Mese mariano 2012
«In quelle tre occasioni formali [gli incontri ufficiali del card. Bertone con suor Lucia], durate
circa quindici-sedici ore in tutto, noi abbiamo avuto solo trenta righe
di un comunicato stampa. Cosa si sono detti il Cardinale e l’ultima
veggente di Fatima, in quelle ore?» (il dottor Giuseppe De Carli, paladino con il card. Bertone della tesi ufficiale, due mesi prima della repentina morte).
SCHEDA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Solideo Paolini, «Non esiste» perché distrutto? Il “Quarto Segreto”, l’antipapa massone e Fatima 2010. Pro manuscripto, primavera 2012, 132 pagine con 242 note, a offerta (orientativamente 13 euro).
L’opera
fa il punto della discussione sul cosiddetto Quarto Segreto (ovvero,
fuor di metafora, la parte inedita del Terzo Segreto di Fatima);
richiamando l’attenzione in particolare su tre questioni: che fine ha
fatto quel testo (tranquilli, solo l’originale), che oggi non c’è ma
ieri c’era; un suo «dettaglio» terribile, tra i vari che hanno reso
problematico il pubblicarlo; la revisione “ufficiale” iniziata dal Pontefice regnante tornando, umile pellegrino, dalla Madonna di Fatima nel maggio 2010 (dalla presentazione in anteprima a Gubbio, il 27 aprile, e poi a Chiaravalle, il 12 maggio).
Solideo Paolini
FATIMA E IL SUO TERZO SEGRETO
Testo della conferenza tenuta dal dott. Solideo Paolini
ad Ancona il 27 maggio del 2006.
Con la conferenza l'Autore ha presentato il suo libro:
Fatima - Non disprezzate le profezie
Edizioni Segno, 2005
I neretti sono nostri
I tre pastorelli di Fatima: Lucia de Jesus, Francisco Marto e Jacinta
Marto
Reverendi padri, cari amici,
vi ringrazio per la presenza attenta, ringrazio il professor
Matteo D’Amico per l’impegno nell’organizzare quest’incontro, ed esprimo
di cuore la mia gratitudine alla Fraternità sacerdotale san Pio
X per l’appoggio, deciso e solidale, che ha dato a questo libro.
La mia presentazione si articolerà in due punti:
la prima parte è lo “status questionis”, il punto della situazione
in oggetto; la seconda è quella operativa: stando così le
cose, che fare?
Vorrei introdurle con due citazioni di suor Lucia, la
veggente di Fatima che, lungamente superstite, è morta l’anno scorso;
entrambi gli spunti sono presi dall’ultima intervista libera che potè
fare, nel 1957 a padre Fuentes, prima che su di lei ? il libro ne parla
bene ? calasse il bavaglio, o peggio ancora il filtro.
* * *
“Padre, la Madonna è molto triste, perché
nessuno ha dato importanza al Suo messaggio. Né i buoni né
i cattivi.”
Nessuno. Evidentemente è un’iperbole, qualcuno
che ha preso sul serio il messaggio di Fatima c’era e c’è; ma il
senso è chiarissimo: ciò che tale passo esprime, con giusta
forza, è la triste realtà di fondo d’una sordità che
non riguarda solamente “i lontani”, per la quale non c’è da pensare
soltanto a dove è più evidente…Nessuno, né i cattivi
né i buoni.
Proprio questo è il filo rosso del libro, già
nel titolo, “Non disprezzate le profezie”: davanti a un evento così
grande ? prodigiosamente grande nei segni che l’hanno accreditato, pensiamo
al miracolo del sole; tragicamente grande nelle sue profetiche ammonizioni,
“se…intere nazioni saranno annientate” (per non parlare degli avvertimenti
apocalittici del terzo segreto); meravigliosamente grande nella misericordia
offerta, ai figli in procinto d’essere minacciati dai pericoli più
grandi, da Colei che è la “Mater misericordiae” ? ebbene, davanti
a questo, la grettezza della mancata accoglienza.
Un dramma che parte da lontano, variamente modulato, e
giunto sino al punto ? ma, a dispetto del superficialismo imperante, la
punta dell’iceberg non è l’iceberg, bensì rimanda alla totalità
dell’iceberg ? giunto sino al punto di realizzare, nell’Anno Santo 2000,
una pubblicazione nascostamente incompleta dell’ammonizione del Cielo.
