Per la maggior Gloria di Nostro Signore cerchiamo persone disponibili ad eventuali Traduzioni da altre lingue verso l'Italiano. per chi si rendesse disponibile puo' scrivere all'indirizzo Mail: cruccasgianluca@gmail.com
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

mercoledì 29 dicembre 2010

L'ipocrisia modernista impera nella nuova Chiesa conciliare...Omelia del Card. Schönborn piena di menzogne e ipocrisia.

http://www.kreuz.net/article/article.2017.attachment1.jpg 

Lettera di Giuda: I falsi dottori. Il castigo che li minaccia

[5]Ora io voglio ricordare a voi, che gia conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d'Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere, [6]e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno. [7]Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.

Le loro bestemmie. La loro perversità

[8]Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi. [9]L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore! [10]Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina. [11]Guai a loro! Perché si sono incamminati per la strada di Caino e, per sete di lucro, si sono impegolati nei traviamenti di Balaàm e sono periti nella ribellione di Kore. [12]Sono la sozzura dei vostri banchetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se stessi; come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati; [13]come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno.
[14]Profetò anche per loro Enoch, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, [15]e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui». [16]Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati.

Qui si puo' vedere il video di un'altra celebrazione presieduta da questo sconcertante Cardinale...Naturalmente da parte del Vaticano tutto tace... e si acconsente... scandaloso.


Altro intervento di questo Cardinale a Porto San Giorgio,  covo italiano della setta Neocatecumenale


