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sabato 6 agosto 2011

Memoria del modernista Montini, "Venerabile" per l'attuale Gerarchia post Conciliare. "Venerabile" sì... ma col grembiulino...

Oggi si festeggia la ricorrenza liturgica della Trasfigurazione del Signore, secondo il calendario del Novus Ordo Missae, ed in contemporanea si ricorda anche la figura di Papa Paolo VI. Anche noi non ci sottraiamo al ricordo di questo Pontefice, autore del tentativo di distruzione della Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Nel proseguo dell'articolo si puo' trovare il libro che ha fermato la beatificazione del modernista Paolo VI, scritto da Don Luigi Villa; la lettura di questo testo è caldamente raccomandato per comprendere sino a che punto è arrivato il tradimento nei confronti del Signore da parte di questi modernisti che hanno indetto e portato avanti il pernicioso Concilio Vaticano II...

Ecco il passaggio dove Montini asserisce che il Novus Ordo Missae avrebbe sostituito il Vetus Ordo, vera Messa Cattolica..
È nel nome della Tradizione che noi domandiamo a tutti i nostri figli, a tutte le comunità cattoliche, di celebrare, in dignità e fervore la Liturgia rinnovata. L’adozione del nuovo «Ordo Missae» non è lasciata certo all’arbitrio dei sacerdoti o dei fedeli: e l’Istruzione del 14 giugno 1971 ha previsto la celebrazione della Messa nell’antica forma, con l’autorizzazione dell’ordinario, solo per sacerdoti anziani o infermi, che offrono il Divin Sacrificio sine populo. Il nuovo Ordo è stato promulgato perché si sostituisse all’antico, dopo matura deliberazione, in seguito alle istanze del Concilio Vaticano II. Commento: indegno!...


Fonte: crisi nella Chiesa...
PAOLO VI:
LE «CHIAVI PESANTI»
l Un pontificato che ha lasciato il segno
 
Paolo VI è specialmente ricordato per aver distrutto la secolare Messa di San Pio V e aver introdotto il Novus Ordo Missæ (la Nuova Messa). «Durante i quindici anni del pontificato di Paolo VI, 32.357 sacerdoti hanno chiesto di essere sciolti dai loro voti [...]. Il Papa accordò benevolmente a tutti tale richiesta, tranne che a 1.033 sacerdoti. Inoltre, nel corso del regno di Paolo VI è stato registrato il più grande calo di vocazioni che sia mai stato registrato nella storia della Chiesa» 46.
 
l Gli studi e il sacerdozio
 
Giovanni Battista Montini nacque il 26 settembre 1897 a Concesio, in provincia di Brescia. Egli venne ordinato sacerdote il 29 maggio 1920 nella Cattedrale di Brescia da Mons. Giacinto Gaggia (1847-1933). Successivamente, don Montini venne inviato dal suo Vescovo al Collegio Lombardo di Roma a continuare i suoi studi. Più tardi, egli frequentò alcuni corsi all'Università di Roma. Nel giugno del 1922, don Montini venne scelto per far parte del corpo diplomatico in Vaticano e continuò i suoi studi alla Gregoriana. «Nel corso degli anni, Montini aveva riunito un certo numero di giovani sacerdoti che avevano sposato il suo concetto di “fratellanza cristiana fra tutti gli esseri umani” - sia che avessero la fede o non l'avessero affatto - e un certo disprezzo per il rito e per l'autorità. Tali uomini divennero noti nei circoli clericali come i “montiniani”, ed erano considerati da tutti come radicali ecclesiastici» 47. Nel maggio del 1923, don Montini venne nominato Segretario Assistente del Nunzio Pontificio a Varsavia, in Polonia. Nel novembre dello stesso anno, fu richiamato a Roma e lavorò come Segretario Assistente per la Segretaria di Stato per i successivi trent'anni. Nel 1925, Papa Pio XI lo nominò Monsignore. Nel 1933, egli sostituì Mons. Francis Joseph Spellman (1889-1967) come membro dello staff personale del Cardinale Eugenio Pacelli (1876-1958), il futuro Pio XII. L'accordo Mosca-Vaticano del 1962 venne preceduto da un patto segreto stretto nel 1942 tra Mons. Montini e Stalin (1878-1953).
giovanni battista montini giovane sacerdote cardinale francis joseph spellman mons. montini e papa pio XII
Il giovane Montini Cardinal Spellman Montini e Pio XII
Mons. Georges Roche era un intimo amico del Cardinale Eugène Tisserant che sottoscrisse il patto del 1962 con il Metropolita ortodosso Nikodim. Egli scrisse le seguenti parole a Jean Madiran, direttore della rivista Itineraires 48: «Lei, dunque, sembra non essere a conoscenza di un primo primo accordo che ebbe luogo durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1942 per essere più precisi, e i cui protagonisti furono Mons. Montini e lo stesso. Questo accordo del 1942 mi sembra avere un'importanza considerevole» 49. A partire dal 1948, egli riuscì ad esercitare una notevole influenza negli affari del Vaticano. Montini fu un ardente seguace del filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973), e ne tradusse le opere. «Nel 1950, il Sant'Uffizio si lamentò delle tendenze sinistrorse di “Studium”, la Casa Editrice patrocinata da Montini» 50. Nel 1953, Mons. Giovanni Battista Montini venne nominato Pro-Segretario di Stato, uno degli incarichi più elevati della Gerarchia ecclesiastica. In questo periodo egli iniziò a collaborare con Padre Augustin Bea s.j., che più tardi venne creato Cardinale e divenne uno dei leader nel movimento ecumenico. L'anno successivo, Mons. Montini continuò a negoziare segretamente con Mosca 51. Nel frattempo, in Cina, dove il Governo comunista stava tentando di formare una «chiesa patriottica» indipendente da Roma, si stava creando uno scisma. La corrispondenza proveniente dai Vescovi cinesi venne deviata da Mons. Montini e non giunse mai sulla scrivania di Pio XII, che altrimenti avrebbe bloccato sul nascere questo tentativo. L'arcivescovo luterano di Uppsala (Svezia) Ingve Torgny Brilioth (1891-1959) rivelò al Papa le attività segrete di Montini. Il Pro-Segretario di Stato perse il suo posto e venne allontanato dal Vaticano. Il 1º novembre 1954, Mons. Montini venne degradato ed esiliato nell'arcivescovado di Milano. Inoltre, egli venne pubblicamente umiliato per il fatto che, pur trattandosi di un seggio importante, non ricevette la berretta cardinalizia che era consuetudine conferire a chi veniva affidata questa Arcidiocesi. Benché si trattasse di una sede importante all'interno della Chiesa romana, Montini era stato rimosso dalla seconda carica nella scala gerarchica della Chiesa.
mons. georges roche jacques maritain ingve torgny brilioth
Mons. Georges Roche Jacques Maritain Ingve Torgny Brilioth