Dopo un ritardo di quarant’anni: perché da
una parte, la Madonna ne aveva ordinato la pubblicazione nel 1960; ma dall’altra,
i Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II) ? per dirla coi cardinali
Ratzinger e Oddi ? l’avevano giudicata inutile, anzi pericolosa.
Padre Malachi Martin, purtroppo morto da alcuni anni,
era il segretario del cardinale Bea, intimo collaboratore di papa Giovanni
XXIII. In tale veste, egli lesse il Segreto, così ha dichiarato.
Intervistato, dichiarò di non poterlo rivelare, tra l’altro prima
di leggerlo gli avevano fatto promettere il silenzio, ma che avrebbe voluto
rivelarlo, “perché una cosa del genere, secondo calcoli umani,
darebbe una grande scossa, spaventerebbe le persone, riempirebbe i confessionali
il sabato sera, riempirebbe le cattedrali, le basiliche e le chiese di
credenti che si inginocchiano, battendosi il petto”.
Nel maggio-giugno 2000, al tempo dello svelamento ufficiale,
chi di noi ha visto questo?
Il miracolo del sole: 13 ottobre 1917
Quanto ora affermo, il libro lo dimostra.
Uscito per le Edizioni Segno nell’ottobre 2005 e formato
da 300 pagine con un migliaio di note, redatto tra il 2000 e il 2004 sulla
base di un’ampia raccolta di documentazione, esso dimostra ? testimonianze
e dati alla mano ? che nell’Anno Santo il famoso terzo segreto di Fatima
non è stato svelato, ma, di per sè, velato. Cerca quindi
di ricostruire le 25 righe formate dalle parole della Madonna, ovvero il
seguito della frase tronca alla fine del secondo segreto: “In Portogallo,
il dogma della fede sarà sempre conservato, etc.”: ricostruisce
appunto, sostanzialmente, quell’eccetera.
Il testo manoscritto degli appunti di Suor Lucia che
concludono la “seconda parte” del cosiddetto segreto
Non si tratta di scandalismo, né di curiosità
fine a sé stessa, né di polemica passionale: non è
questo l’intento del libro o il suo tenore.
Si tratta di mettere in luce questioni che meritano di
essere affrontate, e che interpellano ciascuno.
Certo, è uno studio che pubblicamente pone una
questione scomoda e muove una critica (rivolta, più che alle persone,
alla linea che ha condotto a tenere ostinatamente sotto il moggio tanta
luce in tempi tanto bui): ma è giusto scansare a priori tale obiezione
come illegittima?
La Madonna voleva che il terzo segreto fosse pubblicato
nel 1960 (e magari anche al Cielo bisognerà ubbidire); il papa
Paolo VI ha abolito la riserva della preventiva approvazione ecclesiastica
su tali scritti ; dopo la quantità di “mea culpa” non mi sembrerebbe
peraltro coerente l’arma del “Inaudito! Voi criticate la Chiesa”, “Tacete
perché date scandalo”; e infine, anche uno degli ultimi Pontefici,
Giovanni Paolo II, ha ribadito nella Fides et Ratio quanto
già detto dal dogmatico Concilio Vaticano I, la vera fede non è
in contrasto con la sana ragione: sicchè non si ubbidisce neppure
ai “Papi di oggi” dicendo di non pensare, non interessarsi…
E quindi: la questione, importante ? sempre Giovanni
Paolo II ha detto che Fatima è molto importante, nel suo primo pellegrinaggio
il 13 maggio 1982, addirittura specificamente che pone un obbligo sulla
Chiesa ? , è una questione che va affrontata nel merito, e non evitata
con abusi o paraventi d’autorità, oggettivamente farisaici. E che,
alleati con l’opportunismo e il torpore, vediamo generare una sorta di
cappa di ferro.
Ma qual è il vero contenuto del terzo segreto,
nel foglio tuttora non pubblicato?
Per affrontare in maniera conveniente la questione rimando
a una lettura attenta e riflessiva del libro, limitandomi ora a qualche
cenno.
