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giovedì 15 settembre 2011

"Posso assicurare che la nostra decisione sarà presa per il bene della Chiesa e delle anime".

San Pio X "E supremi apostolatus"

Lettera Enciclica
...Ora quale sia il cammino per giungere a Cristo, non è d’uopo di ricercarlo: è la Chiesa. Per lo che giustamente il Grisostomo inculcò: "La tua speranza è la Chiesa, la tua salute è la Chiesa, il tuo rifugio è la Chiesa". E per ciò infatti Cristo la fondò, guadagnandola a prezzo del sangue Suo; e la fece depositaria della Sua dottrina e delle Sue leggi, dandole insieme una ricchezza smisurata di grazie per santificazione e salute degli uomini.
Scorgete adunque, o Venerabili Fratelli, quale sia in fine il dovere che a Noi parimenti ed a voi venne imposto: richiamare alla disciplina della Chiesa il consorzio umano allontanatosi dalla sapienza di Cristo; la Chiesa, a sua volta, lo sottometterà a Cristo e Cristo a Dio. Il che se, per benignità di Dio medesimo, Noi meneremo a buon termine, saremo lieti di vedere il male dar luogo al bene; e udremo, per nostra felicità, una gran voce dal cielo che dirà: "Ora si è fatta la salute e la virtù e il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo" (Apoc. XII, 10). Perché però tutto questo si ottenga conforme al desiderio, fa d’uopo che con ogni mezzo e fatica Noi facciamo sparir radicalmente l’enorme e detestabile scelleratezza, tutta proprietà del nostro tempo, la sostituzione cioè dell’uomo a Dio; dopo ciò, sono da rimettere nell’antico onore le leggi santissime ed i consigli del Vangelo: affermare altamente le verità insegnate dalla Chiesa e la dottrina della stessa circa la santità del matrimonio, l’educazione e l’ammaestramento della gioventù, il possesso e l’uso dei beni, i doveri verso coloro che reggono le cose pubbliche; per ultimo, restituire l’equilibrio fra le diverse classi della Società a norma delle prescrizioni e costumanze cristiane. Noi per fermo, nel sottometterCi ai divin voleri, tanto Ci proponiamo di cercare nel Nostro Pontificato, e con ogni industria lo cercheremo. A voi, o Venerabili Fratelli, si spetta di assecondare le Nostre industrie colla santità, colla scienza, coll’esperienza vostra, e soprattutto collo zelo della divina gloria; null’altro avendo di mira se non che si formi Cristo in ognuno.

Intervista con Mons. Bernard Fellay
subito dopo l'incontro col Card. William Levada
del 14 settembre 2011

Fonte: Una Vox




Pubblicata da DICI
14 settembre 2011


A conclusione dell’incontro che Mons. Bernard Fellay e i suoi due Assistenti hanno avuto in Vaticano con il Card. Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 14 settembre 2011, alle 10,00, il Superiore Generale della Fraternità San Pio X ha risposto alle nostre domande.

Come si è svolto quest’incontro?
Il colloquio è stato di una grande cortesia e di un’altrettanto grande franchezza, poiché per lealtà la Fraternità San Pio X si rifiuta di eludere i problemi che rimangono. D’altronde, è in questo spirito che si sono svolti i colloqui teologici tenutisi in questi ultimi due anni.
Quando, il 15 agosto scorso, ho detto che noi siamo d’accordo sul fatto che non siamo d’accordo sul Concilio Vaticano II, ho anche tenuto a precisare che quando si tratta di dogmi, come quello della SS. Trinità, siamo evidentemente d’accordo allorché lo troviamo richiamato nel Vaticano II. Una frase non dev’essere mai isolata dal suo contesto. I nostri colloqui teologici hanno avuto il gran merito di approfondire seriamente e di chiarire tutti questi problemi dottrinali.

Il comunicato ufficiale comune del Vaticano e della Fraternità annuncia che Le è stato consegnato un documento dottrinale e che Le è stata proposta una soluzione canonica. Può darci qualche precisazione?
Questo documento si intitola Preambolo Dottrinale è ci è stato consegnato per uno studio approfondito. Per questo è confidenziale e Lei comprende che non posso dire di più. Tuttavia il termine “preambolo” indica bene che la sua accettazione costituisce una condizione previa rispetto a qualunque riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X da parte della Santa Sede.