 
l L'episcopato e il cardinalato
 
cardinale giovanni battista montini Il 12 dicembre 1954, Montini venne consacrato Arcivescovo di Milano. In Vaticano, Milano veniva considerata «la Siberia di Montini» 52. Egli stesso più tardi confessò: «Milano mi apparve come una foresta ostile e immensa» 53. Il 28 ottobre 1958, Giovanni XXIII venne eletto Papa. Il 5 dicembre dello stesso anno, Mons. Montini venne creato Cardinale. Nel giugno del 1962, il Cardinale Montini, il futuro Paolo VI, rivolse un discorso alla Commissione Centrale del Concilio sulla necessità di operare dei cambiamenti nella Chiesa. «Fu dopo questo discorso che qualcuno sentì il Cardinale Ottaviani mormorare queste parole: “Prego Dio che mi faccia morire prima della fine del Concilio, in modo da poter morire ancora cattolico”» 54. Il 3 giugno 1963, Giovanni XXIII morì. Montini era uno dei Cardinali papabili. Un certo numero di Cardinali conservatori vicini al Sant'Uffizio non vedeva di buon occhio le tendenze liberali di Montini, e iniziò una campagna per bloccarne l'elezione. I voti vennero sparsi tra una varietà di candidati, il che impedì così a Montini di avere i due terzi più uno della maggioranza necessari all'elezione. Il Cardinale Gustavo Testa (1886-1969) si alzò in piedi e protestò perché la loro azione rischiava di «distruggere il patrimonio che ci ha lasciato Papa Giovanni» 55. La controversia fu appianata e l'ordine venne ben presto ripristinato. Il Cardinale Testa convogliò i voti in favore del Cardinale Montini che venne eletto il 21 giugno 1963 e prese il nome Paolo VI.
 
l Sul seggio di Pietro
 
«La chiave per comprendere il pontificato di Paolo VI risiede nella convinzione innata del defunto pontefice secondo tutti gli uomini e le donne sarebbero naturalmente buoni e rifiuterebbero totalmente il male una volta che venisse loro mostrata la differenza tra i due. Secondo Montini, la funzione primaria della Chiesa di Cristo era di evidenziare tale differenza a più individui possibile, e non di convertire il mondo [...] al cattolicesimo romano» 56. Il 29 settembre 1963, Paolo VI aprì la seconda Sessione del Concilio Vaticano II (1962-1965). Egli alterò profondamente il modus operandi (la procedura) conciliare; la conseguenza di tale manovra fu che le nuove regole finirono per facilitare le riforme volute dai modernisti. Il verbita Padre Ralph H. Wiltgen s.v.d. (1921-2007) ritrae vividamente le losche manovre avvenute durante il Concilio nel suo libro The Rhine Flows Into the Tiber («Il Reno si getta nel Tevere»; Hawthorn, New York 1978). In tale opera, egli descrive le alterazioni dei documenti, il linguaggio volutamente ambiguo utilizzato nei questionari per le votazioni di tali documenti e l'influenza indebita del controllo sull'ordine del giorno esercitata dagli elementi più progressisti. Il 3 dicembre 1963, Mons. Geraldo de Proença Sigaud (1909-1999), Arcivescovo Diamantina (Brasile), inviò una lettera a Paolo VI firmata da oltre 200 Padri conciliari, provenienti da quarantasei Paesi diversi, in cui si chiedeva una condanna ufficiale del comunismo. Tale lettera non ricevette mai alcuna risposta. I 200 Padri firmatari lasciarono cadere la cosa. Il 4 dicembre 1963, Paolo VI firmò e promulgò la Costituzione sulla Liturgia Sacrosantum Concilium, le cui applicazioni avrebbero trasformato di lì a poco la Messa cattolica in una cena protestante. Dal 4 al 6 gennaio 1964, Paolo VI fece un viaggio speciale in Terra Santa durante il quale incontrò leader religiosi ebrei, ortodossi e musulmani. In quella circostanza abbracciò anche il Patriarca ortodosso scismatico (e massone) Atenagora (1886-1972).
padre ralph h. wiltgen s.v.d. the rhine flows into the tiber mons. geraldo de proença sigaud
Padre Ralph Wiltgen L'opera di P. Wiltgen Mons. Proença Sigaud
Il 19 maggio dello stesso anno, Paolo VI creò un Segretariato per lo Sviluppo di Relazioni con le Religioni Non Cristiane. Il 6 agosto 1964, nella sua prima enciclica Ecclesiam suam, Montini insistette sulla necessità del dialogo tra cattolici e non cattolici, non cristiani, atei, ebrei e persino con i comunisti. Non era forse uno schiaffo dato in faccia agli oltre duecento Padri Conciliari che in dicembre avevano inviato una nuova petizione per chiedere la condanna del comunismo? Del resto, nella sua enciclica successiva, la Populorum Progressio (del 26 marzo 1967), egli accarezzò l'ideologia comunista. «Il Wall Street Journal definì la Populorum progressio “marxismo cammuffato”, il che dimostrava che sarebbe stata presa seriamente» 57. «Il 13 novembre 1964, Paolo VI rinunciò alla tiara pontificia e donò la sua croce pettorale e il suo anello al Segretario delle Nazioni Uniti U Thant» 58. La tiara papale sta a significare che il Papa è innanzi tutto il Vicario di Cristo e che è al di sopra di tutti i capi terreni. La tiara venne sostituita da una mitra episcopale. Un croce storta con un Cristo deforme sostituì la croce pontificia. In essa Cristo è dipinto in una posa di sconfitta e disperata, con caratteristiche orrende e grottesche. Al contrario, Cristo è morto per i nostri peccati perché, come afferma San Paolo, «mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20); «Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca» (Is 53, 7). Egli si sacrificò di Sua volontà e lo provò gridando ad alta voce: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).
 
