sabato 30 novembre 2013
"Padre Pio mi fece prendere una sedia, e disse: «Siediti e dimmi come ti regoli tu, quale confessore, in materia di aborti"...
[Padre Pellegrino Funicelli, “Padre Pio tra sandali e cappuccio”, pp. 376-379]
Padre Pio mi fece prendere una sedia, e disse: «Siediti e dimmi come ti regoli tu, quale confessore, in materia di aborti».
Dopo aver sentito scattare, come un campanello di allarme o per lo
meno come un campanello importuno, questa domanda, desiderai
maggiormente scappare via; ma capii che andandomene avrei peggiorata la
mia situazione e rimasi, rassegnato a beccarmi una bella lezioncina.
Feci comunque un’osservazione fuori posto: «Come frate non credo di
avere il dovere di pormi simili problemi». «Assittete (Siediti)»,
ingiunse indicandomi la sedia.
Nel timore di essere redarguito per qualche eventuale mio difetto in
materia di aborto e nel desiderio di svicolare per la naturale
riluttanza a incassare rimproveri, dimentico o non curante del fatto che
così rinunziavo a qualche notevole guadagno spirituale o mi giocavo
addirittura il posticino in Paradiso, preferii affrontare l’argomento
indirettamente. Gli rivolsi magnificamente gravido di minacce, una
domanda frettolosa rivolta a lui, senza vergognarmi della meschinità del
contrattacco inopportuno: «Padre, lei stamattina ha negato
l’assoluzione per procurato aborto a una signora; perché è stato tanto
rigoroso con quella povera disgraziata?».
La domanda non era tanto innocente, quanto potrebbe apparire a prima
vista, perché si accompagnava all’intima convinzione che lui, Padre Pio,
sempre buono e misericordioso con tutti i membri della grande famiglia
umana, sarebbe stato trattato duramente dalla giustizia divina, per
“l’eccessivo” rigore adottato nel grande Tribunale della Penitenza, a
cui, come ad un favo di miele gocciolante, attirava, per altro, migliaia
di penitenti.
In altra occasione rispose a questo mio giudizio temerario ritorcendo
l’argomento: «Perché? Tu che sei dolce con gli assassini e noncurante
delle vittime, che cosa ti aspetti della giustizia di Dio? Un gesto di
clemenza? […] il giorno in cui gli uomini, spaventati dal (come si
dice?) boom demografico, dai danni fisici o dai sacrifici economici,
perderanno l’orrore per l’aborto, sarà un giorno terribile per
l’umanità, perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero
dimostrare di averne orrore». Poi, come mettendo una parentesi,
continuò: «Tuttavia non sono tanto deficiente da credere di poter
mettere il punto e la parola fine all’inizio del mondo: sono ottimista e
credo fermamente nella possibilità di un ritorno ai primordi istinti
della natura umana». Mi afferrò per la pettorina, mi calcò la mano
sinistra sul petto, come se volesse impadronirsi del mio cuore e riprese
con un fare molto sbrigativo: «L’aborto non è soltanto omicidio, ma è
pure suicidio. E con coloro che vediamo sull’orlo di commettere con un
solo colpo l’uno e l’altro delitto, vogliamo avere il coraggio di
mostrare la nostra fede? Vogliamo recuperarli sì o no?!».
Con un sorriso tra l’incredulo e il canzonatorio, nascente, di
solito, dalle labbra degli sconfitti, come colpito da un’ondata di
pensieri gentili apparentemente, ma loschi in realtà, domandai: «Perché
suicidio?». Secondo le mie convinzioni di quel tempo, la donna,
eliminando un feto, salva, non ammazza se stessa. Non ero pessimista, ma
una tintarella di pessimismo sprezzante e deteriore, forse comune un
po’ a tutti, l’avevo pure io: cioè consideravo i feti delle semplici
appendici, asportabili, non perché membri senza vita, ma perché
appartenenti, questi membri, alla nostra brutta razza. “Che bisogno c’è
di andare troppo per il sottile con miserelli come noi?”, mi domandavo,
fiero di albergare, una volta tanto, delle machiavelliche e alte
concezioni, nella mia mente abituata a strisciare tra gli ozi e i
pettegolezzi.
Padre Pio, assalito da una di quelle, non insolite, furie divine,
compensato da uno sconfinato entroterra di dolcezza e di bontà, mi
rispose: «Capiresti questo suicidio della razza, se, con l’occhio della
ragione, vedessi “la bellezza e la gioia” della terra popolata di vecchi
bavosi e sdentati e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se
riflettessi, allora sì che capiresti la duplice gravità dell’aborto: con
la limitazione della prole si mutila sempre anche la vita dei genitori.
Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti
distrutti per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi
la possibilità di appello alla propria ignoranza. […] Quelle ceneri
vanno sbattute sulla faccia di bronzo dei genitori assassini. A
lasciarli in buona fede mi sentirei coinvolto nei loro stessi delitti.
Vedi: io non sono un santo, eppure non mi sento mai così vicino alla
santità, come quando dico parole forse un po’ forti, ma giuste e
necessarie a questi criminali. Inoltre, dopo avere smascherato questi
diabolici esseri, mi calmo e riesco più facilmente a distendermi e a
“repusà nu poche (a riposare un poco)”. E sono sicuro di aver ottenuto
l’approvazione di Dio per il mio rigore, proprio perché da Lui, dopo
queste dolorose lotte contro il male, ottengo sempre, anzi mi sento
imporre qualche quarto d’ora di meravigliosa calma».
© Il Settimanale di Padre Pio (351 dal Numero 42 del 27 ottobre 2013)
"Fosse solo quello." L’antipapa e i suoi collaboratori apostati saranno (come li chiama Suor Lucia) i partigiani del diavolo (os partidarios do demonio) "i quali lavoreranno per il male e non avranno paura di niente"...
Il Grande Castigo che ci attende è rivelato nel Terzo Segreto di Fatima
Padre Paul Kramer 06 Marzo 2013
Nel primo articolo di questa serie riguardante il Grande Castigo che
ci attende, ho approfondito soprattutto l’aspetto fisico di tale
castigo: il ruolo della Russia nello scatenare le guerre e nel portare a
compimento l’annientamento delle nazioni. La distruzione di metà del
mondo è una cosa spaventosa, a dir poco - Sarebbe la più grave
catastrofe sin dai tempi del diluvio universale. Eppure non è l’aspetto
più terrificante del castigo predetto nel Segreto. Assai peggiore è il
castigo spirituale contenuto nel Terzo Segreto.
La seconda parte
del Segreto ci avverte già della persecuzione della Chiesa e del Santo
Padre. Il 13 luglio 1917, la Madonna di Fatima ci avvertì che:
Se le Mie richieste verranno esaudite, la Russia sarà convertita, e vi
sarà la pace. Altrimenti, la Russia diffonderà i suoi errori in tutto il
mondo, causando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni verranno
martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, e molte nazioni
verranno annientate.
"Dio", disse la Madonna, "sta per punire
il mondo per i suoi crimini, per mezzo di guerre, carestie, persecuzioni
contro la Chiesa ed il Santo Padre." La persecuzione della chiesa di
cui si parla è diversa da qualsiasi altra avvenuta nella storia
dell’umanità. Ciò che sembra impossibile, avverrà, ed è predetto nella
parte non pubblicata del Terzo Segreto e nelle Sacre Scritture.
