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venerdì 15 luglio 2016

"Tutto questo è semplicemente qualcosa di diabolico".

Bergoglio, maestro dell’inganno

Breve selezione degli errori e delle empietà pronunciate dal falso profeta
Jorge Mario Bergoglio, bugiardo consumato, bestemmiatore incallito e illustre discepolo del padre della menzogna…

di Alejandro Sosa Laprida


«E quando noi andiamo a confessarci, per esempio, non è che diciamo il peccato e Dio ci perdona. No, non è così! Noi troviamo Gesù Cristo e gli diciamo: “questo è tuo e io ti faccio peccato un’altra volta”. E a lui piace, perché è stata la sua missione: farsi peccato per noi, per liberarci. […] Quello che il Signore vuole da noi è proprio l’annuncio della riconciliazione, che è il nucleo del suo messaggio: Cristo si è fatto peccato per me e i peccati sono là, nel suo corpo, nel suo animo. Questo è da pazzi, ma è bello: è la verità» (1).
«Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie» (Ap 13, 5).
«Proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell’Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge» (Dan 7, 25).
«Tante volte io mi trovo in crisi con la fede e alcune volte anche ho avuto la sfacciataggine di rimproverare Gesù: “Ma perché Tu permetti questo?”, e anche dubitare: “Ma questa sarà la verità, o sarà un sogno?”. E questo da ragazzo, da seminarista, da prete, da religioso, da vescovo e da Papa. … Un cristiano che non abbia sentito questo, qualche volta, la cui fede non sia entrata in crisi, gli manca qualcosa: è un cristiano che si accontenta con un po’ di mondanità» (2).

Bergoglio insegna, con le sue parole e il suo esempio, che dubitare delle verità di fede è cosa buona e che quelli che non lo fanno sono «cristiani mondani». Blasfemia da quattro soldi. Per essere un buon cristiano, secondo questo energumeno infernale, si dovrebbe mettere in discussione, per esempio, la divinità o la resurrezione di Gesù Cristo. L’“insegnamento” bergogliano contraddice assolutamente quello di Nostro Signore, che rimproverò all’Apostolo Tommaso di non aver creduto alla testimonianza degli altri Apostoli sulla Sua resurrezione:
«Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e méttila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”» (Gv 20, 27-29).

Si immagini un catechista che dicesse ai suoi studenti che egli non fa altro che dubitare di ciò che insegna e che questo sarebbe per lui, non solo positivo, ma anche necessario per arrivare ad essere un buon cristiano.
Ebbene, qui abbiamo un presunto «Papa», supremo dottore della fede cattolica, che ci dice più o meno così: «Cari fratelli, per essere cristiani autentici, vi invito a dubitare come faccio io, che non ho smesso di farlo in alcuna delle molte fasi della mia vita, e che continuo a farlo anche adesso che sono il Vicario di Cristo. Perché attenzione, se alcuni non lo fanno, significa che sono cristiani meschini e mondani, incapaci di muoversi verso le “periferie” e di praticare la “cultura dell’incontro”»

Tutto questo è semplicemente inconcepibile. Non c’è una sola frase della Sacra Scrittura o del Magistero della Chiesa che possa essere interpretata come un “invito a dubitare” della rivelazione divina; né si può trovare qualcosa del genere negli scritti dei Santi.

Ciò che supera ogni comprensione è Il fatto che Bergoglio abbia il coraggio di dire questo nientemeno che nella stessa Basilica di San Pietro, e che nessuno, assolutamente nessuno reagisca, si levi e lo rimproveri ad alta voce, in maniera energica e con coraggio, denunciandolo pubblicamente per quello che è: un acerrimo nemico di Dio e della Chiesa, un corruttore della fede ed uno che impugna la rivelazione divina.

Davvero è necessario ricordare che chi vuole indebolire la nostra fede è proprio il demonio? E che qualsiasi dubbio sulla fede viene sempre da lui e mai da Dio?

