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sabato 22 gennaio 2011

La setta eretica Neocatecumenale sospesa in Giappone...

mons. Osamu Mizobe
Il vescovo parla dei Neo-cat

Il vescovo di Takamatsu, mons. Osamu Mizobe, ha pubblicato oggi la lettera pastorale per il Nuovo Anno intitolata "Il Cammino Neocatecumenale" nella quale descrive la visita dei vescovi giapponesi a Roma per discutere i problemi che sono sorti con quel movimento in Giappone.

Il vescovo ha annunciato che «finché non avremo ricevuto la visita dell'inviato del Santo Padre, tutte le attività del Cammino Neocatecumenale in questa diocesi sono sospese».

Il vescovo Mizobe ha detto che finora ha tentato di trattare i problemi del Cammino Neocatecumenale nella Chiesa in Giappone "nel modo più discreto possibile", sperando nella "autodisciplina".

Il 13 dicembre il vescovo Mizobe era tra i quattro vescovi giapponesi che hanno discusso con papa Benedetto XVI in Vaticano le loro preoccupazioni sul Cammino Neocatecumenale. Nel suo messaggio il vescovo dice che, contrariamente a quanto si aspettavano, i vescovi giapponesi hanno scoperto che al tavolo col Papa si erano aggiunti il Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, cinque altri cardinali, ed un arcivescovo.

La diocesi di Takamatsu è stata al centro dei problemi col Cammino Neocatecumenale dei vescovi giapponesi per decenni, specialmente da quando fu aperto nel 1990 un seminario diocesano Redemptoris Mater, affiliato col Cammino.

Il salesiano vescovo Mizobe (in precedenza vescovo di Sendai) è vescovo di Takamatsu dal luglio 2004.

La diocesi di Takamatsu conta circa 5000 cattolici.

Qui sotto il testo della lettera pastorale del vescovo Mizobe.

Lettera pastorale per il nuovo anno, dal vescovo Osamu Mizobe
Al clero, ai religiosi e ai fedeli della diocesi di Takamatsu

All'inizio di questo nuovo anno vi porgo i miei saluti, pregando che quest'anno camminiate insieme a me, vostro Vescovo, per portare "Rinascita e Unità" nella nostra diocesi.

L'anno scorso, il 13 dicembre 2010, dopo aver ricevuto un messaggio dalla Segreteria di Stato Vaticana in cui si chiedeva una discussione sul Cammino Neocatecumenale, mi sono recato a Roma con altri tre vescovi giapponesi. Ci aspettavamo di avere un incontro col Santo Padre, col Segretario di Stato card. Bertone, e col Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei Popoli, card. Dias.

Invece, quando siamo arrivati al nostro alloggio, siamo stati avvisati che l'incontro si sarebbe tenuto in un diverso orario e un diverso posto e che eravamo attesi dal Santo Padre, da cinque cardinali e da un Arcivescovo (sottosegretario della Segreteria di Stato). Siamo stati sorpresi di vedere all'incontro anche il vescovo Hirayama, che è stato di aiuto per la traduzione simultanea. Non scenderò nei dettagli di ciò di cui si è parlato durante l'incontro.

Nelle edizioni del 2 e del 16 gennaio 2011 del Settimanale Cattolico giapponese c'è un articolo riguardante quell'incontro con informazioni concrete sulle fonti cattoliche nell'internet da cui si può sapere del contenuto di quell'incontro.

Alla fine dell'anno scorso e all'inizio di quello corrente molti sacerdoti e laici della diocesi hanno chiesto un resoconto dell'incontro a Roma. Mi è stato chiesto quale sarebbe stata la posizione della diocesi di Takamatsu a proposito del Cammino Neocatecumenale.

