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sabato 7 settembre 2013

LA CROCIFISSIONE DELLA SIRIA CRISTIANA....

 
Perprimo segnaliamo due preghiere tratte dal Messale tradizionale, facenti parte del Proprio della S. Messa votiva per la pace:
Deus, a quo sancta desidéria, recta consília et iusta sunt ópera: da servis tuis illam, quam mundus dare non potest, pacem; ut et corda nostra mandátis tuis dédita, et, hóstium sublata formídine, témpora sint, tua protectióne, tranquilla. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. Amen.

O Dio, da cui viene ogni santo desiderio, retto consiglio ed opera buona, concedi ai tuoi servi quella pace che il mondo non può dare: affinché i nostri cuori siano dediti all’osservanza dei tuoi precetti e, cessato il timore dei nemici, la nostra vita, per la tua protezione, sia tranquilla. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. Amen.
(Messale tradizionale, Oratio della S. Messa votiva per la pace)
Deus, qui credéntes in te pópulos nullis sinis cóncuti terróribus: dignare preces et hóstias dicátae tibi plebis suscípere; ut pax a tua pietate concessa christianórum fines ab omni hoste fàciat esse securos. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. Amen.

O Dio, che non lasci abbattere da alcun terrore i popoli che in Te sperano, accetta le preghiere e le offerte del tuo popolo, affinché la pace da Te concessa, renda sicuro da ogni nemico il mondo cristiano. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. Amen.
(Messale tradizionale, Secreta della S. Messa votiva per la pace)

Per secondo, segnaliamo due passi di Thomas Merton, trasmessici da un caro amico:

Alla radice di ogni guerra sta la paura: non tanto la paura che gli uomini hanno gli uni degli altri, quanto la paura che essi hanno di tutto.
 … … …
In nulla possono riporre la loro fiducia, perché hanno cessato di credere in Dio. Porrete fine alle guerre chiedendo agli uomini di fidarsi di uomini che evidentemente non meritan fiducia? No. Insegnate loro ad amare Dio e ad avere fiducia in Lui; allora saranno in grado di amare gli uomini in cui non possono avere fiducia ed oseranno far la pace con loro, fidandosi non di loro ma di Dio.
(Thomas Merton, ”Semi di contemplazione”, Garzanti, 1951, p. 64, passim)

Se gli uomini volessero veramente la pace, la chiederebbero a Dio ed Egli la darebbe loro. Ma perché Egli dovrebbe dare al mondo una pace che in realtà il mondo non desidera? Perché quella pace che il mondo sembra desiderare non è affatto pace.
Per alcuni pace significa semplicemente libertà di sfruttare altri senza pericolo di rappresaglie o di interferenze. Per altri pace significa la possibilità di derubarsi continuamente a vicenda.
… … …
Per la grande maggioranza pace significa semplicemente l'assenza di ogni violenza fisica che possa gettare una ombra su vite dedite alla soddisfazione dei propri appetiti animali di comodità e di piacere.
Molti uomini come questi hanno domandato a Dio ciò che essi credevano fosse la “pace” e si sono chiesti perché le loro preghiere non fossero state esaudite. Essi non potevano comprendere che in realtà erano esaudite.
Dio ha lasciato loro ciò che desideravano, perché la loro idea di pace era soltanto una altra forma di guerra.
Così, invece di amare ciò che tu credi sia la pace, ama gli altri uomini e ama soprattutto Dio. E invece di odiare coloro che credi fomentatori di guerra, odia gli appetiti e il disordine della tua anima, che sono le cause della guerra.
(Thomas Merton, ”Semi di contemplazione”, Garzanti, 1951, p. 65, passim)


Per terzo, segnaliamo un passo dell'omelia pronunciata da Pio XII il 13 giugno 1944, nella chiesa di Sant'Ignazio; trasmessoci da un amico e pubblicato sul sito Agere contra.
Chi volesse implorare alla Vergine la cessazione dei flagelli, senza un serio proposito di riforma della vita privata e pubblica, starebbe semplicemente chiedendo l’impunità della colpa, il diritto di regolare la propria condotta, non secondo la Legge di Dio, ma delle passioni scatenate. Tale supplica sarebbe la negazione e il contrario della supplica cristiana, sarebbe ingiuria a Dio, una provocazione alla Sua giusta collera, l’ostinarsi nel peccato, che è l’unico e vero male del mondo.

