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domenica 21 febbraio 2016

UN INTERESSANTE CONTRIBUTO PER LA RISOLUZONE DELLA SEDE VACANTE NELLA CHIESA CATTOLICA...

  San Roberto Bellarmino
San Roberto Bellarmino, De Romano Pontefice, Parte 2, 30: "… poiché gli uomini non sono vincolati o capaci di leggere i cuori, tuttavia, quando essi vedono che un qualcuno è un eretico per mezzo delle sue opere esterne essi lo giudicano essere un eretico puramente e semplicemente, condannandolo come tale."
F. Wernz, P. Vidal, 1943: "Tramite l'eresia apertamente rivelata e notoria il Romano Pontefice, dovesse egli cadere nell'eresia, mediante quell'esatto fatto sarebbe reputato come privato del potere di giurisdizione anche prima di alcun giudizio dichiaratorio della Chiesa… " [35]
Canone 192, Codice di diritto canonico del 1917: "Una persona potrebbe essere privata nolente di o rimossa da un ufficio o per mezzo di un'operazione della legge od un atto del lecito superiore." 
Canone 188,4, Codice di diritto canonico del 1917: "Esistono certe cause che influiscono sulla tacita dimissione di un ufficio, la quale dimissione è accettata in anteprima mediante un'operazione della legge, essendo dunque effettiva senza alcuna dichiarazione. Queste cause sono… 4) ove l'eretico fosse caduto pubblicamente lontano dalla Fede." 
Che cosa è una pubblica recessione dalla Fede Cattolica?
Canone 2197,1, Codice di diritto canonico del 1917: "Un crimine sarebbe pubblico: se esso fosse già comunemente conosciuto o le circostanze fossero tali da condurre alla conclusione per cui esso possa facilmente diventarlo… "

https://hermanasmisioneras.files.wordpress.com/2013/03/sede-vacante-1.jpg

L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
  1. Poiché la questione della successione nella Sede di Pietro è alla base della crisi che sembra senza uscita per il cattolici odierni, cominciamo per vedere cosa si è fatto per evitare che già nel conclave per eleggere il successore di Paolo 6º, tutto continuasse con un altro «papa conciliare». In tal senso abbiamo la lettera di Mgr. Lefebvre a molti cardinali elettori.
Lettre de Mgr Lefebvre à plusieurs cardinaux
«Eminence Révérendissime,
«A nouveau la Providence vous appelle à rejoindre la salle du Conclave pour élire le futur successeur de Pierre. La situation de l’Eglise est telle que seul un Pape tel que saint Pie X peut arrêter l’autodestruction dont Elle souffre surtout depuis le Concile Vatican II. Poursuivre les orientations de ce Concile et des Réformes post-conciliaires, c’est étendre l’apostasie et mener l’Eglise vers sa ruine. On juge l’arbre à ses fruits, dit Notre Seigneur Lui-même. Or d’ici peu des diocèses nombreux vont se trouver dans une pénurie tragique de prêtres.
«Maintenir comme bases de l’activité de l’Eglise des documents comme ceux de la «Liberté Religieuse», de«L’Eglise dans le monde», et des «Religions non chrétiennes», et bien d’autres qui sont à l’origine des Réformes post-conciliaires, c’est admettre «la fumée de Satan» dans l’Eglise.
«La Réforme Liturgique en particulier et celle de la Sainte Messe spécialement atteint l’Eglise en ce qu’Elle a de plus essentiel et de plus cher : le Saint Sacrifice de Notre Sauveur, avec son infinie satisfaction.
«Un Pape digne de ce nom et vrai successeur de Pierre ne peut pas déclarer qu’Il se donnera à l’application du Concile et de ses Réformes. Il se met, par le fait même, en rupture avec tous ses prédécesseurs et avec le Concile de Trente en particulier.
«L’Eglise qui est essentiellement Tradition c’est-à-dire transmission fidèle du dépôt de la foi de génération en génération ne peut supporter une rupture comme celle de Vatican II sans s’autodétruire. Cette rupture n’a été possible que par la pression des groupes progressistes à l’intérieur d’un Concile  «pastoral», d’«aggiornamento».
«Seule la réaffirmation constante de la foi catholique peut être la source de l’unité. L’autorité du Souverain Pontife ne se justifie qu’à ce prix. Les circonstances dans lesquelles elle a été conférée à Pierre le manifestent avec clarté. Comment peut-on utiliser cette Autorité si vénérable au service d’un oecuménisme qui transforme les catholiques en protestants, en athées, ou en charismatiques?
«Nous vous supplions, Eminence, d’avoir ces pensées présentes à l’esprit lorsque vous devrez faire le choix du Successeur de Pierre. Nous prions l’Esprit Saint de vous donner Lumière et Force pour que le Règne de Notre Seigneur arrive. Daignez agréer, Eminence Révérendissime… in Xto et Maria.
NOTE : Le cardinal Karol Wojtyla, archevêque de Cracovie et futur Jean-Paul II, aurait été destinataire de cette lettre.
Inutile voler oggi fare l’analisi dei termini di questa Lettera; ci basta sapere che una «successione conciliare» era gravemente contestata da un Vescovo che raccoglieva dubbi e contestazioni di un grande numero di cattolici fedeli sulla mutazione, sia nella Dottrina, sia nella Liturgia.
In questo senso, molto era già stato testimoniato e scritto allora, con parecchie rotture, abbandoni e perfino espulsioni di marchio «conciliare».
Ci basti quella del dotto Rv. Padre Gesuita messicano Joaquín Saenz y Arriaga (fondatore della “Union Catolica Trento”). Come dottore in filosofia e teologia, faceva parte del gruppo che editò il libro “Complotto contro la Chiesa”, che fu presentato col pseudonimo di Maurice Pinay alla vigilia del Concilio in diverse lingue. Quando questo Vaticano 2 seguì la via opposta invertendo le vie della Chiesa e smontando le sue difese, egli rifiutò da subito tale insegnamento e scrisse nel 1966: “La nueva Iglesia Montiniana” a cui fanno seguito, “Cisma o Fé”?, “Escomulgado?” e nel marzo 1973, un documentato e voluminoso libro dal titolo: “Sede Vacante. Paulo VI no es legittimo Papa”.
L’autore vi sosteneva, in base alla legge della Chiesa, che Paolo 6º (Montini) non era Papa legittimo ma antipapa, o perché al momento dell’elezione non era, per precedente eresia soggetto capace della carica o perché, eletto, ha perso il pontificato per eresia, approvando il «Concilio e la nuova messa».
In questo senso la lettera sopra di Mgr Lefebvre già sembra un avviso inutile.
Eppure, essa servì di ammonimento su quanto succederà negli anni seguenti del pontificato di Giovanni Paolo 2º, Karol Wojtyla, di Cracovia, che era uomo del Vaticano 2. Così, nel 1983, Mgr Marcel Lefebvre insieme a Monsignor Antonio de Castro Mayer, scrivono a questo «papa» quanto segue sotto in un riassunto della storia di tali documenti, tradotti in italiano.

