M. - Deo grátias.
domenica 30 ottobre 2016
ULTIMA DOMENICA DI OTTOBRE NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DÓMINI NOSTRI IESU CHRISTI REGIS. Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Colossénses, 1, 12-20
Fratres: Grátias ágimus Deo Patri, qui dignos nos fecit in partem
sortis sanctórum in lúmine: qui erípuit nos de potestáte tenebrárum, et
tránstulit in regnum Fílii dilectiónis suæ, in quo habémus redemptiónem
per sánguinem eius, remissiónem peccatórum. Qui est imágo Dei
invisíbilis, primogénitus omnis creatúræ: quóniam in ipso cóndita sunt
univérsa in coelis et in terra, visibília et invisibília, sive throni,
sive dominatiónes, sive principátus, sive potestátes: ómnia per ipsum et
in ipso creáta sunt: et ipse est ante omnes, et ómnia in ipso constant.
Et ipse est caput córporis Ecclésiæ, qui est princípium, primogénitus ex
mórtuis: ut sit in ómnibus ipse primátum ténens: quia in ipso complácuit
omnem plenitúdinem inhabitáre; et per eum reconciliáre ómnia in ipsum,
pacíficans per sánguinem crucis eius, sive quæ in terris, sive quæ in
coelis sunt, in Christo Iesu Dómino nostro.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
Fratelli: ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado
di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui infatti che ci ha
liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo
Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione
dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni
creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle
invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono
state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte
le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè
della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai
morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di
fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé
tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per
mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.
M. - Deo grátias.
martedì 25 ottobre 2016
"La dottrina protestante consiste nel profanare la Sacra Scrittura, nel seminare incredulità e immoralità, nel distruggere i Sacramenti e la Chiesa di Gesù Cristo, nel ricondurre il mondo allo stato del paganesimo".
Segnalazione del Centro Studi Federici
E’
stato ristampato il volumetto “I protestanti distruttori della religione
cristiana”, del padre passionista Luigi di San Carlo, edito nel 1931.
Per
gentile concessione dell’editore, pubblichiamo la lettera che il card.
Camillo Laurenti, Prefetto della S. Congregazione dei Riti, indirizzò
all’Autore.
P. Luigi di S. Carlo, I protestanti distruttori della religione cristiana, Amicizia Cristiana 2016, pag. 88, euro 9,00. Ordini: edizioniamiciziacristiana@yahoo.it
Lettera di Sua Eminenza il Cardinale Camillo Laurenti
Prefetto della Santa Congregazione dei Riti
Roma, 14 aprile 1931
Reverendo P. L.,
Saluto
con piacere il suo piccolo ma vigoroso opuscolo, che reca un notevole
contributo alla difesa della nostra santa fede cattolica attualmente
cosi insidiata in Italia dai Protestanti. La schiettezza della fede che
l’eresia non arrivò mai a contaminare nella massa del nostro buon
popolo, è, tra i molti doni che Dio ci ha fatto, il tesoro più prezioso e
il vanto più glorioso di nostra gente. Collocata da Dio nel bel mezzo
d’Italia, la Sede di Pietro, centro di unità nella Chiesa, qui più che
altrove irradiò la luce del suo magistero e mantenne salda la fede della
nazione.
Questa
fede che suscitò nel nostro popolo tanto eroismo di santità, dai
martiri dei primi secoli ai mistici, ai Dottori, ai missionari del medio
evo fino ai contemporanei Don Bosco, Contardo Ferrini, Gabriele
dell’Addolorata, questa fede è il succo vitale della nostra anima, è il
germe per cui non è ancora del tutto inaridita la nostra vita
spirituale.
Il
fulcro della nostra storia è la Chiesa Cattolica, per la cui opera non
fummo del tutto travolti nell’invasione barbarica al cadere dell’Impero
Romano, fummo preservati dal giogo islamico nel Medio Evo e dalla peste
dell’eresia all’aprirsi dell’epoca moderna. Perfino l’antica storia di
Roma convergeva inconsapevolmente, come a meta ignota, alle glorie della
futura Chiesa. È il pensiero che da San Leone Magno tolse Dante quando
di Roma e dell’Impero
Romano cantava:
La quale e il quale a voler dir lo vero
Fur stabiliti per lo loco santo
U’ siede il Successor del maggior Piero.
