sacrilegio, sono divenute onnipresenti e si manifestano
con una sfrontatezza spudorata, tali da rendere irrespirabile
l’atmosfera spirituale.
A quasi tre anni e mezzo di pontificato, l’opera di devastazione perpetrata da Francesco supera ogni immaginazione:
bisogno di una conversione ecologica;
richiesta di perdono ai «gay» per essere
stati «discriminati» dalla Chiesa; costruire una «nuova umanità» con la
«cultura dell’incontro»; la Chiesa e la Sinagoga hanno una «pari
dignità»; Maria e la Chiesa hanno dei «difetti»; Lutero non si è
sbagliato sulla dottrina della giustificazione; gli Stati cattolici sono
incompatibili con il senso della «Storia»; i musulmani sono dei «figli
di Dio»; la pena di morte per i criminali è «inammissibile»; un giorno
la specie umana si estinguerà; non esiste il Dio cattolico; la
moltiplicazione dei pani non c’è stata; Dio si serve dell’evoluzione e
non è un «mago»; il matrimonio cristiano è solo un «ideale»; il
linguaggio dei luterani e quello dei cattolici riguardo all’Eucarestia è
«la stessa cosa»; la Chiesa ha avuto in passato dei «comportamenti
inumani», ma dopo il Vaticano II ha imparato «il rispetto» delle altre
religioni…
mercoledì 7 settembre 2016
IL VOMITO DI SATANA SUGLI USURPATORI MODERNISTI, CHE OCCUPANO ILLECITAMENTE LE SEDI DELLA CHIESA CATTOLICA, VIENE ALLA LUCE...
Il prete gay sposato da 8 anni: "Ho fatto sesso con un vescovo in Vaticano".
Il sacerdote ora vive è sposato da 8 anni. Ma non è stato cacciato dalla Chiesa: "Ai miei tempi si faceva sesso per far carriera in Vaticano".
Tony Adams è un prete cattolico americano, dichiaratamente gay. Il coming out di monsignor Krzysztof Olaf Charamsa - il teologo del Vaticano che a un giorno dal Sinodo ha dichiarato al mondo la sua omosessualità - non lo ha stupito.
Anzi. Due anni fa anche lui regalò alla Gazzetta del Mezzogiorno la sua storia di prete omosessuale che aveva avuto rapporti continuativi con uomini e che ora vive da 8 anni con il suo compagno.
Dopo l'intervista in cui raccontava le sue esperienze sessuali, anche tra le mura del Vaticano, non gli successe nulla. Non è stato ridotto allo stato laicale. L'anno successivo la diocesi di Hartfort gli scrisse una lettera: "Mi chiedevano un incontro per “risolvere” la questione - dice alla Gazzetta del Mezzogiorno - Mi proposero lo stato laicale. Ovviamente ho risposto di no, che non mi interessa".
"Io resterò un prete per sempre - continua - non intendo uscire dalla mia Chiesa che non è quella degli affari economici e delle lobby di potere ma quella delle parole di Gesù. E quando mai Gesù ha detto qualcosa contro l’amore omosessuale? Non mi sento un peccatore, ho fatto esattamente quello che Gesù diceva ai suoi discepoli, di avere una vita autentica e di seguire i comandamenti. Io sono nel Regno di Dio".
L'uomo ora ha un marito. È americano ma di origini calabresi. Oggi padre Tony ha 73 anni, una laurea in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, vive nel Connecticut e ha un compagno da 33 anni. Ben otto anni fa lo ha anche sposato. Di fatto è l’unico prete cattolico al mondo ad essere sposato con un uomo.
Il sacerdote ora vive è sposato da 8 anni. Ma non è stato cacciato dalla Chiesa: "Ai miei tempi si faceva sesso per far carriera in Vaticano".
Tony Adams è un prete cattolico americano, dichiaratamente gay. Il coming out di monsignor Krzysztof Olaf Charamsa - il teologo del Vaticano che a un giorno dal Sinodo ha dichiarato al mondo la sua omosessualità - non lo ha stupito.
Anzi. Due anni fa anche lui regalò alla Gazzetta del Mezzogiorno la sua storia di prete omosessuale che aveva avuto rapporti continuativi con uomini e che ora vive da 8 anni con il suo compagno.
Dopo l'intervista in cui raccontava le sue esperienze sessuali, anche tra le mura del Vaticano, non gli successe nulla. Non è stato ridotto allo stato laicale. L'anno successivo la diocesi di Hartfort gli scrisse una lettera: "Mi chiedevano un incontro per “risolvere” la questione - dice alla Gazzetta del Mezzogiorno - Mi proposero lo stato laicale. Ovviamente ho risposto di no, che non mi interessa".
