DE MISSA SOLEMNI VESPERTINA IN CŒNA DÓMINI - Santa Messa "Non Una Cum" l'apostata Bergoglione...
DAI "SERMONI"DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO (Serm. 228/B, 2-5)
"O sacramento di pietà, o segno di unità, o vincolo di carità!" (In Io. Ev. tr. 26, 6, 13)
Cristo Signore nostro dunque, che nel patire offrì per noi quel che nel nascere aveva preso da noi, divenuto in
eterno il più grande dei sacerdoti, dispose che si offrisse il sacrificio che voi vedete, cioè il suo corpo e il suo
sangue. Infatti il suo corpo, squarciato dalla lancia, effuse acqua e sangue, con cui rimise i nostri peccati.
Ricordando questa grazia, operando la vostra salute, che poi è Dio che la opera in voi (cf. Fil 2, 12-13), con
timore e tremore accostatevi a partecipare di quest'altare. Riconoscete nel pane quello stesso corpo che
pendette sulla croce, e nel calice quello stesso sangue che sgorgò dal suo fianco.
Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo, ora che anche voi siete diventati membra di Cristo nel corpo
di Cristo; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo.
Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce; per
non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo. Come questo, quando ne mangiate e bevete, si trasforma in
voi, così anche voi vi trasformate nel corpo di Cristo, se vivete obbedienti e devoti. Egli infatti, già vicino
alla sua passione, facendo la Pasqua con i suoi discepoli, preso il pane, lo benedisse dicendo: Questo è il mio
corpo che sarà dato per voi (1 Cor 11, 24). Allo stesso modo, dopo averlo benedetto, diede il calice,
dicendo: Questo è il mio sangue della nuova alleanza, che sarà versato per molti in remissione d ei
peccati (Mt 26, 28). Questo già voi lo leggevate o lo ascoltavate dal Vangelo, ma non sapevate che questa
Eucarestia è il Figlio stesso; ma adesso, col cuore purificato in una coscienza senza macchia e col corpo
lavato con acqua monda (cf. Ebr 10, 22), avvicinatevi a lui e sarete illuminati, e i vostri volti non
arrossiranno (Sal 33, 6). Perché se voi ricevete degnamente questa cosa che appartiene a quella nuova
alleanza mediante la quale sperate l'eterna eredità.
Osservando il comandamento nuovo di amarvi
scambievolmente (cf. Gv 13, 34), avrete in voi la vita. Vi cibate infatti di quella carne di cui la Vita stessa
dichiara: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (Gv 6, 51), e ancora: Se uno non mangia la
mia carne e non beve il mio sangue, non avrà la vita in se stesso (Gv 6, 53).
Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il
corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E l'Apostolo ricorda che questo era già stato predetto nella santa
Scrittura: I due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande,soggiunge, lo dico in riferimento a
Cristo e alla Chiesa (Ef 5, 31-32). E in un altro passo, riguardo a questa medesima Eucarestia, dice: Uno solo
è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo (1 Cor 10, 17). Voi quindi cominciate a ricevere quel
che già avete cominciato ad essere, purché non lo riceviate indegnamente, mangiando e bevendo la vostra
condanna.
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoliad
Corínthios1 Cor. 11, 20-32
Fratres:
Conveniéntibus vobis in unum, jam non est Domínicam cœnam manducáre.
