Sodalitium n° 38,
giugno-luglio 1994 (pagg. 17-29)
INFILTRAZIONI GIUDAICO - MASSONICHE NELLA CHIESA ROMANA
di don Curzio Nitoglia
INTRODUZIONE
Abbiamo già visto nel numero precedente [1], come il Giudaismo-religione abbia congiurato
contro Gesù Cristo, i suoi Apostoli e la Chiesa, cercando
d'infiltrare
una "quinta colonna" nella Chiesa stessa per poterla distruggere
dall'interno.
Nel presente articolo cercherò di richiamare l'attenzione del
lettore su una serie di fatti oggettivi e inequivocabili che mostrano
le infiltrazioni della contro-Chiesa attuate nel Corpo Mistico di
Cristo.
Il come sia stato
possibile tutto ciò è un mistero che ci sorpassa,
è il mistero della
Volontà permissiva di Dio in rapporto al male morale, che non
è voluto
ma solo permesso per trarne un bene maggiore.
Il perché dell'infiltrazione giudaico-massonica nella Chiesa
sorpassa il nostro misero intelletto, ma sarebbe irragionevole chiudere
gli occhi sugli avvenimenti che la comprovano e purtroppo, con il
Concilio Vaticano II, la testimoniano sino al suo stesso vertice. Paolo
VI d'altronde, aveva già parlato di "autodemolizione della
Chiesa" e di
"fumo di satana, penetrato all'interno della Chiesa di Dio", ammettendo
implicitamente la realtà del fatto.
In molti casi dobbiamo fermarci al quia,
alla constatazione del fatto, senza pretendere di conoscere il propter quid, il perché del
fatto.
La Giudeo-Massoneria ha formato il disegno di corrompere le membra
della Chiesa, e specialmente il clero e la gerarchia, inoculando in
esse falsi principi che di cristiano mantengono solo il nome senza
averne più la sostanza [2].
Un altro fatto inequivocabile (oltre al complotto contro la Chiesa)
è che oggi quasi tutti, anche i cattolici, appartengono in
qualche modo
all'anima della Massoneria, pur non essendo membri del suo corpo,
cioè
pensano e ragionano da massoni: sono per la tolleranza, il pluralismo,
il rispetto dell'errante, la democrazia moderna e liberale, il non
esclusivismo. Oggi Benedetto Croce avrebbe più giustamente
scritto Perché non possiamo
non dirci massoni,
e la teoria di Rahner andrebbe riproposta come Il massone anonimo [3].
Questa è la triste realtà: da un lato il complotto
della Sinagoga
contro la Chiesa, dall'altro lo spirito cabalistico-massonico che ha
invaso ogni cosa e che respiriamo ormai come l'aria che ci circonda.
È
molto arduo poter definire il perché, il come di tutto
ciò, che in
molti aspetti ci sfugge, ci sovrasta e su cui possiamo solo fare
congetture senza poter arrivare alla certezza; eppure non dobbiamo
chiudere gli occhi sulla terribile realtà nella quale siamo
chiamati a
vivere, sotto pena di sbagliare di "campo" o di stendardo, convinti
magari di militare sotto quello di Cristo, ma combattendo in
realtà,
sotto quello di Lucifero [4].
Nell'articolo precedente abbiamo visto i piani massonici (svelati da
Barruel e da Cretineau-Joli, e riportati nei suoi volumi da Mons.
Delassus), i quali parlano di un
"papa" secondo i bisogni della setta, cioè imbevuto della
sua
filosofia, un "Papa" che, pur non essendovi iscritto, fa però
parte
della sua anima, al fine di portare a compimento il trionfo della Rivoluzione.
Per giungere a tale scopo la Massoneria ha formato una generazione
degna di tale avvenimento, mediante la corruzione intellettuale e
morale della gioventù, fin dalla più tenera età,
per poterla poi
attirare, senza che se ne accorga, alla mentalità del
"massonismo".
Soprattutto nei seminari essa ha svolto il suo ruolo d'infiltrata, di
corruttrice delle idee, perché un giorno i giovani seminaristi
diverranno preti, vescovi, cardinali, governeranno e amministreranno la
Chiesa e, come cardinali, saranno chiamati a scegliere un "Papa"; ma
questo "Papa", come la maggior parte dei suoi contemporanei,
sarà
imbevuto di principi filantropici e naturalistici e sarà quindi
omologo
agli interessi della setta.
Il clero e i fedeli
marceranno così sotto lo stendardo massonico, credendo ancora di
essere
sotto la bandiera pontificia.
I fatti che mi accingo a riportare sono la prova inequivocabile che
tale disegno è riuscito, almeno per ora. Nostro Signore infatti
ci ha
promesso che "le porte dell'inferno
non prevarranno" e così sarà. Noi cristiani, come
il nostro
Capo, Gesù Cristo siamo abituati a vincere per mezzo delle
sconfitte.
Proprio quando Gesù fu crocifisso e abbandonato da tutti, con la
sua
morte ci redènse; così sarà anche del suo Corpo
Mistico, la Chiesa:
quando sembrerà ormai essere morta, allora risorgerà in
tutto il suo
fulgore: "Regnavit a ligno Deus"!
Tali fatti non devono scandalizzarci, ma, al contrario, devono farci
prendere i mezzi adatti (con l'aiuto di Dio che non manca mai) per fare
qualcosa per il bene della Chiesa, flagellata e coronata di spine come
il caro e buon Gesù.
Una bella preghiera di San Tommaso Moro recita così: "O
Signore fate
che non mi scandalizzi davanti al male ed al peccato, ma datemi la
forza di porvi rimedio".
I PAPI DENUNCIANO LE INFILTRAZIONI GIUDAICO-MASSONICHE ALL'INTERNO
DELLA CHIESA
Pio VI nel Breve "Quid aliquantum" (10 marzo 1791)
critica la Costituzione civile del clero e in un altro Breve al clero e
al popolo francese (19 marzo 1792) condanna gli ecclesiastici che
giurano fedeltà alla Rivoluzione in questi termini: "Il
carattere...
degli eretici e degli scismatici fu... di ricorrere all'artificio e alla dissimulazione: così i
nuovi intrusi della
Chiesa di
Francia hanno imitato alla perfezione quest'arte... d'ingannare...
mediante la finzione e
la menzogna..." [5].
Pio VII nell'Enciclica Diu Satis (15 maggio 1800) mette in
guardia l'alto clero: "Non ammettete nessuno nei ranghi del clero...
prima di averlo esaminato con cura, controllato ed approvato
maturamente... [vi è] una moltitudine di falsi apostoli... artefici di inganni,
mascherati da apostoli di Cristo".
Nell'Enciclica Ecclesiam
(13 settembre 1821) condanna la Carboneria, vera miniera di falsi fratelli: "Vengono a voi
sotto apparenza di agnelli ma sono, nel fondo del loro cuore, lupi
rapaci".
Il Cardinale Bernetti in
una lettera del 4 agosto 1845 scriveva: "Il nostro giovane clero
è
imbevuto delle dottrine liberali... La parte del clero che, dopo noi,
arriva al governo, ... è mille volte di più intaccata dal
vizio
liberale" [6].
Pio IX nell'Enciclica Nostis et Nobiscum (8 dicembre
1849) si lamenta del complotto contro la Chiesa: "Vi sono in Italia
degli ecclesiastici, ... che son passati nei ranghi del nemico della
Chiesa".
Molti anni dopo nella lettera Exortae
in ista (29 aprile 1876) descrive il caso classico di
un'infiltrazione massonica in Brasile. "La confusione che è
sorta in
Brasile in questi anni è dovuta all'azione di agenti affiliati alla setta massonica,
che si sono infiltrati
nelle confraternite di pii cristiani" [7].
Il cattolicesimo liberale
è per Papa Mastai ancora più pericoloso del Comunismo;
è infatti la
"quinta colonna" della Giudeo-Massoneria nel seno stesso della Chiesa.
Per Pio IX è molto più facile scoprire un nemico
dichiarato che un
falso fratello, come lo è, in realtà, il cattolico
liberale. Nel Breve
indirizzato al circolo
Sant'Ambrogio di Milano (6 marzo 1873) spiega perché bisogna
diffidare
assolutamente dei cattolici democratici, imbevuti della filosofia
moderna: "Questi uomini sono più pericolosi che i nemici
dichiarati,
poiché secondano gli
sforzi di
questi ultimi, ma non si fanno scorgere. Infatti, restando sui
limiti delle opinioni condannate, si presentano sotto le apparenze di
una dottrina integra e pura e ingannano così i fanatici della
conciliazione ed anche i ferventi cristiani che, senza ciò,
s'opporrebbero fermamente ad un errore manifesto" [8].
Leone XIII nell'Enciclica Inimica vis (8 dicembre 1892),
mette in guardia i vescovi e gli arcivescovi d'Italia contro la
Massoneria che cerca di conquistare alla sua filosofia il clero: "...i
settari massoni cercano con delle promesse di sedurre il basso clero.
Allo scopo di guadagnare alla loro causa i ministri sacri e poi... di
farne dei rivoltosi".
San Pio X condanna i
cattolici-liberali, i democratici-cristiani, i modernisti come "la
razza più pericolosa... che pretende di condurre la Chiesa al
proprio
modo di pensare. Tramite l'astuzia
e la menzogna di questo
perfido cattolicesimo-liberale, che fermandosi giusto ai limiti
dell'errore condannato, si sforza di apparire come ortodosso... I
cattolici liberali sono lupi sotto apparenza di agnelli. Il prete...
deve svelare le loro trame
perfide. Sarete chiamati papisti, clericali,
retrogradi, intransigenti; onoratevene ..." [9].
Anche nell'Enciclica Pieni l'animo
(28 luglio 1906) San Pio X mette in
guardia contro le infiltrazioni nemiche nella Chiesa e parla
esplicitamente dello "spirito d'insubordinazione e di indipendenza" che
si manifesta tra il clero. Tale spirito - prosegue il Papa - "...
penetra
fin nel Santuario. ... E soprattutto tra i giovani preti che uno
spirito
sì funesto porta la corruzione... Si fa per tali dottrine nuove
una
propaganda più o meno occulta,
tra i giovani che nei seminari si
preparano al sacerdozio".
Nella Pascendi (8
settembre 1907), poi, il Pontefice denuncia che "...i
nemici sono arrivati fin
dentro il cuore della Chiesa, nemici tanto più
temibili quanto più lo sono meno apertamente. ... Parliamo di un
gran
numero... di preti... è
dal di
dentro che tramano la rovina della
Chiesa, il pericolo è oggi quasi nel seno e nelle vene della Chiesa
stessa ... essi [i modernisti] non colpiscono i rami... ma la
radice
stessa, vale a dire la Fede".
Inoltre sempre S. Pio X, nell'allocuzione alla cerimonia
d'imposizione
della berretta cardinalizia ai nuovi porporati (27 maggio 1914)
pronunciò queste parole: "Oh quanti marinai, quanti piloti e,
non
voglia Dio, quanti capitani,
facendo confidenza a queste novità profane
ed alla falsa scienza del tempo presente, invece di giungere in porto,
hanno fatto naufragio!" (S. Pio X AAS 1914 pagg. 260-262).
Si noti che il Papa santo morirà neanche tre mesi dopo, i120
agosto
1914, e che la parola "capitani" si riferisce ai Vescovi!
Pio XI denuncia i progressi
fatti dalla "quinta colonna" infiltratasi
ormai nell'alto clero.
"Nel Concistoro del 23 maggio 1923 Pio XI chiese a circa trenta
cardinali della Curia romana cosa pensassero della convocazione di un
Concilio Ecumenico. Il card. Billot parlò esplicitamente di divergenze
profonde nel seno dello stesso Episcopato. Il card. Boggiani,
domenicano, pensava che una parte considerevole del clero e dei vescovi
era imbevuta di idee moderniste. ... Il card. Billot concludeva dicendo
che il Concilio sarebbe stato manovrato
dai peggiori nemici della
Chiesa" [10]
Ancora, nell'Enciclica Divini
Redemptoris (29 settembre 1937) Pio
XI denuncia i tentativi d'infiltrazione comunista che, senza menzionare
la dottrina propria del Comunismo, vorrebbe "impiantare i propri errori
nei luoghi ove –– senza ciò ––
non potrebbero penetrare. E lavorano [i comunisti] con tutte le loro
forze per infiltrarsi
perfidamente nelle assemblee cattoliche".
Il P. Cordovani, infine,
maestro dei Sacri Palazzi Apostolici sotto il
pontificato di Pio XII,
e quindi teologo di papa Pacelli, scrive
sull'Osservatore Romano del 19
marzo 1950: "Nulla è cambiato nella
legislazione della Chiesa rispetto alla Massoneria. ... I canoni 694 e
specialmente il canone 2335, che infligge la scomunica alla Massoneria
senza distinzione di riti,
sono sempre in vigore. ... Tutti i cattolici
devono... ricordarselo per non cadere nella trappola".
Jacques Ploncard d'Assac commenta che si era in presenza di
un'infiltrazione di idee
massoniche nella Chiesa e che il padre
Cordovani, profondo conoscitore del problema, insisteva: "La scomunica,
lo ripeto, vale per tutti i
riti massonici, ... anche se alcuni
dichiarano che non sono ostili alla Chiesa. ... Questa tendenza
moderna,
... che metterebbe volentieri il Cattolicesimo in armonia con tutte le
ideologie... non ha forse il marchio dell'eresia?" [11]
I Papi perciò, fino a Pio XII, non hanno cessato di metterci
in
guardia
contro le infiltrazioni nemiche nella Chiesa: purtroppo con Giovanni
XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II l'atteggiamento muta
radicalmente; si dialoga con la Massoneria, si ammette addirittura la
doppia appartenenza, come vedremo nei capitoli successivi [12].
I FATTI: IL DIALOGO CATTOMASSONICO
Con la morte di Pio XII il Concilio non era ancora stato adunato, ma
"l'aggiornamento" roncalliano
cominciava già a dar corpo alle antiche
aspirazioni di apertura verso i suppositi della Giudeo-Massoneria, per
poter così introdurre il cavallo di Troia nella Chiesa di Cristo.
Naturalmente ci si propose di dialogare, oltre che con le altre
religioni, anche con la Massoneria, per poter superare le condanne
portate dalla Chiesa contro la setta (oltre 590 documenti), a partire
da Clemente XII (In Eminenti,
1738) fino a Pio XII incluso e mai messe
in discussione.
"Le prime manifestazioni di questa tendenza nuova risalgono agli
anni
'20. Un gesuita tedesco, P. Gruber... prese contatto con alti dignitari
massonici... La campagna di avvicinamento iniziata in segreto dal padre
Gruber fu ripresa... in Francia dal padre Berteloot, anch'esso gesuita.
Costui pubblicò dal 1945 al 1949 una serie di articoli e di
libri
redatti con una grande prudenza, per poter preparare il riavvicinamento.
