venerdì 10 aprile 2015
"Può il cattolico non sentire il dovere in questa paurosa crisi che investe la Chiesa e che dura da più di mezzo secolo, di professare l’assenza di chi è autorità apostolica per preservare e difendere la Fede integra e pura di fronte ai falsi pastori che cercano di cambiarla?".
DISORDINE UNIVERSALE: MANCANO VESCOVI O FANNO MANCARE IL PAPA?
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Si dica subito che l’altro modo di
nominare il «disordine universale» è «disordine cattolico», sia per
ragioni etimologiche, cattolico = universale, sia per quanto riguarda il
vero «ordine» terreno dell’umanità decaduta, portato da Nostro Signore
Gesù Cristo.
Sì perché il cattolico sa che il
Cristianesimo è il «sistema» dell’ordine possibile in questo mondo nella
società umana, creata da Dio e redenta dal Suo Verbo. E non si dica che
siamo nel campo della sola religione. No, questo è determinativo di
quell’ordine civile nella vita umana di questo mondo materiale, perché
ordinato a quello mentale e spirituale.
E a questo punto, poiché è esso che fa
compiere il vero progresso delle civiltà ordinate, quando declina e
manca è la Storia a registrare il suo risultato in un disordine
crescente e incontenibile, come in questo periodo. Per ripetere con
Donoso Cortés, il grande pensatore cattolico spagnolo dell’Ottocento: «Nel
passato gli errori stavano nei libri, in tal modo che se non si
cercasse in essi, non si potevano incontrare da nessuna parte, mentre ai
nostri giorni l’errore non si limita ai soli libri, ma anche fuori dei
libri; nelle istituzioni, nelle leggi, nei giornali, nei discorsi, nei
dialoghi, nelle aule, nei circoli, nei focolari, nel foro, tanto in ciò
che si dice come in ciò che si tace» («Lett. cardinal Fornari», 19.06.1852).
In quel tempo non c’era ancora né
cinema, né TV, né internet. Ma allora l’intellighenzia rivoluzionaria
sapeva che musica suonare per incantare e deviare i cattolici. E Gramsci
ha fatto scuola, tanto insidiosa per la vita mentale delle anime quanto
la scuola di Francoforte con Adorno, Marcuse, ecc., con le
rivendicazioni rivoluzionarie che nel ‘68 seguirono quelle del «diritto
alla libertà di coscienza e di religione» del 1962/1965. Infatti, il
rovesciamento del Cristianesimo nel mondo seguì le maledette trovate
dell’infido Vaticano 2.
Può il cattolico non sentire il dovere
in questa paurosa crisi che investe la Chiesa e che dura da più di mezzo
secolo, di professare l’assenza di chi è autorità apostolica per
preservare e difendere la Fede integra e pura di fronte ai falsi pastori
che cercano di cambiarla? Essi oggi occupano la Sede Apostolica e non
si può immaginare una crisi più completa, soprattutto perché quasi tutta
una generazione li riconosce come papi e pure “santi”.
Il mistero è tale che anche coloro che
hanno occhi per vedere necessitarono di anni per riconoscere che si
richiede la pubblica testimonianza della Fede trasmessa dalla Chiesa,
senza interruzioni contro i «falsi cristi e falsi pastori» che la
spezzano.
Ma la piena testimonianza dei falsi
pastori richiede la presenza di uno vero, se non si vuole inventare una
Chiesa senza l’autorità in Nome di Gesù Cristo. Allora, alcuni si sono
messi in guardia contro il pericolo di un “conclavismo” selvaggio,
inteso come un abusato e ridicolo esercizio di «decisionismo» di un
gruppo per creare una autorità religiosa universale dal nulla. Vero, ma
c’era anche da ricordare quel “conclavismo” più fatale, perché distrugge
il principio del vero conclave cattolico, che solo vale per eleggere un
cattolico di provata fede per ricevere il potere pontificio
direttamente da Dio e non dal conclave, cui altrimenti sarebbe
attribuito potere assoluto! (Vedi «A graça do Conclave e a cilada conclavista», promariana, 25.09.2010).
Rimane il dilemma: ma fino a che non sia
riconosciuta la nullità dei conclavi che hanno eletto modernisti e filo
massoni, come continuare la vita religiosa senza vescovi che possano
contestare la falsa autorità? Alcuni come il Padre Belmont dicono che si
deve lasciare tutto come è nella mani del Signore, riconoscendo solo
l’autorità «materialiter» dei falsi cristi, per non trasgredire le leggi
precedenti della Chiesa a proposito. Invoca il passaggio biblico delle
figlie di Lot per indicare il risultato disastroso di un’iniziativa
spuria.
