[Dagli
scritti della Beata Maria Deluil-Martiny, l'eroica Fondatrice delle Figlie del
Cuore di Gesù]
Di fronte alla Chiesa di Cristo si erge quasi svelata, resa ardita dalle
sventure dei tempi, l'infernale chiesa di Satana, che per lungo tempo ha ordito
le sue congiure nell'ombra e ha coperto col segreto più profondo i suoi
abominevoli errori, i suoi ignobili misteri e i suoi odiosi disegni. Essa cerca
pazzamente di annientare i diritti di Dio in questo mondo, di rovesciare la
Chiesa e ogni base dell'ordine sociale cristiano; di esaltare la pretesa
perfezione naturale dell'uomo e la sua indipendenza da Dio, la distruzione di
ogni autorità, il dominio della materia, del disordine, dell'empietà; infine la
negazione stessa di Dio: né Dio, né padrone! Ecco, care Sorelle, il riassunto
delle dottrine di questa scuola infernale.
E se volete conoscere la causa di questi fatti dolorosi e strani, la santa
Chiesa stessa vi risponde con la voce di Pio IX: "Colui che avrà ben
compreso il carattere, le tendenze, lo scopo delle sette segrete, massoniche o
altre, la natura e lo svolgimento della lotta universale dichiarata alla
Chiesa, non potrà mettere in dubbio che la presente calamità va attribuita
principalmente, come propria causa, alle astuzie e alle macchinazioni delle
medesime, di cui la sinagoga di Satana è composta».
Causa agente di questo male immenso sono dunque specialmente le Società
Segrete, la cui diffusione è diventata prodigiosa, e che, in un modo o
nell'altro, sembrano far capo alla massoneria; e a questo male si dà, sia pure
con interpretazioni diverse, il nome di Rivoluzione sociale e religiosa.
E notate bene, care Sorelle, che qui non si tratta di politica; la politica
è una maschera per le sette; esse accettano qualsiasi forma di governo, purché
possano guidarlo, corromperlo e raggiungere per suo mezzo il loro scopo
infernale. Stolta ed empia utopia! Hanno persino creduto, dicono, dimenticando
l'intervento divino e le promesse fatte da Gesù Cristo alla sua Chiesa, di poter
un giorno metter le mani sul Papato e collocare uno dei loro sulla cattedra di
Pietro per rendere la rivoluzione padrona del mondo, e sostituire il regno di
Gesù Cristo con quello di Satana.
Questi infami disegni sono costantemente sventati dall'assistenza
soprannaturale che Dio dà alla sua Chiesa. Governare le anime per il trionfo
del male, tale è lo scopo delle sette segrete. La Chiesa sola ha il diritto e
il potere di governarle per condurle a Dio, la setta invece si sforza di
compiere il disegno di Satana e dell'uomo insieme uniti nella ribellione a Dio.
Il disegno infernale, che è l'attuazione della dottrina della massoneria,
sostituisce i pretesi diritti dell'uomo ai diritti e alla legge di Dio, e,
sconvolgendo ogni principio di ordine, pone l'uomo fine a se stesso. E' l'empia
e satanica apoteosi dell'umanità, ossia l'uomo sacrilegamente messo al posto di
Dio. Persino l'idea religiosa deve scomparire; tutto diventa umano, cioè
indipendente dalla legge divina e da ogni fine soprannaturale, l'organizzazione,
il potere, i mezzi e lo scopo.
La ragione ribelle e una falsa scienza soppiantano la fede e la verità;
l'idea, impropriamente chiamata laica, e che si dovrebbe invece chiamare
satanica, è sostituita all'idea religiosa.
La setta segreta assale, insegue e vuol distruggere insieme la religione,
la morale, la famiglia, la proprietà, l'educazione cristiana, ogni onesto
governo, la vera libertà ed infine il Papato, che essa considera come il centro
e la garanzia di tutte queste grandi cose che costituiscono la società, e che
le fanno da base. La setta mira a tutto distruggere per arrivare a ciò che essa
chiama lo stato di natura, che è in realtà l'anarchia, la forza selvaggia, la
barbarie; non più culto a Dio, ma l'autoadorazione dell'uomo; non più doveri,
ma egoismo sfrenato e la soddisfazione degli istinti più mostruosi, con
qualsiasi mezzo.
Questo
scritto di John Vennari, prende in esame l'Istruzione Permanente
dell'Alta Vendita, l'unico documento segreto massonico che svela il progetto di sovversione della Chiesa cattolica, la cui pubblicazione fu voluta da Papi come Pio IX e Leone XIII. In esso si descrive la strategia diabolica messa in atto dai massoni per distruggere la Chiesa mediante il contagio della
sua Gerarchia con le idee liberali. In questo modo, sono stati diffusi
tra i cattolici i principî massonici (dignità dell'uomo, libertà
religiosa, tolleranza, ecc...) sotto il manto dell'«aggiornamento».
Questo agile libretto offre al lettore una conoscenza del pericolo
costituito dalla sètta massonica ed espone la verità circa gli scopi occulti di questa potente organizzazione segreta.
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l Prefazione
Il lettore italiano, con la traduzione del presente studio di John Vennari, ha la possibilità di riflettere sull'inquietante similitudine esistente tra i programmi della Massoneria e la situazione ecclesiale scaturita dal Concilio Vaticano II. Infatti, l'Autore ricorda come la
potente Loggia massonica dell'Alta Vendita, nell'Ottocento, auspicava di
poter introdurre negli ambienti cattolici i principî fondamentali della sètta, quali il naturalismo e il relativismo religioso. L'ambizioso e temerario progetto intendeva conquistare alla
causa dei «Fratelli», non solo dei sacerdoti e dei Vescovi imbevuti di
questi errori, ma addirittura un Papa che, dal Soglio pontificio,
avrebbe favorito e consolidato la penetrazione massonica nella società. Effettivamente, questi principî, attraverso il cavallo di Troia del modernismo, sono penetrati in seno alla Chiesa, seppur fieramente combattuti da Papa San Pio X (1903-1914) e da altre eminenti figure del clero cattolico, quali il Cardinale Gaetano De Lai (1853-1928), Mons. Umberto Benigni (1862-1934), i Monsignori Andrea, Jacopo e Gottardo Scotton e don Paolo De Töht (1881-1965). Durante il Concilio Vaticano II, i seguaci del neomodernismo riuscirono ad imporre, alla maggioranza dei cattolici, gli errori già condannati dal Magistero di Pio IX (1846-1878), con l'Enciclica Quanta Cura, di San Pio X, con l'Enciclica Pascendi Dominici Gregis e da Pio XII (1939-1958), con l'Enciclica Humani Generis. Dopo la
morte di Pio XII, sul Trono di Pietro siedono dei personaggi che,
effettivamente, insegnano delle dottrine di chiara matrice massonica.