La campagna di riavvicinamento tra Massoneria e Chiesa cattolica
restò
tuttavia allo stato latente sotto il pontificato di Pio XII. Il fuoco
covava sotto le ceneri, ma i progressisti che avevano preso nella
Chiesa un'influenza considerevole, si rendevano conto che i loro sforzi
non avevano alcuna speranza finché viveva Pio XII... Con
l'elezione di
Giovanni XXIII ci fu bruscamente come un'esplosione... Si aveva
nettamente l'impressione di una campagna internazionale, metodicamente
orchestrata" [13]
"Lo spirito di Giovanni XXIII –– scrive padre Esposito [14] –– poi la grande
avventura ecumenica di Paolo VI,
innescarono una reazione a catena di cui lì per
lì non ci si rese conto, ma che divenne evidente allorché
i diversi
gruppi di esploratori
–– tra
gli anni 1965 e 1968 –– vennero scovati
dalla stampa. ... Si scoprirono scambi epistolari, telefonate
più o
meno
diuturne, ... simposi conviviali. Il tutto finiva per accrescere la
reciproca conoscenza degli uomini dei due schieramenti: i cattolici
toccavano con mano che i massoni non hanno il volto di
Lucifero [le apparenze ingannano, n.d.r.], i massoni che i cattolici
non sono tutti Grandi Inquisitori... Si può dire che l'incontro
tra le
due comunità quella ecclesiale e quella massonica, fu effettuato a tutti i livelli
".
"Il Gran Maestro della Massoneria Dupuy stimava che
«L'avvenimento
del
Vaticano II costituisce una apertura considerevole della Chiesa al
mondo». Rivelava di aver intrattenuto con Giovanni XXIII delle
relazioni «più che cordiali», che «Giovanni
XXIII e il Vaticano II
hanno dato un impulso formidabile al lavoro di chiarificazione e di
disarmo reciproco nei rapporti tra Chiesa e Frammassoneria». Al
limite,
nella misura in cui la Chiesa conciliare scivola verso il pluralismo e
la libera religione, tende a diventare una semplice obbedienza
massonica" [15]
D'altronde anche l'ex gran maestro del Grand'Oriente d'Italia,
Armando
Corona, afferma: "La Massoneria ha, per prima, nella storia caldeggiato
e difeso la tolleranza religiosa ed il diritto di ogni uomo di
professare la propria fede. Dopo tanti secoli, come Massoni, siamo
lieti che anche il concilio Vaticano II abbia dichiarato testualmente:
La coscienza degli uomini è
sacra..."
[16]
Anche mons. Lefebvre fu costretto ad ammettere che la Chiesa era
stata
infiltrata dalla Massoneria allo scopo di distruggerla. Proprio
perché
aveva vissuto direttamente l'esperienza del Concilio scrisse: "La
riforma liturgica è una delle cose più gravi. Fu fatta...
dal Padre
Bugnini, che l'aveva preparata già da molto tempo. Già
nel 1955 padre
Bugnini faceva tradurre i testi [liturgici] protestanti da mons.
Pintonello... che era vissuto molto tempo in Germania... È stato
proprio mons. Pintonello che mi ha raccontato che aveva tradotto i
libri liturgici protestanti per Bugnini, che a quel tempo non contava
ancora nulla... tipi come
Bugnini sono degli infiltrati nella Chiesa per distruggerla...
Alcuni dicono che dietro tutto ciò vi è la
Massoneria. È possibile... Ci troviamo davanti ad una vera congiura
all'interno della Chiesa, da parte dei cardinali attuali. Una classe di
intellettuali è insorta contro Nostro Signore, in un vero complotto diabolico
contro il suo Regno" [17].
Il primo cardinale che avvicinò un Gran Maestro fu Innitzer,
arcivescovo di Vienna, che nel 1948 impostò –– ad
insaputa di Pio XII
–– il dialogo col Gran Maestro Schechebaner. Negli anni '60
- '70 la
schiera dei "dialoganti" s'ingrossò e fece il tutto alla luce
del
giorno: i cardinali Cushing di Boston, Cooke di New-York, Etchegaray di
Marsiglia, Alfrink di Utrecht, Feltin e poi Marty di Parigi, Krol di
Filadelfia, Vilela di Bahìa (Brasile), Lorscheider di Fortaleza.
Tra i
vescovi si contano: Mendez Arceo di Cuernavaca (Messico), che in
Concilio domandò che la legislazione antimassonica fosse
modificata,
mons. Dante Benigni di Albano Laziale, mons. Ablondi di Livorno che,
secondo le affermazioni dell'Esposito [18],
partecipò agli incontri coi dirigenti massonici insieme al
gruppo
italiano. A Parigi
mons. Pezerie parlò addirittura in Loggia "come in passato
avevano
fatto Joyce di Boston, Pursley di South Bend, alcuni presuli nelle
Isole Filippine, in Canada e altrove" [19]
In Europa tale dialogo catto-massonico era benedetto "anche presso le istanze più alte della Chiesa. I tramiti
più costanti... che ottennero
un'accoglienza attenta presso
Paolo VI, furono don Miano, che
raggiungerà il card. Seper e il card. Koning... Il P. Riquet che
ebbe
ugualmente diverse opportunità di avvicinare Paolo VI [20].
Recentemente il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, l'avv.
Gaito,
ha dichiarato: "Quando ho ascoltato le gerarchie ecclesiastiche parlare
nelle omelie dell'uomo come centro dell'universo mi sono commosso fino
alle lacrime" [21].
VERSO LA REVISIONE DELLA SCOMUNICA DELLA MASSONERIA
L'intento immediato di tutti questi spuri connubi era di pervenire
alla
revisione e possibilmente all'abolizione della scomunica del 1738,
della setta massonica. Per la Pasqua del 1971 sembrò prossima la
pubblicazione di un Dubium
della Sacra Congregazione per la dottrina
della Fede "che avrebbe in qualche modo cancellato le gravi
pregiudiziali antimassoniche contenute nel Codice di diritto canonico
del 1917, canone 2335 e luoghi paralleli; la pubblicazione fu rinviata
alla festa dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno del medesimo anno, ma
ancora una volta non si ritenne opportuno affrettare i passi,
perché si
temeva –– e ben a ragione –– che l'opinione
pubblica cattolica... non
avrebbe accolto la decisione senza scandalo" [22].
LA CONFERENZA EPISCOPALE SCANDINAVO-BALTICA (21-23 ottobre 1966)
Fin dal 1964 i vescovi della Norvegia avevano consentito ad un
massone
"convertitosi" al cattolicesimo di poter conservare l'iscrizione alla
Massoneria.
I vescovi della Danimarca, Svezia, Islanda, Norvegia, Finlandia
applicarono il decreto conciliare Christus
Dominus, che all'articolo 8
afferma: "Ai singoli vescovi diocesani è data facoltà di
dispensare da
una legge generale della Chiesa, ogniqualvolta ritengano che ciò
giovi
al bene spirituale dei fedeli, purché dalla suprema
Autorità della
Chiesa non sia stata fatta qualche riserva speciale in proposito".
Nella riunione plenaria del 21-23 ottobre 1966, infine, i vescovi di
quelle cinque nazioni decidevano di non esigere dai massoni che
chiedevano di entrare nella Chiesa, l'abiura, cioè l'abbandono
della
Massoneria. I vescovi non
ritenevano perciò incompatibili le due appartenenze. "Nel
mese
di novembre la decisione venne
comunicata alla Santa Sede. Qui non si ebbero reazioni, e questo
significa che non c'erano
ragioni negative, per cui i124 gennaio 1968 la decisione venne
resa pubblica" [23].
Il Radiogiornale vaticano
intervenne, comunicando che la Santa Sede non aveva mutato la
disciplina vigente. "Si
ribadiva in tal modo che la decisione scandinavo-baltica rimaneva
circoscritta alla situazione locale, ma non la si contrastava" [24].
LA LETTERA DEL CARD. SEPER AL CARD. KROL (19 luglio 1974)
Il vento del Concilio continuava a soffiare, la Giudeo-Massoneria a
tramare: il risultato più clamoroso dell'infiltrazione della
"quinta
colonna" all'interno della Chiesa la si ebbe il 16luglio 1974. Si
trattò
di un modesto documento destinato a restare privato e che invece fu
reso pubblico dal destinatario, il card. Krol, arcivescovo di
Filadelfia e presidente della Conferenza Episcopale nordamericana.
Questo documento, brevissimo ed importantissimo, va inquadrato nella
scia delle due consultazioni a livello universale ordinate dalla Sacra
Congregazione per la dottrina della fede negli anni 1960-1970, per
conoscere l'opinione dei vescovi sulla consistenza e le caratteristiche
delle singole obbedienze massoniche.
Su tale documento così scrive il P. Esposito: "A richiesta
del card.
Krol, il prefetto del dicastero romano (della dottrina della Fede)
card. Franjo Seper rispose... con questa lettera così
strutturata: 1)
la richiesta di nuove istruzioni relative al problema massonico
è viva
presso l'Episcopato, e la Santa Sede ha posto il problema in seria
osservazione; 2) ... ogni eventuale mutamento viene demandato alla
redazione del nuovo Codice di Diritto Canonico; 3) nell'attesa, a) le
situazioni locali devono essere giudicate in ambito locale; b) tale
giudizio deve essere ispirato al principio dell'amplificazione delle grazie e
delle restrizioni degli odi;
4) la proibizione d'iscrizione
alla massoneria viene ristretta ai soli membri del clero e degli
istituti secolari; 5) implicitamente
la scomunica non viene più comminata. ... Questa lettera
ebbe
consensi ovunque. Negli Stati Uniti
inaugurò, da parte della Chiesa, un atteggiamento estremamente
aperto... La comprensione tra cattolici e massoni negli Stati Uniti
veniva da lontano... Cominciò
un rallentamento polemico, allorché i
massoni, rassicurati da Kennedy circa i suoi propositi non
integralisti, appoggiarono validamente la sua candidatura,
proseguì con
la partecipazione del card. Cushing a riunioni conviviali, unitamente
ad altri presuli, ... tra i gesti più incisivi ricordiamo la
partecipazione del cardinale arcivescovo di New York, Cooke, ad un
simposio massonico nel corso del quale pronunciò un discorso di
cordiale incoraggiamento alla reciproca comprensione e collaborazione" [25].
LA CONFERENZA EPISCOPALE DELL'INGHILTERRA E DEL GALLES (11-14
novembre
1976)
In tale conferenza l'eco della lettera Seper-Krol fu evidente. Il
documento episcopale affermava: "Un cattolico deve considerarsi
anzitutto membro della Chiesa cattolica... Ma se egli crede
sinceramente che la sua appartenenza alla Massoneria non entri in
conflitto con questa fedeltà, può entrare in contatto con
il suo
vescovo... per discutere le implicazioni di tale appartenenza".
LA CONFERENZA EPISCOPALE DI SANTO DOMINGO (29 gennaio 1976)
In una notificazione al clero diramata i129 gennaio 1976 1a
Conferenza
episcopale dominicana applicava la lettera del card. Seper asserendo:
"Tra noi
(cattolici e Repubblica dominicana) non esiste incompatibilità
tra
l'essere cattolico praticante... ed essere affiliato ad
un'associazione massonica o similare...".
MONS. ETCHEGARAY, ARCIVESCOVO DI MARSIGLIA (1975-1977)
Su richiesta concedeva l'autorizzazione ai funerali religiosi di un
massone.
LA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE (4 gennaio-12 marzo 1975)
Nella sessione del 5 gennaio 1975 la Conferenza Episcopale
brasiliana,
presieduta da mons. Lorsheider, poi cardinale, domandò alla
Santa Sede
istruzioni circa l'applicazione della lettera Seper; la risposta del 12
marzo, firmata dal Nunzio Apostolico in Brasile mons. Rocco, asseriva:
"... Sembra pertanto che si possa prestar fede a quanti, iscritti
già
da tempo alla Massoneria, sollecitano spontaneamente di essere ammessi
ai sacramenti...".
Non stupisce quindi che: "per il Natale di quell'anno il Card. Brandao Vilela accettava
l'invito di celebrare la messa nella loggia Liberdade di San
Salvador di Bahia... in quello stesso mese accettava un'alta
onorificenza massonica, così come l'accettava nel 1976 il card.
Paulo
Evaristo Arns, arcivescovo di Rio de Janeiro" [26].
LA FALSA RESTAURAZIONE DEGLI ANNI '80
San Pio X affermava dei modernisti: "Ad ascoltarli, a leggerli si
sarebbe tentati di credere che cadono in contraddizione, che sono
oscillanti e incerti.
Assolutamente no! Tutto è misurato, tutto è voluto da
costoro. ...Una
pagina delle loro opere potrebbe essere scritta da un cattolico; ma
voltate pagina e vi sembrerà di leggere lo scritto di un
razionalista" [27].
La tattica di Satana e dei suoi suppositi è sempre stata
quella di
mischiare il vero al falso, la zizzania al buon grano; così fa
la
Giudeo-Massoneria che, ormai infiltratasi sino al vertice della Chiesa,
mescola vero e falso per poter ingannare anche i buoni che, altrimenti,
reagirebbero.
Abbiamo già visto quale fosse la tattica del massone: restare
dentro
la
Chiesa come "quinta colonna" per distruggerla dall'interno, se mai
fosse possibile, e quindi, dopo aver fatto due passi avanti, farne uno
indietro (Lenin docet), per
non suscitare una vera reazione che
annienti le macchinazioni della contro-chiesa. Sappiamo anche che la
"quinta colonna", una volta scoperta, susciterà una "terza
forza", che
lavorerà assiduamente, sotto apparenza di moderazione,
equilibrio, amor
di pace e carità, per impedire la distruzione della "quinta
colonna".
Ebbene i vari documenti degli anni '80 che rivedono le posizioni
aperte
al dialogo, proprie degli anni '60 - '70, non sono nient'altro che il
classico passo indietro dopo i due compiuti in avanti, e la produzione
di una "terza forza" per salvare il lavoro della "quinta colonna"!
I documenti della falsa restaurazione sono: la Dichiarazione
dell'Episcopato tedesco (28 aprile 1980), la Dichiarazione della Sacra
Congregazione per la dottrina della Fede (17 febbraio 1981), la
Dichiarazione della Sacra
congregazione per le cause dei Santi (20
settembre 1981), il Nuovo Codice di
Diritto Canonico (25 gennaio 1983)
che nel canone 1374 afferma: "Chi dà il [proprio] nome ad
un'associazione che complotta contro la Chiesa, sia punito con giusta pena".
Bisogna rilevare che tale testo è molto diverso dal canone 2335
del Codice del 1917, perché il rigore della pena è
nettamente
alleggerito, in quanto viene
esclusa la scomunica, che era invece
comminata ipso
facto per chiunque avesse dato il proprio nome ad una
setta massonica.
Inoltre, per la gioia del padre gesuita Michel Riquet
non viene neppure menzionata la Massoneria! [28].
Così si giustifica la recente dichiarazione del Gran Maestro
del
Grand'Oriente d'Italia Virgilio Gaito: "Si consideri poi che la
scomunica contro i massoni è ormai affievolita: è
riservata soltanto a
chi cospira contro la Chiesa Cattolica" [29].
