Postiamo questo rivelatore articolo tratto da Chiesa e Post Concilio che riporta le parole di uno dei cosidetti "saggi" che affiancheranno l'apostata Bergoglio per riformare ulteriormente la diabolica falsa Chiesa Conciliare.
Il centro del discorso di questo cialtrone apostata è riassumibile in questa affermazione:
"Vaticano II: il Concilio (...) all’inizio significava la fine alle
ostilità tra la Chiesa ed il modernismo, che era stato condannato al I
Concilio Vaticano (...) Né il mondo è il regno del male e del peccato -
queste sono conclusioni chiaramente raggiunte con il CVII - né la Chiesa
è l’unico rifugio del bene e della virtù. Il modernismo fu, per la
maggior parte del tempo, una reazione contro l’ ingiustizia e gli abusi
che mortificavano la dignità ed i diritti delle persone".
Questi usurpatori eretici che hanno occupato le mura della Chiesa di Nostro Signore oramai parlano apertamente delle loro maliziose e diaboliche eresie, di fatto non bisogna scomodare Nostro Signore per comprendere la loro pertinace volontà di seguire il cammino che satana ha loro aperto col diabolico conciliabolo II. Questi signori non hanno nessuna autorità si sono depostI da se stessi, sempre che abbiano mai avuto una reale consacrazione Sacerdotale, sono falsi, eretici, violenti e spudorati nelle loro affermazioni eretiche che mandano all'inferno loro stessi e chi li seguono.
Una sola conSolazione rimane che queste cose vengono fatte nella chiesa visibile di satana cioè la fantomatica "chiesa Conciliare" prodotta dai nemici di nosrto Signore durante l'infame conciliabolo vaticano II e non nella Chiesa di Nostro Signore che sino al 1958 ha condannato questi apostati come nemici di Cristo e della Chiesa stessa.
L' “affare non concluso” del Concilio. “Ritorno a Gesù” della Chiesa. e
i sogni del “prossimo papa”. Un fine settimana col card. Maradiaga
Un servizio, dal Blog statunitense di Rocco Palmo,
della nostra corrispondente Rosa. Su un recente discorso del Cardinal
Maradiaga, che è riportato integralmente dopo i commenti dell'informato
blogger e che Rosa ha tradotto, condensandone alcuni passaggi. Ne vien
fuori un quadro a dir poco allucinante sulla nuova ecclesiologia.
In corsivo, i commenti di Rosa; tra parentesi quadre, il sunto di alcuni brani.
Discorso
tenuto dal cardinal Maradiaga, uno dei G8, prima a Dallas, poi a Miami
lo scorso fine settimana. Maradiaga viene considerato da varii
giornalisti cattolici americani il portavoce del Papa in USA, visto che
Bergoglio non sa l’Inglese, mentre Maradiaga sì (è un cardinale
“giramondo”, che suona anche il sassofono). Il blogger Rocco Palmo, di
Philadelphia, già inviato in USA per un giornale cattolico inglese,
commenta che l’ultima volta che un Salesiano in cima alla gerarchia
vaticana espose il programma di governo del Papa, erano già trascorsi 2
anni e mezzo di pontificato. Ora è invece tutto più veloce, perché il
Papa e i suoi sentono che il tempo a disposizione è breve...