(Inferno, canto II)
Ed ora
che avviene? Contro questa fede cattolica, che fu il nostro conforto
nei secoli di sventura, l’ispiratrice della nostra gloria, e il santo
legame spirituale che sempre ci unì in Gesù Cristo anche quando eravamo
politicamente divisi, si sferra adesso una offensiva, più rumorosa, è
vero, che efficace, ma con caratteri così perfidi che meriterebbero le
parole santamente sdegnose di Gesù Cristo contro i seminatori di
scandali e i seduttori di anime. È un vero e grande oltraggio che ci si
fa.
Il
primo oltraggio è contro la verità, contro la vera e santa fede
cattolica, nobile retaggio della nazione. Rapire anche un’anima sola
alla Santa Madre Chiesa è innanzi a Dio un male senza misura.
Il
secondo oltraggio è contro la nostra civiltà, tutta penetrata nel
pensiero, nell’arte, nella tradizione, nel costume dal soffio animatore
della fede cattolica; civiltà che nella storia dello spirito toccò
culmini altissimi e tracciò linee di luce che ancora illuminano il
mondo.
Il
terzo oltraggio è nel momento storico prescelto per l’acuirsi di questa
offensiva. È vero che da tempo, specialmente la setta metodista medita e
lavora pel disgregamento religioso del nostro popolo. Ma è dopo i Patti
Lateranensi felicemente conchiusi che l’eresia ha raddoppiato i suoi
sforzi. Perché? – Credo per combattere volutamente e deliberatamente i
salutari effetti che quella pacificazione era destinata a produrre.
sabato 15 ottobre 2016
MATERIALMENTE BUONO PER IL FUOCO E FORMALMENTE INABILE A RICEVERE IL COSIDETTO "PAPATO" CONCILIARE. ENNESIMO SCANDALO IN VATICANO DAL SATANASSO BERGOGLIO...
Nel 1883 la
Beata Maria Serafina Micheli (1849-1911), fondatrice dell’Istituto delle
Suore degli Angeli, si trovava a passare per Eisleben, nella Sassonia,
città natale di Lutero. Si festeggiava, in quel giorno, il quarto
centenario della nascita del grande eretico ( 10 novembre 1483) che
spaccò l’Europa e la Chiesa in due, perciò le strade erano affollate, i
balconi imbandierati. Tra le numerose autorità presenti si aspettava, da
un momento all’altro, anche l’arrivo dell’imperatore Guglielmo I, che
avrebbe presieduto alle solenni celebrazioni. La futura beata, pur
notando il grande trambusto non era interessata a sapere il perché di
quell’insolita animazione, l’unico suo desiderio era quello di cercare
una chiesa e pregare per poter fare una visita a Gesù Sacramentato. Dopo
aver camminato per diverso tempo, finalmente, ne trovò una, ma le
porte… erano chiuse. Si inginocchiò ugualmente sui gradini d’accesso,
per fare le sue orazioni. Essendo di sera, non s’era accorta che non era
una chiesa cattolica, ma protestante. Mentre pregava le comparve
l’angelo custode, che le disse: “ Alzati, perché questo è un tempio
protestante”. Poi le soggiunse: “Ma io voglio farti vedere il luogo
dove Martin Lutero è condannato e la pena che subisce in castigo del suo
orgoglio”.
Dopo queste
parole vide un’orribile voragine di fuoco, in cui venivano tormentate un
incalcolabile numero di anime. Nel fondo di questa voragine v’era un
uomo, Martin Lutero, che si distingueva dagli altri: era circondato da
demoni che lo costringevano a stare in ginocchio e tutti, muniti di
martelli, si sforzavano, ma invano, di conficcargli nella testa un
grosso chiodo. La suora pensava: se il popolo in festa vedesse questa
scena drammatica, certamente non tributerebbe onori, ricordi,
commemorazioni e festeggiamenti per un tale personaggio. In seguito,
quando le si presentava l’occasione ricordava alle sue consorelle di
vivere nell’umiltà e nel nascondimento. Era convinta che Martin Lutero
fosse punito nell’Inferno soprattutto per il primo peccato capitale, la
superbia. (Don M. Stanzione, fonte: .miliziadisanmichelearcangelo.org)
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sabato 8 ottobre 2016
"viviamo nel contrasto abissale tra i Papi della Fede, della Giustizia e della Cristianità, con gli anticristi conciliari che vogliono la resa all’Islam o alla violenza comunista".
