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sabato 14 luglio 2012

S. Ecc. Mons. Richard Williamson: "La Fraternità se entra nella "Chiesa Conciliare" sarebbe “strangolata, divorata, sommersa”. Innestata all’insieme della vivente Chiesa conciliare, la FSSPX non potrebbe apportare alcun aiuto perché riceverebbe da questa Chiesa la malata vita conciliare. Dio non voglia!...

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X
Fonte Unavox...
Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo alla trasformazione della comprensione che la Chiesa ha di se stessa e al ruolo svolto in questo da Benedetto XVI. Parte sesta.
Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html

  14 luglio 2012  


L'ecumenismo di Benedetto - VI

Avevamo promesso che nell’ultimo numero di questa serie di articoli di “Commenti Eleison” ispirati dal libro del Dott. Wolfgang Schüler su “Benedetto XVI e l’auto-comprensione della Chiesa”, la principale lezione si sarebbe potuta applicare all’attuale situazione della Fraternità San Pio X. L’applicazione è stata già suggerita: se si può essere cattolici solo appartenendo all’organismo vivente della Chiesa cattolica, allora, appartenendo all’organismo della Chiesa conciliare, si diventerà conciliari.

Benedetto XVI sostiene che pezzi cattolici separati della Chiesa cattolica appartengono ancora alla Chiesa di Cristo. Il Dott. Schüler, seguendo Nostro Signore (Gv. XV, 1-7), sostiene invece che essendo la Chiesa un organismo vivente, i rami tagliati da esso appassiscono e muoiono, perché ciò che dà loro la vita è la pianta. Ne consegue che se la FSSPX s’innesta alla pianta conciliare, che è interamente ammalata della religione dell’uomo del Vaticano II, questa pianta trasmetterà la sua malattia alla FSSPX. Ecco tre citazioni di Monsignore Lefebvre che illustrano questa realtà:-

Nel 1984, ben prima delle consacrazioni episcopali del 1988, egli condannava già l’illusione che la FSSPX “tornando nella Chiesa sarebbe stata in grado di combattere, facendo questo o quello”. E replicava: “Questo è assolutamente falso. Non si può tornare in una struttura, mettersi sotto i suoi superiori e pensare che una volta dentro si possa mettere tutto sottosopra. La realtà è che essi hanno tutto ciò che serve per strangolarci. Hanno tutta l’autorità”.

Nel 1988, appena prima delle consacrazioni, diceva: “Roma vuole che tutto vada verso il Vaticano II, mentre lascerebbe a noi un po’ di Tradizione. (…). Essi non hanno mutato la loro posizione. Non possiamo metterci nelle mani di queste persone. Sarebbe un prenderci in giro. Non intendiamo lasciarci divorare. (…) A poco a poco la Tradizione sarebbe compromessa”.

Nel 1989, poco dopo le consacrazioni, rispondeva all’obiezione che la FSSPX avrebbe fatto più bene alla Chiesa stando dentro che rimanendo fuori. E replicava: “Di quale Chiesa stiamo parlando? Se si intende la Chiesa conciliare, noi abbiamo lottato contro il Concilio per 40 anni perché vogliamo che la Chiesa sia cattolica, dovremmo rientrare in questa Chiesa conciliare allo scopo, presumibile, di renderla cattolica. Questa è una totale illusione. Non sono i sottoposti che fanno i superiori, ma i superiori che fanno i sottoposti. In mezzo a tutta la Curia romana, in mezzo a tutti i vescovi del mondo che sono progressisti, sarei rimasto completamente sommerso. Non avrei potuto fare nulla.



  
I "governanti" della Nuova Chiesa partorita nel conciliabolo Vaticano modernista II...