Il miracolo del sole: 13 ottobre 1917
L’elemento centrale della profezia, che poi scatena sciagure
e cataclismi della più ampia portata, il perno del segreto, è
la predizione d’una crisi dottrinale all’interno della Chiesa. Devastante.
Una crisi che parte dall’alto, dal vertice umano della
Chiesa; che parte negli anni ‘60 e finisce con il trionfo del Cuore Immacolato
di Maria Santissima (quindi riguarda il nostro tempo); che sembra collegata
alle profezie degli ultimi tempi, anche della Sacra Scrittura e soprattutto
dell’Apocalisse, e che forse prepara la via all’Anticristo (come misteriosamente
sapevano i mandanti di Agca).
Qui bastino tre citazioni, tanto gravi quanto autorevoli.
Padre Joaquin Alonso è stato per molti anni,
fino alla morte nel dicembre 1981, l’archivista ufficiale di Fatima.
In tale veste ha potuto parlare più volte con suor Lucia. Ha quindi
un grande peso questa sua testimonianza; e non traggano in inganno le formule
ipotetiche cui egli ricorre: si tratta soltanto di linguaggio diplomaticamente
cauto, non potendone parlare liberamente; tant’è che conclude con
questo sigillo: “[…]niente di tutto ciò è estraneo
ad altre comunicazioni che suor Lucia ha avuto a questo soggetto”,
cioè: sono cose dette da suor Lucia. Eccole:
“[…]questi dogmi si oscureranno, o perderanno del
tutto. […]Il testo non pubblicato parla di circostanze concrete?
È possibile che parli non solo di una reale crisi della Chiesa durante
questo periodo intermedio, ma come nel segreto di La Salette, per esempio,
ci sono riferimenti concreti a lotte interne fra cattolici o alla caduta
di sacerdoti e religiosi. Forse si riferisce persino alle mancanze della
gerarchia superiore della Chiesa”.
E se il card. Oddi, che ebbe un colloquio con suor Lucia,
ne trasse la convinzione “che il terzo segreto predicesse qualcosa
di terribile che la Chiesa aveva fatto”, ovviamente nel senso improprio
degli uomini di Chiesa, il cardinale Ciappi, per decenni e sotto più
Pontefici “teologo del Papa”, è stato assolutamente lapidario, scrivendo
poco prima di morire: “Nel terzo segreto si profetizza, tra le altre
cose, che la grande apostasia nella Chiesa partirà dalla sua sommità!”.
L’apostasia è il rigetto, il rinnegamento, la
perdita della fede cattolica (non necessariamente per non credere più
a niente: magari, ed è la cosa più insidiosa, per sostituirla
con una falsa fede). È il monito più grave che la Madre del
Verbo Incarnato potesse rivolgere.
Incoronazione della statua della Madonna di Fatima: 13 giugno 1946
Dicevamo, che fare? Proprio per il carattere costruttivo
di questo sasso nello stagno.
Ad una risposta giusta e concreta direi possa ben introdurci
quest’altro passo dell’intervista di suor Lucia al padre Fuentes: “Padre,
non stiamo ad aspettare un appello dal Santo Padre, né dal nostro
vescovo, o dai superiori delle congregazioni religiose…”.
Lo disse nel 1957, Pio XII regnante; ma quanto calza!
Capita di sentirsi dire: ho letto sui giornali (fonti
molto attendibili!) che il Papa adesso farà questo e quest’altro…e
allora, quando la situazione sarà favorevole, sarò contento
e ne prenderò parte, perché non posso vedere questo, non
posso vedere quest’altro…E dell’uno o dell’altro frutto cattivo all’interno
della Chiesa ci si lamenta, ci si lamenta, ci si lamenta…sterilmente. Ci
si rende impopolari a dire queste cose, e certamente i casi non sono tutti
uguali, ma il fenomeno è reale.
Queste nostre Marche, che mi sono profondamente care,
sono una terra piuttosto sana, ma anche tiepidamente stagnante; poco allergica
al conformismo, poco allergica talvolta a scorciatoie voltagabbana, e molto
allergica all’odor d’incomodi: sicchè ? talvolta addirittura nobilitandosi
dietro bei paraventi ? meglio sparlare che andare avanti in questioni scomode.
Non stiamo ad aspettare che facciano qualcosa gli altri,
diceva la veggente da parte della Madonna, è l’ora in cui è
necessario che ciascuno inizi da se stesso.