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
La battaglia navale di Lepanto, del 7 ottobre 1571, si svolse
all’insegna del Santo Rosario e Il trionfo fu attribuito
all’intercessione della Vergine Maria, per cui san Pio V, nel 1572,
istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata da Gregorio
XIII in «Madonna del Rosario». La vittoria nel corso della politica
europea ha assicurato un altro secolo di Cristianità contro la secolare
pressione musulmana.
Questa è continuata e riprese forze nel settembre 1683 mirando la presa
di Vienna in un scenario politico-militare terribile per la Cristianità
sconvolta dalla Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), «guerra di religione»
continuata come disputa di dominio tra la Francia dei Borbone e gli
Asburgo dall’autorità imperiale. La vergogna per l’Europa cattolica, è
stata allora l’alleanza del cardinale Richelieu coi protestanti, avendo
foraggiati d’oro lo svedese Gustavo Adolfo per sconfiggere i poteri
della parte germanica, devastata e divisa politicamente fra cattolici e
protestanti.
Tali divisioni favorirono l’egemonia della Francia di Luigi XIV (1638-1715), aspirante della corona imperiale. Il tal senso non esitò a cercare l’alleanza degli ottomani. indifferente agli ideali della Cristianità. Nel mio «Nella profezia di Fatima… il mistero dell’altra Roma», tratto brevemente del caso per il fatto di quel Re aver ricevuto la grazia di una «Richiesta-Offerta» del Sacro Cuore. Purtroppo non l’ha considerata.
Ecco che la storia di questi ultimi secoli è la misera storia di una Europa che rifiutò le benedizioni del Cielo per ambire a quella autonomia nel progresso che produsse la presente decadenza e oscena sudditanza europea ad ogni diavoletto e anticristo. Ma ciò servirà qui, ancora per spiegare che se c’è la presenza del Papa nulla è perduto. Infatti, sul finire del secolo l’Europa cristiana era ripiegata da divisioni religiose e lotte dinastiche, rendendola oltremodo vulnerabile a un’invasione turca.
Tali divisioni favorirono l’egemonia della Francia di Luigi XIV (1638-1715), aspirante della corona imperiale. Il tal senso non esitò a cercare l’alleanza degli ottomani. indifferente agli ideali della Cristianità. Nel mio «Nella profezia di Fatima… il mistero dell’altra Roma», tratto brevemente del caso per il fatto di quel Re aver ricevuto la grazia di una «Richiesta-Offerta» del Sacro Cuore. Purtroppo non l’ha considerata.
Ecco che la storia di questi ultimi secoli è la misera storia di una Europa che rifiutò le benedizioni del Cielo per ambire a quella autonomia nel progresso che produsse la presente decadenza e oscena sudditanza europea ad ogni diavoletto e anticristo. Ma ciò servirà qui, ancora per spiegare che se c’è la presenza del Papa nulla è perduto. Infatti, sul finire del secolo l’Europa cristiana era ripiegata da divisioni religiose e lotte dinastiche, rendendola oltremodo vulnerabile a un’invasione turca.
L’impero ottomano aveva ormai conquistato territori balcanici fino alla pianura ungherese. L’avanzata finale era prevedibile e infatti il Gran Visir Kara Mustafà, forte anche della neutralità dovuta alla spregiudicata politica anti-asburgica di Luigi XIV, approfitta del momento di confusione in cui versava la Cristianità per armare la grande offensiva puntando alla capitale imperiale, Vienna.
Questa volta i Turchi sarebbero passati alla larga della ancora temibile Repubblica di Venezia, che malgrado la caduta di Candia nel 1669, era stata la sola a contende le isole dell’Egeo e i territori in Grecia e di Dalmazia. L’altra resistenza poteva venire, come è venuta dalla cattolica Polonia, a cui era stata sottratta nel 1672 la Podolia in quella che poi sarebbe parte dell’Ucraina odierna. A questo punto i tamburi di guerra cominciarono a suonare nel gennaio 1683 a Istanbul, punto di partenza dell’immenso esercito messo in marcia verso il cuore dell’Europa attraverso l’Ungheria.