Padre Ricossa, invece, riconoscendo pure lui solo l’autorità «materialiter» dei falsi cristi, risponde a questo autore in “Digitus Dei non est hic”, suplemento ao n.° 43 de Sodalitium, per giustificare la consacrazione di vescovi. Padre
Ricossa è l’autore di alcuni buoni scritti, così come Padre Belmont, ma
su questa materia sanno di essersi messi in un vicolo cieco
riconoscendo una «autorità materialiter insostituibile» nei «papi
conciliari» che si succedono. Dovrebbero, quindi, pregare il Cielo che,
attraverso questi stessi, resti ancora qualche piccolo foro di uscita,
che ovviamente dipenderebbe dall’esclusiva «volontà dei deviati»!
Dal momento che l’assenza di autorità
divina, è la peggiore disgrazia per la costruzione di una vera giustizia
e dell’ordine nella società umana, viviamo un tempo de sommo inganno il
che indica la fine delle nazioni cristiane a causa del suo degrado
umano (Lc 21, 24). Eppure, Nostro Signore opera attraverso gli uomini.
Quindi non si può concludere senza menzionare l’azione necessaria per i
cattolici che amano la Santa Madre Chiesa: Testimoniare l’inganno
affinché sia superato.
Infatti si deve pregare l’aiuto divino,
per operare secondo le proprie limitate condizioni, ma per il ritorno
del Papa cattolico, che manca. Questa necessità di un papa, più che di
un vescovo, dovrebbe portare a miglior consiglio preti e fedeli della
compagnia «materialiter» che continuano, dopo tanti anni ostinati sulla
stessa «inezia» (anti Bolla) … indegna da cattolici intelligenti, perché
riconoscono un papato falso, ma intoccabile!
Dicono: un conclave elegge
«canonicamente» un chierico che avrà l’autorità di Dio se e quando “vuol
fare il bene della Chiesa”! E se non lo vuol fare perché seguiva già
prima altri piani secondo un altro vangelo? Allora non avrà la piena
autorità, ma la funzione sarebbe sua a causa del conclave! E tutto
dipenderà dalla possibilità di una sua conversione! Ma il posto
d’autorità divina sarebbe solo suo, a Roma e nel mondo: «realtà» che
sarebbe confermata canonicamente!
Basta pensare cattolicamente, leggendo
la Bolla «Cum ex apostolatus» per capire che la questione è messa dalla
Chiesa seguendo il Diritto divino a monte del conclave. In parole
semplici: 1 – l’indicato dal conclave per ricevere l’autorità di Dio
dev’essere vero cattolico;
2 – il conclave può sbagliare anche con l’unanimità del voto dei cardinali (come lo fa da decenni eleggendo modernisti);
3 – Anche se questo sbaglio si conoscerà
molto dopo a causa della limitazione dei fedeli (e di cotanti sinistri
sofismi), ma sarà evidente nell’opera anticattolica dell’eletto papa, il
conclave che lo ha eletto è nullo (si può dire pure esecrabile).
Altrimenti l’opera nefasta per la Fede
operata da tale infiltrato che per arti demoniache passava per
cattolico, sarebbe da attribuirsi a Dio, che (senza saperlo?) gli
avrebbe conferito (pensano) in modo immediato, non per mezzo della
Chiesa, il sommo potere sulla Fede (per corromperla?).
Quindi, questa «tesi materialiter», che
poi ha pure figliato una spuria successione materialiter a perdere di
vista (che ha messo P. Nitoglia in crisi), è estremamente deleteria in
sé stessa, corrompe le anime e lo fa con la superbia di cancellare una
Bolla papale con la «tesi» di un accademico.
Ora, l’esercizio concreto di una funzione non può essere in contrasto con la definizione del «principio costitutivo» della stessa funzione.
Il principio costitutivo dell’autorità papale nella Chiesa è la Legge di Dio e dei suoi comandamenti-vincolanti.
La dichiarazione del «diritto alla
libertà religiosa» è direttamente contraria al principio della Chiesa.
Rappresenta quindi una rinuncia tacita, non solo alla sua Fede, ma alla
funzione di autorità nella Chiesa (§ Can. 188, 4).
Ciò imposta la vacanza dell’ufficio
papale, sempre che questo non fosse stato già in precedenza vacante a
causa della fede deviata dell’«eletto papa». Il fatto è che nuovi
vescovi non risolvono l’immane problema del papa fatto mancare dal 1958
con una occupazione spuria, già più chiara nel 1960, dai fatti ben come
dalla Profezia di Fatima.