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Cardinale De Lai | Don Paolo De Töht | Mons. U. Benigni |
Sarebbe sbagliato, però, parlare di «Papi massoni»: infatti, questi individui, benché canonicamente eletti al Pontificato, non sono formalmente Papi, poiché, non attuando il bene della Chiesa e insegnando l'errore, non possono ricevere da Cristo l'autorità suprema, per governare, insegnare e santificare la Chiesa 2.
Quindi, come dimostra l'Autore, vi è una chiara coincidenza di
insegnamento tra i principî massonici e le teorie neomodernistiche del
Concilio Vaticano II; ma il progetto dei sèttari di avere un Papa
imbevuto di principî massonici e dunque, oggettivamente al servizio della Massoneria, non si è potuto realizzare, né mai si potrà realizzare. Parlare
quindi di «Papa massone» o comunque di «Papa che insegna l'errore» è in
contrasto con l'autentica fede cattolica; prima l'insegnamento di Giovanni Paolo II (1920-2005) e ora di Benedetto XVI è certamente in sintonia con i principî delle Logge ma, come abbiamo visto, non si tratta di Magistero della Chiesa,
poiché questi «papi» non sono rivestiti dell'autorità pontificia.
Paradossalmente, se le Logge non sono riuscite ad avere un «Papa»
secondo le loro necessità, si può invece sostenere che, in un certo
senso, hanno ottenuto dei «tradizionalisti» secondo le loro necessità,
poiché negando l'infallibilità pontificia e umiliando abitualmente la figura del Romano Pontefice, essi - di fatto - arrecano danno alla Chiesa. Il cattolico, quindi, per conservare integralmente la fede 3 deve abbeverarsi alla fonte sicura dell'insegnamento dei veri Papi, per poter ricevere i mezzi necessari per contrastare i nemici della Chiesa e, contemporaneamente, crescere nell'amore per il «dolce Cristo in terra», che gli stessi nemici vorrebbero cancellare.
Per quanto riguarda la posizione dei Sedeprivazionisti,
pur condividendo di loro tutto l'aspetto dottrinario, tranne la Tesi di Cassiciacum che avevo richiesto ma non ho mai letto perchè mai ricevuta, noi di questo Blog prendiamo ad esempio la posizione di Prudenzia di Monsignor Lefebvre rispetto al probblema dell'autorità Divinamente assisitita:
"Come un
successore di Pietro ha potuto, in così poco tempo,
causare più danni alla Chiesa che la Rivoluzione dell' '
89? (... ). Abbiamo veramente un papa oppure un
intruso seduto sulla cattedra di Pietro? Beati coloro che sono vissuti e che
sono morti senza doversi porre una simile questione!".
Tale è l'interrogativo che si pone mons. Lefebvre in Cor Unum, bollettino
interno della Fraternità, l'8 novembre 1979. Si tratta del
defunto papa Paolo VI - come già nell'estate calda del 1976 - ma si
tratterà anche ben presto di Giovanni-Paolo II.
"Come può avvenire,
date le promesse di Nostro Signore Gesù Cristo al suo Vicario, che questo medesimo Vicario possa nello stesso tempo, da sé o
per mezzo di altri, corrompere la fede dei fedeli?".
Alcuni dicono:
professa delle eresie, ha promulgato la libertà religiosa,
ha firmato l'art. 7 del Novus Ordo Missae; ora una eretico
non può essere papa, dunque non è papa, dunque
non gli si deve l'obbedienza. Si tratta di una logica semplice e comoda che riposa
su di una opinione teologica che degli autori seri hanno sostenuto in astratto.
Ma, in concreto, si può affermare l'eresia formale di un papa? Chi avrà l'autorità per farlo? Chi farà al pontefice le
monizioni necessarie per constatarlo? Inoltre questo ragionamento, in
pratica, "mette la Chiesa in una situazione inestricabile. Chi ci dirà
dov'è il futuro papa? Come potrà essere designato, dal momento che non vi sono più cardinali" poiché il papa non è papa?
"Questo spirito è uno spirito
scismatico". D'altra parte "la visibilità della Chiesa è troppo
necessaria perché Dio possa ometterla per dei decenni".
Alla "logica
teorica" di un Padre Guérard des Lauriers, mons, Lefebvre
preferisce "una
sapienza superiore: la logica della carità e della prudenza".
"Forse un
giorno, fra trenta o quarant’anni, una sessione di cardinali riunita da un futuro papa studierà e giudicherà il pontificato
di Paolo VI,l (e anche quello dei Suoi degni sucessori); forse dirà che vi sono elementi che avrebbero dovuto saltare agli
occhi dei contemporanei, delle affermazioni
di questo papa assolutamente contrarie alla Tradizione.
Preferisco, sino ad ora, considerare come
papa colui che, per lo meno, è sul soglio di Pietro; e
se un giorno si scoprisse in modo certo che questo papa non era papa,
avrò tuttavia fatto il mio dovere.
Al di fuori dei casi
in cui usa del suo carisma di infallibilità, il papa può
errare. Perché
dunque scandalizzarci e dire: "Allora non è più papa", come Ario si
scandalizzava delle umiliazioni del Signore che durante la sua Passione diceva
"Mio Dio perché mi hai abbandonato?" e ragionava: "Allora non è
Dio!". Non sappiamo fino a dove un papa "trascinato da non so quale
spirito o da quale formazione, sottomesso a
quali pressioni o per negligenza" possa condurre la Chiesa a perdere la fede; ma "noi constatiamo i
fatti. Preferisco partire da questo principio: dobbiamo difendere la
nostra fede; su questo punto il nostro dovere è fuor di dubbio".