l Via libera all'ecumenismo
 
Il 21 novembre 1964, Paolo VI firmò e promulgò il Decreto sull'ecumenismo Unitatis Redintegratio, che promuove l'indifferentismo religioso e pone tutte le religioni sullo stesso piano. Il 22 febbraio 1965, Montini creò ventisette nuovi Cardinali, portando così il numero totale dei porporati a centotre elementi. Un altro passo sulla scia di Giovanni XXIII? L'8 aprile 1965, il Segretariato per i Non Credenti avviò il dialogo con gli atei. Nel corso dello stesso anno, Paolo VI inviò la bandiera della flotta musulmana catturata dai cristiani durante la battaglia di Lepanto nel 1571 allo scismatico Patriarca Atenagora I di Costantinopoli 59. Il 3 settembre 1965, venne resa pubblica l'enciclica di Paolo VI Mysterium Fidei, in cui, pur riaffermando la dottrina cattolica, Montini evocò la necessità di una riforma della liturgia. Il 29 settembre dello stesso anno, quattrocentocinquanta Padri conciliari (Vescovi e altri prelati) firmarono un'altra petizione in cui si chiedeva che il comunismo fosse condannato dal Concilio. La richiesta venne nuovamente ignorata e opportunamente smarrita. Un altro schiaffo in faccia, ma questa volta ad un quarto dell'intero corpo conciliare. Il 4 ottobre 1965, Paolo VI pregò nella «camera della meditazione» delle Nazioni Unite. Questa stanza contiene numerosi simboli massonici e contiene un altare al «dio senza volto». In quell'occasione, Paolo VI definì le atee Nazioni Unite l'ultima speranza del mondo: «I popoli della Terra guardano alle Nazioni Uniti come all’ultima speranza della concordia e della pace; Noi presumiamo di presentare qui, insieme al Nostro, il loro tributo di onore e di speranza» 60. Facendo seguito alle proprie parole, Paolo VI passò più tempo con i delegati sovietici che con qualsiasi altra persona. Evidentemente, egli si sentiva più a suo agio tra i senza Dio. Lo stesso giorno, Montini celebrò la Messa allo Yankee Stadium cingendo il pettorale del giudizio, o ephod, un paramento levitico indossato dal sommo sacerdote ebraico. «Paolo VI conosceva benissimo il significato del “pettorale de giudizio” o “efod”; egli sapeva che originariamente tale oggetto era parte dell'abito rituale dell’Antica Alleanza; non poteva inoltre ignorare che la Massoneria odierna considera questo ornamento come un segno distintivo del suo sommo sacerdozio» 61.
paolo VI indossa l'efod o pettorale del giudizio
Paolo VI indossa in diverse occasioni l'efod ebraico.
efod ebraico ed efod massonico
A sinistra, sommo sacerdote ebraico con l'efod al petto; a destra, pendaglio massonico comprendente il simbolo del sacerdozio israelita tra Squadra e Compasso.
Subito dopo Paolo VI visitò la chiesa della Sacra Famiglia a New York, ed ebbe un incontro di venticinque minuti con oltre centoventi leader cattolici, ebrei, protestanti e greco-ortodossi. Con questa riunione, per la prima volta egli mise in pratica la dottrina ecumenica varata dal Concilio Vaticano II. Si trattò di un'ultima prova generale prima dell'imminente incontro ecumenico che da lì a poco avrebbe avuto luogo a Roma? O, Paolo VI era così ansioso di avviare il cammino ecumenico da non poter aspettare di essere a Roma? Alcuni giorni dopo, oltre cinquecento Padri conciliari, provenienti da settantasei Paesi, chiesero ufficialmente a Paolo VI di consacrare il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria prima della chiusura del Concilio. Il Cardinale Bea e numerosi Vescovi francesi e tedeschi (la cosiddetta «alleanza europea») si opposero a tale consacrazione. Di conseguenza, essa non ebbe mai luogo. Nel dicembre del 1965, Paolo VI cambiò il nome e la funzione (che era di difendere la Chiesa contro l'eresia) del Sant'Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrinaindice dei libri proibiti della Fede), e abolì l'Indice di Libri Proibiti 62. Il termine «eresia» non sarebbe più stato usato e sarebbe stato sostituito dal termine più blando «errore». Il 4 dicembre 1965, Paolo VI partecipò ad una funzione ecumenica nella Basilica di San Paolo, a Roma. Salmi e testi scritturali furono cantati e letti da un cattolico francese, da un metodista americano e da un greco-ortodosso. Il 7 dicembre 1965, il giorno prima della chiusura di Concilio Vaticano II, Paolo VI e il Patriarca Atenagora si tolsero simultaneamente le reciproche scomuniche che erano state scagliate nell'anno 1045. Per la prima volta, si ammise formalmente che un Papa precedente aveva commesso un errore dogmatico e che la Chiesa cattolica si era sbagliata nello scomunicare coloro che si rifiutavano di obbedire al Romano Pontefice. Il 23 marzo 1966, Paolo VI diede il benvenuto all'arcivescovo anglicano di Canterbury Arthur Michael Ramsey (1904-1988) nella Cappella Sistina. Disse in quell'occasione Paolo VI: «I Suoi passi non arrivano in una casa straniera; essi giungono in una casa che lei per titoli sempre validi può dire anche sua». Rispose l'arcivescovo anglicano: «Sua Santità, caro fratello in Cristo» 63. Paolo VI donò all'arcivescovo Ramsey il suo anello papale e gli chiese di benedire la folla riunita in Piazza San Pietro. Papa Leone XIII (1810-1878), nella bolla pontificia Apostolicæ Curæ, del 13 settembre 1896, ha dichiarato che gli anglicani non hanno un sacerdozio valido. Come può benedire la folla un «arcivescovo» privo del potere sacerdotale? «Nell'autunno del 1966, Papa Paolo VI ricevette quindici bonzi giapponesi. Il Papa rispose all'indirizzo del loro oratore con un breve discorso, affermando la sua felicità per il fatto che le numerose visite di buddisti giapponesi avevano creato una relazione di benevolenza e rispetto tra il buddismo e la Chiesa cattolica» 64. Il 30 gennaio 1967, in Vaticano, Paolo VI strinse la mano al Presidente sovietico Nikolai Podgorny (1903-1983). «Fu la prima udienza pontificia pubblica concessa ad un leader comunista» 65. «Egli era un padrone di casa instancabile. Accordò udienze pubbliche a non meno di novanta capi di Stato; un bizzarro corteo di sovrani e di presidenti, dittatori, democratici e comunisti, neri e bianchi, cristiani ed ebrei, musulmani e pagani» 66. Il 25 luglio 1967, Paolo VI incontrò nuovamente il Patriarca scismatico Atenagora ad Istanbul, in Turchia. Il 13 ottobre 1967, Montini visitò Fatima, in Portogallo, in occasione del 50º anniversario delle apparizioni della Madonna. In quel luogo, egli non recitò una sola Ave Maria. Non visitò il Santuario della Cova da Iria e si rifiutò di parlare privatamente a Suor Lucia dos Santos (1907-2005), l'unica veggente ancora vivente di Fatima. Al contrario, trovò il tempo per concedere udienza a rappresentanti non cattolici. Il 27 ottobre 1967, il Patriarca scismatico Atenagora venne nuovamente ricevuto a Roma.
paolo VI e arcivescovo anglicano arthur michael ramsey paolo VI e il presidente sovietico nikolai podgorny
Paolo VI e Ramsey Paolo VI e Podgorny

