Durante il Concilio Vaticano II, soprattutto in previsione della ratifica del Decreto Nostra Ætate, un documento dedicato ai rapporti con l'ebraismo e con le altre religioni non-cristiane, un'équipe di sacerdoti messicani, guidata dal gesuita Padre Joaquín Sáenz y Arriaga, iniziò a distribuire ai Padri conciliari alcuni documenti, uno dei quali è lo scritto raccolto in questo opuscolo. Lo scopo era di mettere al corrente la Gerarchia riunita in Concilio degli incontri segreti intercorsi tra il Cardinale Augustin Bea, presidente del Segretariato dell'Unità dei Cristiani, e i suoi collaboratori, e alcune potentissime lobby ebraiche come il B'nai B'rith o il Congresso Mondiale Ebraico. Obiettivo di questi accordi segreti era la rimozione di ogni responsabilità ebraica nella Passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo... |
------------------------------------------------------------
IPREFAZIONE
Mentre a Roma si apriva il Concilio Ecumenico Vaticano I (1869-1870), lo stesso giorno (8 dicembre 1869), Giuseppe Ricciardi (1808-1882) apriva a Napoli un «anticoncilio» massonico, cui aderirono illustri uomini di mondo e di cultura d'Europa; vi era anche Giuseppe Garibaldi (1807-1882), anticlericale per eccellenza! A. S. Morin inviò una lettera nella quale auspicava che «l'infame papato cesserà d'insudiciare la nobile terra d'Italia», indicando come méte dell’Assemblea anticonciliare «la libertà di discussione, di riunione, di stampa e di culto», in contrapposizione all'idea cattolica che «la libertà non appartiene che alla verità e che l'errore non ha alcun diritto». Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro Onorario del Grand'Oriente di Firenze 2, inviò due lettere nelle quali malediceva «le turpi menzogne» del Vaticano. Il 16 dicembre 1869, si giunse ad una dichiarazione di principî riguardante soprattutto quattro punti fondamentali: l'autonomia dello Stato dalla religione, la conseguente abolizione di ogni Chiesa di Stato, il distacco dell'istruzione da ogni intervento religioso, e infine l'indipendenza della morale dalla religione. Se osserviamo attentamente tali propositi, scopriamo con sommo rammarico e orrore che il programma massonico è stato compiuto e completato attraverso il Nuovo Concordato tra Stato e Chiesa (ratificato il 18 febbraio 1984), tramite i due autorevoli firmatari Craxi-Casaroli. Ciò dimostra in modo incontrovertibile, che essi, o erano affiliati alla Massoneria (ed è quanto sembra), oppure condividono idee e principî sostenuti da centinaia di anni dagli alti esponenti mondiali della Massoneria e dell'ebraismo. Il canonico apostata Paul Roca 3 disse: «Un'immolazione si prepara che espierà solennemente [...]. Il papato soccomberà: esso morirà sotto il coltello sacro che forgeranno i Padri dell'ultimo Concilio. Il Cesare Papale è un'Ostia coronata per il sacrificio» 4. Su Roca scrive Padre Vittorio De Bernardi s.j.: «A mettere in moto l'orientamento sinarchico in seno alla Chiesa si è affaticato, in Francia, Padre Roca. Ordinato prete nel 1858 e canonico nel 1869, in Spagna era venuto a contatto con le correnti del messianismo gnostico proveniente dagli Stati Uniti, dalla Svizzera e dall'Italia. Frequentò le alte sfere della Massoneria e strinse rapporti con i maghi Stanislas de Guaita 5 e Papus 6, fondatore dell'Ordine Martinista (legato alla Kabbalah), ma soprattutto col Saint-Yves d'Alveydre 7, di cui sviluppò la visione religiosa in riferimento alla Chiesa cattolica. Versatissimo in occultismo, sedusse giovani e alcuni ecclesiastici alle sue dottrine.
| | |
Giuseppe Ricciardi | Stanislas de Guaita | Saint-Yves d'Alveydre |
Per l'avvento della Chiesa Sinarchica - secondo Paul Roca - bisognava condurre un certo numero di sacerdoti ad una concezione diversa dei dogmi, indottrinandoli sui seguenti concetti: superiorità della Gnosi (dal greco gnôsis, ossia "conoscenza") sulla fede, connubio tra Chiesa e occultismo, ritorno ad un Vangelo più puro al di là delle contaminazioni indotte dal Papato. La sua dottrina contiene in germe tutti i motivi che sarebbero stati sviluppati dal modernismo e dalla contestazione postconciliare, che del modernismo coglie tutti i frutti maturi. Eccoli: revisione dei dogmi in funzione del progresso universale; essi sono "cosa vivente come il mondo, come l'uomo e come ogni essere organico" e "seguono la marcia della Storia". Abdicazione del Papato e del sacerdozio tradizionale di fronte ai preti dell'avvenire; anche la Curia romana, colpevole di avere messo a morte il cristianesimo, "per quanto ben sigillata sia la pietra tombale (del cristianesimo) e per quanto sia ben custodita dai Centurioni Rossi (i Cardinali), sarà rimossa dall'Angelo della Resurrezione, cioè dalla forza vivente dell'Evoluzione e della Redenzione" 8. - Tra gli ecclesiastici si formeranno due correnti: quelli progressisti e quelli tradizionalisti, fedeli al Papa 9; - Sconvolgimento della liturgia e dei sacramenti: essi non sono che simboli;
- Soppressione della veste talare;
- Matrimonio dei preti, dal momento che Cristo e il mondo si identificano.
I veri preti dell'avvenire batteranno le fatiche del ministero pastorale con la competizione economica e sociale, che porterà le masse verso la Sinarchia universale, il socialismo e il comunismo degli anarchici. I preti diventeranno i direttori delle unioni sindacali, delle società mutue e delle agenzie cooperative di produzione e di consumo, di pensione e assistenza ufficiale. "L'umanità si spretizza affinché il prete si umanizzi e i due, insieme, si cristianizzino nel vero senso del Vangelo"; con tutto questo, "il Papa dichiarerà canonicamente urbi et orbi che la civiltà presente è figlia legittima del santo Vangelo e della redenzione sociale", perché "il cristianesimo puro è il socialismo"». Una parte di questo programma è stata compiuta, anche grazie al Vaticano II. Anche il fondatore dell'Antroposofia, Rudolf Steiner (1861-1925) 10, non era da meno: «Abbiamo bisogno di un Concilio e di un Papa che lo convochi»! (1910). Fu trovato in Giovanni XXIII (1881-1963), ma le cose non andarono totalmente come qualcuno aveva progettato. Questi morì strumentalizzato dai comunisti e al suo posto fu eletto Paolo VI (1897-1978), che evitò il peggio su certi punti dottrinali, ma che venne ugualmente bollato dalla Massoneria come un «Papa complice». Di questa congiura, partita lontana nel tempo, ne accennava il 15 luglio 1923 Mons. Ernest Jouin (1844-1932) sulla Revue Internationale des Sociétés Secrètes (pag. 434): «Sembra che fin d'ora lo sforzo di tutti questi congiurati (sturziani) sia volto a preparare dal di fuori il futuro Concilio, la cui apertura sembra decisa per la fine del 1925 11.
| | |
Rudolf Steiner | Giovanni XXIII | Paolo VI |
In luogo delle abituali definizioni dogmatiche e dei canoni disciplinari, grazie ai quali i Padri testimoniano la tradizione delle loro chiese, si tratterà d'imporre loro l’ordine del giorno più eteroclito ed estraneo al deposito della fede: Società delle Nazioni, condizione della pace mondiale, leggi sociali, ecc... Per fortuna, lo Spirito Santo se ne ride dei complotti delle sètte.
II
L'AZIONE GIUDAICO-MASSONICA
AL CONCILIO
(Questo testo era riservato esclusivamente ai Rev.mi PP. Conciliari)
l Presentazione
Siamo un gruppo di sacerdoti, appartenenti alcuni ad Ordini religiosi e altri al clero secolare. Abbiamo seguito con particolare attenzione le deliberazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II per studiare la sostanza dei suoi insegnamenti e per applicarli poi nel nostro apostolato o nelle nostre cattedre. Non abbiamo mai preteso di far uscire delle pubblicazioni perché i nostri studi hanno un carattere assolutamente privato; naturalmente, facciamo tutto questo con il consenso del nostro Vescovo e dei nostri superiori ecclesiastici. Due sacerdoti del nostro gruppo, per la personalità che rivestono, partecipano alle riunioni conciliari. Ora, Per quanto in esse si è detto, sia pure attraverso le varie discussioni, abbiamo l'assoluta certezza che si vuole portare la nostra santa madre Chiesa per strade che si allontanano dagli insegnamenti del Divin Redentore e della Sua missione divina. Il nostro cuore è stato amareggiato a causa di qualche incauta affermazione che attribuiamo ad un indebolimento di fede in alcuni Padri Conciliari. Tutto questo ci ha dato molti pensieri; ma adesso, con profonda soddisfazione e ringraziando l'Altissimo, possiamo rendere di pubblico dominio la convinzione alla quale siamo giunti: non sono Tuoi figli, o Signore, quelli che vogliono tradirTi; rimangono dei fedeli, anche se qualcuno di loro è stato tratto in inganno. Sono i Tuoi nemici di sempre, quelli che entrarono di nascosto nella Tua Chiesa e che diffondono queste false dottrine che Tu hai scacciato. O Signore, sono gli ebrei falsamente convertiti, quelli che tentano ancora una volta di distruggere la Tua opera divina.