Nella sua lettera al professor Baumgartner, il Cardinale Mario Luigi
Ciappi rivelò che: "Nel Terzo Segreto viene predetta, tra le altre cose,
che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dal suo vertice". Questo
corrisponde a ciò che è rivelato nel Libro delle Lamentazioni: "Non
credevano i re della terra e tutti gli abitanti del mondo che
l'avversario e il nemico sarebbero penetrati entro le porte di
Gerusalemme." Quello che viene predetto è che i partigiani del diavolo
occuperanno la Curia Romana sotto un antipapa Massone.
Nel
1998, Padre Malachi Martin, ora purtroppo deceduto, affermò durante la
trasmissione Art Bell Show che gli era stato fatto leggere il Terzo
Segreto di Fatima all’inizio del 1960, mentre era segretario del
Cardinale Bea. Padre Martin affermò che il testo era contenuto su di un
unico foglio di carta, che le parole della Madonna erano assai asciutte e
precise e riguardavano un prossimo "papa" - un impostore che avrebbe
usurpato il soglio pontificio sotto il controllo del demonio. Per
questo, il Terzo Segreto di Fatima rivelerebbe il "mistero
dell’iniquità" (2 Tess. 2,7): la Chiesa Cattolica "contraffatta" - la
contro-chiesa, l’anti-Chiesa - il mistero del drago, la cui coda avrebbe
spazzato via un terzo delle stelle del cielo , ovvero un terzo della
gerarchia Cattolica sotto la guida di un antipapa eretico.
E’
questo che Papa Giovanni Paolo II rivelò criticamente, nel suo discorso
relativo alla rivelazione del Terzo Segreto il 13 maggio 2000: "Il
messaggio di Fatima è un appello alla conversione, che mette in guardia
l’umanità affinché non faccia il gioco del "drago", il quale con la
"coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava
sulla terra" (Ap. 12, 4).
Quando parlai con Padre Malachi
Martin riguardo all’antipapa eretico e dell’apostasia nel Terzo Segreto,
la sua risposta fu: "Fosse solo quello." L’antipapa e i suoi
collaboratori apostati saranno (come li chiama Suor Lucia) i partigiani
del diavolo (os partidarios do demonio) "i quali lavoreranno per il male
e non avranno paura di niente".1 Sono questi "partigiani del demonio"
che costituiscono il "terzo delle stelle del cielo" precipitate sulla
terra dalla coda del drago. Questi uomini che si nascondono come clero
"Cattolico" sono in realtà membri segreti della setta e sono consacrati
al demonio. Essi otterranno il controllo dell’apparato Vaticano e
creeranno il "ramo" cattolico di una nuova religione ecumenica mondiale.
La loro "chiesa" contraffatta sarà Cattolica solo di nome. Essa formerà
la parte "Cattolica" della religione imposta e asservita dal Nuovo
Ordine Mondiale. Il vero Cattolicesimo sarà considerato fuori legge, ed i
fedeli Cattolici che rimarranno saldi nella loro vera fede, saranno
soggetti alle più feroci "persecuzioni" che si siano mai viste nella
storia.
I Cattolici non saranno i benvenuti nella Civiltà
dell’Amore: l’esclusivismo dei loro dogmi (quali extra ecclesiam nulla
salus, ovvero "fuori dalla Chiesa non vi è salvezza") li renderanno
sospetti e considerati alla stregua di "fanatici" e "terroristi" - una
vera e propria minaccia all’unità ecumenica e alla "pace" del Nuovo
Ordine Mondiale. Per questo, la vera Chiesa Cattolica verrà trattata
come un’organizzazione criminale, e come una minaccia alla pace
mondiale. Lo status della Chiesa sarà allora lo stesso che all’epoca
delle persecuzioni nell’antica Roma, quando la Chiesa veniva vista come
un’organizzazione sovversiva e criminale. Vi saranno leggi penali
promulgate per punire i praticanti delle forme di religione "pre
conciliari" e ormai "fuori moda" che minacciano la "pace mondiale"
(l’ordine ecumenico e neo-pagano della Civiltà dell’Amore) per il loro
attaccamento settario all’esclusivismo dogmatico, il quale (viene già
considerato tale!) porta a persecuzioni inquisitorie, alle guerre di
religione, alle crociate.
Verrà offerta un alternativa ai
Cattolici, per evitare le spiacevolezze della persecuzione e del
martirio. La vasta maggioranza sarà stata conquistata dall’inganno e
diverrà apostata. Così come accade oggi in Cina, gli verrà concesso il
loro Latino, il loro incenso, la loro "Messa", etc. - ma solo a
condizione che essi siano in comunione con la Chiesa ufficiale - ovvero
con ciò che sarà diventata la Roma apostata. Gli verrà imposto di
rimanere fedeli al papa impostore la cui chiesa contraffatta sarà in
comunione con la Grande Chiesa Ecumenica che unirà tutte le religioni.
mercoledì 27 novembre 2013
I "TRADIZIONALISTI", L'INFALLIBILITA' E IL PAPA...
Fonte: Crisidellachiesa.it...
di
don Anthony Cekada
1
Molti
uomini che sembrano possedere l'autorità nella Chiesa
insegnano errori e
impongono leggi
dannose. Come riconciliare tutto questo con l'infallibilità?
l
Premessa
Se ora assisti regolarmente alla
Massa tradizionale in latino è perché, ad un certo punto, hai
concluso che l'antica Messa e la vecchia dottrina sono
cattoliche e buone, mentre la nuova Messa e gli insegnamenti
moderni, in qualche modo, non lo sono. Tuttavia, hai dovuto
probabilmente affrontare (come me) qualche preoccupazione
iniziale: cosa succede se la Messa tradizionale alla quale vado
non è approvata dalla Diocesi? Sto sfidando l'autorità legittima
nella Chiesa? Sto disubbidendo al Papa? Questo è il «problema
dell'autorità», e sembra presentare un vero dilemma. La
Chiesa insegna che il Papa è infallibile in materia di fede e di
morale. I buoni cattolici, inoltre, rispettano le leggi del
Papa e la Gerarchia. Al contrario, i cattivi cattolici scelgono con
cura le leggi che vogliono rispettare. Allo stesso tempo, molti
uomini che sembrerebbero possedere l'autorità nella Gerarchia ci
comandano di accettare certe dottrine e una Messa che
danneggiano la fede o producono altri effetti disastrosi. Cosa
deve fare un cattolico?
l
Perché rifiutare i cambiamenti?
Per risolvere il dilemma, dobbiamo
in primo luogo considerare i motivi che ci hanno spinti ad
abbandonare le
nostro parrocchie. In molti casi, abbiamo constatato la
contraddizione con l'insegnamento cattolico stabilito o
l'irriverenza nel culto. In altre parole, abbiamo
immediatamente riconosciuto qualche elemento della nuova
religione come un errore dottrinale o un male.