Tutto ciò prova che le condanne degli anni '80 erano puramente verbali e
che nulla de facto ne
è
seguito, né si voleva che ne seguisse. Infatti
i vari monsignori che negli anni '60 - '70 erano impegnati nel dialogo
con la Massoneria li ritroviamo quasi tutti promossi cardinali negli
anni '80, e coloro che già erano cardinali hanno continuato
tranquillamente ad esserlo senza che alcun provvedimento fosse preso a
loro carico!
Bisogna infine registrare la Dichiarazione della Sacra Congregazione
per la dottrina della Fede (26 novembre 1983), la quale, nell'affermare
che "i fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e
non possono accedere alla santa comunione" non ribadisce, però, la scomunica!
In un'intervista concessa ultimamente dal card. Ratzinger
all'Avvenire,
si legge che bisogna distinguere tra Massoneria e Massoneria, che non
bisogna fare di ogni erba un fascio, che vi è una Massoneria
anticlericale con la quale non si può dialogare, ma che, se la
Massoneria non fa professione di fede anticristiana, il dialogo
è
fattibile: si è, in pratica, ad un ritorno, seppur in sordina,
alle
posizioni degli anni '60 - '70.
È il lavoro della "terza forza" che cerca di consolidare,
sotto
apparenza di maggior fermezza e di restaurazione, le conquiste della
"quinta colonna"? La dottrina di cui sopra fu già condannata dal
P.
Cordovani nel 1950. Ma essa ritorna di moda anche in campo massonico,
allorchè il prof. Di Bernardo, nel suo libro Filosofia della Massoneria
afferma che la Massoneria è per principio non esclusivista e
tollerante
ed auspica un dialogo con la Chiesa, ciascuno restando quello che
è.
L'importante è che la Chiesa, senza perdere la sua
identità, rinunci
alle scomuniche per aprirsi al dialogo, accettando il pluralismo, la
tolleranza ed il non esclusivismo, e divenga poi così, nella
realtà,
una specie di Massoneria universale. Tutto ciò si è
avverato e lo
abbiamo costantemente sotto gli occhi [30].
Anche in campo cattolico-conservatore è ripreso questo
atteggiamento;
per esempio mons. Casale arcivescovo di Foggia, l'11 dicembre 1993, in
un convegno organizzato dal cesnur,
ha dichiarato che la doppia
appartenenza non è lecita, ma che il dialogo con le
Massonerie... non è
escluso dalla Chiesa cattolica [conciliare, n.d.r.] [31].
LA CHIESA CONCILIARE E IL ROTARY CLUB (1905)
a) Massoneria e Rotary
Il rapporto tra Rotary e Massoneria è "strutturale", come
dice P.
Esposito, "non solo a causa della fondazione del Rotary avvenuta i123
febbraio 1905 ad opera dell'avvocato Paul Harris di Chicago e di tre
suoi colleghi, massoni come lui; ma anche a causa dell'impostazione
ideologica e giuridica del club, il quale del messaggio iniziatico assume il
meglio, per inserirlo nella società laicizzandolo, cioè
escludendo gli
aspetti vincolanti ed iniziatici" [32].
In Cile ed in Spagna molti vescovi, negli anni Venti, espressero
vive
condanne del Rotary, denunciandone la radice massonica. La Santa Sede
di fronte a queste denunce dovette prendere posizione. Il primo passo
fu di prendere le distanze dal Rotary per poi condannarlo. Il compito
di preparare la strada alla condanna fu affidato alla Civiltà
Cattolica
che pubblicò tre articoli del padre Pirri s.j., secondo il quale
il
Rotary non differisce affatto
dalla Massoneria, sotto il dominio della
quale intende portare il mondo intero. Tuttavia il gesuita non vuole
affermare che tutti i rotariani siano massoni, ammette l'ignoranza, la
buona fede, l'ingenuità in alcuni di essi.
La tolleranza religiosa del Rotary, conclude il Pirri, è de facto
sincretismo religioso [33].
Sull'Enciclopedia Cattolica mons. Buzzetti scrive: "La
mentalità
ch'esso [il Rotary] proclama può facilmente diventare
indipendenza
dall'insegnamento della Chiesa, anche nel campo della fede e dei
costumi e favorire
l'infiltrazione di elementi massonici ed anticlericali" [34].
b) La prima condanna pontificia (4
febbraio 1929)
Il testo pontificio di condanna del Rotary uscì quasi
contemporaneamente al terzo articolo del padre Pirri del 2 febbraio
1929; è infatti di solo due giorni posteriore il Dubium della Sacra
Congregazione concistoriale. Il decreto pontificio era la risposta al
quesito se fosse lecito agli ecclesiastici iscriversi al Rotary e
partecipare alle riunioni di questa organizzazione, ed era nettissima:
non expedire,
cioè "non è conveniente". La proibizione non è
estesa ai
laici. Il testo fu pubblicato negli A.A.S. (1929, anno 25,15 gennaio
1929, 42).
Anche il cardinale di Milano Schuster intervenne, vent'anni dopo, il
12
ottobre 1949, riaccendendo i fuochi della polemica: "A1 tempo della
nostra giovinezza
a Roma... v'erano associazioni che si dicevano affiliate [alla
Massoneria] come il Rotary... Tutte forme essoteriche di una Massoneria
unica" [35].
c) La seconda condanna (gennaio
1951)
Essa fu molto più severa della
prima, più solenne, con l'esplicito
richiamo dell'assenso diretto di Pio XII [36].
d) La svolta di Giovanni XXIII
Il deus ex machina del
Rotary italiano, Omero Ranelletti, che fondò il
Club di Roma nel 1924 narra che "all'avvento di Papa Giovanni
pensò che
il problema avrebbe potuto essere avviato ad una soluzione migliore che
in passato" [37]; i122 dicembre
1958 chiese pertanto a Giovanni XXIII un'udienza, che gli fu accordata
i120 aprile
1959. "In udienza presentò i suoi colleghi coi loro titoli
rotariani, e
papa Giovanni ... gradì la visita affermando che a Venezia aveva
avuto
occasione di avvicinare più volte i rotariani della
città, ed era
perciò bene al corrente della nostra istituzione. ... Ebbe per
tutti
parole di bontà, confortandoci infine della sua apostolica
benedizione"
[38].
Il 20 marzo 1963 Roncalli accordò al Rotary una seconda
udienza.
e) Paolo VI
La terza udienza pontificia ebbe luogo con Paolo VI il 28 settembre
1963. Ma la più importante fu la quarta, del 20 marzo 1965,
nella quale
Ranelletti ricordò che il 13 novembre 1957 (un anno prima della
morte
di Pio XII) l'allora card. Montini s'incontrò con i rotariani e
tra
l'altro disse loro: "Vi ringrazio signori rotariani per questa
manifestazione di omaggio che mi rivolgete, ma debbo con lealtà
dichiaravi che in passato io ebbi molte riserve sul Rotary, frutto di
ignoranza e di errori" [39].
Nell'udienza del 20 marzo 1965 Paolo VI riprese questo pensiero; un
altro incontro col Rotary avvenne il 14 novembre 1970.
f) Giovanni Paolo II
"Con Giovanni Paolo II
l'accettazione del Rotary raggiunge livelli ancora più elevati,
nel senso che non solo è affermata la
compatibilità,
...ma
forse addirittura la complementarietà
fra l'opera
cattolica e quella rotariana" [40].
Giovanni Paolo II ha ricevuto i rotariani il 14 giugno 1979 ed i14
febbraio 1984.
IL MOVIMENTO PAX E IL GRUPPO I.DOC (braccio armato della
sovversione
all'interno della Chiesa conciliare)
"Dopo il Concilio Vaticano II –– scrive Orio Nardi [41] –– la gnosi
influenza tutta la fermentazione modernista o progressista all'interno
della Chiesa, non senza la complicità di teologi... che spesso
operano
sotto l'influsso di centri di potere mondialista, come appare dalla
storia del Movimento Pax e del gruppo I.DOC".
IL MOVIMENTO PAX
Il 6 giugno 1963 il card. Wyszynski scrisse una lettera ai vescovi
francesi, che fu fatta pervenire al Segretariato dell'Episcopato
francese tramite il nunzio apostolico: oggetto della lettera era il
Movimento PAX.
Il cardinale smascherava nel suo scritto la vera natura del
Movimento:
"PAX non è un'organizzazione a scopo culturale, ma unicamente un
mezzo
di propaganda travestito per denigrare l'attività della Chiesa
in
Polonia, tramite la diffusione d'informazioni false... Tale movimento
riceve le direttive dal Partito Comunista, dalla Polizia segreta e
dall'Ufficio per gli Affari del Culto. In compenso della sua
sottomissione PAX beneficia di certe facilitazioni ed appoggi".
All'inizio del Concilio il Movimento PAX intensificò la sua
propaganda
nei Paesi dell'Europa occidentale e specialmente in Francia,
diffondendo notizie false od equivoche ed offensive della Chiesa e
soprattutto della Curia romana.
Il fondatore di PAX (vero e proprio organo della polizia comunista
polacca, alle dirette dipendenze del Ministero degli Interni) era M.
Piasecki, che era stato
condannato a morte dai russi sovietici ed era
stato graziato a prezzo di un impegno formale di mettersi al servizio
del Partito Comunista per infiltrare la Chiesa Cattolica.
Fin dalle sue origini, quindi, PAX è un'agenzia del Partito
Comunista
Polacco che emana direttamente gli ordini ai suoi membri tramite
l'Ufficio Centrale. Piasecki dipendeva in modo diretto dall'Ufficio
Sicurezza (U. B.) e dall'Ufficio dei Culti, che, in Polonia, disponeva
di un potere assoluto per quanto riguardava la Chiesa Cattolica.
Nel 1956 col disgelo Piasecki cade in disgrazia (nuovamente),
però,
grazie ai servizi resi soprattutto alla Francia, può risalire la
china;
il suo potere raggiunge l'apogeo durante i lunghi anni di
prigionia di Wyszynski. Fu quella l'epoca in cui PAX assorbiva tutte le
pubblicazioni cattoliche ancora indipendenti dal Partito Comunista. La
destalinizzazione atterrò di nuovo Piasecki, che però
risorse grazie...
al Concilio Vaticano II! Infatti gli fu assegnato il compito di formare
focolai di dissenso negli ambienti ecclesiastici che lavoravano al
Concilio, di scindere i Vescovi in due blocchi (progressisti e
conservatori), per poter mettere la Chiesa al passo con il mondo
moderno (Solve et coagula).
In Francia, giornali come la Croix
e periodici come Les Informations
catholiques Internationales erano giunti a diffamare il card.
Wyszynski
e a difendere PAX, spianando così la strada al trionfo del
Comunismo in
Francia e nel mondo.
Jean Madiran scrisse un coraggioso ed interessante articolo su La
Nation Française (1° luglio 1964) dal titolo Lo spionaggio sovietico
nella Chiesa, aggiungendo che Piasecki era una creatura del
generale
Ivanov Sierow della N.K.V.D. (la polizia politica russa). Madiran
scriveva anche che PAX attaccava la Curia romana, in quanto nel 1956
una sua delegazione si era recata in Vaticano per difendere Piasecki
condannato dal Sant'Uffizio, senza però ottenere quanto
desiderava.
IL GRUPPO I.DOC
Con l'inizio del Concilio nacque a Roma un Centro di informazione
per i
vescovi e i teologi olandesi, il
DOCumentation.
Tale centro diffondeva bollettini d'informazione in tutte le lingue
ed
organizzava conferenze stampa tenute dai Padri conciliari o da teologi
progressisti per potersi impadronire dell'opinione pubblica; ad esse
infatti erano regolarmente presenti i responsabili di agenzie
internazionali e gli informatori di grandi quotidiani.
A1 termine del Concilio quest'Agenzia stampa volle mantenere le
relazioni che aveva stabilite nel periodo del Concilio: così il
DOC è
diventato I.DOC (Information-Documentation
sur l'Eglise Conciliaire).
Louis Salleron scriveva: "Siamo in presenza di un vero potere
parallelo
[I.DOC] in seno al Cattolicesimo, perché tiene in mano
l'informazione,
la pubblica opinione... ed è in grado di cercare di imporre le
proprie
vedute al Magistero" [42].
Delaman, a sua volta, sosteneva che "l'I.DOC dà le sue
consegne...
Quando un vescovo osa levarsi contro uno dei suoi obiettivi, ...
diventa la
vittima di un vero assassinio morale nella stampa del mondo intero" [43].
La rivista inglese Approches
[44] afferma:
"La sezione britannica di I.DOC è composta interamente da
progressisti,
e il gruppo è controllato all'interno da un nucleo marxista,
esso
stesso condotto da uno dei capi comunisti tra i più esperti
dell'Inghilterra".
Jack Dunman, infatti, che occupa un posto di primo piano nella
sezione
inglese dell'I.DOC, è "una personalità in vista del
Partito Comunista
Inglese, il cui influsso è cresciuto con la sua elezione a
deputato. In
Inghilterra è lo specialista del dialogo tra comunisti e
cristiani" [45]. Il Dunman godeva
poi anche
dell'appoggio del gruppo Slant,
collegato con il Movimento
PAX.
Sono quindi profondamente vere le parole del Nardi: "È bene
che la
considerazione del tradimento affiori nelle coscienze di molti, e
riporti soprattutto i responsabili al senso di dignità e di
libertà di
spirito che distingue i veri cercatori della verità" [46].
LETTERA APERTA ALLA CHIESA DI FRANCIA: CIÒ CHE L'EBREO
ROBERT ARON
PENSA DELL'EVOLUZIONE DELLA CHIESA CONCILIARE
Nell'interessante libro Lettre
ouverte à l'Eglise de France [47]
Robert
Aron esamina Les orientations
pastorales sur l'attitude chrétiens à
l'egard du Judaisme, cioè il documento dell'Episcopato
francese
sul
Giudaismo, ed afferma che proprio questo documento, che dovrebbe essere
magistero episcopale, è "una refutazione del deicidio, una
riabilitazione dei Farisei, un'affermazione del permanere della
missione di Israele, che non abolisce la Nuova Alleanza del Cristo.
Questi sono tanti indizi che ci permettono di affermare che qualcosa di profondo è
cambiato non
solo nei rapporti tra Israele e la Chiesa, ma anche nei rapporti tra la
Chiesa ed il Dio di Abramo e di Mosè" [48].
Il documento episcopale non menziona neppure una volta il problema
della divinità di Gesù Cristo, che pure è
essenziale nello stabilire i
rapporti che debbono intercorrere tra Giudaismo e Cristianesimo.
Aron apprezza, naturalmente, questo nuovo linguaggio dell'Episcopato
francese. Infatti la Chiesa preconciliare, che nell'argomentare si
basava sui dogmi immutabili e precisi, non poteva andare "a braccetto"
con la Sinagoga anticristiana. Ma se la
Chiesa conciliare cessa di essere dogmatica, anzi mette in sordina il
dogma, per parlare un linguaggio familiare all'uomo moderno, il
linguaggio massonico della filosofia illuminista e idealista, allora
l'abbraccio diviene possibile (come de
facto si è verificato il 13
aprile del 1986 alla Sinagoga di Roma) ... e letale per Nostro Signor
Gesù Cristo e il suo Corpo Mistico.