 
l Strizzando l'occhio a sinistra
 
«Nel 1968, a Medellin, in Columbia, Paolo tenne un discorso su diritti umani e sulla giustizia sociale che divenne la “magna charta” dei fautori della marxisteggiante Teologia della Liberazione in America Latina» 67. Paolo VI aveva l'abitudine di leggere giornali comunisti durante la colazione. Molti lo videro «come l'unico papa che diede appoggio morale ai terroristi comunisti e ai partiti dell'estrema sinistra in Spagna; come un pontefice che permise che la sua persona e il suo ufficio venissero sfruttati dal governo comunista del Vietnam del Nord per poter realizzare l'offensiva del Tet del 1968; come il Santo Padre che guardò con benevolenza la Cuba di Castro, e che permise che i Vescovi marxisti e i loro preti potessero dire Messa nelle chiese dell'America Latina, del terzo Mondo e dell'Asia; come quel Paolo che non disse mai pubblicamente una sola parola di protesta contro la soppressione della Chiesa cattolica operata dai rossi, e che rimase in silenzio quando i comunisti soffocarono nel sangue le rivolte in Ungheria, in Romania e in Cecoslovacchia» 68.
 
l L'Humanæ Vitæ
 
padre charles curranIl 29 luglio 1968, Paolo VI si oppose al controllo artificiale delle nascite con l'enciclica Humanæ Vitæ. «Subito dopo che il documento venne reso pubblico, quarantuno sacerdoti cattolici di Washington firmarono una dichiarazione in cui lo rifiutavano. Il teologo cattolico Padre Charles Curran (vedi foto a lato), che godeva di una grande considerazione, affermò che le coppie avevano il diritto di praticare la contraccezione artificiale se le loro coscienze glielo dettavano; poco dopo, seicento preti, teologi e laici cattolici americani appoggiarono pubblicamente la posizione di Curran. Nella Germania dell'Ovest, 5.000 laici riuniti per l'annuale “Catholic Day”, votarono all'unanimità una dichiarazione in cui avvisavano Paolo VI di non poter accettare l'Humanæ Vitæ. A loro volta, i Vescovi francesi dichiararono che avrebbero lasciato il problema del controllo artificiale delle nascite alla coscienza della coppia sposata. In questo periodo, centinaia di milioni di cattolici stavano già utilizzando la pillola e continuarono a farlo in barba al divieto papale» 69. Non sembra tutto un po' contraddittorio? Paolo VI condannò la contraccezione artificiale, ma rafforzò in alcun modo tale condanna. Forse che volle accontentare i cattolici conservatori condannandola e favorire i cattolici progressisti e liberali non rafforzando l'enciclica sanzionando chi non la rispettava? Del resto, le varie religioni «amiche» non erano affatto contrarie al controllo artificiale delle nascite. Ma allora perché Paolo VI scrisse l'Humanæ Vitæ?
 