Per quarto, segnaliamo una raccolta di citazioni dai Santi Vangeli sul vero significato della pace, da noi già pubblicata nel gennaio 2002.
Questi dodici Gesú li inviò dopo averli cosí istruiti: “… Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
(Mt 10, 5, 12-14)

Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. … Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi,
(Lc 10, 3-6, 10-11)

Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre piú di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia piú di me, non è degno di me.
(Mt 10, 34-37)

Pensate che sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.
(Lc 12, 51-53)
 
Poi disse: “Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancata qualcosa?” Risposero: “Nulla”. Ed egli soggiunse: “Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e cosí una bisaccia, chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volse al suo termine”. Ed essi dissero: “Signore, ecco qui due spade”. Ma egli rispose: “Bastano”.
(Lc 22, 36-38)

Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo colpire con la spada?”. E uno di loro colpí il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesú intervenne dicendo: “Lasciate, basta cosí”. E toccandogli l’orecchio lo guarí.
(Lc 22, 49-51)
 
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
(Gv 14, 27)

Giustificati quindi per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesú Cristo.
(Rm 5, 1)

Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita … eravate senza Cristo … senza speranze e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesú, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli è infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli un popolo solo … facendo la pace, … per mezzo della croce. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni gli altri, al Padre in un solo spirito. (Ef 2, 11-18).
 
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 70/13 del 3 settembre 2013, San Pio X
La crocifissione della Siria cristiana

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Preghiamo per i cristiani siriani vittime della guerra voluta dall’Occidente, da Israele e dai regimi islamici.
Omelia di Mons. Jean-Clement Jeanbart, prelato greco-cattolico di Aleppo (25/8/2013)
“Mi fa male il cuore nel vedere :
1 – il fuoco della guerra consumare il nostro paese attraverso morte e distruzione.
2 – sugli schermi televisivi, altri innocenti massacrati dai barbari.
3 – il numero dei nostri martiri crescere ogni giorno.
4 – l’ipocrisia dei paesi che pensavamo essere ” civilizzati ” che, mentre lamentano l’ingiustizia e la morte dei siriani, allo stesso tempo sostengono i ribelli, fornendo loro armi e denaro.
5 – l’indifferenza dei capi di Stati che pretendono anche di essere i difensori dei diritti umani, sostenitori del dialogo, della riconciliazione e della pace.
6 – l’evidenziarsi dei veri obiettivi del conflitto nella ricerca di interessi economici e politici che sono stati camuffati da “parole d’ordine della democrazia” e che in realtà sono costati più di 100.000 vite .
Nonostante tutti questi problemi, la nostra fede nell’avvento del nuovo giorno, pieno di speranza, non si dissolve. Non disperiamo, perché il fine della nostra vita è il regno di Dio e non la morte sulla terra .
Ma il mio cuore anche si allieta nel vedere che:
1 – i nostri cittadini resistono e sopportano la morte dei loro cari, la fame e la perdita dei loro beni. Essi credono fermamente che non durerà. I cristiani sono attaccati alla vita e continuano a superare tutti gli ostacoli.
2 – Il futuro promette una nuova pagina e la fine del conflitto con il fallimento della congiura internazionale, della disinformazione e delle bugie , attraverso la resistenza e la “consapevolezza” del popolo e alla fedeltà dell’esercito .
3 – la maggioranza dei siriani ha dimostrato al mondo la sua lealtà verso la patria, rifiutandosi di lasciare il suo paese.
Tuttavia, coloro che bussano alle porte dei consolati e delle ambasciate dei paesi occidentali rischiano di essere delusi perché pensano che il cielo è lì , ma è solo un miraggio.
(Tradotto e riassunto da Claude Zerez

