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domenica 13 marzo 2016

DOMÍNICA PRIMA PASSIÓNIS Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...

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 1° Parte -------------
2° Parte -------------
 EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Hebræos, 9, 11-15


Fratres: Christus assístens póntifex futurórum bonórum, per ámplius et perféctius tabernáculum non manufáctum, id est, non huius creatiónis: neque per sánguinem hircórum aut vitulórum, sed per próprium sánguinem introívit semel in sancta, ætérna redemptióne invénta. Si enim sánguis hircórum et taurórum, et cinis vítulæ aspérsus, inquinátos sanctíficat ad emundatiónem carnis; quanto magis sánguis Christi, qui per Spíritum Sanctum semetípsum óbtulit immaculátum Deo, emundábit consciéntiam nostram ab opéribus mórtuis, ad serviéndum Deo vivénti? Et ídeo novi testaménti mediátor est: ut morte intercedénte, in redemptiónem eárum prævaricatiónum, quæ erat sub prióri testaménto, repromissiónem accípiant, qui vocáti sunt ætérnæ hereditátis, in Cristo Iesu Dómino nostro.
M. - Deo grátias.

Fratelli: Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione,  non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente? Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la rendenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa.
M. - Deo grátias.

GRADUALE 

Ps. 142, 9 et 10 - Éripe me, Dómine, de inimícis meis: doce me fácere voluntátem tuam. Ps. 17, 48-49 - Liberátor meus, Dómine, de géntibus iracúndis: ab insurgéntibus in me exaltábis me: a viro iníquo erípies me.
Sal. 142, 9 e 10 - Liberami dai nemici, o Signore: inségnami a fare la tua volontà. Sal. 17, 48-49 - Mi libererai dai nemici accaniti, o Signore: e mi eleverai sopra di quelli che si volgono contro di me: mi libererai dall’uomo iniquo.
TRÀCTUS
Ps. 128, 1-4 - Sæpe expugnavérunt me a iuventúte mea. Dicat nunc Israël: sæpe expugnavérunt me a iuventúte mea. Étenim non potuérunt mihi: supra dorsum meum fabricavérunt peccatóres. Prolongavérunt iniquitátes suas: Dóminus iustus concídit cervíces peccatórum.
Sal. 128, 1-4 - Mi hanno più volte osteggiato fin dalla mia giovinezza. Lo dica Israele: mi hanno più volte osteggiato fin dalla mia giovinezza. Ma non mi hanno vinto: i peccatori hanno fabbricato sopra le mie spalle. Per lungo tempo mi hanno angariato: ma il Signore giusto schiaccerà i peccatori. 

EVANGÉLIUM
Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem, 8, 46-59


In illo témpore: Dicébat Iesus turbis Iudæórum: Quis ex vobis árguet me de peccáto? Si veritátem dico vobis, quare non créditis mihi? Qui ex Deo est, verba Dei áudit. Proptérea vos non audítis, quia ex Deo non estis. Respondérunt ergo Iudæi, et dixérunt ei: Nonne bene dícimus nos, quia Samaritánus es tu, et dæmónium habes? Respóndit Iesus: Ego dæmónium non hábeo: sed honorífico Patrem meum, et vos inhonorástis me. Ego áutem non quæro glóriam meam: est qui quærat, et iúdicet. Amen, amen dico vobis: si quis sermónem meum serváverit, mortem non vidébit in ætérnum. Dixérunt ergo Iudæi: Nunc cognóvimus quia dæmónium habes. Abráham mórtuus est, et prophétæ: et tu dicis: Si quis sermónem meum serváverit, non gustábit mortem in ætérnum. Numquid tu maior es patre nostro Abráham, qui mórtuus est? et prophétæ mórtui sunt? Quem teípsum facis? Respóndit Iesus: Si ego glorífico meípsum, glória mea nihil est: est Pater meus, qui gloríficat me, quem vos dícitis quia Deus vester est, et non cognovístis eum: ego áutem novi eum: et si díxero, quia non scio eum, ero símilis vobis, mendax. Sed scio eum, et sermónem eius servo. Abráham pater vester exsultávit, ut vidéret diem meum: vidit, et gávisus est. Dixérunt ergo Iudæi ad eum: Quinquagínta annos nondum habes, et Abráham vidísti? Dixit eis Iesus: Amen, amen dico vobis, ántequam Abráham fíeret, ego sum. Tulérunt ergo lápides, ut iácerent in eum: Iesus áutem abscóndit se, et exívit de templo.
M. - Laus tibi Christe.

In quel tempo Gesù disse: chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio". Gli risposero i Giudei: "Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?". Rispose Gesù: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte". Gli dissero i Giudei: "Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?". Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!",  e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò". Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono". Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
M. - Laus tibi Christe. 

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