Sappiamo anche che le nostre obiezioni non riguardano
cambiamenti secondari. Al contrario, le nuove dottrine ci sono
apparse come cambiamenti sostanziali: compromessi,
tradimenti, o contraddizioni dirette dell'immemorabile
insegnamento cattolico. Ora consideriamo il nuovo sistema di
culto come cattivo, irriverente, un disonore al SS.mo
Sacramento, ripugnante alla dottrina cattolica, o totalmente
distruttivo per la fede di milioni di anime. Ragioni pesanti
come queste - e non piccole banalità - sono ciò che ci ha
condotto a resistere e a rifiutare i cambiamenti introdotti dal
Concilio Vaticano II (1962-1965). Se siamo giunti a questo punto
e abbiamo riconosciuto (come dovremmo) che diverse dichiarazioni
ufficiali o numerose leggi emanate dalla Gerarchia
post-conciliare contengono errori o mali, siamo in effetti sulla
strada giusta per risolvere il problema apparentemente spinoso
dell'autorità. Permetteteci di esaminare il perché.
l
Alcuni errori e mali
Cominciamo elencando qui alcuni
degli errori o mali approvati ufficialmente dal Vaticano II, da
Paolo VI (1897-1978) o dai suoi successori:
-
Il Vaticano II insegna che (e questo viene ripetuto nel nuovo Codice di Diritto canonico del 1983) la vera Chiesa di Cristo «sussiste» (anziché «è») nella Chiesa cattolica. Ciò implica che la vera Chiesa può «sussistere» anche in altre confessioni religiose.
-
L'abolizione nel nuovo Codice di Diritto canonico del 1983 della distinzione tradizionale tra il fine primario del matrimonio (procreativo) e quello secondario (unitivo), ponendo questi fini sullo stesso piano, costituisce un'inversione del loro ordine. Questo cambiamento offre un tacito appoggio alla contraccezione, giacché la proibizione del controllo delle nascite è basata sull'insegnamento secondo cui la procreazione è il fine primario del matrimonio.
-
Nella versione originale latina del nuovo Messale di Paolo VI sono stati sistematicamente soppressi i seguenti concetti: l'inferno, il giudizio divino, la collera di Dio, la punizione del peccato, la malizia del peccato, il peccato come il male più grande, il distacco dal mondo, il purgatorio, le anime dei trapassati, la regalità di Cristo sulla Terra, la Chiesa Militante, il trionfo della fede cattolica, i mali dell'eresia, dello scisma e dell'errore, la conversione dei non-cattolici, i meriti dei Santi e i miracoli. Eliminare queste dottrine dalla liturgia equivale a segnalare che esse non sono più vere, o almeno sufficientemente importanti, o meritevoli di una menzione nella preghiera ufficiale della Chiesa.
-
L'approvazione ufficiale da parte di Paolo VI di poter dare la Comunione nella mano. Questa pratica venne imposta nel XVI secolo dai protestanti per negare la transustanziazione e la natura sacramentale del sacerdozio.
-
L'introduzione ufficiale al nuovo Ordinario della Messa (l'Institutio Generalis Missali Romani), un documento ufficiale, insegna che la Messa è una riunione-cena, co-celebrata dall'assemblea e dal suo presidente, durante la quale Cristo è presente nei fedeli, nella lettura della Sacra Scrittura, e infine nel pane e nel vino. Ciò coincide con il modo protestante o modernista di concepire la Messa, e offre un fondamento teorico ai conseguenti «abusi».
A quelli appena visti,
potremmo aggiungere altri insegnamenti di Giovanni Paolo
II (1920-2005) e di Benedetto XVI, entrambi
ritenuti erroneamente dei «conservatori». Le loro
dichiarazioni e i loro scritti rivelano un penetrante
problema teologico che va ben oltre quello costituito
dalla riforma liturgica. Durante il Vaticano II, Joseph
Ratzinger è stato uno dei principali teologi dell'ala
modernista, e come tale ha sparso sul suo cammino una
lunga lista di errori. Egli è stato il principale architetto
della nuova teologia della Chiesa, identificandola come il
«Popolo di Dio» o la «Chiesa di Cristo», un qualcosa di
diverso dalla Chiesa cattolica romana - una super-Chiesa -
composta da «elementi» della vera Chiesa posseduti
pienamente (dai cattolici) o parzialmente (dagli eretici e
dagli scismatici). Il vincolo che tiene insieme questa
bestia ecumenica è la nozione ratzingeriana di Chiesa come «comunione».
Come Cardinale, come prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, e in qualità di consulente dottrinale di
Giovanni Paolo II, Joseph Ratzinger ha sviluppato
questa idea nella Lettera ai Vescovi della Chiesa
cattolica su alcuni aspetti della Chiesa intesa come
comunione (1992), nella Dichiarazione Dominus Iesus
(2000), nel nuovo Codice di Diritto canonico (1983) e nel
Catechismo della Chiesa cattolica (1997). Ecco alcune
proposizioni tipiche dell'insegnamento di Ratzinger:
-
Le chiese scismatiche sarebbero «Chiese particolari» unite alla Chiesa cattolica da «strettissimi vincoli» 2.
-
La Chiesa universale sarebbe il «Corpo delle Chiese» (particolari) 3.
-
Le chiese scismatiche avrebbero un'esistenza «ferita» 4.
-
«Pur essendo particolari, in esse (le chiese) si fà presente la Chiesa universale con tutti i suoi elementi essenziali» 5.
-
La Chiesa di Cristo sarebbe «presente e operante» anche nelle chiese che rifiutano il papato 6.
-
Si diventa membri del «Popolo di Dio» attraverso il Battesimo 7.
-
L'intero popolo di Dio parteciperebbe all'ufficio di Cristo 8.
-
Il Corpo di Cristo (la Chiesa) sarebbe «ferito» dalle divisioni 9.
-
«Lo Spirito di Cristo si serve di queste Chiese e comunità ecclesiali (separate) come di strumenti di salvezza» 10.
-
Ogni «chiesa particolare» sarebbe «cattolica», ma alcune sarebbero «pienamente cattoliche» 11.
martedì 26 novembre 2013
MACKLE-PAPER BERGOGLIANA...
Da notare che questo pessimo documento non contiene, nelle note, neanche un rimando alla Dottrina precedente al Conciliabolo Vaticano II.
-------------------
Bergoglio: “La più grande minaccia è il grigio pragmatismo della vita
quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella
normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella
meschinità . Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco
trasforma i cristiani in mummie da
museo...il neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico di coloro che …
fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori
agli altri perché … sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile
cattolico proprio del passato. E’ una presunta sicurezza dottrinale o
disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario,
dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e
invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel
controllare” (94). In altri “si nota una cura ostentata della liturgia,
della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi
il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni
concreti della storia”.
http://www.news.va/it/news/sintesi-ampia-dellevangelii-gaudium
http://www.news.va/it/news/sintesi-ampia-dellevangelii-gaudium
------------------
Bergoglio: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del padre. Uno dei
segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le
porte aperte. NEMMENO LE PORTE DEI SACRAMENTI SI DOVREBBERO CHIUDERE PER
UNA RAGIONE QUALSIASI. COSI' L'EUCARISTIA, SEBBENE COSTITUISCA LA
PIENEZZA DELLA VITA SACRAMENTALE, NON E' UN PREMIO PER I PERFETTI MA UN
GENEROSO RIMEDIO E UN ALIMENTO PER I DEBOLI. Queste convinzioni hanno
anche CONSEGUENZE PASTORALI CHE SIAMO CHIAMATI A CONSIDERARE CON
PRUDENZA E AUDACIA. Di frequente ci comportiamo come controllori della
grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa
paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita
faticosa...PREFERISCO UNA CHIESA ACCIDENTATA, FERITA E SPORCA per essere
uscita per le strade, PIUTTOSTO CHE UNA CHIESA MALATA PER LA CHIUSURA E
LA COMODITA' DI AGGRAPPARSI ALLE PROPRIE SICUREZZE. Non voglio una
Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un
groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente
inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri
fratelli senza l’amicizia di Gesù"
---------------
sabato 23 novembre 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 27°)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
Prima e seconda parte.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
----------------
Capitolo 27
Conclusione dell'opportuna e decisiva citazione dalla "Civiltà Cattolica"
"Noi abbiamo - prosegue la Civiltà -difeso contro i liberali la nostra speciale maniera di scrivere, dimostrando la sua perfetta conformità con la carità che essi ci raccomandano continuamente. E poiché fino al presente noi ci siamo rivolti ai liberali, nessuno sarà stato sorpreso dal tono ironico che abbiamo usato con loro, convinti come noi l’eravamo, che non c'era eccesso di crudeltà nell'opporre ai detti e agli atti del liberalismo tale piccolo numero di figure retoriche.