III
IL COMPLOTTO DEGLI EBREI,
DEI MASSONI E DEGLI ECCLESIASTICI
Il punto essenziale di questo «nuovo volto» che si vorrebbe imporre alla Chiesa cattolica, in chiara contraddizione con tutta la dottrina e con la Tradizione di diciannove secoli, è dato senza dubbio dall'amichevole apertura verso l'ebraismo massonico e comunista, nemico mortale del cristianesimo, dalla sua nascita fino ai nostri giorni. Durante tutta la sua Storia, la Chiesa dovette difendersi contro tutte le insidie, e dietro ad ogni eresia, sovversione o delitto anticristiano, incontrò sempre degli ebrei. Ugualmente, nel mondo moderno sono degli ebrei che hanno messo in campo le armi tremende del bolscevismo e del capitalismo internazionale, il cui vero scopo è l'oppressione dei popoli cristiani e la schiavizzazione dell'umanità. Oltre alle Sacre Scritture, numerose opere di scrittori cattolici, i cui autori sono spesso alti dignitari della Chiesa, ci illustrano l'importanza che il popolo ebraico ha avuto nella storia della civiltà cristiana. In questa breve esposizione, faremo riferimento solo a quanto è avvenuto negli ultimi tempi; quanto esporremo rispetta però tutta la continua tradizione della perfidia ebraica e della conseguente difesa cristiana. È nostra intenzione dimostrare che gli agenti dell'ebraismo sono penetrati nel Tempio del Signore e si sono messi a predicare le eresie apprese nelle leggi talmudiche. Sono giunti al punto di servirsi dello scudo della Sacra Porpora per lanciare le loro false dottrine e per fare pressioni affinché la santa Chiesa - attraverso il Concilio Vaticano II - dichiari delle eresie come proprie. Si tratta di una verità che si può documentare e verificare nel modo seguente:
- L'ebraismo internazionale, imbaldanzito dai successi ottenuti nell'ambito temporale, sferra ora un nuovo attacco contro la Chiesa cattolica, esigendo che Essa si contraddica nei suoi insegnamenti scagionando il popolo da ogni colpa di fronte all'intera umanità;
- Gli ebrei, che sono giunti ad occupare elevati posti gerarchici nella Chiesa cattolica, hanno persuaso Giovanni XXIII, avvalendosi di un progetto subdolamente presentato, ad acconsentire alla creazione di un Segretariato per l'Unità dei Cristiani che è servito loro da trampolino per diffondere ogni tipo di propaganda in favore degli ebrei, eterni anticristiani. Al contrario, non è stata fatta nessuna propaganda in favore dell'unità dei cristiani; anzi, essi hanno agito contro di essa col creare dissensi in seno stesso alla Chiesa. Questi ebrei, a cui abbiamo accennato, sono il Cardinale Augustin Bea s.j. (1881-1968), Mons. Johannes M. Oesterreicher (1904-1993) e Padre Gregory Baum, ai quali si unirono i Vescovi Mons. Walter Kempe della Germania dell'Ovest - fin qui tutti della terra di Lutero - e Mons. Sergio Mendez Arceo (1907-1992; Mendez è un cognome ispano-ebraico), del Messico. Fatta eccezione soltanto per alcuni Padri Conciliari, che potrebbero obbedire a degli ordini estranei alla Chiesa, la totalità di coloro che hanno appoggiato le tesi in favore degli ebrei è stata ingannata da costoro perché essi hanno saputo nascondere fino ad ora la loro origine.
| | |
Mons. Oesterreicher | Gregory Baum | Mons. Mendez Arceo |
- Negli ambienti più segreti del Sinedrio è stata elaborata la teoria secondo cui il popolo ebraico non sarebbe responsabile della morte di Cristo e che la responsabilità di essa ricadrebbe su tutta l’umanità 12. Gli ebrei affermano inoltre che, durante tutta l'era cristiana, essi sono stati perseguitati ingiustamente da parte dei cattolici, i quali dovrebbero ora comprendere il loro errore, riparare i danni causati e non offenderli più in alcuna circostanza. Questa tesi, elaborata sicuramente da qualche Gran Rabbino, è stata presentata in modo ufficiale al Concilio dal Cardinale Bea che l'ha ricevuta direttamente dall'organo massonico esclusivamente composto da ebrei, il B'nai B'rith (in ebraico «Figli dell'Alleanza»), nel giugno del 1962. Ciò è stato rilevato anche dal quotidiano parigino Le Monde, del 19 novembre 1963, molto vicino a circoli israeliti. - Il contatto diretto tra le Logge ebraiche e il Cardinale Bea avvenne prima attraverso gli ebrei «convertiti» e attualmente «sacerdoti cattolici» Oesterreicher e Baum. Quando poi si manifestò nel Concilio una corrente che denunciò la manovra ebraico-massonica attraverso gli scritti e i discorsi di illustri Cardinali e Vescovi, intervennero personalmente il Presidente dell'Ordine del B'nai B'rith e Nahum Goldmann (1895-1982), Presidente del Congresso Mondiale Ebraico. A questo punto, la manovra divenne chiara ed evidente.
- Nonostante il fatto che numerosi Padri Conciliari abbiano rifiutato di discutere il tema presentato dal Cardinale Bea relativo agli ebrei, e che è stato incluso come § 4 dello schema sull'Ecumenismo, nella 3ª Sessione conciliare, si tenterà senza dubbio di ottenere nuovamente l'approvazione di quella tesi, con la richiesta ai Padri Conciliari di un voto favorevole, prima che possa essere loro possibile un approfondimento sulle catastrofiche conseguenze che deriverebbero da un'approvazione di uno scritto che proviene direttamente dalle Logge ebraiche. In questo scritto, l'eresia si infiltra subdolamente e i santi Vangeli sono interpretati in maniera equivoca e tendenziosa. Al fine di provare queste affermazioni, presentiamo un'abbondante documentazione che prova l'esistenza di un piano ebraico per penetrare dentro la santa Chiesa cattolica attraverso i «convertiti» e i religiosi affiliati a Logge massoniche, con lo scopo di farla divenire uno dei tanti strumenti per la loro dominazione mondiale.
IV
UN GIORNALE CATTOLICO SMASCHERA
IL COMPLOTTO EBRAICO CONTRO LA CHIESA
Il complotto ebraico contro la Chiesa cattolica, ripreso attualmente in modo violento grazie all'infiltrazione di elementi ebraici in seno all'alto clero cattolico e nello stesso Vaticano, era già stato smascherato pubblicamente nel 1936 dalla Catholic Gazette di Londra, la rivista mensile e ufficiale della Società Missionaria Cattolica d'Inghilterra. Nel numero di febbraio di quell'anno, apparve un articolo intitolato The Jewish Peril and The Catholic Church («Il pericolo ebraico e la Chiesa cattolica»), nel quale si riproducevano brani di alcune conversazioni tenute in riunioni segrete tra ebrei di Parigi. Poco tempo dopo, il settimanale parigino Le Reveil du Peuple pubblicò un articolo analogo, nel quale si precisava che tali dichiarazioni erano state fatte durante una riunione segreta dell'Ordine Massonico del B'nai B'rith, Ordine nel quale i non-ebrei non hanno alcuna possibilità di entrare, e che costituisce uno degli elementi fondamentali della cospirazione mondiale ebraica. Fu appunto l'attuale suo Presidente, Label A. Katz, che si mise in contatto con il Cardinale Bea che poi lo introdusse alla presenza di Giovanni XXIII. Riportiamo ora il testo integrale del citato articolo.