In conclusione, se con un accordo pratico o con la regolarizzazione canonica la FSSPX si mettesse sotto le autorità conciliari della Chiesa, che sono ancora fermamente attaccate alle idee del Vaticano II, come hanno pienamente dimostrato i colloqui dottrinali del 2009-2011, la sua difesa della vera Fede sarebbe “strangolata, divorata, sommersa”. Innestata all’insieme della vivente Chiesa conciliare, la FSSPX non potrebbe apportare alcun aiuto perché riceverebbe da questa Chiesa la malata vita conciliare. Dio non voglia!
                                                                                                                            Kyrie Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra

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Ecco un esempio di come ci si può traviare mettendosi sotto le ali degli assassini della fede. Testimonianza pietosa di un prete "conciliare" totalmente cieco:

Il 24 giugno del 1962, giusto cinquanta anni fa, venivo ordinato sacerdote. Gettando uno sguardo all’indietro non osso che lodare e ringraziare il Signore per i tantissimi doni con i quali ha riempito la mia vita": si apre così l'editoriale della Borromea in distribuzione in Duomo in questi giorni.
Mons. Fausto Bonini, arciprete del Duomo, festeggia domenica 24 giugno il cinquantesimo anniversario della sua Ordinazione, celebrando in Duomo la Messa delle ore 11.30. Ed ecco il suo pensiero in questa occasione.

"Il 24 giugno del 1962, giusto cinquanta anni fa, venivo ordinato sacerdote. Gettando uno sguardo all’indietro non posso che lodare e ringraziare il Signore per i tantissimi doni con i quali ha riempito la mia vita. Uno in particolare riguarda le novità portate dal Concilio nella celebrazione della Santa Messa. Ho dei ricordi molto vivi della Messa che allora ho cominciato a celebrare. Tutto in latino, con le spalle rivolte alla gente. Dietro di me coloro che partecipavano alla Messa (allora si andava ad “ascoltare la Messa”!) facevano le loro cose mentre io facevo  la mia Messa in una lingua sconosciuta e misteriosa. Chi recitava il rosario, chi leggeva le preghiere da un libretto intitolato Massime eterne, chi semplicemente aspettava che il tempo passasse. Neppure il Padre nostro veniva recitato insieme. Ai fedeli era concesso di unirsi solo alla fine dicendo: Sed libera nos a malo.
Ma nell’ottobre del 1962, l’anno stesso della mia ordinazione, papa Giovanni XXIII indiceva il Concilio, il Vaticano II. Di quel periodo ricordo la vivacità dell’interesse con cui seguivamo i lavori dei Padri conciliari. Il Patriarca Urbani, che vi partecipava, ci scriveva da Roma le sue riflessioni. Noi leggevamo con grande interesse i vari documenti. Fu una stagione straordinaria. Difficile anche, ma straordinariamente ricca. Il dono più grande che il Concilio ci fece in quegli anni fu la restituzione della Missa antiqua, la Messa antica, che ancora oggi celebriamo. E’ la Messa che celebravano le comunità cristiane dei primi secoli. In una lingua comprensibile, sottolineando l’aspetto della “cena del Signore” così come Gesù l’aveva celebrata. Una mensa della Parola, prima di tutto, ricca di testi della Sacra Scrittura ascoltati e spiegati, e poi mensa del pane e del vino, Corpo e Sangue del Signore. La Messa di tutti, presieduta dal sacerdote, e non più la Messa del sacerdote che i fedeli “ascoltavano”. E poi 50 anni di vita sacerdotale, vissuti quasi tutti fra i giovani, soprattutto nella scuola e nell’università. Ringrazio il Signore perché mi ha donato uno spirito di ottimismo, rendendomi facile guardare sempre al mezzo bicchiere pieno anziché lamentarmi del mezzo bicchiere vuoto. Ma lo ringrazio soprattutto per il dono dell’amicizia: mai vissuta una stagione della mia vita senza amici, doni preziosi del Signore. E infine lo ringrazio per il dono che mi ha fatto in questi ultimi anni. Quando ormai credevo che non avrei mai fatto l’esperienza del parroco, mi è stata affidata la comunità più bella e più impegnativa che potessi sognare. A San Lorenzo ho cercato di essere accogliente nei confronti di tutti. Ho trovato l’affetto sincero che si guadagna anche attraverso passaggi a volte difficili. Una comunità vivace e vitale che qualche giorno fa ha generato un nuovo sacerdote. Don Mauro, ti auguro che il Signore sia generoso con te come lo è stato con me. Grazie alla comunità di San Lorenzo, grazie ai frequentatori del Duomo, e grazie alle persone che il mio ruolo di Delegato del Patriarca mi ha dato l’opportunità di incontrare. Grazie per la vostra amicizia e per il vostro affetto. Concludo con il Salmo 40: “Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio, quali disegni in nostro favore: nessuno a te si può paragonare. Se li voglio annunziare e proclamare sono troppi per essere contati”.
Don Fausto (http://www.sguardosullapiazza.it/)