Gerusalemme, 27 marzo 2008, Notre Dame:
Carissimi fratelli Vescovi, Successori degli Apostoli.
Cari fratelli e sorelle.
Ci sono tante cose nel nostro cuore in questo luogo, in questi giorni della Pasqua, in questi giorni della resurrezione di Cristo. C’è questa lettura straordinaria degli Atti degli Apostoli, su cui potremmo meditare per ore perché è uno dei testi più forti sul mistero di Israele che stiamo vivendo in questi giorni, proprio in questo pomeriggio. Forse, se nel frattempo non vi sarete addormentati, alla fine tornerò su questo.
Ma c’è un’altra cosa: ciò che viviamo in questi giorni e di cui dobbiamo essere testimoni, proprio mandati da questo luogo dove Gesù disse ai suoi Apostoli: “Di questo voi siete testimoni”. Di che cosa siamo testimoni, di cosa siamo chiamati ad essere testimoni nell’Europa di oggi? Di ciò che i discepoli hanno vissuto lungo la via, quando sono tornati – il termine greco è anastrophé, la conversione; si sono convertiti a Emmaus e sono tornati a Gerusalemme, hanno riconosciuto Gesù allo spezzare del pane. Cosa è accaduto lungo la via? Io direi, con una esegesi non allegorica: cosa è accaduto nel cammino? Vorrei dirvi una cosa che mi è venuta nel cuore. Penso che sia una parola dello Spirito Santo, che devo dire: qual è la colpa dell’Europa? La colpa dell’Europa, la colpa principale è il no alla vita. Ho detto l’altro giorno alla TV austriaca, alla domanda di un giornalista, ho detto: “L’Europa ha detto tre volte no al suo proprio futuro”, la prima volta nel ’68 - celebriamo adesso i 40 anni –, nel rifiuto dell’Humanae Vitae. La seconda volta nel ’75 quando le leggi dell’aborto hanno inondato l’Europa. E la terza volta…, proprio ieri ho ricevuto la notizia dall’Austria che il governo si è messo d’accordo per il matrimonio degli omosessuali, anche in Austria: il terzo no al futuro, alla vita. E questo – l’ho detto alla TV – non è una cosa in primo luogo morale; è una questione di fatti, di fatti: l’Europa sta morendo per aver detto no alla vita. Ho nel cuore di dire questo in questo è il luogo dove Gesù ci ha detto che riceviamo il perdono dei nostri peccati, perché penso che è un peccato anche di noi Vescovi, anche se nessuno di noi era Vescovo nel ’68. In Germania oggi 100 genitori hanno 64 figli e 44 nipoti: questo vuol dire che in una generazione la popolazione tedesca – senza l’immigrazione – diminuisce di metà. Abbiamo detto “no” all’Humanae Vitae. Non eravamo Vescovi, ma lo erano i nostri confratelli.
Non abbiamo avuto il coraggio di dire un “sì” chiaro all’Humanae Vitae. Ci sono delle eccezioni: l’allora Cardinale di Berlino (rivolto al Card. Meisner: “non tu, ma il tuo predecessore: tu l’hai poi detto nel ’68”), il Card. Bengsch. Aveva preparato un testo per la conferenza episcopale tedesca, che è stato un testo profetico. Questo testo è sparito e ne è uscito: “Die Königsteiner Erklärung”, che ha indebolito la Chiesa Cattolica in Germania, a dire “sì” alla vita. C’è stata un’altra eccezione, a Cracovia: un gruppo di teologi nel 1966, sotto la guida dell’Arcivescovo Cardinale di Cracovia, il tanto amato Papa Giovanni Paolo II, ha scritto un “memorandum” – ho il testo di questo “memorandum” in francese e tedesco a casa – e ha mandato questo testo a Paolo VI. Io penso che questa testimonianza di un Vescovo della Chiesa martire, della Chiesa del silenzio, ha pesato più di tutte le “expertise” (perizie) che il Papa Paolo VI aveva fatto fare sulla questione, e che gli ha fatto prendere questa decisione coraggiosa per la quale è poi rimasto in una terribile solitudine. Questo testo di Cracovia – ne sono convinto spiritualmente, non ho prova storica, ma ne sono convinto spiritualmente – ha dato il coraggio, ha aiutato a dar coraggio a Paolo VI per scrivere l’Humanae Vitae. Poi c’è stato un “pazzo” in Spagna, nelle baracche, con una “pazza”, che hanno avuto il coraggio di dire “sì” alla