Mi è anche dispiaciuto l'aver ricevuto un appunto sul fatto che sarebbe stato inammissibile sostenere la posizione del "non sapere, non essere informato". Nell'internet, sia in Giappone che in altri paesi, è stata ampiamente diffusa la notizia che i vescovi giapponesi erano stati convocati a Roma. Nell'internet si può leggere di come la diocesi inglese di Clifton vietò tutte le attività del "Cammino", e della conferenza dei vescovi della Palestina che ha pubblicato un documento chiedendo al Cammino Neocatecumenale di autodisciplinarsi nella propria attività.

Recentemente l'arcivescovo di Lingayen-Dagupan nelle Filippine ha annunciato che sarebbe stata condotta un'inchiesta sul Cammino Neocatecumenale nella sua arcidiocesi. Nell'internet si trovano ovunque articoli sul "Cammino", in italiano, spagnolo e inglese. Ciò che tali articoli ci fanno capire chiaramente è che i problemi col Cammino Neocatecumenale non sono esclusivi della diocesi di Takamatsu e della Chiesa in Giappone. Il mondo intero attende con attenzione notizie dalla Chiesa in Giappone. Data la serietà di questa questione, ho deciso di dare un chiaro resoconto di ciò che sta avvenendo e di spiegarvi la posizione della nostra diocesi.

Dopo essere rientrati da Roma, il Nunzio Apostolico ha chiesto di avere un incontro con noi il 23 dicembre. A tale incontro hanno presenziato l'arcivescovo di Tokyo, mons. Okada, e tre vescovi. Ci è stato riferito che c'era una forte possibilità che sarebbe venuto in Giappone un inviato speciale del Santo Padre. Fino a quel momento, tuttavia, in relazione alle attività del "Cammino", si decise che ogni vescovo sarebbe stato libero di procedere liberamente per la sua diocesi.

All'incontro a Roma i quattro vescovi giapponesi fecero presente che la questione riguarda le leggi disciplinari della diocesi e come tale è sotto la giurisdizione dell'ordinario locale. Facemmo presente anche il fatto che l'approvazione del Cammino Neocatecumenale da parte di Roma non implica automaticamente che una diocesi debba accettarli.

Abbiamo anche ricordato il fatto che chi meglio può comprendere la situazione di una diocesi è il suo stesso vescovo e che perciò qualsiasi decisione presa a Roma deve anzitutto cominciare con una discussione con gli ordinari locali. Le opinioni dei cardinali presenti all'incontro sono state tuttavia diverse, e quell'incontro fu più semplicemente l'espressione dell'opinione di ognuno dei presenti piuttosto che una discussione. Era chiaro che la decisione della Conferenza episcopale del Giappone di sospendere le attività del Cammino Neocatecumenale era un grosso problema per il Vaticano, per cui è stato necessario riflettere su un piano d'azione. In tal senso il Santo Padre ha detto che era favorevole a mandare un suo inviato speciale in Giappone.

L'inviato del Vaticano sicuramente verrà nella nostra diocesi. Se consideriamo l'altro aspetto di tale decisione (di un inviato speciale), capiamo quanto sia ampia la spaccatura nella nostra diocesi. Peraltro questa è la seconda volta che arriva un inviato. Nel 2003 alla nostra diocesi fu inviato dalla Corea il card. Kim che, dopo la sua visita, compilò un rapporto dettagliato.

In quel rapporto analizzò la situazione della diocesi e propose dei metodi per rimediare. Il card. Dias, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ha detto che l'inviato verrà ad ascoltare le opinioni dei cristiani della nostra diocesi. Fino ad oggi ho sempre tentato di affrontare il problema del Cammino Neocatecumenale nel modo più discreto possibile e senza pubbliche prese di posizione, aspettandomi che i membri del Cammino decidessero da soli per l'autodisciplina delle loro attività. Ma ora che il problema è conosciuto in tutto il mondo, non posso più attendere.

Ritornato da Roma ho capito di avere il dovere di parlare ai fedeli della diocesi. Se i fedeli infatti non fossero informati sulla situazione prima dell'arrivo dell'inviato, c'è la possibilità che si rifiuterebbero di parlargli o lo ignorerebbero per non essere stati informati in tempo, per cui l'inviato lascerebbe la diocesi senza avere una chiara visione della situazione.