Si obietta: “Ma quanto possiamo riuscire…”
(ma quanta miopia!), “Ma così saremmo in pochi…”:
eppure ? vedendo le cose nell’ottica della fede, anziché nella mentalità
del mondo ? quanta folla c’era nell’ora suprema, sotto la Croce?
E la parte pubblicata del terzo segreto non ci mostra
forse che proprio la via della croce e del martirio è quella, infine,
realmente vittoriosa, come un cristiano dovrebbe ben sapere?
Chi ricorda cosa dice il Vangelo sul segno distintivo
dei veri e dei falsi profeti, per gli uni il rifiuto denigratorio e persecutorio,
per gli altri la lode di tutti?
Se a Sodoma, la grande città, Dio ne avesse trovato
dieci che avevano conservato la fedeltà, dieci in una città
così grande, per riguardo a loro avrebbe risparmiato dalla distruzione
tutta la città.
Non è completamente falso che debba esserci un’attesa;
e, aggiungo, bisogna attestarsi su tale attesa con paziente perseveranza,
senza né illudersi né disperarsi. Io sono assolutamente convinto
che la risoluzione finale _ forse a prezzo di atti eroici, da quanto la
situazione è grave _ è nelle mani del Santo Padre; che sarà
per via soprannaturale e, plausibilmente, traumatica: ma, intanto, possiamo
e dobbiamo fare, con ordinato zelo, la nostra parte. Al riguardo, mi permetto
di sottoporre alla vostra attenzione quattro punti.
1 - La lettura attenta e la diffusione
sollecita del libro.
Infatti può essere uno strumento, per mostrare
ad alcuni l’esistenza di un problema, ad altri per farlo comprendere meglio.
Mi ha confortato e rallegrato sentire che qualcuno, dopo
la lettura del libro, evidentemente una lettura non superficiale e fatta
in buone disposizioni, aveva piuttosto cambiato idea su qualche punto importante,
che qualcun altro ne aveva donato delle copie…
Può essere richiesto direttamente all’editore,
oppure tramite libreria (non è difficile, avendo le edizioni Segno
una buona catena di distribuzione).
Attualmente l’autore ne ha finito tutte le copie e attende
la ristampa ? soltanto con la correzione di alcuni refusi e l’aggiunta
di qualche testimonianza; con quale editore e in quante lingue è
attualmente in valutazione ? , ma Segno qualche copia ancora ce l’ha,
quindi non c’è neppure da attendere.
Anche questo, molto semplicemente, può rientrare
nella testimonianza della Fede con tutte le sue implicazioni, che siamo
tenuti a dare, nella buona battaglia della Fede, che siamo tenuti a combattere. |
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2 - Il Santo Rosario.
La Madonna lo ha raccomandato con insistenza: di recitarlo
tutti i giorni. E la veggente ci ha detto che Ella, in considerazione dei
tempi difficili, ne ha rinforzato l’efficacia, sicchè è una
difesa e un’arma potentissima.
Non è un caso che il testo riporti in appendice
una guida per la sua recita, giacchè il favorire la crescita della
devozione alla Madonna è uno degli intenti, principalissimo, di
questo lavoro.
Vediamo che qui le devozioni del mese di maggio un po’
reggono, del che mi rallegro (purchè non ci si tranquillizzi a sproposito):
sarebbe bello se, ad esempio, più famiglie riprendessero la consuetudine
di dire insieme, quotidianamente e per tutto l’anno, il Santo Rosario (almeno
qualche decina, magari per iniziare; sono pochi minuti, basta avere almeno
un familiare un po’ disponibile).
Quella corona attorno alla quale, anziché
attorno alla televisione, si riuniva ogni sera la famiglia, i nostri nonni
si ricordano bene…
3 - I cinque
primi sabati del mese, in onore del Cuore Immacolato di Maria
Santissima.
È una pratica riparatrice che la Madonna di Fatima
ha chiesto, promettendo che in risposta ci sarebbero stati risparmiati
dei flagelli incombenti, attirandosi anche il Suo materno soccorso per
la grazia suprema di una buona morte. Frequentando i nostri ambienti non
è difficile informarsi su come farli.