vita, “sì” all’Humanae Vitae, contro corrente e quanto potente era questa corrente! Mi ricordo la pubblicazione dello Spiegel in Germania: in copertina il papa Paolo VI con la pillola in mano e con il no, ridicolizzato! Ma da questi pazzi, pazzi in Cristo, da questi pazzi in Cristo è uscita una realtà che è così innegabile come la realtà del crollo demografico europeo: sono le famiglie del Cammino, sono le famiglie del Cammino che ci danno in questa Europa la testimonianza che Paolo VI aveva ragione, che la vita è il grande dono di Dio e il “sì” alla vita è una condizione per una vita felice, è una condizione di un’Europa vivente. Ma noi Vescovi, chiusi dietro le porte per l’angoscia, per l’angoscia non degli ebrei, ma della stampa, della stampa, e anche dell’incomprensione dei nostri fedeli, non abbiamo avuto il coraggio! In Austria abbiamo avuto il “Die Mariatroster Erklärung” – come in Germania il “Die Königsteiner Erklärung”. E questo ha indebolito il senso della vita nel popolo di Dio, questo ha scoraggiato di aprirsi alla vita. Quando è venuta l’onda dell’aborto la Chiesa era indebolita perché non aveva imparato questo coraggio di resistenza che abbiamo visto a Cracovia, che Papa Giovanni Paolo II ci ha mostrato durante tutto il suo pontificato, questo coraggio di dire “sì” a Dio, a Gesù, anche al prezzo di essere disprezzato. Noi
eravamo dietro alle porte chiuse, per la paura. Penso che anche se noi non eravamo Vescovi a quell’epoca, dobbiamo pentirci di questo peccato dell’Episcopato europeo che non ha avuto il coraggio di sostenere con forza Paolo VI, perché oggi portiamo tutti nelle nostre chiese, nelle nostre diocesi, il peso delle conseguenze di questo peccato. (Applausi).
“Fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza”, dice Pietro agli ebrei, ai suoi fratelli, “avete agito per ignoranza”. Se avessimo saputo le conseguenze di questo “no” alla vita, mai avremmo detto un “no” all’Humanae Vitae, avremmo avuto il coraggio di dire ai nostri fedeli:
“Abbiate fiducia, credete alla vita”, ma non abbiamo avuto il coraggio. “Io so che voi avete agito per ignoranza, come i vostri capi”. Noi Vescovi. “Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti”: questa sofferenza della quale noi siamo corresponsabili, le sofferenze del “no” alla vita. Sappiamo tutti dalla confessione quanto dolore c’è quando si confessa il peccato dell’aborto, e poi la tristezza di una vita fatta di “no” alla vita. Siamo corresponsabili di questa tristezza dell’Europa. “Pentitevi dunque e cambiate vita”, dice Pietro agli ebrei, non a noi Vescovi. Dice agli ebrei:
“Convertitevi e cambiate vita perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi
della consolazione da parte del Signore”.
Vescovi Europei celebrano alla Domus
...Quale consolazione abbiamo per l’Europa? Io vi dico la mia esperienza di vescovo, povero peccatore. Io vedo le famiglie del Cammino, delle comunità: persone che attraverso una catechesi, attraverso una conversione hanno avuto il coraggio di dire “sì” alla vita e oggi, grazie a un carisma che due pazzi hanno ricevuto dal Signore e che hanno accolto, come sono, come sono, con i loro doni e la loro debolezza, ma hanno accolto questo carisma, hanno avuto il coraggio di sopportare le sofferenze di un tale carisma. Quanta sofferenza! E oggi abbiamo nella Chiesa il privilegio, il dono di avere delle comunità con delle famiglie, ma delle vere famiglie, grandi famiglie, come molti di voi, molti di noi abbiamo conosciuto nella loro gioventù, nella loro propria famiglia: 6, 10, 12 figli! Era normale. Oggi siamo nel deserto europeo, e qui vediamo delle comunità, con delle famiglie! Ciò che mi ha convinto non è “l’orologio dei neocatecumenali”, perchè quando mi invitano a una catechesi o ad altro, ti dicono sempre: “un’ora”. E io chiedo: “Un’ora reale o un’ora neocatecumenale?”, perché io so che un’ora neocatecumenale sono 3 ore. Ma vedo