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Ora Pro Siria
Aleppo (seconda città cristiana del Vicino Oriente) è tagliata fuori dal mondo
Aleppo, 1 settembre 2013
In un momento in cui il mondo intero punta gli occhi e le orecchie verso l’America la Francia e il Regno Unito, il cui leader lusingano il proprio ego facendo finta che saranno i salvatori dell’umanità e del popolo siriano , Aleppo è assediata dai ribelli e da al-Djebhat Nosra che minacciano tutto ciò che non è musulmano nella città.
Questo pomeriggio, siamo riusciti a raggiungere il nostro corrispondente locale che ci ha informato che tutte le comunicazioni, tranne che per la linea telefonica fissa, sono bloccati con il resto del mondo. Acqua e cibo disperatamente carenti, il chilo di pane che il nostro corrispondente è stato in grado di procurarsi questa mattina è vecchio di una settimana. La popolazione in loco è molto scoraggiata e vuole che le cose cambino , anche a costo di un conflitto più ampio .
Nel frattempo, le potenze occidentali cercano la coalizione che aiuterà ad aggiungere più morti ai morti già causati. Un grande panico si è impadronito dei cristiani di Aleppo perchè quattro giorni fa i mercenari di Djebhat al- Nosra hanno conquistato la città di Khanasser che era l’unico passaggio per il rifornimento di cibo, farina, olio, ecc …. ed era anche l’unica strada sotto il controllo dell’esercito che permetteva di recarsi in altre città.
A questa grande preoccupazione, si uniscono le minacce degli interventi esteri degli Stati Uniti e turchi.
Ad Aleppo i panifici sono chiusi per mancanza di farina e olio, le verdure sono scomparse dal mercato, l’acqua è diventata scarsa e interruzioni di corrente si ripetono più e più volte. Pregate! Pregate, pregate, pregate costantemente per sostenere i nostri fratelli di Aleppo.
E per quelli fuori della Siria: che esprimano la loro insoddisfazione verso la politica dei loro governi farisei.
Quanto a voi fratelli e sorelle che non avete lasciato Aleppo, pur nel mezzo di ansia e di panico siate fiduciosi nel Signore, perchè, voi e tutti noi discepoli di Cristo in Aleppo e altrove, noi continueremo un giorno la nostra vita al di là della gioia totale di essere salvati da Dio , il nostro Dio , il Dio vero .

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Leveilleurdeninive.com
Ora Pro Siria

I nostri due incubi: Al Qaida in casa, i missili dal cielo
Cari amici italiani, due giorni fa mentre voi ascoltavate le notizie sugli attacchi con le armi chimiche i ribelli e i combattenti di Al Qaida che si trovano accanto a noi qui alla periferia est di Damasco, nella zona di Jobar (la stessa del presunto attacco con i gas, ndr) ci hanno regalato un ennesimo colpo di mortaio caduto molto vicino alla mia abitazione, nella zona di Bab Tuma.
Succede da mesi e io veramente non riesco (…) più a capire perché tanto accanimento nel colpire un quartiere abitato da civili cristiani. In soli 6 giorni ci sono piovute sulla testa più di 20 bombe di mortaio. Alcune sono esplose tra le case, altre sui tetti delle chiese, una in una scuola femminile diretta dalla chiesa cattolica. Ormai è chiaro, questo quartiere abitato da cristiani è un obbiettivo.
A tutto questo ormai ci stavamo abituando, ma ora a terrorizzarci s’è aggiunta la notizia della questione chimica. La minaccia degli Stati Uniti e dei suoi alleati di Francia ed Inghilterra ci lascia impauriti e sgomenti.
Da giorni vedo una grande paura dipinta nei visi dei miei fratelli cristiani. Chi può scappa in Libano. Chi non può farlo abbandona i piani alti e cerca posto negli scantinati. Da ieri abbiamo incominciato a far provviste di pane, grano, formaggio. Ma far la spesa diventa ogni giorno più difficile. In due giorni il valore del dollaro è passato da 200 a 280 lire. In tutto il nostro quartiere si respirano paura, tristezza e preoccupazione. Una cupa angoscia s’è insinuata nelle anime di noi cristiani di Damasco. In questa angoscia c’è un’unica domanda: ci sarà un attacco americano su Damasco? E perché l’America vuole colpirci?
Se alla base di tutto c’è la questione delle armi chimiche perché non aspettano i risultati e le prove, non accertano chi l’ha fatto? Fino ad ora non c’è nessuna prova per condannare il governo di Damasco. Qualche tempo fa il giudice svizzero Carla del Ponte, membro di una Commissione Onu ha accusato i ribelli. Medici Senza Frontiere parla di 355 persone morte durante l’attacco in quella zona non lontana dalle nostre case. Noi abbiamo sentito molte testimonianze secondo cui sarebbero stati i «ribelli siriani» ad utilizzare le armi chimiche e non le forze del regime.
Molti dei miei amici cristiani sono convinti che l’America non abbia una sola prova. Molti temono che Obama e l’America vi stiano raccontando una grossa bugia. Siamo convinti che l’attacco non risolverebbe la questione dei siriani, anzi la renderebbe più complessa, perché moltiplicherebbe il numero dei morti innocenti causando maggior povertà e spingendo molti più siriani a cercare la strada della fuga all’estero.
Tutto il mondo ormai pende dalle labbra di Obama. Che democrazia è questa? I siriani ormai possono solo sperare nella sua pietà. Che democrazia è questa? Una persona sola può arrogarsi il diritto di decidere la morte o la salvezza di migliaia di siriani. Che democrazia è questa?
Perché Obama non mostra prima le prove che condannano il regime di Damasco e dimostrano l’uso del gas nervino contro i civili? Da qui, dal cuore di Damasco io mi rivolgo a tutti voi italiani e a tutti i vostri politici per chiedervi: «Fermate la guerra».
Noi cristiani d’Oriente, siamo i discepoli di Paolo e Pietro, siamo i figli dei padri della Chiesa, siamo l’essenza della Cristianità. Non abbandonateci, non lasciateci nelle mani dei fanatici di Al Qaida e di chi combatte per reinsediare il Califfato e sogna di arrivare a conquistare Roma. Cristo ci ha insegnato a non «aver paura» e noi fedeli alle sue parole ci sforziamo di non temere nulla. Ma voi pregate per noi. (testo raccolto da Gian Micalessin)