l Ancora ecumenismo con acattolici e comunisti
 
Il 28 marzo 1969, Paolo VI ricevette una delegazione dello statunitense National Council of Churches («Consiglio Nazionale di Chiese») e lodò il loro lavoro ecumenico. Il 31 maggio dello stesso anno, Montini concesse un'udienza pubblica speciale al Segretario Generale della Lutheran World Federation («Federazione Mondiale Luterana»). Il 10 giugno successivo, Paolo VI pregò insieme ai membri di altre denominazioni religiose al Consiglio Mondiale delle Chiese a Ginevra, in Svizzera. «Papa Paolo VI fu autore di audaci gesti personali, specialmente con gli ortodossi [...]. In due occasioni diverse, in Vaticano, egli abbracciò gli arcivescovi anglicani di Canterbury, e si inginocchiò spontaneamente per baciare i piedi ai rappresentanti del Patriarca ortodosso come segno di riparazione per riparare alle offese dei cattolici contro gli ortodossi» 70. «Durante il pontificato di Paolo VI, tutti i maggiori riti liturgici della Chiesa occidentale sono stati riformati [...]. L'Estrema Unzione è divenuta il sacramento dell'"Unzione degli infermi" [...]. La Penitenza ora è chiamata la "Riconciliazione", e penitenti possono scegliere di sedersi di fronte al sacerdote durante la confessione [...]. Ai Vescovi è stato permesso di autorizzare l'assoluzione generale» 71.
paolo VI max thurian di taizé paolo VI arrabbiato
Da sinistra: benevolo con i protestanti di Taizé...
durissimo con i cattolici legati alla Tradizione.
Nel 1970, Paolo VI spostò l'età di pensionamento dei Vescovi e dei sacerdoti a settantacinque anni. Superati gli ottant'anni, i Cardinali non avrebbero più potuto prendere più parte agli affari della Curia romana 72. Prima del 1970, in un matrimonio tra un cattolico e un non cattolico, entrambe le parti dovevano firmare un documento in cui promettevano che i figli sarebbero stati cresciuti nella religione cattolica. Con il Motu proprio Matrimonia Mixta, del 31 marzo 1970, Paolo VI eliminò questo requisito. Il 12 maggio 1970, Montini si incontrò con il Patriarca ortodosso Vasken I e auspicò il reciproco rispetto e dialogo tra chiese. Il 3 dicembre 1970, Paolo VI visitò Hong Kong e non disse una sola parola di conforto ai cattolici che soffrivano schiacciati dal comunismo in Cina. «Ciononostante, egli insistette, in più di un'occasione, affinché la Cina (di quel Mao che aveva sradicato quasi tutte le forme di cristianesimo), fosse ammessa alle Nazioni Unite» 73. Il 25 marzo 1971, Paolo VI ricevette in Vaticano il Maresciallo Tito (1892-1980) e sua moglie 74. A partire da quel momento iniziarono rapporti diplomatici tra Iugoslavia e Vaticano. «Per la prima volta nella Storia, la Santa Sede giunse ad un accordo con un Stato marxista dell'Est» 75. Il 27 ottobre 1971, Paolo VI incontrò Mar Ignatius Jacob III (1912-1980), il Patriarca ortodosso siriano di Antiochia e insieme recitarono una «professione congiunta di fede». La domanda che si pone è la seguente: quale fede fu professata? La fede cattolica o quella ortodossa? Il Cardinale ungherese Jòszef Mindszenty, «rispettò gli ordini di Paolo VI e visse in esilio dal 1971 fino alla sua morte, ma rimase convinto che i negoziati tra il Vaticano e il governo comunista ungherese non avrebbero prodotto alcun miglioramento nelle relazioni tra Chiesa e Stato nel suo Paese [...]. Dal canto suo, i colpi peggiori che il Cardinale aveva ricevuto durante la vita erano quelli che gli erano stati inferti in nome della Chiesa» 76. Nell'aprile del 1972, Paolo VI firmò una dichiarazione ecumenica congiunta con l'arcivescovo anglicano di Canterbury, Donald Coggan (1909-2000).
patriarca ortodosso vasken I paolo VI con il maresciallo tito arcivescovo anglicano donald coggan
Vasken I Paolo VI con Tito Donald Coggan
Il 26 settembre 1974, il quotidiano francese Le Monde riportò il seguente scambio di saluti tra Paolo VI e l'Arcivescovo rosso di Olinda-Recife (Brasile). Paolo VI salutò Dom Hélder Camara (1909-1999) con queste parole: «Buongiorno, al mio Vescovo comunista. Come sta»? Al che il prelato rispose: «Buongiorno a Lei, nostro Papa comunista» 77. Il 27 aprile 1975, Paolo VI invitò quaranta pastori statunitensi e canadesi del clero episcopaliano e anglicano a celebrare una «messa» protestante in Vaticano. «Nel 1975, egli annunciò un numero di riforme della tradizione pontificia, una delle quali stabiliva che se un Pontefice non lo desiderava non sarebbe più stato obbligato a portare la Tiara di San Pietro. Paolo VI, infatti, non la portò mai dopo la sua investitura. Il suo successore, Giovanni Paolo I, fu il primo papa a non indossarla mai» 78. «Montini modernizzò il look della Chiesa, permettendo anche alle suore di indossare abiti moderni, al posto dei vecchi abiti ingombranti. Ciò che prima del Concilio era considerato un peccato mortale venne edulcorato, e nel volgere di poco tempo non fu più ritenuto un peccato grave fare cose come mangiare carne al venerdì, eccetto che nei venerdì di Quaresima» 79. Nel 1976, il Collegio dei Cardinali crebbe fino a centotrentotto membri. Vari leader comunisti, come il sovietico Andrei Gromyko (1909-1989), l'ungherese Janos Kadar (1912-1989), il polacco Edward Gierek (1913-2001), il Maresciallo Tito e il Presidente rumeno Nicolae Ceausescu (1918-1989) furono ricevuti a braccia aperte, anche se nel frattempo 50.000.000 di cattolici subivano la più atroce delle persecuzioni dietro la Cortina di Ferro. «Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le visite da parte di capi di Stato comunisti erano una cosa impensabile. La severa ed implacabile resistenza contro i comunisti che aveva caratterizzato il regno di Pio XII iniziò a dissolversi solamente durante il pontificato di Giovanni XXIII» 80.