Ora mi preme rispondere brevemente a una domanda che
si potrebbe porre: che nesso c’è tra queste devozioni (il Santo
Rosario, i primi sabati) e il tema primario del terzo segreto (gravissimi
problemi interni alla Chiesa)?
Bisognerebbe approfondire la comprensione del terzo segreto,
ovvero della crisi nella Chiesa, le sue dinamiche, il suo terreno, la sua
natura di castigo; qui mi limito a esplicitare: davanti a tanti e tali
mali, davanti a Satana lasciato libero, davanti al buio, quant’è
saggio e confortante far ricorso alla Madonna, umilmente coi mezzi che
Lei stessa ci ha indicato, guardando e affidandosi a questa Stella nella
buia notte!
4- Infine, un punto che bisognerà illustrare:
la giusta attitudine da tenere nella situazione profetizzata dal terzo
segreto. Quale pratica davanti a questa situazione.
Ricapitoliamo: da dopo il 1960, anno indicato dal Cielo per
la divulgazione del terzo segreto, c’è nella Chiesa una crisi. Una
crisi di tipo innanzitutto dottrinale, perciò radicale, e universale,
provenendo dall’alto. Il che contraddice l’impostazione di un certo filone,
che riduce il problema ai pur realissimi abusi ed eccessi “in basso”. Del mondo non ne parliamo, siamo alla frutta della lunga
apostasia moderna: ma quando in un paese le guardie vanno disastrosamente,
bisognerà agire lì più che stupirsi e prima di occuparsi
dei tanti furti dei ladri… E che ci sia questa crisi, straordinaria, l’ha detto
tante volte lo stesso Santo Padre, allora cardinale Ratzinger (e probabilmente
non è un caso che egli già avesse letto il terzo segreto):
pensiamo alla nota Via Crucis del Venerdì Santo 2005, la Chiesa
sembra una barca che sta sul punto di affondare… Pensiamo a questa frase
di Rapporto sulla fede: “questo confuso periodo dove davvero ogni
tipo di deviazione ereticale sembra premere alle porte della fede autentica…” Una strada d’apostasia che viene dalla sommità
della Chiesa…l’eresia che preme non qua o là, su questo o quel punto,
ma da ogni parte…la Chiesa invasa dal fumo di Satana, che ? l’ha detto
il papa Paolo VI, pallida eco di quel che aveva letto nel monito del Cielo
? vi è entrato: cioè come occupata, con il nemico che è
anche dentro…è normale questo? No, non è la situazione normale nella Chiesa.
È molto importante, è fondamentale, fissare bene questo punto:
oggi c’è nella Chiesa per quanto la sua natura teandrica,
divino-umana, lo rende possibile una situazione anormale. Ora, il
buonsenso mostra che in una situazione che esce dalla normalità,
non sempre ci si comporta nello stesso modo che in quella normale. Immaginiamoci degli accampati subito dopo un terremoto
che ha ridotto la casa in macerie, e un bambino che dica: non vado a letto,
perché la mamma mi ha detto che non devo andare a letto se non mi
sono lavato i denti (senonchè, spazzolino e dentifricio sono sotto
le macerie). Forse che la mamma non mi ha insegnato una cosa buona? Ci
si lava i denti prima di andare a letto! Oppure ? porto sempre questo esempio ? pensiamo a una
casa che ha preso fuoco, e da dentro un bambino piccolo piange; i genitori
non ci sono, oppure sono svenuti o feriti nell’incendio; che deve fare
una persona che vede questo? Deve entrare e cercare di metterlo in salvo,
o deve ragionare così: io non sono il padrone di casa, non ho l’autorizzazione
a entrare, e la legge vieta la violazione di domicilio? (Mi ricorda quella
dell’asino che cade nel pozzo il giorno di sabato…).
Questo principio lo ritroviamo anche nella storia della
Chiesa e nella teologia cattolica.
Ha detto san Teodoro Studita dei tempi dell’eresia ariana:
“A motivo delle pressanti necessità, in questo momento di
crisi in cui predomina l’eresia, non si fa tutto come stabilito in tempo
di pace”.
Nel libro cito due passi di un’opera del domenicano Umberto
degl’Innocenti, docente alla Pontificia Università Lateranense.