(Tratto da Marcel Lefebvre:
una vita, di mons. Bernard Tissier
de Mallerais, Clovis, Etampes, 2002, p. 532 s.)
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La massoneria è pronta per sferrare il suo attacco alla Chiesa dall'interno:
"Abbiamo già compiuto gran parte del nostro lavoro, però non possiamo dire di avere realizzato lo scopo della nostra opera. La Chiesa Cattolica è ancora viva (....) dobbiamo distruggerla, senza il minimo ritardo e senza pietà! Fate divenire Cardinali e Vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi distruggano la Chiesa Cattolica"...
- Joseph Jacobs, Jewish Contributions To Civilization -
"Bisogna mentire come un demonio, non timidamente e solo di sfuggita, ma arditamente e sempre" - Il Massone Voltaire -
Yves Maursaudon, massone della Gran Loggia di Francia: «Pensiamo
che un massone degno di questo nome, e che sia anch'egli impegnato a
praticare la tolleranza, non possa che felicitarsi senza alcuna
restrizione dei risultati irreversibili del Concilio, qualunque ne siano
le conclusioni momentanee. Noi applaudiamo a queste manifestazioni così
inattese da essere talvolta brutali, ma era evidente che la Chiesa più dogmatica doveva un giorno scomparire o adattarsi, e per adattarsi ritornare alle sorgenti [...]. (I cattolici) non dovranno dimenticare che ogni strada conduce a Dio (e tante sono le dimore nella casa del Padre mio...) e mantenersi in questa coraggiosa nozione di libertà di pensiero che - si può veramente parlare di rivoluzione - partita dalle nostre Logge massoniche, si è magnificamente estesa sotto la Basilica di San Pietro» .
- Gran Loggia di Francia: «È
proprio di tutti gli integralismi religiosi sostituirsi alla Divinità
di cui reclamano essere un'istituzione codificante la rivelazione,
potendo condannare, con la coscienza perfettamente tranquilla e in nome
di Dio, chiunque contravviene alle sue regole. Più di un secolo fa la
Chiesa cattolica romana non era lontana da somigliare a questo modello.
Il suo autoritarismo dogmatico non ci aveva risparmiati. Ma
fortunatamente, sotto l'impulso di uomini generosi come i Papi Giovanni
XXIII e Paolo VI un Concilio risvegliò grandi speranze e diede a questa Chiesa un altro volto. La libertà di coscienza cominciò ad essere presa in considerazione nello stesso momento in cui si avviava un dialogo con la Massoneria» .
Le espressioni «libertà di coscienza» e «libertà di pensiero» di questo
testo e del testo precedente sono evidentemente da intendere nel loro
senso massonico. Esse designano due di queste «libertà liberali», nate
nelle Logge e costantemente condannate dal Magistero della Chiesa fino
al 1962.
- Marcel Prelot, senatore del dipartimento del Doubs e cattolico liberale: «Abbiamo lottato per un secolo e mezzo per far prevalere le nostre idee all'interno della Chiesa, e non ci siamo riusciti. È venuto infine il Vaticano II e abbiamo trionfato. Le tesi e i principî del cattolicesimo liberale sono ormai stati accettati definitivamente e ufficialmente dalla santa Chiesa»
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l Introduzione
Pochi cattolici conoscono l'Istruzione permanente dell'Alta Vendita, un documento segreto scritto agli inizi del XIX secolo che descrive accuratamente il disegno di sovversione della Chiesa cattolica. L'Alta Vendita era la Loggia più elevata della Carboneria, una Società Segreta italiana con collegamenti con la Massoneria e che, insieme a quest'ultima, venne condannata dalla Chiesa cattolica 4. Nel suo libro Freemasonry and the Anti-Christian Movement («La Massoneria e il movimento anticristiano»), Padre Edward Cahill s.j. (1868-1941) scrive: «Si presume comunemente che (l'Alta Vendita) sia stata la centrale operativa della Massoneria europea» 5. La Carboneria era molto attiva in Italia e in Francia. Nel suo libro Athanasius and the Church of Our Time («Sant'Atanasio e la Chiesa del nostro tempo»), Mons. Rudolph Graber (1903-1992), Vescovo di Ratisbona, cita un massone secondo cui «la mèta (della Massoneria) non è più la distruzione della Chiesa, ma di avvalersene infiltrandola» 6. In altre parole, siccome la Massoneria non può distruggere completamente la Chiesa di Cristo, non solo progetta di sradicare l'influenza del cattolicesimo nella società, ma anche di usare la struttura della
Chiesa come uno strumento di «rinnovamento», di «progresso» e di
«illuminazione intellettuale» per promuovere molti dei suoi principî e
scopi.
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Mons. Rudolph Graber | Athanasius and the... |
l Uno schema
La strategia progettata nell'Istruzione permanente dell'Alta Vendita è sbalorditiva per la sua audacia e per la sua astuzia. Fin dalle prime righe, questo documento parla
di un processo che richiederà decenni per essere portato a termine. Gli
estensori del documento erano consci del fatto che non avrebbero visto la
sua realizzazione. Essi stavano preparando un piano che sarebbe stato
tradotto in pratica dalle generazioni successive di iniziati. Dice l'Istruzione permanente: «Nelle nostre file il soldato muore e la lotta prosegue». L'Istruzione prevedeva la divulgazione delle idee e degli assiomi liberali in tutta la società e all'interno delle istituzioni della Chiesa cattolica; nel corso degli anni, il laicato, i seminaristi, il clero e i prelati
avrebbero dovuto essere gradualmente imbevuti di principî progressisti.