Tuttavia, poiché tocchiamo oggi questa questione, non sarà forse azzardato, cambiando stile e ripetendo ciò che abbiamo scritto in altre occasioni su questo soggetto, terminare quest'articolo con qualche parola indirizzata seriamente e con rispetto a quelli che, non essendo liberali in alcun modo, si mostrano finanche avversari risoluti della dottrina liberale.
Ciò nonostante essi possono credere che non sia mai permesso, scrivendo contro chicchessia, abbandonare certe forme di rispetto e di Carità, delle quali a loro avviso i nostri scritti non avrebbero tenuto abbastanza conto, meritando così di essere biasimati per l'insufficiente sottomissione a questa legge.
Non vogliamo rispondere a questa censura tanto per il rispetto dovuto a queste persone, che per nostra difesa.
Ora, non possiamo farlo meglio che riesumando brevemente qui ciò che il padre Mamachi, dell'ordine dei frati predicatori, affermò nell'introduzione al libro terzo della sua dottissima opera intitolata: "Del libero diritto che ha la Chiesa di acquisire e possedere beni temporali".
Qualcuno, disse, confessa volentieri di essere vinto dalle nostre ragioni, e tuttavia ci dichiara amichevolmente che avrebbe desiderato nelle risposte che noi abbiamo dato ai nostri avversari più moderazione.
Noi non abbiamo combattuto per noi stessi, ma per la causa di nostro Signore e della sua Chiesa, e, se non fossero stati numerosi gli attacchi diretti contro di noi con l'aiuto di manifeste menzogne di atroci calunnie, noi non avremmo mai voluto prendere la difesa della nostra persona. Se dunque abbiamo impiegato qualche espressione troppo aspra, che non ci si faccia all'ingiuria di attribuirla a un cuore malvagio o al rancore contro gli scrittori che noi combattiamo; non abbiamo ricevuto da loro nessuna ingiuria; noi non abbiamo alcun rapporto con loro; non li conosciamo affatto.
Prima la Fede...
Commenti
settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
23 novembre 2013
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
23 novembre 2013
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http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
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Prima la Fede
La grande lezione impartita da Mons. Lefebvre (1905-1991) ai cattolici che avevano orecchie per intendere, fu che la Fede è superiore all’obbedienza. La triste lezione che da allora abbiamo appresa è che l’obbedienza continua ad essere superiore alla Fede. Questi “Commenti”, che dall’odierna confusione nella Chiesa, nel mondo e nella Fraternità San Pio X, hanno indirizzato continuamente verso un ritorno ai fondamentali, hanno tentato spesso di spiegare perché la Fede deve venire prima.
Si prendano per esempio le argomentazioni di un “buon” sacerdote della FSSPX che recentemente mi ha inviato una e-mail accusandomi di valutare erroneamente lo stato attuale della FSSPX. Egli dice che la mia resistenza alla neo-Fraternità – come la chiamo io – è: 1) troppo personalisticamente motivata, 2) dimentica del bene della Chiesa, 3) incoerente con le posizioni da me assunte prima, 4) mancante di realismo cattolico, 5) contraria all’indefettibilità della Chiesa, 6) perché ognuno sia papa a se stesso, 7) per una visione modernista della Chiesa, 8) protestante, 9) contraria all’unione con Roma e infine 10) che spinge le anime lontano dalla Chiesa.
Ora, io non sono Mons. Lefebvre, e non pretendo di esserlo, ma il mio collega si rende conto che tutti questi argomenti (tranne il terzo) li avrebbe potuto applicare trent’anni fa alla resistenza di Mons. Lefebvre contro le autorità ufficiali della Chiesa a Roma? Infatti, la resistenza di Monsignore era 1) motivata solo dall’urgente necessità di difendere la Fede, 2) per il bene della Chiesa universale, 4) una condotta totalmente realistica (come hanno dimostrato i frutti cattolici della sua Fraternità), 5) non svilente ma comprovante, con tale sua resistenza, l’indefettibilità della Chiesa, 6) perché la misura per i Papi fosse la Chiesa di sempre, 7) contraria ad ogni follia neo-modernista, 8) contraria alla ripresentazione modernista del Protestantesimo, 9) per l’unione con la Roma cattolica di sempre, e infine 10) in grado di aiutare molte anime veramente cattoliche a mantenere la fede invece di perderla .
La grande lezione impartita da Mons. Lefebvre (1905-1991) ai cattolici che avevano orecchie per intendere, fu che la Fede è superiore all’obbedienza. La triste lezione che da allora abbiamo appresa è che l’obbedienza continua ad essere superiore alla Fede. Questi “Commenti”, che dall’odierna confusione nella Chiesa, nel mondo e nella Fraternità San Pio X, hanno indirizzato continuamente verso un ritorno ai fondamentali, hanno tentato spesso di spiegare perché la Fede deve venire prima.
Si prendano per esempio le argomentazioni di un “buon” sacerdote della FSSPX che recentemente mi ha inviato una e-mail accusandomi di valutare erroneamente lo stato attuale della FSSPX. Egli dice che la mia resistenza alla neo-Fraternità – come la chiamo io – è: 1) troppo personalisticamente motivata, 2) dimentica del bene della Chiesa, 3) incoerente con le posizioni da me assunte prima, 4) mancante di realismo cattolico, 5) contraria all’indefettibilità della Chiesa, 6) perché ognuno sia papa a se stesso, 7) per una visione modernista della Chiesa, 8) protestante, 9) contraria all’unione con Roma e infine 10) che spinge le anime lontano dalla Chiesa.
Ora, io non sono Mons. Lefebvre, e non pretendo di esserlo, ma il mio collega si rende conto che tutti questi argomenti (tranne il terzo) li avrebbe potuto applicare trent’anni fa alla resistenza di Mons. Lefebvre contro le autorità ufficiali della Chiesa a Roma? Infatti, la resistenza di Monsignore era 1) motivata solo dall’urgente necessità di difendere la Fede, 2) per il bene della Chiesa universale, 4) una condotta totalmente realistica (come hanno dimostrato i frutti cattolici della sua Fraternità), 5) non svilente ma comprovante, con tale sua resistenza, l’indefettibilità della Chiesa, 6) perché la misura per i Papi fosse la Chiesa di sempre, 7) contraria ad ogni follia neo-modernista, 8) contraria alla ripresentazione modernista del Protestantesimo, 9) per l’unione con la Roma cattolica di sempre, e infine 10) in grado di aiutare molte anime veramente cattoliche a mantenere la fede invece di perderla .