L’obiettivo turco portato avanti da Kara Mustafà e del sultano Maometto IV era allora, come è oggi, di creare una grande Turchia europea e musulmana con capitale Vienna. Il progetto allora di presentava ancora più accessibile, visto la debolezza della ridotte forze imperiali rinforzate solo da milizie ungheresi guidate dal duca Carlo V di Lorena. Qui si deve ricordare la campagna di resistenza intrapresa dal venerabile padre cappuccino Marco da Aviano. Fu l’inviato del Papa Innocenzo XI presso l’Imperatore il grande predicatore della crociata anti-turca, in Nome della Madre di Dio, la cui effigie fino al tempo di Hitler rimase nella bandiera austriaca. L’8 luglio 1683 il minaccioso esercito ottomano dall’Ungheria parte verso Vienna e il 13 luglio cinge l’assedio, dopo aver devastato i territori attraversati col saccheggio di città chiese e conventi e massacrando e schiavizzando quei popoli cristiani. In vista dell’invasione imminente l’’imperatore Leopoldo I lascia la città per raggiunge Linz. La situazione per la resistenza sembra disperata di fronte al temibile pericolo turco.
Tornano a suonare ovunque le campane dell’«arrivano i turchi», già suonate nel secolo precedente. Si cerca di mobilitare quanto resta delle risorse militari imperiali, e l’imperatore invia messaggi per cercare di raccogliere le forze dei principi, anche protestanti e chiede l’intervento immediato dell’esercito più vicino, quello polacco. Era il gioco la salvezza dell’Europa cristiana e il Papa era all’avanguardia dell’appello generale, ormai inutile verso la Francia e qualche altro.
Il Papa, il beato Innocenzo XI, ancora da cardinale, Benedetto Odescalchi, aveva da tempo seminato per la Santa Sede una politica europea e orientale, soprattutto dal 1676, e che il quell’ora drammatica ha dato frutti con lui eletto Papa col nome di Innocenzo XI. Beatificato, nel 1956 da Papa Pio XII, e l’unico papa tra San Pio V e San Pio X. Le sue doti politiche come custode del grande spirito crociato, ispirò una politica tesa a creare un sistema di equilibrio fra i principi cristiani per indirizzare la loro politica estera contro l’impero ottomano. Tante questionI poco ricordate, ma che lo rese ammirato perfino dal non cattolico WInston Churchill.
Il Pontefice, da cardinale si guadagnò il titolo di “padre dei poveri”, ma era pure un abile politico della diplomazia pontificia impegnata a conciliare i contrasti europei, per esempio dell’Austria con la Polonia, del Brandeburgo protestante e con la Russia ortodossa, difese perfino i giusti interessi dei protestanti ungheresi contro il locale episcopato. La difesa dell’Europa dall’Islam doveva precedere le divisioni locali della Cristianità. Così, davanti alla minaccia ottomana del 1683, riuscì a essere l’anima di una coalizione cristiana, trovando i mezzi in Europa per finanziare le truppe e pagare dei cosacchi dell’esercito polacco, che ebbero un ruolo importante nello scontro.
domenica 2 ottobre 2016
PER NON DIMENTICARE CHI ERA L'ANTIPAPA ERETICO RONCALLI...
Fonte: Vaticano Cattolico...
Gli scandali e le eresie di Antipapa Giovanni XXIII
(Cap. 13 del libro La verità su ciò che è realmente accaduto alla Chiesa Cattolica dopo il Vaticano II)
Redatto da
Fra. Michele Dimond, O.S.B.
Fra. Pietro Dimond, O.S.B.
Fra. Pietro Dimond, O.S.B.
Antipapa Giovanni XXIII, Angelo Roncalli, l'uomo che convocò il Vaticano II e che finse di essere Papa dal 1958-1963.
Esamininosi
alcuni fatti circa Angelo Roncalli, Antipapa Giovanni XXIII. Angelo
Roncalli nacque nel 1881, per, poi, arrivare a detenere postazioni
diplomatiche in Bulgaria, in Turchia ed in Francia. Angelo Roncalli fu
anche "patriarca" di Venezia, Italia.
Alcune delle attività di Antipapa Giovanni XXIII avanti la sua "elezione come Papa" nel 1958
Il
Santo Uffizio aveva per anni mantenuto un fascicolo su Angelo Roncalli,
Antipapa Giovanni XXIII, bollantelo come modernista sospetto. La
cartella datava 1925, anno in cui Angelo Roncalli, risaputo per i suoi
insegnamenti eterodossi, fu bruscamente rimosso dalla sua cattedra di
docenza presso il seminario Laterano a metà semestre, in quanto accusato
di modernismo, per essere spedito in Bulgaria. Il trasferimento in
Bulgaria diede inizio alla sua carriera diplomatica. Di particolare
preoccupazione per Roma era la continua e ravvicinata associazione di
Angelo Roncalli con Ernesto Bonaiuti, il prete scomunicato per eresia
nel 1926. [2]
Già dal 1926 Angelo Roncalli, Antipapa Giovanni XXIII, scriveva agli Scismatici Orientali, cosiddetti Ortodossi.
