di Mons. Daniel L. Dolan 1
«Oggi, 450 anni dopo la morte di Martin Lutero, il tempo che è passato permette di comprendere meglio la persona e l'opera del riformatore tedesco e di essere più equi con lui [...]. La richiesta di riforma della Chiesa fatta da Lutero, nel suo intento originario, era un appello alla penitenza e al rinnovamento. Molti sono i motivi per i quali da quell'inizio si è poi arrivati a questa scissione. Tra questi vi sono la non corrispondenza della Chiesa cattolica» (22 giugno 1996). «Bisogna riconoscere che anch'essa (Santa Caterina da Siena) era figlia del suo tempo allorchè, nel pur giusto zelo per la difesa dei luoghi santi, faceva sua la mentalità allora dominante, secondo cui tale compito poteva esigere persino il ricorso alle armi» (12 dicembre 1995). Questi e tanti altri pronunciamenti di Giovanni Paolo II (1920-2005) denotano un cambiamento di mentalità e di rotta nel governo della Chiesa che pone seri dubbi circa la sua legittimità. Giovanni Paolo II è realmente il Pontefice, il dolce Cristo in Terra?
l La crisi nella Chiesa 2
È per me un'immensa gioia essere qui in Francia su invito di don Philippe Guépin (vedi foto a lato), per la festa dell'Assunzione della Madonna. L'Assunzione è la maggiore delle feste della Beata Vergine Maria, ed è in Francia che questo splendido trionfo della Madonna viene celebrato con grande solennità. Come sapete, il vostro re, Luigi XIII (1601-1643), fece di questo giorno una festa nazionale, e comandò di procedere ad una consacrazione annuale della Francia alla Madonna. La pietà e la devozione dei francesi per la Beata Vergine Maria sono assai conosciute nel mondo intero. Ma la nostra gioia è diminuita dalla tristezza che proviamo ogni giorno a causa della crisi che attanaglia la Chiesa cattolica. Portiamo nel nostro cuore questa tristezza da trentacinque anni, e spesso ci chiediamo: «Domino usquequo»? Signore, fino a quando? La nostra tristezza è ancora più profonda a causa dell'incapacità dei fedeli cattolici di formare un fronte unito e consistente contro il nemico. Quando osserviamo il campo della resistenza cattolica, siamo addolorati a causa della sua mancanza di unità e - fatto ancora più inquietante - constatiamo che la maggior parte di coloro che resistono non riconoscono il nemico come tale, ma piuttosto come se fosse dotato dell'autorità stessa di Cristo. Così, considerando i modernisti come la vera autorità di Cristo e della Sua Chiesa, essi si sono posti sotto l'obbedienza dei modernisti, come nel caso della Fraternità San Pietro, o desiderano di essere in comunione con i modernisti, di essere assoggettati e operare con loro, come nel caso della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Come Vescovo, sono convinto che la mia missione consista nel fare conoscere ai fedeli la vera risposta cattolica alla crisi attuale della Chiesa. Inoltre, spero di poter ordinare al sacerdozio dei giovani che siano stati formati solidamente nei principî cattolici, e che non rispondano all'apostasia di Giovanni Paolo II con uno spirito scismatico. Oggi, affronterò con voi due argomenti: primariamente l'apostasia di Giovanni Paolo II e le sue conseguenze teologiche; secondariamente, la vera risposta cattolica che bisogna dare a tale apostasia.
l L'apostasia di Giovanni Paolo II
Bisogna innanzi tutto notare che non ho scelto la parola «eresia», ma bensì la parola «apostasia». Gli errori di Giovanni Paolo II costituiscono veramente un'apostasia e non semplicemente un'eresia. Quest'ultima consiste nel dubitare o negare una o più verità di fede, come ad esempio la divinità di Gesù Cristo, la Presenza Reale di Cristo nel Santissimo Sacramento, l'Immacolata Concezione, ecc... Sicuramente conoscete gli eretici più famosi della Storia: Ario (280-336), Martin Lutero (1483-1546), Giovanni Calvino (1509-1564), ecc... L'apostasia è il rifiuto completo della fede cristiana. Ad esempio, nel IV secolo, l'imperatore romano Giuliano (331-363) abiurò completamente la fede, divenne un apostata e ristabilì il culto degli dèi pagani. Egli è infatti più conosciuto con il nome di Giuliano l'Apostata.