Col tempo, questa mentalità sarebbe così penetrata che i nuovi preti
ordinati, i nuovi Vescovi consacrati e i nuovi Cardinali nominati
avrebbero finito col pensare che queste idee erano al passo col pensiero
moderno che ha le sue radici nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e nei principî della Rivoluzione Francese del 1789 (l'uguaglianza di tutte le religioni, la separazione tra Chiesa e Stato, il pluralismo religioso, ecc...). Alla fine, da queste file sarebbe uscito un Papa che avrebbe condotto la Chiesa sul cammino dell'«illuminazione intellettuale» e del «rinnovamento». Essi affermavano che non era loro scopo insediare un massone sulla Cattedra di Pietro. La loro mèta era quella di creare quelle condizioni ideali che alla
fine avrebbero generato un Papa e una Gerarchia persuasi dalle idee del
cattolicesimo liberale, credendo comunque di essere ancora cattolici
fedeli. Questi responsabili cattolici, non si sarebbero più opposti alle
idee moderne della Rivoluzione (come avevano costantemente fatto i Papi dal 1789 fino al 1958 - con la morte di Papa Pio XII - che condannò i principî liberali), ma li avrebbero introdotti nella Chiesa. Il risultato finale sarebbe stato un clero e un laicato cattolico che marcia sotto la bandiera dell'illuminazione intellettuale, ma che è convinto di marciare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche.
l Tutto ciò è possibile?
A
coloro che pensano che questo progetto sia irrealizzabile, che si
tratti di una mèta senza speranza di essere raggiunta senza che il
nemico se ne avveda, ricordiamo che Papa Pio IX e Papa Leone XIII (1810-1903) chiesero che L'Istruzione permanente
venisse pubblicata, indubbiamente per impedire che tale tragedia si
concretizzasse. Comunque, se un simile evento si fosse realizzato, ci
sarebbero stati tre segni chiari ed evidenti per riconoscerlo:
uno sconvolgimento di notevole rilevanza, di fronte al quale il mondo intero capirebbe che all'interno della
Chiesa cattolica c'è stata una rivoluzione che l'ha posta in linea con
le idee moderne. Sarebbe chiaro a tutti che c'è stato un «aggiornamento»;
una nuova teologia verrebbe introdotta e adottata, pur essendo in contraddizione con gli insegnamenti precedenti;
i massoni stessi canterebbero il loro grido di vittoria, credendo che la Chiesa cattolica è stata finalmente «illuminata» su taluni punti quali l'uguaglianza delle religioni, la laicità dello Stato, il pluralismo e altri compromessi verrebbero accettati.
l L'autenticità dei documenti dell'Alta Vendita
Gli incartamenti segreti dell'Alta Vendita, che finirono nelle mani di Papa Gregorio XVI, abbracciano un periodo che va dal 1820 al 1846. Essi furono pubblicati su richiesta di Pio IX da Jacques Crétineau-Joly (1803-1875) nella sua opera L'Église Romaine en face de la Révolution («La Chiesa di Roma di fronte alla Rivoluzione») 7.
Con un Breve di approvazione del 25 febbraio 1861 indirizzato
all'autore, Pio IX garantì l'autenticità di questi documenti, ma non
permise a nessuno di divulgare i veri nomi dei membri dell'Alta Vendita
citati in questo carteggio. Il testo completo dell'Istruzione permanente dell'Alta Vendita è contenuto anche nel libro di Mons. George E. Dillon intitolata Grand Orient Freemasonry Unmasked («Il Grand'Oriente della Massoneria smascherato»).
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Papa Gregorio XVI | J. Crétineau-Joly | Grand Orient Free... |
Quando
a Leone XIII venne presentata una copia del libro di Mons. Dillon, egli
ne rimase impressionato ed ordinò che ne venisse stampata, a sue spese,
una edizione in lingua italiana 8. Nell'Enciclica Humanum genum (del 20 aprile 1884), Leone XIII fece appello ai leader cattolici affinché restituissero «ai massoni la loro faccia, strappando loro la maschera» 9. La
pubblicazione di questi documenti è un mezzo per strappare tale
maschera. E se i Papi hanno chiesto che queste lettere fossero
pubblicate, è perché volevano che tutti i cattolici venissero messi a
conoscenza dei piani delle Società Segrete per sovvertire la Chiesa dall'interno, per metterli in guardia e impedire che tale catastrofe avvenisse.
l Un Papa imbevuto delle idee massoniche
Quella che segue non è tutta l'Istruzione, ma le parti più pertinenti alla nostra discussione. Dice questo documento: «Il nostro fine ultimo è quello di Voltaire e dei rivoluzionari francesi: la distruzione finale del cattolicesimo e dell'idea cristiana [...]. Il Papa, chiunque sarà, non verrà mai alle società segrete. Sta alle società segrete compiere il primo passo verso la Chiesa, con lo scopo di conquistare entrambi. Il compito che stiamo per intraprendere non è il lavoro di un giorno, o di un mese, o di un anno; può durare molti anni, forse un secolo; ma nelle nostre file il soldato muore e la lotta prosegue. Noi non intendiamo guadagnare i Papi alla
nostra causa, farne dei neofiti dei nostri principî, dei propagatori
delle nostre idee. Sarebbe un sogno ridicolo, e, in qualsiasi modo si
svolgano gli avvenimenti, se per esempio dei Cardinali o dei prelati
siano entrati, di loro spontanea volontà o di sorpresa, a parte dei
nostri segreti, questo non è nient'affatto un incentivo per desiderare la loro elevazione alla Sede di Pietro. Quella
esaltazione ci rovinerebbe. L'ambizione li avrebbe condotti
all'apostasia, i bisogni del potere li costringerebbero a sacrificarci.
Quello che noi dobbiamo domandare, quello che dobbiamo cercare e
aspettare, come gli ebrei aspettano il Messia, è un Papa secondo le nostre necessità [...]. Con quello marceremo più sicuramente all'assalto della Chiesa che con gli opuscoli dei nostri Fratelli in Francia e anche con l'oro dell'Inghilterra. Volete saperne la ragione? È questa: per distruggere la pietra sulla quale Dio ha costruito la Sua Chiesa, noi non abbiamo bisogno di aceto annibaliano, o di polvere da sparo, né delle nostre stesse braccia. Noi abbiamo il dito mignolo del successore di Pietro impegnato nella congiura e questo dito vale per una simile crociata tutti gli Urbani II e tutti i San Bernardo della cristianità. Senza dubbio raggiungeremo questo fine supremo dei nostri sforzi. Ma quando? Come? L'ignoto non è stato ancora rivelato.