 http://www.unavox.it/NuoveImmagini/FSSPX/Mons-Lefebvre_Mons-de-Castro-Mayer.jpg

«Lettera aperta al Papa – Manifesto Episcopale» (21 novembre 1983)
Nel novembre 1983, Mons. Lefebvre e Mons. Castro-Mayer inviarono a Giovanni Paolo una Lettera aperta con un dettagliato Manifesto Episcopale:
“La situazione della Chiesa, da venti anni, è tale che essa appare come una città occupata. Migliaia di sacerdoti e milioni di fedeli vivono nell’angoscia e nella perplessità a motivo della “autodemolizione della Chiesa” Gli errori contenuti nei documenti del Vaticano II, le riforme postconciliari, e particolarmente la Riforma liturgica, le false concezioni diffuse da documenti ufficiali, gli abusi di potere compiuti dalla gerarchia, li gettano nel turbamento e nel disagio. […] Tacere in queste circostanze significherebbe farsi complici di queste cattive opere (cfr. 2Gv 11) […] È con i sentimenti di S. Paolo di fronte a S. Pietro, allorché gli rimproverava di non seguire la “verità del Vangelo” (Gl 2, 11-14), che noi ci rivolgiamo a Voi”.
Non vi fu risposta. Cominciava a farsi evidente, o il disinteresse per le questioni riguardanti la fede, o allora, il che è peggio, la deliberata deviazione dalla verità del Vangelo. E la conferma è continuata a venire indirettamente dai fatti.
Un anno dopo il «Manifesto» dei due Vescovi, il Vaticano fece la mossa dolosa dell’Indulto per la Messa tradizionale; a condizione che gli interessati prendessero le distanze dai dissidenti del Vaticano 2, mentre Giovanni Paolo 2º appoggiava vecchie e nuove eresie, dalla protestante alla neocatecumenale, avendo perfino predicato nel tempio luterano di Roma, affermando che si dovrà “rifare il processo a Lutero in modo più oggettivo”, dando così ad intendere che la sentenza di Papa Leone X sulla questione di fede sia ingiusta e riformabile.
Si riceveva regolarmente in Vaticano esponenti massonici, come il B’nai B’rith, con cui conclusero rapporti di collaborazione … Ma ai due Vescovi si riservava solo animosità e disprezzo. Si delineava l’esistenza di un «altra chiesa»!
Ora, poiché le parole finali del Manifesto richiedevano una risposta mai venuta, un anno dopo, nel novembre 1984, Mons. de Castro Mayer, dopo il silenzio che cadde su tutte queste gravissime questioni, concesse il giorno 6 un’importante intervista  al noto «Jornal da Tarde» di S. Paolo, dichiarando che “il Vaticano 2, nei suoi documenti, come la dichiarazioni Dignitatis humanae, proclamava una eresia oggettiva per cui: “La Chiesa che aderisce formale e totalmente al Vaticano II con le sue eresie, non è né può essere la Chiesa di Gesù Cristo. Quelli che seguono o applicano tale dottrina dimostrano una pertinacia che normalmente configura l’eresia formale. Se ancora non li abbiamo accusati categoricamente di tale pertinacia fu per dirimere la minima possibilità d’ignoranza su questioni così gravi. Ma se può non essere ancora chiara la pertinacia nella forma di un’effettiva offesa alla Fede, questa pertinacia si manifesta nell’omissione di difenderla”. – E l’indulto per la Messa tradizionale? “Lo considero doloso, poiché pretende autorizzare, come se fosse illegale, quanto non richiede tale autorizzazione!”
Nel 1985 i due Vescovi, di fronte al pertinace silenzio del Vaticano su questioni così gravi per la Fede, prepararono un’ altra lettera al «Papa» per l’occasione del Sinodo per l’occasione del Sinodo dei vent’anni del Vaticano 2º, scrivendo insieme a Giovanni Paolo per dire che, “se il sinodo non tornava al magistero della Chiesa, ma ribadiva in materia di libertà religiosa tale errore, fonte di eresie: avremo il diritto di pensare che i membri del sinodo non professano più la fede cattolica … e Voi non sarete più il Buon Pastore.” Su tali gravissime parole Giovanni Paolo fece solo un ironico commento alla stampa; dimostrava così la sua pertinacia di fronte a quella vera e propria ammonizione che le era arrivata pubblicamente.