paolo VI con edward gierekpaolo VI con andrei gromykopaolo VI con janos kadar
 Da sinistra: Paolo VI con Gierek, con Gromiko e con Kadar.

Il Vescovo ucraino di Philadelphia Mons. Basil Losten (1930-2006) ebbe a dire: «È evidente che oggi il comunismo trova nella religione alleati preziosi nella sua corsa al potere globale e al suo impero. Il piano fantastico di trasformare la Chiesa cattolica in uno strumento di conquista comunista parrebbe incredibile se non lo vedessimo ad ogni momento di fronte ai nostri occhi» 81. «Mentre la Rivoluzione Culturale era riuscita a far chiudere le chiese e i templi in tutta la Cina, Paolo VI, durante un discorso stese la mano a Pechino, riconoscendo de facto lo Stato cinese» 82. Desta curiosità o stupore sapere che i gusti musicali di Paolo VI includessero anche l'album blasfemo Jesus Christ Superstar. Del resto, le opere umanistiche di Jacques Maritain riempivano molte mensole del suo studio privato. Il 29 aprile 1977, Paolo VI incontrò nuovamente Donald Coggan, l'arcivescovo anglicano di Canterbury, «e auspicò una più grande cooperazione tra anglicani e cattolici romani» 83.
 
l Bilancio del suo pontificato
 
Paolo VI morì il 6 agosto 1978. Mons. Pasquale Macchi (1923-2006), che era il suo segretario privato, distrusse tutte il note personali e la corrispondenza di Montini. Cosa c'era fra queste carte di così pericoloso? Perché questa azione ebbe luogo immediatamente dopo la morte del papa? L'aveva ordinata Paolo VI? Il 10 agosto 1978, il Metropolita di Leningrado Nikodim «in veste di rappresentante della chiesa ortodossa a Roma per il funerale, fu il primo prelato non cattolico nella storia della Chiesa a celebrare un rito liturgico all'altare maggiore di San Pietro» 84. Quale fu lo stato della Chiesa durante il pontificato di Paolo VI? «In realtà, egli regnò su una Chiesa irrequieta che aderì al suo insegnamento sempre di più a parole che con i fatti. Oggi, molti cattolici non tengono in nessun conto la sua famosa enciclica Humanæ Vitae e continuano a praticare il controllo artificiale delle nascite; le donne vogliono diventare preti, i preti desiderano sposarsi, e i Vescovi desiderano diventare dei papi regionali» 85. Mai come oggi le parole di Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704), Vescovo di Meaux, sono attuali: «Dove nessuno comanda, tutti comandano; dove tutti comandano, nessuno comanda e presto sarà il caos» 86. Negli ultimi anni del pontificato di Paolo VI, molti Vescovi e Cardinali della Curia romana «erano giunti a credere che, a meno qualcuno fosse riuscito a fermare il disastro, in ogni caso, alla fine del secolo non avrebbero più potuto riconoscere una sola istituzione religiosa come la Chiesa cattolica romana» 87.
 
l Alcune affermazioni di Paolo VI
 
- Il 2 luglio 1969: «Sorge infatti spontaneo nella mente il confronto: tutto il mondo si cambia e la religione no? [...] Ed ecco la ragione delle riforme intraprese dalla Chiesa, specialmente dopo il Concilio» 88.
- Nel corso di un'udienza pubblica, Paolo VI affermò che la Chiesa «cerca di adattarsi alle lingue, ai costumi e alle inclinazioni dell'uomo dei nostri tempi» 89.
- Luglio 1969: «L'uomo [...], al centro di questa impresa, ci si rivela gigante. Ci si rivela divino, non in sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore, dunque, all'uomo, onore alla sua dignità, al suo spirito, alla sua vita» 90.
- «La Chiesa è fatta per il mondo, per il mondo d'oggi» 91.
scomunica dei comunisti del 1947 necrologio dei comunisti per paolo VI
A sinistra: locandina con il decreto di scomunica per i militanti comunisti sancito da Pio XII nel 1947 che si trovava su ogni confessionale. A destra, necrologio del Partito Comunista di Roma per la scomparsa di Paolo VI.  Giordano Gamberini, ex Gran Maestro di Palazzo Giustiniani scrisse questo elogio funebre su La Rivista Massonica (nº 5, luglio 1978): «Per noi è la morte di chi ha fatto cadere la condanna di Clemente XII e dei suoi successori. Ossia, è la prima volta nella storia della Massoneria moderna che muore il Capo della più grande religione occidentale non in istato di ostilità coi massoni». E conclude: «Per la prima volta, nella Storia, i massoni possono rendere omaggio al tumulo di un Papa, senza ambiguità né contraddizione».
Ed ecco invece alcune parole di Gesù Cristo: «E Gesù rispose: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei; ma il mio regno non è di quaggiù» (Gv 18, 36). A chi dobbiamo credere? Poteva colui che ha negato le parole di Cristo essere il Suo Vicario?

Fonte: Chiesa Viva, pagg. 3-5, Aprile 2009
Eppure qualcuno lo vuole dichiarare BEATO !!!...

