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venerdì 1 luglio 2011

Lo scandalo del falso ecumenismo continua...

Papa Pio XI: “A tale scopo si organizzano congressi, incontri e conferenze a cui partecipa ampio concorso di uditori, dove tutti senza distinzione, non credenti di ogni tipo, come anche Cristiani, e perfino coloro che hanno infelicemente rifiutato Cristo e negato la Sua Divina Natura o missione, sono invitati ad unirsi alla discussione. Orbene, tali sforzi non possono ottenere alcun tipo di approvazione fra i Cattolici. Essi presuppongono l’erronea veduta che tutte le religioni siano più o meno buone ed apprezzabili, in quanto tutte danno espressione, sotto varie forme, a quel senso innato che conduce gli uomini a Dio ed al riconoscimento obbediente della Sua legge... favorire questa opinione, pertanto, ed incoraggiare tali intraprese, equivale ad abbandonare la religione rivelata da Dio.



Monsignor Fellay: Why is ecumenism wrong?Extract of Bp. Fellay's conference in Kansas

Benedetto XVI alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli (28 giugno 2011)

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
ALLA DELEGAZIONE DEL PATRIARCATO ECUMENICO
DI COSTANTINOPOLI IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ
DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

Martedì, 28 giugno 2011

[Francese, Italiano]


Cari Fratelli in Cristo,

Siate benvenuti a Roma in occasione della Festa dei Patroni di questa Chiesa, i Santi Apostoli Pietro e Paolo. Mi è particolarmente gradito salutarvi con le parole che San Paolo rivolgeva ai cristiani di questa città: "Il Dio della pace sia con tutti voi" (Rm 15,32). Ringrazio di tutto cuore il Venerato fratello, il Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo I e il Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico che hanno voluto inviare voi, cari Fratelli, come loro rappresentanti per partecipare qui con noi a questa solenne celebrazione.

Il Signore Gesù Cristo, apparso ai suoi discepoli dopo la sua risurrezione, conferì loro il compito di essere testimoni del Vangelo di Salvezza. Gli Apostoli hanno portato a compimento fedelmente questa missione, testimoniando sino al sacrificio cruento della vita la fede in Cristo Salvatore e l'amore verso Dio Padre. In questa città di Roma gli Apostoli Pietro e Paolo hanno affrontato il martirio e da allora le loro tombe sono oggetto di venerazione. La vostra partecipazione a questa nostra Festa, come la presenza di nostri rappresentanti a Costantinopoli per la Festa dell'Apostolo Andrea, esprime l'amicizia e l'autentica fraternità che unisce la Chiesa di Roma ed il Patriarcato Ecumenico, vincoli che sono solidamente fondati su quella fede ricevuta dalla testimonianza degli Apostoli. L'intima vicinanza spirituale che sperimentiamo ogni volta che ci incontriamo è per me motivo di profonda gioia e di gratitudine a Dio. Al tempo stesso, però, la comunione non completa che già ci unisce deve crescere fino a raggiungere la piena unità visibile.

Seguiamo con grande attenzione il lavoro della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Ad uno sguardo puramente umano, si potrebbe essere presi dall'impressione che il dialogo teologico fatichi a procedere. In realtà, il ritmo del dialogo è legato alla complessità dei temi in discussione, che esigono uno straordinario impegno di studio, di riflessione e di apertura reciproca. Siamo chiamati a continuare insieme nella carità questo cammino, invocando dallo Spirito Santo luce e ispirazione, nella certezza che egli vuole condurci al pieno compimento della volontà di Cristo: che tutti siano uno (Gv 17,21). Sono particolarmente grato a tutti i membri della Commissione mista e in particolare ai Co-Presidenti Sua Eminenza il Metropolita di Pergamo Ioannis e Sua Eminenza il Cardinale Kurt Koch, per la loro infaticabile dedizione, la loro pazienza e competenza.