Come vescovo della diocesi di Takamatsu sono giunto alla seguente conclusione a proposito del problema del Cammino Neocatecumenale. Questo problema riguarda una chiesa locale, cioè la diocesi di Takamatsu. Si tratta di un problema che può essere risolto solo qui in diocesi. Il Santo Padre e i Prefetti delle Congregazioni sono d'accordo che questo è un problema della chiesa locale e che è il vescovo a dover risolverlo.

Non si può permettere ad alcuna organizzazione o movimento di utilizzare tutto il suo potere per fermare il Vescovo nel governo della sua diocesi. Per tutti noi è importante considerare con serietà e gravità gli eventi che sono avvenuti nella nostra diocesi in questi ultimi vent'anni e che stanno tuttora avvenendo. Questo non è il momento di dedicarsi solo all'interesse di un gruppo, ma è piuttosto l'ora di riflettere in quali modi si può essere di servizio alla diocesi. Nella nostra diocesi, raccolta attorno al Vescovo, siamo ad un importante punto di svolta nella via verso "rinascita ed unità".

La conclusione a cui sono giunto è che finché non avremo ricevuto i risultati della visita dell'inviato speciale del Santo Padre, vi chiedo di sospendere tutte le attività del Cammino Neocatecumenale in diocesi. Questa decisione non significa che il dialogo è finito: è un'opportunità di riflessione per tutti noi.

Quando durante un percorso si perde l'orientamento, si dice sempre che c'è bisogno di ricominciare dal punto di partenza. Credo che "ADESSO" sia un ottimo momento per noi per ricominciare dal punto di partenza. Questa decisione non significa che i membri del Cammino Neocatecumenale siano esclusi dalla diocesi. Il mio desiderio è che si utilizzi questo tempo di riflessione per rendere possibile un vero dialogo. Rispetto i membri del Cammino Neocatecumenale e spero che prendano parte attiva nelle attività della diocesi. Spero anche che tutti i fedeli della diocesi abbiano un ruolo attivo nel percorso triennale che abbiamo cominciato, allo scopo di rivitalizzare la nostra diocesi. Non c'è nessuno, in questa diocesi, che sia esentato dall'avere una parte in questo processo.
20 gennaio 2011
Osamu Mizobe
vescovo della diocesi di Takamatsu
Fonte: UCA News 2011/01/20: "Bishop speaks out on neo-cats"

Note del traduttore:

1) il vescovo giapponese mons. Hirayama, ritiratosi nel giugno 2000 per sopraggiunti limiti di età, è rettore di un seminario Redemptoris Mater a Roma.

2) il Settimanale Cattolico (Katorikku Shinbun) è la rivista ufficiale delle diocesi cattoliche giapponesi.

3) Union of Catholic Asian News ha precisato che la traduzione dal giapponese all'inglese è stata fornita ad UCA-news dallo stesso vescovo Mizobe.

16 commenti:

  1. Deo gratias!
    Preghiamo per questo coraggioso Vescovo affinché, almeno lui, non fugga per paura dinanzi ai lupi.

    Cesare

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  2. Ho l'impressione che più si sta lontani da Roma e meglio è....come siamo ridotti!!!

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  3. Mi associo di cuore alla preghiera di Cesare: il Signore rafforzi e benedica il retto intervento di questo serio Vescovo, incoraggi i suoi confratelli del Giappone ad imitarlo, e speriamo che sia l'inizio di una sacrosanta reazione episcopale di fronte alla prepotenza e allo strapotere con cui il Cammino opera dappertutto, facendo piazza pulita di chiunque si trovi di fronte.
    Coraggio, Mons. Mizobe, se il Papa "è con i neocatecumenali"- come ha detto nel Discorso - con Lei E' IL SIGNORE!

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  4. .........il Signore e' piu' forte....coraggio!