E cos’è che giustificava la resistenza di allora di Monsignore? Cos’è che dimostrava anche che egli, a dispetto delle apparenze, non fosse un ribelle come Lutero, ma un vero cattolico e un grande servitore della Chiesa? La sua dottrina, la sua dottrina e ancora la sua dottrina! Mentre Lutero negò una miriade di insegnamenti cattolici, Monsignore affermò ognuno di essi. Fu in nome della dottrina della Fede che Monsignore assunse la sua posizione contro i papi conciliari e le autorità della Chiesa che stavano minando alla base tale dottrina, rinnovando ed adottando i terribili errori del modernismo.
Quindi, cos’è che giustifica oggi una certa resistenza alla dirigenza della FSSPX? In che modo, coloro che resistono possono sostenere di essere i veri servitori della FSSPX? Dottrina, dottrina e ancora dottrina! La Dichiarazione di metà aprile del 2012 è stata la prova di uno spaventoso deficit dottrinale al vertice della FSSPX, e mentre la Dichiarazione è stata ritirata, il suo contenuto non è stato ritrattato, ma perfino difeso, come per esempio con quel “troppo sottile”! Né i documenti ufficiali della FSSPX del 14 luglio 2012 o del 27 giugno 2013 ne hanno opportunamente annullato il danno. Prova ne è, che la politica di governo del quartier generale della FSSPX non è cambiata. Caro collega, la nostra Fraternità è stata fondata anteponendo la Fede all’apparente obbedienza, e tu ora vorresti difendere quella Fraternità anteponendo l’apparente obbedienza verso questa Fraternità alla Fede? Studia i documenti e osserva i comportamenti !
Kyrie eleison.
P.S. Nel frattempo, se qualcuno ha una raccolta completa delle traduzioni in spagnolo o francese di questi “Commenti” da quando hanno iniziato a comparire, ce lo faccia sapere, per favore.
martedì 19 novembre 2013
I SACRILEGHI "PASTORI" CONCILIARI PROFANANO LA CATTEDRALE DI BUENOS AIRES INSIEME CON I DEICIDI EBREI...
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Riprendo questo video dall'Argentina, circa l'interruzione da parte di Cattolici Tradizionali,
nella Cattedrale di Buenos Aires, della cerimonia ebraico-cristiana,
già istituita da Bergoglio per commemorare il 75° anniversario della
Notte dei Cristalli, per testimoniare come si dovrebbe intervenire fattivamente per buttare fuori dalla Chiesa di Nostro Signore i Suoi più acerrimi nemici. I cosiddetti Ebrei che, ora grazie a dei "pastori" corrotti sono penetrati dentro la vera Casa del Signore, vogliono dettare legge nella Chiesa quando sanno benissimo che se non si convertono al Vero Dio non hanno il permesso di entrare nelle Chiese di Nostro Signore a pronunciare le loro inutili preghiere. Ma ciò che è più deprorevole sono i cosiddetti "Pastori" del nuovo satanico corso Conciliare, che grazie alla loro personale corruzione utilizzano ciò che non appartiene loro, per portare a termine ciò che hanno iniziato col diabolico Concilio Vaticano II.
Se ci fosse ancora bisogno di prove per dimostrare la pertinacia di Bergoglio, (al pari dei suoi predecessori, i cinque illustrissimi modernisti venuti prima di lui) e per dichiararlo eretico, questa credo che sia un'autorevole testimonianza di come abbia insozzato la Diocesi da lui diretta prima di divenire il 6° Pontefice della falsa e satanica Chiesa Conciliare. Si attende solo che qualche Vescovo si svegli dallo stato soporifero conciliare, per dichiarare questo Signore per quello che è, per riportare il popolo Cristiano verso il vero cammino di santificazione Cristiano Cattolico Apostolico Romano...
Per quanto riguarda Il sito ufficiale della Rai, www.rainews24.rai.it, che riporta l'evento accaduto a Buenos Aires, dimostra quanto l'informazione ufficiale sia sottomessa all'ideologia dominante anticattolica e filo laicista, che fa il paio con l'inculturazione pangiudaica, a cui assistiamo dal dopoguerra fino ad oggi.
Per fortuna esiste un video a riprova di quanto accaduto ed a conferma delle menzogne profuse a grappoli dalla stampa di regime.
BUENOS AIRES, FONDAMENTALISTI CATTOLICI INTERROMPONO COMMEMORAZIONE SHOAH
Durante una celebrazione per commemorare la Notte dei Cristalli un gruppo di estremisti cattolici fa irruzione nella Cattedrale di Buenos Aires. Inaccettabile, commenta il presidente del museo dell'Olocausto
Buenos Aires, 13 Novembre 2013
Un gruppo di ultracattolici ieri sera ha interrotto con grida e insulti una veglia di preghiera organizzata nella cattedrale di Buenos Aires per celebrare il 75esimo anniversario della Notte dei Cristalli, l'evento che segnò l'inizio delle persecuzioni degli ebrei nel Terzo Reich.
Secondo alcuni testimoni - riporta il quotidiano argentino El Clarin - gli estremisti, per la maggioranza giovani, si sono alzati in piedi urlando, con l'obiettivo di impedire lo svolgimento della cerimonia ebraico-cristiana, istituita da Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires per commemorare le vittime dell'Olocausto.
L'attuale arcivescovo, Mario Poli, che stava officiando la cerimonia, ha chiesto ai manifestanti di ritirarsi e ai partecipanti di non reagire. Il gruppo di ultracattolici, infatti, distribuiva anche volantini con scritte provocatorie "contro la presenza di falsi dei nella nostra Cattedrale".
Per quanto riguarda Il sito ufficiale della Rai, www.rainews24.rai.it, che riporta l'evento accaduto a Buenos Aires, dimostra quanto l'informazione ufficiale sia sottomessa all'ideologia dominante anticattolica e filo laicista, che fa il paio con l'inculturazione pangiudaica, a cui assistiamo dal dopoguerra fino ad oggi.
Per fortuna esiste un video a riprova di quanto accaduto ed a conferma delle menzogne profuse a grappoli dalla stampa di regime.
BUENOS AIRES, FONDAMENTALISTI CATTOLICI INTERROMPONO COMMEMORAZIONE SHOAH
Durante una celebrazione per commemorare la Notte dei Cristalli un gruppo di estremisti cattolici fa irruzione nella Cattedrale di Buenos Aires. Inaccettabile, commenta il presidente del museo dell'Olocausto
Buenos Aires, 13 Novembre 2013
Un gruppo di ultracattolici ieri sera ha interrotto con grida e insulti una veglia di preghiera organizzata nella cattedrale di Buenos Aires per celebrare il 75esimo anniversario della Notte dei Cristalli, l'evento che segnò l'inizio delle persecuzioni degli ebrei nel Terzo Reich.
Secondo alcuni testimoni - riporta il quotidiano argentino El Clarin - gli estremisti, per la maggioranza giovani, si sono alzati in piedi urlando, con l'obiettivo di impedire lo svolgimento della cerimonia ebraico-cristiana, istituita da Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires per commemorare le vittime dell'Olocausto.
L'attuale arcivescovo, Mario Poli, che stava officiando la cerimonia, ha chiesto ai manifestanti di ritirarsi e ai partecipanti di non reagire. Il gruppo di ultracattolici, infatti, distribuiva anche volantini con scritte provocatorie "contro la presenza di falsi dei nella nostra Cattedrale".
domenica 17 novembre 2013
"IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" di Don Félix Sardà y Salvany, (Capitolo 26°)...