In un contesto storico di violenze, indifferenza ed egoismo, tanti uomini e donne del nostro tempo si sentono smarriti. È proprio con la testimonianza comune della verità del Vangelo che potremo aiutare l'uomo del nostro tempo a ritrovare la strada che lo conduce alla verità. La ricerca della verità, infatti, è sempre anche ricerca della giustizia e della pace, ed è con grande gioia che costato il grande impegno con cui Sua Santità Bartolomeo si prodiga su questi temi. In unione di intenti, e ricordando il bell’esempio del mio predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, ho voluto invitare i fratelli cristiani, gli esponenti delle altre tradizioni religiose del mondo e personalità del mondo della cultura e della scienza, a partecipare il prossimo 27 ottobre nella città di Assisi ad una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che avrà come tema "Pellegrini nella verità, pellegrini nella pace". Il camminare insieme sulle strade della città di San Francesco sarà il segno della volontà di continuare a percorrere la via del dialogo e della fraternità.

Eminenza, cari membri della Delegazione, ringraziandovi ancora una volta della vostra presenza a Roma in questa solenne circostanza, vi chiedo di recare il mio fraterno saluto al venerato fratello il Patriarca Bartolomeo I, al Santo Sinodo, al clero e a tutti i fedeli del Patriarcato Ecumenico, assicurandoli dell'affetto e della solidarietà della Chiesa di Roma, che oggi è in festa per i suoi Santi fondatori.

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana



Gli Ultimi Giorni e il Falso Ecumenismo

di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas...