fonte: sito del Duomo di Mestre
 

28 commenti:

  1. Nell'ultimo scritto di questo post, gli errori e le utopie solite (Messa paolina = messa antica) sono mescolati con la tipica vacua mentalità veneta, tutta frou-frou e superficialità. Mi riferisco a quanto scrive il prete del duomo di Mestre.

    Beninteso non penso che tutti i veneti siano dei superficiali ma la prevalente tendenza sociale di quel gruppo è questa e il prete, evidentemente, da forza a tutto cio'.

    Non a caso in certe parti del veneto ci si vergogna pesantemente delle proprie origini contadine e si assume un'identità "di plastica" che appare pacchiana e ridicola quando viene vista dalle popolazioni delle regioni circostanti.

    Il modernista veneto è il peggior modernista perché oltre a ripetere a "paperovia" le scempiaggini di tutti gli altri, le sostiene con un bisogno radicale di riscattarsi dalla "primitività rurale" (una specie di peccato delle origini) sposando una pseudo-modernità che fa ridere i polli ma alla quale lui crede più che al dogma della Trinità.

    Paradosi

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    Risposte
    1. Per non apparire affatto "ingiusto" faccio una precisazione. Il sacerdote, chiamato a celebrare un mistero che lo pone a contatto diretto con l'Al di là, se ha coscienza di questo ha un ordine di valori totalmente differente. Mette al centro questa "verticalità". Se avessero intervistato Mosé, avrebbe mai potuto dire che il suo dono più grande è stata "l'amicizia" o "un'istituzione umana" o, ancora, la sua capacità di guardare al "bicchiere mezzo pieno piuttosto che a quello mezzo vuoto"??? No di certo!! Avrebbe detto che il suo dono più grande è stato il contatto con il Dio vivente!!!
      La Messa è qualcosa del genere ma, invece di vederla così, questo clero progressista glissa velocemente oltre e guarda agli aspetti umanistici. Sta in questo la perversione di tutta una religione.

      Paradosi

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    2. Quante chiacchiere inutili. Ma che fine ha fatto il si si no no? Siete dei bizantini!!!

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  2. Vorrei fare osservare, inoltre, qualcosa che può parere marginale ma che è molto importante.

    Roma accorpa, nella sua istituzione, diverse realtà religiose ma ha la "straordinaria capacità" di non farsene influenzare. Pensiamo, ad esempio, a tutte le comunità di rito bizantino, armeno, copto, tanto per fare un esempio.

    Cosa succede in seno a queste comunità? Sono loro ad influenzare - nei loro lati tradizionali - Roma o avviene piuttosto il contrario (Roma li influenza)?

    La storia è lì a dimostrarci che è avvenuto esattamente il secondo fenomeno e continua ad avvenire! La latinizzazione pesante dei riti orientali lo ha dimostrato. E, per giunta, diverse comunità bizantine odierne tendono ad imbastardire il culto introducendo elementi non propri alle loro tradizioni, come per dimostrare la loro sudditanza anche alle ultime mode vaticansecondiste.