Il discorso è simile in entrambi i luoghi, ma a Miami Maradiaga è
andato più a braccio, aumentando di tono e finendo quasi come un pastore
pentecostale (sic). A Miami, di sottofondo, c’erano Cubani che
cantavano e danzavano...(sic). Come scrive il blogger, leggiamo quel che
dice colui che si potrebbe definire ora il Vice-Papa:
[Nell’introduzione Maradiaga parte, ovviamente, dal CVII, “un vento di
Grazia e un riferimento paradigmatico” per la Chiesa di oggi che,
secondo lui, cresce (“is rising”), con gran vitalità in Africa e Asia,
ma con poca energia in Europa, ed anche in USA. Ma anche lì c’è
speranza, e cita George Weigel (!!!!) . Prosegue quindi con il]
Vaticano II: il Concilio (...) all’inizio significava la fine alle
ostilità tra la Chiesa ed il modernismo, che era stato condannato al I
Concilio Vaticano (...) Né il mondo è il regno del male e del peccato -
queste sono conclusioni chiaramente raggiunte con il CVII - né la Chiesa
è l’unico rifugio del bene e della virtù. Il modernismo fu, per la
maggior parte del tempo, una reazione contro l’ ingiustizia e gli abusi
che mortificavano la dignità ed i diritti delle persone. Il Vaticano II
riconobbe ufficialmente che le cose erano cambiate, e catturò la
necessità per un tale cambiamento nei suoi Documenti, che enfatizzavano
verità come queste :
” La Chiesa non è la gerarchia, ma il popolo di Dio. “Il Popolo di Dio”
è, per il Concilio, la realtà che tutto abbraccia della Chiesa che
risale alla sostanza (“stuff”) di base e comune dela nostra condizione
ecclesiastica, cioè alla nostra condizione di credenti (che) è una
condizione condivisa da tutti. La gerarchia non ha alcuno scopo in se
stessa e per se stessa, ma soltanto quale riferimento e subordinazione
alla comunità. La funzione della gerarchia è ridefinita in riferimento a
Gesù come il Servo Sofferente, non il Pantocratore ; soltanto dalla
prospettiva di qualcuno crocifisso dalle potenze di questo mondo è
possibile trovare, e spiegare, l’autorità della Chiesa. La gerarchia è
un ministero (diakonia = servizio) che richiede il nostro
abbassamento alla condizione di servi. Prendere questo posto (il posto
della debolezza e povertà) è la sua propria, peculiare responsabilità
(“her own, her very own responsibility”).
Non c’è
quindi una doppia classificazione dei Cristiani - laici e chierici -
essenzialmente differenti. La Chiesa come “ società di ineguali”
scompare: “Non c’è, quindi, in Cristo e nella Chiesa nessuna
ineguaglianza” (LG 32). Nessun ministro può essere collocato sopra
questa dignità comune a tutti. Né i religiosi (“the clergy”) sono “gli
uomini di Dio”, né sono i laici “gli uomini del mondo”. Questa è una
falsa dicotomia. Per esprimerci correttamente, non dovremmo parlare di
religiosi e laici, ma di comunità e ministero. Tutti i battezzati sono
consacrati come casa spirituale e santo sacerdozio (LG 10). Perciò, non
soltanto noi religiosi siamo “preti”, ma anche, fianco a fianco al
ministro ordinato, c’è il sacerdozio comune del fedele. Questo
cambiamento nel concetto del sacerdozio è un punto fondamentale: ”In
Cristo il sacerdozio è cambiato “ (Ebrei, 7:12). Davvero, il primo
tratto del sacerdozio di Gesù è che “egli doveva esser reso come i suoi
fratelli in ogni aspetto”.
Il sacerdozio originale di Gesù è l’unico che doveva essere continuato
nella Storia (...) La Chiesa intera, il Popolo di Dio, continua il
sacerdozio di Gesù senza perdere il suo carattere laico, nel regno del
profano e dell’impuro (“unclean”). del “rigettato” (“cast out”): un
sacerdozio che non si concentra esclusivamente nel culto al tempio, ma
nel mondo intero, con una prassi samaritana di giustizia ed amore.
Questo sacerdozio è sostanziale, l’altro - il “presbyterium” - è un
ministero, un servizio, e non può essere concepito da parte rispetto al
sacerdozio comune.