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Il Giornale
Gregorio III: l’attacco Usa è un atto criminale
L’attacco pianificato dagli Stati Uniti è un atto criminale, che mieterà altre vittime, oltre alle migliaia di questi due anni di guerra. Ciò farà crollare la fiducia del mondo arabo verso il mondo occidentale”. È quanto afferma ad AsiaNews Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. L’appello giunge a poche ore dalle voci di un attacco imminente degli Stati Uniti contro Damasco. L’operazione è appoggiata da altri Paesi: Francia, Gran Bretagna, Turchia e Lega Araba. (…)
Gregorio III si domanda: “Quali sono le parti che hanno condotto la Siria a questa linea rossa? Chi ha portato la Siria a questo punto di non ritorno? Chi ha creato questo inferno in cui vive da mesi la popolazione?”. “Ogni giorno – spiega – in Siria entrano estremisti islamici provenienti da tutto il mondo con l’unico intento di uccidere e nessun Paese ha fatto nulla per fermarli, anzi gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ancora più armi”. Il prelato sottolinea che l’attacco pianificato dagli Usa colpirà soprattutto la popolazione siriana e non è meno grave dell’uso di armi chimiche.
Secondo il Patriarca, i Paesi occidentali continuano a sostenere un’opposizione che non esiste, che non ha alcuna autorità sul campo. “I lavori per la conferenza di Ginevra 2 – sottolinea – sono fermi. La parola dialogo è ormai dimenticata. Per mesi i Paesi occidentali hanno perso tempo a discutere, mentre la gente moriva sotto le bombe di Assad e per gli attacchi degli estremisti islamici di al-Qaeda”.
Gregorio III avverte che una eventuale vittoria degli islamisti darà vita a un Paese diviso in piccole enclavi, confinando i cristiani in un ghetto. “La nostra comunità si riduce ogni giorno. I giovani fuggono, le famiglie abbandonano le loro case e i loro villaggi”.
Per il prelato “la scomparsa dei cristiani è un pericolo non solo per la Siria, ma per tutta l’Europa”. “La nostra presenza – afferma – è la condizione essenziale per avere un islam moderato, che esiste grazie ai cristiani. Se noi andiamo via, non potrà esservi in Siria alcuna democrazia. Tale tesi è sostenuta anche dagli stessi musulmani, che temono la follia islamista. In molti affermano che non si può vivere dove non vi sono i cristiani”.
Asia News

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 69/13 del 3 luglio 2013, San Leone II




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Prima della pausa estiva segnaliamo un nuovo, drammatico articolo sullo sterminio dei cristiani in Siria, organizzato dai nemici di Cristo che controllano il Vicino Oriente.
I lettori potranno continuare a ricevere informazioni sulla situazione siriana consultando il sito Ora Pro Siria