Avvento 1995
Carissimi beneamati in Cristo,
Oggi, in in questa prima domenica di Avvento, iniziamo un nuovo anno liturgico, e la nostra Santa Madre, la Chiesa Cattolica, ci presenta nel Vangelo della S.Messa, lo stesso tema della scorsa settimana per l’ultima domenica dopo Pentecoste, che è la profezia di N.S. Gesù Cristo sui segni che precederanno la fine del mondo e la Sua Seconda Venuta. Due sono le ragioni di questa ripetizione.
La prima ragione è che, poichè l’anno liturgico procede parallelamente alla storia del genere umano con la Vita di Cristo come punto focale, il Vangelo dell’ultima domenica dopo Pentecoste conclude questa storia con gli eventi che succederanno prima della fine del mondo. La seconda ragione è che l’Avvento è un tempo di preparazone alla festa della prima venuta del Divin Salvatore, circa 2000 anni fa, e il Vangelo della prima domenica di Avvento ci ricorda che il medesimo Divin Salvatore verrà di nuovo a “giudicare i vivi e i morti” al Giudizio Universale. Perciò, i Vangeli di questa domenica e di domenica scorsa ripetono entrambi lo stesso tema.
Quando consideriamo le parole di Cristo sugli eventi che precederanno la fine del mondo, dobbiamo ricordarci di essere equilibrati nei nostri giudizi e di non cadere agli estremi riguardo a queste questioni. E quali sono questi estremi? Da una parte, ci sono quelli che cercano follemente di predire date ed eventi esatti, e questo è assolutamente contrario all’insegnamento di Cristo che “nessuno conosce né il giorno né l’ora” riguardo alla fine del mondo. Quindi, dall’altra parte, ci sono invece quelli che non vogliono prestare alcuna attenzione alle profezie che si trovano nelle Sacre Scritture e che meramente negano che queste cose possano mai essere anche solo una possibilità ai nostri tempi. Abbiamo bisogno di essere non solo prudenti e cauti, ma anche realistici.
Basti dire, che viviamo nell’epoca la più senza precedenti della storia della Chiesa Cattolica. Dalla convocazione del Concilio Vaticano II (1962-1965), sono state introdotte nella Chiesa nuove dottrine già in precedenza condannate dai papi del passato. Il Santo Sacrificio della Messa è stato sostituito da una nuova “messa” che non rappresenta più la rinnovazione incruenta del Calvario, il Sacrificio propiziatorio della Nuova Legge, e che è in realtà un memoriale luterano dell’Ultima Cena. Il falso ecumenismo della “gerarchia” della cosiddetta “Chiesa Cattolica” moderna con eretici, scismatici, Buddisti, Indù, e molti altri capi delle false religioni del mondo, è diventato luogo comune. Questi eventi sono così assolutamente opposti agli insegnamenti di Cristo e della Sua Chiesa che i Cattolici rabbrividiscono completamente scoraggiati ed esclamano: “Che cosa è successo alla Chiesa Cattolica.”
Fatte queste considerazioni, non ci si dovrebbe meravigliare che la Beata Vergine Maria a Fatima abbia scelto l’anno 1960 come data per la rivelazione del Terzo Segreto di Fatima. Non ci si dovrebbe meravigliare che proprio quelli che furono responsabili del Concilio Vaticano II, abbiano soppresso la rivelazione di questo Terzo Segreto di Fatima al mondo.
Non è qui nostro scopo di ripetere argomenti già considerati nelle passate lettere pastorali. Il nostro scopo è di considerare come questi eventi a partire dal Vaticano II sono il compimento di profezie scritturali.
In questa lettera pastorale, consideriamo un particolare riferimento delle Sacre Scritture che con la maggior certezza è di pertinenza dei nostri tempi.