    Non si può conservare una tradizione liturgica e dogmatica indenne se ci si pone in un contesto più ampio che non la capisce e per osmosi tende ad alterarla.
    Questo è un dato di fatto e spinge decisamente le persone a non aver a che fare con la Roma modernista odierna. Non si può fare una scelta differente.
    Ben diverso sarebbe, invece, se Roma volesse fare un serio ripensamento. In quel caso si avrebbe sufficiente margine per poter vivere senza essere aggrediti e non ci sarebbero difficoltà per aprirsi ad una profonda comunione. Ma oggi non è affatto così!

    Paradosi

    RispondiElimina
  3. Dal sito Una Vox (in fondo cliccando sul commento eleison di mons. Williamson) è possibile iscriversi alla newsletter (in italiano) che permette di ricevere direttamente sulla propria e-mail i commenti... invito tutti a farlo se non altro per far sentire la nostra vicinanza a Monsignore!
    E' di oggi (Corriere della Sera) la notizia che al Capitolo Fellay ha messo ai voti l'espulsione di Mons. Williamson: favorevoli 29, contrari 9.
    Ovviamente il mondo esulta...

    Luigi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Luigi
      non si riesce a capire se è stata messa ai voti l'espulsione dalla Fraternità o dal Capitolo? ( Mons Williamson aveva fatto richiesta di essere ri-ammesso ) sai dirci di più?
      Grazie Matteo

      Elimina
    2. ho cercato sul sito del Corriere ma non ho trovato alcuna allusione od articolo su mons. Williamson....
      ??

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  4. Interessante. Quindi vuol dire che Fellay nn fara' un passo indietro nella sua linea. wiliiamson verra' espulso a monito x altri?
    E come possono i capitolari arrivare a tanto?

    la base che dice?

    CC

    RispondiElimina
  5. Ormai anche i fedeli cattolici che seguono la FSSPX sono in gran parte colpiti dal morbo della iperobbedienza già responsabile della devastazione della fede dopo il Concilio... quelli che usano la propria testa e vedono le cose come stanno sono pochi e malsopportati... ma anche piuttosto agguerriti!!!

    Luigi

    RispondiElimina
  6. Carissimi,

    Non ho mai letto, qualcuna analisi del Concilio per la sua premessa iniziale (ciò è quello che ha motivato la sua convocazione). Nella occasione, hanno detto che era quello di rendere la dottrina cattolica, più accessibile all'uomo moderno. Tuttavia, un Concilio che produce testi equivoci e ha bisogno di una ermeneutica della continuità, non rende la dottrina più accessibile, ma il suo acesso diventa più difficile ai cattolici (immagina agli uomini moderni). Se pensiamo oggettivamente e chiediamo: che cosa ha insegnato il Concilio? Non possiamo dire ciò che ha insegnato, quindi, sicuramente non ha diventato la dottrina cattolica più accessibile a nessuno uomo. È più facile comprendere l'insegnamento della Chiesa, nei scritti e gli atti del Magistero pre-conciliare, che compreendere l'insegnamento dati dal Concilio e dal magistero post-conciliare.

    Mi sembra, tutto ciò che è stato fatto in occasione del Concilio, serve solo lo scopo di introdurre la Nouvelle Theologie nella Chiesa. Prima del Concilio vi erano misteri della nostra fede che si poteva capire per nostra ragione, dopo di lui, tutto è diventato mistero (sia atti o insegnamenti del Concilio, come del magistero). Questo non è sicuramente diventare la dottrina cattolica più accessibile a chiunque...

    RispondiElimina
  7. -E' di oggi (Corriere della Sera) la notizia che al Capitolo Fellay ha messo ai voti l'espulsione di Mons. Williamson: favorevoli 29, contrari 9.
    Ovviamente il mondo esulta...-

    Esulto anche io per una sola ragione: è un'altra vergognosa azione di Fellay, che denota sia la mancanza di spirito cristiano (vedere la espulsione di don Meramo, don Abrahamowicz,ed altri di cui non ricordo il nome)sia l'asservimento a ragioni che non sono nè della Fraternità, nè del suo fondatore.