Ed è per questo che Aron gioisce dell'evoluzione (eterogenea)
che ha
subito la Chiesa conciliare, grazie a "Theilhard de Chardin... che
è
diventato post mortem ... uno
degli ispiratori del Concilio Vaticano
II".
Ed è così che Aron si spinge fino a fare delle
proposte alla Chiesa,
a
condizione che ritorni alla fede giudaico-talmudica, rinunciando,
perciò, ad essere cristiana. Il nodo gordiano, infatti, o "la
pietra
d'inciampo" (quant'è vero il Vangelo...) è proprio
Gesù Cristo, poiché
l'Aron riconosce che "la difficoltà d'essere cristiano
è...
metafisica... [per i cristiani] vi è un intercessore sublime,
reputato
Figlio di Dio, il Cristo. È l'Agnello di Dio che prende su di
sé e
cancella in Cristo i peccati del mondo, mentre, per l'ebreo, ogni uomo assume il peso dei propri
peccati" [49]. Ogni uomo
cioè è Messia e Redentore, in quanto (secondo la Cabala e
per Teilhard)
è
l'evoluzione ed il completamento di Dio stesso.
Ma "che cosa succede se la maggior parte dei cristiani si mette a
contestare la base stessa della religione che professa? Ecco il cuore
della crisi attuale che attraversa la Chiesa..." [50].
Ebbene sì, lo studioso ebreo ha visto giusto. La maggior
parte dei
cristiani... non è cristiana; è questa la crisi provocata
dalla "quinta
colonna" giudaico-massonica all'interno della Chiesa conciliare.
Infatti nei sondaggi fatti da giornali cattolici risultava che
già nel
1972 soltanto il 36% dei Cattolici credeva alla divinità di
Cristo. (Ed
oggi ?). Il 64% restante, perciò, non era più cristiano:
il
Cristianesimo è infatti la religione che professa la
divinità di Cristo.
Secondo l'Aron ci troviamo di fronte allo scacco della Chiesa:
infatti
nei rapporti tra Cristianesimo e Giudaismo bisogna scegliere una delle
due alternative: o Cristo è Dio, e quindi il Giudaismo
anticristiano è
una falsa religione; oppure non è Dio e quindi il Cristianesimo
è
un'eresia, una setta staccatasi dal Popolo di Dio.
Purtroppo trent'anni di catechesi conciliare, che ha snaturato i
rapporti tra Antica e Nuova Alleanza, tra Cristianesimo e Giudaismo
hanno portato alla
conclusione logica ed inevitabile che, per la maggior parte dei
cristiani, (64% nel 1972, ventidue anni fa!) Cristo non è Dio,
quindi
"ha bestemmiato ed è reo di morte".
Ecco perchè Aron fa delle proposte alla Chiesa a nome della
Sinagoga:
"Se la Chiesa è in crisi, non è soltanto perché
usava il latino... No!
Ciò è dovuto ad una sorta di proliferazione che sembra
prodursi in
essa, a partire da un germe pericoloso, che deve alla sua origine
stessa... È il problema delle origini che si pone di nuovo per
la
Chiesa" [51]. Se già nel
1972
i164% dei cattolici non crede più alla
divinità di Cristo, non è forse perché occorre
risalire alle origini
stesse della Chiesa ed alla biforcazione iniziale tra il fiume (la
Chiesa) e la sua sorgente (la Sinagoga), si chiede l'Aron. Bisogna
quindi riproporre la stessa domanda che Caifa pose a Gesù: "Io
ti
scongiuro, nel nome del Dio vivente, sei tu il Messia, il Figlio di
Dio?". Alla quale, però, bisogna dare una risposta diversa da
quella
che diede Gesù ("Tu lo dici, Io lo sono"), per poter finalmente
riportare il fiume (la Chiesa) alla fonte (la
Sinagoga).
Per Robert Aron la strada che ricongiunge fiume a fonte è
proprio
quella intrapresa dal Concilio Vaticano II, infatti...
L'OPINIONE DI ARON SUL
VATICANO II
"Il Vaticano II... costituisce uno sforzo splendido della Chiesa per
riadattarsi al mondo
[more judaico-talmudico]... In questo avvenimento considerevole, vi
è
–– nel senso migliore del termine –– un germe rivoluzionario, ma se
tale germe è concepito, non è ancora
sbocciato. Se è permesso di paragonare il Concilio ad un'altra
Rivoluzione di natura ben diversa, questa Rivoluzione religiosa non
è
ancora che al suo inizio; ... essa non è che alla notte del 4
agosto
1789" [52].
De ore tuo te judico!
Chi apprezza il Concilio, chi lo ha fatto? Lo sappiamo: Jules Isaac,
un
B'nai B'rith, è stato il redattore materiale di Nostra Ætate. Per
questo Aron afferma che la Chiesa, staccatasi dalla sua fonte, la
Sinagoga, vi sarà ricondotta dalla Rivoluzione conciliare, ed i
segni
già si vedono: la maggior parte dei cattolici... non è
più cristiana!
Ma già Nostro Signor Gesù Cristo aveva affermato: "Quando il Figlio dell'Uomo tornerà
sulla
terra, credete che
vi troverà ancora la Fede?". Tutto era previsto.
Ciò che deve aprirci gli occhi è la pretesa che ha il
Giudaismo
anticristiano d'ingiungere ad ognuno l'accettazione del Vaticano II.
Infatti Ha Kellah, il
bollettino della Comunità israelitica di Torino [53] qualche tempo fa invitava l'Istituto Mater Boni
Consilii ad
accettare il Vaticano II, a non voler continuare a parlare come la
Chiesa preconciliare! Non ci accusava –– si badi bene
–– di
antisemitismo, no! Ma di essere ancora fedeli alla teologia
preconciliare. Ma se il Concilio, come afferma Robert Aron, è la
strada
maestra che fa perdere la Fede nella divinità di Nostro Signor
Gesù
Cristo, chiederci di accettare il Concilio significa chiederci di
vendere Gesù Cristo per trenta denari!
Ora ogni cattolico che vuol restare fedele a Cristo e alla sua
Chiesa,
dovrebbe riflettere su questi fatti evidenti ed inoppugnabili. Il
Vaticano II è figlio della Sinagoga, ed è la strada che
conduce alla
giudaizzazione dei cristiani.
Henry le Caron così commenta: "Un ebreo vi fa una proposta di
servizio
a nome della Sinagoga... Se volete salvare la Chiesa... la vostra
"nuova Chiesa", dovrete rinunciare alla Rivelazione, all'Incarnazione
ed alla Redenzione. A tale prezzo otterrete la simpatia della Sinagoga
e potrete così contare sul suo appoggio" [54].
INFLUSSO GIUDAICO AL CONCILIO
Nel libro di Ratier sul B'nai B'rith [55]
apprendiamo che Jules Isaac
apparteneva a quella potente organizzazione massonica composta da soli
ebrei, che attualmente conta a livello mondiale circa mezzo milione di
membri [56].
Già conosciamo il ruolo avuto da Jules Isaac nella redazione
di Nostra Ætate [57], ma forse non sono note le
proposte ancora più
favorevoli al
Giudaismo che hanno preceduto il documento conciliare, né il
lavorìo
del B'nai B'rith intorno ad esse.
Ralph Wiltgen [58] narra che il
31 agosto 1964, due settimane prima
dell'apertura della terza sessione del Concilio, ricevette la visita
del signor Lichten, direttore del dipartimento degli affari
interculturali dell'A.D.L. (Anti-Defamation League of B'nai
B'rith): "Costui era molto inquieto che la frase che discolpava il
Giudaismo dalla Crocifissione
del Cristo, potesse essere soppressa dal documento e sosteneva che tale
frase era pergli ebrei l'elemento più importante del
documento... Disse
ancora che aveva reso visita a parecchi
cardinali europei e di essere in contatto con gli ambienti romani;
aggiunse che il card. Bea preparava una correzione relativa a questa
decisione sgradevole e che l'avrebbe presentata nell'aula conciliare".
CONCLUSIONE
Chi potrebbe ancora dubitare, dopo i fatti esposti e le denunce del
Magistero della Chiesa, che la Sposa di Cristo sia stata l'oggetto di
un oscuro complotto e che purtroppo sia stata infiltrata dal nemico fin
nei suoi più alti gradi?
Di fronte a questa triste realtà tre attitudini sono
possibili:
a) la politica dello struzzo,
che consiste nel chiudere gli occhi di
fronte alla realtà e nell'illudersi che tutto vada bene...
b) lo scoraggiamento
di chi, di fronte a tale apparente
vittoria nemica
di un'importante battaglia, pensa che la guerra sia persa, non tenendo
presente che la Chiesa è divina e che Nostro Signore ci ha
promesso "le
porte dell'Inferno non prevarranno".
c) l'attitudine realista e
soprannaturale, che tenga conto al tempo
stesso non solo dei fatti tristissimi, che non possono essere ignorati,
ma anche della Fede e della Speranza cristiana, che ci danno l'assoluta certezza che la
Madonna, come sempre, schiaccerà il capo al serpente
infernale: "Ipsa conteret"!
Chiediamo a Maria Santissima ed in particolare alla Madonna del Buon
Consiglio di darci luce e forza, per scorgere le trappole della "quinta
colonna" e
per saperle combattere con tutte le nostre forze!
Mi sembra doveroso concludere con questa bella preghiera di don
Bosco:
"Dolcissimo Gesù, nostro divin Maestro! Che sempre sventaste le nefande macchinazioni con cui
i farisei
frequentemente v'insidiavano,
dissipate i consigli degli empi". (San Giovanni Bosco).
NOTE:
[1] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 -
45.
[2] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 -
45.
[3] Il motto del Grand'Oriente di
Francia era: "Bisogna sentire
la Massoneria dappertutto,
e non scoprirla in nessun luogo".
[4] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 -
45.
[5] Guillon, Collection générale des
brefs et
institutions de notre très saint Père le pape Pie VI,
Paris,
tome II. pag. 233.
[6] Cretineau-Joly, L'Eglise romaine en face de la
Révolution,
"Cercle de la Renaissance française", Paris 1859 tomo. II, pagg.
373-375.
[7] Cfr. Verbe, n° 123, luglio-agosto
1961,
pag. 44.
[8] Citato da Mons. M. Delassus in Verités sociales et erreurs
démocratiques,
ed. Sainte Jeanne d'Arc, Villegenon 1986, pagg. 398-399.
[9] Cf. La Contre Réforme catholique,
n°
237, novembre 1987, pag. 5.
[10] R. Du Lac, La collégialité
épiscopale au deuxième
Concile du
Vatican, ed. Du Cèdre, Paris 1979, pag. 9.
[11] J. Ploncard d'Assac, Le secret des FrancsMaçons,
ed. de
Chiré, Chire
en Montreuil, 1979, pag. 26.
[12] Cf. U. Fidele, Le décalogue de Satan, sine
loco et
data, pagg.
341-388.
Anche la venerabile Anna Caterina Emmerich (1774-1824) e la beata
Anna
Maria Taigi (1769-1837) hanno denunciato tali infiltrazioni massoniche
nella Chiesa, che esse potevano scorgere grazie a fenomeni mistici da
cui erano favorite. Cfr. Mons. M. Delassus, La conjuration
antichrétienne, Desclées de Brouwer, Lille 1940,
tome III, pagg.
853-891.
[13] Leon de Poncins, Infiltrations ennemies dans l'Eglise,
Documents et
témoignages, Paris 1970, pagg. 85-88.
[14] R. Esposito, Le grandi concordanze tra la Chiesa
cattolica e la
Massoneria, Nardini ed., Firenze 1987, pagg. 25-26.
[15] J. Ploncard d'Assac, op-. cit., pag.169.
[16] A. Corona, Non c'è Massoneria senza
trascendenza,
in Hiram, maggio
1988.
[17] Mons. Lefebvre, L'Eglise infiltrée par le modernisme,
ed.
Fideliter, Eguelshadt 1993, pagg. 31-55.
[18] R. Esposito, op. cit., pag. 26.
[21] 30 Giorni, febbraio 1994, pag. 29.
Lo stesso Gaito ha anche
affermato che non poteva asserire se Giovanni XXIII fosse stato
iniziato in una loggia massonica, ma quello che era certo è che
nel suo
insegnamento si ritrovava la filosofia della Massoneria (Questo
argomento sarà trattato ex
professo
da don Ricossa in un prossimo
articolo sul "Papa del Concilio").
[22] R. Esposito, op. cit., pagg. 29-30.
[27] Pascendi, 8 settembre 1907.
[28] Cf. U. Fidele, op. cit., pag. 193.
[29] Cf. 30 giorni, febbraio 1994, pag. 29.
[30] Cf. Sodalitium, n° 24,
pagg. 3-8.
[31] Cf. Cristianità, Piacenza,
gennaio-febbraio 1994, pag. 23.
[33] Cf. Civiltà Cattolica, II, 1928,
481-489/1928, III, 97-109/1929,
I, 337-346.
[34] G. B. Buzzetti, voce Rotary, in Enciclopedia Cattolica, vol. X,
col. 1398.
[35] Rivista diocesana milanese,
novembre 1949, pagg. 240-241.
[36] Il testo si trova negli
A.A.S., anno 33, gennaio 1951, 91.
[37] R. Esposito, op. cit., pag. 345.
[41] O. Nardi, Gnosi e rivoluzione, Grafiche
Pavoniane, Milano 1991,
pag. 77.
[42] Carrefour, 9 ottobre 1968.
[43] Rivarol, 26 settembre 1968.
[44]
Approches, gennaio 1968.
[45] O. Nardi, op. cit., pag. 83.
[47] Robert Aron, Lettre ouverte à l'Eglise de France,
Paris, 1975.
[53] Ha Kellah n° 1 anno 1994, pag.
1.
[54] H. Le Caron, Dieu est-il anti-semite? Ed.
Fideliter, Escurolles, 1987, pag. 80.
[55] E. Ratier, Mystères et secrets du B'nai B'rith,
Facta, Paris 1993.
[56] Il 3 giugno 1971 Paolo VI
ricevette in udienza pubblica la loggia del B'nai B'rith (Osservatore Romano, 3 giugno 1971);
Giovanni Paolo II lo fece nel 1984 (Documentation
Catholique, n° 1874, pag. 509).
[57] Cf. Sodalitium, n° 28 pagg. 8-10.
[58] R. Wiltgen, Le Rhin se jette dans le Tibre, ed.
du Cèdre, Paris 1976, pag. 169.
INTRODUZIONE
Abbiamo già visto nel numero precedente [1], come il Giudaismo-religione abbia congiurato
contro Gesù Cristo, i suoi Apostoli e la Chiesa, cercando
d'infiltrare
una "quinta colonna" nella Chiesa stessa per poterla distruggere
dall'interno.
