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martedì 28 dicembre 2010

Quali sono i frutti della nuova Messa "Novus Ordo Missae" ?

"...Che cosa di più bello Gesù poteva dare all'umanità, che cosa di più prezioso, di più Santo, quando moriva sulla croce? Il Suo Sacrificio. La messa è il tesoro più grande e il più ricco dell'umanità che Nostro Signore ci abbia donato...La Messa è "tutto per Dio". Perciò vi dico: per la gloria della Santissima Trinità, per l'amore di Nostro Signore Gesù Cristo, per la devozione della Santissima Vergine Maria, per l'amore della Chiesa, per l'amore del Papa, per l'amore dei Vescovi, dei Sacerdoti, di tutti i fedeli, per la salvezza del mondo...custodite il testamento di Gesù Cristo, custodite il Sacrificio di Nostro Signore! Conservate la Messa di Sempre!..."
 

Monsignor Marcel Lefebvre(Articolo creato su un testo di Monsignor Lefebvre, tratto dal libro: "Vi trasmetto quello che ho ricevuto". Le parti in rosso nell'articolo sono nostre e non del Monsignore.)

L'introduzione del Novus Ordo Missae, atto centrale della riforma liturgica, ha realmente avuto le attese benefiche conseguenze, oppure ha prodotto i prevedibili disastrosi effetti?
Questa domanda ci costringe a esaminare più da vicino le circostanze di questa riforma singolare, unica nella storia della Chiesa, eci illumina sul nostro dovere per il futuro.
Per giudicare il valore dogmatico, morale e spirituale di questa riforma, dobbiamoricordare brevemente i principi immutabili della fede Cattolica su ciò che costituisce essenzialmente la nostra Messa.

I Tre principi fondamentali della dottrina cattolica sulla Messa.
In missa offertur Deo verum et proprium sacrificium: << Nella Messa è offerto a Dio un vero e proprio sacrificio >>. Questa proposizione è di fede Divina cattolica definita, e chi la negasse sarebbe eretico. Ora, qualunque sacrificio esige un Sacerdote, una vittimae un azione sacerdotale per mezzo della quale la vittima sia offerta. Hostia seu Victima est "ipse Christus" praesens sub speciebus pani et vini: << Nella Messa e sulla Croce la Vittima e il Sacerdote principale sono identici. La Vittima è il "Cristo stesso", presente sotto le specie del pane e del vino>>. Sarebbe parimenti eretico chi negasse queste due ultime proposizioni.



Esempio di due  eretici dei nostri giorni, appoggiati dalla gerarchia della Attuale Chiesa Cattolica:

...La dottrina di Kiko Arguello e di Carmen Hernandez attacca il Santissimo Sacramento, da cui la Chiesa attinge ogni forza e ogni bene da parte di Dio. Ma qual‟ è in realtà il vero progetto di Kiko Arguello e dei suoi seguaci? Ebbene Kiko stesso lo afferma nelle sue catechesi dicendo: “Perché capiate ciò che desidero dirvi, dato che voi avete idee più chiare sul sacramento dell‟Eucarestia, pensate che c‟è stata un‟epoca nella quale l‟Eucarestia è stata vista quasi esclusivamente dal punto di vista del sacrificio, tanto è vero che abbiamo chiamato l‟Eucarestia: il Sacrificio della Messa” (OR, p. 162). “Così troviamo che entrano nella Liturgia tutta una serie di idee delle religioni naturali: offrire cose a Dio per placarlo; sacrifici, agnelli, offerte varie… Adesso questa gente che entra in Chiesa… comincia a vedere nella liturgia cristiana i riti religiosi pagani” (OR, p. 320)… E ancora :
“Carmen vi ha spiegato come le idee sacrificali, che Israele aveva avuto ed aveva sublimato, si introdussero di nuovo nella Eucaristia cristiana. Forse che Dio ha bisogno del Sangue di Suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di suo Figlio alla maniera degli dèi pagani… Ma le cose non stanno così. Dio, in Cristo, dice San Paolo, stava riconciliando il mondo in noi. Non perché Cristo placa Dio in qualche modo,