Continuiamo la publicazione del LIBRO "IL LIBERALISMO E' UN PECCATO" DI Don Félix Sardà y Salvany.
Prima e seconda parte.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
Terza e quarta parte.
Dal Capitolo 5° al Capitolo 8°.
Dal Capitolo 9° al Capitolo 12°.
Dal Capitolo 13° al Capitolo 16°.
Capitolo 17°.
Capitolo 18°.
Capitolo 19°.
Capitolo 20°.
Capitolo 21°.
«La
parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo,
è
eccellente, conforme ai
documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra
Congregazione dell'Indice dottrina sana.» La Civiltà
Cattolica, anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag.
346.
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Capitolo 26: continuazione della bella e schiacciante citazione della "Civiltà Cattolica"
il famoso articolo della Civiltà Cattolica e la nostra molto opportuna citazione continuano in questi termini:
"Se i liberali ci domandano la vera carità che conviene loro, la sola che noi possiamo e dobbiamo accordar loro come redattori della Civiltà Cattolica, noi siamo così lontani dal volergliela rifiutare, da credere perfino di avergliela già abbondantemente offerta fino ad oggi, certo nella misura della loro indigenza e delle nostre risorse.
I liberali commettono un'intollerabile abuso d'espressione dicendo che noi non esercitiamo carità verso di loro.
La Carità, una nel suo principio, è molteplice e varia nelle sue opere.
Spesso il padre che percuote rudemente suo figlio, scusa verso di lui tanta carità quanta quello che lo copre di baci. Anzi si può dire che la carità del padre che bacia e i suo figlio sia spesso inferiore a quella del padre che lo punisce.
Noi percuotiamo i liberali, è innegabile, e noi li percuotiamo spesso (con delle semplici parole, naturalmente), ma chi potrà concludere da questo fatto che noi non li amiamo affatto, che noi non abbiamo per essi alcuna carità ? Questo rimprovero riguarderebbe più giustamente quelli che, malgrado le prescrizioni della carità, interpretano male le intenzioni del prossimo. In ciò che ci concerne, tutto ciò che i liberali potranno dire, è che la nostra carità verso di loro non è quella carità che desiderano, ma non per questo non è carità, e perfino una grande carità.
D'altronde sono loro che ci domandano della Carità; siamo noi che la doniamo loro gratis, essi farebbero dunque molto bene a ricordarsi questo antico proverbio: "con caval donato, non si bada se la briglia è dorata ".
La carità che essi vorrebbero da noi, sarebbe quella di lodarli, di ammirarli, di appoggiarli, o almeno di lasciarli agire a loro piacimento.
Noi, al contrario, non vogliamo far loro che la carità di interpellarli, di rimproverarli, di incitarli in mille maniere a uscire dalla loro via malvagia.
Quando dicono una menzogna, seminano una calunnia o saccheggiano i beni altrui, i liberali vorrebbero vederci nascondere questi piccoli peccati veniali e ben altri, sotto il mantello della carità.
I dirigenti di domani...
Commenti
settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard
Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
16 novembre 2013
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
16 novembre 2013
Questi commenti sono
reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html
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I dirigenti di domani
Ci sono due buone ragioni per le quali nemmeno i cattolici molto pii dovrebbero disprezzare le questioni economiche. Individualmente, per condurre la propria gestione familiare, in questo ambito essi hanno bisogno del buon senso, oggi fortemente spregiato. Socialmente, essi hanno bisogno di comprendere un po’ di ciò che sta accadendo nella società che li circonda, perché la verità è fortemente distorta dagli agenti coscienti o inconsci dell’anticristiano Nuovo Ordine Mondiale (NOM), che mira a far sì che tutte le anime finiscano all’Inferno.
Più di una volta è stato qui segnalato ai lettori il buon senso e la veracità di un commentatore americano, il Dott. Paul Craig Roberts. Egli ha scritto recentemente un articolo in cui sostiene che la vera crisi negli USA non sta nella sua chiusura, di cui tanto si è parlato, ma nella sua costante incapacità di fondo di equilibrare il suo bilancio, a causa delle troppo basse entrate e delle troppe spese.
Egli attribuisce le troppo basse entrate non alle spese per la Previdenza Sociale, che si paga da sé, ma ai decenni di delocalizzazione della produzione americana nei paesi stranieri con mano d’opera a basso costo, cosa che ha così impoverito i consumatori americani da far abbassare pesantemente le entrate fiscali. Le troppo spese egli le attribuisce al dissanguante costo di una guerra esterna dopo l’altra. Così egli diagnostica che se il governo americano vuole risolvere la sua crisi reale: il lavoro dev’essere riportato a casa e le guerre esterne devono cessare. Ma “potenti interessi organizzati si oppongono a tali misure, per cui il Congresso non farà né l’una né l’altra cosa”.
In effetti, il Dott. Roberts aggiunge che, a suo parere, l’economia americana non può essere salvaguardata nella sua forma attuale a causa dell’uso maldestro della tecnologia che sta estenuando l’ambiente. Inoltre, essendo gli economisti “incapaci di idee originali” e “dato che i rappresentanti eletti dipendono dagli interessi privati che finanziano le loro campagne elettorali”, “in questo momento il collasso sembra la previsione più probabile”. E dalle rovine potrà venire qualcosa di più intelligente, dice, solo se ci saranno dei dirigenti che ne indichino il modo.
Il Dottore traccia un quadro fosco, ma al suo buon senso e verità va prestata attenzione. Il buon senso sta nel fatto che il problema di bilancio può essere risolto o con un forte aumento delle entrate o con un forte taglio delle spese o con entrambi. Esso non può essere risolto contraendo un debito sempre più colossale. Una verità che egli presenta è la stoltezza degli economisti senza buon senso, per esempio la loro pretesa che i processi di fabbricazione, essendo fuori moda, possano benissimo essere delocalizzati. Un’altra verità è quella del potere degli “interessi organizzati” che premono per le guerre esterne, e degli “interessi privati” che controllano le supposte democratiche elezioni.
Ma che motivo possono avere questi interessi per desiderare di condurre l’economia degli Stati Uniti al collasso? Gli agenti del NOM stanno lavorando duramente per abbattere gli Stati Uniti e tutte le nazioni occidentali che hanno una qualche identità o orgoglio nazionale, in modo tale che queste finiscano col farsi assorbire più facilmente nel NOM. Gli economisti saranno formati come uomini di paglia nelle scuole di economia e i rappresentati eletti saranno profumatamente pagati per avviluppare i loro paesi nel debito, perché non è a caso se la Scrittura dice che il debitore si fa servo o schiavo del creditore.
In tal modo, il problema dei governi occidentali è stato reso deliberatamente così insolubile che la tentazione di distrarre con la III Guerra Mondiale i popoli asserviti, finirà per diventare irresistibile. Non si è appena resistito alla recente spinta per un attacco alla Siria?
Cattolici, ci si avvia verso la possibilità che voi possiate essere domani quei dirigenti oggi auspicati dal Dott. Roberts. Solo voi avete una visione completa. Studiate e pregate.
Kyrie eleison.
Ci sono due buone ragioni per le quali nemmeno i cattolici molto pii dovrebbero disprezzare le questioni economiche. Individualmente, per condurre la propria gestione familiare, in questo ambito essi hanno bisogno del buon senso, oggi fortemente spregiato. Socialmente, essi hanno bisogno di comprendere un po’ di ciò che sta accadendo nella società che li circonda, perché la verità è fortemente distorta dagli agenti coscienti o inconsci dell’anticristiano Nuovo Ordine Mondiale (NOM), che mira a far sì che tutte le anime finiscano all’Inferno.