i frutti. Vedo il nostro “Redemptoris Mater”: se non avessimo questo seminario, quale povertà nella nostra diocesi per la mancanza di vocazioni – potete certo mandarcene altre di vocazioni! Qui abbiamo queste vocazioni e vedo come sono seguite queste vocazioni. Devo dire con umiltà, con sincerità, che nonostante tutti gli sforzi nel seminario diocesano non riusciamo a formare umanamente i nostri seminaristi come sono formati nelle comunità del Cammino. Perché? Perché hanno le famiglie, hanno l’esperienza di ciò che è la paternità. Chi di noi oggi… io sono di una famiglia divorziata, i miei genitori erano divorziati, mio nonno era divorziato, i miei tre fratelli sono divorziati. Io conosco la realtà del divorzio. Ma dove imparare la paternità sacerdotale se non ci sono esempi di paternità nelle famiglie? Qui lo imparano questi seminaristi... Adesso ho avuto un caso di un giovane prete uscito dal “Redemptoris Mater” che è caduto nel peccato con una donna. Conosciamo tutti noi Vescovi la situazione quando succede: uno se ne va perché ha avuto una relazione, lascia il sacerdozio. Le famiglie di questa parrocchia, le famiglie del Cammino lo hanno accolto con verità e bontà, e la sua vocazione è salvata. E’ venuto da me prima di Pasqua gioioso: “Sì, ho peccato, ma ho avuto il coraggio di abbandonare questa relazione, di tornare”. Sono le famiglie che hanno salvato questa vocazione, questo presbitero! Io sono convinto che il Signore ci ha dato nella Chiesa questo carisma, non è l’unico, non è l’unico, ce ne sono tanti carismi; ma è un carisma che ci mostra che senza la famiglia, senza il “sì” alla vita non c’è futuro nella Chiesa. Per questo io vorrei ringraziare le nostre famiglie del Cammino, la loro testimonianza, questo coraggio di lasciarsi mandare dappertutto. Una famiglia di Vienna, con 9 figli, è andata in missione a Istanbul, in Turchia! Queste famiglie ci danno il segno di ciò che è la resurrezione. Allora, fratelli, non voglio trattenervi troppo. Ma in questo luogo vorrei ringraziare Papa Paolo VI, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto, per aver fatto ciò che è il lavoro del Vescovo, come dice S. Paolo nel capitolo 14 della Prima Epistola ai Corinzi, di discernere i carismi, di discernere, di dire: “Questo è di Dio”. Questo non vuol dire che i fondatori sono santi, forse lo diventeranno, perché S. Tommaso d’Aquino ci ha spiegato che i carismi sono grazie gratis date, sono date per la Chiesa, per l’edificazione della Chiesa. Non significano automaticamente una santificazione del portatore del carisma, è un invito anche al portatore del carisma di santificarsi, ma è anzitutto un dono alla Chiesa. E io vedo che qui c’è un dono alla Chiesa.
E finisco, con una realtà che conosciamo in tutte le nostre diocesi, dove c’è il Cammino: non è sempre bene accolto, ci sono tensioni, si dice che divide le parrocchie. Io non sono tanto coraggioso per sostenere sempre i deboli, i perseguitati, ma una cosa posso dire: un corpo ha delle tensioni, solo un corpo morto non ha tensioni. E queste tensioni fanno anche parte della conversione necessaria. Questo non scusa gli sbagli umani che accadono, certo, ma queste tensioni, quando il Vangelo è proclamato per la conversione, crea tensioni, inevitabilmente! E noi, vescovi, dobbiamo chiederci che se ci sono tensioni sono forse salutari! Perché svegliano, Perché ci permettono di domandarci: Cosa vuole Dio da noi? In questo santo luogo vorrei chiedere che il Signore entri, anche a porte chiuse, e ci dia il coraggio, anche se negli ultimi 40 anni abbiano mancato di coraggio per dire “sì” alla vita. L’abbiamo detto, ma dobbiamo dirlo con questa forza. Che ci perdoni le mancanze di coraggio e ci dia la forza che ha dato agli Apostoli quando li ha inviati da questo luogo.
Grazie per la vostra pazienza fratelli.
come puo' un eretico di tale portata salvare le famiglie cristiane? Assurdo.