Ai figli della Chiesa spetta riconoscere
il fatto e testimoniarlo meglio tardi che mai nella carità, per amore
all’Opera nata dal potere del Sangue versato da Nostro Signore Gesù
Cristo e costituita con un Vicario che solo Lo rappresenta diretta e
infallibilmente in questioni di Fede. “…docemus et divinitus
revelatum dogma esse definimus: Romanum Pontificem, cum ex cathedra
loquitur, id est, cum omnium Christianorum pastoris et doctoris munere
fungens pro suprema sua Apostolica auctoritate doctrinam de fide vel
moribus ab universa Ecclesia tenendam definit, per assistentiam divinam
ipsi in beato Petro promissam, ea infallibilitate pollere, qua divinus
Redemptor Ecclesiam suam in definienda doctrina de fide vel moribus
instructam esse voluit; ideoque eiusmodi Romani Pontificis definitiones
ex sese, non autem ex consensu Ecclesiae, irreformabiles esse.”
[Concilio Vaticano – 2.Sess. IV, cap. 4, DB, 1839.]
I vescovi ricevono il potere di
giurisdizione mediatamente dal Romano Pontefice e non immediatamente dal
Signore, come lo riceve il Papa. È l’insegnamento della Mystici Corporis di
Pio XII, ricordato dal Cardinale Ottaviani. Solo nella continuità di
questa funzione e del suo stesso Vangelo è riconoscibile un papa vero.
Al contrario: «Anche se noi stessi o
un angelo disceso dal cielo venisse ad annunciarvi un vangelo diverso
da quello che vi abbiamo annunciato, sia egli anatema! … Adesso io cerco
forse di conciliarmi gli uomini o Dio? Se ancora cercassi di piacere
agli uomini, non sarei servo di Cristo.» (Gl 1, 8…10)
Il problema più grave di questa
generazione è quello di non aver amato abbastanza la funzione sacra e
imprescindibile del Papa, per Chi rappresenta: accettando qualsiasi
falso cristo nel suo posto; l’aver preso l’«altro» come se fosse il
«dolce Gesù in terra! Il che implica in pieno cadere in quanto predetto
dal Signore:“Io sono venuto nel Nome del Padre mio e voi non Mi
avete accolto. Se venisse un altro nel suo proprio nome, lo
accogliereste. Come potete credere voi, che vi glorificate gli uni gli
altri e non cercate la gloria che viene dal solo Dio?” (Gv 5, 43-44)
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Te prego , ancora l'interpretazione tarocca di Paolo IV , meglio nota come la corazzata Potemkindel sedevacantismo ..
RispondiElimina"In quel tempo non c’era ancora né cinema, né TV, né internet". Purtroppo per i sedevacantisti oggi c'è ...
Di Angheran si apprezzano soprattutto le lucide argomentazioni, le ricche citazioni bibliografiche, le testimonianze accuratamente scelte e quel capolavoro che è la sintesi finale.
RispondiEliminaLa tesi "materialiter" si pone dinanzi al definitivo colpo di Stato degli eretici modernisti per considerare una "materia costituente un papa cattolico". Cercare una materia costituente laddove è in atto un processo avanzato di putrefazione, sostenendo che di lì vengano proposte cose Cattoliche al futuro "papa" che potrebbe accettare o rifiutare, non è degno di persone intelligenti.
RispondiEliminaLa tesi poteva apparire equilibrata nel suo esordio, ma non ora che l'evidenza ha fugato ogni incertezza.
Sembra che si voglia revisionare lo scisma d'occidente e estrarre da lì il "papa cattolico solo materialmente", chiamando in causa S. Tommaso D'Aquino. Gli antipapi che sono tali in ogni epoca, soprattutto per la loro acattolicità, non esisterebbero più e dal 1300 non si sono più fatti vivi neanche con il concilio vaticano II che è il più nefasto indetto proprio da loro stessi. Che storia è mai questa? Tutti "papi materialmente cattolici che però non vorrebbero fare il bene della Chiesa"! Ci si dimentica, forse, che una materia in atto (operante), soprattutto se riferita ad un essere umano che la esplica, è sempre conseguenziale a concetti, idee, ecc. che in qualche modo la IN-FORMANO?
EliminaMa è tanto difficile chiedersi di cosa sono informati i "papi" attuali prima di definirli "cattolici materiali"? L'ecumenismo, la libertà religiosa, ecc. sono e furono (da "cardinali" che furono) il loro ordine del giorno, il loro "bene della chiesa" che attuano e si tramandano.
Sono beni cattolici questi? Allora parliamo e non capiamo?