ma perché vuole dimostrare agli uomini che ci ama nonostante il nostro peccato; aveva bisogno di dimostraci che anche se ammazzavamo Suo Figlio continuava ad amarci. Dio stava riconciliando il mondo con sé attraverso Gesù Cristo. E‟ il mondo che aveva bisogno di scoprire l‟amore di Dio” (OR, p. 333). Queste affermazioni di Kiko sono a dir poco offensive verso la Santità di Dio; proprio per distruggere il peccato, generato dapprima in Lucifero, che con la sua disobbedienza a Dio ha incubato in sé il Male, era ben necessario che venisse versato il Sangue Preziosissimo del suo Figlio, che volontariamente si è offerto Vittima di espiazione per salvare l‟umanità. Era ben necessario che Dio Padre donasse il Suo figlio per la nostra redenzione. Era ben necessario che Gesù Cristo offrisse la sua vita di Verbo Incarnato, per poi riprenderla da Se stesso, affinché venisse lo Spirito Santo sulla Terra a rigenerare nella Vita Eterna l‟umanità che si era perduta per il peccato di Adamo ed Eva, che aveva infestato l„umanità intera. Codesto personaggio che si dice ispirato osa addirittura mettere in discussione la Redenzione operata dal Salvatore, e osa affermare con un‟interpretazione falsa che il Cammino Neocatecumenale è la risposta del Concilio Vaticano II al processo di scristianizzazione del mondo, affermando: La risposta a questa situazione della Chiesa è stato il Concilio Vaticano II. Di fronte al processo di desacralizzazione, scristianizzazione e di crisi di fede, lo Spirito Santo non se n'è rimasto tranquillo, ma ha risposto con il Concilio. Come ha risposto il Concilio a questa situazione? Ad un processo di desacralizzazione, perché si è perduto il senso del culto, perché la liturgia non diceva ormai più nulla prima cosa che ha fatto il Concilio è stato di rinnovare la liturgia e di parlare dei segni che devono essere recuperati. Perché dopo Trento eravamo rimasti con le essenze e le cose astratte ed avevamo perduto il valore dei segni. Il Concilio ha iniziato con un profondo rinnovamento liturgico. Ad un processo di scristianizzazione, perché non siamo stati sufficientemente catechizzati ed avevamo una teologia molto giuridica, il Concilio ha risposto rinnovando la teologia. E non si è parlato più di dogma della Redenzione, ma di Mistero di Pasqua di Gesù, con alle spalle tutto un rinnovamento molto serio fatto dalla Chiesa. ( OR, pag. 67 )