Da questo si può dedurre con totale certezza che gli “insegnamenti” di Bergoglio sono lineari e chiaramente satanici. Non riconoscerlo è segno di una profonda debolezza interiore, di una fede pusillanime e vacillante, di un’agghiacciante cecità spirituale. Per non parlare della più che perversa suggestione secondo la quale la rivelazione divina si potrebbe legittimamente considerare come un “sogno” [!!!]; né dei “rimproveri” che questo insensato ha il coraggio di muovere al nostro adorabile Redentore ...
«A me non piace, e voglio dirlo chiaramente, a me non piace quando si parla di un genocidio dei cristiani, per esempio nel Medio Oriente: questo è un riduzionismo» (3).

Detto da uno che è il maggiore promotore dell’immigrazione musulmana in Europa, mi sembra evidente che non c’è di che meravigliarsi (4).


«Tanti pensano di loro che sarebbe stato meglio che fossero rimasti nella loro terra, ma lì soffrivano tanto. Sono i nostri rifugiati, ma tanti li considerano esclusi. Per favore, sono i nostri fratelli! Il cristiano non esclude nessuno, dà posto a tutti, lascia venire tutti» (5).
Bisogna riconoscere che in tema di sovversione Bergoglio parla molto chiaro: il buon cristiano è colui che dubita e il buon europeo è colui che permette l’islamizzazione dell’Europa…
«Preferiscono convivere, e questa è una sfida, chiede lavoro. Non dire subito: “Perché non ti sposi in chiesa?”. No. Accompagnarli: aspettare e far maturare. E fare maturare la fedeltà» (6).
Naturalmente, se la gente “preferisce convivere”, a chi potrebbe saltare in mente di dir loro di sposarsi in Chiesa? E’ ovvio che questo non si debba fare: bisogna lasciarli vivere tranquillamente in peccato mortale, senza alcun rimorso, l’importante è che possano essere felici di vivere a loro piacimento. Ma, attenzione, questo sì: “accompagnarli”, perché non accada che si sentano soli. Infatti, la presenza del “curato” accanto ai concubini è indispensabile per aiutarli a “maturare la fedeltà”. Così che non accada che il concubinato finisca per il fatto che si «mettono le corna»… questo sì che sarebbe veramente scandaloso…
«Eppure davvero dico che ho visto tanta fedeltà in queste convivenze, tanta fedeltà; e sono sicuro che questo è un matrimonio vero, hanno la grazia del matrimonio, proprio per la fedeltà che hanno» (7).

E’ chiarissimo: perché diavolo sposarsi se il concubinato vissuto «con fedeltà» risulta essere un «vero matrimonio»?

«E per questo una parte dei nostri matrimoni sacramentali sono nulli» (8).

Ragione ulteriore, questa, per non «sposarsi in Chiesa» e optare per «convivere con fedeltà». Inoltre: ci si immagina l’effetto che questa frase del «Papa» può produrre nei matrimoni in cui gli sposi intendono perseverare in mezzo alle difficoltà? Perché continuare a lottare? Non è più ragionevole darsi per vinti, chiedere l’«annullamento del matrimonio» e poi cercare di «rifarsi una vita»? In definitiva, Bergoglio dice ai concubini di non sposarsi e agli sposati che i loro matrimoni non hanno valore. In verità non ci sono epiteti che bastino per qualificare affermazioni così maligne: quest’uomo è un autentico figlio del demonio…


«Ecco il “sano realismo del cattolicesimo”. Invece “non è cattolico ma è eretico” dire: “o questo o niente”. Gesù sempre sa camminare con noi, ci dà l’ideale, ci accompagna verso l’ideale, ci libera da questo ingabbiamento della rigidità della legge e ci dice: “Fate fino al punto che potete fare”. E lui ci capisce bene. Questo il nostro Signore è questo quello che insegna a noi» (9).