Concordo con questo Anonimo (potrebbe scegliersi un nickname): la tesi del papa "materialiter" non sta in piedi. Come dice la sana filosofia "agere sequitur esse". Quindi uno agisce secondo la propria essenza, ma se l'essenza propria di un papa in quanto tale è confermare i fratelli nella vera fede, è impossibile che gli ultimi papi (che lavorano a distruggere la fede cattolica altrui e dimostrano sempre più palesemente e sfacciatamente di non possederla e non volerla coscientemente possedere) siano papi autentici. La tesi di Cassiciacum poteva avere una parvenza di plausibilità all'inizio di questa era, quando il profilo dei primi papi conciliari era ancora incerto, ma ora decisamente no. Inoltre è una tesi troppo sofisticata e intellettuale per potere essere facilmente capita dai semplici, cui appartiene il regno dei cieli. Molto più chiaro è constatare che chi non professa integralmente la fede cattolica non è membro della Chiesa e, tantomeno, può diventarne capo. Dopo tutti i colloqui che i lefebvriani hanno fatto coi teologi del papa, dopo tutti gli scritti e gli appelli rivolti ai papi per contestare il magistero recente e le riforme liturgiche e giuridiche, non si può assolutamente presumere l'ignoranza in buona fede di questi papi, bensì denunciarne la pertinace e consapevole ostinazione nell'errore. Salva una dimostrazione contraria, la santa Sede è vacante. Quanto a provvedere ad una nuova elezione valida e legittima è un'altra faccenda: difficile ma non impossibile. La cosa urgente e necessaria da cui ripartire è, al momento, ritrovare la vera fede cattolica, soprattutto a partire dalla gerarchia. Poi si vedrà.
RispondiEliminaSe mi dici come si fa a sceglire il niknome ti dirò anche chi sei...
Elimina@anonimo 11:01.
RispondiEliminaScrivere qui sotto in SELEZIONA PROFILO (Nome/URL)un nome di fantasia qualsiasi.
I primi 3 commenti "Anonimo" sono miei. Tu ti chiami MICHELE....
EliminaParlare ad un "papa" composto di sola materia non dev'essere una passeggiata, ma presto i sostenitori di tale tesi ci proveranno, come è accaduto nella storia dei lefebvriani, così saranno assorbiti anche loro dalla FORMA modernista.
RispondiEliminaCosa dire? C'è una crepa in questa tesi che allargandosi in confusioni potrà far crollare tutto il "ponte".
Mi interesserebbe conoscere la vostra opinione sulla questione genocidio in Armenia e sulle ultime parole del Papa sulle questione gender nell'ultima udienza dello scorso mercoledì.
RispondiEliminaCarlo
Sono stati momenti di coraggio del Bergoglio ridens ! Onore a lui ! Ogni tanto le ferventi preghiere dei cattolici "ostinati", tradizional-sedevacanti, aiutano l'angelo custode del suddetto a fargli avere qualche illuminazione....
EliminaIl buon Arai di cui sopra non dovrebbe prendersela con la "Tesi" ma con gli stessi S. Pio X, Benedetto XV e Pio XII che hanno messo mano alla disciplina che regola il conclave... contravvenendo alla Cum ex apostolatus officio. Anche loro si comportarono in maniera indegna di cattolici intelligenti?
RispondiEliminaIn metafisica si distingue correntemente tra la nozione di "materia seconda" (ente per sé), che è un composto di materia prima e forma sostanziale, e la nozione di forma accidentale (ente per accidens) a cui l'altra può essere ordinata; tali nozioni riferiscono a realtà indubitabilmente separabili nel tempo : la materia seconda (materia prima + forma sostanziale = sostanza o sinolo) può sussistere senza gli accidenti estrinseci : tutto ciò di certo non è un'invenzione della "Tesi". Vedi D.J.Sanborn, Il papato materiale, pp. 87-89; 93-95; et passim.
Spiace che altri non sentano di leggere e comprendere la Tesi di C., finiscono con il fare a meno dell'unico serio appoggio per condurre la battaglia di resistenza cattolica in maniera non improvvisata. In una maniera o nell'altra si finisce altrimenti con il ricadere in una qualche forma di pentecostalismo o carismaticismo, cioè in una qualche forma di populismo dello spirito (di cui fa parte anche il modernismo).
Ecco, allora consigliami qualche buon libro di metafisica perchè, onestamente, io esprimo solo i miei dubbi e son desideroso di apprendere, finchè senil demenza non mi colpisca.
EliminaIntravvedo la serietà della Tesi di C. Probabilmente non l'afferro in pienezza per qualche lacuna nei miei studi. Intravvedo anche la sua oggettività, ma non riesco a coniugarla con ciò che più immediatamente colpisce i miei occhi di questa crisi.
Ti ringrazio per la tua eventuale carità intellettuale.