Nel presente articolo cercherò di richiamare l'attenzione del
lettore su una serie di fatti oggettivi e inequivocabili che mostrano
le infiltrazioni della contro-Chiesa attuate nel Corpo Mistico di
Cristo.
Il come sia stato
possibile tutto ciò è un mistero che ci sorpassa,
è il mistero della
Volontà permissiva di Dio in rapporto al male morale, che non
è voluto
ma solo permesso per trarne un bene maggiore.
Il perché dell'infiltrazione giudaico-massonica nella Chiesa
sorpassa il nostro misero intelletto, ma sarebbe irragionevole chiudere
gli occhi sugli avvenimenti che la comprovano e purtroppo, con il
Concilio Vaticano II, la testimoniano sino al suo stesso vertice. Paolo
VI d'altronde, aveva già parlato di "autodemolizione della
Chiesa" e di
"fumo di satana, penetrato all'interno della Chiesa di Dio", ammettendo
implicitamente la realtà del fatto.
In molti casi dobbiamo fermarci al quia,
alla constatazione del fatto, senza pretendere di conoscere il propter quid, il perché del
fatto.
La Giudeo-Massoneria ha formato il disegno di corrompere le membra
della Chiesa, e specialmente il clero e la gerarchia, inoculando in
esse falsi principi che di cristiano mantengono solo il nome senza
averne più la sostanza [2].
Un altro fatto inequivocabile (oltre al complotto contro la Chiesa)
è che oggi quasi tutti, anche i cattolici, appartengono in
qualche modo
all'anima della Massoneria, pur non essendo membri del suo corpo,
cioè
pensano e ragionano da massoni: sono per la tolleranza, il pluralismo,
il rispetto dell'errante, la democrazia moderna e liberale, il non
esclusivismo. Oggi Benedetto Croce avrebbe più giustamente
scritto Perché non possiamo
non dirci massoni,
e la teoria di Rahner andrebbe riproposta come Il massone anonimo [3].
Questa è la triste realtà: da un lato il complotto
della Sinagoga
contro la Chiesa, dall'altro lo spirito cabalistico-massonico che ha
invaso ogni cosa e che respiriamo ormai come l'aria che ci circonda.
È
molto arduo poter definire il perché, il come di tutto
ciò, che in
molti aspetti ci sfugge, ci sovrasta e su cui possiamo solo fare
congetture senza poter arrivare alla certezza; eppure non dobbiamo
chiudere gli occhi sulla terribile realtà nella quale siamo
chiamati a
vivere, sotto pena di sbagliare di "campo" o di stendardo, convinti
magari di militare sotto quello di Cristo, ma combattendo in
realtà,
sotto quello di Lucifero [4].
Nell'articolo precedente abbiamo visto i piani massonici (svelati da
Barruel e da Cretineau-Joli, e riportati nei suoi volumi da Mons.
Delassus), i quali parlano di un
"papa" secondo i bisogni della setta, cioè imbevuto della
sua
filosofia, un "Papa" che, pur non essendovi iscritto, fa però
parte
della sua anima, al fine di portare a compimento il trionfo della Rivoluzione.
Per giungere a tale scopo la Massoneria ha formato una generazione
degna di tale avvenimento, mediante la corruzione intellettuale e
morale della gioventù, fin dalla più tenera età,
per poterla poi
attirare, senza che se ne accorga, alla mentalità del
"massonismo".
Soprattutto nei seminari essa ha svolto il suo ruolo d'infiltrata, di
corruttrice delle idee, perché un giorno i giovani seminaristi
diverranno preti, vescovi, cardinali, governeranno e amministreranno la
Chiesa e, come cardinali, saranno chiamati a scegliere un "Papa"; ma
questo "Papa", come la maggior parte dei suoi contemporanei,
sarà
imbevuto di principi filantropici e naturalistici e sarà quindi
omologo
agli interessi della setta.
Il clero e i fedeli
marceranno così sotto lo stendardo massonico, credendo ancora di
essere
sotto la bandiera pontificia.
I fatti che mi accingo a riportare sono la prova inequivocabile che
tale disegno è riuscito, almeno per ora. Nostro Signore infatti
ci ha
promesso che "le porte dell'inferno
non prevarranno" e così sarà. Noi cristiani, come
il nostro
Capo, Gesù Cristo siamo abituati a vincere per mezzo delle
sconfitte.
Proprio quando Gesù fu crocifisso e abbandonato da tutti, con la
sua
morte ci redènse; così sarà anche del suo Corpo
Mistico, la Chiesa:
quando sembrerà ormai essere morta, allora risorgerà in
tutto il suo
fulgore: "Regnavit a ligno Deus"!
Tali fatti non devono scandalizzarci, ma, al contrario, devono farci
prendere i mezzi adatti (con l'aiuto di Dio che non manca mai) per fare
qualcosa per il bene della Chiesa, flagellata e coronata di spine come
il caro e buon Gesù.
Una bella preghiera di San Tommaso Moro recita così: "O
Signore fate
che non mi scandalizzi davanti al male ed al peccato, ma datemi la
forza di porvi rimedio".
I PAPI DENUNCIANO LE INFILTRAZIONI GIUDAICO-MASSONICHE ALL'INTERNO
DELLA CHIESA
Pio VI nel Breve "Quid aliquantum" (10 marzo 1791)
critica la Costituzione civile del clero e in un altro Breve al clero e
al popolo francese (19 marzo 1792) condanna gli ecclesiastici che
giurano fedeltà alla Rivoluzione in questi termini: "Il
carattere...
degli eretici e degli scismatici fu... di ricorrere all'artificio e alla dissimulazione: così i
nuovi intrusi della
Chiesa di
Francia hanno imitato alla perfezione quest'arte... d'ingannare...
mediante la finzione e
la menzogna..." [5].
Pio VII nell'Enciclica Diu Satis (15 maggio 1800) mette in
guardia l'alto clero: "Non ammettete nessuno nei ranghi del clero...
prima di averlo esaminato con cura, controllato ed approvato
maturamente... [vi è] una moltitudine di falsi apostoli... artefici di inganni,
mascherati da apostoli di Cristo".
Nell'Enciclica Ecclesiam
(13 settembre 1821) condanna la Carboneria, vera miniera di falsi fratelli: "Vengono a voi
sotto apparenza di agnelli ma sono, nel fondo del loro cuore, lupi
rapaci".
Il Cardinale Bernetti in
una lettera del 4 agosto 1845 scriveva: "Il nostro giovane clero
è
imbevuto delle dottrine liberali... La parte del clero che, dopo noi,
arriva al governo, ... è mille volte di più intaccata dal
vizio
liberale" [6].
Pio IX nell'Enciclica Nostis et Nobiscum (8 dicembre
1849) si lamenta del complotto contro la Chiesa: "Vi sono in Italia
degli ecclesiastici, ... che son passati nei ranghi del nemico della
Chiesa".
Molti anni dopo nella lettera Exortae
in ista (29 aprile 1876) descrive il caso classico di
un'infiltrazione massonica in Brasile. "La confusione che è
sorta in
Brasile in questi anni è dovuta all'azione di agenti affiliati alla setta massonica,
che si sono infiltrati
nelle confraternite di pii cristiani" [7].
Il cattolicesimo liberale
è per Papa Mastai ancora più pericoloso del Comunismo;
è infatti la
"quinta colonna" della Giudeo-Massoneria nel seno stesso della Chiesa.
Per Pio IX è molto più facile scoprire un nemico
dichiarato che un
falso fratello, come lo è, in realtà, il cattolico
liberale. Nel Breve
indirizzato al circolo
Sant'Ambrogio di Milano (6 marzo 1873) spiega perché bisogna
diffidare
assolutamente dei cattolici democratici, imbevuti della filosofia
moderna: "Questi uomini sono più pericolosi che i nemici
dichiarati,
poiché secondano gli
sforzi di
questi ultimi, ma non si fanno scorgere. Infatti, restando sui
limiti delle opinioni condannate, si presentano sotto le apparenze di
una dottrina integra e pura e ingannano così i fanatici della
conciliazione ed anche i ferventi cristiani che, senza ciò,
s'opporrebbero fermamente ad un errore manifesto" [8].
Leone XIII nell'Enciclica Inimica vis (8 dicembre 1892),
mette in guardia i vescovi e gli arcivescovi d'Italia contro la
Massoneria che cerca di conquistare alla sua filosofia il clero: "...i
settari massoni cercano con delle promesse di sedurre il basso clero.
Allo scopo di guadagnare alla loro causa i ministri sacri e poi... di
farne dei rivoltosi".
San Pio X condanna i
cattolici-liberali, i democratici-cristiani, i modernisti come "la
razza più pericolosa... che pretende di condurre la Chiesa al
proprio
modo di pensare. Tramite l'astuzia
e la menzogna di questo
perfido cattolicesimo-liberale, che fermandosi giusto ai limiti
dell'errore condannato, si sforza di apparire come ortodosso... I
cattolici liberali sono lupi sotto apparenza di agnelli. Il prete...
deve svelare le loro trame
perfide. Sarete chiamati papisti, clericali,
retrogradi, intransigenti; onoratevene ..." [9].
Anche nell'Enciclica Pieni l'animo
(28 luglio 1906) San Pio X mette in
guardia contro le infiltrazioni nemiche nella Chiesa e parla
esplicitamente dello "spirito d'insubordinazione e di indipendenza" che
si manifesta tra il clero. Tale spirito - prosegue il Papa - "...
penetra
fin nel Santuario. ... E soprattutto tra i giovani preti che uno
spirito
sì funesto porta la corruzione... Si fa per tali dottrine nuove
una
propaganda più o meno occulta,
tra i giovani che nei seminari si
preparano al sacerdozio".
Nella Pascendi (8
settembre 1907), poi, il Pontefice denuncia che "...i
nemici sono arrivati fin
dentro il cuore della Chiesa, nemici tanto più
temibili quanto più lo sono meno apertamente. ... Parliamo di un
gran
numero... di preti... è
dal di
dentro che tramano la rovina della
Chiesa, il pericolo è oggi quasi nel seno e nelle vene della Chiesa
stessa ... essi [i modernisti] non colpiscono i rami... ma la
radice
stessa, vale a dire la Fede".
Inoltre sempre S. Pio X, nell'allocuzione alla cerimonia
d'imposizione
della berretta cardinalizia ai nuovi porporati (27 maggio 1914)
pronunciò queste parole: "Oh quanti marinai, quanti piloti e,
non
voglia Dio, quanti capitani,
facendo confidenza a queste novità profane
ed alla falsa scienza del tempo presente, invece di giungere in porto,
hanno fatto naufragio!" (S. Pio X AAS 1914 pagg. 260-262).
Si noti che il Papa santo morirà neanche tre mesi dopo, i120
agosto
1914, e che la parola "capitani" si riferisce ai Vescovi!
Pio XI denuncia i progressi
fatti dalla "quinta colonna" infiltratasi
ormai nell'alto clero.
"Nel Concistoro del 23 maggio 1923 Pio XI chiese a circa trenta
cardinali della Curia romana cosa pensassero della convocazione di un
Concilio Ecumenico. Il card. Billot parlò esplicitamente di divergenze
profonde nel seno dello stesso Episcopato. Il card. Boggiani,
domenicano, pensava che una parte considerevole del clero e dei vescovi
era imbevuta di idee moderniste. ... Il card. Billot concludeva dicendo
che il Concilio sarebbe stato manovrato
dai peggiori nemici della
Chiesa" [10]
Ancora, nell'Enciclica Divini
Redemptoris (29 settembre 1937) Pio
XI denuncia i tentativi d'infiltrazione comunista che, senza menzionare
la dottrina propria del Comunismo, vorrebbe "impiantare i propri errori
nei luoghi ove –– senza ciò ––
non potrebbero penetrare. E lavorano [i comunisti] con tutte le loro
forze per infiltrarsi
perfidamente nelle assemblee cattoliche".
Il P. Cordovani, infine,
maestro dei Sacri Palazzi Apostolici sotto il
pontificato di Pio XII,
e quindi teologo di papa Pacelli, scrive
sull'Osservatore Romano del 19
marzo 1950: "Nulla è cambiato nella
legislazione della Chiesa rispetto alla Massoneria. ... I canoni 694 e
specialmente il canone 2335, che infligge la scomunica alla Massoneria
senza distinzione di riti,
sono sempre in vigore. ... Tutti i cattolici
devono... ricordarselo per non cadere nella trappola".
Jacques Ploncard d'Assac commenta che si era in presenza di
un'infiltrazione di idee
massoniche nella Chiesa e che il padre
Cordovani, profondo conoscitore del problema, insisteva: "La scomunica,
lo ripeto, vale per tutti i
riti massonici, ... anche se alcuni
dichiarano che non sono ostili alla Chiesa. ... Questa tendenza
moderna,
... che metterebbe volentieri il Cattolicesimo in armonia con tutte le
ideologie... non ha forse il marchio dell'eresia?" [11]
I Papi perciò, fino a Pio XII, non hanno cessato di metterci
in
guardia
contro le infiltrazioni nemiche nella Chiesa: purtroppo con Giovanni
XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II l'atteggiamento muta
radicalmente; si dialoga con la Massoneria, si ammette addirittura la
doppia appartenenza, come vedremo nei capitoli successivi [12].
I FATTI: IL DIALOGO CATTOMASSONICO
Con la morte di Pio XII il Concilio non era ancora stato adunato, ma
"l'aggiornamento" roncalliano
cominciava già a dar corpo alle antiche
aspirazioni di apertura verso i suppositi della Giudeo-Massoneria, per
poter così introdurre il cavallo di Troia nella Chiesa di Cristo.
Naturalmente ci si propose di dialogare, oltre che con le altre
religioni, anche con la Massoneria, per poter superare le condanne
portate dalla Chiesa contro la setta (oltre 590 documenti), a partire
da Clemente XII (In Eminenti,
1738) fino a Pio XII incluso e mai messe
in discussione.
"Le prime manifestazioni di questa tendenza nuova risalgono agli
anni
'20. Un gesuita tedesco, P. Gruber... prese contatto con alti dignitari
massonici... La campagna di avvicinamento iniziata in segreto dal padre
Gruber fu ripresa... in Francia dal padre Berteloot, anch'esso gesuita.
Costui pubblicò dal 1945 al 1949 una serie di articoli e di
libri
redatti con una grande prudenza, per poter preparare il riavvicinamento.