Inutile, ricordare che la «pastorale ecumenista» di Giovanni Paolo II continuò come prima, peggio di prima. Il 2 febbraio 86, in India, riceve in fronte da una sacerdotessa di Siva il segno del “tilak”. Poi, a Madras, le ceneri iniziatiche di sterco di vacca sacra, ecc. fino alla riunioni delle grandi religioni ad Assisi.

https://promariana.files.wordpress.com/2010/11/lefebvre-e-mayer-1983-carta-a-joao-paulo-ii.jpg?w=630

Dichiarazione di Buenos Aires
Alla fine del 1986, dopo l’abominio d’Assisi, i due Vescovi si trovarono a Buenos Aires per pubblicare una dichiarazione che accusa la “rottura con la Chiesa”.
«In conseguenza alla visita di Giovanni Paolo 2º alla sinagoga e al congresso delle religioni ad Assisi Roma ci ha fatto chiedere se abbiamo l’intenzione di proclamare la nostra rottura con il Vaticano in occasione del congresso di Assisi. A noi sembra piuttosto che la domanda dovrebbe essere la seguente:
«Credete e avete l’intenzione di proclamare che il Congresso di Assisi consumi la rottura delle Autorità romane con la Chiesa Cattolica? Perché è proprio questo che preoccupa coloro che sono ancora cattolici. In effetti, è ben evidente che a partire dal Concilio Vaticano II il Papa e gli Episcopati si allontanano sempre più nettamente dai loro predecessori. Tutto ciò che è stato messo in opera dalla Chiesa nei secoli passati per difendere la fede, e tutto ciò che è stato compiuto dai missionari per diffonderla, fino al martirio, è considerato ormai errore di cui la Chiesa deve scusarsi e per cui dovrebbe farsi perdonare …Da qui il voltafaccia completo di Roma a partire dal Vaticano II che ci fa ripetere le parole rivolte da Nostro Signore a coloro che stavano per arrestarlo: Haec est hora vestra et potestas tenebrarum – Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre (Lc XXII 52-53)… voltate le spalle ai loro predecessori e rompete con la Chiesa Cattolica, vi mettete al servizio dei distruttori della Cristianità e del Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo… Il colmo di questa rottura con il magistero anteriore della Chiesa si è raggiunto ad Assisi, dopo la visita alla sinagoga. Il peccato pubblico contro l’unicità di Dio, contro il Verbo Incarnato e la Sua Chiesa, fa fremere d’orrore: Giovanni Paolo II che incoraggia le false religioni a pregare i loro falsi dei: scandalo incommensurabile e senza precedenti… noi che restiamo in modo indefettibile attaccati alla Chiesa Cattolica Romana di sempre, siamo obbligati a constatare che questa religione modernista e liberale della Roma moderna e conciliare si allontana sempre più da noi che professiamo la fede cattolica degli undici papi che hanno condannato questa falsa religione. La rottura non viene dunque da noi, ma da Paolo VI e da Giovanni Paolo II, che rompono con i loro predecessori … Noi consideriamo, dunque, come nullo tutto ciò che è stato ispirato da questo spirito di rinnegamento: tutte le riforme postconciliari e tutti gli atti di Roma che sono compiuti con questa empietà.  Buenos Aires, 2 dicembre 1986.
Seguirono alla fine del 1987 le parole scritte da Mgr Lefebvre ai futuri vescovi in altra forma: «in Vaticano ci sono degli anticristi». Sono parole che venivano come inevitabile conclusione dei documenti sopra. Questi testi rimarranno per sempre nella storia della Chiesa dei nostri tempi tenebrosi più che le tante prediche, omelie e scritti ormai nascosti o dimenticati. Peccato che del Vescovo Antonio de Castro Mayer si abbiano solo le parole di quanto già allora diceva pubblicamente durante le consacrazioni episcopali di Ecône, testimoniate da molti e dallo stesso P. Schmidberger: siamo senza papa, in Vaticano c’è un antipapa. Tutto ciò è nella mia «Lettera aperta ai dirigenti della FSSPX» che è stata pubblicata l’11 luglio 2014 su agerecontra … senza alcuna risposta.
Si deve sapere, però, che pure questa Fraternità, in un scritto teologico di msr Tissier de Mallerais, riconosce che la chiesa conciliare è un’altra Chiesa.