La validità del papato è una questione di vitale importanza per i cattolici. Gesù ha voluto Pietro e i suoi successori come garanti della fede e dell'unità della Chiesa. Se il papa non fosse autentico la stragrande maggioranza dei fedeli rischierebbe in breve tempo di seguire senza accorgersene le strade sbagliate che conducono all'inferno. I popoli che ancora non sono cristiani o cattolici troverebbero in una chiesa così deviata un serio ostacolo alla conversione. L'azione dei malvagi non troverebbe più alcun freno e l'odio della guerra consumerebbe il mondo. Dunque c'è poco da scherzare. Troppi cristiani tradizionalisti si rifiutano di prendere in attenta considerazione la tesi della Sede Vacante. Forse hanno paura di guardare in faccia, o nel profondo, una realtà disastrata che da 50 anni non porta che frutti guasti e previsioni peggiori. Una mentalità imbevuta di falsa obbedienza e giuridicismo resta paralizzata dalle conseguenze di situazioni non previste chiaramente dai codici. La Sede Vacante è perciò diventata un tabù su quasi tutti i siti cattolici, detestata, demonizzata, ma mai analizzata pacatamente e ragionevolmente con serietà e senza banali semplificazioni. La tesi di Cassiciacum, forse la più conosciuta e articolata, non è senza fondamenti metafisici: scaturita dalle mente di un grande tomista domenicano è senza dubbio una bella costruzione in astratto, ma ha il grave difetto, forse insospettabile ai tempi dell'autore, di partire dalla concretezza di un errore. Ritenere, cioè che i conclavi dopo Pio XII fossero validi e legittimi. Si trattava perciò della necessità di combinare insieme in un solo personaggio l'elemento umano coi suoi errori, ma comunque valido, con l'infallibilità della chiesa, la sua indefettibilità e la necessità di una giurisdizione. In questo senso Cassiciacum è un capolavoro umano di equilibrio. Tuttavia tanta fatica risulta vana alla luce di quanto gradualmente è emerso da dietro le quinte sui comportamenti e gli orientamenti ideologici degli ultimi sei pontefici e di quasi tutta la gerarchia, soprattutto dei cardinali. L'iniziazione massonica o rosacrociana di Angelo Roncalli e di alcuni suoi colleghi è oggi più che un semplice sospetto. Le reazioni entusiaste in campo ex nemico ai troppi cambiamenti ecclesiali ne sono una esplicita conferma. Montagne di documenti e testimonianze schiacciano con le spalle al muro, nonstante i doppi giochi e lacrime alla coccodrillo di Paolo VI, le responsabilità della gerarchia conciliare, impostata in modo da perpetuarsi nell'intensificazione della linea illuministico-massonico contraria alla fede tradizionale. E' semplicemente assurdo, se non ridicolo, aspettarsi oggi da questo pontefice e dalla gerarchia filomassonica che l'ha eletto proprio per distruggere la Chiesa di prima, la forza e l'iniziativa di conversione alla vera fede in nome della nuda materialità di un papato. E' qui, nella chiarezza dei risultati raggiunti dopo 50 anni di graduale apostasia, che si può constatare l'infondatezza e l'astrattezza della tesi di Cassiciacum. Ai tempi di Padre Michel Guérard des Lauriers forse non si poteva fare di più. Oggi non basta. Lo scenario è cambiato: tanto peggio, tanto meglio. Alcune cose sono più chiare, anzi evidenti. Il problema del papato resta con aggravanti. La Sede Vacante resta la risposta più chiara, liberata da inutili scrupoli, più necessaria e più amara, ma fondata su altre considerazioni più elementari, non così intellettuali e selettive come Cassiciacum, ma alla portata di ogni anima semplice come un bambino che, senza interessi da difendere e senza paure preconcette vuole solo sapere il perché: desidera la verità.
EliminaCONTINUA:
EliminaMi pare di interpretare il pensiero di Arai Daniele partendo dalla invalidità delle prime elezioni papali dopo Pio XII: bisogna leggere i suoi numerosi articoli per trovare tutte le testimonianze storiche. Una considerazione fondamentale, valida per tutti i cristiani battezzati, è che non si può essere membri della Chiesa, ma si diventa scomunicati, se si rinnega consapevolmente e pertinacemente anche solo un articolo di fede cattolica, o se si aderisce ad un'organizzazione che trama contro la Chiesa. I santi Dottori aggiungono che se non si è membri, tanto meno si può essere capi della Chiesa. E' ampiamente dimostrato dalle parole, anche se astutamente mai pronunciate ex cathedra, e dai reiterati gesti degli ultimi pontefici, soprattutto di Francesco, che la Chiesa è cambiata, vuole cambiare e cambierà ancora fisionomia, attività, leggi e costituzione gerarchica, mentre ora sarebbe finalmente uscita dall'oscurità (!!!). A questo punto si inserisce la dottrina della bolla dogmatica "Cum ex Apostolatus officio" di Paolo IV, vanamente esorcizzata, ma che incombe con tutta la sua autorità di diritto divino nell'escludere categoricamente la compresenza dell'eresia e della giurisdizione nell'autorità ecclesiastica. Fasciarsi la testa prima che qualcuno di dovere se la possa rompere nel futuro pio sforzo di ripristinare un vero conclave, libero da influenze liberali e sospinto da una fede purificata, non serve a niente e denota mancanza di fiducia nella divina Provvedenza, che saprà trovare la strada giusta, anche senza codici, per ridarci un papa cattolico. Considerare questi ragionamenti come ricadute in qualche forma di pentecostalismo, significa non volere affontare la gravità della situazione ecclesiale e liquidare il problema con una battuta da quattro soldi.