| |
Nahum Goldmann | Label A. Katz |
V
«IL PERICOLO EBRAICO E
LA CHIESA CATTOLICA»
Nessuno può negare il fatto che è esistito e che ancora oggi esiste un problema ebraico. Dal ripudio d'Israele, millenovecento anni fa, gli ebrei si sono dispersi in tutte le direzioni, e malgrado le difficoltà e le persecuzioni, essi si sono stabiliti in quasi ogni Stato d'Europa, formando una potenza effettiva. Joseph Jacobs (1854-1916), nel suo libro Jewish Contributions To Civilization, esalta il fatto che gli ebrei, senza intaccare la loro unità razziale e il loro carattere cosmopolita, sono stati capaci di diffondere le proprie dottrine e aumentare la propria influenza politica, sociale ed economica tra le nazioni. Visto che il problema ebraico interessa in modo particolare la Chiesa cattolica, pubblichiamo i seguenti sconcertanti brani di un certo numero di conversazioni che sono state recentemente tenute sotto gli auspici di una sètta segreta ebraica di Parigi. Il nome del nostro informatore deve rimanere sconosciuto. Si tratta di un nostro conoscente personale, ma per le sue particolari relazioni con gli ebrei, attualmente, siamo rimasti d'accordo di non rendere nota la sua identità, come pure di non dare ulteriori dettagli sulla riunione di Parigi, ad eccezione dei seguenti estratti che, malgrado siano stati tradotti liberamente, riproducono in modo esatto la sostanza delle dichiarazioni originali: «Fino a che tra i cristiani non sarà eliminata ogni concezione morale dell'ordine sociale e fino a che non sarà distrutta ogni religione, ogni patriottismo e ogni dignità, il nostro regno sul mondo non potrà essere realizzato. Abbiamo già compiuto gran parte del nostro lavoro, ma non possiamo dire di avere realizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere prima di poter abbattere il nostro principale nemico: la Chiesa cattolica. Dobbiamo metterci bene in mente che la Chiesa cattolica è l'unica istituzione che si è posta e che rimarrà ad intralciare il nostro cammino per quanto durerà la sua esistenza. La Chiesa cattolica, con il suo lavoro metodico e i suoi insegnamenti educativi e morali, forma nei proprî figli una tale mentalità che li manterrà troppo fieri di sé stessi per sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi ai piedi del futuro Re d'Israele 13 [...]. Per questa ragione, abbiamo cercato di trovare il cammino migliore per attaccare la Chiesa nelle sue stesse fondamenta. Abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione e del falso liberalismo tra le nazioni dei cristiani per indurli ad allontanarsi dalla loro fede e addirittura a vergognarsi di professare i precetti della loro religione e di obbedire ai comandamenti della Chiesa. Abbiamo indotto molti di costoro (i cristiani) al punto di trasformarli in atei e, più ancora, a vantarsi di discendere dalle scimmie (il darwinismo). Abbiamo loro offerto nuove teorie impossibili a realizzarsi, come il comunismo, il socialismo e l'anarchia, che servono attualmente ai nostri progetti [...]. I cristiani le hanno stupidamente accettate con grande entusiasmo, senza rendersi conto che queste sono nostre teorie e che esse costituiscono la nostra arma più pericolosa contro di loro [...]. Abbiamo coperto la Chiesa cattolica con le più abominevoli calunnie, abbiamo falsificato la sua storia e abbiamo sporcato le sue più nobili attività; abbiamo imputato ad essa la malvagità dei suoi nemici e abbiamo attratto questi ultimi vicino a noi, al nostro fianco [...]. E tutto questo lo abbiamo fatto in tal misura che stiamo ora assistendo, con la più grande soddisfazione, a ribellioni contro la Chiesa in diversi Paesi [...]. Abbiamo trasformato il suo clero in oggetto di odio e di ridicolo e lo abbiamo sottomesso al disprezzo delle masse. Siamo riusciti a fare in modo che l'osservanza della religione venga considerata come anacronistica o semplicemente una perdita di tempo. E i cristiani, nella loro stupidità, hanno dato prova di essere più sciocchi di quanto credevamo. Ci si attendeva maggiore intelligenza, ma si sono dimostrati non migliori di un branco di pecore. Lasciamoli brucare nel nostro campo fino a che non diventino abbastanza grassi per essere sacrificati al nostro futuro Re del Mondo [...]. Abbiamo fondato molte associazioni segrete che lavorano per i nostri fini, sotto i nostri ordini e sotto la nostra direzione. Abbiamo reso un onore ai cristiani permettendo loro di unirsi a noi nelle nostre associazioni che, grazie al nostro danaro, hanno raggiunto un alto grado di forza e potenza. Deve rimanere un segreto che quei cristiani che tradiscono i loro stessi interessi unendosi a noi, non devono sapere mai che tali associazioni sono di nostra creazione e che esse servono ai nostri fini. Una delle cose migliori della Massoneria è che i cristiani divenuti membri delle nostre Logge non riescono mai a sospettare che noi li utilizziamo per costruire le mura del proprio carcere su cui erigeremo il trono del Re Universale di Israele, e mai dovranno sospettare che facciamo forgiare ad essi le catene della loro stessa schiavitù per la gloria del nostro futuro Re del Mondo. Fino ad oggi, abbiamo studiato la strategia degli attacchi contro la Chiesa cattolica dal di fuori, ma questa è solo una parte dei nostri attacchi. Ci accingiamo ora ad esporre il modo con cui abbiamo progredito nel nostro lavoro per affrettare la rovina della Chiesa cattolica e come siamo penetrati nei suoi ambienti più intimi, avendo indotto perfino parte del suo clero a trasformarsi in avanguardia della nostra causa. Prescindendo dall'influenza della nostra filosofia, abbiamo preso altre misure per provocare una scissione entro la Chiesa cattolica. Permettetemi che vi spieghi come siamo giunti a questo: abbiamo convinto alcuni dei nostri figli ad entrare negli ordini cattolici con l'esplicito compito di lavorare in modo più efficiente per la distruzione della Chiesa cattolica creando situazioni di scandalo al suo interno. In questo abbiamo seguito il consiglio del Principe degli ebrei che così saggiamente diceva: "Fate divenire Cardinali e Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi distruggano la Chiesa" 14. Disgraziatamente, non tutti gli ebrei convertiti sono rimasti fedeli alla loro missione. Molti di essi ci hanno traditi, ma ce ne sono stati degli altri che hanno mantenuto le loro promesse facendo così onore alla loro nazione. In questa maniera, il consiglio dei nostri anziani ha avuto pieno successo. Noi siamo stati i padri di tutte le rivoluzioni, anche di quelle che qualche volta si rivoltarono contro noi stessi. Noi siamo coloro che hanno in mano la pace e la guerra. Noi possiamo andare orgogliosi di essere i creatori delle riforme. Calvino è stato uno dei nostri figli; egli era di origine ebraica ed è stato consigliato da autorità ebraiche, nonché appoggiato dalla finanza ebraica per svolgere il suo ruolo di riformatore. Martin Lutero era sotto l'influenza dei suoi amici ebrei solo per i consigli e per il danaro ebraico; la sua congiura contro la Chiesa è stata coronata da successo [...]. Grazie alla nostra propaganda, alle nostre teorie sul liberalismo e alle nostre false interpretazioni della libertà, le menti di molti cristiani sono state preparate per abbracciare la Riforma protestante. Essi si sono separati dalla Chiesa per cadere nelle nostre mani. E attraverso tutto questo, la Chiesa cattolica rimase sensibilmente indebolita e la sua autorità sui re dei cristiani è stata ridotta quasi a nulla. Siamo riconoscenti ai protestanti per la loro lealtà verso i nostri desideri, anche se la maggioranza di essi, nella sincerità della loro fede, non siano coscienti della lealtà verso di noi. Siamo loro grati per l'ammirevole appoggio che danno alla nostra lotta contro la civiltà cattolica e ai preparativi per l'avvento della nostra supremazia su tutto il mondo e sulle nazioni dei cristiani. Siamo riusciti ad abbattere la maggioranza dei troni europei. Il resto verrà in un prossimo futuro. La Russia ha già accettato il nostro regno; la Francia, con il suo Governo massonico, si trova nelle nostre mani. L'Inghilterra, dipendendo dalla nostra finanza, sta sotto i nostri piedi, e nel protestantesimo sta la nostra speranza di distruggere la Chiesa cattolica. La Spagna e il Messico sono delle ottime armi nelle nostre mani. E molti altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d'America, sono già sottomessi ai nostri piani. Ma la Chiesa cattolica è ancora viva [...]. Dobbiamo distruggerla senza il minimo ritardo e senza pietà. La maggior parte della stampa mondiale si trova sotto il nostro controllo; facciamo in modo che essa fomenti nella forma più violenta l'odio del mondo contro la Chiesa cattolica. Intensifichiamo le nostre attività di avvelenamento della moralità dei cristiani; essi debbono essere indotti a detestare il patriottismo e l'amore verso la famiglia, e considerare la loro fede come un'onta e la loro obbedienza verso la Chiesa come una servitù degradante, in modo che divengano sordi agli appelli della Chiesa e ciechi di fronte agli avvertimenti contro di noi. Facciamo innanzitutto in modo che i cristiani escano dalla Chiesa cattolica e che i non-cristiani si avvicinino a tale Chiesa; in caso contrario, si rafforzerà sempre più l’opposizione contro la nostra dominazione e tutto il nostro lavoro andrà perduto, la nostra congiura sarà scoperta, i cristiani si rivolgeranno contro di noi con spirito di vendetta e non si avvererà mai la nostra dominazione su di essi. Ricordiamoci che fino al momento in cui i nostri nemici della Chiesa cattolica saranno attivi, noi non potremo arrivare ad essere i padroni del mondo [...]