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  5. Fa piacere sapere che esiste ancora qualche vescovo serio capace di imporsi alle male arti del demonio.
    Mi associo senz'altro alle preghiere.
    Complimenti per l'ottimo blog.

    Ghergon

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  6. "Il crocefisso del samurai" Racconta fatti veri occorsi in Giappone nel 1600 quando samurai coraggiosissimi, cristiani, e non, affrontarono lo stragrande numero di soldati dell' intero esercito giapponese inviato per sterminarli e cancellare ogni traccia di cristianesimo in Giappone. Data la forza e testardaggine di quel popolo,rimasero però 200 anni senza preti, nè contatti con Occidente e papi.Quando si riaprirono le frontiere con le cannoniere americane, rientrarono i missionari e trovarono ancora cristiani cattolici che, incredibilmente mantennero la fede per generazioni tramandandosi gli insegnamenti ricevuti. OSAMU MIZOBE è degno erede di quei samurai cristiani ed il suo viso serio e concreto lo indica. Ha evidentemente la stessa tempra dei suoi connazionali di allora e il nostro rispetto e le nostre preghiere sono tutte per lui. Si associno a lui tutti i vescovi del Giappone ad onore dei loro martiri cristiani !

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  7. Suvvia, non siate così trionfanti....

    Il Vescovo ha sospeso fino all'arrivo del mediatore del Papa, le attività del CNC, e non per 5 anni come voleva fare di testa sua. Vale a dire tutte quelle attività che necessitano di sacerdote, cioè l'Eucaristia.

    Vogliamo forse vietare a delle persone di ritrovarsi per celebrare le lodi la domenica?
    Vogliamo forse vietare a qualcuno di preparare la Liturgia della Parola, anche se questa poi non può essere celebrata?

    Ahimè, il problema è più a fondo.

    Si sta parlando di una dicoesi di 5421 cristiani, suddivisi in 26 parrocchie (209 fedeli a parrocchia).
    Praticamente sono cattolici lo 0.1% degli abitanti della diocesi.

    In una delle parrocchie di questa diocesi, 1/3 dei fedeli fanno il CNC.
    Non esiste 8xmille, e tutto è sostenuto dalle offerte (senza offerte domenicalei, rischiano il fallimento le parrocchie, di questo si lamenta).

    Spiegatemi, che male fanno? Nessuno.
    Si contesta la liturgia? Impossibile perchè questa è descritta nelle catechesi appena approvate.
    Si contestano allora le catechesi? No, sono state approvate.
    Si contesta il fatto che vi siano delle tappe, un percorso graduale? No, perchè è sullo statuto e descritto nei minimi particolari nelle catechesi approvate.

    Insomma, cosa contesta il Vescovo? la decima forse?

    ve lo dico io. Semplicemente che si sia turbato un equilibrio di secoli, che non ha portato a nessuna evangelizzazione. Il Giappone è una terra secolarizzata, che non conosce Cristo.

    Contento lui. Ma fate attenzione, perchè il vecovo non entra nel merito e lamenta solo dissapori, quindi il mediatore del Papa non potrà che contestargli che non ha argomenti validi. Il mediatore gli porterà il Direttorio e tutto ripartirà.

    Alessio

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  8. Chiedo scusa per l'OT ma credo che la questione meriti di essere discussa in un prossimo thread.

    http://querculanus.blogspot.com/2011/01/ambiguita-dove-meno-te-le-aspetti.html riprende alcune considerazioni apparse su
    'disputationes theologicae':

    "...Desta piuttosto meraviglia che si trovino ambiguità dove meno te le aspetteresti. Proprio ieri il blog Disputationes theologicae ha pubblicato un post a proposito delle ambiguità esistenti all’interno della Fraternità sacerdotale di San Pio X. Da una parte si intraprendono colloqui per giungere a una piena comunione con la Chiesa cattolica e dall’altra si permette la pubblicazione di articoli che sono «una magistrale dichiarazione di scisma». Bisognerà che chi denuncia le ambiguità attualmente presenti nella Chiesa cattolica provveda innanzi tutto a eliminare le ambiguità presenti in casa propria".