[qui introduce la Conferenza dei Vescovi L.A. ad Aparecida nel maggio
2007 - che per loro sembra esser stato un 3’ CVII). Prosegue:]
Ora la
Chiesa si trova di fronte ad un cambiamento profondo, il più profondo
nella sua storia dai tempi primordiali (sic): dall’essere una Chiesa
europea, più o meno culturalmente uniforme, e quindi monocentrica, la
Chiesa sta diventando universale, con molteplici radici culturali e,
quindi, culturalmente policentrica. Il CVII può essere compreso come
l’espressione manifesta di questo passaggio a livello istituzionale
(...).
Perciò è veramente simbolico che gli ultimi tre Papi non siano stati
Italiani: la tentazione di europeizzare ed italianizzare la Chiesa è
sempre stata una legata alla pretesa del potere. Fortunatamente, le cose
sono cambiate.
[Ritornando al CVII, ne ricorda i punti essenziali, ai quali la Chiesa deve sempre ritornare]
Non c’è
alcuna possibilità di riformare la Chiesa senza ritornare a Gesù. (...)
Per discernere ciò che costituisce un abuso o un’ infedeltà dentro la
Chiesa, non abbiamo altra misura che il Vangelo. Molte tradizioni
stabilite nella Chiesa potrebbero condurla ad un vero
auto-imprigionamento.
(...) Gesù non era un sovrano di questo mondo (...)Egli è l’immagine del
Servo Sofferente, immagine di innumerevoli altri servi, sconfitti da
coloro che governano, e chiamano se stessi “signori”. Ma fu Lui che,
povero, ammutolito, e umiliato, fu designato dal Padre come Suo Figlio
ben amato, e che Dio stesso risuscitò al terzo giorno.
[dopo aver richiamato le parole del Papa sulle “periferie”, perché
secondo lui quella è al missione affidata dal Signore alla Chiesa, una
missione mai cambiata, perché mai cambiato è il Signore della Chiesa,
continua:]
La
vocazione della Chiesa (...) è proclamare il Regno di Dio. Anche Cristo
stesso non proclamò o predicò Se stesso, ma il Regno. (...) La
vocazione della Chiesa è a servire, non a governare: “Serva
dell’umanità”, la definì Paolo VI. Deve dare questo servizio vivendo nel
mondo, essa stessa parte del mondo ed in solidarietà con esso, perchè
“il mondo è l’unico soggetto che interessa Dio”.
E là la Chiesa , in umile compagnia, aiuta a rendere la vita
intellegibile e degna, rendendola una comunità di uguali, senza caste o
classi, senza ricchi o poveri, senza imposizioni o anatemi (qui diventa
lirico). Il suo obbiettivo principale (“her foremost goal”) è prendersi
cura dei problemi “penultimi” (fame, abitazione, vestiario, scarpe,
salute, istruzione...) , quindi essere capace di curarsi degli “ultimi”
(quei problemi che ci rubano il sonno dopo il lavoro: la nostra
finitezza, la nostra solitudine davanti alla morte, il significato della
vita, i dolore, il male...) . La risposta che la Chiesa darà ai
“penultimi”, le darà titolo a parlare degli “ultimi”. La Chiesa deve
quindi mostrarsi Samaritana sulla terra - così potrà un giorno
partecipare dei beni eterni.
(...) Troppo spesso la Chiesa dà l’impressione di avere troppe certezze e
troppi pochi dubbi, libertà, dissenso o dialogo. Non più scomuniche del
mondo, quindi, o non più soluzioni ai suoi problemi con il ritorno all’
autoritarismo, rigidezza e moralismo, ma invece mantenere sempre il
messaggio di Gesù come la sua unica fonte d’ispirazione.
La Chiesa
deve ritornare alla comunione, che è vitale per poter acquistare
credibilità agli occhi dell’odierna società. Ma questa non è semplice
democratizzazione, è lavorare per raggiungere un’autentica coesistenza
come fratelli ed eguali (fraternité, egalité...). E
quest’obbiettivo non può certo essere raggiunto attraverso un modo di
pensare gerachico (“hierarchic mindset”), intendendo l’Ordine come un
“presbyterium” privilegiato ed esclusivo, così come sembrava
configurato, con un potere assoluto concentrato all’apice e delegato giù
giù al resto della gerarchia.