Uno è quello dove si nota : “Occorre…distinguere soprattutto
uomini e istituzioni, e persuadersi che può essere lecito e talvolta
anche doveroso gridare contro i primi senza coinvolgere le seconde”;
per dirla con santa Giovanna d’Arco, “gli uomini
di Chiesa non sono la Chiesa” e, aggiungo, il sistema postconciliare
non è la Chiesa in quanto tale, giacchè anche una stessa
realtà può essere considerabile sotto diversi titoli, convivendovi
più figure: nel caso, gli orientamenti caduchi del momento, ovvero
il nuovo corso ecclesiale, e il suo permanente essere profondo.
L’altro passo è quello in cui appunto osserva:
“Non si giudica una situazione eccezionalissima con i criteri d’ordinaria
amministrazione”.
Certo, non è che in tali situazioni si possa legittimamente
fare tutto e il contrario di tutto: anche se c’è quell’incendio,
non posso entrare in quella casa e rubare; non posso entrare, prendere
il bambino e automaticamente trattenerlo per sempre con me; ma legittimamente
posso e debbo, in coscienza e in carità, entrare per metterlo al
sicuro anche senza l’autorizzazione del padrone di casa ? cosa che, in
una situazione normale, sarebbe illegale violazione di domicilio, da non
farsi.
Ora, il Cielo ? l’Autorità suprema e assoluta ?
ci dice: siamo in tempi di crisi straordinaria nella Chiesa: l’ortodossia
cattolica è universalmente minacciata e la Chiesa è offuscata,
come eclissata, dal fumo di Satana al suo interno.
Il che non vuol dire che noi giudichiamo tutti
eretici e apostati nel mondo cattolico ufficiale: chiaramente è
una tendenza, ciò che la Madonna a nome di Dio ha denunciato, un
processo contrario al depositum fidei, che oggettivamente
avrebbe attraversato la cattolicità, dilagando con frutti rovinosi.
Bisognerà dunque chiedersi: la Chiesa ha mai passato,
transitoriamente s’intende, situazioni del genere? Parzialmente sì (la crisi ariana, il grande scisma
d’Occidente). Le ha mai previste, come possibili a realizzarsi? Andiamo a vedere nella più sicura e avallata teologia
cattolica, e troviamo che, in realtà, di certi casi non comuni effettivamente
se ne parla.
Suor Lucia e Giovanni Paolo II (2000)
Qui mi limito a richiamare un’indicazione, tanto semplice
quanto pertinente e preziosa. È la “regola per distinguere
la verità cattolica dall’errore”, che san Vincenzo di Lerino
ci dà nel Commonitorium; si tratta di un’opera e un
autore probati, cioè approvati, lodati dalla Chiesa stessa, per
tanti secoli.
Vi leggiamo:
“Come, dunque, dovrà comportarsi
un cristiano cattolico [notate bene: “un cristiano cattolico”:
quindi, non solo la gerarchia ecclesiastica] se qualche piccola frazione
della Chiesa…”:
ahinoi, non è questo il nostro caso, oggi non
è questione di qualche piccola frazione della Chiesa.
“Se, però, si tratta di una novità
ereticale che non è limitata a un piccolo gruppo, ma tenta di contagiare
e contaminare la Chiesa intera?”:
ecco, è questo!
Precisamente questa è la situazione da cui la
Madonna Santissima voleva fossimo messi in guardia a partire già
dal 1960: un pericolo generale per la dottrina della fede, per la retta
fede, con gli annessi e connessi.
Che fare dunque in questi frangenti?
Riprendiamo il Commonitorium dove l’avevamo
lasciato:
“In tal caso, il cristiano dovrà darsi da
fare [e non dormire, sfogare lagnandosi o lavarsi le mani] per
aderire all’antichità, la quale non può evidentemente essere
alterata da nessuna nuova menzogna”.