    http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/01/posizioni-contraddittorie-ed-ambigue.html

    Non entro, per il momento, nel merito riservandomi di farlo, secondo le capacità che mi vengono esclusivamente dal mio essere stato battezzato e cresimato nella Chiesa di Gesú Cristo che è la Chiesa Cattolica Romana, quando ancora non aveva remore a dichiarare che essa sola è una, santa, cattolica e apostolica, quale Egli la volle, se e quando questo sito deciderà di occuparsene.
    Mi limito a constatere, e sfido chiunque a dimostrare i contrario, che tutte, dico tutte le richieste presentate alle diocesi per la celebrazione della S.Messa di sempre, sono state accompagnate da una dichiarazione di incondizionata accettazione, da parte dei richiedenti, di TUTTI i Concili della chiesa tra cui, ben specificato, anche (e in toto) il CVII.

    Sul come le due cose possano conciliarsi, nutro qualche perplessità.

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  9. Alino vai in Asia come turista, non al seguito della setta, informati su cosa fanno i "missionari" vostri,renditi conto di come spavaldamente si gettino in luoghi senza sapere nè lingua, nè costumi, nè usanze...non gli frega nulla di tutto ciò! Vanno senza neppure sapere dove andare, alla cieca, fidandosi del verbo kikiano in nome di un "ci penserà il Signore" che in realtà è "Dio mi DEVE aiutare"come un tentare Dio. Poi potrai cominciare a nutrire dubbi salutari sul "cammino" e sull'impronta da setta che ha ovunque e come hanno notato in Giappone dove non gli può importar di meno delle decime per sovvenzionare le parrocchie e vescovi come fate ovunque nel mondo! Poveri ma felici, cristiani ma giapponesi, pochi ma buoni e cattolici realmente. Questo è quello che altri non riescono a capire e quindi ti ficcano in testa vergognosamente le calunnie sul Giappone che tu prontamente, da buon soldatino convinto, hai riprodotto qui.

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  10. Il Papa nell’incontro coi vescovi giapponesi ha demandato ai singoli vescovi, ciascuno per la sua diocesi, il compito di dirimere la controversia col cn. Questo vescovo l’ha preso in parola, ogni tanto c’è qualcuno davvero coraggioso e coerente che trova la via della Verità attraverso l’obbedienza! Sospende le attività del cn, finché le cose non saranno chiarite nella valutazione dell’emissario della Santa Sede. E quindi non potranno celebrare il rito nc dell’Eucarestia, né quello della Parola, né fare catechesi per formare nuove comunità. Questi i fatti nudi e crudi. Ora, se un vescovo, e non solo uno, giunge a questo, non è certo per semplici ‘dissapori’, considerando anche che i cattolici sono una esigua minoranza da quelle parti. Caos, disunione, mancanza di auto disciplina, disobbedienza, mancato rispetto per la cultura del luogo: ce n’è abbastanza per interrogarsi, mi pare.

    Chi, come Alino o Alessio che dir si voglia, dice di aver ‘scelto’ la chiesa cosiddetta post-conciliare, dovrebbe coerentemente accettare anche il richiamo all’obbedienza di quella stessa chiesa post-conciliare che opera in Giappone, invece di liquidarlo come fosse un capriccio.

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  11. Complimenti a Jonathan e Mardunolbo....parole Sante!