"Io resterò un prete per sempre - continua - non intendo uscire dalla mia Chiesa che non è quella degli affari economici e delle lobby di potere ma quella delle parole di Gesù. E quando mai Gesù ha detto qualcosa contro l’amore omosessuale? Non mi sento un peccatore, ho fatto esattamente quello che Gesù diceva ai suoi discepoli, di avere una vita autentica e di seguire i comandamenti. Io sono nel Regno di Dio".
L'uomo ora ha un marito. È americano ma di origini calabresi. Oggi padre Tony ha 73 anni, una laurea in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, vive nel Connecticut e ha un compagno da 33 anni. Ben otto anni fa lo ha anche sposato. Di fatto è l’unico prete cattolico al mondo ad essere sposato con un uomo.
martedì 6 settembre 2016
"Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello...".
Fonte: Vaticano Cattolico...
L'orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele: una profezia circa la futura apostasia a Roma, Italia
(Cap. 2 del libro La verità su ciò che è realmente accaduto alla Chiesa Cattolica dopo il Vaticano II)
Redatto da
Fra. Michele Dimond, O.S.B.
Fra. Pietro Dimond, O.S.B.
Fra. Pietro Dimond, O.S.B.
L'orazione originale di Papa Leone XIII
all'Arcangelo San Michele fu profetica. Composta oltre 100 anni fa,
dipoi soppressa dato il suo struggente contenuto, l'orazione originale
di Papa Leone XIII a San Michele è una delle più interessanti e
controverse preghiere colleganti alla presente situazione nella quale
trovasi la vera Chiesa Cattolica. Il 25/09/1888, dopo la Santa Messa
mattutina, Papa Leone XIII fu traumatizzato al punto di crollare. Coloro
trovantisi in sua presenza pensarono che egli fosse morto. Una volta
ripresa conoscenza il Papa descrisse una spaventosa conversazione da lui
udita, provenuta dal fianco del tabernacolo. Tale conversazione fu
delineata da 2 voci, voci le quali Papa Leone XIII comprese essere
chiaramente quelle di Gesù Cristo e del Diavolo. Il Diavolo si vantò di
potere distruggere la Chiesa Cattolica, a patto che gli fossero stati
concessi 75 anni (100 anni secondo alcuni) onde svolgere il suo piano.
Il Diavolo domandò ancora il permesso di operare una grande influenza
sopra coloro che sarebberosi offerti al suo servizio. Alle richieste del
Diavolo nostro Signore Gesù Cristo apparentemente rispose:
"Sarannoti concessi il tempo ed il potere.".
Turbato
profondamente da ciò che egli aveva udito Papa Leone XIII compose la
seguente ed originale Orazione a San Michele, ancora profezia, ordinando
che essa venisse recitata appresso tutte le Sante Messe basse come
protezione per la Chiesa Cattolica dagli attacchi provenienti
dall'Inferno. Ciò che segue è l'orazione originale - notinosi
specialmente le porzioni in grassetto - continuata da qualche commento. L'orazione originale è stata estratta da' La Raccolta, una collezione munita di imprimatur delle orazioni ufficiali ed indulgenti della Chiesa Cattolica.
Orazione originale all'Arcangelo San Michele di Papa Leone XIII, 1930, Fratelli Benzinger [Benzinger Brothers], pagine 314-315: "O glorioso Arcangelo San Michele, principe dell'armata Celeste, sia tu la nostra difesa nella terribile guerra che noi conduciamo contro i principati e le podestà, contro i regnanti di questo mondo di tenebre, di spiriti e di male. Giunga tu in aiuto dell'uomo, il quale Iddio creò immortale, fatto nella Sua medesima immagine e somiglianza, e redense a sì gran prezzo dalla tirannia del Diavolo.
Che tu combatta in questo giorno la battaglia del Signore, assieme agli angeli santi, come già tu combattesti la guida degli angeli superbi, Lucifero, e la sua armata apostatica, i quali furono impotenti onde poterti resistere, né fuvvi più per loro posto nel Cielo.