A proposito di questo Preambolo Dottrinale, senza toccare ciò che ha carattere confidenziale, può confermarci se, come annunciato dalla stampa, in esso è presente una distinzione tra ciò che è la Fede – alla quale la Fraternità aderisce pienamente -  e ciò che, derivando da un Concilio pastorale, come ha voluto essere lo stesso Vaticano II, potrà essere sottoposto ad una critica, senza rimettere in questione la Fede?

Questa nuova distinzione non è stata annunciata solo dalla stampa, io l’ho personalmente ascoltata da fonti diverse. Già nel 2005, il Card. Castrillon Hoyos, dopo che gli avevo esposto per cinque ore tutte le obiezioni che la Fraternità formulava contro il Vaticano II, mi diceva: «Non posso dire che sono d’accordo con tutto ciò che Lei ha detto, ma ciò che ha detto fa sì che voi non siete fuori dalla Chiesa. Scriva dunque al Papa perché vi tolga la scomunica».
Oggi, per dovere di obiettività, devo riconoscere che nel Preambolo Dottrinale non si trova una distinzione netta fra il dominio dogmatico intangibile e il dominio pastorale soggetto a discussione. La sola cosa che posso dichiarare, perché figura nel comunicato stampa, è che questo Preambolo contiene «alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il “sentire cum Ecclesia”, lasciando nel medesimo tempo alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo». Niente di più, niente di meno.

Circa lo statuto canonico che sarebbe stato proposto alla Fraternità San Pio X, a condizione che aderisca al Preambolo Dottrinale, è esatto che si è parlato di prelatura invece che di ordinariato?
Come Lei giustamente ricorda, questo statuto è condizionato, la sua modalità esatta può essere considerata solo in seguito e rimane ancora oggetto di discussione.

Quando pensa di poter dare la vostra risposta alla proposta del Preambolo Dottrinale?

 

Il tempo necessario per studiare questo documento e consultare i principali responsabili della Fraternità San Pio X, perché su questa materia così importante mi sono impegnato con i miei confratelli di non prendere alcuna decisione senza prima averli consultati.
Ma posso assicurare che la nostra decisione sarà presa per il bene della Chiesa e delle anime. La nostra crociata del Rosario, che proseguirà ancora per diversi mesi, deve intensificarsi, per permetterci di ottenere, per intercessione di Maria, Madre della Chiesa, le grazie di luce e di forza di cui abbiamo bisogna più che mai.

San Pio X "E supremi apostolatus"

...Quali mezzi poi sia mestieri di adoperare per conseguire si grande scopo, sembra superfluo indicano; giacché son ovvî di per se stessi. Le prime vostre premure siano di formar Cristo in coloro i quali, per dovere di vocazione, son destinati a formarlo negli altri. Intendiamo parlare dei sacerdoti, o Venerabili Fratelli. Imperocché quanti sono insigniti del sacerdozio debbono conoscere che, in mezzo ai popoli coi quali vivono, essi hanno quella missione medesima, che Paolo attestava di aver ricevuto con quelle tenere parole: "Figlioletti miei, che io genero di nuovo finché si formi Cristo in voi" (Gal. IV, 19). Or come potranno eglino adempiere un tal dovere, se prima essi medesimi non si siano rivestiti di Cristo? E rivestiti in guisa, da poter dire coll’Apostolo: "Vivo io, non più io, ma vive in me Cristo (Ib. II, 20). Per me il vivere è Cristo" (Phil. I, 21). Per la qual cosa, benché a tutti sia rivolta l’esortazione di inoltrarsi verso l’uomo perfetto, nella misura dell’età della pienezza di Cristo (Eph. IV, 13); nondimeno è diretta pria d’ogni altro a coloro che esercitano il ministero sacerdotale; i quali perciò son chiamati un altro Cristo, non già solo per la comunicazione della potestà, ma eziandio per la imitazione delle opere, per cui debbono portare espressa in se medesimi l’immagine di Cristo.
Le quali cose essendo cosi, quale, o Venerabili Fratelli, e quanto grande sollecitudine deve porsi da voi nel formare il clero a santità! Qualsivoglia altro impegno uopo è che ceda a questo. Ond’è che la parte precipua delle vostre diligenze deve essere rivolta ad ordinare e governare come conviensi i vostri seminari, per modo che fioriscano del pari per l’integrità dell’insegnamento e per l’intemeratezza dei costumi. Riguardate il seminario come la delizia del vostro cuore; ed a vantaggio di esso nulla omettete di quanto il Concilio Tridentino determinò con somma provvidenza. Venuto poi il tempo in che i giovani candidati debbono promuoversi ai sacri Ordini, deh! non si dimentichi ciò che San Paolo scrive a Timoteo: "Non imporre con precipitazione le mani a veruno (I Tim. V, 22), riflettendo con somma attenzione che tali di via ordinaria saranno i fedeli, quali saranno quei che chiamerete al sacerdozio". Non vogliate adunque aver riguardo a interesse particolare di sorta; ma mirate unicamente Dio e la Chiesa e l’eterno bene delle anime, affinché, come l’Apostolo avverte, "non comunichiate nei peccati altrui". Inoltre non vengan meno le vostre industrie riguardo ai sacerdoti novelli e già usciti di seminario. Ve lo raccomandiamo dall’intimo dell’animo, accostateli sovente al vostro petto, che deve ardere di fuoco Celeste, accendeteli, infiammateli, perché ad altro non anelino che solamente a Dio ed a lucrare le anime. Noi, sì, Venerabili Fratelli, vigileremo con diligenza somma acciocché i membri del clero non siano tratti alle insidie di una certa nuova scienza e fallace, che in Cristo non s’insapora, e che con larvati e subdoli argomenti si studia di dar passo agli errori del razionalismo e semi-razionalismo; contro i quali l’Apostolo già avvertiva il suo Timoteo di premunirsi scrivendogli: "Custodisci il deposito, evitando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome, che taluni promettendo vennero meno della fede" (I Tim. VI, 20).