(...) Tutta la vita di Gesù è stata una vita sacerdotale, nel senso che
Egli divenne uomo, fu povero, combatté per la giustizia, criticò i vizi
dei potenti, identificò SE stesso con i più oppressi e li difese, trattò
le donne senza discriminazione, si scontrò con coloro che avevano un’
immagine diversa di Dio e della religione, e fu costretto dalla Sua
stessa fedeltà ad essere perseguitato, e a morire crocifisso fuori della
città (questo di morire fuori della città lo ricorda per almeno tre
volte. Confesso che non capisco l’importanza dottrinale o teologica di
questo particolare).
[Dopo aver ancora ricordato che non esiste secondo il CVII ua
sostanziale - direi io ontologica, parola a quanto pare troppo colta per
un cardinale di S. Madre Chiesa - differenza tra laici e consacrati, si
effonde sui poveri, la vera missione della Chiesa secondo il Concilio,
specie ora nell’epoca della globalizzazione e delle democrazie
neo-liberali, stimolata in ciò dallo stesso Giovanni XXIII e da un
considerevole numero (ma quanti ? non si dice) di Padre conciliari.
Naturalmente, prosegue, sono stati soprattutto i religiosi
latinoamericani ad aver spinto negli anni postconciliari in questa
direzione, soffrendo, essendo perseguitati ed arrivando al martirio per
questa “liberazione (“liberation” , ti ricorda forse qualcosa ?].
(,,,) La
Chiesa dovrebbe proclamare e testimoniare, come criterio di
organizzazione ed educazione sociopolitica, che tutti gli uomini sono
fratelli, e che, se siamo fratelli, dobbiamo combattere per stabilire
relazioni di uguaglianza e per eliminare i più grandi ostacoli per ciò:
denaro e potere. Dobbiamo stabilire come priorità che quelle maggioranze
che soffrono la povertà e l’esclusione (gli ultimi) saranno le prime.
Se Gesù chiama i poveri “benedetti”, è perché assicura loro che la loro
situazione cambierà, e quindi è necessario creare un movimento che possa
portare ciò, restituendo loro dignità e speranza. Dobbiamo dare la
primazia all’ultimo. (...)
[Prosegue in affermazioni ideologiche sui poveri, la solidarietà,
ecc.ecc. (v. testo originale), quindi riparlando della Chiesa:]
La Chiesa
deve ritornare ad essere profondamente umana (come la volle il
Concilio): essa non poteva più porsi come una “società perfetta”
parallela ad un mondo con cui confrontarsi, che proseguiva il suo corso
autonomo, rafforzando le sue pareti contro gli errori e l’influenza del
mondo. Quest’ antitesi secolare doveva essere superata. Il Concilio
intendeva applicare un rinnovamento entro la Chiesa stessa, perché la
Chiesa non era né il Vangelo, né era un seguace perfetto del Vangelo.
Essa era abitata da uomini e donne che, come ovunque, e secondo la loro
limitata, peccaminosa condizione, avevano stabilito entro essa molte
tradizioni, leggi e strutture che non rispondevano agli insegnamenti o
alla pratica di Gesù . ( a parte lo stucchevole “uomini e donne”, chi
dice che invece siano rispondenti agli insegnamenti e pratica di Gesù
quelli del Concilio e post ? Gesù lavò i piedi ai discepoli, non a
zingarelle mussulmane in carcere, e distribuì personalmente il pane ed
il vino, non lo consegnò a qualche ministra straordinaria
dell’Eucaristia...)