Quel crudele, quell'antico serpente, il quale è appellato Diavolo o Satana, il quale seduce il mondo intero, fu spedito negli abissi con i suoi angeli. Ecco, questo primevo nemico ed uccisore degli uomini ha acquisito coraggio. Trasformato in un angelo di luce egli vagabonda in giro assieme alla moltitudine di spiriti malvagi, invadendo la Terra di modo da offuscare il nome di Dio e del Suo Cristo, di modo da sequestrare, uccidere e spedire alla perdizione eterna le anime destinate alla corona della gloria eterna. Questo malvagio dragone rovescia, come il più impuro dei diluvi, il veleno della sua malizia sugli uomini di mente depravata e di cuore corrotto, lo spirito della menzogna, dell'empietà, della blasfemia ed il pestilenziale alito dell'impurità e di ogni vizio ed iniquità.
Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l'iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse.
Che tu salga, dunque, o invincibile principe, che tu voglia recare aiuto contro gli attacchi degli spiriti perduti al popolo di Dio, donando loro la vittoria. Essi venerano te come il loro protettore e patrono; in te la Santa Chiesa gloria la sua difesa contro il malizioso potere dell'Inferno; a te ha Iddio affidato le anime degli uomini da stabilirsi nella Celeste beatitudine. Deh, che tu voglia pregare al Dio della pace acciocché Egli ponga Satana sotto i nostri piedi, talmente conquistato che egli non tenga più gli uomini in cattività e non nuoccia più la Chiesa. Che tu offra le nostre orazioni dinnanzi all'Altissimo, cosicché esse siano velocemente conciliate con le pietà del Signore, e sconfiggendo il dragone, l'antico serpente, il quale è il Diavolo e Satana, che tu lo renda ancora cattivo negli abissi, talché egli non seduca più le nazioni. Amen.
Ecco la Croce del Signore; siate disperse voi ostili potenze. Il Leone della tribù di Giuda ha conquistato, la radice di Davide. Voglia Tu lasciare che le Tue pietà siano su di noi, o Signore. In quanto noi abbiamo sperato in Te. O Signore, oda Tu la mia preghiera. Voglia Tu lasciare che il mio grido giunga a Te.
Preghiamo.
O Iddio, il Padre di nostro Signore Gesù Cristo, noi invochiamo il Tuo santo nome e come supplicanti noi imploriamo la Tua clemenza, affinché mediante le intercessioni di Maria, sempre Vergine immacolata e nostra Madre, e del glorioso Arcangelo San Michele, Tu ci degni del Tuo aiuto contro Satana e tutti gli altri spiriti immondi, i quali girovagano nel mondo per l'ingiuria della razza umana e la rovina delle anime. Amen."
"Nullum temporis pretium".
Dagli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa.
Prezzo del tempo
Fili, conserva tempus (Eccli 4,23)
PUNTO I
Figlio, dice lo Spirito Santo, sta
attento a conservare il tempo ch'è la cosa più preziosa e 'l dono più
grande che può dare Dio ad un uomo che vive. Anche i gentili conoscevano
quanto vale il tempo. Seneca diceva non esservi prezzo ch'uguagli il
valore del tempo. "Nullum temporis pretium". Ma con miglior lume hanno
conosciuto i Santi il valore del tempo. Disse S. Bernardino da Siena che
tanto vale un momento di tempo, quanto vale Dio: perché in ogni momento
può l'uomo con un atto di contrizione o d'amor acquistarsi la divina
grazia e la gloria eterna: "Modico tempore potest homo lucrari gratiam,
et gloriam. Tempus tantum valet, quantum Deus, quippe in tempore bene
consumto comparatur Deus".
Il tempo è un tesoro, che solamente in
vita si trova; non si trova nell'altra, né nell'inferno, né in cielo.
Nell'inferno questo è il pianto de' dannati: "O si daretur hora!".
Pagherebbero ad ogni costo un'ora di tempo, in cui potessero rimediare
alla loro ruina; ma quest'ora non l'avranno mai. Nel cielo poi non si
piange, ma se potessero piangere i beati, questo sarebbe il loro solo
pianto, l'aver perduto il tempo in questa vita, in cui poteano
acquistarsi maggior gloria, e che questo tempo non possono più averlo.
Una Religiosa Benedettina defunta comparve gloriosa ad una persona e le
disse ch'ella stava appieno contenta; ma se avesse potuto mai desiderare
qualche cosa, era solo di ritornare in vita e di patire per meritare
più gloria; e disse che si sarebbe contentata di soffrire la sua
dolorosa infermità, che avea patita in morte, sino al giorno del
giudizio, per acquistare la gloria che corrisponde al merito d'una sola
"Ave Maria".
E voi, fratello mio, a che spendete il
tempo? perché quel che potete far oggi, sempre lo trasportate al domani?
