domenica 7 febbraio 2016
Nella falsa Chiesa Conciliare qualcuno si sveglia e riconosce Bergoglione per quello che è....
Iudica me, Deus, et discerne causam meam de gente non sancta; ab homine iniquo et doloso erue me.
La
Messa di sempre si apre con il salmo 42, con le cui prime parole il
sacerdote si presenta al cospetto di Dio, sottoponendosi al Suo giudizio
per essere difeso da gente che non Gli appartiene e strappato al potere
dell’uomo iniquo e ingannatore. Confesso che, iniziando ogni
mattina il divino Sacrificio con queste parole ispirate, non posso fare a
meno di identificare con precisione, nel mio cuore, le persone evocate
dal testo sacro, attualizzandolo in virtù della sua perenne efficacia ai
fini del discernimento storico. Nell’odierna situazione della Chiesa e
del mondo è inevitabile pensare, in riferimento alla gens non sancta,
a chi detiene il potere finanziario e, per mezzo di esso, quello
politico e mediatico; altrettanto inevitabile è individuare l’homo iniquus et dolosus in
quel personaggio che, pur essendo ritenuto capo della Chiesa Cattolica,
non perde occasione per offendere i veri cattolici, umiliandoli e
schernendoli in nome di una strana “misericordia” giacobina che, senza
alcuna pietà, taglia la testa a chiunque non le si allinei
pedissequamente.
Sarà
forse anche per questo che i Vescovi italiani sono così latitanti di
fronte alle sfide epocali di questo delicatissimo momento, dando
l’impressione di una completa virata rispetto a pochissimi anni fa.
Ignavia, vigliaccheria, accecamento… o complicità? Bisognerebbe valutare
caso per caso; ma il risultato, in ogni caso, non cambia. D’ora in
avanti i fedeli autentici – non i cattocomunisti che sabato scorso sono
stati vistosamente assenti – non si sentiranno più legati alla loro
guida né firmeranno la dichiarazione dei redditi per foraggiare quella
macchina mangia-soldi che è la cosiddetta conferenza episcopale. Gli
argomenti finanziari sono gli unici a cui è veramente sensibile la
maggior parte dei chierici di ogni ordine e grado; forse qualcuno di
loro comincerà a preoccuparsi sul serio, visto che per ora non sembrano
angosciati più di tanto dall’eventualità, ormai non più così remota
neppure da noi, che due uomini o due donne si presentino in parrocchia
per far battezzare il “figlio”.
Qualora
qualcuno mi facesse osservare che, con simili proposte, mi do la zappa
sui piedi (dato che il sostentamento dei sacerdoti dipende in buona
parte dall’otto per mille), risponderei che in realtà, grazie alla
Provvidenza, che adesso si prende cura di me per mezzo di anime buone,
non dipendo più da quell’infausto sistema che, riversando un fiume di
denaro sulla Chiesa italiana, l’ha ad un tempo imbavagliata e corrotta.
Come se non bastasse, le reiterate minacce di farle pagare le tasse
sugli immobili hanno avuto il miracoloso effetto di cucire le bocche
episcopali: bandiera bianca su tutta la linea di fronte ai pupazzi del
terzo governo non uscito dalle urne, che sostiene a spada tratta (alla
faccia della separazione dei poteri su cui si fonderebbe la democrazia)
disegni di legge presentati da sconosciute donnette che fanno il loro
mestiere… Al Circo Massimo non saranno stati due milioni, ma se anche i
settecentomila censiti dalla questura si fossero mossi verso i palazzi
del potere per occuparli fino ad ottenere doveroso ascolto (come
avvenuto, in tempi recenti, in alcune repubbliche ex-sovietiche)… chi
avrebbe potuto fermarli?
Forse
soltanto la voce di quel patrigno che, dopo averli vergognosamente
ignorati (salvo per privarli della Messa in San Pietro), ricomincerà a
lanciare i suoi strali ogni santa mattina dal suo pulpito mediatico per
condannare i moderni farisei. Ma, fratelli miei, come potete ancora
considerarlo Vicario di Cristo e ascoltare le sue insane esternazioni?