http://www.dici.org/wp-content/uploads/2011/08/sup-gen-et-2-assist1.jpg

6 commenti:

  1. http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-accogliete-i-carisimicon-gratitudine-3042.htm

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  2. Che disastro!
    Ma se lo Spirito Santo produce così tanti carismi nei movimenti laici, al quale si vuole addebbitare una ricchezza dovuta al concilio vaticano II come anche il successo della GMG, come mai lo Spirito Santo si è dimenticato delle vocazioni sacerdotali e religiose?
    Sarà stufo pure lui dei preti?
    E' stato lo Spirito Santo allora ad illuminare il vescivo di Cremona!
    Adesso ho capito.
    Evviva la primavera conciliare!
    Ma la ragione umana dov'è finita!!!!!
    Compresa quella dell'anonimo...
    Il santo Padre si sta preparando la strada alla sacerdozio laico come da richiesta dei sui connazionali i ribelli austriaci.
    CVCRCI

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  3. guardiamo i lati positivi, ora i laici possono benedire e fare omelie e magri un giorno potranno consacrare.
    grazie concilio, che fai diventare preti i laici e i laici li trasformi in preti.
    Ma dove andremo a finire????

    Mater Dei Miserere Nobis

    Ps: la mia era una semplice caricatura

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  4. Vorrei ridere se non si toccassero piaghe verminose e cancrenose della Chiesa! Già, la "Bussola quotidiana" ...Leggevo "il Timone" rivista difficile a trovarsi in parrocchia, solo su abbonamento.Poi ho constatato una papofilia ad oltranza che non vedeva neanche le incongruenze di Joseph Ratzinger (es.messa "antica" e neocatecumenali a braccetto)ed ho cessato di leggere....Poi la "Bussola"...Bei nomi ad indicare ai fedeli dove dirigersi nella baraonda postconciliare.Ma gli articoli sono sempre un elogio della Chiesa a priori,senza alcuna critica costruttiva, senza alcun appunto...Non c'è più guida se non RICERCANDO NEI SITI DI TRADIZIONE CHE MANTENGONO DISCERNIMENTO, SPIRITO, E LE LEGGI SECOLARI DELLA CHIESA.Mardunolbo

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  5. Dove andremo a finire?
    Alla fine dei tempi: dio unico modernista e religione "gadu" massonica mondiale con il nascondimento di Gesù Cristo...unica via di salvezza....con la ignavia degli stessi beoti cristiani...

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  6. Caro Mardu quelli che tu citi hanno come dio l'uomo, semplice fideismo e idolatria antropocentrica.
    PS mi scuso con l'anonimo ma mi sembrava un modernista che ci segnalava quell'articolo, non così si capiva il perchè
    CVCRCI

    RispondiElimina

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