Queste definizioni del Concilio Vaticano I sono dogmatiche e irrefformabili e chiunque, anche noi stessi, mettesse in dubbio tali definizioni agirebbe in modo temerario e cadrebbe nella censura dello stesso Concilio: "Se poi qualcuno —Dio non voglia!— osasse contraddire questa nostra definizione: sia anatema".
Se in questo convulso tempo ci mettessimo anche a contestare ciò che è stato definito dogmaticamente, pur di affermare le nostre personale tesi, cascheremo in una enorme superbia che puzza tanto di protestantesimo. La vera Tradizione Cattolica è sufficentemente spiegata dall'autentico Magistero Petrino pre conciliabolo vaticanosecondista e a questo noi ci atteniamo e prendiamo nettamente e chiaramente le distanze da chiunque metta dei dubbi sulle dichiarazioni dogmatiche del Concilio Vaticano I. Chiaramante aspetteremo il promesso secondo commento di Monsignor Williamson e poi trarremmo le definitive conclusioni, ma se il buon giorno si vede dal mattino già si intende dove sembra voglia andare il pensiero di Monsignor Williamson sul Papato...
In definitiva affermare che un autentico Pontefice della Chiesa cattolica possa dare del veleno ai fedeli nel Suo Magistero ordinario universale è falso e fuori dal cristianesimo se le affermazioni del Concilio Vaticano I non piacciono non è un problema nostro ma è di chi insegna falsamente ed in maniera gallicana, quindi eretica, che i Pontefici Conciliari sono cattivi Papi ma Papi.
Numero CCCXLIII (343) 8 febbraio 2014
Infallibilità della Chiesa - I
Probabilmente il problema principale dei sedevacantisti è l’infallibilità della Chiesa (i Papi conciliari sono terribilmente fallibili, quindi come possono essere Papi?). Tuttavia, l’infallibilità ha bisogno di essere vista come qualcosa di più della semplice panacea del sedevacantismo. Il moderno problema di preferire l’autorità alla verità è vasto.
Per “Infallibilità” si intende l’impossibilità di sbagliare o di cadere in errore. Il Concilio Vaticano I ha definito nel 1870 che il papa non può errare quando sono assicurate quattro condizioni: deve (1) parlare come Papa, (2) su una questione di Fede o di morale, (3) in maniera definitoria, e (4) con il chiaro intento di impegnare tutta la Chiesa. Ogni insegnamento siffatto appartiene a ciò che viene detto il suo Magistero “Straordinario”, perché per un verso il Papa raramente copre tutte e quattro le condizioni, e per l’altro insegna molte altre verità sulle quali non può sbagliare o cadere in errore perché esse sono sempre state insegnate dal Chiesa, e quindi appartengono a quello che il Vaticano I ha chiamato “Magistero Ordinario Universale” della Chiesa, anch’esso infallibile. La domanda è: come si relaziona il Magistero Straordinario del Papa col Magistero Ordinario della Chiesa?
Madre Chiesa insegna che il Deposito della Fede, o Rivelazione pubblica, è stato completato con la morte dell’ultimo Apostolo vivente, diciamo intorno al 105 d. C. Da allora, a tale Deposito o corpo delle verità rivelate, non è stata aggiunta, né potrebbe essere aggiunta un’ulteriore verità. Quindi nessuna definizione “straordinaria” può aggiungere uno iota di verità a questo Deposito, essa, per il bene dei credenti, può solo aggiungere certezza a qualche verità già appartenente al Deposito, ma la cui appartenenza non era stata abbastanza chiara fino ad allora. Seguendo un quadruplice ordine ne deriva, per primo una REALTA’ oggettiva, indipendente da qualsiasi mente umana, come ad esempio il fatto storico della Madre di Dio concepita senza peccato originale. Per secondo, una VERITA’ in ogni mente che conforma se stessa a tale realtà. Solo per terzo ne deriva una DEFINIZIONE infallibile, quando un Papa impegna tutte e quattro le condizioni per definire tale verità. E per quarto da tale definizione scaturisce per i credenti la CERTEZZA di tale verità. Così, mentre la realtà genera la verità, una Definizione si limita a generare la certezza di tale la verità.
Ma la realtà e la sua verità già appartenevano al Magistero Ordinario, perché non si dà che un Papa definisca infallibilmente una verità al di fuori del Deposito della Fede. Così, il Magistero Ordinario sta al Magistero Straordinario come un cane alla coda, e non come la coda a un cane! Il problema è che la Definizione del 1870 ha dato un tale prestigio al Magistero Straordinario che il Magistero Ordinario in confronto ha incominciato a impallidire, al punto che i cattolici, anche teologi, si sono industriati per inventare per quest’ultimo un’infallibilità simile a quella del Magistero Straordinario. Ma questa è follia. Il Magistero Straordinario presuppone l’Ordinario, ed esiste solo per dare certezza (4) ad una verità (2) già insegnata dal Magistero Ordinario.
Il punto può essere illustrato dall’idea di una montagna innevata. In nessun modo la montagna dipende dalla neve, tranne che per essere resa ancora più visibile di quanto lo fosse già. Viceversa, che la neve stia lì dipende completamente dalla montagna che sta dov’è. Allo stesso modo, il Magistero Straordinario non fa altro che rendere più chiaro o certamente visibile il Magistero Ordinario. Più l’inverno si avvicina più scende la quota dell’innevamento. Dal momento che nei tempi moderni la carità si raffredda, possono rendersi necessarie più definizioni del Magistero Straordinario, ma questo non fa che esse perfezionino il Magistero della Chiesa. Al contrario, esse segnalano una debolezza dei credenti nel cogliere le verità della loro Fede. Più un uomo è sano, meno sono le pillole di cui ha bisogno. La prossima settimana, ne vedremo l’applicazione sia al sedevacantismo sia all’attuale crisi della FSSPX.
Kyrie eleison
Da incorniciare!
RispondiEliminastupenda panoramica come sempre NELLA VERITA
RispondiEliminaQuando le elucubrazioni cominciano a diventare difficili da "digerire" è un brutto significato...
RispondiEliminaForse oggi sono stanco ed un po' tardo di cervello, ma faccio decisamente fatica a digerire le elucubrazioni di Williamson, mentre trovo chiare quelle espresse dal Concilio Vaticano Primo e da Gianluca.
E ciò ,per oggi, mi è sufficiente !
Ho la triste sensazione che Williamson cominci a rigirarsi nelle sue sentenze per giustificare le sue prese di posizione che non sono più della Fraternità,ma non intendono nemmeno arrivare alle logiche conseguenze della rottura dal "papato" attuale !