Ciononostante, niente deve dissuaderci dal piano tracciato; al
contrario, tutto deve tenderci: l'opera è appena abbozzata, ma fin da
oggi dobbiamo lavorarci con lo stesso ardore come se il successo dovesse coronarla
domani. Desideriamo che questa istruzione rimanga segreta per i soli
iniziati, e che venga detto ai soli ufficiali del consiglio della suprema Vendita (Loggia) che dovrebbero instillarla nei loro Fratelli, in forma di istruzione o di memorandum [...]. Or dunque, per assicurarci un Papa fornito delle qualità richieste, si tratta di formare a questo Papa una generazione degna del regno che desideriamo. Lasciamo da parte le persone anziane e quelli di età matura; andiamo alla gioventù, e se è possibile, anche ai bambini [...].
Escogiterete per voi stessi, senza grandi sforzi, una reputazione di
buoni cattolici e di puri patrioti. Questa reputazione permetterà
l'accesso delle nostre dottrine negli ambienti del giovane clero, così
come nei conventi. Per forza di cose, nel giro di alcuni anni, questo
giovane clero avrà occupato tutte le cariche; esso
governerà, amministrerà, giudicherà, formerà il consiglio del sommo
gerarca, sarà chiamato a scegliere il Pontefice che deve regnare. E
questo Pontefice, come la maggior parte dei suoi contemporanei, sarà necessariamente imbevuto più o meno dei principî italiani umanitari (leggi "rivoluzionari") che abbiamo incominciato a mettere in circolazione. È un piccolo grano di senape nera che stiamo affidando alla terra; ma la luce del sole della
giustizia lo farà crescere sino al potere più elevato, e un giorno
vedremo che ricco raccolto produrrà questo piccolo seme. Nel percorso
che stiamo tracciando ai nostri Fratelli si devono vincere grandi
ostacoli e superare molteplici difficoltà. Si trionferà con l'esperienza
e con la perspicacia. Ma il fine è così bello che vale la pena di spiegare tutte le vele al vento per raggiungerlo. Volete rinnovare radicalmente l'Italia? Cercate il Papa di cui abbiamo appena disegnato il profilo. Desiderate stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia? Lasciate il clero marciare sotto il Suo stendardo, mentre crede di marciare sotto la bandiera delle Chiavi Apostoliche. Vuoi distruggere l'ultimo vestigio dei tiranni e degli oppressori? Piazzate le vostre trappole (le reti) come
Simon Pietro; gettatele nelle sacrestie, nei seminari e nei conventi
piuttosto che in fondo al mare: e se non avete fretta, vi promettiamo
una pesca più miracolosa della sua. Il pescatore di pesci divenne pescatore di uomini; voi porrete dei nostri amici attorno alla Cattedra Apostolica. Avrete predicato una rivoluzione in tiara e cappa, camminando con la croce e la bandiera, una rivoluzione che non avrà bisogno se non che di essere un po' spronata per mettere il fuoco ai quattro lati del mondo» 10. Ora non ci rimane che esaminare se questo piano è stato coronato da successo.
Il filosofo Voltaire (1694-1778), iniziato alla Massoneria in Inghilterra nel 1725, era solito dire: «Sono
stufo di sentir ripetere che dodici uomini hanno potuto stabilire il
cristianesimo, e ho un gran voglia di provare che basta uno solo per
distruggerlo». La sua parola d'ordine, che ripeteva costantemente nelle sue lettere, era la seguente: «Schiacciate l'infame!
Ciò che mi interessa è l'avvilimento dell'infame. Impegnate tutti i
Fratelli e perseguitate l'infame a viva voce e per iscritto senza
concedergli la minima tregua». L'«infame», nell'odioso linguaggio della sètta, è Gesù Cristo (cfr. Mons. H. Delassus, Il problema dell'ora presente, Desclée, Roma 1907, pagg. 90-91).
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l Penetrazione dei principî massonici
Per tutto il XIX secolo, la società è stata permeata in modo crescente dai principî liberali dell'«illuminazione intellettuale» e della Rivoluzione Francese, è ciò a grande detrimento della fede cattolica e dello Stato cattolico. Nozioni apparentemente religiose come quella di «gentile e garbato», di pluralismo e di indifferentismo religioso, di una democrazia che crede che ogni autorità venga dal popolo, della falsa nozione di libertà, di separazione tra Chiesa e Stato, di adunate interconfessionali e di altre simili novità stavano affascinando le menti dell'Europa post-illuminista,
infettando gli uomini di Stato e gli ecclesiastici. I Papi del XIX
secolo - e ben presto anche quelli del XX - ingaggiarono una guerra
totale contro queste pericolose tendenze. Con un'acuta presenza di
spirito, radicata in una certezza di fede intransigente, questi Papi non
si lasciarono ingannare. Essi sapevano che i cattivi principî, per
quanto onorevoli possano sembrare, non possono produrre buoni frutti, e
che questi cattivi principî erano il peggio del peggio, poiché non solo
erano radicati nell'eresia, ma anche nell'apostasia. Come autentici
generali che riconoscono essere loro dovere mantenere il possesso della
loro terra ad ogni costo, questi Papi tirarono potenti bordate contro
gli errori del mondo moderno e spararono incessantemente. Le Encicliche
erano i loro colpi di cannone, e non mancarono mai il loro obiettivo 11. Il colpo più devastante e monumentale entrò sotto forma di Sillabo degli errori, del 1864, di Pio IX, e quando il fumo si diradò, a tutti coloro che erano coinvolti nella
battaglia fu chiaro a quale dei due schieramenti appartenevano. Le linee
di demarcazione erano state chiaramente tracciate. In questo grande Sillabo,
Pio IX condannò gli errori principali del mondo moderno, non perché
erano moderni, ma perché queste nuove idee erano radicate nel naturalismo panteistico ed erano perciò incompatibili con la dottrina cattolica, così come erano distruttive per la società. Gli insegnamenti del Sillabo erano anti-liberali, e i principî del liberalismo erano anti-Sillabo. Questo fu incontestabilmente riconosciuto da entrambe le parti. Padre Denis Fahey (1883-1954) definì questo confronto «Pio IX contro la deificazione panteistica dell'Uomo» 12. Parlando a nome dell'altro schieramento, il massone francese Ferdinand Buisson (1841-1932) dichiarò similmente: «Una scuola non può rimanere neutrale tra il Sillabo e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo» 13.