Più di una volta è stato qui segnalato ai lettori il buon senso e la veracità di un commentatore americano, il Dott. Paul Craig Roberts. Egli ha scritto recentemente un articolo in cui sostiene che la vera crisi negli USA non sta nella sua chiusura, di cui tanto si è parlato, ma nella sua costante incapacità di fondo di equilibrare il suo bilancio, a causa delle troppo basse entrate e delle troppe spese.
Egli attribuisce le troppo basse entrate non alle spese per la Previdenza Sociale, che si paga da sé, ma ai decenni di delocalizzazione della produzione americana nei paesi stranieri con mano d’opera a basso costo, cosa che ha così impoverito i consumatori americani da far abbassare pesantemente le entrate fiscali. Le troppo spese egli le attribuisce al dissanguante costo di una guerra esterna dopo l’altra. Così egli diagnostica che se il governo americano vuole risolvere la sua crisi reale: il lavoro dev’essere riportato a casa e le guerre esterne devono cessare. Ma “potenti interessi organizzati si oppongono a tali misure, per cui il Congresso non farà né l’una né l’altra cosa”.
In effetti, il Dott. Roberts aggiunge che, a suo parere, l’economia americana non può essere salvaguardata nella sua forma attuale a causa dell’uso maldestro della tecnologia che sta estenuando l’ambiente. Inoltre, essendo gli economisti “incapaci di idee originali” e “dato che i rappresentanti eletti dipendono dagli interessi privati che finanziano le loro campagne elettorali”, “in questo momento il collasso sembra la previsione più probabile”. E dalle rovine potrà venire qualcosa di più intelligente, dice, solo se ci saranno dei dirigenti che ne indichino il modo.
Il Dottore traccia un quadro fosco, ma al suo buon senso e verità va prestata attenzione. Il buon senso sta nel fatto che il problema di bilancio può essere risolto o con un forte aumento delle entrate o con un forte taglio delle spese o con entrambi. Esso non può essere risolto contraendo un debito sempre più colossale. Una verità che egli presenta è la stoltezza degli economisti senza buon senso, per esempio la loro pretesa che i processi di fabbricazione, essendo fuori moda, possano benissimo essere delocalizzati. Un’altra verità è quella del potere degli “interessi organizzati” che premono per le guerre esterne, e degli “interessi privati” che controllano le supposte democratiche elezioni.
Ma che motivo possono avere questi interessi per desiderare di condurre l’economia degli Stati Uniti al collasso? Gli agenti del NOM stanno lavorando duramente per abbattere gli Stati Uniti e tutte le nazioni occidentali che hanno una qualche identità o orgoglio nazionale, in modo tale che queste finiscano col farsi assorbire più facilmente nel NOM. Gli economisti saranno formati come uomini di paglia nelle scuole di economia e i rappresentati eletti saranno profumatamente pagati per avviluppare i loro paesi nel debito, perché non è a caso se la Scrittura dice che il debitore si fa servo o schiavo del creditore.
In tal modo, il problema dei governi occidentali è stato reso deliberatamente così insolubile che la tentazione di distrarre con la III Guerra Mondiale i popoli asserviti, finirà per diventare irresistibile. Non si è appena resistito alla recente spinta per un attacco alla Siria?
Cattolici, ci si avvia verso la possibilità che voi possiate essere domani quei dirigenti oggi auspicati dal Dott. Roberts. Solo voi avete una visione completa. Studiate e pregate.
Kyrie eleison.
giovedì 14 novembre 2013
ANCHE IL MISCREDENTE NAPOLITANO SI E' ACCORTO CHE IL MODERNISTA BERGOGLIO E' UN NON CATTOLICO, MA SEMPLICEMENTE UN FALSO PORTATORE DEL MESSAGGIO SATANICO CONCILIARE...
Giorgio Napolitano a Bergoglio: “a tutti, credenti e non credenti, è
giunta la concezione di Papa Francesco della Chiesa e della fede: ci ha
colpito l’assenza di ogni dogmatismo, la presa di distanze da ‘posizioni non sfiorate da un margine di incertezza’, il richiamo a quel ‘lasciare spazio al dubbio’ proprio delle ‘grandi guide del popolo di Dio’. Grazie allo spirito del Concilio Vaticano II, vediamo profilarsi nuove prospettive di quel dialogo con tutti,
anche i più lontani e gli avversari… Ne scaturiscono, ha aggiunto,
responsabilità comuni. Responsabilità che la Chiesa si assume esprimendo
e diffondendo i suoi valori, liberandosi da ogni residuo ‘temporalismo’,
e dispiegando l’iniziativa delle istituzioni che ad essa si richiamano
sul terreno solidaristico ed educativo che è loro proprio. Un messaggio
che, come Ella stesso ha detto, ‘si rivolge non soltanto ai cattolici ma
a tutti gli uomini di buona volontà‘, e che fa dunque
pensare a un dialogo senza precedenti per ampiezza e profondità tra
credenti e non credenti, a una sorta di simbolico, sconfinato ‘Cortile dei Gentili’.”
mercoledì 13 novembre 2013
"La riforma liturgica fu applicata in modo autoritario e violento, fu un atto di imposizione della gerarchia sui fedeli, che non domandavano la rivoluzione nella liturgia. Nessuna obiezione venne ascoltata. Già operava il “principe di questo mondo” e il fiume anticristico fluiva per passi insensibili".
...Fosse
anche un Papa ad allontanarsi - nel governo - con pertinacia da una verità di
fede rivelata, a questi un concilio detto imperfetto (o un conclave) può solo
ratificare (o dichiarare) che egli è stato privato di ogni giurisdizione. Nella
versione del testo Verità della Fede [Volume primo, Giacinto Marietti, Torino,
1826, alla pagina 142] si leggono le parole del santo Dottore: "La seconda cosa
certa si è, che quando in tempo di scisma si dubita, chi fosse il vero papa, in
tal caso il concilio può esser convocato da’cardinali, e da’ vescovi; ed allora
ciascuno degli eletti è tenuto di stare alla definizione del concilio, perchè
allora si tiene come vacante la sede apostolica. E lo stesso sarebbe nel caso,
che il papa cadesse notoriamente e pertinacemente in qualche eresia. Benché
allora, come meglio dicono altri, non sarebbe il papa privato del pontificato
dal concilio come suo superiore, ma ne sarebbe spogliato immediatamente da
Cristo, divenendo allora soggetto affatto inabile, e caduto dal suo officio"... (da un commento di Carlo di Pietro su Facebook)
Proponiamo
qui di seguito alcuni passi tratti dal libro “ L’Anticristo- il
principe delle tenebre opera nella storia da piccole fessure…” di Gianni
Baget Bozzo.
L’autore
del libro potremmo definirlo un “conservatore”, in quanto non era
“tradizionalista” o “sedevacantista”, faceva parte a tutti gli effetti
della chiesa conciliare ma con molte riserve, data la sua personale
cultura soprattutto nel campo della teologia dei padri greci, che gli
permetteva di vedere le deviazioni della nuova teologia, e data anche la
sua vicinanza al cardinale conservatore per antonomasia, Giuseppe Siri,
dal quale sicuramente ha tratto la conoscenza accurata della Messa
romana e ha potuto così vedere bene gli effetti devastanti della pseudo
riforma di Giovan Batista Montini: (le sottolineature sono nostre)
LA LITURGIA
Questo è il tema su cui il fallimento della riforma conciliare è apparso più chiaro.