    Al di là quindi, della sofferenza ingiusta di mons. Williamson,mi auguro che questa ennesima azione possa aprire gli occhi a tutti i fedeli cattolici, come a mons Williamson, e generare quella doverosa ondata di reazione e sdegno che sbatta fuori finalmente quell' indegno membro della FSSPX.

    Altrimenti, bisogna aspettarsi altre nefande azioni come questa.
    A quando la sveglia ?

    RispondiElimina
  8. grazie Gederson.
    Le ho risposto a questo commento nel blog di Mic, perchè e importante che tutti i lettori oggi confusi si rendano conto di una cosa:
    gli intellettuali della Chiesa ci confondono le idee con tante parole iniutili, stanno complicando una realtà semplicissima che è sotto gli occhi di tutti.
    Il concilio non solo non ha dato buoni frutti, non ha reso comprensibile la Dottrina all'uomo moderno, come a parole si proponeva, ma ha fatto solo DANNI, e i danni peggiorano di giorno in giorno, nella Dottrina stravolta (ci sono omelie orribili che dobbiamo sentire...) e nella Liturgia sempre più dissacrata e svuotata delle sue grazie, sciatta e resa cosa terrena, solo umana, frivola e mondana.
    Però tanta gente si illude, con quella parola magica "ermeneutica di continuità", che spuntino fuori -un giorno lontano in un futuro di fiaba- i bei frutti che il cv2 aveva in sè (=dentro il fango del linguaggio fumoso....che bisogna scavare, scavare, e aspettiamo un futuro papa che scavi....)
    Tanti cattolici, sia clero che laici, che vanno appresso ad un' utopia, come al flautista magico, non si rendono conto che così facendo, l'utopia gli oscura il Vangelo ! glielo fa dimenticare e SVALUTARE, come fosse semplice messaggio umano, uno tra tanti ! Infatti l'utopia conciliare dice: "Verrà, verrà un giorno...vedrete chiaro il bel concilio che ora è ancora nascosto! vi sarà svelato !" l'utopia promette un magnifico "verbo" futuro, una parola PIU' GRANDE, PIU' chiara e BELLA di quella che la Chiesa aveva insegnato in 1930 anni.
    L'utopia è non-realtà, e porta alla perdizione, al RINNEGAMENTO di Nostro Signore, Luce e Salvatore del mondo, che si è già rivelato e ha consegnato la sua Dottrina perenne agli Apostoli nell'anno 33, per trasmetterla INALTERATA E SENZA EVOLUZIONI o nuove interpretazioni.
    Questa utopia conciliare ha aperto le porte all'avvento dell'anticristo: annuncia con il suo fumo di parole ambigue e inginocchiate al mondo, (culto dell'uomo, disse Paolo VI) un verbo "rinnovato, rivisto, corretto, ad uso dell'uomo moderno" che -come dice S. Paolo- NON SOPPORTA PIU' LA SANA DOTTRINA, ma si circonda di maestri secondo le sue voglie.
    E temo proprio che il Signore, davanti all'ostinazione dei grandi pastori della Chiesa (papi, prelati, vescovi e teologi modernisti) che a tutti i costi vogliono adeguare il Vangelo al mondo -anzichè convertire il mondo al Vangelo, come era stato fatto per 1930 anni- lascerà andare la gran parte del clero allo sbaraglio dell'accecamento dovuto a superbia; e purtroppo i pastori si trascineranno appresso tante anime alla perdita della vera Fede.
    Questo è l'immane disastro annunciato dalla Madonna a Fatima: apostasia dilagante a partire dall'alto clero, anzi dai vertici, e dall'alto diffusa verso il Gregge, che vede e sente cattivi esempi e insegnamenti deviati.
    Si sta avvertando ciò che disse Gesù a suor Lucia: "Fai sapere ai miei ministri che, dato che seguono l'esempio del Re di Francia (nel non obbedire ai Miei ordini) lo seguiranno anche nella sventura.
    Come vide suor Lucia già 40 anni fa: i ciechi cominciano a farsi guide di ciechi.
    Continuiamo a pregare per il papa e per tutto il clero, per tutto il Gregge sbandato e per il piccolo Gregge noto al Signore, ma ho paura che quelle profezie si compiranno comunque. Resistiamo con forza allo tsunami che vuole travolgere tutti nella confusione, non perdiamo la Fede e la Speranza e teniamoci stretti alla Dottrina di sempre.
    Questo disastro soprannaturale è ben più grave delle calamità naturali che poi seguiranno, se le parole della Madonna sono degne di fede quando parla di un grande castigo che verrà sul mondo a causa dei suoi peccati ("intere nazioni saranno annientate ecc.")