. E ricordiamoci pure che il futuro Re d'Israele non regnerà mai sul mondo fino a che il Papa di Roma non verrà detronizzato, così come tutti gli altri monarchi regnanti sui cristiani» 15. Il contenuto di questo articolo, apparso sulla Catholic Gazette, sembrerà incredibile a coloro che non sono a conoscenza delle attività sovversive dell'ebraismo di oggi e di sempre. Ma si tratta di cosa assolutamente reale che può essere provata in questo momento guardando l'attuale complotto degli ebrei, molto più chiaro che non nel 1936 quando venne pubblicato il testo delle conversazioni tra i cospiratori ebrei, durante la menzionata riunione segreta del B'nai B'rith a Parigi, cioè della stessa organizzazione il cui Presidente è in perfetto accordo con il Cardinale Bea. Nonostante il fatto che il B'nai B'rith appaia ufficialmente come un'istituzione di beneficenza e di «consultazione politica», la sua appartenenza all'alta gerarchia massonica è stata ampiamente dimostrata già da diversi anni. Il defunto Cardinale José Maria Caro Rodriguez (1866-1958), Primate del Cile, citando Mons. Jouin nella sua opera Le Mystere de la Maçonnerie («Il mistero della Massoneria»), scriveva: «L'Ordine ebraico-massonico del B'nai B'rith che, contravvenendo agli statuti delle Logge massoniche, accetta solamente degli ebrei e conta nel mondo più di 426 Logge esclusivamente ebraiche, serve da legame tra tutte le internazionali citate più sopra». Dicendo questo, Sua Eminenza si riferiva 16 alle internazionali del'Alta Finanza, del comunismo e del socialismo, dai sionisti alla Massoneria universale. Il Cardinale José Maria Caro Rodriguez prosegue: «I dirigenti del B'nai B'rith sono gli ebrei Morgenthau, ex ambasciatore degli Stati Uniti a Costantinopoli; Brandeis, Giudice Supremo degli Stati Uniti; Mack, sionista; Warbourg (Felix) banchiere; Eckus; Kraus (Alfred), suo primo Presidente; Schiff (Jacob), defunto, che ha sovvenzionato il movimento di emancipazione degli ebrei in Russia; Marshall (Louis), sionista». Tra i numerosi altri documenti che dimostrano e confermano questa verità, riportiamo qui le dichiarazioni dello storico cattolico Vicente Risco (1884-1963) che, nella sua opera intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei») si esprime in questi termini: «Per qualcuno, l'organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe l'Ordine massonico universale del B'nai B'rith, che è esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri quelli che non sono ebrei. Il B'nai B'rith forma un Ordine massonico che ufficialmente si proclama indipendente, possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto indiscutibile è che mentre i membri del B'nai B'rith possono far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico, nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e nessun massone può farvi parte se non è ebreo [...]. Numerosi membri dell'Ordine occupano posti importanti nel Governo e nella diplomazia nordamericana» 17.
| |
Cardinal Caro Rodriguez | Vicente Risco |
VI
IL CARDINALE BEA SEGUE
LE ISTRUZIONI DEL B'NAI B'RITH
Fino a dicembre del 1962, apparivano solo degli ecclesiastici come promotori della riabilitazione del popolo ebraico da parte della Chiesa cattolica. Il primo a parlare dell'avvicinamento della Chiesa all'ebraismo, è stato il Vescovo di Cuernavaca (in Messico) Mons. Sergio Mendez Arceo, discendente dei sefarditi 18, che tentarono di giudaizzare la popolazione di Ctija. Egli estese la riabilitazione anche ai massoni e, sebbene le sue parole cadessero nel vuoto, riuscì utile anche agli ebrei per mettere in moto la campagna internazionale di stampa alla quale assistiamo e che ne parla come se il Concilio si fosse già pronunciato in loro favore. Il piano degli ebrei, messo in azione dai loro rappresentanti ecclesiastici, sembrava procedere senza ostacoli fino a che, nei primi giorni di dicembre del 1962, i Padri Conciliari vennero messi al corrente di quanto accadeva per mezzo di un libro intitolato Complotto contro la Chiesa, pubblicato da eminenti prelati di varie nazionalità sotto lo pseudonimo di Maurice Pinay. Dobbiamo confessare che dapprima siamo rimasti in dubbio sulle tremende rivelazioni contenute in tale libro. Tuttavia, approfondendo il suo contenuto, abbiamo deciso d’investigare per nostro conto per arrivare a dei risultati che qui portiamo a conoscenza delle LL. EE. Rev.me, con la stessa responsabilità di coscienza e con lo stesso proposito che indusse gli autori di quel libro, e cioè quello di evitare che, con una dichiarazione del Concilio favorevole all'ebraismo, la Chiesa possa cadere nell'onta di rinnegare sé stessa. Le reazioni di diffidenza sul tema ebraico provocate dal libro Complotto contro la Chiesa, ottennero l’effetto che parte delle centrali dell'ebraismo prepararono una controffensiva per la quale si rese necessaria una conversazione del Presidente del B'nai B'rith Label A. Katz con Sua Eminenza il Cardinale Agostino Bea. Essa ebbe luogo il 16 febbraio 1963 nella città di Roma, e in quell'occasione venne modificato il piano iniziale stabilito nel giugno del 1962 nel quale, per la prima volta, dato l'interesse ebraico per il Concilio Ecumenico, si riunirono i giudeo-massoni Label A. Katz e Nahum Goldmann con il suddetto Cardinale. In tutte e due le occasioni - come dà atto l'accreditata rivista della Compagnia di Gesù a Roma La Civiltà Cattolica, nel suo numero del 18 luglio 1964, il Capo della suddetta associazione giudeo-massonica consegnò al Cardinale un ampio memoriale destinato al Concilio, memoriale che, come più innanzi si proverà, contiene integralmente la tesi del «Decreto sugli ebrei» (Nostra Ætate, § 4) presentata dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani al consesso plenario del Concilio. Già all'epoca di tali conversazioni, il Cardinale Bea aveva adottato una posizione pienamente favorevole agli interessi delle organizzazioni ebraiche. Il giorno seguente alla sua intervista con Label A. Katz, il Giornale d'Italia di Roma pubblicò, con la firma del più anziano e più accreditato cronista vaticano, Filippo Pucci, un articolo nel quale furono riportate numerose affermazioni del Cardinale Bea, pronunciate a Londra e a Roma nel senso che non esiste alcuna relazione di responsabilità tra gli ebrei che crocifissero Nostro Signore Gesù Cristo e le comunità attuali di questo popolo. Questo segnò l'inizio della campagna che si estese immediatamente in tutti i Paesi del mondo. Numerosi scrittori e giornalisti fecero eco a queste tesi, per quanto si debba osservare che, nella loro maggioranza, si trattava di giornalisti e di sacerdoti di origine ebraica che parlavano in favore della loro comunità. Al contrario, sono davvero pochissimi i cattolici che hanno favorito la diffusione delle tesi eretiche e che, malgrado siano state enunciate dal B'nai B'rith, si tenta ora di far adottare dal Concilio Ecumenico. È cosa sicura che prima del rientro di Label A. Katz alla sua sede abituale a Washington, già venivano diffuse in tutti i continenti le falsificazioni dell'interpretazione evangelica suggerita a Roma dal Cardinale Bea. Precisamente con questo scopo pubblicitario sono sorte in tutto il mondo le succursali dell'«Amicizia Ebraico-Cristiana», associazione fondata dall'ebreo francese Jules Marx Isaac (1877-1963), nelle quali uno strano miscuglio di israeliti, di cattolici che si dicono progressisti e di alcuni sacerdoti e monache della Congregazione di Nostra Signora di Sion 19, tendono a confondere tutta la dottrina tradizionale della Chiesa e gli stessi insegnamenti di Cristo Nostro Signore e degli Apostoli. Nessuno osa più accusare gli ebrei eretici Ario 20 o Giovanni Calvino (1509-1564), o gli ebrei Mordekkai Levi (alias Karl Marx, 1818-1983), Friederich Engels (1820-1895), Vladimir Ilic Uljanov, detto Lenin 21, e Lev Davidovic Bronstein, detto Trotsky (1879-1940), che crearono e imposero il bolscevismo, o gli ebrei Berman, Klement Gottwald 22, Béla Kuhn 23, Mátyas Rákosi 24, Anna Pauker, Rosa Luxemburg 25, Moša Pijade, Lavrenti P. Berija 26, ecc..., alti dirigenti della sovietizzazione dell'Europa Orientale, attraverso lo sterminio di milioni di cristiani; o gli agenti di tutte le sovversioni in America Latina e negli altri continenti, perché in tal caso - come è stato detto in una predica nella stessa Chiesa del Gesù a Roma e scritto in pubblicazioni giudeo-cristiane di Madrid - vengono investiti dal seguente ritornello: «Essere antisemita vuol dire essere anticristiano». Quale aberrazione! Pretendono forse i religiosi cripto-ebrei e i loro adepti pseudo-cattolici che diciannove secoli durante i quali la Chiesa, attraverso i suoi Concilî, i Padri della Chiesa, i Santi e i Pontefici ha difeso il suo buon diritto con disposizioni antiebraiche, sono diciannove secoli di anticristianesimo? O forse per essi sono anticristiani Cristo stesso e i Santi Apostoli che così duramente hanno apostrofato il popolo ebraico?