La campagna di riavvicinamento tra Massoneria e Chiesa cattolica
restò
tuttavia allo stato latente sotto il pontificato di Pio XII. Il fuoco
covava sotto le ceneri, ma i progressisti che avevano preso nella
Chiesa un'influenza considerevole, si rendevano conto che i loro sforzi
non avevano alcuna speranza finché viveva Pio XII... Con
l'elezione di
Giovanni XXIII ci fu bruscamente come un'esplosione... Si aveva
nettamente l'impressione di una campagna internazionale, metodicamente
orchestrata" [13]
"Lo spirito di Giovanni XXIII –– scrive padre Esposito [14] –– poi la grande
avventura ecumenica di Paolo VI,
innescarono una reazione a catena di cui lì per
lì non ci si rese conto, ma che divenne evidente allorché
i diversi
gruppi di esploratori
–– tra
gli anni 1965 e 1968 –– vennero scovati
dalla stampa. ... Si scoprirono scambi epistolari, telefonate
più o
meno
diuturne, ... simposi conviviali. Il tutto finiva per accrescere la
reciproca conoscenza degli uomini dei due schieramenti: i cattolici
toccavano con mano che i massoni non hanno il volto di
Lucifero [le apparenze ingannano, n.d.r.], i massoni che i cattolici
non sono tutti Grandi Inquisitori... Si può dire che l'incontro
tra le
due comunità quella ecclesiale e quella massonica, fu effettuato a tutti i livelli
".
"Il Gran Maestro della Massoneria Dupuy stimava che
«L'avvenimento
del
Vaticano II costituisce una apertura considerevole della Chiesa al
mondo». Rivelava di aver intrattenuto con Giovanni XXIII delle
relazioni «più che cordiali», che «Giovanni
XXIII e il Vaticano II
hanno dato un impulso formidabile al lavoro di chiarificazione e di
disarmo reciproco nei rapporti tra Chiesa e Frammassoneria». Al
limite,
nella misura in cui la Chiesa conciliare scivola verso il pluralismo e
la libera religione, tende a diventare una semplice obbedienza
massonica" [15]
D'altronde anche l'ex gran maestro del Grand'Oriente d'Italia,
Armando
Corona, afferma: "La Massoneria ha, per prima, nella storia caldeggiato
e difeso la tolleranza religiosa ed il diritto di ogni uomo di
professare la propria fede. Dopo tanti secoli, come Massoni, siamo
lieti che anche il concilio Vaticano II abbia dichiarato testualmente:
La coscienza degli uomini è
sacra..."
[16]
Anche mons. Lefebvre fu costretto ad ammettere che la Chiesa era
stata
infiltrata dalla Massoneria allo scopo di distruggerla. Proprio
perché
aveva vissuto direttamente l'esperienza del Concilio scrisse: "La
riforma liturgica è una delle cose più gravi. Fu fatta...
dal Padre
Bugnini, che l'aveva preparata già da molto tempo. Già
nel 1955 padre
Bugnini faceva tradurre i testi [liturgici] protestanti da mons.
Pintonello... che era vissuto molto tempo in Germania... È stato
proprio mons. Pintonello che mi ha raccontato che aveva tradotto i
libri liturgici protestanti per Bugnini, che a quel tempo non contava
ancora nulla... tipi come
Bugnini sono degli infiltrati nella Chiesa per distruggerla...
Alcuni dicono che dietro tutto ciò vi è la
Massoneria. È possibile... Ci troviamo davanti ad una vera congiura
all'interno della Chiesa, da parte dei cardinali attuali. Una classe di
intellettuali è insorta contro Nostro Signore, in un vero complotto diabolico
contro il suo Regno" [17].
Il primo cardinale che avvicinò un Gran Maestro fu Innitzer,
arcivescovo di Vienna, che nel 1948 impostò –– ad
insaputa di Pio XII
–– il dialogo col Gran Maestro Schechebaner. Negli anni '60
- '70 la
schiera dei "dialoganti" s'ingrossò e fece il tutto alla luce
del
giorno: i cardinali Cushing di Boston, Cooke di New-York, Etchegaray di
Marsiglia, Alfrink di Utrecht, Feltin e poi Marty di Parigi, Krol di
Filadelfia, Vilela di Bahìa (Brasile), Lorscheider di Fortaleza.
Tra i
vescovi si contano: Mendez Arceo di Cuernavaca (Messico), che in
Concilio domandò che la legislazione antimassonica fosse
modificata,
mons. Dante Benigni di Albano Laziale, mons. Ablondi di Livorno che,
secondo le affermazioni dell'Esposito [18],
partecipò agli incontri coi dirigenti massonici insieme al
gruppo
italiano. A Parigi
mons. Pezerie parlò addirittura in Loggia "come in passato
avevano
fatto Joyce di Boston, Pursley di South Bend, alcuni presuli nelle
Isole Filippine, in Canada e altrove" [19]
In Europa tale dialogo catto-massonico era benedetto "anche presso le istanze più alte della Chiesa. I tramiti
più costanti... che ottennero
un'accoglienza attenta presso
Paolo VI, furono don Miano, che
raggiungerà il card. Seper e il card. Koning... Il P. Riquet che
ebbe
ugualmente diverse opportunità di avvicinare Paolo VI [20].
Recentemente il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, l'avv.
Gaito,
ha dichiarato: "Quando ho ascoltato le gerarchie ecclesiastiche parlare
nelle omelie dell'uomo come centro dell'universo mi sono commosso fino
alle lacrime" [21].
VERSO LA REVISIONE DELLA SCOMUNICA DELLA MASSONERIA
L'intento immediato di tutti questi spuri connubi era di pervenire
alla
revisione e possibilmente all'abolizione della scomunica del 1738,
della setta massonica. Per la Pasqua del 1971 sembrò prossima la
pubblicazione di un Dubium
della Sacra Congregazione per la dottrina
della Fede "che avrebbe in qualche modo cancellato le gravi
pregiudiziali antimassoniche contenute nel Codice di diritto canonico
del 1917, canone 2335 e luoghi paralleli; la pubblicazione fu rinviata
alla festa dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno del medesimo anno, ma
ancora una volta non si ritenne opportuno affrettare i passi,
perché si
temeva –– e ben a ragione –– che l'opinione
pubblica cattolica... non
avrebbe accolto la decisione senza scandalo" [22].
LA CONFERENZA EPISCOPALE SCANDINAVO-BALTICA (21-23 ottobre 1966)
Fin dal 1964 i vescovi della Norvegia avevano consentito ad un
massone
"convertitosi" al cattolicesimo di poter conservare l'iscrizione alla
Massoneria.
I vescovi della Danimarca, Svezia, Islanda, Norvegia, Finlandia
applicarono il decreto conciliare Christus
Dominus, che all'articolo 8
afferma: "Ai singoli vescovi diocesani è data facoltà di
dispensare da
una legge generale della Chiesa, ogniqualvolta ritengano che ciò
giovi
al bene spirituale dei fedeli, purché dalla suprema
Autorità della
Chiesa non sia stata fatta qualche riserva speciale in proposito".
Nella riunione plenaria del 21-23 ottobre 1966, infine, i vescovi di
quelle cinque nazioni decidevano di non esigere dai massoni che
chiedevano di entrare nella Chiesa, l'abiura, cioè l'abbandono
della
Massoneria. I vescovi non
ritenevano perciò incompatibili le due appartenenze. "Nel
mese
di novembre la decisione venne
comunicata alla Santa Sede. Qui non si ebbero reazioni, e questo
significa che non c'erano
ragioni negative, per cui i124 gennaio 1968 la decisione venne
resa pubblica" [23].
Il Radiogiornale vaticano
intervenne, comunicando che la Santa Sede non aveva mutato la
disciplina vigente. "Si
ribadiva in tal modo che la decisione scandinavo-baltica rimaneva
circoscritta alla situazione locale, ma non la si contrastava" [24].
LA LETTERA DEL CARD. SEPER AL CARD. KROL (19 luglio 1974)
Il vento del Concilio continuava a soffiare, la Giudeo-Massoneria a
tramare: il risultato più clamoroso dell'infiltrazione della
"quinta
colonna" all'interno della Chiesa la si ebbe il 16luglio 1974. Si
trattò
di un modesto documento destinato a restare privato e che invece fu
reso pubblico dal destinatario, il card. Krol, arcivescovo di
Filadelfia e presidente della Conferenza Episcopale nordamericana.
Questo documento, brevissimo ed importantissimo, va inquadrato nella
scia delle due consultazioni a livello universale ordinate dalla Sacra
Congregazione per la dottrina della fede negli anni 1960-1970, per
conoscere l'opinione dei vescovi sulla consistenza e le caratteristiche
delle singole obbedienze massoniche.
Su tale documento così scrive il P. Esposito: "A richiesta
del card.
Krol, il prefetto del dicastero romano (della dottrina della Fede)
card. Franjo Seper rispose... con questa lettera così
strutturata: 1)
la richiesta di nuove istruzioni relative al problema massonico
è viva
presso l'Episcopato, e la Santa Sede ha posto il problema in seria
osservazione; 2) ... ogni eventuale mutamento viene demandato alla
redazione del nuovo Codice di Diritto Canonico; 3) nell'attesa, a) le
situazioni locali devono essere giudicate in ambito locale; b) tale
giudizio deve essere ispirato al principio dell'amplificazione delle grazie e
delle restrizioni degli odi;
4) la proibizione d'iscrizione
alla massoneria viene ristretta ai soli membri del clero e degli
istituti secolari; 5) implicitamente
la scomunica non viene più comminata. ... Questa lettera
ebbe
consensi ovunque. Negli Stati Uniti
inaugurò, da parte della Chiesa, un atteggiamento estremamente
aperto... La comprensione tra cattolici e massoni negli Stati Uniti
veniva da lontano... Cominciò
un rallentamento polemico, allorché i
massoni, rassicurati da Kennedy circa i suoi propositi non
integralisti, appoggiarono validamente la sua candidatura,
proseguì con
la partecipazione del card. Cushing a riunioni conviviali, unitamente
ad altri presuli, ... tra i gesti più incisivi ricordiamo la
partecipazione del cardinale arcivescovo di New York, Cooke, ad un
simposio massonico nel corso del quale pronunciò un discorso di
cordiale incoraggiamento alla reciproca comprensione e collaborazione" [25].
LA CONFERENZA EPISCOPALE DELL'INGHILTERRA E DEL GALLES (11-14
novembre
1976)
In tale conferenza l'eco della lettera Seper-Krol fu evidente. Il
documento episcopale affermava: "Un cattolico deve considerarsi
anzitutto membro della Chiesa cattolica... Ma se egli crede
sinceramente che la sua appartenenza alla Massoneria non entri in
conflitto con questa fedeltà, può entrare in contatto con
il suo
vescovo... per discutere le implicazioni di tale appartenenza".
LA CONFERENZA EPISCOPALE DI SANTO DOMINGO (29 gennaio 1976)
In una notificazione al clero diramata i129 gennaio 1976 1a
Conferenza
episcopale dominicana applicava la lettera del card. Seper asserendo:
"Tra noi
(cattolici e Repubblica dominicana) non esiste incompatibilità
tra
l'essere cattolico praticante... ed essere affiliato ad
un'associazione massonica o similare...".
MONS. ETCHEGARAY, ARCIVESCOVO DI MARSIGLIA (1975-1977)
Su richiesta concedeva l'autorizzazione ai funerali religiosi di un
massone.
LA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE (4 gennaio-12 marzo 1975)
Nella sessione del 5 gennaio 1975 la Conferenza Episcopale
brasiliana,
presieduta da mons. Lorsheider, poi cardinale, domandò alla
Santa Sede
istruzioni circa l'applicazione della lettera Seper; la risposta del 12
marzo, firmata dal Nunzio Apostolico in Brasile mons. Rocco, asseriva:
"... Sembra pertanto che si possa prestar fede a quanti, iscritti
già
da tempo alla Massoneria, sollecitano spontaneamente di essere ammessi
ai sacramenti...".
Non stupisce quindi che: "per il Natale di quell'anno il Card. Brandao Vilela accettava
l'invito di celebrare la messa nella loggia Liberdade di San
Salvador di Bahia... in quello stesso mese accettava un'alta
onorificenza massonica, così come l'accettava nel 1976 il card.
Paulo
Evaristo Arns, arcivescovo di Rio de Janeiro" [26].
LA FALSA RESTAURAZIONE DEGLI ANNI '80
San Pio X affermava dei modernisti: "Ad ascoltarli, a leggerli si
sarebbe tentati di credere che cadono in contraddizione, che sono
oscillanti e incerti.
Assolutamente no! Tutto è misurato, tutto è voluto da
costoro. ...Una
pagina delle loro opere potrebbe essere scritta da un cattolico; ma
voltate pagina e vi sembrerà di leggere lo scritto di un
razionalista" [27].
La tattica di Satana e dei suoi suppositi è sempre stata
quella di
mischiare il vero al falso, la zizzania al buon grano; così fa
la
Giudeo-Massoneria che, ormai infiltratasi sino al vertice della Chiesa,
mescola vero e falso per poter ingannare anche i buoni che, altrimenti,
reagirebbero.
Abbiamo già visto quale fosse la tattica del massone: restare
dentro
la
Chiesa come "quinta colonna" per distruggerla dall'interno, se mai
fosse possibile, e quindi, dopo aver fatto due passi avanti, farne uno
indietro (Lenin docet), per
non suscitare una vera reazione che
annienti le macchinazioni della contro-chiesa. Sappiamo anche che la
"quinta colonna", una volta scoperta, susciterà una "terza
forza", che
lavorerà assiduamente, sotto apparenza di moderazione,
equilibrio, amor
di pace e carità, per impedire la distruzione della "quinta
colonna".
Ebbene i vari documenti degli anni '80 che rivedono le posizioni
aperte
al dialogo, proprie degli anni '60 - '70, non sono nient'altro che il
classico passo indietro dopo i due compiuti in avanti, e la produzione
di una "terza forza" per salvare il lavoro della "quinta colonna"!
I documenti della falsa restaurazione sono: la Dichiarazione
dell'Episcopato tedesco (28 aprile 1980), la Dichiarazione della Sacra
Congregazione per la dottrina della Fede (17 febbraio 1981), la
Dichiarazione della Sacra
congregazione per le cause dei Santi (20
settembre 1981), il Nuovo Codice di
Diritto Canonico (25 gennaio 1983)
che nel canone 1374 afferma: "Chi dà il [proprio] nome ad
un'associazione che complotta contro la Chiesa, sia punito con giusta pena".
Bisogna rilevare che tale testo è molto diverso dal canone 2335
del Codice del 1917, perché il rigore della pena è
nettamente
alleggerito, in quanto viene
esclusa la scomunica, che era invece
comminata ipso
facto per chiunque avesse dato il proprio nome ad una
setta massonica.
Inoltre, per la gioia del padre gesuita Michel Riquet
non viene neppure menzionata la Massoneria! [28].
Così si giustifica la recente dichiarazione del Gran Maestro
del
Grand'Oriente d'Italia Virgilio Gaito: "Si consideri poi che la
scomunica contro i massoni è ormai affievolita: è
riservata soltanto a
chi cospira contro la Chiesa Cattolica" [29].
Tutto ciò prova che le condanne degli anni '80 erano puramente verbali e
che nulla de facto ne
è
seguito, né si voleva che ne seguisse. Infatti
i vari monsignori che negli anni '60 - '70 erano impegnati nel dialogo
con la Massoneria li ritroviamo quasi tutti promossi cardinali negli
anni '80, e coloro che già erano cardinali hanno continuato
tranquillamente ad esserlo senza che alcun provvedimento fosse preso a
loro carico!