Stupro e atrocità su una giovane cristiana a Qusair

Qusair – Si chiamava Mariam, era una 15enne cristiana di Qusair, città del governatorato di Homs, 35 km a sud del capoluogo. La città, che era diventata roccaforte dei ribelli siriani, è stata riconquistata dalle truppe dell’esercito regolare agli inizi di giugno. La storia di Mariam – pervenuta a Fides tramite il racconto di due sacerdoti cattolici – è segno della brutalità del conflitto e della estrema vulnerabilità delle minoranze religiose. La famiglia di Mariam era in città quando miliziani legati al gruppo jihadista “Jabhat al-Nusra” l’hanno conquistata e occupata. Mentre la sua famiglia è riuscita a fuggire, Mariam è stata presa e obbligata a un matrimonio islamico.
Fonti di Fides ricordano che, attraverso i social network, era stata diffusa in Siria la fatwa emessa da Yasir al-Ajlawni – uno sheikh salafita di origine giordana, residente a Damasco – che dichiarava lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad lo stupro perpetrato ai danni di “qualunque donna siriana non sunnita”. Secondo la fatwa catturare e violentare donne alawite o cristiane non sarebbe contrario ai precetti dell’islam.
Il comandate del battaglione “Jabhat al-Nusra” a Qusair ha preso Mariam, l’ha sposata e violentata. Poi l’ha ripudiata. Il giorno seguente la giovane è stata costretta a nozze islamiche con un altro militante. Anche questi l’ha violentata e poi ripudiata. La stessa dinamica si è ripetuta per 15 giorni, e Mariam è stata stuprata da 15 uomini diversi. Questo l’ha destabilizzata psicologicamente e l’ha resa insana di mente. Mariam, divenuta instabile mentalmente, alla fine è stata uccisa.
“Queste atrocità non sono raccontate da nessuna Commissione internazionale”, dicono a Fides due sacerdoti greco-cattolici, p. Issam e p. Elias da poco ritornati in città. I due stanno raccogliendo il pianto e le lamentale di numerose famiglie. “Chi farà qualcosa per proteggere i civili, i più vulnerabili?”, chiedono sconsolati. Come riferito a Fides, i due hanno appena celebrato una santa Messa per consacrare nuovamente la chiesa cattolica di Sant’Elia a Qusair. La chiesa era stata saccheggiata e profanata dai guerriglieri, ed era divenuta base logistica e residenziale per gruppi di ribelli.
Fides.org
 

4 commenti:

  1. I siriani sono scismatici, su di loro il castigo di Dio.

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    Risposte
    1. A volte quando si ragiona fanaticamente si dimentica il bene comune, inteso in senso globale.
      I siriani sono scismatici... anche i greci vengono considerati tali e, per questo, con la IV crociata fu saccheggiata Costantinopoli portando parte di quelle ricchezze a Venezia.
      Peccato che non ci si è accorti (e sul momento un po' per fanatismo un po' per bassi interessi, un po' per mancanza di lungimiranza non lo si poteva fare) che questo colpo indebolì per sempre l'impero bizantino che cedette più facilmente agli assalti dei turchi mussulmani.

      Se si ebbe terrore che i turchi giungessero in Europa (e ci mancò poco perché vi si stabilissero) fu proprio perché nella IV crociata fu snervato l'impero bizantino che non si rimise più come prima.

      Ecco, in definitiva, di cosa manca la prospettiva fanatica (altra cosa è l'integralità della fede, altro è il fanatismo cieco): di una visione globale dell'insieme e di una prospettiva.

      Il bene che può derivare ad uno "scismatico" potrebbe tornare anche a noi, nei tornanti irregolari della storia. Un suo male potrebbe risolversi in una più pesante minaccia nei nostri riguardi. Beato chi lo capisce!

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    2. Qui non si tratta né di metterci al posto di Dio, decidendo che gli "scismatici" debano essere castigati in modo efferato e con crimini contro l'umanità (con la presunzione di sapere che Dio li stia "castigando in questo modo),

      e nemmeno di fare ragionamenti DI COMODO su quanto "potrebbe tornarci (comodo)" il bene fatto agli altri....Il peccato di scisma è una cosa grave, come lo è l'eresia conclamata ed impenitente: entrambi SEPARANO dal Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa.

      Ma non è questo il punto! Il punto è solo che qui abbiamo un popolo preso sotto tiro dai poteri forti ed occulti di questo mondo, che con ogni mezzo, fosse anche il genocidio più abbietto, fatto poi ricadere su chi non ne ha colpa, sfruttando ipocritamente il legittimo orrore che queste crudeltà suscitano nelle nazioni, cercano di distruggerlo perchè si mette di traverso rispetto al progetto di realizzazione del nuovo ordine mondiale, capitanato dai servi di lucifero.

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  2. Grazie Gianluca e Annarita.
    Le parole del Vangelo da voi ricordate in questo post sono una vera boccata d'ossigeno, anche perchè ormai nessuno ricorda più cosa Gesù ha detto a proposito della pace.
    Albino Mettifogo

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