| | |
Jules Marx Isaac | Klement Gottwald | Béla Kuhn |
| | |
Mátyas Rákosi | Anna Pauker | Rosa Luxemburg |
| | |
Moša Pijade | Lavrenti P. Berija | Lev Trotsky |
Tutte queste eresie sono la conseguenza della penetrazione ebraica nel clero cattolico, sotto la direzione delle Logge dell'organizzazione ebraica del B'nai B'rith. La prova definitiva che il § 4 dello Schema sull'Ecumenismo (Nostra Ætate), presentato al Concilio dal Cardinale Bea, che poi fece di persona l'apologia di tale tesi, sia di origine ebraica, la troviamo nelle pagine dell'autorevolissimo quotidiano parigino Le Monde, nella cui edizione del 19 novembre 1963 possiamo leggere: «L'organizzazione ebraica internazionale B'nai B'rith ha manifestato il desiderio di stabilire relazioni più strette con la Chiesa cattolica. Tale Ordine ha sottoposto al Concilio una Dichiarazione nella quale si afferma l'intera responsabilità dell'umanità per la morte di Cristo. "Se tale Dichiarazione verrà accettata dal Concilio - ha dichiarato Label A. Katz, Presidente del Consiglio Internazionale del B'nai B'rith - le comunità ebraiche cercheranno i mezzi per collaborare con le autorità della Chiesa"». Il Cardinale Bea, nel presentare il suo progetto di Decreto in favore degli ebrei e in opposizione ai Vangeli, ha nascosto ai Padri Conciliari che egli ripeteva le tesi che gli erano state suggerite dall'Ordine massonico del B'nai B'rith, presentandole invece come elaborate dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, nel quale i due massimi assessori erano i cripto-ebrei, Mons. Oesterreicher e Padre Baum. Ed è anche logico che abbia nascosto questo fatto perché sarebbe stata una cosa inaudita che le tesi di un Sinedrio massonico potessero avere ufficialmente accesso nel sacro recinto ove presiede lo Spirito Santo. Inoltre, se il 19 novembre 1963 il Cardinale Bea avesse fatto conoscere ai Padri Conciliari la vera origine delle sue tesi, è certo che l'immensa maggioranza le avrebbe respinte con indignazione senza volerle nemmeno ascoltare, essendo bene al corrente degli oltraggi e dei danni apportati dalla Massoneria alla Chiesa di Cristo. Certamente, i venerati Pontefici Pio IX (1792-1878) e Leone XIII (1810-1903) si saranno rivoltati nelle loro auguste tombe così prossime alla località dove un Principe della Chiesa difendeva una tale diabolica proposta massonica.
| |
Papa Pio IX | Papa Leone XIII |
VII
CHI È IL CARDINALE BEA E CHI
SONO I SUOI COLLABORATORI?
Fino ad alcuni mesi fa, mentre stavamo meditando sugli strani colloqui tra un Principe della Chiesa e la maggiore sètta massonica ebraica, facevamo le seguenti considerazioni: essendo il Cardinale Bea di origine tedesca, almeno ufficialmente, e per di più sacerdote gesuita, il suo ostinato progressismo e il suo fanatico filo-semitismo tanto favorevole alle forze anticristiane, appaiono veramente strani. Sorprende anche il fatto che il B'nai B'rith abbia scovato un autentico tedesco e gesuita come l'elemento idoneo per servire ad esso da strumento principale nell'intento di disgregare la Chiesa dall'interno. Inoltre, è altrettanto strano che sia stato proprio un gesuita, più o meno conosciuto, che fra tanti illustri gesuiti fosse elevato al cardinalato da Giovanni XXIII e che poi lo stesso porporato abbia trovato così rapidamente i suoi collaboratori nelle persone di due ebrei, uno domiciliato negli Stati Uniti e l'altro nel Canada. Tutto questo in aggiunta al fatto che il cognome del Cardinale non è di origine tedesca, ci fece sorgere dei dubbi sulla vera origine di Sua Eminenza; decidemmo pertanto, con tutta la discrezione del caso, di rivolgerci ad un gruppo di valenti uomini di scienza in Germania, noti per le importanti indagini storiche da essi compiute, per avere chiarimenti in proposito. Non sappiamo ancora se prima della pubblicazione di queste righe saremo entrati in possesso delle prove definitive sui primi risultati ottenuti e che dicono quanto segue. Negli ultimi secoli, troviamo in Germania e in Austria diverse personalità che portano il cognome di Behá, equivalente fonetico del cognome sefardita Beja, che i loro antenati sefarditi portavano in Spagna ove vivevano. Il cognome «Bea» viene dunque ad essere una latinizzazione dell'originale «Behá». Verso la metà del secolo scorso, aveva tale cognome un rabbino con diversi figli, uno dei quali si convertì al cristianesimo. Sono in corso delle ricerche per stabilire se questo cristiano converso sia il padre dell'attuale Cardinale Bea. Non appena saremo in possesso delle prove documentate di questo, esse saranno portate a conoscenza dei Padri Conciliari, perché sarebbe di valore decisivo, per ciò che riguarda le attività svolte dal Segretariato per l'Unità dei Cristiani, il poter provare che, oltre all'ispiratore principale Label A. Katz e gli assessori ebrei Oesterreicher e Baum, e ai propagandisti ebrei i Vescovi Mons. Mendez e Mons. Kempe, anche il Cardinale Bea sia di origine ebraica e non uno strumento estraneo alla faccenda, quale risulterebbe dal suo duplice carattere, almeno apparente, di tedesco e gesuita. In ogni caso, risulta evidente - non potendosi dare pieno valore a questa informazione, fintantoché non si sia in possesso di prove documentate - che gli atteggiamenti del Cardinale Bea sono stati quelli di un tipico cripto-ebreo, assolutamente uguale a quello di numerosi ebrei che nel corso dei secoli sono riusciti ad infiltrarsi nel clero cattolico. Il principale autore del Decreto De Judæis è l'ebreo sedicente convertito John Oesterreicher, oggi Mons. Oesterreicher. Durante una predica, che pronunciò nella Cattedrale di San Patrizio a New York, dove era predicatore prima di venire a Roma per «assistere» il Cardinale Bea, egli disse testualmente: «Noi non leggiamo più le numerose dichiarazioni di Gesù Cristo contro il suo popolo contenute nel Vangelo». Il «cattolico» Mons. Oesterreicher si permette di censurare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo stesso, e nelle sue prediche legge solo quello che giudica conveniente al suo popolo... Furono sue le maggiori insistenze affinché il Decreto sugli ebrei fosse incluso nello Schema sull'Ecumenismo, sostenendo che «la liturgia romana ha sempre insistito sul fatto che le origini della Chiesa dovessero essere ricercate nel richiamo di Dio ad Abramo [...]. La scissione tra la Chiesa e la sinagoga fu la prima separazione tra quelli che credevano nel Dio di Abramo [...]. Nessun ecumenismo è possibile senza la riconciliazione dell'antico e del nuovo Israele». Si tratta di affermazioni astute, destinate a «dimostrare», a corto di argomenti esclusivamente religiosi, la necessità di includere nello Schema sull'Ecumenismo cristiano, un documento che, in realtà, è politico nelle sue finalità. L'altro co-autore del documento è Padre Gregory Baum, lui stesso ebreo sedicente convertito. Nonostante che diversi anni fa fosse un ateo emigrato dalla Germania nel Canada, oggi egli appartiene all'Ordine degli agostiniani ed esercita un dottorato di Teologia cattolica 27. Il Cardinale Bea lo chiamò a collaborare col Segretariato per l'Unità dei Cristiani, forse a causa del suo libro Gli ebrei e il Vangelo. In questo libro, Padre Baum, sostenendo che le frasi antiebraiche contenute nel Vangelo e in altri passi della Sacra Scrittura sono una «vera e propria collezione di scritti dell'odio», ha fatto una critica eretica del santo Vangelo. I suoi argomenti in favore della «necessità» di approvare il Decreto sugli ebrei si basano sul fatto che, secondo lui, «nessun Apostolo ha mai confermato la responsabilità collettiva degli ebrei nella crocifissione di Gesù Cristo». VII
LE TESI ASSURDE DEL
SEGRETARIATO DEL CARDINALE BEA