    Ester

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Ester,

      Sono d'accordo con quello che hai detto. Hai fatto un bell commento, complimenti. Il problema di porre la premessa iniziale del concilio, mette i difensori di lui in seri problemi, perché con ermeneutica della continuità e la lettura del Concilio alla luce della tradizione, la dottrina non è sicuramente diventata più accessibile.

      Come tu hai detto, la realtà è semplicissima, il problema è che loro per formazione filosofica e teologica, non sono capace di capire la realtà. Per il filosofia hegeliana che fa parte del pensiero della teologia de loro, il pensiero è che cria la realtà (una evoluzzione del paganesimo, dove il pensiero creava la divinità). Così, dobbiamo avere cura con l'analisi che loro fanno, in generale non sono realtà al di fuori della testa di loro.

      Infine, la chiave di tutto è il segreto di Fatima. Pio XII che ha letto il segreto, ha detto che la Vergine ha avvertito cerca il suicidio che sarebbe cambiare la liturgia e la teologia della Chiesa ...

      Un Saluto dal Brasile

      Elimina
  9. Con tristezza, per quel che credo vero e futuro prossimo, concordo con Ester!

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  10. Consiglio di leggere qui! Si ritrovano tante analisi sin qui fatte e convertite in deduzioni "sconvenienti" ma molto,molto verosimili.

    http://www.agerecontra.it/public/press20/?p=12018#more-12018

    RispondiElimina
    Risposte
    1. LIBRO E MOSCHETTO TOMISTA PERFETTO15 luglio 2012 alle ore 15:54

      LA NOTIZIA E' ASSOLUTAMENTE FALSA.

      PS e' LA TERZA VOLTA CHE METTO QUESTO COMMENTO DEVE ESSERCI UN PROBLEMA O VIENE CANCELLATO

      Elimina
    2. Non c'è nessun problema. Sono io che la sto censurando, perchè un messaggio del genere, senza nessuna spiegazione, senza dimostrazione alcuna, senza che sia argomentato in qualche modo, e per giunta postato da un emerito anonimo, NON HA ALCUN VALORE E LASCIA IL TEMPO CHE TROVA.

      Oltretutto se non vuole venir ulteriormente cancellato si cambi quel nick apertamente provocatorio ed offensivo nei confronti di San Tommaso d'Aquino, perchè chi segue la sua dottrina angelica noon è certo da paragonare ad uno che imbraccia un moschetto. Si vergogni.

      Elimina
  11. Prepariamoci ............al peggio.

    Preghiamo lo Spirito Santo e la Madonna Santissima di essere loro degni Apostoli degli Ultimi tempi........per la nostra salvezza e per renderci strumenti nelle Loro Sante Mani. (vedi S.Luigi M. Grignon de Monfort e la profezia di Fatima)

    Massimiliano

    RispondiElimina
  12. x libro e moschetto.....
    immagino la notizia della messa ai voti per Williamson ! Infatti avevo guardato sul Corriere,ma non avevo trovato nulla!

    Non capisco queste notizie buttate lì come buttare un nido di vespe, per vedere che effetto fa?

    Sig. Luigi, che ci dice ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No Mardu,
      la notizia è vera. Ci è stata confermata proprio ieri da persona attendibilissima e totalmente al dentro nei rapporti e nelle notizie circa la Fraternità. Monsignor Williamson si era appellato alla votazione del Capitolo, quando si è visto estromettere dal Superiore, ed i capitolanti hanno emesso, con voto segreto, il verdetto che conosciamo....