L’enciclica Mediator Dei aveva
già previsto tutti i danni che sarebbero derivati dalle tendenze
liturgiche franco-tedesche legate all’opera di Ernest Jungmann e di Otto
Casel.
[…]
Pio
XII comprese l’errore dell’arcaismo di Jungmann, per cui la liturgia
andava riformata arcaicamente sul modello della Chiesa primitiva; e
comprese l’errore di Casel, che vedeva nella liturgia la celebrazione
del Cristo risorto e non del Cristo redentore.
In ambedue i casi si trattava di separare la Chiesa dalla sua Tradizione, svolta nel tempo e nella storia.
Al centro della Mediator Dei stava
la dottrina della Messa come rinnovazione del sacrificio di Cristo, il
ruolo sacerdotale costitutivo del prete, il valore della preghiera
personale e di tutte le forme di culto dell’Eucaristia distinte dalla
Messa.
Nessuno pensava che la riforma aperta dalla Sacrosanctum Concilium del Vaticano II, che in molte parti ricalcava laMediator Dei con qualche attenuazione delle formule, determinasse la fine di un rito unitario della Chiesa latina.
Soprattutto in questo caso si nota il processo che dal testo conciliare
giunge sino alla variazione liturgica. E di qui l’elemento centrale è
stata la perdita totale del latino come lingua liturgica, che avviene
non nella Costituzione conciliare ma nelle successive riforme.
L’effetto
di tutte le successive riforme, quelle del ’65 e del ’70, è stato la
graduale dissacrazione della liturgia e la riduzione del culto a una
attività sociale.
[…]
Il
fondamento dell’unione dell’uomo con Dio è la piena distinzione tra
l’uomo e Dio. Per questo la pienezza della è data dalla Rivelazione
cristiana, che pone l’unione tra Dio e l’uomo a partire dalla piena
distinzione tra Dio e l’uomo.
[…]
La
perdita del sacro è un effetto avvenuto nel culto pubblico cattolico e
ciò è accaduto proprio secondo le linee di previsione che erano
contenute della Mediator Dei. Tutto è stato pensato, a cominciare
dalla trasformazione dell’altare in mensa, con l’accento passato dalla
rinnovazione del sacrificio della Croce alla comunione dei fedeli con il
Corpo del Signore.
L’atto
redentore è un atto unico, l’atto del solo Cristo: un atto
intertrinitario in cui il Figlio offre la sua umanità e l’umanità del
mondo in sacrificio al Padre in un atto di assoluta adorazione.
Qui
solamente il Mistero trinitario è manifestato nella sua verità. Il
sacerdote celebrante viene immerso come persona nel Mistero trinitario,
anche se in rappresentanza di tutti i cristiani, ma è egli solo a
rendere presente l’atto unico del sacrificio del Verbo incarnato. Tutti
partecipano all’oblazione del sacrificio, il sacerdote soltanto lo
compie. Questi sono i temi della Mediator Deiche sono andati perduti nel momento in cui l’altare è divenuto mensa.
[…]
I due temi fondamentali della Mediator Dei vengono
rapidamente cancellati e in pochi anni dopo il Concilio il Sessantotto
ha già creato la possibilità delle eucarestie selvagge.
Il
prete non è più il sacerdote, ma il presbitero della cominità, il
“presidente dell’assemblea”. E in realtà qui è avvenuta la grande
regressione: dalla persona alla comunità.
[…]
E
così avviene l’evento disastroso centrale nella vita della Chiesa; un
evento non voluto, non previsto, non desiderato: la sostituzione della
Chiesa a Cristo. Una volta si diceva: Cristo sì la Chiesa no, ma oggi
sembra prevalere il principio contrario: la Chiesa sì, Cristo no.
[…]
Tutto
era scritto nella sostituzione dell’altare con la mensa, così che
sembrava innocente un ritorno all’evento originario. Ma non era il
ritorno alle origini il principio di tutte le eresie che avevano diviso
la Chiesa cattolica, negando, in favore delle origini, l’opera dello
Spirito Santo nel tempo intermedio tra la prima e la seconda venuta del
Cristo? No, nessuno avrebbe previsto che una sostituzione così semplice
comportasse una potenzialità eversiva così grande come la riduzione
della Chiesa e una comunità orizzontale, a una comunità sociale, fondata
sulla sua auto glorificazione.
Ma
se al sacrificio della Croce, atto intertrinitario in cui viene
comunicata la vita divina agli uomini con un gesto unico del Figlio
incarnato, si sostituisce la pluralità dell’atto di partecipazione umana
al dono di Dio, si trascina la Chiesa verso il basso.
[…]
Il
Cristianesimo diviene espressione dell’amore fraterno, della non
violenza e dell’assistenza. E’ una sottile forma gnostica di riduzione
della Chiesa a una sorta di purezza meta mondana, di separazione dalla
sua carnalità storica e temporale.
Questo
culto dell’innocenza assoluta è il sostituto di una fede in chi è
venuto a redimere i peccati del mondo. E la Chiesa dovrebbe sapere di
essere fatta per gli uomini, non per pseudo angeli delle opere buone che
divengono immediatamente compatibili con il mondo, con tutto ciò che di
mondano il mondo approva. Il mondo nella sua realtà è cosa migliore di questi eretici della disincarnazione di Dio e della angelizzazione dei cristiani.
[…]
C’è una sottile fessura tra l’ultima grande enciclica di Pio XII sulla liturgia e la Sacrosanctum Concilium. Per quella fessura è passata l’autodistruzione della Chiesa;
era di lì che era passato quel “fumo di Satana nel tempio di Dio” di
cui parlava Paolo VI, in un momento di pienezza del carisma papale.
[…]
La
riforma liturgica fu applicata in modo autoritario e violento, fu un
atto di imposizione della gerarchia sui fedeli, che non domandavano la
rivoluzione nella liturgia. Nessuna obiezione venne ascoltata. Già
operava il “principe di questo mondo” e il fiume anticristico fluiva per
passi insensibili.
Tutto
sembrava così innovatore, intelligente, comprensibile: rendere
persuasivo il Mistero, quale tentazione ! E tuttavia bisogna dire che,
vedendo quello che è accaduto, i timori del movimento di Econe
sembravano giustificati proprio sul punto della potenzialità
rivoluzionaria della riforma.
Il
risultato è stato il compimento della rivoluzione moderna quando il
moderno finiva. E il risultato è che la liturgia della Chiesa
postconciliare è una liturgia morente, priva del sacro, del canto, priva
di bellezza, di grandezza.
Quando
si celebra la Messa tradizionale, si sente in essa la Chiesa vibrare.
Il sacerdote appare veramente come alter Christus, come colui che
esprime la differenza tra il Cristo e il popolo, esprime l’essenza del
sacro. E per vivere il Mistero della divinoumanità, della divinizzazione
del cristiano, occorre che la differenza tra Dio e l’uomo, tra il
Cristo e il crisitano, sia espressa; il sacerdote come persona sacra
esprime la differenza tra il Cristo e il cristiano. Esprime la
sacralità, la differenza che è alla base dell’unione. La dissacrazione della Messa è divenuta la dissacrazione del prete.
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