Ammesso e non concesso che sia stato eletto in modo valido, ha
sfacciatamente tradito la propria missione fin dall’inizio, fornendoci
subito elementi più che sufficienti per trarne la conclusione che egli è
al servizio di qualcun altro (fatto che lo fa decadere da qualsiasi
ufficio nella Chiesa). Andiamo, non ci si può arrampicare sui vetri per
negare l’evidenza. Non è per partito preso che persistiamo su questa
posizione, ma semplicemente perché ci ostiniamo ad usare il cervello –
cosa che la fede non ci proibisce affatto, casomai qualcuno si
appellasse ad essa per impedircelo e tapparci la bocca…
Qualcuno
reagirà affermando che è un’accusa gravissima, di portata apocalittica.
Sì, è esattamente così: siamo in una situazione apocalittica. Chi
preferisce continuare a bearsi di illusioni infantili, è libero di
farlo, ma non potrà lamentarsi quando sarà colto impreparato dal
castigo. Se non riuscite a convincervi, sentite un po’ cosa dice un
piano massonico del 1961: «Il
Concilio Vaticano II è l’occasione, la grande occasione che aspettavamo
per il trionfo delle nostre idee, visto che i massoni sono già al
lavoro in tutti i gradi della Gerarchia ecclesiastica. Rimane ancora il
Papato, ma noi lo colpiremo mortalmente se, senza troppe scosse e
sotto l’apparenza di miti pecorelle, continueremo con diligenza a
modellare la cristianità in modo che possa esprimere il papa dei nostri
sogni. Quando avremo convertito la Gerarchia ecclesiastica e la
massa dei fedeli alle nostre teorie, senza che se ne accorgano, tutto
andrà avanti da sé». Non possiamo fare altro che costatare che è
avvenuto proprio così: la cristianità, impercettibilmente modellata
dalle idee dei massoni, ha infine espresso il papa dei loro sogni.
Ci
si è chiesti se il carattere sconnesso e irragionevole di molti suoi
discorsi improvvisati non sia dovuto ad una causa involontaria:
l’esaurimento che l’obbligò, da giovane, al ritiro di Cordoba, la
“benedizione” ricevuta, da vescovo, dai pentecostali o, ancora, il
tumore al cervello che è stato di recente ipotizzato. Nulla di tutto
questo: a prescindere da eventuali danni aggiuntivi, la confusione che
regna nel suo ciarlare è frutto di una strategia studiata, mirante a
creare un caos programmato nelle menti e nei costumi. A chao ordo,
recita il noto adagio massonico: per demolire l’ordine costituito e
imporne un altro, illegittimo e perverso, bisogna instaurare un regime
caotico. È sempre lo stesso sistema: per distruggere la disciplina dei
seminari e forgiare chierici conformi ai suoi scopi, già dai primi anni
’60 la massoneria vi introdusse la sua ideologia tramite professori ad
essa affiliati che facevano il suo gioco: cambiate le idee – dicevano –
cambierà tutto il resto. C’è poco da fare: i vescovi di oggi e il loro
capo vengono da lì. Essi non sono al servizio del Popolo di Dio, ma
delle proprie convinzioni – che sono quelle dei loro (gran) maestri.
Ringraziamo
senza sosta il Signore di averci preservati, per pura e immeritata
grazia, da questa generale manipolazione delle menti; facciamo altresì
ogni sforzo per strappare al fuoco quanti non sono ancora completamente
obnubilati dalla propaganda massonica, dissuadendoli dal prestare
ascolto al suo più noto agente del momento, che ci invita atornare alla sinagoga.
Ma noi siamo indirizzati verso la Gerusalemme celeste, non più verso
quella della terra; le nostre strade, pertanto, si divaricano in modo
inconciliabile. La vana ambizione di riassorbire il cristianesimo nel
giudaismo è di per sé votata all’insuccesso; neanche un papa potrebbe
riuscirci. Vada pure a braccetto con i suoi amici rabbini, discendenti
ideali di quei farisei che odiarono a morte il Messia; noi abbiamo
scelto di seguire gli Apostoli, i Martiri e i Santi – e nessuno ci
indurrà a tornare indietro. Continui pure a bestemmiare (identificando
Gesù santissimo con il biblico serpente ed equiparandone l’immagine agli
idoli) come avrà imparato dal Talmud; noi, con la grazia di Dio, non
smetteremo un istante di adorarlo e benedirlo ad ogni nostro respiro,
fino all’ultimo.
Pubblicato da Elia
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