NIENTE OFFERTORIO: E' UN RITO PAGANO CHE ENTRA NELL'EUCARESTIA
“Altro aspetto di fasto e religiosità è la processione delle offerte cioè l‟offertorio … comincia ad apparire un culto d‟offerta col quale l‟uomo deve placare Dio che è proprio l‟idea pagana di portar offerte… Al principio perlomeno le offerte si lasciavano alla porta dei templi; poi … si comincia a portare offerte fino all‟altare. Allora si organizza una processione con tutte le offerte e con molte preghiere sulle offerte, fino al punto che l‟idea offertoriale invada l‟eucarestia primitiva … Questa idea offertoriale è giunta fino ai nostri giorni. Noi stessi abbiamo vissuto questa spiritualità offertoriale. Io stesso mi ricordo che l‟offertorio era per me di una importanza che non potete immaginare: con l‟ostia pura, santa e immacolata ti offri tu, il tuo lavoro... Ma qualcosa di ancora peggiore succede quando scompaiono le offerte materiali che davano senso all‟offertorio e allora rimane il rito senza il contenuto... occorre supplire con... molte preghiere particolari. E allora si fa l‟orazione per l‟ostia, un‟orazione per il calice; si offre il pane ed il vino che servono per il sacrificio... E‟ chiaro che questo offrire a Dio non è affatto una cosa cattiva. Tu puoi offrire a Dio quello che vuoi, ma l‟Eucarestia è una cosa ben diversa, nettamente distinta da tutto ciò. Nell‟Eucarestia tu non offri nulla: è Dio assolutamente presente quello che dà la cosa più grande e cioè la vittoria di Gesù Cristo sulla morte … La liturgia si riempie di queste idee di offerta e di molte altre legate ad una mentalità pagana” (OR, p. 321). “L‟offertorio nella riforma ha perduto di importanza” (OR, p. 327). “Sull‟offertorio, più concretamente, vi sono tre possibilità; una è quella che dice: Così come questo pane saremo riuniti nel tuo Regno. E‟ quella che alla fine si è preferita perché non ha senso offertoriale. La Chiesa primitiva non aveva offertorio: semplice-mente si portava il pane e il vino per celebrare i misteri … Accade che molti preti … non capiscono a cosa miri la riforma. Nella Eucarestia non c‟è nessuna offerta; le offerte si portano e si presentano semplicemente … La formula che si è lasciata non è che sia molto felice. La rinnovazione è appena incominciata” (OR, p. 328)...
E ancora :
 “Non si tratta di spiegare con la ragione i sacramenti … altrimenti Dio ci avrebbe dato la filosofia per spiegarci quello che è Lui” (OR, p. 326). “Il pane è per il banchetto … La presenza reale è sempre un mezzo per condurci al fine, che è la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero Pasquale. “Invece da Trento in poi si celebrerà l‟Eucarestia per consacrare e avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo. “In molti conventi di monache si dice la messa per riempire il tabernacolo. Abbiamo trasformato l‟Eucarestia che era un canto al Cristo glorioso, nel divino prigioniero del tabernacolo. “La riserva era per gli infermi … ; allora li si faceva partecipare, comunicare con l‟Eucarestia, con la Pasqua, con la Festa, che hanno celebrato in assemblea tutti i fratelli, per mezzo delle specie. E‟ come quando uno non ha potuto partecipare a delle nozze e gli conservano un pezzo di torta perché partecipi al banchetto. Ma più di questo è l‟intera celebrazione eucaristica in funzione della quale sono le specie” (OR, pp. 329-331). “… In un certo momento, per esempio, fu necessario insistere contro i protestanti sulla presenza reale. Ma una volta che questo non è più necessario, non bisogna insistervi più. Perché quel momento storico è passato. Perché se mette qualcosa come contrappeso sulla bilancia, perché non si sbilanci, una volta che il peso opposto è scomparso, non bisogna conservare il contrappeso perché se no si sbilancia dall‟altro lato. Se le cose stanno come devono essere, non bisogna insistervi più” (OR, pp. 333-334). 
 Continua il Monsignore:
Tre elementi sono quindi essenziali alla realtà del Sacrificio della Messa:
  1. Il Sacerdote (Sacerdotes, illique, soli, sunt ministri: << I sacerdoti, ed essi soli, sono ministri>>), segnato dal carattere sacerdotale;
  2. La presenza reale e sostanziale della vittima, che è il Cristo;
  3. L'azione sacerdotale dell'oblazione sacrificale, che si compie essenzialmente nella consacrazione.
Non dimentichiamo che precisamente queste tre verità fondamentali sono negate dai protestanti e dai modernisti. E non dimentichiamo che, proprio per manifestare il loro rifiuto della fede in questi Dogmi, le loro messe si sono mutate in semplice "culto", in cena, in assemblea eucaristica, dove la lettura biblica, la Parola, si è ampiamente sviluppata a detrimento dell'offerta e della liturgia sacrificale.

I frutti della nuova Messa
Ad eccezione di alcuni minimi vantaggi accidentali, o per meglio dire dell'unico vantaggio che è la lettura dell'apistola e del Vangelo in lingua nazionale, bisogna purtroppo affermare che tutta la riforma è un attentato, diretto  o indiretto, a queste tre verità essenziali della fede Cattolica. Non si tratta dunque di una riforma liturgica simile a quella di San Pio X; si tratta, senza alcun dubbio, di una nuova cocezione della Messa.I riformatori non l'hanno nascosto. Tale concezionemè esattamente quella definita nel paragrafo 7 della costituzione che fa da introduzione e presentazione del Novus Ordo Missae.Tutte le novità prescritte rispecchiano questa concezione, più vicina alla concezione protestantenche a quella Cattolica. Le dichiarazioni dei protestanti, che hanno contribuito a questa riforma, illustrano in modo tristemente ingenuo questa verità.
E' più che legittimo domandarsi allora se, scomparendo insensibilmente la fede Cattolica nelle verità essenziali della Messa, la validità delle Messe non scompaia con essa. L'intenzione del celebrante si fonderà d'ora innanzi sulla nuova concezione della Messa, che ben presto non sara' diversa dalla concezione protestante. A questo punto la Messa non sarà più valida.