Ed ecco un’altra sfilza di sofismi inqualificabili. Quest’uomo mente con una naturalezza stupefacente. La morale evangelica, come la morale naturale, impone certi obblighi e divieti che sono assoluti (adorare Dio, non uccidere, non commettere adulterio, ecc), il che implica chiaramente un “o questo o niente” che non ammette mezzi termini e che in nessun modo costituisce un mero “ideale” che Dio ci presenta e a cui dobbiamo tendere “solo nella misura” delle nostre possibilità. Bergoglio cerca di distruggere l’oggettività e l’obbligatorietà della legge morale col pretesto di una falsa “misericordia” e di un “accompagnamento” che non è altro che un modo mascherato di complicità. L’obiettivo che persegue quest’uomo empio non è altro, in definitiva, che abolire la stessa nozione di peccato.
«A noi, a tutti, piace la madre Terra, perché è quella che ci ha dato la vita e ci custodisce; direi anche la sorella Terra, che ci accompagna nel nostro cammino dell’esistenza. Ma il nostro compito è un po’ curarla come si cura una madre o come si cura una sorella, cioè con responsabilità, con tenerezza e con la pace» (10).

Il Sommo Bestemmiatore del Vaticano continua a professare apertamente e senza vergogna la sua ideologia new age, luciferina, naturalista e panteista, assicurando senza arrossire che è la “Madre Terra” che ci “dà la vita e ci protegge”.

«Proteggiamo gli oceani, che sono beni comuni globali, essenziali per l’acqua e la varietà degli esseri viventi!» (11).

C’è proprio da morir dal ridere! La società contemporanea rifiuta in maniera massiccia Dio e la Chiesa, pratica ogni sorta di aberrazioni che reclamano giustizia dal Cielo (aborto, pornografia, “matrimonio gay”, eutanasia, ecc) e Bergoglio patrocina la protezione degli oceani ...

E qui è il caso di ricordare che pochi mesi fa questo ingannatore senza pari ha invitato il mondo apostata e anticristiano a compiere nientemeno che una “conversione”… ecologica [!!!]:
«La relazione tra la povertà e la fragilità del pianeta richiede un altro modo di gestire l’economia e il progresso, immaginando un nuovo stile di vita. Perché abbiamo bisogno di una conversione che ci unisca tutti. Liberi dalla schiavitù del consumismo. Questo mese ti rivolgo una richiesta speciale: Che ci prendiamo cura della creazione, perché l’abbiamo ricevuta come un dono da coltivare e proteggere per le generazioni future» (12).

Vediamo ora «Papa Francesco» nel ruolo di militante “abolizionista” della pena di morte:
«Il comandamento “non uccidere” ha un valore assoluto e include sia l’innocente sia il colpevole. […] Non bisogna dimenticare che il diritto inviolabile alla vita, dono di Dio, appartiene anche al criminale» (13).

Da cui si deduce, con solare chiarezza, che tanto Dio nel Vecchio Testamento, quanto la Chiesa successivamente, non avrebbero rispettato il “diritto inviolabile alla vita” dei criminali. Ma è importante non perdere di vista che l’unica cosa che quest’uomo persegue è ingannare. Infatti: Bergoglio mente senza posa e senza mai arrossire. Questa declamata “inviolabilità” è relativa solo agli innocenti, come per esempio ai bambini massacrati nel grembo materno con l’aborto, questo crimine abominevole contro il quale “Papa Francesco” non muove un dito e di cui non ha detto una parola nei suoi discorsi al parlamento europeo e a quello americano.

Una semplice statistica illuminante. L’anno scorso: negli USA, numero delle pene capitali: 28, numero degli aborti: 1.200.000; nell’Unione Europea, pene capitali: nessuna, aborti: 910.000. Ma la “priorità” di Bergoglio è difendere gli assassini e i violentatori: evidentemente della vita dei bambini innocenti non gli importa granché…


Per altro verso, il quinto comandamento è stato sempre interpretato come la proibizione dell’assassinio, cioè “non uccidere” l’innocente. Nessuno considera immorale, per esempio, l’uccisione per legittima difesa, che la compia un soldato nel corso di una battaglia o un agente di polizia in uno scontro con i malviventi. Il che dimostra inconfutabilmente che il presunto “diritto inviolabile alla vita” è del tutto infondato. D’altronde, si legge nella Bibbia che Dio istituì esplicitamente la pena di morte per punire l’omicidio, quando disse a Noè:
«Chi sparge il sangue dell’uomo, 
dall’uomo il suo sangue sarà sparso» (Gn 9, 6).