      Elimina
    2. OVVIAMENTE MI RIFERISCO ALL'ESTROMISSIONE DAL CAPITOLO, NON ALL'ESPULSIONE DALLA FSSPX.

      Elimina
  13. C'è gente che quando vede tensione si diverte a mettere tensione su tensione.
    In realtà, io penso molto più probabile che il Capitolo abbia fatto "marcia indietro", dato il panorama vaticano attuale (il cambio modernista della guardia alla Congregazione della Fede e l'intenzione papale di beatificare Paolo VI) e il pericolo di spaccature all'interno della Fraternità (la minaccia di mons. Tissier de Mallarais di consacrare altri vescovi).
    Ragionando a mente fredda l' "indietreggiamento" è l'unica cosa più probabile che abbia deciso il Capitolo!

    Paradosi

    RispondiElimina
  14. "Il concilio non solo non ha dato buoni frutti, non ha reso comprensibile la Dottrina all'uomo moderno, come a parole si proponeva, ma ha fatto solo DANNI..."

    Sacrosante parole!
    Mi capita piuttosto sovente di passare nei luoghi della mia infanzia. Quando facevo la terza elementare il Concilione era finito da alcuni anni ma, nella parrocchia vicinissima alla mia scuola, si respirava ancora l'atmosfera precedente.
    Mi ricordo quando ci facevano entrare per pregare, la chiesa aveva un'atmosfera speciale che s'impresse nella mia anima di bambino; gli altari laterali stessi avevano un'aurea come "magica" e tutto sembrava parlare di soprannaturale.
    Di lì a poco le cose cambiarono, ma io ero troppo piccolo per accorgermene. Ricordo ancora quando con i genitori, sempre piccino, andavamo alla messa di mezzanotte in quella chiesa. Io non sapevo nulla di latino ma, ricordo distintamente!, mi univo a cantare come potevo il "Credo in unum Deum" che tutto il popolo cantava all'unisono... Che ricordi!
    Ora quando mi capita di entrare (di rado) in quella chiesa, la noto decaduta, ingrigita, rovinata dalla incuria conciliare: una tristezza unica!
    La chiesa fu consacrata un mese dopo la mia nascita ed aveva ancora l'orientamento tradizionale. Ma quando lo "spirito del Concilio" se ne impossesso' pure essa - nella sua materialità - si trasformo' e decadde!

    Paradosi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Capisco la Sua tristezza. Nella mia parrocchia di montagna, col vecchio parroco, ancora negli anni 80 resistevano i funerali coi canti gregoriani, ricordo l'In Paradisum deducant te Angeli cantato come Iddio comanda e non la attuale orripilante storpiatura in itaglianski carasciò, il Requiem, l'Ego sum, il Benedictus... Per carità, di fronte a che orrore ci hanno messi!
      Riccardo

      Elimina
    2. Infatti gli anni '80 furono l'estremo limite di resistenza del mondo tradizionale all'interno del Cattolicesimo. Subito dopo anche quel mondo morì, assieme ai suoi preti, ultimi ad essere stati formati in un mondo in cui il "Sacro" aveva ancora senso.

      Elimina
  15. E ricordo ancora la parrocchia della mia prima adolescenza. Quando cambiammo casa, adammo in un quartiere di nuova costruzione dove c'era una piccola parrocchia da poco costruita. Il nuovo parroco, imbevuto di ideologia conciliare, aveva mantenuto per poco tempo l'orientamento tradizionale nell'edificio sacro. Quando iniziai a frequentare la parrocchia (per la prima comunuione) aveva già fatto alcune trasformazioni: l'altare (o meglio il tavolo) invece di stare al fondo dell'unica navata, stava di traverso, al centro di un muro laterale. Ciononostante si mantenevano alcuni elementi tradizionali: l'altare era sopraelevato da gradini, c'erano diversi chierichetti vestiti tradizionalmente e molte cose riportavano ancora la memoria verso la tradizione. Io stesso avrei voluto vestirmi come uno di quei chierichetti e, nella mia mente da bambino, lo ritenevo un onore. Ma lo stesso parroco non lo voleva e mi disse di lasciare perdere che, in fondo, non aveva molto senso. Mi deludeva e non ne capivo il perché ma obbedivo e servivo la messa senza vestina (non me la fece mai mettere!).