Il riferimento scritturale si trova nell’Epistola di S.Paolo ai Tessalonicesi:
“Fratelli, che nessuno vi inganni in alcun modo, perché il giorno del Signore non verrà se prima non venga l’apostasia e non sia rivelato l’uomo del peccato, il figlio di perdizione” (II Tess. 2:3-4).
Il termine “apostasia” è definito come il totale rigetto della fede da parte di un cristiano battezzato. Forse, a prima vista, alcuni si possono chiedere come sia possibile una cosa del genere nella Chiesa Cattolica oggi. Dove c’è stato un totale rigetto della Fede? Ma prima di rispondere a questa domanda, richiamiamo le parole di Cristo nel Vangelo della scorsa domenica:
“Sorgeranno infatti falsi Cristi e falsi profeti... in modo da trarre in inganno, se possibile, perfino gli eletti” (Matt. 24:14-15).
Se “perfino gli eletti” devono stare attenti a non farsi ingannare, è certo che l’apostasia avrà luogo nella maniera più ingannevole.
Inoltre, anche S.Paolo nell’Epistola a Timoteo fa riferimento a questi tempi:
“Ma sappiate questo, che negli ultimi giorni, verranno tempi pericolosi....” (2 Tim. 3:1).
“Perché verrà un tempo in cui non sopporteranno più la sana dottrina; ma per prurito di udire, si ammucchieranno dei maestri secondo le loro passioni, e si distoglieranno dall’ascolto della verità per rivolgersi piuttosto alle favole” (II Tim. 4:3-4).
Per tornare alla domanda: c’è stata un’apostasia a partire dal Concilio Vaticano II? Si può trovare la risposta negli insegnamenti di Papa Pio XI nell’enciclica Mortalium Animos sulla vera unità religiosa, 6 gennaio 1928, perché fu durante il suo pontificato che vennero compiuti sforzi per promuovere l’unità fra tutte le religioni nella carità e tolleranza. Papa Pio XI con grande eloquenza si riferì a questa situazione e spiegò la posizione della Chiesa riguardo a questo movimento ecumenico.
Rivediamo brevemente alcuni dei passi principali di questa enciclica per riconoscere e comprendere come il Concilio Vaticano II produsse la moderna apostasia dei nostri tempi.
Il primo e più importante insegnamento che Papa Pio XI ripetè nella Mortalium Animos Animos è che la Fede Cattolica è la religione rivelata da Dio:
“Dio, Creatore di tutte le cose, fece in modo che potessimo conoscerLo e servirLo; al nostro servizio, pertanto, ha pieno diritto. Avrebbe potuto invero accontentarsi di prescrivere per il governo dell’umanità la sola legge naturale, cioè la legge che nella creazione aveva scritto nel cuore dell’uomo, e far poi regolare il progresso di quella legge dalla Sua ordinaria Provvidenza. Volle, tuttavia, fare delle leggi positive che noi dovessimo obbedire, e progressivamente, dall’inizio della razza umana fino alla venuta ed alla predicazione di Gesù Cristo, Egli stesso insegnò al genere umano i doveri che una creatura razionale ha verso il suo Creatore.“Evidentemente perciò, nessuna religione può esser vera, salvo quella che riposa sulla rivelazione di Dio, una rivelazione cominciata fin dagli albori, continuata sotto l’Antica Legge, e condotta a compimento da Gesù Cristo stesso sotto la Nuova. Ora, se Dio ha parlato — ed è storicamente certo che infatti ha parlato — allora è chiaramente dovere dell’uomo di credere implicitamente la Sua rivelazione e di obbedire ai Suoi comandi. Affinchè potessimo compiere correttamente entrambi le cose, per la gloria di Dio e la nostra stessa salvezza, il Figlio Unigenito di Dio fondò la Sua Chiesa sulla terra.”