Unusquísque enim suam cœnam præsúmit ad manducándum. Et álius quidem
ésurit : álius autem ébrius est. Numquid domos non habétis ad
manducándum et bibéndum? aut ecclésiam Dei contémnitis, et confúnditis
eos, qui non habent? Quid dicam vobis? Laudo vos? In hoc non laudo. Ego
enim accépi a Dómino quod et trádidi vobis, quóniam Dóminus Jesus, in
qua nocte tradebátur, accépit panem, et grátias agens tregit, et dixit :
Accípite, et manducáte : hoc est corpus meum, quod pro vobis tradétur :
hoc fácite in meam commemoratiónem. Simíliter et cálicem, postquam
cœnávit, dicens : Hic calix novum Testaméntum est in meo sánguine : hoc
fácite, quotiescúmque bibétis, in meam commemoratiónem. Quotiescúmque
enim manducábitis panem hunc et cálicem bibétis : mortem Dómini
annuntiábitis, donec véniat. Itaque quicúmque manducáverit panem hunc
vel bíberit cálicem Dómini indígne, reus erit córporis et sánguinis
Dómini. Probet autem seípsum homo : et sic de pane illo edat et de
cálice bibat. Qui enim mandúcat et bibit indígne, judícium sibi mandúcat
et bibit : non dijúdicans corpus Dómini. Ideo inter vos multi infirmi et
imbecílles, et dórmiunt multi. Quod si nosmetípsos dijudicarémus, non
útique judicarémur. Dum judicámur autem, a Dómino corrípimur, ut non cum
hoc mundo damnémur.
M. - Deo
grátias.
Fratelli: quando vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la
cena del Signore. Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende
prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. Non avete
forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il
disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che
devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal
Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella
notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo
spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in
memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il
calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate
questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti
che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la
morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno
mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del
sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di
questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza
riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È
per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon
numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi,
non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo
ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo.
M. - Deo
grátias.
GRADUALE
Phil. 2, 8-9 Christus factus est pro nobis obédiens
usque ad mortem, mortem autem crucis V/.
Propter quod et Deus
exaltávit illum : et dedit illi nomen, quod est super omne nomen.
EVANGÉLIUM
Sequentia
sancti Evangelii secundum Ioannem. Io. 13, 1-15
Ante diem festum Paschæ, sciens Jesus, quia venit hora
ejus, ut tránseat ex hoc mundo ad Patrem : cum dilexísset suos, qui
erant in mundo, in finem diléxit eos. Et cœna facta, cum diábolus jam
misísset in cor, ut tráderet eum Judas Simónis Iscariótæ : sciens, quia
ómnia dedit ei Pater in manus, et quia a Deo exívit, et ad Deum vadit :
surgit a cena et ponit vestiménta sua : et cum accepísset línteum,
præcínxit se. Deinde mittit aquam in pelvim, et cœpit laváre pedes
discipulórum, et extérgere línteo, quo erat præcínctus. Venit ergo ad
Simónem Petrum. Et dicit ei Petrus : Dómine, tu mihi lavas pedes?
Respóndit Jesus et dixit ei : Quod ego fácio, tu nescis modo, scies
autem póstea. Dicit ei Petrus : Non lavábis mihi pedes in ætérnum.
Respóndit ei Jesus : Si non lávero te, non habébis partem mecum.
Dicit ei Simon Petrus : Dómine, non tantum pedes meos,
sed et manus et caput. Dicit ei Jesus : Qui lotus est, non índiget nisi
ut pedes lavet, sed est mundus totus. Et vos mundi estis, sed non omnes.
Sciébat enim, quisnam esset, qui tráderet eum : proptérea dixit : Non
estis mundi omnes. Postquam ergo lavit pedes eórum et accépit vestiménta
sua : cum recubuísset íterum, dixit eis : Scitis, quid fécerim vobis?
Vos vocátis me Magíster et Dómine : et bene dícitis : sum étenim. Si
ergo ego lavi pedes vestros, Dóminus et Magíster : et vos debétis alter
altérius laváre pedes. Exémplum enim dedi vobis, ut, quemádmodum ego
feci vobis, ita et vos faciátis.
M. - Laus tibi
Christe.
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di
passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel
mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo
aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era
venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e,
preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò
dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad
asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon
Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". Rispose
Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo".
Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù:
"Se non ti laverò, non avrai parte con me". Gli disse Simon Pietro:
"Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". Soggiunse
Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi
ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". Sapeva infatti chi
lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi". Quando dunque
ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse
loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e
dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho
lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli
altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate
anche voi.
M. - Laus tibi
Christe.
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