Non si può che concordare con MICHELE. Grazie.
EliminaLa Tesi non è assolutamente da porre come requisito alla Cattolicità Integrale e non è da far sottoscrivere a nessuno, appunto perchè è una Tesi.
Elimina@Michele. Veda lei. Che eresia e giurisdizione si escludino senz'altro è per tutti pacifico, se fosse per questo credo non ci sarebbero contrasti di alcun genere (sempre che debbano essercene per forza); essere semplicemente eletti è però cosa diversa che essere Papa, come diverso è pronunciare eresie e rilevarne la pertinacia, rendendo tale soggetto imputabile del peccato commesso e agendo secondo diritto. Criticare con buona fede la Tesi di Cassiciacum credo richiederebbe almeno verificare quello che dice. Sono poi persuaso che lo spirito del cattolico sia sempre stato uno spirito radicalmente contro-rivoluzionario: non gli è dato né sente di vivere o agire per una ragione qualsiasi - fosse pure un'illuminazione celeste - fuori di una giusta legge, a maggior ragione prescindendo dalla legge ecclesiastica validamente promulgata, cioè addirittura "anche senza codici" come lei purtroppo afferma e che per me, mi perdoni, già dice molto. Se di santi ne basta uno per secolo, si direbbe che di rivoluzionari dello spirito non ce ne sia mai stati abbastanza, ma di un nuovo cristianesimo "sospinto da una fede purificata" la inviterei insieme a me di farne con attenzione a meno (tra tutti, Lutero docet!). La cosidetta "Tesi" ha certamente anche questo di buono, salvaguardare le fede e la fede nella Chiesa, voler agire secondo giustizia nel rispetto della legge della Chiesa : Opus iustitiae pax !
RispondiElimina@ Peppino. Le parti dove Aristotele argomenta della materia seconda, cioè della materia che ha già acquisite determinazioni formali, mi sembra siano contenute proprio nei libri VII e VIII della Metafisica (non mi chieda di preciso dove perché adesso proprio non mi ci metto...). Le riporto di seguito col copia/incolla, sempre ancora le interessi, la risposta di mons. Sanborn (ibid.) alle obiezioni relative :
«VII. È impossibile che la materia esista senza la forma. Ora nella Tesi, la materia del papa esiste senza la forma del papa. Quindi la Tesi è erronea. RISPOSTA: Distinguo la maggiore. È impossibile che la materia esista senza la forma cioè che la materia prima esista in atto senza la forma sostanziale, Concedo; che un ente per sé non possa esistere senza determinati accidenti, Nego. La sostanza è materiale soltanto per analogia riguardo agli accidenti che le sono propri, che a loro volta sono formali soltanto per analogia riguardo alla sostanza, in quanto ne sono perfezioni. Dalla definizione di accidente risulta evidente che la sostanza può sussistere senza accidente. Come detto prima, un papa in quanto papa è mero ente per accidens; quindi è composto di materia e forma soltanto lato sensu e soltanto per analogia ad un ente per sé. La designazione alla carica del papato genera un diritto in colui che possiede la designazione, inoltre anche la stessa autorità è un diritto e questi sono soltanto accidenti. È assolutamente chiaro che un uomo può esistere senza questi accidenti e può possedere la designazione senza tuttavia possedere anche l'autorità. [...] XI. La Tesi è assurda perché afferma che uno può nello stesso tempo essere e non essere papa. RISPOSTA : coloro che esprimono questa obiezione non capiscono la reale distinzione esistente tra atto e potenza né la distinzione tra non-ente simpliciter e ente in potenza. Consigliamo loro di consultare dei manuali i di filosofia aristotelico-tomista».
Un cordiale saluto in Cristo a tutti.
Rispolvererò presto LA METAFISICA di Aristotele e connessioni filosofiche...
EliminaGrazie a lei.