E Dio, non solo ordinò che gli uomini applicassero la pena di morte, ma Egli stesso l’ha eseguita, intervenendo direttamente in varie occasioni contro le popolazioni corrotte, come prova a sufficienza l’esempio universalmente conosciuto di Sodoma e Gomorra. Senza contare il diluvio universale, col quale Dio decise di sterminare tutta l’umanità depravata, con l’unica eccezione di Noè e della sua famiglia, a cui annunciò l’evento in questi termini:
«E' venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra» (Gn 6, 13).

Nella legislazione mosaica, vari crimini erano passibili di condanna a morte (adulterio, incesto, idolatria, ecc.). Nel Nuovo Testamento, San Paolo, riferendosi al peccato di sodomia, conferma la legittimità della pena capitale, al pari della sua origine divina:
«Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno […] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa» (Rom 1, 27-28 e 32).

Si coglie con immediatezza che, con la sua condanna della pena di morte, Bergoglio contraddice formalmente la rivelazione divina, cosa che peraltro non è certo una novità. Ciò nonostante, in questo caso specifico la sua eresia viene notoriamente aggravata dalla blasfemia implicita che contiene: se il diritto alla vita fosse così «inviolabile», seguendo la fallace logica bergogliana Dio sarebbe un mostruoso assassino; ed anche la Chiesa, dal momento che promosse le Crociate e istituì il Tribunale dell’Inquisizione. Difatti, se assumiamo le conseguenze oggettive delle sue parole, Bergoglio dà ad intendere che il Dio biblico, sia del Vecchio sia del Nuovo Testamento, è un essere crudele e malvagio. Questo, in definitiva, è ciò che insegna surrettiziamente “Papa Francesco”, il supposto “Vicario di Cristo” in terra. Egli pone le premesse, altri penseranno poi a trarre le conclusioni relative che vanno da sé.

Tutto questo è semplicemente qualcosa di diabolico. Ed è umanamente esasperante che dopo che sono trascorsi più di tre anni nei quali Bergoglio ha seminato sistematicamente il male e la confusione, la stragrande maggioranza dei cattolici continui a chiamare quest’autentico agente dell’inferno: “Sua Santità”, “Santo Padre” o “Papa Francesco”,  titoli che il suo sacrilego ed empio modus operandi smentisce categoricamente giorno dopo giorno. Una falsa dignità ecclesiastica su cui Bergoglio poggia il suo immenso potere di distruzione…

NOTE

1 - Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Martae, 15 giugno 2013
2 - Parole del Santo Padre in visita a Villa Nazareth, 18 giugno 2016   
3 - Parole del Santo Padre in visita a Villa Nazareth, 18 giugno 2016
4 - Francesco a Lesbo: L’immigrazione musulmana è un dono per l’Europa
5 - Udienza generale del 22 giugno 2016                     
6 - Discorso all’apertura del Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, 16 giugno 2016
             https://www.youtube.com/watch?v=nO5HcO6n7LM
7 - Ibidem
8 - Ibidem
9 - Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Martae, 9 giugno 2016
10 - Incontro in Vaticano del Papa con l’Istituto di Jainologia di Londra della comunità jainista, 1 giugno 2016
11 - https://twitter.com/Pontifex_es/status/740528946719035393
12 - Intenzione di preghiera del Papa, febbraio 2016
13 - Videomessaggio al VI Congresso Mondiale contro la pena di morte (Oslo, 21-13 giugno)    

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