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martedì 26 novembre 2013

MACKLE-PAPER BERGOGLIANA...

Da notare che questo pessimo documento non contiene, nelle note, neanche un rimando alla Dottrina precedente al Conciliabolo Vaticano II.


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Bergoglio: “La più grande minaccia è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità . Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo...il neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico di coloro che … fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché … sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato. E’ una presunta sicurezza dottrinale o disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare” (94). In altri “si nota una cura ostentata della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li preoccupi il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei bisogni concreti della storia”.
http://www.news.va/it/news/sintesi-ampia-dellevangelii-gaudium
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Bergoglio: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte. NEMMENO LE PORTE DEI SACRAMENTI SI DOVREBBERO CHIUDERE PER UNA RAGIONE QUALSIASI. COSI' L'EUCARISTIA, SEBBENE COSTITUISCA LA PIENEZZA DELLA VITA SACRAMENTALE, NON E' UN PREMIO PER I PERFETTI MA UN GENEROSO RIMEDIO E UN ALIMENTO PER I DEBOLI. Queste convinzioni hanno anche CONSEGUENZE PASTORALI CHE SIAMO CHIAMATI A CONSIDERARE CON PRUDENZA E AUDACIA. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa...PREFERISCO UNA CHIESA ACCIDENTATA, FERITA E SPORCA per essere uscita per le strade, PIUTTOSTO CHE UNA CHIESA MALATA PER LA CHIUSURA E LA COMODITA' DI AGGRAPPARSI ALLE PROPRIE SICUREZZE. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli senza l’amicizia di Gesù"
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Bergoglio: "L’ecumenismo è una via imprescindibile dell’evangelizzazione. Importante l’arricchimento reciproco: quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri, per esempio nel dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo la possibilità di imparare qualcosa di più sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità; il dialogo e l’amicizia con i figli d’Israele sono parte della vita dei discepoli di Gesù; il dialogo interreligioso, che va condotto con un’identità chiara e gioiosa, è una condizione necessaria per la pace nel mondo e non oscura l’evangelizzazione; in quest’epoca acquista notevole importanza la relazione con i credenti dell’Islam: il Papa implora umilmente affinché i Paesi di tradizione islamica assicurino la libertà religiosa ai cristiani, anche tenendo conto della libertà che i credenti dell’Islam godono nei paesi occidentali!.“Di fronte ad episodi di fondamentalismo violento invita a evitare odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza”

http://www.news.va/it/news/sintesi-ampia-dellevangelii-gaudium
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255. I Padri sinodali hanno ricordato l’importanza del rispetto per la libertà religiosa, considerata come un diritto umano fondamentale.[202] Essa comprende « la libertà di scegliere la religione che si considera vera e di manifestare pubblicamente la propria fede ».[203] Un sano pluralismo, che davvero rispetti gli altri ed i valori come tali, non implica una privatizzazione delle religioni, con la pretesa di ridurle al silenzio e all’oscurità della coscienza di ciascuno, o alla marginalità del recinto chiuso delle chiese, delle sinagoghe o delle moschee. Si tratterebbe, in definitiva, di una nuova forma di discriminazione e di autoritarismo. Il rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non credenti non deve imporsi in un modo arbitrario che metta a tacere le convinzioni di maggioranze credenti o ignori la ricchezza delle tradizioni religiose. Questo alla lunga fomenterebbe più il risentimento che la tolleranza e la pace. 

256. Al momento di interrogarsi circa l’incidenza pubblica della religione, bisogna distinguere diversi modi di viverla. Sia gli intellettuali sia i commenti giornalistici cadono frequentemente in grossolane e poco accademiche generalizzazioni quando parlano dei difetti delle religioni e molte volte non sono in grado di distinguere che non tutti i credenti – né tutte le autorità religiose – sono uguali. Alcuni politici approfittano di questa confusione per giustificare azioni discriminatorie. Altre volte si disprezzano gli scritti che sono sorti nell’ambito di una convinzione credente, dimenticando che i testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche, posseggono una forza motivante che apre sempre nuovi orizzonti, stimola il pensiero, allarga la mente e la sensibilità. Vengono disprezzati per la ristrettezza di visione dei razionalismi. È ragionevole e intelligente relegarli nell’oscurità solo perché sono nati nel contesto di una credenza religiosa? Portano in sé principi profondamente umanistici, che hanno un valore razionale benché siano pervasi di simboli e dottrine religiose.

257. Come credenti ci sentiamo vicini anche a quanti, non riconoscendosi parte di alcuna tradizione religiosa, cercano sinceramente la verità, la bontà e la bellezza, che per noi trovano la loro massima espressione e la loro fonte in Dio. Li sentiamo come preziosi alleati nell’impegno per la difesa della dignità umana, nella costruzione di una convivenza pacifica tra i popoli e nella custodia del creato. Uno spazio peculiare è quello dei cosiddetti nuovi Areopaghi, come il “Cortile dei Gentili”, dove « credenti e non credenti possono dialogare sui temi fondamentali dell’etica, dell’arte, e della scienza, e sulla ricerca della trascendenza ».[204] Anche questa è una via di pace per il nostro mondo ferito.