Martin Lutero | Giovanni Calvino | Giuliano l'Apostata |
Perché utilizzare una parola così forte per Giovanni Paolo II, che asserisce di essere cattolico, e che, di tanto in tanto, dice parole edificanti e devote? Perché, in realtà, egli non aderisce a nessuno dei dogmi ai quali pretende di credere. Non aderisce ai dogmi perché per lui queste sacre verità non escludono ciò che gli è contrario. Per Giovanni Paolo II, ciò che contraddice queste verità non è falso. Perché non pensa che ciò che contraddice la verità sia falso? Innanzi tutto, e soprattutto, perché Giovanni Paolo II è un ecumenista, e non un cattolico. L'ecumenista è una persona convinta che tutte le religioni contengano una parte di verità - talune di più, altre di meno - e che, di conseguenza, tutte possiedano un certo valore. Per l'ecumenista, tutte le religioni sono delle vere religioni, alcune delle quali sono migliori di altre. Il pizzico in più che egli concede alla Chiesa cattolica è che essa possiede la pienezza della verità, mentre le altre possiedono solamente una verità parziale. Ma quando parla della Chiesa cattolica, parla della Chiesa cattolica che io e voi conosciamo? No, egli si riferisce a questo cattolicesimo riformato, a questa nuova religione scaturita dal Concilio Vaticano II (1962-1965), a questa copia infame della vera fede. Inoltre, egli pensa che ci sia una differenza tra la Chiesa e la Chiesa cattolica. Per lui, la Chiesa è tutta l'umanità, come dice il Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes, poiché Cristo è in un certo modo unito ad ogni uomo a causa dell'Incarnazione: «Poiché in lui (in Cristo) la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata, per ciò stesso essa è stata anche in noi innalzata ad una dignità sublime. Con l'incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo con ogni uomo» 3. Giovanni Paolo II lo ha ripetuto anche nella sua prima Enciclica 4, e ne ha fatto il tema centrale della sua dottrina. Ascoltiamo altri testi di Giovanni Paolo II. Parlando a proposito della giornata ecumenica pancristiana di Assisi, tenutasi il 27 ottobre 1986, egli ha dichiarato: «Un giorno come questo sembra esprimere, in modo visibile, l'unità nascosta ma radicale stabilita dal Verbo tra gli uomini e le donne di questo mondo [...]. Il fatto di essere venuti insieme qui ad Assisi è come un segno dell'unità profonda tra coloro che cercano dei valori spirituali nella religione. Il Concilio ha creato un legame tra l'identità e l'unità del genere umano» 5. Perciò, ogni uomo, essendo unito a Cristo per la sola virtù della Sua Incarnazione, è un membro della Chiesa di Cristo. Quest'ultima non è nient'altro che tutto il genere umano, senza eccezione. Nello stesso discorso, egli continua su questo tema spiegando che l'ordine divino delle cose è costituito dall'unità di tutti gli uomini che cercano i valori religiosi. Le diversità di fede e di morale che esistono tra le varie religioni sono frutto degli uomini che hanno corrotto l'ordine divino. Così, secondo Giovanni Paolo II, occorre far sparire le differenze tra le religioni e di far prevalere l'ordine divino, ovvero l'ordine panteistico. Citiamo un altro brano del suo discorso: «Le differenze religiose dipendono da un altro ordine. Se l'ordine dell'unità è divino, le diversità religiose sono un fatto umano e devono essere cancellate dalla realizzazione del grandioso disegno di unità che presiede alla creazione. È possibile che gli uomini non siano coscienti della loro unità d'origine e della loro partecipazione allo stesso piano divino. Ma a dispetto di tali divisioni, essi sono partecipi del grande ed unico disegno di Dio in Gesù Cristo, il quale si è unito in un certo modo ad ogni uomo, anche se non ne è cosciente». Da queste parole, percepiamo l'apostasia di Giovanni Paolo II: tutti gli uomini appartengono ad un Cristo panteistico che è unito ad ogni uomo - coscientemente o meno - in virtù dell'Incarnazione. Ascoltiamo ancora Giovanni Paolo II: «Tutti gli uomini sono chiamati a questa unità cattolica del popolo di Dio; a questa verità, e in forme diverse, appartengono i fedeli cattolici, le persone che guardano con fede verso Cristo, e finalmente tutti gli uomini senza eccezione».