Da questa verità divina, cioè che Dio ha rivelato al genere umano l’unica vera religione mediante la quale deve essere adorato, ne segue il principio cattolico che vieta ai Cattolici di partecipare ad un falso ecumenismo.
Per continuare con gli insegnamenti di Papa Pio XI:
“A tale scopo si organizzano congressi, incontri e conferenze a cui partecipa ampio concorso di uditori, dove tutti senza distinzione, non credenti di ogni tipo, come anche Cristiani, e perfino coloro che hanno infelicemente rifiutato Cristo e negato la Sua Divina Natura o missione, sono invitati ad unirsi alla discussione. Orbene, tali sforzi non possono ottenere alcun tipo di approvazione fra i Cattolici. Essi presuppongono l’erronea veduta che tutte le religioni siano più o meno buone ed apprezzabili, in quanto tutte danno espressione, sotto varie forme, a quel senso innato che conduce gli uomini a Dio ed al riconoscimento obbediente della Sua legge... favorire questa opinione, pertanto, ed incoraggiare tali intraprese, equivale ad abbandonare la religione rivelata da Dio”
Focalizziamo l’attenzione sulla frase “equivale ad abbandonare la religione rivelata da Dio.” Questa frase è un’altra definizione della parola “apostasia.” Secondo Papa Pio XI, sostenere il falso ecumenismo ed incoraggiarlo, è equivalente all’apostasia. Il Papa continua quindi la sua spiegazione:
“Commetteremo l’iniquità di sopportare che la verità, la verità rivelata da Dio, sia fatta oggetto di compromesso? Perché invero si tratta di difendere la verità rivelata. Gesù Cristo inviò i Suoi Apostoli in tutto il mondo per annunciare la Fede del Vangelo a ogni nazione, e per salvarle dall’errore. Egli volle che lo Spirito Santo insegnasse loro dapprima tutta la verità. Forse che ciò è stato reso oscuro nella Chiesa della quale Dio stesso è Legislatore e Guardiano? Il nostro Redentore disse chiaramente che il Suo Vangelo era da intendersi non solo per l’età apostolica ma per tutti i tempi. Può, allora, l’oggetto della fede esser diventato nel corso del tempo così tenue ed incerto che oggi si debbano tollerare opinioni contradditorie? Se fosse così, allora dovremmo ammettere che la venuta dello Spirito Santo sugli Apostoli, il perpetuo dimorare del medesimo Spirito nella Chiesa, secondo la precisa predicazione di Gesù Cristo, avrebbero perso secoli fa la loro efficacia e valore. Affermare questo sarebbe una bestemmia.”
Se Papa Pio XI fosse vivo qui oggi, che cosa penserebbe del falso ecumenismo ampiamente diffuso dei nostri tempi? Che cosa penserebbe della seguente preghiera, che venne raccomandata nelle moderne parrocchie cosiddette “cattoliche” della Germania per la domenica della Giornata Mondiale delle Missioni 1989, patrocinata da “MISSIO”?
Preghiera raccomandata alle Parrocchie del Vaticano II in Germania per la Giornata delle Missioni:“Sii lodato, O Signore,
Dio di Israele.
Tu conduci attraverso terre che non possono essere varcate.
Tu liberi dalla schiavitù e dall’oppressione.
Tu prometti un nuovo mondo.
“Sii lodato, O Signore,
Dio di Maometto.
Tu sei grande ed esaltato.
Tu sei incomprensibile ed irraggiungibile.
Tu sei grande nei Tuoi Profeti.
“Sii lodato, O Signore,
Dio di Budda.
Tu vivi nelle profondità del mondo.
Tu vivi in ogni persona.
Tu sei la pienezza del silenzio.
“Sii lodato, O Signore,
Dio dell’Africa.
Tu sei la vita negli alberi.
Tu sei la fertiòlità del padre e della madre.
Tu sei l’anima del mondo.
“Sii lodato, O Signore,
Dio di Gesù Cristo.
Tu spendi Te stesso nell’Amore.
Tu Ti arrendi nella bontà.
Tu triomfi sulla morte.”
 