Bisogna infine registrare la Dichiarazione della Sacra Congregazione
per la dottrina della Fede (26 novembre 1983), la quale, nell'affermare
che "i fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e
non possono accedere alla santa comunione" non ribadisce, però, la scomunica!
In un'intervista concessa ultimamente dal card. Ratzinger
all'Avvenire,
si legge che bisogna distinguere tra Massoneria e Massoneria, che non
bisogna fare di ogni erba un fascio, che vi è una Massoneria
anticlericale con la quale non si può dialogare, ma che, se la
Massoneria non fa professione di fede anticristiana, il dialogo
è
fattibile: si è, in pratica, ad un ritorno, seppur in sordina,
alle
posizioni degli anni '60 - '70.
È il lavoro della "terza forza" che cerca di consolidare,
sotto
apparenza di maggior fermezza e di restaurazione, le conquiste della
"quinta colonna"? La dottrina di cui sopra fu già condannata dal
P.
Cordovani nel 1950. Ma essa ritorna di moda anche in campo massonico,
allorchè il prof. Di Bernardo, nel suo libro Filosofia della Massoneria
afferma che la Massoneria è per principio non esclusivista e
tollerante
ed auspica un dialogo con la Chiesa, ciascuno restando quello che
è.
L'importante è che la Chiesa, senza perdere la sua
identità, rinunci
alle scomuniche per aprirsi al dialogo, accettando il pluralismo, la
tolleranza ed il non esclusivismo, e divenga poi così, nella
realtà,
una specie di Massoneria universale. Tutto ciò si è
avverato e lo
abbiamo costantemente sotto gli occhi [30].
Anche in campo cattolico-conservatore è ripreso questo
atteggiamento;
per esempio mons. Casale arcivescovo di Foggia, l'11 dicembre 1993, in
un convegno organizzato dal cesnur,
ha dichiarato che la doppia
appartenenza non è lecita, ma che il dialogo con le
Massonerie... non è
escluso dalla Chiesa cattolica [conciliare, n.d.r.] [31].
LA CHIESA CONCILIARE E IL ROTARY CLUB (1905)
a) Massoneria e Rotary
Il rapporto tra Rotary e Massoneria è "strutturale", come
dice P.
Esposito, "non solo a causa della fondazione del Rotary avvenuta i123
febbraio 1905 ad opera dell'avvocato Paul Harris di Chicago e di tre
suoi colleghi, massoni come lui; ma anche a causa dell'impostazione
ideologica e giuridica del club, il quale del messaggio iniziatico assume il
meglio, per inserirlo nella società laicizzandolo, cioè
escludendo gli
aspetti vincolanti ed iniziatici" [32].
In Cile ed in Spagna molti vescovi, negli anni Venti, espressero
vive
condanne del Rotary, denunciandone la radice massonica. La Santa Sede
di fronte a queste denunce dovette prendere posizione. Il primo passo
fu di prendere le distanze dal Rotary per poi condannarlo. Il compito
di preparare la strada alla condanna fu affidato alla Civiltà
Cattolica
che pubblicò tre articoli del padre Pirri s.j., secondo il quale
il
Rotary non differisce affatto
dalla Massoneria, sotto il dominio della
quale intende portare il mondo intero. Tuttavia il gesuita non vuole
affermare che tutti i rotariani siano massoni, ammette l'ignoranza, la
buona fede, l'ingenuità in alcuni di essi.
La tolleranza religiosa del Rotary, conclude il Pirri, è de facto
sincretismo religioso [33].
Sull'Enciclopedia Cattolica mons. Buzzetti scrive: "La
mentalità
ch'esso [il Rotary] proclama può facilmente diventare
indipendenza
dall'insegnamento della Chiesa, anche nel campo della fede e dei
costumi e favorire
l'infiltrazione di elementi massonici ed anticlericali" [34].
b) La prima condanna pontificia (4
febbraio 1929)
Il testo pontificio di condanna del Rotary uscì quasi
contemporaneamente al terzo articolo del padre Pirri del 2 febbraio
1929; è infatti di solo due giorni posteriore il Dubium della Sacra
Congregazione concistoriale. Il decreto pontificio era la risposta al
quesito se fosse lecito agli ecclesiastici iscriversi al Rotary e
partecipare alle riunioni di questa organizzazione, ed era nettissima:
non expedire,
cioè "non è conveniente". La proibizione non è
estesa ai
laici. Il testo fu pubblicato negli A.A.S. (1929, anno 25,15 gennaio
1929, 42).
Anche il cardinale di Milano Schuster intervenne, vent'anni dopo, il
12
ottobre 1949, riaccendendo i fuochi della polemica: "A1 tempo della
nostra giovinezza
a Roma... v'erano associazioni che si dicevano affiliate [alla
Massoneria] come il Rotary... Tutte forme essoteriche di una Massoneria
unica" [35].
c) La seconda condanna (gennaio
1951)
Essa fu molto più severa della
prima, più solenne, con l'esplicito
richiamo dell'assenso diretto di Pio XII [36].
d) La svolta di Giovanni XXIII
Il deus ex machina del
Rotary italiano, Omero Ranelletti, che fondò il
Club di Roma nel 1924 narra che "all'avvento di Papa Giovanni
pensò che
il problema avrebbe potuto essere avviato ad una soluzione migliore che
in passato" [37]; i122 dicembre
1958 chiese pertanto a Giovanni XXIII un'udienza, che gli fu accordata
i120 aprile
1959. "In udienza presentò i suoi colleghi coi loro titoli
rotariani, e
papa Giovanni ... gradì la visita affermando che a Venezia aveva
avuto
occasione di avvicinare più volte i rotariani della
città, ed era
perciò bene al corrente della nostra istituzione. ... Ebbe per
tutti
parole di bontà, confortandoci infine della sua apostolica
benedizione"
[38].
Il 20 marzo 1963 Roncalli accordò al Rotary una seconda
udienza.
e) Paolo VI
La terza udienza pontificia ebbe luogo con Paolo VI i128 settembre
1963. Ma la più importante fu la quarta, del 20 marzo 1965,
nella quale
Ranelletti ricordò che il 13 novembre 1957 (un anno prima della
morte
di Pio XII) l'allora card. Montini s'incontrò con i rotariani e
tra
l'altro disse loro: "Vi ringrazio signori rotariani per questa
manifestazione di omaggio che mi rivolgete, ma debbo con lealtà
dichiaravi che in passato io ebbi molte riserve sul Rotary, frutto di
ignoranza e di errori" [39].
Nell'udienza del 20 marzo 1965 Paolo VI riprese questo pensiero; un
altro incontro col Rotary avvenne il 14 novembre 1970.
f) Giovanni Paolo II
"Con Giovanni Paolo II
l'accettazione del Rotary raggiunge livelli ancora più elevati,
nel senso che non solo è affermata la
compatibilità,
...ma
forse addirittura la complementarietà
fra l'opera
cattolica e quella rotariana" [40].
Giovanni Paolo II ha ricevuto i rotariani il 14 giugno 1979 ed i14
febbraio 1984.
IL MOVIMENTO PAX E IL GRUPPO I.DOC (braccio armato della
sovversione
all'interno della Chiesa conciliare)
"Dopo il Concilio Vaticano II –– scrive Orio Nardi [41] –– la gnosi
influenza tutta la fermentazione modernista o progressista all'interno
della Chiesa, non senza la complicità di teologi... che spesso
operano
sotto l'influsso di centri di potere mondialista, come appare dalla
storia del Movimento Pax e del gruppo I.DOC".
IL MOVIMENTO PAX
Il 6 giugno 1963 il card. Wyszynski scrisse una lettera ai vescovi
francesi, che fu fatta pervenire al Segretariato dell'Episcopato
francese tramite il nunzio apostolico: oggetto della lettera era il
Movimento PAX.
Il cardinale smascherava nel suo scritto la vera natura del
Movimento:
"PAX non è un'organizzazione a scopo culturale, ma unicamente un
mezzo
di propaganda travestito per denigrare l'attività della Chiesa
in
Polonia, tramite la diffusione d'informazioni false... Tale movimento
riceve le direttive dal Partito Comunista, dalla Polizia segreta e
dall'Ufficio per gli Affari del Culto. In compenso della sua
sottomissione PAX beneficia di certe facilitazioni ed appoggi".
All'inizio del Concilio il Movimento PAX intensificò la sua
propaganda
nei Paesi dell'Europa occidentale e specialmente in Francia,
diffondendo notizie false od equivoche ed offensive della Chiesa e
soprattutto della Curia romana.
Il fondatore di PAX (vero e proprio organo della polizia comunista
polacca, alle dirette dipendenze del Ministero degli Interni) era M.
Piasecki, che era stato
condannato a morte dai russi sovietici ed era
stato graziato a prezzo di un impegno formale di mettersi al servizio
del Partito Comunista per infiltrare la Chiesa Cattolica.
Fin dalle sue origini, quindi, PAX è un'agenzia del Partito
Comunista
Polacco che emana direttamente gli ordini ai suoi membri tramite
l'Ufficio Centrale. Piasecki dipendeva in modo diretto dall'Ufficio
Sicurezza (U. B.) e dall'Ufficio dei Culti, che, in Polonia, disponeva
di un potere assoluto per quanto riguardava la Chiesa Cattolica.
Nel 1956 col disgelo Piasecki cade in disgrazia (nuovamente),
però,
grazie ai servizi resi soprattutto alla Francia, può risalire la
china;
il suo potere raggiunge l'apogeo durante i lunghi anni di
prigionia di Wyszynski. Fu quella l'epoca in cui PAX assorbiva tutte le
pubblicazioni cattoliche ancora indipendenti dal Partito Comunista. La
destalinizzazione atterrò di nuovo Piasecki, che però
risorse grazie...
al Concilio Vaticano II! Infatti gli fu assegnato il compito di formare
focolai di dissenso negli ambienti ecclesiastici che lavoravano al
Concilio, di scindere i Vescovi in due blocchi (progressisti e
conservatori), per poter mettere la Chiesa al passo con il mondo
moderno (Solve et coagula).
In Francia, giornali come la Croix
e periodici come Les Informations
catholiques Internationales erano giunti a diffamare il card.
Wyszynski
e a difendere PAX, spianando così la strada al trionfo del
Comunismo in
Francia e nel mondo.
Jean Madiran scrisse un coraggioso ed interessante articolo su La
Nation Française (1° luglio 1964) dal titolo Lo spionaggio sovietico
nella Chiesa, aggiungendo che Piasecki era una creatura del
generale
Ivanov Sierow della N.K.V.D. (la polizia politica russa). Madiran
scriveva anche che PAX attaccava la Curia romana, in quanto nel 1956
una sua delegazione si era recata in Vaticano per difendere Piasecki
condannato dal Sant'Uffizio, senza però ottenere quanto
desiderava.
IL GRUPPO I.DOC
Con l'inizio del Concilio nacque a Roma un Centro di informazione
per i
vescovi e i teologi olandesi, il
DOCumentation.
Tale centro diffondeva bollettini d'informazione in tutte le lingue
ed
organizzava conferenze stampa tenute dai Padri conciliari o da teologi
progressisti per potersi impadronire dell'opinione pubblica; ad esse
infatti erano regolarmente presenti i responsabili di agenzie
internazionali e gli informatori di grandi quotidiani.
A1 termine del Concilio quest'Agenzia stampa volle mantenere le
relazioni che aveva stabilite nel periodo del Concilio: così il
DOC è
diventato I.DOC (Information-Documentation
sur l'Eglise Conciliaire).
Louis Salleron scriveva: "Siamo in presenza di un vero potere
parallelo
[I.DOC] in seno al Cattolicesimo, perché tiene in mano
l'informazione,
la pubblica opinione... ed è in grado di cercare di imporre le
proprie
vedute al Magistero" [42].
Delaman, a sua volta, sosteneva che "l'I.DOC dà le sue
consegne...
Quando un vescovo osa levarsi contro uno dei suoi obiettivi, ...
diventa la
vittima di un vero assassinio morale nella stampa del mondo intero" [43].
La rivista inglese Approches
[44] afferma:
"La sezione britannica di I.DOC è composta interamente da
progressisti,
e il gruppo è controllato all'interno da un nucleo marxista,
esso
stesso condotto da uno dei capi comunisti tra i più esperti
dell'Inghilterra".
Jack Dunman, infatti, che occupa un posto di primo piano nella
sezione
inglese dell'I.DOC, è "una personalità in vista del
Partito Comunista
Inglese, il cui influsso è cresciuto con la sua elezione a
deputato. In
Inghilterra è lo specialista del dialogo tra comunisti e
cristiani" [45]. Il Dunman godeva
poi anche
dell'appoggio del gruppo Slant,
collegato con il Movimento
PAX.
Sono quindi profondamente vere le parole del Nardi: "È bene
che la
considerazione del tradimento affiori nelle coscienze di molti, e
riporti soprattutto i responsabili al senso di dignità e di
libertà di
spirito che distingue i veri cercatori della verità" [46].
LETTERA APERTA ALLA CHIESA DI FRANCIA: CIÒ CHE L'EBREO
ROBERT ARON
PENSA DELL'EVOLUZIONE DELLA CHIESA CONCILIARE
Nell'interessante libro Lettre
ouverte à l'Eglise de France [47]
Robert
Aron esamina Les orientations
pastorales sur l'attitude chrétiens à
l'egard du Judaisme, cioè il documento dell'Episcopato
francese
sul
Giudaismo, ed afferma che proprio questo documento, che dovrebbe essere
magistero episcopale, è "una refutazione del deicidio, una
riabilitazione dei Farisei, un'affermazione del permanere della
missione di Israele, che non abolisce la Nuova Alleanza del Cristo.
Questi sono tanti indizi che ci permettono di affermare che qualcosa di profondo è
cambiato non
solo nei rapporti tra Israele e la Chiesa, ma anche nei rapporti tra la
Chiesa ed il Dio di Abramo e di Mosè" [48].
Il documento episcopale non menziona neppure una volta il problema
della divinità di Gesù Cristo, che pure è
essenziale nello stabilire i
rapporti che debbono intercorrere tra Giudaismo e Cristianesimo.
Aron apprezza, naturalmente, questo nuovo linguaggio dell'Episcopato
francese. Infatti la Chiesa preconciliare, che nell'argomentare si
basava sui dogmi immutabili e precisi, non poteva andare "a braccetto"
con la Sinagoga anticristiana. Ma se la
Chiesa conciliare cessa di essere dogmatica, anzi mette in sordina il
dogma, per parlare un linguaggio familiare all'uomo moderno, il
linguaggio massonico della filosofia illuminista e idealista, allora
l'abbraccio diviene possibile (come de
facto si è verificato il 13
aprile del 1986 alla Sinagoga di Roma) ... e letale per Nostro Signor
Gesù Cristo e il suo Corpo Mistico.
Ed è per questo che Aron gioisce dell'evoluzione (eterogenea)
che ha
subito la Chiesa conciliare, grazie a "Theilhard de Chardin... che
è
diventato post mortem ... uno
degli ispiratori del Concilio Vaticano
II".