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Padre Denis Fahey | Ferdinand Buisson |
l I «cattolici liberali»
Il
XIX secolo vide anche una razza nuova di cattolico che utopisticamente
cercò un compromesso tra le due parti. Questi uomini cercarono ciò che
credevano essere «buono» nei principî del 1789 e tentarono di introdurlo
nella Chiesa. Molti ecclesiastici, contagiati dallo spirito dell'epoca, furono presi nella rete che era stata gettata «nelle sacrestie e nei seminari». Essi divennero noti come «cattolici liberali». Papa Pio IX ebbe a dire che essi erano i peggiori nemici della Chiesa. Nonostante questo monito, il loro numero aumentò progressivamente.
l San Pio X e il modernismo
Questa crisi giunse al culmine all'inizio del XX secolo quando il liberalismo del 1789, che era stato un «soffio al vento», turbinò vorticosamente nel tornado modernista. Padre Vincenzo Miceli identificò questa eresia tracciando l'identità della «trinità di genitori del modernismo». Egli scrisse:
Papa
San Pio X, che ascese al soglio pontificio nel 1903, riconobbe nel
modernismo una piaga letale che doveva essere cauterizzata. Egli scrisse
che il più importante obbligo del Papa è assicurare la purezza e l'integrità della dottrina cattolica, e affermò che se non avesse fatto nulla, avrebbe mancato gravemente al suo dovere essenziale 15. San Pio X scatenò la guerra contro il modernismo emanando un'Enciclica (la
Pascendi Dominici Gregis) e un Sillabo di proposizioni errate (il Lamentabili),
istituì il giuramento anti-modernista, che doveva essere prestato da
tutti i sacerdoti e insegnanti di Teologia, eliminò i seminari e le
Università in mano ai modernisti e scomunicò i superbi e gli
impenitenti. Egli frenò efficacemente l'espansione del modernismo nella
sua epoca. Tuttavia, si racconta che quando una persona si congratulò
con lui per avere sradicato questo grave errore, San Pio X rispose
immediatamente che, nonostante tutti i suoi sforzi, non era riuscito ad
uccidere quella bestia, ma l'aveva solamente sepolta. Egli avvertì che se i responsabili della Chiesa non fossero stati vigilanti, essa sarebbe riapparsa in futuro più virulenta che mai 16.
Il celebre mago cabalista ed ex diacono Eliphas Levi (1810-1875), scrisse nella sua opera Grande Arcano (Atanor 1989, pag. 89): «Verrà un giorno in cui gli ultimi anatemi di un Concilio Ecumenico saranno: "Maledetta sia la
maledizione, che gli anatemi siano anatemizzati, e che tutti gli uomini
siano benedetti"! Allora non si vedrà più da una parte l'umanità e
dall'altra la Chiesa. Poiché la Chiesa abbraccerà l'umanità e chiunque farà parte dell'umanità non potrà essere al di fuori della Chiesa».
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l La Curia in allarme
Un fatto quasi sconosciuto, avvenuto sotto il pontificato di Papa Pio XI (1857-1939), dimostra che la corrente sotterranea del pensiero modernista fosse già attiva nell'immediato periodo successivo al regno di San Pio X. Padre Raymond Dulac riferisce che durante il Concistoro segreto del 23 maggio 1923, Pio XI interpellò i trenta Cardinali della Curia circa l'opportunità di indire un Concilio Ecumenico. Erano presenti prelati illustri come i Cardinali Rafael Merry del Val (1865-1930), Gaetano De Lai, Pietro Gasparri (1852-1934), Tommaso Pio Boggiani (1863-1942) e Louis Billot (1846-1931).
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Card. R. Merry del Val | Cardinale Boggiani | Cardinale Billot |
I Cardinali si dichiarano sfavorevoli ad una simile evenienza. Il Cardinal Billot avvertì: «L'esistenza di profonde lacerazioni tra l'episcopato stesso non può essere celata [...]. Si corre il rischio di dare luogo a discussioni che verrebbero prolungate indefinitamente». Il Cardinale Boggiani richiamò le teorie moderniste, dalle quali - disse - una parte del clero e dei Vescovi non era esente. «Questa mentalità potrebbe indurre certi Padri a presentare mozioni o a introdurre metodi incompatibili con la tradizioni cattolica». Il Cardinal Billot fu ancora più esplicito: «I peggiori nemici della Chiesa, i modernisti, che sono già pronti, come mostrano certe indicazioni, vogliono produrre la rivoluzione nella Chiesa, un nuovo 1789» 17.
Nello scoraggiare l'idea di un Concilio per le ragioni che abbiamo
appena visto, questi Cardinali si mostrarono più idonei a riconoscere i
«segni dei tempi» di tutti i teologi del post-Concilio. Inoltre, la loro cautela
era radicata in qualche cosa di ben più profondo. Forse essi erano
rimasti turbati anche dalle letture delle opere dell'infame canonico
scomunicato Paul Roca (1830-1893), il quale predicò la rivoluzione e la «riforma» della Chiesa e predisse una sovversione di quest'ultima che sarebbe stata provocata da un Concilio.