258. A partire da alcuni temi sociali, importanti in ordine al futuro dell’umanità, ho cercato ancora una volta di esplicitare l’ineludibile dimensione sociale dell’annuncio del Vangelo, per incoraggiare tutti i cristiani a manifestarla sempre nelle loro parole, atteggiamenti e azioni.
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Proposta e limiti di questa Esortazione
16. Ho accettato con piacere l’invito dei Padri sinodali di redigere questa Esortazione.[19] Nel farlo, raccolgo la ricchezza dei lavori del Sinodo. Ho consultato anche diverse persone, e intendo inoltre esprimere le preoccupazioni che mi muovono in questo momento concreto dell’opera evangelizzatrice della Chiesa. Sono innumerevoli i temi connessi all’evangelizzazione nel mondo attuale che qui si potrebbero sviluppare. Ma ho rinunciato a trattare in modo particolareggiato queste molteplici questioni che devono essere oggetto di studio e di attento approfondimento. Non credo neppure che si debba attendere dal magistero papale una parola definitiva o completa su tutte le questioni che riguardano la Chiesa e il mondo. Non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare “decentralizzazione”.
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Conversione del papato
Quindi aggiunge: “Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato” perché sia “più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione”. Giovanni Paolo II “chiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova». Siamo avanzati poco in questo senso”. “Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le Conferenze episcopali possono «portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente». Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria” (32). 


51. Non è compito del Papa offrire un’analisi dettagliata e completa sulla realtà contemporanea, ma esorto tutte le comunità ad avere una « sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi ».[54] Si tratta di una responsabilità grave, giacché alcune realtà del presente, se non trovano buone soluzioni, possono innescare processi di disumanizzazione da cui è poi difficile tornare indietro. È opportuno chiarire ciò che può essere un frutto del Regno e anche ciò che nuoce al progetto di Dio. Questo implica non solo riconoscere e interpretare le mozioni dello spirito buono e dello spirito cattivo, ma – e qui sta la cosa decisiva – scegliere quelle dello spirito buono e respingere quelle dello spirito cattivo. Do per presupposte le diverse analisi che hanno offerto gli altri documenti del Magistero universale, così come quelle proposte dagli Episcopati regionali e nazionali. In questa Esortazione intendo solo soffermarmi brevemente, con uno sguardo pastorale, su alcuni aspetti della realtà che possono arrestare o indebolire le dinamiche del rinnovamento missionario della Chiesa, sia perché riguardano la vita e la dignità del popolo di Dio, sia perché incidono anche sui soggetti che in modo più diretto fanno parte delle istituzioni ecclesiali e svolgono compiti di evangelizzazione.
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Concentrarsi sull’essenziale
Riguardo all’annuncio, afferma che è necessario concentrarsi sull’essenziale, evitando una pastorale “ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere” (35): “in questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto” (36). Succede che si parli “più della legge che della grazia, più della Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della Parola di Dio” (38). “A quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature” dice: “in seno alla Chiesa ... le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell’amore, possono far crescere la Chiesa, in quanto aiutano ad esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola” (40). Circa il rinnovamento, afferma che occorre riconoscere consuetudini della Chiesa “non direttamente legate al nucleo del Vangelo, alcune molto radicate nel corso della storia”: “non abbiamo paura di rivederle”. (43). 


...41.Allo stesso tempo, gli enormi e rapidi cambiamenti culturali richiedono che prestiamo una costante attenzione per cercare di esprimere le verità di sempre in un linguaggio che consenta di riconoscere la sua permanente novità. Poiché, nel deposito della dottrina cristiana « una cosa è la sostanza […] e un’altra la maniera di formulare la sua espressione ».[45] A volte, ascoltando un linguaggio completamente ortodosso, quello che i fedeli ricevono, a causa del linguaggio che essi utilizzano e comprendono, è qualcosa che non corrisponde al vero Vangelo di Gesù Cristo. Con la santa intenzione di comunicare loro la verità su Dio e sull’essere umano, in alcune occasioni diamo loro un falso dio o un ideale umano che non è veramente cristiano. In tal modo, siamo fedeli a una formulazione ma non trasmettiamo la sostanza. Questo è il rischio più grave. Ricordiamo che « l’espressione della verità può essere multiforme, e il rinnovamento delle forme di espressione si rende necessario per trasmettere all’uomo di oggi il messaggio evangelico nel suo immutabile significato ».[46]

 

 

4 commenti:

  1. È ufficiale, non abbiamo piú un Papa. Lo certifica questo violento e offensivo testo, scritto a piú mani da persone che hanno visioni diverse fra loro. Un gruppo che vuole modificare radicalmentela nostra Chiesa. Ha giá preso il potere che era del Vicario di Cristo. Complice il Papa che cerca di defilarsi in tutti i modi dal suo ruolo, completamente calato nel mondo, lonano dal Sacro e dal Divino, si compiace di essere il Front Man di una futura nuova Chiesa aperta a tutti i credo. Mettendo in secondo piano dottrina e liturgia, decentrando, di fatto invita alla commistione anche liturgica e dottrinale con altre realtá. La vera e ultima disgregazione della nostra Chiesa é iniziata cosí, con la "tenerezza" di Papa Francesco, ultimo Papa della nostra Unica Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana.
    Maria Lu

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  2. Sesto pseudo-papa a partire dal conciliabolo vat-due dove i massoni vascovi sono riusciti ad imporre agli altri vescovi disorientati, le dottrine eterodosse che covavano da tempo nella Chiesa.
    Sesto pseudo papa dopo il mite col comunismo e massoneria, dopo il devoto ai luterani ed apostati, dopo il sorridente ricusatore della tradizione e dopo il grande diffusore dell'ecumenismo (il baciacorano che si vorrebbe beato).
    Quindi, dopo lo pseudo filosofo del Tubinga cui i giudei son "padri"nella fede, non si poteva altro che aggiungere lo sviolinatore della devastazione come bella. E' lo sviolinatore della malattia nella chiesa piuttosto della sanita' ,vista come arcigna ed arrogante.E' il diffusore della teoria della "poverta' e' bella", "malattia e' bello" , "ecumenismo e' meglio dell'Unica dottrina".
    Piu' chiaro di cosi', c'e' l'Inferno, dove finiranno gli apostati pertinaci che seguono queste nuove teorie.
    Maria Lu ha ragione in un commento precedente: pian piano i blog cattolici finiranno come stanno gia' finendo in disquisizioni infinite sul degrado, senza mai arrivare al dunque di questi apostati pseudo-papi, poiche' la papolatria assoluta e' l'ideologia attuale per difendere la chiesa ufficiale incarnata nel "papa" di turno. Non si accorgono neanche di queste frasi aberranti e dottrinalmente perverse !
    Via cosi' Gianluca ed Annarita, col vento dello Spirito che spinge come velist, soli negli oceani, a scoprire e diffondere le verita' di questi apostati e diffonderle nell'oceano del cattolicesimo. Qualche cosa restera' nel cuore di quelli che vorranno aprire la mente e vorranno leggere senza la tara papolatrica in zucca.
    Mardunolbo

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  3. Soltanto aver saputo come si atteggia il modernista puo' aprire gli occhi alle aberrazioni attuali di questi pseudo-papi!
    E come si fa a scoprire la duplice faccia , dottrinale-antidottrinale del modernista?
    L'enciclica di san Pio X risponde e chiarisce!
    La Grazia di Dio volle che un secolo fa sorgesse un papa che avviso' proprio di questi tempi.
    Non ci si poteva certo aspettare che il modernismo arrivasse al papa, ma cosi' e' avvenuto in accompagnamento con elezioni tutte da verificare e su cui porre seri e sani dubbi di validita' papale.
    Validita' che, solo a giudicare dai frutti e dalle azioni, non vale nulla.

    Sappiamo che la valutazione si basa sulla dottrina e sulla tradizione, non certo sulle scempiaggini o buffonate dette o scritte in ambiti che esulano dalla Chiesa!
    Se Bergoglio facesse balletti divertenti e indossasse nasi da buffone, ma fosse ferreo sulla dottrina e sulla Tradizione apostolica, avremmo da obiettare su usanze poco confacenti, ma la sua DIGNITA' di papa non sarebbe toccata piu' di tanto.
    Ma se le trovate divertenti si accompagnano a scritti come questi, di aberrante dottrina, quasi scritti da improvvisato diacono tanto per attirare attenzione, allora si puo' star certi di assoluta mancanza di ispirazione dallo Spirito....
    E c'e', quantomeno, da chiedersi il" perche' "per ogni cattolico che si definisca tale!
    Mardunolbo

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  4. Chiedo scusa per intervenire ancora, ma solo per rassicurare i dubbiosi.
    Pensate che sia un lettore di encicliche papali ? Ah,ah,ah ! Ho cominciato con le noiosissime encicliche di Woityla, per arrivare a sbalordire su quelle di Ratzinger. Anzi su queste ho cominciato a sentir puzza di eresie.
    Allora ,grazie a questo blog, sono andato indietro nel tempo a leggere quelle post e pre-conciliari.
    HO DOVUTO FARLO per poter capire fino a che punto erano apostati i successivi "papi".
    Mardunolbo

    Ho capito che era tutto molto chiaro, bastava informarsi bene!
    E' stato un supplizio le letture di prima, poi una gioia scoprire che S.Pio X aveva predetto ed ammonito su tutto quel che oggi e' realta': i "papi" modernisti ovvero, poiche' apostati dapprima del pontificato, pseudo-papi.

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