     Il 20 marzo 1965, Paolo VI ricevette in udienza un gruppo di dirigenti del "Rotary Club", durante la quale disse che la forma associativa di quel gruppo para-massonico (1) "era buona" e che "buono era il metodo" e, quindi, erano "buoni anche gli scopi", come se non si sapesse che questa organizzazione era di origine massonica.
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(1) Ricordiamo che la massoneria può essere definita l'anti-Chiesa di Cristo ed è la chiesa di Satana!

      Col Motu proprio "Apostolica sollicitudo", il 15 settembre 1965, Paolo VI istituisce il "Sinodo dei Vescovi", un organismo che era mai esistito nella Chiesa (2), ma che ora veniva istituito per abolire il Primato del Papa, rendendolo solo d'onore, in una confederazione di Chiese autonome.
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(2) N.S. Gesù Cristo ha istituito autorità strettamente personali, e non autorità collegiali. La Chiesa è monarchica, e non democratica: la democrazia, "eletta del dragone", non appartiene alla Chiesa, è nemica della Chiesa.
       Il 4 ottobre 1965, Paolo VI parlò all'ONU, pur sapendo che esso è una istituzione massonica, come pure tutte le altre associazioni collegate con essa. Disse: "Signori, voi avete compiuto un'opera grande; voi insegnate agli uomini la pace (3). L'ONU è la grande scuola dove si riceve questa educazione"... Per Paolo VI, quindi, l'ONU è l'organismo che ci darà la pace attraverso l'umanesimo massonico!
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(3) Perché? non è compito precipuo della Chiesa predicare e insegnare la pace? ovviamente intendiamo la pace di Cristo ("Io vi do la mia pace. Io ve la do, non come la dà il mondo."-Gv 14, 27). La pace dell'ONU è invece la pace del mondo! il mondo dell'ingiustizia, della falsità, dell'inganno, della democrazia...

      II 7 agosto 1965, Paolo VI, assieme al Patriarca scismatico Athenagoras, si tolsero, reciprocamente (4), le scomuniche (ancora valide!) che, nel 1054, S. Leone IX aveva emanate. Così, Paolo VI ammetteva la falsa dottrina delle "Chiese sorelle" (Cattolica e Ortodossa), nonostante sapesse che Gesù Cristo aveva fondato una sola Chiesa, senza dare possibilità di potersi dividere in parti. Forse, ignorava che già Pio XI, nella sua "Mortalium animos", l'avesse condannata come "stoltezza" e, quindi, contraria alla Fede.
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(4) Quindi Paolo VI credeva alla scomunica di Athenagoras! si riteneva scomunicato dagli ortodossi! La qual cosa significa e implica che Athenagoras e gli ortodossi hanno un qualcosa in più, un'autorità maggiore, nei confronti del Papa Cattolico!!! Come può Paolo VI aver creduto e fatto credere una tale enormità? Evidentemente Paolo VI dimostra di non credere nel dogma papale del Vaticano I, di non credere alla sua autorità (superiore in assoluto) e di peccare di eresia!
       Nella Basilica romana di "S. Paolo fuori le Mura", il 23 marzo 1966 fece benedire i fedeli (Cardinali e Vescovi compresi!) dall'eretico e scismatico (5) "arcivescovo"     (laico!) dott. Ramsey; nonostante fosse un insulto al Papa Leone XIII che, con la Bolla "Apostolicae curae" del 13 settembre 1896, aveva dichiarate invalide quelle ordinazioni anglicane.
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(5) Dal momento che l'eresia e lo scisma sono gravissimi peccati mortali, che valore può mai avere la benedizione di un eretico e scismatico? Non significa forse profanare la sacralità della benedizione? E un Papa si può permettere il lusso di commettere e far commettere un simile scandalo?

      II 14 giugno 1966, Paolo VI abolì (6) l'Indice dei libri proibiti, con la "Notificazione" «Post Litteras apostolicas».
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(6) Con l'Indice la Chiesa esercitava il suo diritto-dovere di Madre e Maestra, ma evidentemente Paolo VI aveva tutt'altre credenze...

       Col Motu Proprio "Sacrum diaconatus ordinem", stabili che "possono essere chiamati al diaconato uomini di età matura, sia celibi che congiunti in matrimonio". Fu un abile gesto papale per una desiderata futura Ordinazione Sacerdotale di uomini sposati.
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      Con la Costituzione "Missale Romanum" e poi con il "Novus Ordo Missae" del 3 aprile 1969, Paolo VI sostituì l'antico Rito Romano della Santa Messa con una "nuova Messa" - quella d'oggi! - dove sopprime, o attenua, le espressioni e i gesti che esprimevano i dogmi, rifiutati dai protestanti. (7)
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(7) Bisogna dire soprattutto che la Nuova Messa si esprime in maniera protestante, parla come i protestanti, e i protestanti non credono alla Messa Cattolica, al Sacrificio. Loro parlano di cena, di mensa... Per loro il sacerdote è uno dei commensali, Cristo non è realmente nell'Ostia e quindi non ci si deve inginocchiare...
       Col Motu proprio "Matrimonia mixta" tolse al coniuge non cattolico la solenne promessa di lasciar battezzare ed educare i figli nella Chiesa cattolica; il parroco dovrà solo essere "informato" dei nuovi impegni, assunti dalla parte cattolica. Fu una normativa che passò nel Codice di Diritto Canonico del 1983 (can. 1125). C'è solo da domandarsi, però, quanti di questi matrimoni siano veramente validi!
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      Con il Motu Proprio "Ingravescentem aetatem", il 22 novembre 1970, Paolo VI proibisce ai cardinali ultraottantenni di partecipare al Conclave; una mossa politica, questa, per poter eliminare dalle Diocesi, dalle Curie, dal Conclave, gli elementi ancora "tradizionali", che ostacolavano l'inizio e lo sviluppo della "nuova Chiesa Conciliare" del Vaticano II.
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      Nel 1969 Paolo Vl, con l'Istruzione "Fidei custos" autorizzava i laici a distribuire la Santa Comunione (8), col pretesto delle nuove "particolari circostanze o nuove necessità". Fu un altro empio gesto ecumenico, contro il compito che Gesù aveva riservato agli Apostoli e al Clero!
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(8) Conseguenzialmente, dal momento che Paolo VI, come i suoi fratelli protestanti, mostrava di non credere nella presenza sacramentale di N.S. Gesù nell'Ostia Consacrata...