È stato precisamente il Cardinale Bea che il 21 marzo 1961 ha presentato a Giovanni XXIII un memorandum che conteneva la proposta di creare un Segretariato per lo studio dell'Unità dei Cristiani, idea che detto Pontefice accettò, incaricando lo stesso Cardinale della sua attuazione. Il Papa aveva anche voluto che i lavori di tale organismo non dipendessero dalla Curia, e concesse piena indipendenza al nuovo organismo. Tra le prime decisioni prese dal Segretariato, i cui uffici risiedono fuori dal Vaticano (in via dei Corridori, 64), troviamo quella dell'invio di «osservatori» cattolici alla riunione annuale del cosiddetto «Consiglio Mondiale delle Chiese» (World Council of Churches) riunito nel 1961 a Nuova Delhi, in India, e che quest'anno si riunisce niente meno che nell'U.R.S.S., a Odessa, sotto gli auspici del Governo sovietico e del suo strumento religioso, la Chiesa ortodossa russa di Mosca. La Curia Romana si oppose all'invio di osservatori cattolici a tali riunioni che sono, senza alcun dubbio, un altro strumento dell'ebraismo, della Massoneria e del comunismo nella lotta contro la Chiesa cattolica; le proteste della Curia non ebbero però esito per l'intervento diretto di Giovanni XXIII. Il succitato Vescovo di origine ebraica, Mons. Walter Kempe, ausiliario della Diocesi di Limburg (in Germania), ha esposto molto chiaramente le finalità alle quali tendevano gli ebrei (naturalmente senza usare tale termine) attraverso il Segretariato per l'Unità dei Cristiani. In un discorso che incontrò un'ampia eco nella stampa internazionale, pronunciato a Monaco di Baviera nei primi giorni di febbraio del 1964 in occasione di un congresso cattolico, Mons. Kempe ha affermato che tendendo all'«unità dei cristiani», il Papa diverrebbe il «portavoce della cristianità», dopo di che, compiutasi l’«unità delle Chiese», il Papa sarebbe stato riconosciuto come primus inter pares tra i capi delle diverse Chiese cristiane. Ora, se gli scopi di tale Segretariato sono veramente quelli esposti dal Vescovo cripto-ebreo Mons. Kempe, risulterebbe che la posizione attuale del Pontefice - che è indiscutibilmente quella di portavoce massimo del mondo cristiano - sarebbe ridotta ad essere quella di un «primo», ma tra «pari a lui». Questi di categoria pari a quella del Papa di Roma sarebbero gli altri capi delle «chiese» cristiane; e così il Sommo Pontefice cattolico non solo sarebbe uguale al Patriarca di Costantinopoli (il quale è a sua volta primus inter pares tra gli ortodossi, senza che per questo egli abbia il minimo potere sulle chiese nazionali), ma sarebbe anche uguale a tutta la moltitudine di capi delle circa duecento «chiese» riformate, che poi a loro volta sono alti dignitari massonici, e uguale inoltre ai Patriarchi ortodossi di Mosca, Sofia, Bucarest, ecc..., che altro non sono che strumenti passivi dei regimi comunisti nei rispettivi Paesi. Se la Chiesa cattolica dovesse cadere nella rete astutamente tesa dall'ebraismo e lanciata dal Segretariato presieduto dal Cardinale Bea, allora il Papa sarebbe collocato alla pari di uno dei tanti capi delle sètte protestanti che costituiscono appunto il Consiglio Mondiale delle Chiese. Tutto questo senza tener conto che la Chiesa sarebbe obbligata a fare molte concessioni in materia di dogmi, accettando perfino principî eretici, e cedendo posizioni sulle quali si basa il suo potere spirituale solo per dare soddisfazione ai «fratelli separati» con i quali dovrebbe riunirsi per raggiungere la «pace nella grande famiglia cristiana». Il medesimo proposito di indebolire la posizione del Papato entro il mondo cristiano e soprattutto entro la stessa Chiesa cattolica, si cela dietro ai tentativi del Cardinale Bea e dei suoi complici di decentrare il potere della Chiesa, aumentando le attribuzioni dei Cardinali e dei Vescovi, dando loro la facoltà di amministrare le loro Diocesi assai liberamente e senza uno stretto controllo da parte del Pontefice. È precisamente la direzione unitaria della Chiesa quello che l'ebraismo vuole disgregare attraverso i suoi strumenti incoscienti e coscienti, e attraverso una decentralizzazione che aumenti i poteri di Cardinali e Vescovi a scapito di quelli del Papa (la cosiddetta «collegialità»). Nello stesso tempo, si tende a ridurre il potere papale con l'istituzione di una specie di «parlamento» di Vescovi. In altre parole, gli ebrei impiegano contro l'istituzione papale esattamente la stessa strategia e tattica utilizzata fin dalla fine del XIII secolo per abbattere le monarchie cristiane d'Europa. Si incominciò col decentralizzare il potere regale aumentando quello dei prìncipi, dei duchi, dei conti, ecc..., nelle rispettive provincie o domini. Poi si provvide a mettere accanto al re un «parlamento» con il compito di «aiutarlo» nella direzione degli affari di Stato. Tale istituzione però ridusse e infine spogliò il monarca dei suoi poteri, riducendolo ad un personaggio decorativo incaricato di approvare e firmare le decisioni del parlamento, senza poter però esercitare su di esso alcuna influenza. La Massoneria andava intanto infiltrandosi a poco a poco nei parlamenti per provocare per mezzo di essi delle rivoluzioni; oppure, dopo un'adeguata preparazione dell'opinione pubblica, per proporre dei referendum popolari o altro, allo scopo di sostituire addirittura il re con un presidente che, quasi sempre, era un massone o persona di fiducia dell'ebraismo. Se ora la Curia Romana, lo stesso Papa e soprattutto i Padri riuniti nel Concilio Ecumenico Vaticano II, non avvertono quello che si cela sotto le pretese riforme dei Cardinali Bea, Leo Iozef Suenens (1904-1996), Josef Frings (1887-1978), Julius Döpfner (1913-1976) e dei loro complici quando tendono alla decentralizzazione della Chiesa o a creare un «parlamento» attorno al Papa, e se non riescono a frenare energicamente tali piani, accadrà alla Chiesa cattolica e al Pontefice quello che avvenne ai monarchi cristiani che furono dapprima esautorati e poi deposti.
| | |
Leo Iozef Suenens | Cardinal Frings | Cardinal Döpfner |
E allora il Vaticano potrà essere trasformato in un bellissimo museo come sono oggi il Louvre o Versailles o molti altri palazzi europei già appartenenti a sovrani eliminati dall'azione sovversiva massonico-ebraica alla quale quei sovrani non seppero opporsi in tempo. La prova più evidente di quello che è in realtà il Segretariato per l'Unità dei Cristiani, diretto dal Cardinale Bea, l'abbiamo nella sua presentazione al Concilio Ecumenico quando chiese l'approvazione, come § 4 dello Schema sull'Ecumenismo, di un documento intitolato «De catholicorum habitudine ad non cristianos et maxime ad judæos» («L'atteggiamento dei cattolici di fronte ai non cristiani e soprattutto agli ebrei»). Questo testo pretende, attraverso ogni sorta di raggiri dialettici, di sottrarre il popolo ebraico dalla colpa della morte di Cristo Nostro Signore e di ottenere dalla Chiesa cattolica una nuova dichiarazione contro l'antisemitismo nella presunzione che questo abbia la sua origine nell'errata credenza dei popoli cristiani che gli ebrei siano un popolo deicida. Un tale documento, come si espressero alcuni illustri Padri Conciliari nelle loro repliche al Cardinale Bea, che difese personalmente le tesi filo-ebraiche, non avrebbe dovuto essere nemmeno presentato perché non ha nulla a che vedere con l'«unità dei cristiani», né con l'ecumenismo, né con gli interessi della cristianità in generale. Se per sventurata ipotesi esso dovesse essere approvato dal Concilio Ecumenico, questo significherebbe un'autoaccusa contro la Chiesa, che è quello che gli ebrei malignamente attendono per vendicarsi di essa che per diciannove secoli combatté con efficacia attraverso Papi e Concilî l'azione anticristiana degli ebrei 28. Nello stesso documento, si assicura che la proposta non ha alcuna finalità politica, bensì esclusivamente religiosa. Se questo fosse vero - anche se tutti sanno che dal momento in cui è stato presentato lo Schema tutta la stampa internazionale, controllata dagli ebrei, non ha fatto altro che interpretare in senso politico il tema trattato dal Concilio - risulta assai strano che il Segretariato per l'Unità dei Cristiani non abbia preso contatto con le autorità religiose del popolo ebraico, quali potevano essere i Gran Rabbini di New York, di Londra o di Roma, oppure quelli di Gerusalemme e di Tel Aviv che sono i soli con personalità giuridico-religiosa per stabilire contatti di tal genere ad alto livello. È successo il contrario: il Cardinale Bea stabilì fin da principio relazioni con alti dirigenti politici massonici, come Label A. Katz, Presidente mondiale del B'nai B'rith, un Ordine massonico esclusivo per ebrei, con Nahum Goldmann, Presidente del World Jewish Congress («Congresso Mondiale Ebraico») e con alti funzionari dell'American Jewish Committee («Comitato Ebraico-Americano»). È di pubblico dominio che le attribuzioni di questi alti capi ebrei sono esclusivamente di carattere politico ed economico con diretta influenza nell'ONU 29, nel Governo di molti Stati e presso l'onnipotente Banca Mondiale. Vi è dell'altro.