Angelo Roncalli ad uno Scismatico Orientale, 1926: "I Cattolici e gli Ortodossi non sono nemici, bensì fratelli. Noi deteniamo la medesima Fede; noi condividiamo i medesimi Sacramenti e soprattutto l'Eucaristia. Noi siamo divisi da alcuni disaccordi concernenti la Divina costituzione della Chiesa di Gesù Cristo. Le persone essenti state la causa di tali disaccordi sono morte da secoli. Abbandoniamo noi queste vecchie dispute e, ciascuno nel suo proprio dominio, lavoriamo di modo da rendere i nostri fratelli buoni, dandoli il buono esempio. Dipoi, benché viaggianti su sentieri differenti, noi raggiungeremo l'unione fra le chiese di modo da formare assieme la vera ed unica Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo." [3]
Tale affermazione significava la bestemmia per cui la vera Chiesa Cattolica non era stata ancora stabilita.
Nel
1935 Angelo Roncalli giunse in Turchia, divenendo amico di Naman Rifat
Menemengioglu, il sottosegretario al Ministero degli Esteri Turco [4].
Menemengioglu comunicò ad Angelo Roncalli: "La sicurezza dello stato è
il nostro principio fondamentale e la garanzia della nostra libertà.",
il quale rispose:
Mentre si trovava in Turchia Angelo Roncalli dichiarò anche:
"Voi Irlandesi siete impossibili da sopportare. Il momento stesso che voi venite al mondo, già da prima di essere battezzati, voi incominciate a dannare chiunque non appartenga alla Chiesa Cattolica, specialmente i Protestanti.". [6]
Ecco un'altra citazione dimostrante le visioni eretiche di Angelo Roncalli.
Visioni eretiche di Angelo Roncalli: "La estrema fazione anti-Cattolica della chiesa Greca Ortodossa annunciò gioiosamente un concordato con la chiesa di Inghilterra mediante il quale ognuna avrebbe riconosciuto la validità dei Sacri Ordini dell'altra. Tuttavia, Roncalli si rivelò genuinamente soddisfatto. Ai Greci, domandatigli viscidamente cosa egli pensasse del concordato, egli rispose sinceramente: 'Io ho nulla fuorché lodi per lo zelo dei nostri fratelli separati nell'operare un passo verso l'unione di tutti i Cristiani.'." [7]
Mons. Castro Mayer: "La Chiesa che aderisce formalmente e totalmente ai Vaticano II con le sue eresie, non e né può essere la Chiesa di Cristo".
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
ln un vecchio articolo su (si si no
no a. X n. 8) era stata puntualizzata la situazione nella Chiesa in
riferimento a gravi questioni di Fede, semplicemente accantonate in
Vaticano. Siccome, nonostante la loro gravità, si voleva mettere a
tacere i problemi crescenti, due Vescovi hanno insistito nel riparlarne
in pubblico. Riassumiamo brevemente i fatti principali.
Allora era da più di 15 anni che
Arcivescovo Marcel Lefebvre, denunciava errori contro la Fede di una
«profondità inimmaginabile». Come unica risposta aveva ricevuto dalle
autorità della Chiesa solo isolamento ed un’invalida ed illegale
sospensione «a divinis».
Un altro insigne Vescovo, Sua Ecc. za
Mons. Antonio de Castro Mayer, dal 1970 aveva presentato alla S. Sede
studi e scritti sugli stessi errori contenuti in recenti documenti
ecclesiali. Anche a lui nessuna risposta, ma isolamento.
Ad accrescere la situazione balorda era
il fatto che gli errori denunciati dai due Presuli erano già stati
condannati dai Magistero della Chiesa prima del Vaticano 2. Quindi,
ubbidire alle autorità che imponevano documenti ecclesiali del genere,
rifiutandosi di chiarirne errori e ambiguità, significava disubbidire a
tutto il Magistero precedente che, nella sua legittimità e continuità,
proviene da Dio. Si doveva davvero comprovare la pertinacia di tali
«papi»?