      Con l'Istruzione "Memoriale Domini", mentre, prima, si ribadiva l'opposizione della Chiesa di distribuire l'Eucarestia sulla mano, per il "pericolo di profanare le specie eucaristiche", e per "il riverente rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia", poche righe dopo, autorizzava le Conferenze episcopali, in quelle Nazioni in cui la distribuzione sulla mano era già stata abusivamente e illegalmente introdotta, a deliberare loro, con voto segreto, sulla sua ammissibilità. Fu, invece, un altro gesto "sacrilego" che divenne, poi, quotidiano, con la permissione che diede a tutti i "Vescovi conciliari"!
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      Approvando il nuovo "Rito delle Esequie", Paolo VI concesse le esequie anche a coloro che avessero scelto la "cremazione del loro cadavere", sia pure con la condizione che "la loro scelta non risultasse dettata da motivazione contraria alla dottrina cristiana".
Questo nuovo rito, contrario a tutta la Tradizione Apostolica, e regolato nel vecchio Codice dal can. 1203 & 1 e 2, era stato imposto dalle Logge massoniche; "in tal modo, il cammino della riconciliazione" (!!!) con la massoneria veniva fa­cilitato e costituiva una ennesima correzione graduale della fede!
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      L'abolizione dell'Indice" (giugno 1966), affidando alla libera responsabilità delle "cristiano adulto" (!!!) la decisione delle sue letture, ha portato nella Chiesa ogni eresia! (9)
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(9) E così oggi abbondano i teologi..., veri dottoruncoli improvvisati. Ognuno si sente "autorizzato" e tanto "adulto" da dire la sua.

      La sua fu una vera inversione della battaglia di S. Pio X contro il Modernismo.
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      Il filo-comunismo di Paolo VI portò alla vittoria del comunismo in Italia, con Pertini come Presidente, con Argan a sindaco di Roma.
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      Indicativa è la sua visita all'ONU e la sua visita alla "Meditation Room" l'altare del "dio"(10) senza volto, nel "Tempio della Compressione".
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(10) Se l'ONU è opera della massoneria e se la massoneria è la chiesa di Satana, chi sarà mai questo "dio senza volto" pregato dai massoni dell'ONU e da Paolo VI?

      Si pensi alla donazione dell'Anello e della Croce pettorale al massone segretario generale dell'ONU. I due gioielli contenevano 404 diamanti, 140 smeraldi e 20 rubini (11). Il valore stimato era sui 100.000 dollari. Si pensi anche alla deposizione della Tiara. Questi due fatti meriterebbero ben tristi riflessioni!..
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(11) Un generoso contributo alle opere della massoneria!... Ma quell'anello e quella Croce appartenevano al Papa in quanto tale, non a Giambattista Montini che quindi ha regalato ciò che non era suo!

      Nella sua "Populorum Progressio", si scagliò contro il sistema capitalistico, ma non si dice che Paolo VI, nel frattempo, con Sindona, faceva investimenti del Vaticano nel mondo industriale, a livello mondiale.
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      Paolo VI firmò un editto nel quale si diceva che durante la comunione nelle due specie, chi voleva, poteva usare una cannuccia per il Sangue di Cristo! (12)
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(12) Se a tal proposito accusassimo Paolo VI di sacrilegio o almeno di profanazione certa, saremmo esagerati? Ma se non ci credeva... Ma perché allora lo si vorrebbe proclamare beato? Beato un infedele?!
      Si rifletta sul fatto della bara di Paolo VI che non aveva alcun simbolo cristiano!... (13)
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(13) E sì, Paolo VI sarebbe uno di quei santi modernisti che per non dispiacere a protestanti, eretici, ebrei e musulmani, preferiscono dispiacere N.S. Gesù Cristo!
      Con Paolo VI, la Chiesa non doveva più accentrare le sue forze sull'evangelizzazione per guadagnare le anime a Cristo e condurle alla vita eterna, ma tutti i suoi sforzi dovevano, invece, essere impiegati alla promozione di un "umanesimo pieno" (14), e per questo non solo ingaggiarsi socialmente, ma porsi all'avanguardia di quella azione sociale! La sua enciclica "Populorum Progressio", infatti, non è che un inno a questa mentalità pagana che Lui voleva inculcare alla sua Chiesa!
Don Luigi Villa

(14) Abbasso Gesù e viva l'uomo! ecco in sintesi l'insegnamento del Papa Paolo VI.

3 commenti:

  1. Cosa commentare? gli avvenimenti e la cronistoria parlano da soli ed ESIGONO un'analisi,un giudizio ed una conclusione logica da parte di ciascuno che intenda definirsi cattolico!!

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  2. grembiulino, non grenbiulino.
    Il grembiule, infatti, viene dalla parola grembo, non grenbo.

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  3. Grazie, anonimo,
    per la segnalazione, ho corretto...
    Ma converrà che intervenire in un articolo di tale portata e di tale argomento solo per osservare un errore ortografico, risulta quanto meno...bislacco.
    Saluti

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