Che cosa penserebbe Papa Pio XI dell’invito del 1986 di Giovanni Paolo II a tutte le religioni del mondo perchè venissero ad Assisi a pregare i loro falsi dei? Che cosa penserebbe, se vedesse la statua di Budda posta sull’altare nella chiesa di S. Francesco in Assisi ed adorata da preti buddisti col bruciarvi l’incenso?
Sappiamo già cosa Papa Pio XI penserebbe, perché lo ha già espresso nella Mortalium Animos:
“Stando così le cose, è chiaro che la Sede Apostolica non può in alcun modo prender parte a queste assemblee, né è lecito in alcun modo ai Cattolici di dare a tali intraprese il loro incoraggiamento o supporto. Se lo facessero, darebbero espressione ad una falsa Cristianità del tutto aliena rispetto all’unica Chiesa di Cristo.”
Il vero ecumenismo è pregare e lavorare per la conversione del genere umano a Gesù Cristo, alla Sua Unica, Vera Chiesa, alla religione cattolica — l’unica religione rivelata da Dio.
Questo è sempre stato l’insegnamento della Fede Cattolica attraverso i secoli; ed inoltre, le leggi della Chiesa Cattolica chiaramente riflettono questi insegnamenti:
Canone 1258 §1: I fedeli non possono in alcun modo assistere attivamente o prender parte attiva nelle cerimonie religiose degli acattolici. (communicatio in sacris)
Canone 2316: Chi coopera in qualsiasi modo spontaneamente e scientemente alla propagazione dell’eresia o chi pratica communicatio in sacris con gli eretici, contro il dettato del canone 1258 è sospetto di eresia.
Ciò che è molto interessante circa il riferimento scritturale di S.Paolo ai Tessalonicesi è che l’Apostolo continua a descrivere le circostanze dell’apostasia:
“...perchè il giorno del Signore non verrà se prima non venga l’apostasia e sia rivelato l’uomo del peccato... in modo che sieda nel tempio di Dio... perché il mistero d’iniquità è già all’opera; posto soltanto che colui che al presente lo trattiene, lo trattenga ancora, finchè sia tolto di mezzo” (II Tess. 2:3-4).
Consideriamo attentamente queste parole di S.Paolo:
“l’uomo del peccato (l’Anticristo) sieda nel tempio di Dio (nella già Chiesa Cattolica)...
“perché il mistero d’iniquità è già all’opera... posto soltanto che colui che al presente lo trattiene, lo trattenga ancora, finchè sia tolto di mezzo” (II Tess. 2:3-7).
Chi è “colui che al presente lo trattiene” e “lo trattenga ancora”?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo considerare l’unica persona, attraverso i secoli, che ha nella Chiesa la suprema autorità di insegnare, governare, e santificare, e che è la roccia sulla quale Cristo fondò la Sua Chiesa. Egli è colui che trattenne “il mistero d’iniquità” al tempo di S.Paolo e che continuò a trattenerlo “finchè sia tolto di mezzo; e quindi il perverso sarà rivelato.” Separatamente dagli argomenti teologici che abbiamo estesamente considerato nel rivedere la condanna di Papa Pio XI del “falso ecumenismo,” possiamo anche considerare il brano del libro su Nostra Signora di La Salette “Light on the Mountain” [Luce sulla Montagna] di John S. Kennedy. In questo libro, l’autore fa riferimento alla veggente, Melania, ed al suo mettere per iscritto il Segreto datole da Nostra Signora per farlo leggere a Papa Pio IX:
“Quando giunse alla effettiva scrittura del segreto, Melania temporeggiò, scoppiò in lacrime... Si sedette, prese la penna, iniziò a scrivere. Una volta alzò lo sguardo per chiedere il significato della parola ’infallibilmente’... Poco dopo chiese l’esatta grafia ed il significato di ’Anticristo’” (pg. 131).
Dovremmo anche aggiungere il ben noto brano del libro Grand Orient Freemasonry Unmasked [La Frammassoneria del Grand’Oriente Smascherata] di Mons. George F. Dillon D.D., pubblicato nel 1950. Al capitolo 14 del libro, Mons. Dillon cita estesamente l’Istruzione Permanente dell’Alta Vendita emessa dalla Carboneria [branca della massoneria] italiana:
“Il Papato ha esercitato in tutti i tempi un’azione decisiva sugli affari d’Italia. Con le braccia, le voci, le penne, i cuori dei suoi innumerevoli vescovi, preti, monaci, suore e gente di tutte le latitudini, il Papato trova una devozione illimitata, pronta per il martirio, e ciò con entusiasmo... Questa è una immensa leva che i Papi soli sono stati capaci di apprezzare in tutta la sua potenza, e che tuttavia hanno usata solo fino ad un certo punto. Oggi non è questione di ricostituire quella potenza per noi... il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della Rivoluzione Francese: la definitiva distruzione del Cattolicesimo e perfino dell’idea cristiana....
“Ora, quindi, per assicurarci un Papa nella maniera richiesta è necessario predisporre per quel Papa una generazione adeguata al regno del quale sognamo. Lasciate da parte l’età avanzata e quella media, andate alla gioventù, e, se possibile, fino all’infanzia.
“In pochi anni il giovane clero avrà, per forza di cose, invaso tutte le funzioni. Essi governeranno, amministreranno, e giudicheranno. Essi formeranno il consiglio del Sovrano. Saranno chiamati a scegliere il Pontefice che regnerà; e quel Pontefice, come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente imbevuto dei principii italiani ed umanitari che stiamo per mettere in circolazione.
“Cercate il Papa del quale diamo il ritratto. Volete stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia? Fate marciare il clero sotto la vostra bandiera in modo che creda sempre di marciare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche. Volete causare la sparizione delle ultime vestigia di tirannia ed oppressione? Gettate le vostre reti come Simone Bar-Jona. Gettatele nelle profondità di sacrestie, seminari e conventi, piuttosto che nelle profondità del mare, e se non precipiterete nulla, darete a voi stessi una raccolta di pesci più miracolosa della sua... Avrete pescato una Rivoluzione in Tiara e Cappa, che marcia con la Croce e la bandiera — una Rivoluzione che ha solo bisogno di essere un poco pungolata per mettere a fuoco i quattro quarti del mondo.”
Sono passati trent’anni dalla conclusione del falso Concilio Vaticano II nel dicembre del 1965, ed ancora constatiamo che procedono i disastrosi effetti del falso ecumenismo, della libertà religiosa, e la distruzione del Santo Sacrificio della Messa. Preghiamo Dio che le parole di Nostro Signore nel Vangelo di domenica scorsa siano presto adempiute:
“E a meno che quei giorni non siano abbreviati, non si salverà alcuna creatura vivente. Ma per causa degli eletti, quei giorni saranno accorciati” (Matt. 24:22).
In Christo Jesu et Maria Immaculata,
+ Mark A. Pivarunas, CMRI