È una misura generale di buonsenso: quando c’è
un’epidemia alimentare generale a partire da una data, in attesa che passi
ci si orienta già a priori ? cautelativamente, prudenzialmente ?
su prodotti confezionati in precedenza, in tempi più sicuri. Quanto
sarebbero fuori luogo discorsi tipo: “ma confezionare dei nuovi prodotti
è una cosa possibile”, oppure “voi non siete…l’ufficio
d’igiene, che è l’organo competente per dare i responsi”:
discorsi proprio impostati male! E come al contrario, nella autorevolissima luce di cui
stiamo trattando, si palesa appropriata la posizione detta tradizionalista:
in questo quadro, noi ci attacchiamo al Catechismo antico, alla Messa antica
e così via, organizzandoci di conseguenza e come la realtà
ce lo consente (e non come in astratto si preferirebbe); nell’attesa serena,
fedele e militante che, sino in fondo, l’eclissi venga meno. Atteggiamento certamente controcorrente, di dissenso
rispetto a una certa strada e situazione, ma al contempo leale e costruttivo,
con tutti: col nostro Santo Padre, Benedetto XVI, cui a ben vedere tale
franchezza vuole offrire miglior servizio che tante ipocrisie, con i pastori
locali, con la nostra terra e con quanti la buona Provvidenza ha posto
sul nostro cammino. Grazie.
Suor Lucia nella bara (14 febbraio 2005)
SOLIDEO PAOLINI, Fatima, Non disprezzate le profezie,Edizioni
Segno, Tavagnacco, prima ed. 2005, pp. 304, € 15,00
Leggevo su "Affari Italiani.It. - Basilica di Loreto non si confessa, c'e' lo strizzacervelli" al posto della confessione in basilica c'e' una cappellina predisposta come centro di ascolto e di dialogo. - Piu' andiamo avanti piu' incontriamo la liberta' del VaticanoII che sta' eliminando i Sette Sacramenti "uno alla volta". prima l'arcivescovo di (forse Ratisbona) ha messo in discussione in alcuni suoi libri, la realta di Cristo nell'Eucarestia - poi ha messo in discussione la Verginita' della Madre di Dio ora a loreto al posto della confessione ci va dallo psichiatra? Nella mia parrocchia (Chiesa Madre Collegiata di Secunda Sedis) il nuovo (Parroco?) pian piano un poco alla volta ha tolto tutti i simboli che possano far rimanere cattolica quella Chiesa. Prtima ha tolto le croci dagli altari, poi un poco alla volta ha tolto su sette altari compreso quello monumentale detto Altare Maggiore, i dodici candelieri, poi ha tolto dieci statue di santi e le ha poste in un magazzino. Vorrei andare avanti, ma e' troppo lunga, quello che ha distrutto dell'antica chiesa per farne una di tipo chiaramente protestante. L'ordinario diocesano non ha mai aperto bocca. - Questo e' parte del C.V.II, cosa vogliamo aspettarci in seguito? Non dimentichiamo che in Russia le chiese (guarda i film Don Camillo e Peppone) erano diventate rimesse per fieno e animali.
RispondiEliminaOra le chiese, in Russia, le ricostruiscono a suon di rubli dello Stato! E quelle già presenti vengono abbellite per rendere onore a Dio.
RispondiEliminaGli ortodossi rifuggono dalle "modernità" che sono state fatte entrare nella chiesa cattolica.
Quindi vedono con abbastanza orrore le novità conciliari.
Riguardo a Fatima, Paolini è ora uno dei numerosi cattolici che hanno deciso di scrivere un libro per divulgare quanto possibile la storia su quell'evento eccezionale che ha toccato il cuore di migliaia di fedeli allora e milioni oggi.
Del terzo segreto, attraverso le mezze frasi di Suor Lucia, legata al silenzio su imposizione vaticana(papale), le frasi di qualche cardinale e di altri che hanno letto il documento, si può ora con una certa sicurezza dedurre quanto fu scritto e cosa riguarda.
Ormai tutti gli scrittori sono pressochè concordi sull'entità e la gravità del terzo segreto.
Ma il Vaticano, chissà perchè, tace....o preferisce mentire !
Appena finito di parlare con le Edizioni Segno. Non hanno più il libro di Paolini, è fuori catalogo.
RispondiEliminaDinocrate,
Eliminalo devi chiedere direttamente all'Autore, a questo indirizzo:
infoctm@cattolicitradizionalistimarche.org
(è visibile sotto la foto di Paolini, all'inizio dell'articolo)
Consiglio "La battaglia finale del Diavolo". E' un condensato di tutto.
RispondiEliminahttp://www.devilsfinalbattle.com/it/content2.htm