Caro Johannes borgen, sono un poco sorpreso di quello che lei mi fa dire: forse non sono stato chiaro abbastanza, o lei ha capito solo quello che voleva capire; può succedere. Certamente è vero che son due cose diverse essere eletto papa ed esserlo veramente: ci vogliono requisiti adeguati sia da parte degli elettori, come da parte dell'eligendo. Non vedo come io abbia affermato una simile idiozia. Nel caso di Angelo Giuseppe Roncalli l'iniziazione massonica, abbastanza documentata ad Istambul e a Parigi nonché dalla corrispondenza privata con diversi personaggi, oltre che a manifestare un'orgogliosa noncuranza della relativa scomunica, segna il punto d'arrivo di un percorso mentale costellato di studi, frequentazioni e insegnamenti modernistici condotti con astuto nascondimento, ma traditi da numerose tracce (tra cui il rapporto con Ernesto Bonaiuti) che furono notate già in alto loco e trasmesse alla Santa Sede e di cui, guarda caso, sono spariti i relativi carteggi dagli archivi vaticani immediatamente dopo l'elezione al soglio pontificio. Concordo pure nel dire che un conto è dire eresie materiali e un conto è essere eretici formali. Credevo di averne dato un'idea, sia pure succinta nel primo commento a questo articolo. Forse le è sfuggito il mio accenno che non voleva per l'appunto essere troppo ampio, perché lo consideravo abbastanza scontato, soprattutto in questo sito, dove da anni si denunciano gli errori, le eresie, o anche le apostasie degli ultimi pontefici e le relative reazioni scandalizzate e moniti che da più parti molti vescovi, alcuni cardinali, parecchi teologi ed altri ecclesiastici a vario titolo hanno fatto pervenire direttamente e indirettamente al papa di turno lamentando violazioni gravi della dottrina cattolica. Di molti casi abbiamo la prova certa che la riprensione è giunta al destinatario con tanto di risposte ufficiose e stizzite. Di molti altri casi abbiamo solo la certezza morale che le interrogazioni o ammonizioni non possano non essere arrivate a destinazione. Ciò nonostante il magistero erroneo dei papi, o la loro semplice professione di fede, ha continuato ad essere eterodosso, di marca squisitamente liberalmassonica, modernistica, relativistica, ecumenistica e peggiorato con l'avanzare degli anni. Ciò è inequivocabile: spero non voglia mettere in discussione l'evidenza, altrimenti dovrei rubare molte ore al sonno per insegnarle ciò che ormai tutti qui sanno producendo una miriade di esempi da schiacciare alla sbarra il più incallito bugiardo. Con lei sarebbe tempo sprecato, perché dovrebbe conoscere con quanta baldanza Benedetto XVI ha definito la Gaudium et Spes l'Antisillabo dei tempi moderni (!) e con quanta fierezza Francesco ha detto che finalmente la Chiesa è uscita dall'oscurità dopo avere insegnato cose diverse (!) e ha salutato come una grazia il culto inerreligioso. Mi fermo subito, perché lei non può non sapere queste e molte altre nefandezze, né può ignorare l'infiltrazione massonica nella gerarchia ecclesiastica, in particolare vaticana, già denunciata come abnorme ai tempi di san Giovanni Bosco e poi da Padre Pio. CONTINUA:
RispondiEliminaCONTINUA:Sono decenni o secoli (ricorda il documento dell'Alta Vendita?) che i nemici della Chiesa lavorano dall'interno per controllare, inquinare, deformare la vita e la dottrina della Chiesa a partire dai Seminari al fine di far salire uno di loro al soglio pontificio (ricorda l'esorcismo di Leone XIII volto a scongiurare ciò?) e lei finge ingenuamente che siano tutte verginelle gli occupanti della Santa Sede! Ma chi vuole prendere in giro? E' vero che il 99% e oltre dei cattolici si è gradualmente intossicato e fatto ingannare da questi modernisti, così da non distinguere più la destra dalla sinistra, ma lei non può, a meno che non sia un ignobile provocatore, non può non sapere tutto quello che le dico e anche di più. Dunque le eresie ci sono: gravi, notorie, ripetute, consapevoli, dimostrate e contestate, perciò pertinaci e finalmente formali. Il che non significa formalizzate da una sentenza di tribunale, perché, come lei dovrebbe sapere dallos tudio dei santi dottori, teologi e canonisti, non ce n'è affatto bisogno. Non importa se la totalità o la maggioranza dei fedeli non si è accorta di ciò, perché il divin Maestro ci ha già preventivato un inganno senza pari che avrebbe portato i più all'apostasia. Basta osservare i frutti del concilio vai. II e i segni dei tempi: non quelli giovannei di primavera, quelli evangelici e attualissimi delle guerre di religione, delle violenze, dell'immoralità del crollo della pietà. Quanto al resto da lei contestato, credo si tratti di un grosso fraintendimento. Credo di conoscere la tesi di Cassiciacum a sufficienza e seguo con passione i dibattiti sui forum, riviste e libri specifici, per cui ritengo fondati i dubbi sulla sua opportunità (non ho criticato la sua validità in astratto, se ha letto con attenzione). Non ho neppure ipotizzato la eventualità di scavalcare la legge ecclesiastica, stravolgere i codici,( purtroppo? Quando mai ho affermato ciò?) fidandomi di pretese illuminazioni di stampo luterano: non capisco come abbia potuto estrapolare una interpretazione così bizzarra. Ho voluto dire che molti, a mio parere, sono bloccati nel considerare l'ipotesi sedevacantista dal fatto che il diritto sembra non contemplare appieno il caso presente in vista di un futuro conclave. Questi tali canonisti figurandosi di dovere risolvere i problemi futuri, che a loro non competono, rifuggono terrorizzati dal considerare la situazione presente. Non so se mi sono spiegato. A voce, con altri, sono stato capito: è già una consolazione. Non pretendo che lei mi approvi, ma almeno che non mi faccia dire quello che non ho detto. Dica lei piuttosto come risolverebbe le contraddizioni di questo papato.