Il deleterio «conclavismo» dell’illusionismo clericale
A questo punto, vista la continuità dottrinale modernista conciliare promossa dai «papi conciliari» è evidente che i conclavi che li hanno eletto devono essere considerati nulli perché i loro eletti al momento dell’elezione non erano, per precedente eresia modernista, soggetti capaci per la continuità della carica o perché, eletti, persero il pontificato per eresia, promuovendo il Vaticano 2.  È il «CONCLAVISMO» MODERNISTA SPACCIATORE DI ANTICRISTI l’elemento di cui nessun cattolico può gloriarsi. Ciò detesto, allo stesso tempo che professo la Fede cattolica nella necessità assoluta del Papa, quindi del conclave per eleggerlo.
In questo senso, già prima della morte di Giovanni Paolo 2º, scrivevo ai dirigenti della FSSPX e altri, sull’opportunità di ripetere la lettera di Mgr Lefebvre ai cardinali elettori, ma ne traendo le conclusioni sul periodo di apostasia dilagante da Roma in tutto il mondo come conseguenza di «pontificati» almeno dubbi e responsabili della perdizione di una  infinità d’anime. Perciò si domandava ai chierici, a cui erano dirette le lettere, di considerare il momento di riconosciuta Sede vacante per lanciare l’allarme pubblico dei falsi pontificati conciliari. Risposte: zero. Sembra che siamo in un mondo di chierici intontiti dall’illusione della legalità canonica di tutti i «conclavi» elettori di tali eresiarchi.
Quale si pensa che debba essere la posizione cattolica oggi? Nella totale mancanza di una vera autorità oggi, e data l’importanza assoluta di un Papa cattolico che possa cancellare gli effetti del «tempo» di Bergoglio, è da proporre da ora che tutti i veri cattolici si concentrino su questo scopo, che è senza alcun dubbio quello della Chiesa cattolica ridotta a un resto fedele all’Unico suo Capo.

Ma non fu il Signore stesso a volerSi rappresentato nel mondo da un Vicario fedele che confermi la Sua Chiesa affinché essa non sia confusa con le varie «altre» che sono pronte a conciliazioni con le varie sinagoghe di Satana?
Il questo senso, la parola d’ordine è che i cattolici si stringano attorno ai chierici rimasti fedeli a questo mandato divino per supplicare la presenza del Vicario del Signore Signore stesso, alla Sua Misericordia solo ci si deve appellare per avere questo capo proposto in modo pubblico e universale nel modo migliore al Suo divino vaglio. Se lo sarà, allora finalmente un Papa potrà avere la sua azione riconosciuta con un segnale della Grazia divina. Dalla Profezia data per il nostro tempo, ormai centenaria, si sa che questo atto sarà la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Così sia.

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