Pensate che il tempo passato già scorso non è più vostro; il futuro non
istà in vostro potere: solo il tempo presente avete per far bene. "Quid
de futuro miser praesumis (ne avverte S. Bernardo), tanquam Pater
tempora in tua posuerit potestate?". E S. Agostino dice: "Diem tenes,
qui horam non tenes?". Come puoi prometterti il giorno di domani, se non
sai se ti tocca neppure un'altra ora di vita? Dunque conclude S. Teresa
e dice: Se oggi non istai pronto a morire, temi di morir male.
PUNTO II
Non vi è cosa più preziosa del tempo,
ma non vi è cosa meno stimata e più disprezzata dagli uomini del mondo.
Questo è quel che piange S. Bernardo: "Nihil pretiosius tempore, sed
nihil vilius aestimatur". E poi seguita a dire: "Transeunt dies salutis,
et nemo recogitat sibi perire diem, et nunquam rediturum". Vedrai quel
giuocatore stare i giorni e le notti a perdere il tempo ne' giuochi; se
gli dimandi, che fai? risponde: Passiamo il tempo. Vedrai quell'altro
vagabondo trattenersi per ore intere in mezzo ad una strada a guardare
chi passa, o a parlare osceno o di cose inutili; se gli dimandi, che
fai? risponde: Ne fo passare il tempo. Poveri ciechi, che perdono tanti
giorni, ma giorni che non tornano più!
O tempo disprezzato, tu sarai la cosa
più desiderata da' mondani nel tempo della morte! Desidereranno allora
un altro anno, un altro mese, un altro giorno, ma non l'avranno;
sentiranno allora dirsi: "Tempus non erit amplius". Ognun di costoro
quanto pagherebbe allora un'altra settimana, un altro giorno di tempo,
per meglio aggiustare i conti della coscienza? Anche per ottenere una
sola ora di tempo, dice S. Lorenzo Giustiniani, costui darebbe tutt'i
suoi beni: "Erogaret opes, honores, delicias pro una horula". Ma
quest'ora non gli sarà data: presto, gli dirà il Sacerdote assistente,
presto partitevi da questa terra, non v'è più tempo: "Proficiscere,
anima christiana, de hoc mundo".
Omelia di mons. Marcel Lefebvre del 29 agosto 1976 pronunciata nella ormai storica S. Messa di Lille (FR)...
Miei cari amici, miei cari confratelli, miei cari fratelli,
Prima di rivolgervi alcune parole di esortazione, vorrei dissipare dei malintesi, e prima di tutto su questa stessa riunione.
Voi
potete vedere, dalla semplicità di questa cerimonia, che non abbiamo
affatto preparato una cerimonia che avrebbe riunito una folla come
quella che si trova in questa sala. Avevamo pensato che avremmo
celebrato la Santa Messa del 29 agosto, come si era convenuto, in mezzo a
qualche centinaio di fedeli della regione di Lille, come io faccio
frequentemente in Francia, in Europa e anche in America, senza storia.
Ed ecco che tutt’a un tratto questa data del 29 agosto è divenuta, per
la stampa, per la radio, per la televisione, come una specie di
manifestazione che somiglierebbe – dicono – ad una sfida. Ebbene, no!
Questa manifestazione non è una sfida. Questa manifestazione siete voi
che l’avete desiderata, cari fedeli, cari fratelli, che siete venuti qui
da lontano. Perché? Per manifestare la vostra Fede cattolica. Per
manifestare il vostro desiderio di pregare e di santificarvi come hanno
fatto i nostri padri nella Fede, come hanno fatto generazioni e
generazioni prima di noi.
Ecco qual è l’oggetto vero di questa cerimonia, nel corso della quale noi desideriamo pregare di cuore e adorare Nostro Signore Gesù Cristo, che scenderà tra pochi istanti su questo altare e che rinnoverà il Sacrificio della Croce di cui noi abbiamo tanto bisogno.
Vorrei dissipare anche un altro malinteso e, sono desolato, ma sono obbligato a dirlo: non sono io che mi sono definito capo dei tradizionalisti. Voi sapete chi l’ha fatto, poco tempo fa, in circostanze del tutto solenni e memorabili a Roma. Si è detto che Mons. Lefebvre era il capo dei tradizionalisti. Io non voglio essere affatto il capo dei tradizionalisti, e non lo sono. Perché? Perché sono anch’io un semplice cattolico, certo sacerdote, certo vescovo, ma che si trova nelle stesse condizioni nelle quali vi trovate voi e che ha le stesse reazioni davanti alla distruzione della Chiesa, davanti alla distruzione della nostra Fede, davanti alle rovine che s’accumulano sotto i nostri occhi.