    Di li a poco il parroco abolì i chierichetti, fece costruire la più modernistica chiesa della regione, inizio' a fare leggere il vangelo alle donne (le stesse donne di fatto servivano all'altare) e protestantizzo' la stessa messa di Paolo VI già di molto protestantizzata....
    Ricordo ancora le donne che collaboravano in quella parrocchia negli anni settanta. Erano tutte esaltate, elettrizzate all'idea dei cambiamenti.
    Le ultime volte che frequentai (poi me ne allontanai cadendo in una sorta di agnosticismo) aveva introdotto dei capelloni schitarranti e, nelle prediche, inveiva contro quei giovani che fanno vedere "i peli dell'ombelico" (così si esprimeva letteralmente) ma intanto amava autodefinirsi "progressista comunista".

    Di quella gente, ora, non esiste più nessuno e il loro posto è stato preso da un vuoto e da una depressione incredibile. La chiesa conciliare (che non ha nulla di sacro né mai è stata consacrata) sta come un monumento di rovina nel deserto...

    Paradosi

    RispondiElimina
  16. Grazie Paradosi, ha descritto in modo efficace quel che molti di noi hanno vissuto, o meglio, sopportato sulla loro pelle, riguardo alla chiesa e cerimonie dopo la ventata allegra del post-concilio.

    Anche io ricordo l'effetto della sacralità pre-conciliare quando ero un bambino.
    Ad una processione del Santissimo per le strade, mi scappò da ridere con un coetaneo, per una battuta sua. Fui ripreso da un assistente laico che mi fece vergognare della mia stupidità superficiale.
    Ed ancora ne ho il ricordo. Erano tempi in cui il sacerdote indossava vestiti adatti alla sacralità delle cerimonie religiose e la gestualità era, pure, solenne e noi bambini lo avvertivamo benissimo !

    La messa, ora "antica", faceva riflettere moltissimo alla faccia delle buffonesche ed irriguardose espressioni di certi odierni preti che non hanno capito nulla del Sacrificio Eucaristico e confondono l'assemblea con la mensa ed il ricordo.

    Non si dice infatti, ora: "fate questo in memoria di Me" ?

    La scandalosa traduzione odierna è la messa a berlina delle parole esatte che furono in realtà:
    "fate questo in rinnovazione-memoriale di Me"
    Poichè dal testo greco ed aramaico non si può tradurre semplicemente con "ricordo" quello che indica un ricordo-rivivente e rinnovante.
    Quindi la traduzione forsennata fa dedurre ciò che non è e toglie la carica misteriosa della reale transustanziazione !

    Kriminale fu il traduttore/i ! E complici papi e vescovi che non fanno la correzione ...


    Non ho alcun dubbio che la "ventata" del Concilio e le derivazioni-depravazioni conseguenti abbiano allontanato tantissimi dalla Chiesa. Non hanno più sentito quello spirito sacro che aleggiava nella chiesa stessa.

    Non per nulla Andrè Frossard, vissuto al tempo pre-conciliare, da ateo totale ed indifferente che era, divenne all'improvviso credente cattolico romano solo entrando in una chiesa dove si cantava in gregoriano ("Dio c'è, io l'ho incontrato").

    Ma queste opinioni fanno sorridere i moderni cultori della ragione hegeliana e dell'ermeneutica del piffero. Proseguono imperterriti sulla via della rovina portandosi dietro migliaia di anime sbandate.

    RispondiElimina
  17. Invece di perderti dietro alle parole cerca l'essenza. Quanto odio nella tua anima, che dio ti perdoni.

    RispondiElimina

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