[Altre citazioni dal Concilio, da Paolo VI sull’umanità, da George
Weigel - da quando un giornalista americano è citato come Padre della
Chiesa - ancora sul dialogo:
... La Chiesa non può chiudere le porta al dialogo senz’ annullare la
verità che potrebbe spuntare da ogni dove - poiché Dio stesso l’ ha
generosamente piantata ovunque. La Chiesa non aveva più il monopolio
sulla verità, nè può pontificare su migliaia di cose umane, o tenere
posizioni che denotano arroganza o superiorità. Invece dovrebbe uscire
sull’ arena comune - il Colosseo ? - pianamente ed umilmente, e
partecipare alla ricerca comune della verità. (“Quid es veritas”
?...”Ego sum via, veritas et vita”). Il dialogo deve precedere la
missione, come semplice attitudine all’ascolto, a costruire su ciò che è
comune, piuttosto che insistere su ciò che divide, e contare sul
contributo degli umanesimi (“humanisms”) e delle religioni non
cristiane, che ci porterà indietro al fondamento di ogni credo, ogni
ideologia. Ciò che è cristiano ha il suo substrato, innanzitutto e
soprattutto (“firsty and foremost”) in ciò che è umano - e io che
pensavo fosse in NS GC.
Non si può essere cristiani senza essere innanzitutto una persona. E la
persona offre una struttura ed una panoplia di tratti e possibilità che
non sono patrimonio di qualcuno in particolare, ma invece dell’ intera
umanità. (sentivo che volevano tornare a Paolo VI segliendo Bergoglio,
ma voler portare indietro l’orologio al 1963, mi sembra veramente troppo
!)
[... La Chiesa, quindi, nella nuova evangelizzazione, dev’essere
presente, magari silenziosa, magari nascosta, ma esserci là dove si
ventilano le grandi cause umane, insieme a coloro nei cui petti arde il
fuoco dell’amore, della giustizia e della carità e della costruzione dei
diritti umani - lirico -. Potremmo chiamare questa presenza santità
politica (“political sainthood”), come un’anticipazione del sapore della
pienezza escatologica (!!!!!)
La Chiesa va nella giusta direzione, il card. Maradiaga ci ha prospettato il futuro. Opporsi è inutile e dannoso, seguiamo Cristo nelle periferie.
RispondiEliminaFinalmente un commento assennato e che va nella retta direzione dell'etica cristiana. Seguiamo Cristo nelle periferie ed usiamo le parole di Dante riguardo gli autori di questo blog espressione di odio, fanatismo, violenza pseudoreligiosa e Menzogna:"non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
EliminaIo non credo che tu sia l'"Amicus" che leggo con interesse altrove e questo significa che per diffondere le vostre menzogne eretiche siete disposti a giocare sporco, tanto da clonare i nick di altre persone.
EliminaMolto preobabilmente, non contento di questi squallidi mezzucci, ti rispondi anche da solo, come anonimo, così che te la suoni e te la canti.....
Si da il caso che il cristiano nelle cosiddette "periferie" sia chiamato sempre e comunque a viverci, perchè la povertà di spirito è una beatitudine, e seguire Cristo implica di fatto l'attenzione all'ultimo; quindi vi state inventando l'acqua calda.
Inoltre che l'opporsi all'imperversare delle eresie moderniste sia, come tu affermi, "inutile", questo dal punto di vista umano è anche vero, perchè il mistero dell'Iniquirtà avanza e non è arrestabile, ma agli occhi di Dio inutile non è, poichè Lui ricompenserà chi avrà lottato per l'avvento del Suo Regno, prima qui in terra e poi in Cielo.
nel vostro sito non c'è niente di cristiano ma solo arroganza e maleducazione , nulla a che vedere con il messaggio di Cristo , inutile difendere uno scismatico come lefevre scritto volutamente minuscolo
RispondiEliminaTu, anonimo del piffero,del 01,58 non conosci nulla del cristianesimo se non quanto orecchiato o dai kikòfili o da qualche bar.
EliminaLeggi qualcosa da solo,non letto da altri, impara con umiltà, poi apri bocca.