6 commenti:

  1. Oramai, da come si sà, è "tradizione" che una delegazione fanariota partecipi alla festa di san Pietro e Paolo in Vaticano mentre una delegazione vaticana partecipa alla festa di sant'Andrea al Fanar ad Istanbul. Le cortesie umane sono sempre ben apprezzate. Qui,però, si vuole ottenere altro: una sintonia totale nella teologia. E' possibile? Io credo che si farà solo se una delle due parti verrà all'altra o se entrambe si incontreranno in una via mediana. Ora la prima soluzione è tradizionale, nel senso che ha una sualogicità. La seconda no. Temo che verrà seguita proprio questa in omaggio a quella mentalità sincretistica che oramai domina questi ambienti del "dialogo teologico".

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  2. Il Fanar partecipa molto attivamente a questi incontri ecumenici perché fa leva sul Vaticano per risolvere i suoi drammatici problemi con lo Stato turco che lo vorrebbe soffocare. Bartolomeo I pone particolare cura nel non dispiacere al papa andando ben al di là di quanto gli consentono le regole della sua stessa Chiesa. Queste commistioni divengono uno stile in molti chierici fanarioti che così ottengono pure case e chiese dal Cattolicesmo. E il papa e i vescovi ben felici glielo concedono. Poi se un prete greco si fa cattolico lo stesso Bartolomeo, aperto e dialogante, non solo lo scomunica ma lo riduce pure allo stato laicale poiche - in gran silenzio per carità - ma crede come lla chiesa ortodossa che non esista sacerdozio valido nel cattolicesimo. Questi dialoghi ecumenici hanno la loro ragione d'essere in interessi e favori pratici (forse non è proprio un caso se il clero fanariota in Italia sia vermente il peggiore, se paragonato a quello della Francia ad esempio). Dal punto di vista teologico questi dialoghi, invece, sono una messa in scena e una ipocrisia. Anni fa un vescovo fanariota consigliava ub suo prete:"quando vai nelle riunioni ecumeniche bada bene di dare sempre ragione ai cattolici". Che altro è questo se non ipocrisia per ottenere favori mondani???
    Paradosi

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  3. D'altra parte questa ipocrisia è la stessa che i fanarioti riservavano all'amato e odiato sultano turco. Nulla di nuovo sotto il sole. Avrei molta più stima di loro se invece di prostrarsi ai bagigi che tirano loro dal Vaticano fossero più lineari e coerenti. Questa è gente che a Roma bacia il papa e in Grecia fanno le vittime perché dicono di essere oppressi dal cattivo Vaticano.

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  4. Il Vaticano, dal canto suo, ha antipatia per i "greci cattivi", ossia per quei greci che, coerentemente con le loro posizioni non latine, "tirano dritto", rimproverano, a volte aspramente, le mondanità presenti in Occidente e nello stesso vaticano, sono antiecumenici, ecc. Considera invece "greci buoni" questa gente doppia che spilla quattrini in Vaticano piangendo il morto (io so di un vescovo che fa così con le focolarine e non solo con quelle, nonostante il suo stipendio di miseri 4000 euri al mese!), poi corrono in Grecia e piangono il morto pure lì dichiarandosi "perseguitati e soli" a causa dell'imperante Vaticano. E via altri soldi ricevuti pure da lì.
    Questi sarebbero i "buoni", dunque.
    Invece che bontà questa non sarebbe piuttosto ipocrisia e/o "furbizia" balcanica???