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  12. Per Cesare.
    Ho letto sul sito segnalato il commento redazionale, molto attento e logico. Credo non sia opportuno per noi entrare in dispute purtroppo dovute alla situazione di incertezza globale dei nostri tempi. ma credo sia opportuno precisare che, in linea teorica, l'abbè che paventa degradazioni dalla linea di fermezza della fraternità, abbia ragione, ma non si può pretendere che un cattolico, di questi tempi, già abbastanza confuso, debba anche distinguere tra una messa fatta dalla Fraternità o meno. Credo sia un discorso rivolto principalmente a coloro che già frequentano assiduamente la Fraternità (non è nemmeno il mio caso)non ad altri.Per quanto riguarda la dichiarazione di incondizionata accettazione di tutti i concili, mi permetto di scrivere,certo di quanto scrivo,(anche se non ho letto mai tale dichiarazione) che accettazione del Concilio Vat.II non significa proprio nulla dal momento che in tale assise venne scritto tutto ed il contrario di tutto e tuttora pende una chiarificazione delle proposte, che il papa si rifiuta astutamente di fare per non delineare nè in un senso (continuità) nè nell'altro (rottura). Risulta però che i risultati delle decisioni conciliari non sarebbero così come mostrate a tutti i credenti, ma ben più spostate verso la tradizione. Pochi, ma agguerriti hanno imposto nuova messa e nuove manifestazioni liturgiche che non erano nè decise, nè desiderate dalla maggioranza dei vescovi.Fu il papa PaoloVI che "impose" la possibilità della "nuova" messa, pur evitando di escludere la ordinaria, tradizionale. Insomma, un gran "rebelotto" di cui hanno approfittato le frange estreme moderniste cui va associato Ratzinger che colluse con Kiko Arguello per fare "qualcosa di nuovo". Ora non vuole smentirsi,e si mantiene in linea con la sua impostazione tradizional-moderna dove, da un lato capisce e scrive dell'importanza del tradizionale, ma dall'altra tenta di conciliare il "moderno" e l'"innovazione" provocando ancor più confusione e disagio, senza voler imporre nulla visto che lui è democratico "figlio" e partecipe attivo della rivoluzione "68ina" che ha colpito anche la Chiesa cattolica nel Concilio.

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  13. Ti ringrazio per la risposta al mio OT che, come hai certamente capito, non tendeva tanto a fare 'imbarcare' il sito in una disputa, quanto (almeno per quanto riguarda il sottoscritto) a cercare di capire. Concordo quasi del tutto con quanto hai scritto.

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  14. Per Jonathan.
    Ma di quale capriccio parli?
    Io non lo riduco ad un capriccio, ma ad una differente visione di unità della Chiesa.

    Come in Medioriente e cosiì in Giappone, le pèarrocchie sono costituite da pochi fedeli, che celebrano una sola Eucaristia domenicale.
    L'aggiungere un'Eucaristia al sabato "divide" di fatto l'assemblea. Questo è un concetto prettamente post-conciliare. L'assemblea deve essere VISIVAMENTE unita.

    Ma l'unità è in Cristo. nella mia parrocchia vengono celebrate 6 Eucaristie. Comprendi. E la gente è così abitudinaria che non conosce quelli che partecipano all'Eucaristia successiva. E questo che vuol dire, che non sono tutti incorporati nella stessa Chiesa?

    Fai attenzione Jonathan, chi di spada ferisce di spada perisce. Sai bene che per lo stesso identico motivo, esattamente lo stesso, la Messa di Sempre (così è definita qui, e così la chiamo), è ostacolata in funzione di quella unità visibile.

    Se sei contenta di questa presa di posizione, non potrai più lamentarti se questo criterio sarà applicato anche per la Messa di Sempre.

    Vedrai che l'emissario confermerà la bontà del cammino in generale, consigliando la partecipazione di tutti i fedeli alla messa domenicale. Stop. In più saranno fatte tutte le altre cose.

    Staremo a vedere, ma queste sono magre consolazioni rispettoi alle parole del Papa.

    Alessio

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  15. Carissimo cesare qui si trova l'intervento completo del Sacerdote della San Pio X che sto' provando a far tradurre:

    http://www.laportelatine.org/district/france/bo/voeux2011/voeuxpour2011.php

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  16. L' assurdo è che chiamate eroe un disobbediente come in passato Martin Lutero e altri come lui).
    La santa Chiesa Cattolica (quella vera) si riconosce dall'obbedienza a Pietro "TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO' LA MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA" (nemmeno quelli del Giappone).

    RispondiElimina

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