Come previsto non soltanto dai due
Vescovi di cui sopra, ma anche da vari Cardinali e Vescovi, Sacerdoti e
dotti laici del mondo cattolico, le gravi deviazioni dalia Fede,
conseguenti agli errori denunciati, producevano malefici frutti tanto
nella Chiesa quanto nella società. La vasta assuefazione ai cambiamenti
proposti dalle autorità ecclesiali allora rivelava una generale cecità
sulle questioni di Fede e un concetto alienante di ubbidienza, estraneo a
quello esposto dalia dottrina cattolica. Era in gioco la cecità di
fronte ad ogni menzogna, anche politica.
Infatti, la gente crede, e glielo si
lascia credere, in una illimitata infallibilità e perfino
indefettibilità del Papa nei più svariati campi, contro la sana dottrina
per cui il Romano Pontefice è infallibile solo quando definisce come
Dottore universale e supremo questioni di Fede e di Morale. Ma qui si
taceva sulla responsabilità dei cattolici che, appartenendo ali’unica
Chiesa e professando la vera Fede per grazia di Dio, non saranno
discolpati dall’aver accolto promotori di errori ed eresie sparsi a
piene mani da chi appariva loro superiore in autorità. In tal senso, ben
grave è la responsabilità di quelli che si dicono eredi dei due
Vescovi.
Come insegna San Tommaso, i fedeli
partecipano dell’infallibilità «in credendo», poiché la Fede infusa da
Dio in modo perfetto nell’uomo imperfetto, è accompagnata dai doni
necessari perché egli la possa preservare riconoscendo tutto ciò che la
insidia e costituisce adulterio con il mondo: la Chiesa, «Sposa di
Cristo, che non può adulterarsi, è incorrotta e pudica; conosce una casa
sola, custodisce con casto pudore la santità di un solo talamo» (San
Cipriano, De cath. Eccl. unitate 6, cit in Mortalium Animos). Dal Papa
non possono venire atti o documenti che, pur senza la nota
d’infallibilità, inducano all’errore, all’eresia e alla corruzione del
peccato.
Gli abominevoli modernisti celebreranno la figura del falso profeta Maometto nel periodo di Natale...
Per la prima volta da 457 anni la notte tra il 24 e il 25 dicembre ha visto coincidere la ricorrenza della nascita di Gesù e di Maometto.
Ma è in assoluto la prima volta che questa coincidenza viene colta dalla
Chiesa cattolica come un «segno di Dio» per legittimare Maometto e
l'islam. La precedente coincidenza delle due date, nel 1558, era
contrassegnata dalla realtà che ha storicamente caratterizzato il
rapporto tra cristianesimo e islam, ossia dello scontro, culminato
all'epoca nella battaglia di Lepanto il 7 ottobre 1571, con la netta
vittoria della flotta cristiana della Lega Santa su quella musulmana
dell'Impero Ottomano. Padre Vincent Feroldi, responsabile delle
relazioni con i musulmani della Conferenza episcopale francese, ha
scritto: «Comunità cristiane e musulmane avranno il cuore in festa.
Renderanno grazie a Dio, ciascuna nella propria tradizione, per questa
buona novella che è la nascita di Gesù o di Maometto, nascite che
saranno fonte di incontro tra uomini e donne credenti e Colui che è
fonte di vita, fonte della vita. In tale unità di data rarissima molti
vogliono vedervi un segno di Dio». Don Cristiano Bettega, direttore
dell'Ufficio della Cei per l'ecumenismo e il dialogo, ha detto:
«Quest'anno musulmani e cristiani si trovano a celebrare nello stesso
giorno la nascita di due figure imprescindibili e preziose della storia.
Come nessun cristiano può prescindere dal confronto con Cristo, Figlio
di Dio fatto uomo, così nessun musulmano può prescindere dal confronto
con Maometto, il Profeta della rivelazione coranica».
Ebbene, è arrivato
il momento che la Chiesa sappia che se Maometto fosse vissuto oggi e
avesse personalmente decapitato 600 o 900 ebrei maschi adulti così come
fece nel 627 a Medina eliminando fisicamente la tribù ebraica dei Banu
Qurayza, se oggi Maometto avesse ridotto in stato di schiavitù centinaia
di donne e bambini da sfruttare e vendere come oggetto di prestazioni
sessuali o lavorative, per depredare i loro beni e imporre ovunque la
sua autorità e il culto esclusivo del dio Allah, senza alcun dubbio
sarebbe stato arrestato e condannato alla pena capitale perpetua per
crimini contro l'umanità.
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