    Tutto questo mi fa ricordare un proverbio che sarebbe proprio da applicare al caso concreto: "Similis (amici vaticani) cum similibus (amici fanarioti)". Questo ecumenismo è una presa per i fondelli colossale e le discussioni in nome della fede sono solo una facciata per nascondere chissà quanti favorini scambievoli!!!

    Più li conosco più mi innervosisco. Questa gente è buona solo a far perdere la fede al prossimo, altro che "unione" delle Chiese!!!!!!

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  5. Distruttori della Dottrina del Signore. Mercanti di anime, a cominciare dalla propria.
    Renderanno, DI TUTTO, conto a Dio. TUTTI.
    Prima i cattolici, poi gli altri. Dal più Grande al più piccolo.

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  6. Mah, io penso che ci vorrebbe solo un poco di dignità e ricordare la storia.
    La Chiesa bizantina, per prima, dovrebbe avere chiaro in mente che i compromessi politici sono disastrosi se importati nell'ambito della fede.

    1) Il tentativo imperiale di ricuperare influenza nei territori islamizzati portò alla famosa iconoclastia: per PIACERE agli islamici l'imperatore impose in tutto il suo territorio la distruzione delle icone. Molte furono gettate in mare e,giungendo dalle nostre parti, furono ripescate (sono all'origine di diversi santuari mariani). Questa lotta si protrasse per molto tempo e non fece che sfibrare la Chiesa.

    2) Il tentativo imperiale di PIACERE alle Chiese monfofisite portò all'imposizione del monotelitismo contro il quale si scagliò Massimo il Confessore. Anche questa eresia portò a una crisi drammatica nella Chiesa, che si risolse dopo diverso tempo.

    Questi due tentativi d'intromissione della mentalità mondana nella Chiesa portarono solo danno esattamente come se noi mangiassimo del cibo avariato.

    Dimenticate queste cose, per FARE PIACERE a chi può avere influenza nella sfera mondana (il Vaticano) sembra lo sport odierno del Patriarcato di Costantinopoli. Il Vaticano lo sa benissimo e usa questa carta. Ma in tutto ciò non si tratta, a mio avviso, di reale interesse teologico né da parte cattolica né da parte ortodossa.

    Anni fa ricordo che quando posi domande puntuali e precise al teologo del patriarcato costantinopolitano, costui s'infastidì e, in pratica, non rispose. A loro la teologia non interessa: è solo UN PRETESTO, esattamente come per il Vaticano.

    E' in ballo solo un interesse mondano che conosce altre leggi, pure quelle della massoneria.

    Che il patriarca Atenagora fosse massone, oramai, è un dato praticamente certo. Che Paolo VI avesse contatti con questo mondo pure. Dietro la facciata religiosa ci sono, dunque, accordi di "potere" e servizi vicendevoli.

    Purtroppo per Bartolomeo l'Ortodossia non è pronta a cadere ai suoi piedi davanti alle sue idee irenistiche ma qui in Occidente viene venduta questa immagine distorta (Bartolomeo = papa dell'Ortodossia) per far cadere le persone in un certo gioco.

    Sinceramente se il mondo Cattolico fa pena per tante cose, non di meno la fa il Patriarcato ecumenico. Si può ben dire che, nonostante gli sforzi di Bartolomeo, questa istituzione è al lumicino e lo si vede dalla qualità scarsa di certi suoi rappresentanti. Le grandi personalità di un tempo non esistono più e si fanno avanti persone di qualità sempre più infima...

    Chi sta con loro è a loro simile: similis cum similibus, come al solito!

    Paradosi

    RispondiElimina

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