Poi chiamala se vuoi- arroganza- ,la mia ! Non me ne vergogno di fronte alle tue frasi ignoranti.
Certo che per te kiko è proprio un'ossessione! Più che arroganza la tua è rabbia derivante da frustrazione ed impotenza. Sei una cagnetta rabbiosa che gli altri scacciano a calci ridendo poi dei tuoi latrati. Hai bisogno di un aiuto psicologico serio.
EliminaA forza di rispondere per il puro gusto di contrariare ed insultare il prossimo, ti si inceppa il sistema cerebrale e ti incarti da solo.... guarda che non stai rispondendo a me, ma a Mardu, che il Cammino - per sua fortuna - non lo ha seguito (ma lo conosce meglio di te) quindi la "rabbia derivante da frustrazione ed impotenza" da che parte starebbe??
Elimina"Rabbia derivante da frustrazione ed impotenza"....cos'è una frase presa in prestito dagli appunti dei vostri SCRUTINI, dove maneggiate maldestramente la peggiore psicologia da strapazzo? Adesso che hai fatto uno SCRUTINIO IN DIRETTA, senza manco sapere che faccia abbia Mardu, ti senti realizzato?...
E sempre per la precisione Mardu è un maschietto: "cagnetta rabbiosa" (ammesso che sia un nuovo linguaggio evangelico) si dice alle femminucce...
Non parliamo poi delle immagini che la tua tristissima mente partorisce: un cane che viene cacciato a calci (che è già tutto un programma di ineffabile bontà cristiana) e che suscita risate per i suoi latrati (leggi: di dolore).....Anche il gusto sadico del dolore altrui?.... Andiamo bene. Sicuro che quello strapazzo di scrutinio che hai appena fatto, non fosse un'auto analisi?.....Sicuro che questa dottrina modernista di cui sei totalmente impregnato, non stia invece facendo di te un anti cristiano, nello splendore della sua contro-testimonianza?
E in voi non c'é niente di cattolico. Maria Lu
RispondiEliminaGesù Cristo gli insulti li riceveva in silenzio e alle percosse porgeva l'altra guancia questo per farvi capire che siete fuori strada basta leggere il Vangelo e le Scritture.
RispondiEliminaVoi invece insultate e non avete rispetto per nessuno se non per i fanatici, patetici come voi siete
Non mi sembra che alla vista dello scempio che si realizzava nel Tempio sia rimasto fermo e zitto. Vangelo e Scritture rileggitele tu e meditale anche. Maria Lu
Elimina@Anonimo del 07 novembre 00.47 che scrivi: “Gesù Cristo gli insulti li riceveva in silenzio e alle percosse porgeva l'altra guancia”
EliminaNon sempre; infatti solo a titolo di esempio:
Poi Gesù disse a coloro che gli erano venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre»
(Lc 22, 52-53)
Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
(Gv 18, 22-23)
Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
(Gv 19, 10-11)
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti:
Cadete su di noi!
e ai colli:
Copriteci!
Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
(Lc 22, 27-31)
Viva Maradiaga que està en la Iglesia no como Vosotros excomulgados Masones
RispondiEliminaTu no has estudiado. Aqui no hay excomulgados. Framason es usted y tus amigos (Maradiaga & C). Vendido por treinta monedas de plata! Maria Lu
EliminaMa, è pure un sassofonista ? Mi ricorda molto Clinton...
RispondiEliminaAnche lui intendeva stravolgere in "senso democratico" gli Usa, partendo quindi da una borsista chiamata Monica....
Forse anche Maradiaga ha una musa ispiratrice in quello che dice...
poichè giustamente è definito un "quadro a dir poco allucinante sulla nuova ecclesiologia".
mah. perdere tutto sto tempo a rispondere a due quaquaraquà. ma forse sbaglio io. "la guerra? ma la guerra è persa, imbecilli!" Von Rundstedt
RispondiElimina