I paradossi postconciliari
Tratto da Una fides:
Nell'elenco dei fatti più inspiegabili, più sfacciati perpetrati nei confronti dei dogmi del Santo Magistero della Chiesa Cattolica va annoverato, con estremo vigore, quello che fu l'allora invito alla partecipazione attiva nella Commissione Consilium per la redazione della nuova messa, dei sei consulenti pastori protestanti, Ronald Jasper, Massey Shepherd, Raymond George, Friedrich Kunneth, Eugene Brandt e Max Thurian in rappresentanza degli anglicani, del Consiglio Ecumenico delle Chiese, dei luterani e della comunità calvinista di Taizé. La cosa ha per un cattolico erudito dell'incredibile. Com'è possibile che in un compito tanto delicato, in quel preteso rinnovamento del fulcro del culto Cattolico, fra l'altro rinnovamento assolutamente non necessario, venissero chiamati come consulenti attivi proprio coloro che fino a poco tempo prima erano definiti come eretici perchè perennemente ostili agli insegnamenti ...

... della Chiesa di Cristo? Coloro che, come insegna la Chiesa Cattolica non possono essere nella Comunione dei Santi insieme a Nostro Signore? Chi sono gli eretici? Gli eretici sono i battezzati che si ostinano a non credere qualche verità rivelata dà Dio e insegnata dalla Chiesa, per esempio, i protestanti.  Chi è fuori della comunione dei santi? E' fuori della comunione dei santi chi é fuori della Chiesa, ossia i dannati, gl'infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
Continua Lefebvre:
Ora, dobbiamo essere ben persuasi che la Messa non è solo il più importante atto religioso, ma che è la sorgente stessa di tutta la dottrina cattolica, la sorgente della fede e della morale: individuale, familiare, sociale. Dal sacrificio della Croce perpetuato sull'altare derivano tutte le grazie che consentono alla società cristiana di vivere e di svilupparsi. Inaridire la sorgente significa annullarne tutti gli effetti.
Tali effetti - che sono i frutti dello Spirito Santo descritti cosi' eloquentemente da San Paolo (5,22) - sono sul punto di scomparire dalla società. Le famiglie sono divise, gli ordini religiosi e le parrocchie sono colpiti dal virus della discordia. E ne sono colpiti anche gli stessi Vescovi e i Cardinali.
La Messa Cattolica ha sempre avuto, e a ancora, l'effetto di elevare gli uomini verso la croce, di unirli in Gesù Cristo crocifisso, Nostro Signore, di attenuare in loro i fermenti del peccato da cui hanno origine le divisioni. Se la Croce di Nostro Signore Gesù Cristo sparisse, se il Suo corpo e il Suo sangue non fossero più resi presenti, gli uomini finirebbero col ritrovarsi intorno a una tavola deserta e senza vita. Nulla più li unirebbe.
Di qui, senza dubbio, quello scoraggiamento, quella noia, quella cupa teatragine che cominciano a diffondersi ovunque. Di qui la crisi  delle vocazioni, che non hanno più motivo. Di qui quell'apetito mondano. per colpa di questa concezione protestante della Santa Messa, Gesù abbandona a poco a poco le chiese, cosi' spesso profanate.

Una riforma attuata in  modi mai visti prima nella storia della Chiesa.
Guardiamo ai fatti: la concezione di questa riforma; il modo nel quale è stata emanata in una serie di edizioni successive indebitamente modificate; i mezzi con i cuali la si è resa obbligatoria, spesso tirannicamente, come per esempio in Italia; la modifica della definizione della Messa data dall'articolo 7 della costituzione che precede il nuovo messale, concepita però in modo da lasciare inalterato il rito stesso. E' una serie di circostanze senza precedenti nella Tradizione della Chiesa Romana, che ha sempre proceduto cum consilio et sapientia: con prudenza e saggezza.

Una sola conclusione possibile: restare fedeli alla Messa Tradizionale.
Tutte queste constatazioni ci autorizzano a mettere in dubbio la validità di questa legislazione e dunque di conformarci al canone 23 del codice di diritto canonico di Benedetto XV: ( In caso di dubbio, non è presunta la revoca di una legge, bensi' la legge posteriore deve essere ricondotta alla precedente e, per quanto possibile, con essa conciliata).
Sussite dunque un dovere assoluto, un assoluto diritto: la preservazione della fede. La Santa Messa ne è l'espressione vivente e la sorgente divina. Di qui la sua primordiale importanza.
Scritto di Monsignor Lefebvre.

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