DICE KIKO ARGUELLO: "BISOGNA SAPER ODIARE"

“Chi non rinunzia a suo figlio, a suo padre, a sua madre, a sua moglie, alla sua stessa vita, non può essere mio discepolo”.Chi non odia suo padre non è degno di me”. Questa traduzione odiare è letterale. Gesù ha parlato paradossalmente con questa espressione. Chiunque ponga qualcosa al di sopra di Gesù Cristo e della sua volontà, riconosce un idolo come massimo dio, come unica verità. E quindi porrà sempre in primo piano l’amore che ha per se stesso o per sua moglie. E se Dio dice: Vai lì, e tu dici: ma mia moglie dice di no… e siccome l’amore alla moglie è superiore, non obbedirai a Dio. Quindi Dio è tua moglie” (OR, pp. 224-225).
“Questa parola dice: ‘SE QUALCUNO VIENE DIETRO DI ME E NON ODIA SUO PADRE, SUA MADRE, SUA MOGLIE, SUO MARITO, I SUOI FRATELLI, I SUOI FIGLI, NON PUO’ ESSERE MIO DISCEPOLO’. Con questa parola corriamo il pericolo di dire: io non la comprendo. Che Dio è questo che è buono e parla di odiare? Sapete che alcuni traduttori hanno cambiato odiare per posporre, amare di meno, ma una esegesi più approfondita ha detto che la parola è odiare, che altre traduzioni non sono esatte. Questa è la traduzione della Bibbia di Gerusalemme… Io vi invito, fratelli, perché questa Parola cada su di voi, vergine, pura, come esce dalla bocca di Dio, senza ritagliarla, senza farla passare per il tubo della nostra ragione” (1°SCR, pp. 73-74).
“Come si deve interpretare? Bene, fratelli, così com’è. SE NON ODIA. Ma come si può, se Dio è amore? Noi lo diciamo sentimentalmente. Bene, chi ha orecchi per intendere, intenda.  Non lo capisci tu?... Gesù dice che chi non odia suo padre, sua madre non può venire a me... Non lo capisci. Ed io non te lo spiego. Ma la Parola dice: ODIARE. Lo puoi capire benissimo. Ma chi non sta ascoltando Dio con cuore retto significa che Dio non glielo ha permesso o che lui non vuole perché ascolta il demonio. Dice: Vedi che qui si dicono pazzie. Puoi dirlo! Vai a denunciarci ai Vescovi; qui si dicono pazzie, qui si dice odiare, non amare. Chi lo vuole interpretare male lo faccia. Noi diciamo solo quello che dice il Vangelo. Gesù Cristo quando sta predicando arriva la madre con i fratelli… Gesù Cristo neanche scende a vederli e dice: ‘Chi è che mi sta aspettando lì sotto?’ Tua madre e tutti i tuoi fratelli! ‘Mia madre? Io nemmeno la conosco. Ecco mia madre (rivolgendosi a coloro che ascoltavano). Miei fratelli, ecco i miei fratelli’. Supponete che la madre stia ascoltando, che dolore! Direbbe una signora tutta sentimentale, ha sconfessato la Vergine Maria! Che figlio snaturato!
      “Ma questo dice il Vangelo o no? E i parenti pensavano che era fuori di senno, pazzo; un tipo che abbandona la madre vedova, poveraccia, un fannullone che abbandona la madre!” (2°SCR, p. 78).
      “Nemici dell’uomo saranno quelli che stanno nella famiglia, dice Dio e questa Parola si deve adempiere. Ditemi un po’, Gesù Cristo in quel momento ha odiato sì o no sua madre? Lo volevano allontanare dalla missione del suo Padre. E… che ha detto a Pietro? Pietro che era il suo migliore amico? ‘Vattene Satana’, lo ha insultato.
      “Ritorniamo alla parola odiare. Dico che questo è autentico. Noi abbiamo visto che tanta gente non ha continuato nel cammino perché non ha odiato la moglie. Bisogna imparare a odiare quando gli altri sono un ostacolo, sono la nostra rovina. Ma questo non lo dice Gesù Cristo, lo dice già l’Antico Testamento, il Deuteronomio, cose tremende. La Parola dice: Sì, tua moglie ti vuole insegnare gli idoli, la ucciderai. Anche oggi se una famiglia ha un figlio che si sposa con un pagano dice che per te sarà come un gentile, un pubblicano. E tu non parlerai mai con lui. Per te sarà come una persona morta (2°SCR, p. 79).
“Tra tutte le parole tremende che dice nella scrittura ce ne è una particolarmente salvatrice per noi. Ed è quella che dice ‘chi non odia suo padre, suo marito, sua moglie e sua madre e suo figlio e sua figlia...’ che qualcuno ha voluto tradurre con ‘chi non pospone’, cioè chi non mette dopo. Questa è stata la traduzione di alcune antiche bibbie, però oggi la Bibbia di Gerusalemme, che è andata alle fonti con molti studi... dice che la parola ‘odiare’ è detta di proposito da Gesù Cristo” (SH, p. 38).
“Chi non rinunzia a tutti i suoi beni, chi non odia suo padre e sua madre, i suoi figli, sua moglie.... Malgrado tutto è molto importante che noi impariamo a odiare, a odiare noi stessi, a odiare nostra moglie, odiare il nostro marito, a odiare i nostri genitori. Per noi è veramente impressionante ascoltare quello che dicono le persone al 2° Passaggio” (SH, p. 43).
      “Ma tutte queste cose, cosa sono, ‘odiare’? Ma no, bisogna interpretare! Mi diceva un uomo di Azione Cattolica quando io parlavo di Abramo: ma questo fatto che Dio dice ad Abramo di uccidere il figlio, non è così, bisogna interpretarlo; come potete pensare che Dio sia un assassino, bisogna interpretarlo. Voi esagerate, così per la non resistenza al male, cosa significa? Che se chiedono la giacca, io debbo dare anche i pantaloni? Ma guarda un po'! Quello va interpretato. Se quanto dice questo uomo fosse vero, io apostaterei immediatamente il cristianesimo, me ne andrei via, perché quello che mi ha convertito è un Gesù Cristo che io ho trovato dentro di me, che è stato rispecchiato qui, in questa parola, non come una cosa da preti, un po' melensa” (SH, p. 45).

1 commento:

  1. Ma che bravo il card. Schoenborn, ma che commovente! Ho avuto la pazienza di leggere l'omelia melensa che in fin dei conti denuncia la vigliaccheria vescovile (tuttora presente)di fronte al potere politico (ora e' di fronte al potere del soldo della setta,ma non se ne avvede..)ed elogia il "cammino".Un quadro esemplare, da tenere presente.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.