Ed è così che Aron si spinge fino a fare delle
proposte alla Chiesa,
a
condizione che ritorni alla fede giudaico-talmudica, rinunciando,
perciò, ad essere cristiana. Il nodo gordiano, infatti, o "la
pietra
d'inciampo" (quant'è vero il Vangelo...) è proprio
Gesù Cristo, poiché
l'Aron riconosce che "la difficoltà d'essere cristiano
è...
metafisica... [per i cristiani] vi è un intercessore sublime,
reputato
Figlio di Dio, il Cristo. È l'Agnello di Dio che prende su di
sé e
cancella in Cristo i peccati del mondo, mentre, per l'ebreo, ogni uomo assume il peso dei propri
peccati" [49]. Ogni uomo
cioè è Messia e Redentore, in quanto (secondo la Cabala e
per Teilhard)
è
l'evoluzione ed il completamento di Dio stesso.
Ma "che cosa succede se la maggior parte dei cristiani si mette a
contestare la base stessa della religione che professa? Ecco il cuore
della crisi attuale che attraversa la Chiesa..." [50].
Ebbene sì, lo studioso ebreo ha visto giusto. La maggior
parte dei
cristiani... non è cristiana; è questa la crisi provocata
dalla "quinta
colonna" giudaico-massonica all'interno della Chiesa conciliare.
Infatti nei sondaggi fatti da giornali cattolici risultava che
già nel
1972 soltanto il 36% dei Cattolici credeva alla divinità di
Cristo. (Ed
oggi ?). Il 64% restante, perciò, non era più cristiano:
il
Cristianesimo è infatti la religione che professa la
divinità di Cristo.
Secondo l'Aron ci troviamo di fronte allo scacco della Chiesa:
infatti
nei rapporti tra Cristianesimo e Giudaismo bisogna scegliere una delle
due alternative: o Cristo è Dio, e quindi il Giudaismo
anticristiano è
una falsa religione; oppure non è Dio e quindi il Cristianesimo
è
un'eresia, una setta staccatasi dal Popolo di Dio.
Purtroppo trent'anni di catechesi conciliare, che ha snaturato i
rapporti tra Antica e Nuova Alleanza, tra Cristianesimo e Giudaismo
hanno portato alla
conclusione logica ed inevitabile che, per la maggior parte dei
cristiani, (64% nel 1972, ventidue anni fa!) Cristo non è Dio,
quindi
"ha bestemmiato ed è reo di morte".
Ecco perchè Aron fa delle proposte alla Chiesa a nome della
Sinagoga:
"Se la Chiesa è in crisi, non è soltanto perché
usava il latino... No!
Ciò è dovuto ad una sorta di proliferazione che sembra
prodursi in
essa, a partire da un germe pericoloso, che deve alla sua origine
stessa... È il problema delle origini che si pone di nuovo per
la
Chiesa" [51]. Se già nel
1972
i164% dei cattolici non crede più alla
divinità di Cristo, non è forse perché occorre
risalire alle origini
stesse della Chiesa ed alla biforcazione iniziale tra il fiume (la
Chiesa) e la sua sorgente (la Sinagoga), si chiede l'Aron. Bisogna
quindi riproporre la stessa domanda che Caifa pose a Gesù: "Io
ti
scongiuro, nel nome del Dio vivente, sei tu il Messia, il Figlio di
Dio?". Alla quale, però, bisogna dare una risposta diversa da
quella
che diede Gesù ("Tu lo dici, Io lo sono"), per poter finalmente
riportare il fiume (la Chiesa) alla fonte (la
Sinagoga).
Per Robert Aron la strada che ricongiunge fiume a fonte è
proprio
quella intrapresa dal Concilio Vaticano II, infatti...
L'OPINIONE DI ARON SUL
VATICANO II
"Il Vaticano II... costituisce uno sforzo splendido della Chiesa per
riadattarsi al mondo
[more judaico-talmudico]... In questo avvenimento considerevole, vi
è
–– nel senso migliore del termine –– un germe rivoluzionario, ma se
tale germe è concepito, non è ancora
sbocciato. Se è permesso di paragonare il Concilio ad un'altra
Rivoluzione di natura ben diversa, questa Rivoluzione religiosa non
è
ancora che al suo inizio; ... essa non è che alla notte del 4
agosto
1789" [52].
De ore tuo te judico!
Chi apprezza il Concilio, chi lo ha fatto? Lo sappiamo: Jules Isaac,
un
B'nai B'rith, è stato il redattore materiale di Nostra Ætate. Per
questo Aron afferma che la Chiesa, staccatasi dalla sua fonte, la
Sinagoga, vi sarà ricondotta dalla Rivoluzione conciliare, ed i
segni
già si vedono: la maggior parte dei cattolici... non è
più cristiana!
Ma già Nostro Signor Gesù Cristo aveva affermato: "Quando il Figlio dell'Uomo tornerà
sulla
terra, credete che
vi troverà ancora la Fede?". Tutto era previsto.
Ciò che deve aprirci gli occhi è la pretesa che ha il
Giudaismo
anticristiano d'ingiungere ad ognuno l'accettazione del Vaticano II.
Infatti Ha Kellah, il
bollettino della Comunità israelitica di Torino [53] qualche tempo fa invitava l'Istituto Mater Boni
Consilii ad
accettare il Vaticano II, a non voler continuare a parlare come la
Chiesa preconciliare! Non ci accusava –– si badi bene
–– di
antisemitismo, no! Ma di essere ancora fedeli alla teologia
preconciliare. Ma se il Concilio, come afferma Robert Aron, è la
strada
maestra che fa perdere la Fede nella divinità di Nostro Signor
Gesù
Cristo, chiederci di accettare il Concilio significa chiederci di
vendere Gesù Cristo per trenta denari!
Ora ogni cattolico che vuol restare fedele a Cristo e alla sua
Chiesa,
dovrebbe riflettere su questi fatti evidenti ed inoppugnabili. Il
Vaticano II è figlio della Sinagoga, ed è la strada che
conduce alla
giudaizzazione dei cristiani.
Henry le Caron così commenta: "Un ebreo vi fa una proposta di
servizio
a nome della Sinagoga... Se volete salvare la Chiesa... la vostra
"nuova Chiesa", dovrete rinunciare alla Rivelazione, all'Incarnazione
ed alla Redenzione. A tale prezzo otterrete la simpatia della Sinagoga
e potrete così contare sul suo appoggio" [54].
INFLUSSO GIUDAICO AL CONCILIO
Nel libro di Ratier sul B'nai B'rith [55]
apprendiamo che Jules Isaac
apparteneva a quella potente organizzazione massonica composta da soli
ebrei, che attualmente conta a livello mondiale circa mezzo milione di
membri [56].
Già conosciamo il ruolo avuto da Jules Isaac nella redazione
di Nostra Ætate [57], ma forse non sono note le
proposte ancora più
favorevoli al
Giudaismo che hanno preceduto il documento conciliare, né il
lavorìo
del B'nai B'rith intorno ad esse.
Ralph Wiltgen [58] narra che il
31 agosto 1964, due settimane prima
dell'apertura della terza sessione del Concilio, ricevette la visita
del signor Lichten, direttore del dipartimento degli affari
interculturali dell'A.D.L. (Anti-Defamation League of B'nai
B'rith): "Costui era molto inquieto che la frase che discolpava il
Giudaismo dalla Crocifissione
del Cristo, potesse essere soppressa dal documento e sosteneva che tale
frase era pergli ebrei l'elemento più importante del
documento... Disse
ancora che aveva reso visita a parecchi
cardinali europei e di essere in contatto con gli ambienti romani;
aggiunse che il card. Bea preparava una correzione relativa a questa
decisione sgradevole e che l'avrebbe presentata nell'aula conciliare".
CONCLUSIONE
Chi potrebbe ancora dubitare, dopo i fatti esposti e le denunce del
Magistero della Chiesa, che la Sposa di Cristo sia stata l'oggetto di
un oscuro complotto e che purtroppo sia stata infiltrata dal nemico fin
nei suoi più alti gradi?
Di fronte a questa triste realtà tre attitudini sono
possibili:
a) la politica dello struzzo,
che consiste nel chiudere gli occhi di
fronte alla realtà e nell'illudersi che tutto vada bene...
b) lo scoraggiamento
di chi, di fronte a tale apparente
vittoria nemica
di un'importante battaglia, pensa che la guerra sia persa, non tenendo
presente che la Chiesa è divina e che Nostro Signore ci ha
promesso "le
porte dell'Inferno non prevarranno".
c) l'attitudine realista e
soprannaturale, che tenga conto al tempo
stesso non solo dei fatti tristissimi, che non possono essere ignorati,
ma anche della Fede e della Speranza cristiana, che ci danno l'assoluta certezza che la
Madonna, come sempre, schiaccerà il capo al serpente
infernale: "Ipsa conteret"!
Chiediamo a Maria Santissima ed in particolare alla Madonna del Buon
Consiglio di darci luce e forza, per scorgere le trappole della "quinta
colonna" e
per saperle combattere con tutte le nostre forze!
Mi sembra doveroso concludere con questa bella preghiera di don
Bosco:
"Dolcissimo Gesù, nostro divin Maestro! Che sempre sventaste le nefande macchinazioni con cui
i farisei
frequentemente v'insidiavano,
dissipate i consigli degli empi". (San Giovanni Bosco).
NOTE:
[1] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 -
45.
[2] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 -
45.
[3] Il motto del Grand'Oriente di
Francia era: "Bisogna sentire
la Massoneria dappertutto,
e non scoprirla in nessun luogo".
[4] Cfr. Sodalitium, n° 37, pagg. 33 -
45.
[5] Guillon, Collection générale des
brefs et
institutions de notre très saint Père le pape Pie VI,
Paris,
tome II. pag. 233.
[6] Cretineau-Joly, L'Eglise romaine en face de la
Révolution,
"Cercle de la Renaissance française", Paris 1859 tomo. II, pagg.
373-375.
[7] Cfr. Verbe, n° 123, luglio-agosto
1961,
pag. 44.
[8] Citato da Mons. M. Delassus in Verités sociales et erreurs
démocratiques,
ed. Sainte Jeanne d'Arc, Villegenon 1986, pagg. 398-399.
[9] Cf. La Contre Réforme catholique,
n°
237, novembre 1987, pag. 5.
[10] R. Du Lac, La collégialité
épiscopale au deuxième
Concile du
Vatican, ed. Du Cèdre, Paris 1979, pag. 9.
[11] J. Ploncard d'Assac, Le secret des FrancsMaçons,
ed. de
Chiré, Chire
en Montreuil, 1979, pag. 26.
[12] Cf. U. Fidele, Le décalogue de Satan, sine
loco et
data, pagg.
341-388.
Anche la venerabile Anna Caterina Emmerich (1774-1824) e la beata
Anna
Maria Taigi (1769-1837) hanno denunciato tali infiltrazioni massoniche
nella Chiesa, che esse potevano scorgere grazie a fenomeni mistici da
cui erano favorite. Cfr. Mons. M. Delassus, La conjuration
antichrétienne, Desclées de Brouwer, Lille 1940,
tome III, pagg.
853-891.
[13] Leon de Poncins, Infiltrations ennemies dans l'Eglise,
Documents et
témoignages, Paris 1970, pagg. 85-88.
[14] R. Esposito, Le grandi concordanze tra la Chiesa
cattolica e la
Massoneria, Nardini ed., Firenze 1987, pagg. 25-26.
[15] J. Ploncard d'Assac, op-. cit., pag.169.
[16] A. Corona, Non c'è Massoneria senza
trascendenza,
in Hiram, maggio
1988.
[17] Mons. Lefebvre, L'Eglise infiltrée par le modernisme,
ed.
Fideliter, Eguelshadt 1993, pagg. 31-55.
[18] R. Esposito, op. cit., pag. 26.
[21] 30 Giorni, febbraio 1994, pag. 29.
Lo stesso Gaito ha anche
affermato che non poteva asserire se Giovanni XXIII fosse stato
iniziato in una loggia massonica, ma quello che era certo è che
nel suo
insegnamento si ritrovava la filosofia della Massoneria (Questo
argomento sarà trattato ex
professo
da don Ricossa in un prossimo
articolo sul "Papa del Concilio").
[22] R. Esposito, op. cit., pagg. 29-30.
[27] Pascendi, 8 settembre 1907.
[28] Cf. U. Fidele, op. cit., pag. 193.
[29] Cf. 30 giorni, febbraio 1994, pag. 29.
[30] Cf. Sodalitium, n° 24,
pagg. 3-8.
[31] Cf. Cristianità, Piacenza,
gennaio-febbraio 1994, pag. 23.
[33] Cf. Civiltà Cattolica, II, 1928,
481-489/1928, III, 97-109/1929,
I, 337-346.
[34] G. B. Buzzetti, voce Rotary, in Enciclopedia Cattolica, vol. X,
col. 1398.
[35] Rivista diocesana milanese,
novembre 1949, pagg. 240-241.
[36] Il testo si trova negli
A.A.S., anno 33, gennaio 1951, 91.
[37] R. Esposito, op. cit., pag. 345.
[41] O. Nardi, Gnosi e rivoluzione, Grafiche
Pavoniane, Milano 1991,
pag. 77.
[42] Carrefour, 9 ottobre 1968.
[43] Rivarol, 26 settembre 1968.
[44]
Approches, gennaio 1968.
[45] O. Nardi, op. cit., pag. 83.
[47] Robert Aron, Lettre ouverte à l'Eglise de France,
Paris, 1975.
[53] Ha Kellah n° 1 anno 1994, pag.
1.
[54] H. Le Caron, Dieu est-il anti-semite? Ed.
Fideliter, Escurolles, 1987, pag. 80.
[55] E. Ratier, Mystères et secrets du B'nai B'rith,
Facta, Paris 1993.
[56] Il 3 giugno 1971 Paolo VI
ricevette in udienza pubblica la loggia del B'nai B'rith (Osservatore Romano, 3 giugno 1971);
Giovanni Paolo II lo fece nel 1984 (Documentation
Catholique, n° 1874, pag. 509).
[57] Cf. Sodalitium, n° 28 pagg. 8-10.
[58] R. Wiltgen, Le Rhin se jette dans le Tibre, ed.
du Cèdre, Paris 1976, pag. 169.
Opto per l'attitudine C. Luisa L.
RispondiEliminaBravi Anna Rita e Gianluca. Luisa L.
RispondiEliminaNon dimentichiamo che lefebvre è morto erstico!
RispondiEliminaDavvero? Spiegaci la sua eresia.
EliminaSe non ne sei capace, taci e sparisci.
Osservate con attenzione la foto di Giovanni Paolo II con il B'nai B'rith.
RispondiEliminaPoi osservate una qualche altra foto di Wojtila presa da google.
Non notate niente?
I lineamenti non vi sembrano diversi ?
Per me non è lui.
E se non è Lui, chi è? E chi c'è l'ha messo?