EliminaAvevo dimenticato di difendermi anche dall'accusa di "rivoluzionario" che vuole vivere la sua "fede purificata" senza la guida della legge ecclesiastica. Se si rilegge con calma quanto scritto ieri alle 11:41 si dovrebbe capire che sono stato ampiamente frainteso. Non c'è in me alcuna intenzione rivoluzionaria, nel senso di eversiva, o innovativa, bensì il desiderio di arrivare ad un nuovo conclave (solo Dio sa quando e come, ma lo farà capire a suo tempo agli interessati: vedi la visione escatologica delle meteore, ad esempio, avuta dalla Beata Anna Maria Taigi) dopo che la Chiesa e gli ecclesiastici avranno una "fede purificata" dalle incrostazioni modernistiche ed eretiche di ogni genere. Credo che per arrivare a questo dovremo aspettare che la cosiddetta chiesa conciliare tocchi il fondo e i vescovi modernisti (la maggioranza), rinsaviti dalle persecuzioni, dalle punizioni divine, dalle delusioni patite dalle potenze mondane con cui adulteravano la fede, ritornino al loro vero sposo divino, come la moglie prostituta del profeta Osea: con la fede purificata. Appunto. Non capisco perché mi abbia scambiato per un ibrido di pentecostale tradizionalista. Per concludere: ipotizzo, ma non ci posso giurare al 100%, che la Santa Sede sia vacante da dopo PioXII, ma non in ragione della tesi di Cassiciacum; piuttosto per quelle esposte da Arai Daniele et simìlia.
RispondiEliminaUna domanda per MICHELE: come si pone la questione dell'antipapa con la tesi di Cassiciacum? Un antipapa non è colui che va contro il papa a prescindere dal fatto che ve ne sia uno autentico in carica? Secondo il senso comune anche un falso papa che peretende di rappresentare il vero papa che non è presente è un antipapa. O no? Ma se sono stati rilegati-catalogati tutti come papi materiali (e l'evidenza contraddice) dov'è finito l'antipapa? Non so se sono stato chiaro nell'esporre.
RispondiElimina@ Peppino: Passi la domanda a Johannes Borgen.
RispondiEliminaGià passata attraverso lei.
RispondiEliminaQuesta Tesi è un vero "Casinocum" (che suona più o meno uguale)... sempre palando con tonalità di dubbio e molto rispetto per chi l'ha capita.
Per approfondire:
RispondiEliminaSi può leggere il recente libro di Carlo Di Pietro, "Apologia del papato", Edizioni EFFEDIEFFE, € 26,50.
www.effedieffe.com
apologiadelpapato@effedieffe.com
Il Carlo Di Pietro, brava persona, è ancora giovinetto per essere annoverato tra i miei autori di storia della Chiesa e di teologia. Posso solo incoraggiarlo a continuare per la strada che pare aver scelto. La mia domanda vale assai meno di pochi centesimi di Euro. Essa si appella alla logica del senso comune.
EliminaCon ciò termino i miei interventi.
Cordiali saluti.
Si è smarrito l'antipapa! Proporrei più di un annucio su tutte le radio-TV vaticane e avvertirei l'osservatorio gesuita di astologia per vedere se non sia stato rapito da un UFO (=demone quasi simile a loro).
RispondiEliminaSe non riesce fuori l'antipapa difficilmente si potrà solo intuire chi è o come dovrebbe essere il vero Papa. Buona fortuna.
E' come non avere più l'antibiotico in una crisi batterica mortale. Il sistema immunitario è talmente debole che non distingue bene i nemici se essi non gli vengono evidenziati.
EliminaForse si è smasrrito il buon senso più elementare. Il negativo non è indispensabile all'affermazione del positivo (il bene è bene, il male è male), ma entrambi permettono a l'essere umano di fare le sue scelte più o meno libere. Il non voler ammettere che i "papi" odierni sono tutt'altro che Papi è anche pretendere di revisionare il principio di libero arbitrio.
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