Avendo avuto le stesse reazioni, ho pensato che fosse mio dovere formare dei sacerdoti, formare dei veri sacerdoti di cui la Chiesa ha bisogno. Questi sacerdoti, io li ho formati in una Fraternità San Pio X che è stata riconosciuta dalla Chiesa, e non ho fatto che quello che tutti i vescovi hanno fatto per secoli e secoli. Io non ho fatto altro che quello che ho fatto nei miei trent’anni di vita sacerdotale e che mi ha valso di essere vescovo, Delegato apostolico in Africa, membro della Commissione centrale preconciliare, Assistente al Soglio Pontificio. Chi potrebbe desiderare di più come prova che Roma considerava il mio lavoro come profittevole per la Chiesa e per il bene delle anime?
Ed ecco che allorché realizzo un’opera del tutto simile a quella che ho realizzato per trent’anni, ad un tratto vengo sospeso a divinis e forse presto scomunicato, separato dalla Chiesa, rinnegato, che so! E’ possibile? Anche quello che ho fatto per trent’anni era suscettibile di una sospensione a divinis? Penso invece che se in quei tempi io avessi formato dei seminaristi come li si forma oggi nei nuovi seminarii, allora sì che sarei stato scomunicato; se in quei tempi avessi insegnato il catechismo come lo si insegna oggi, allora mi avrebbero chiamato eretico. E se avessi celebrato la Santa Messa come la si celebra oggi, mi avrebbero sospettato di eresia e mi avrebbero posto fuori dalla Chiesa. E allora non capisco più. Qualcosa è proprio cambiata nella Chiesa ed è a questo che voglio arrivare.
Ecco qual è l’oggetto vero di questa cerimonia, nel corso della quale noi desideriamo pregare di cuore e adorare Nostro Signore Gesù Cristo, che scenderà tra pochi istanti su questo altare e che rinnoverà il Sacrificio della Croce di cui noi abbiamo tanto bisogno.
Vorrei dissipare anche un altro malinteso e, sono desolato, ma sono obbligato a dirlo: non sono io che mi sono definito capo dei tradizionalisti. Voi sapete chi l’ha fatto, poco tempo fa, in circostanze del tutto solenni e memorabili a Roma. Si è detto che Mons. Lefebvre era il capo dei tradizionalisti. Io non voglio essere affatto il capo dei tradizionalisti, e non lo sono. Perché? Perché sono anch’io un semplice cattolico, certo sacerdote, certo vescovo, ma che si trova nelle stesse condizioni nelle quali vi trovate voi e che ha le stesse reazioni davanti alla distruzione della Chiesa, davanti alla distruzione della nostra Fede, davanti alle rovine che s’accumulano sotto i nostri occhi.
Avendo avuto le stesse reazioni, ho pensato che fosse mio dovere formare dei sacerdoti, formare dei veri sacerdoti di cui la Chiesa ha bisogno. Questi sacerdoti, io li ho formati in una Fraternità San Pio X che è stata riconosciuta dalla Chiesa, e non ho fatto che quello che tutti i vescovi hanno fatto per secoli e secoli. Io non ho fatto altro che quello che ho fatto nei miei trent’anni di vita sacerdotale e che mi ha valso di essere vescovo, Delegato apostolico in Africa, membro della Commissione centrale preconciliare, Assistente al Soglio Pontificio. Chi potrebbe desiderare di più come prova che Roma considerava il mio lavoro come profittevole per la Chiesa e per il bene delle anime?
Ed ecco che allorché realizzo un’opera del tutto simile a quella che ho realizzato per trent’anni, ad un tratto vengo sospeso a divinis e forse presto scomunicato, separato dalla Chiesa, rinnegato, che so! E’ possibile? Anche quello che ho fatto per trent’anni era suscettibile di una sospensione a divinis? Penso invece che se in quei tempi io avessi formato dei seminaristi come li si forma oggi nei nuovi seminarii, allora sì che sarei stato scomunicato; se in quei tempi avessi insegnato il catechismo come lo si insegna oggi, allora mi avrebbero chiamato eretico. E se avessi celebrato la Santa Messa come la si celebra oggi, mi avrebbero sospettato di eresia e mi avrebbero posto fuori dalla Chiesa. E allora non capisco più. Qualcosa è proprio cambiata nella Chiesa ed è a questo che voglio arrivare.
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