l I deliri rivoluzionari di Roca
Nel suo libro Athanasius and the Church of Our Time, Mons. Graber riporta la «profezia» pronunciata dall'ex canonico Roca della nascita di una nuova Chiesa illuminata, che sarebbe stata influenzata dal «socialismo di Gesù e degli Apostoli» 18. In pieno XIX secolo, Roca aveva predetto: «La nuova Chiesa che, forse, non potrà mantenere niente della dottrina scolastica e della forma originale della Chiesa di una volta, avrà, nondimeno, la sua benedizione la giurisdizione canonica da Roma». Commentando questa «profezia», scrive Mons. Graber: «Pochi anni fa, sembrava del tutto impossibile immaginare tali cose; ma oggi»? 19. L'ex canonico Roca predisse anche una «riforma liturgica». Parlando della liturgia futura, egli credeva «che il culto divino, come lo regolano il cerimoniale, il rituale e le costituzioni della Chiesa romana, sarà, prossimamente, tramite un Concilio Ecumenico, sottomesso ad un cambiamento totale che ripristinerà la venerabile semplicità dell'epoca d'oro degli Apostoli, corrispondente alla coscienza e alla civiltà moderna» 20. Egli previde che mediante un Concilio si sarebbe realizzato «un accordo perfetto tra gli ideali della civiltà moderna e l'ideale di Cristo e il Suo Vangelo. Questa sarà la consacrazione del Nuovo Ordine Sociale e il solenne battesimo della civiltà moderna». Roca parlò anche del futuro del Papato. Egli scrisse: «Si delinea un sacrificio che sarà una solenne riparazione [...]. Il Papato cadrà; morirà sotto il sacro coltello che i Padri dell'ultimo Concilio forgeranno. Il Cesare-Papa è un ostia (la vittima) coronata per il sacrificio» 21. Roca predisse entusiasticamente una «nuova religione», un «nuovo dogma», un «nuovo rituale» e un «nuovo sacerdozio». «Egli chiama "progressisti" i "nuovi sacerdoti"; parla della "soppressione" dell'abito talare e del "matrimonio dei sacerdoti"» 22. L'eco agghiacciante delle affermazioni Roca e dell'Istruzione permanente dell'Alta Vendita risuona nelle parole del rosacroce Rudolf Steiner (1861-1925) che dichiarò nel 1910: «Abbiamo bisogno di un Concilio e di un Papa che lo convochi» 23.
l Il grande Concilio che non venne mai indetto
Circa nel 1948, Papa Pio XII, su richiesta del fedele e ortodosso Cardinale Ernesto Ruffini (1888-1967), prese in considerazione l'idea di convocare un Concilio generale, la cui necessaria preparazioni avrebbe richiesto alcuni anni. È evidente che alla fine alcuni elementi progressisti presenti in Vaticano riuscirono a dissuadere Pio XII dalla realizzazione poiché era chiaro fin dall'inizio che questo Concilio sarebbe stato in sintonia con la Lettera Enciclica Humani generis. Come questa grande Enciclica del 1950, il nuovo Concilio avrebbe combattuto le «false opinioni che minacciano di minare le fondamenta della dottrina cattolica» 24.
Tragicamente, Pio XII si convinse di essere troppo avanti negli anni
per prendere sulle proprie spalle questo grave compito, e si rassegnò
all'idea che «questo sarà un compito del mio successore» 25.
l Roncalli consacra l'ecumenismo
Durante tutto il pontificato di Pio XII, il Sant'Uffizio, sotto l'abile comando del Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979), riuscì a salvaguardare la
fede cattolica tenendo i cavalli selvaggi del modernismo rinchiusi
energicamente in un recinto. Molti degli attuali teologi neo-modernisti
narrano sdegnosamente come - durante questo periodo - ad essi e ai loro
amici sia stata messa la museruola. Ma lo stesso Ottaviani non poteva impedire quello che sarebbe accaduto nel 1958. Un nuovo tipo di Papa, «che i progressisti credevano avrebbe favorito la loro causa» 26,
sarebbe asceso al Soglio pontificio costringendo un riluttante
Ottaviani a togliere il catenaccio e ad aprire il recinto provocando la fuoriuscita disordinata e precipitosa dei modernisti. Tuttavia, un tale evento non era del tutto imprevisto. Alla notizia della morte di Pio XII, un modernista, il vecchio dom Lambert Beauduin (1873-1960), un amico del Cardinale Angelo Roncalli (il futuro Giovanni XXIII), confidò a Padre Louis Bouyer: «Se eleggono Roncalli, tutto sarà salvo; egli sarebbe capace di indire un Concilio e di consacrare l'ecumenismo» 27.
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Cardinale A. Ottaviani | Dom L. Beauduin | Cardinale Roncalli |
E così accadde: il Cardinale Roncalli fu eletto e convocò un Concilio che «consacrò» l'ecumenismo. La «rivoluzione in tiara e cappa» era iniziata.
Un giorno, il Cardinale Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII, confidò al conte Enrico Galeazzi: «Sento intorno a me degli innovatori che vogliono smantellare la Sacra Cappella (la Chiesa), distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e procurarle il rimorso per il suo passato storico [...]. Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio, in cui la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato. Sarà tentata di credere che l'uomo è diventato Dio» (cfr. Mons. Roche-P. Saint Germain, Pie XII devant l'histoire, pagg. 52-53).
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l La rivoluzione di Papa Giovanni
È cosa nota e superbamente documentata 28
che una cricca di teologi liberali (i periti) e di Vescovi dirottarono
il Concilio Vaticano II (1962-1965) con l'intento di ricostruire una
Chiesa a loro immagine tramite l'attuazione di una «nuova teologia». I critici e i difensori del Vaticano II concordano su questo punto. Nel suo libro Vatican II Revisited («Il Vaticano II rivisitato»), Mons. Aloysius J. Wycislo (1908-2005) - un entusiasta fautore della rivoluzione inaugurata dal Vaticano II - dichiara con ammirazione che «teologi
e studiosi biblici che erano rimasti "in discredito" per anni
riapparvero come periti (esperti teologici che consigliavano i Vescovi
al Concilio) e i loro libri e i commentari scritti nel post-concilio
sono diventate opere di successo» 29. Egli scrive che «l'Enciclica Humani generis di Pio XII aveva [...] avuto un effetto devastante sul lavoro di un buon numero di teologi preconciliari» 30, e spiega che «durante la prima preparazione del Concilio, quei teologi (principalmente francesi e tedeschi) la
cui attività era stata paralizzata da Pio XII, erano ancora sotto
censura. Papa Giovanni tolse pacificamente il veto che colpiva quelli
che tra loro erano i più influenti. Un certo numero di essi fu ancora
guardato con sospetto dai membri del Sant'Uffizio» 31. Mons. Wycislo declama gli encomi di alcuni progressisti trionfanti come Hans Küng, Karl Rahner (1904-1984), John Courtney Murray (1904-1967), Yves Congar (1904-1995), Henri de Lubac (1896-1991), Edward Schillebeeckx e Gregory Baum, che erano stati considerati come sospetti fino al Concilio, ma che in seguito sono diventate le colonne portanti della teologia post-conciliare 32. In effetti, quelli che Pio XII considerava non idonei a percorrere la via del cattolicesimo, ora tenevano sotto controllo la città. E come per coronare la loro impresa, il giuramento anti-modernista venne tranquillamente abrogato. San Pio X aveva visto giusto. La mancanza di vigilanza da parte dell'autorità aveva permesso al modernismo di ritornare armato di vendetta.