|
New York, 31 maggio 1963: il Cardinale Augustin Bea incontra rabbi Abraham Joshua Heschel (1907-1972), rappresentante del B'nai B'rith. |
Un articolo della rivista Humanitas, intitolato «Gli ebrei e il Concilio», dell'aprile 1963, ci rivelò che il Comitato Permanente dei Rabbini d'Europa e il Consiglio Rabbinico d'America si oppongono decisamente all'avvicinamento spirituale tra ebrei e cattolici. In questo senso, si espressero i rabbini Leo Feuer e Arthur J. Lelyveld (1913-1996), il 19 giugno 1964, nel corso della 75ª Convenzione Annuale della Conferenza Centrale dei Rabbini d'America riunitasi ad Atlantic City; su tutto questo informa dettagliatamente l'organo portavoce degli ebrei nordamericani The New York Times, del 20 giugno 1964. Vi è inoltre da tener presente che Paolo VI, in occasione della sua visita in Terra Santa, venne ricevuto dal Capo dello Stato d'Israele e da tutti i membri di quel Governo; delle alte autorità israeliane era assente solo il Gran Rabbino di Gerusalemme. Per dissimulare le loro vere intenzioni, che sono quelle di fare della Chiesa cattolica un satellite dell'ebraismo, il Cardinale Bea, scagliandosi contro i nazionalismi cristiani e arabi, che egli qualificò genericamente «antisemiti», ha redatto assieme ai suoi colleghi ebrei, il documento in modo che sembri che esso si riferisca solamente agli ebrei dell'Antico Testamento, e cioè al «Popolo eletto» della Bibbia, come se gli ebrei di oggi non fossero sotto tutti gli aspetti i discendenti diretti di quelli che uccisero Gesù Cristo, di quelli contro i quali venne lanciata la maledizione da parte dello stesso Fondatore della Chiesa e che attraverso i secoli hanno rappresentato l'Anticristo permanente fino al punto che non è possibile distinguere tra gli ebrei che hanno commesso il deicidio e causarono la morte dei primi cristiani, intrigando contro di loro presso gli imperatori romani, e quelli del secolo nostro che hanno fomentato le guerre e le rivoluzioni, e che hanno causato la morte e la schiavitù di milioni di cristiani. Il mondo cattolico non vuole attraversare nuovamente la confusione nell'apprendere che nel Concilio Vaticano II, in cui si concentra il sommo delle speranze di tutti quelli che mantengono la fede, si possano alzare voci in favore del popolo che è stato e continua ad essere deicida perché ha messo a morte il Figlio di Dio e ha sempre lottato e continua a lottare per arrivare allo sterminio della Chiesa. Milioni di cristiani in Europa, in Asia, a Cuba e altrove, che gemono sotto l'oppressione ebraica del bolscevismo, non potranno mai comprendere come sia possibile che nella Chiesa vi possa essere chi tende le mani ai suoi carnefici.
|
Vittime del comunismo. |
I popoli arabi, con le loro masse musulmane e cristiane, cadrebbero in un cupo sconforto dinanzi ad un'alleanza del Vaticano con gli usurpatori sionisti che fondarono il loro Stato sulle rovine di tante chiese e monasteri devastati e incendiati in Terra Santa e con l'espulsione dal suolo natale di oltre un milione di palestinesi. Nell'Occidente che ha visto, dalla Rivoluzione Francese in poi, gli ebrei dietro ogni concezione rivoluzionaria e sovversiva, dietro il capitalismo disumano e implacabile e come i promotori della degenerazione attuale dei costumi, dell'arte, della morale pubblica e privata - manifestazioni dirette del messianismo anticristiano - non rimane altro che la fede nell'assistenza dello Spirito Santo che aiuti i Padri Conciliari a disperdere le azioni sovvertitrici dei falsi convertiti che agiscono obbedienti alla consegna delle eterne forze del male. Gli ebrei continuano a crocifiggere Cristo con piena coscienza di continuare la loro plurisecolare missione. In massima parte atei e in minima parte in attesa del venturo Messia, essi sono in agguato contro la Chiesa dovunque si trovino sparsi nel mondo, pronti ad attaccare sempre il simbolo della croce. Tutti lo pensano e qualcuno osa esprimerlo apertamente. Citiamo qui due sole testimonianze, una di ieri e l'altra di oggi. La rivista francese Le Contemporain, nel suo numero del 1° luglio 1886, in una rassegna di avvenimenti storico-politici, recava il testo di un discorso tenuto a Praga dal Rabbino Reichhorn in occasione di un'adunanza di rabbini nel cimitero israelitico presso la tomba del Gran Rabbino Simeon Ben-Judah. Da esso stralciamo il brano seguente: «Poiché la chiesa cristiana è uno dei nostri più pericolosi nemici, dobbiamo operare con perseveranza per diminuire la sua influenza. Bisogna dunque lavorare con perseveranza per imprimere nell'intelligenza di quelli che professano la religione cristiana le idee del libero pensiero, dello scetticismo, dello scisma, provocando controversie religiose che sono feconde di scissioni e di formazioni di sètte nel cristianesimo. Bisogna logicamente incominciare col disprezzare i ministri di quella religione, dichiarando loro apertamente la guerra; provocare sospetti sulla loro condotta privata; così, col ridicolo e con la satira si distruggerà il rispetto che è congiunto con lo stato e col loro abito». Di recente, il giornale Christian Nationalist Cruzade, di Los Angeles (California), riproduceva uno scritto di uno dei più noti e autorevoli agitatori sionisti (nonché sceneggiatore hollywoodiano), Ben Hecht (1894-1964), scritto dal quale stralciamo queste righe: «Una delle cose migliori che abbia mai fatto il popolaccio è stata la crocifissione di Cristo. Intellettualmente, essa è stata una splendida azione; tuttavia, essa venne affidata al popolaccio che commise sciocchezze. Se avessero incaricato me di giustiziare Cristo, lo avrei fatto in modo diverso. Vediamo un po': lo avrei mandato a Roma per essere divorato dai leoni. Mai avrebbero potuto fare di una carne ridotta a brandelli un Salvatore». Così parlavano ieri e continuano a parlare oggi i membri del popolo deicida presentati dal Cardinal Bea e dai suoi accoliti come degli innocenti perseguitati.
E' un OT, l'ultimo commento di ieri al post precedente (forse di paradosi) conteneva un riferimento a Massimo il confessore, ho lasciato una richiesta al commento e la ripropongo qui.
RispondiEliminaMi interesserebbe sapere il titolo del libro su cui trovare l'argomento discusso nel commento in questione per approfondimenti.
Grazie
CVCRCI
Ho risposto nel post precedente. In questi giorni stavo pensando all'incredibile enfasi che normalmente si sente quando certi chierici "à la mode" presentano la caduta dello Stato Pontificio. Essi dicono: ora finalmente la Chiesa ha avuto la possibilità di dedicarsi totalmente alla sua missione spirituale.
RispondiEliminaPenso a quanta polvere sugli occhi si getta dicendo queste cose. Infatti se prima la Chiesa romana era in qualche modo "protetta" dai re o dagli imperatori, oggi c'è tutta una rete non immediatamente evidente d'intrallazzi. La cosa non mi scandalizza fintanto che non fa decadere l'autenticità e la fede. Se, come si sospetta, nelle riforme vaticansecondiste c'è stata pure la longa manus della Massoneria, io mi chiedo che tipo e genere di "indipendenza" può mai avere avuto la Chiesa di Roma e, soprattutto, che prezzo dovrà ancora finire di pagare, nell'aver edulcorato, variato e ammorbidito in infinite gradazioni la chiaezza della fede.
