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mercoledì 16 novembre 2011

"In altre parole, tra la Tradizione Cattolica e la posizione della Roma di oggi vi è “un grande abisso” che dipende non dalle persone che prendono questa o quella posizione, ma dalle posizioni stesse".

Considerazioni espresse da S. Ecc.za Mons. Richard Williamson,
uno dei quattro vescovi della Fraternità San Pio X,
a proposito dell'udienza del 29 agosto
concessa dal Santo Padre a S. Ecc.za Mons. Bernard Fellay
Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X

(A few thoughts for september)
Qualche riflessione per settembre
 
Mons. Williamson, La Reja, 13 Settembre 2005
Un mese fa ho reso pubblica su internet l’opinione che un accordo tra Roma e la Fraternità San Pio X “sembra impossibile”, perché “se la Fraternità si ricongiungesse con Roma, la resistenza della Tradizione Cattolica continuerebbe senza di essa”, e se il Papa abbracciasse le posizioni della Fraternità, dovrebbe fronteggiare una guerra senza pietà alla sua sinistra.
In altre parole, tra la Tradizione Cattolica e la posizione della Roma di oggi vi è “un grande abisso” che dipende non dalle persone che prendono questa o quella posizione, ma dalle posizioni stesse. 
Tra queste due posizioni è impossibile qualsiasi conciliazione.
Prendiamo per esempio due matematici: se uno dice che 2 più 2 fa 4, mentre l’altro dice che fa 5, queste due posizioni sono inconciliabili. I nostri due matematici possono anche raggiungere un accordo personale, nell’errore o nella verità, ma 2 più 2 non potrà mai valere contemporaneamente 4 e/o 5.
Allo stesso modo, nella attuale situazione di differenza tra Roma e la Fraternità, le persone di Roma possono abbracciare le posizioni della Fraternità, o le persone della Fraternità possono ? teoricamente ? abbracciare le posizioni di Roma; ma le posizioni conciliari della Roma di oggi continuerebbero ad essere false come 2 più 2 uguale 5, mentre le posizioni della Tradizione continuerebbero ad essere vere come 2 più 2 uguale 4.
Ciò significa che anche se la Fraternità ? Dio non voglia ? abbandonasse le posizioni della Tradizione, queste verrebbero comunque difese dai restanti amici della Tradizione; così come, se il Papa, da parte sua, abbandonasse completamente  le posizioni conciliari, esse verrebbero difese (fino alla morte) dagli impenitenti amici del concilio.
Questo è quello che intendevo dire affermando che se la Fraternità si ricongiungesse con Roma, la resistenza della Tradizione Cattolica continuerebbe senza di essa. 
In nessun modo volevo significare che i cattolici che difendono la Tradizione, o la Fraternità San Pio X, sarebbero lì per dividersi a causa dell’udienza concessa il 29 agosto dal Santo Padre al Superiore Generale della Fraternità.
Io penso che buona parte di coloro che hanno letto “Thoughts” (Riflessioni) di agosto abbiano capito quello che volevo dire, ma certa gente spera in una frattura nella Fraternità, tanto quanto altri la temono, il che spiega perché entrambi siano così pronti a raccogliere il minimo indizio di divisione.
Comunque, per il momento non v’è segno di una cosa simile. 
I quattro vescovi della Fraternità sono concordi nel ritenere che da un lato il Concilio Vaticano II ha messo in pericolo il dogma della Fede, ma dall’altro le autorità della Chiesa ufficiale devono essere rispettate come tali; che il salvataggio della Chiesa Cattolica dipende dal ritorno di queste autorità sulle posizioni della Tradizione Cattolica e così la Fraternità deve fare tutto il possibile per aiutare questo ritorno.
A questo scopo, prima e più di tutto la Fraternità non deve essa stessa abbandonare la Tradizione: al contrario, col suo esempio deve dimostrare come quella Tradizione che si riteneva dovesse morire nel mondo moderno, sia viva e vegeta e porti buoni frutti come sempre.
Ma, ho appena detto: “per il momento”. Questo significa che io tema una scissione dopodomani?
No, affatto!
Quando dico: “per il momento”, voglio semplicemente ripetere il richiamo del mese scorso, e cioè che il rimanere fedeli alla Verità è una grazia di Dio, non dovuta ad alcuno, perciò “chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere”, come dice San Paolo (I Cor. X, 12).
Così, fino a che le autorità della Madre Chiesa soffriranno della lebbra dell’eresia del neo-modernismo, preghiamo Iddio affinché noi si possa mantenere il giusto equilibrio: né avvicinandoci a loro tanto da essere contagiati dalla loro lebbra, né stando lontani da loro tanto da abbandonare la nostra Madre. 
È un equilibrio delicato, ma i quattro vescovi della Fraternità, seguendo l’Arcivescovo Lefebvre, intendono mantenerlo, con l’aiuto di Dio e della Sua Santissima Madre.

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