Paradosi
Ci vuole proprio un coraggio da cristiani, impostare queste informazioni oggi, quando persino un papa(Joseph Ratzinger in una lettera ai vescovi del mondo) decreta come inconciliabile con la Chiesa cattolica chiunque, vescovo, si opponga alla verità della shoà...La shoà diventata dogma supremo, superiore alla Resurrezione, proprio per mettere questa da parte ed esaltare il genocidio ebraico! Ma, siccome i cristiani coraggiosi ed intelligentemente colti non sono pochi ed isolati, ma sempre più numerosi che si interrogano sui perchè di una discrasia così profonda nella Chiesa, allora, via con le informazioni e chi vuole si acculturi, chi strizza naso ed occhi, vada pure a farsi appannare visione e cervello da altre parti. C'è così tanto spazio alla menzogna! il 95%, se non di più.
RispondiEliminaNon dimentichiamo che ci sono e si saranno sempre persone che ragionano sui fatti, anche se poi non potranno fare molto (forse nulla). La massa che preferisce non ragionare, d'altronde, è sempre esistita.
RispondiEliminaUn altro assioma che non deve essere messo in discussione, oltre la Shoà. è il DIALOGO, termine lanciato dallo stesso Paolo VI.
Ieri ho visto su youtube la visita del papa a Cipro, tutta in nome del dialogo.
Quanta ipocrisia dietro a questo termine che nasconde spesso solo favori scambievoli molto concreti!! Il bello è che pure qualche vescovo ortodosso del posto ci è caduto facendo discorsi che possono essere solo come "musica" alle orecchie vaticane. A me no convince affatto, e che questa gente si muova pure in cattiva fede mi è evidente!
D'altronde, un conto sono le ciance, un conto è la realtà.
Le definizioni dogmatiche sono quelle, è inutile girarci tanto attorno: o si accettano (e comportano la comunione ecclesiale) o si respingono (e non la comportano). Si può anche essere buoni amici lo stesso ma non si deve confondere il lato umano con quello ecclesiale!
D'altra parte i chierici "neoterici" hanno voluto vedere il dialogo ad ogni costo perfino nella RIVELAZIONE dove Dio - CERTAMENTE! - non dialoga. Cos'ha da imparare dall'uomo e l'uomo cos'ha da insegnare a Dio? Il salmista dice solo "INSEGNAMI I TUOI DECRETI", non dice "dialoghiamo". Dio si rivela, insegna, indica una via da seguire, NON DIALOGA. Lo stesso fa la Chiesa tradizionalmente, poiché è una realtà conforme alla Rivelazione.
Il termine DIALOGO porta a quello che Amerio definì come il "discussionismo", ossia il parlare all'infinito. Non è una cosa fatta a caso, si badi bene. Parlando all'infinito non è che ci si capisce di più! (Per quanti secoli si sono confrontate le posizioni teologiche delle confessioni cristiane?!?). Parlando all'infinito si conforma la psiche di uno dei due all'altro, o, semplicemente, si crea una "via di mezzo" artificiale.
Che sia la "superChiesa" di stampo massonico?
PARADOSI
Vedete, dunque, com'è perfettaente sapiente la Chiesa nella sua tradizione quando, prima di insegnare, invita l'uomo alla CONVERSIONE, ossia a cambiare il cuore?
RispondiEliminaSe versiamo la dottrina cristiana in un cuore non convertito e che ragiona secondo gli schemi di questo mondo (schemi umanistici che pongono Dio sopra l'uomo e quindi il DIALOGO sopra la Rivelazione), finiremo per rovinare tutto e non capirci più niente.
E' il cuore che deve prima cambiare ed è per questo che i Padri della Chiesa non facevano o insegnavano la teologia PRIMA DI AVER FATTO LUNGA ESPERIENZA MONASTICA.
Oggi non è più così e i frutti si vedono, frutti da teologi di fatto atei.
Paradosi
Errata corrige:
RispondiElimina(schemi umanistici che pongono Dio sopra l'uomo e quindi il DIALOGO sopra la Rivelazione),
(schemi umanisitici che pongono l'uomo sopra Dio e quindi il DIALOGO sopra la Rivelazione).
E' proprio la super chiesa di satmpo massonico!
RispondiEliminaQuale cecità!
Sul cuore però io non sarei tanto d'accordo o almeno in che senso?
Dio è intelligibile, conoscibile con la mente ci muove verso di Lui e noi dobbiamo assecondarlo, di qui la grazia.
Sa quando sento cuore mi ritornano in mente i carismatici di cui ho fatto parte e li c'era un sacco di cuore....umano.
CVCRCI
Eh caro Stettino.... il disastro è così grande che siamo obbligati a definire termine per termine, oramai.
RispondiEliminaIl cuore è definito dalla Scrittura come la parte più profonda dell'essere umano. H Kardià, il cuore, è il luogo in cui ha luogo l'esperienza mistica, l'intuizione della presenza divina.
Purtroppo la diffidenza della mistica (che è il cuore dell'esperienza monastica) e il declino della cosiddetta spiritualità con la sua sostituzione de facto con i sottoprodotti romantico-sensuali, ha fatto comprendere come "cuore" il sentimento. Penso che i cosiddetti carismatici si muovono su questo piano. Ma essi si sbagliano: Dio è oltre il sentimento umano e anche i mezzi della Chiesa devono ricordarlo. Questo è così vero che la musica liturgica - per essere tale - non deve essere sentimentale mentre i canti dei carismatici sono..... SENTIMENTALISSIMI!
"Dio è conoscibile con la mente", tu dici. Al posto di "mente" io porrei con l' "intelletto", ossia con la parte più elevata della capacità spirituale. Ma intelletto e cuore non sono separabili. SI separano solo quando l'intelletto si oscura e, di conseguenza, il cuore s'indurisce. Nella Scrittura e nella tradizione patristica rinveniamo, non a caso, entrambi i termini: intellectus, cor; ossia grecamente: NOUS e KARDIA'.
Notasi la sottigliezza: non si dice H DIANEIA (la mente, da cui pure il nome di una setta attuale "dianetici"), ma NOUS ossia INTELLETTO.
Credo che un'opera abbastanza fuorviante sia ridurre l'intelletto alla semplice mente (ossia alla capacità puramente logica), e il cuore al sentimento. Ma queste sono eresie. La Bibbia e la tradizione non dicono questo. Infatti Dio è oltre la logica umana della mente (non la contraddice ma di fatto la supera. Per questo abbiamo avuto bisogno della Sua rivelazione) ed è totalmente al di là del sentimento (non a caso giustamente Giovanni della Croce dice: "attraverso il nulla giungi al tutto"; perfettamente tradizionale!!!).
Peccato che i carismatici non conoscano Giovanni della Croce: li smentirebbe per bene. D'altra parte in lui si riscontrano echi di un Padre molto antico: Dionigi l'Areopagita!
Spero sia sufficiente come spiegazione. :-D
Paradosi
Gut! wirklig gut,Paradosi! hai spiegato bene e la mia unica risposta non poteva essere che in tedesco, lingua definita e logica come il latino, ma che indica anche una nettezza che certe volte è assssolutamente necessaria!
RispondiEliminaUn ringraziamento grandissimo, con intelletto e cuore uniti, a Paradosi per questa bellissima e cattolicissima spiegazione! E' proprio così: il cuore è la sede dell'incontro con Dio, dove la profondità dell'indentità della creatura sta di fronte al suo Tutto. Quando si fa esperienza di trovarsi "davanti a Dio", tutte le facoltà si sviluppano e si ravvivano in modo mirabile ed armonico. Questo è l'effetto dei frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé....e questi frutti invadono sia l'intelletto, sia il cuore...ed in ultima analisi anche "la mente" ed "il sentimento", anch'essi creati da Dio, e riequilibrati dalla Sua azione di Grazia. Credo che un altro rischio da cui guardarsi sia, dopo aver confuso intelletto con "mente" e cuore con "sentimento", prendere "mente" e "sentimento" e gettarli dal dirupo, come fossero potenze interne malvage...penso che sotto l'azione della Grazia anche la mente venga santamente illuminata ed accesa ed anche il sentimento venga santamente infiammato e vivificato, come facoltà buona che spinga ad azioni che vengono da Dio e che a Lui ritornano.
RispondiEliminaLa creatura umana è tutta un prodigio creativo e non vi sono in essa parti negative a priori. Poi la natura va controllata perchè è ferita...
Non conosco i criteri di discernimento per capire se si vive nel sentimentalismo o in una sana forma di sentimento secondo Dio, ma sono certa che esistano entrambi le condizioni, e siano distinguibili.