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Hans Küng | Karl Rahner | John Courtney Murray |
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Yves Congar | Henri de Lubac | Edward Schillebeeckx |
l Marciando sotto una nuova bandiera
Durante il Vaticano II, ci furono innumerevoli scontri tra il Cœtum Internationalis Patrum («Gruppo Internazionale dei Padri»), che lottava per mantenere inalterata la Tradizione della Chiesa, e il gruppo progressista del Reno. Alla fine, prevalse tragicamente il secondo, formato da elementi liberali e modernisti 33. Era ovvio a chiunque, che avesse occhi per vedere, che il Concilio aveva spalancato la porta a molte idee che erano state precedentemente anatemizzate dalla
Chiesa docente, ma che erano al passo con il pensiero modernista. Ciò
non accadde accidentalmente, ma fu il frutto di un disegno preciso.
Durante il Vaticano II, i progressisti evitarono di condannare gli
errori modernisti. Inoltre, essi inserirono intenzionalmente numerose
ambiguità nei testi dei documenti conciliari che intendevano sfruttare a
loro vantaggio dopo il Concilio 34.
Queste ambiguità sono state utilizzate per promuovere un genere di
ecumenismo che era stato già condannato da Pio XI, una libertà religiosa 35
che era già stata condannata dai Pontefici del XIX e XX secolo
(specialmente da Pio IX), una nuova liturgia che seguiva le linee
dell'ecumenismo e che Mons. Annibale Bugnini (1912-1982) definì «una notevole conquista della Chiesa cattolica», una collegialità che colpisce al cuore il primato pontificio, e infine un «nuovo atteggiamento verso il mondo», specialmente in uno dei documenti più importanti del Concilio: la Gaudium et Spes. Come gli autori dell'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita avevano sperato, i concetti della cultura liberale avevano finalmente incontrato l'adesione dei membri più ragguardevoli della Gerarchia cattolica ed erano in tal modo penetrati all'interno della Chiesa. Il risultato è stata una crisi di fede senza precedenti che non accenna a migliorare. Alla
stesso tempo, innumerevoli ecclesiastici che occupano posizioni di
rilievo, evidentemente inebriati dallo «spirito del Vaticano II», lodano
continuamente le riforme post-conciliari che hanno permesso a questa calamità di abbattersi sulla Chiesa.
l Acclamazioni dalle Logge massoniche
Tuttavia, non solo molti uomini di Chiesa,
ma anche numerosi massoni hanno celebrato questa svolta degli eventi.
Essi si sono allietati del fatto che finalmente i cattolici «hanno visto la luce» da quando molti dei loro principî sono stati accettati dalla Chiesa. Nel suo libro L'œcuménism vu par un franc-maçon de tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»), il barone Yves Marsaudon, del Rito Scozzese, ha lodato l'ecumenismo scaturito dal Vaticano II. Egli ha scritto: «I cattolici [...] non devono dimenticare che tutte le strade conducono a Dio. E dovranno accettare che la coraggiosa idea di libertà di pensiero, che possiamo realmente definire una rivoluzione, partita dalle nostre Logge massoniche, si è magnificamente estesa sotto la cupola di San Pietro» 36.
Lo spirito di dubbio e di rivoluzione permanente proprio dell'era
post-conciliare deve evidentemente aver scaldato il cuore del massone
francese Jacques Mitterand (1908-1991), il quale ha scritto approvando: «Qualcosa è cambiato all'interno della Chiesa,
e le risposte date dal Papa alle questioni più urgenti, come il
celibato ecclesiastico e il controllo delle nascite, sono oggetto di
veementi dibattiti all'interno della Chiesa stessa; la parola del Sommo Pontefice viene messa in discussione dai Vescovi, dai sacerdoti e dai fedeli. Per un massone, un uomo che mette in dubbio un dogma è già un massone senza grembiule» 37. Marcel Prelot, senatore della regione del Doubs, in Francia, si spinge molto più in avanti nel descrivere quello che è successo. Egli scrive: «Abbiamo lottato per un secolo e mezzo per far sì che le nostre idee prevalessero nella Chiesa e non ci siamo riusciti. Finalmente, è venuto il Vaticano II e abbiamo trionfato.
Da quel momento, le proposizioni e i principî del cattolicesimo
liberale sono stati definitivamente e ufficialmente accettati dalla Santa Chiesa» 38.
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Yves Marsaudon | Jacques Mitterand | Marcel Prelot |
L'affermazione di Prelot merita una precisazione; è necessario fare una distinzione tra la
Chiesa e gli uomini di Chiesa. Nonostante certe pretese dei massoni, è
impossibile che errori dottrinali possano essere accettati «definitivamente e ufficialmente dalla Santa Chiesa». La Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e Sua Sposa senza macchia, non può cadere nell'errore. Nostro Signore ha promesso che «le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa» (Mt
16, 18). Ma questo non significa che gli ecclesiastici, anche quelli
appartenenti ai livelli più elevati, non possano essere contagiati dallo
spirito liberale del nostro tempo e possano essere promosse idee e
pratiche contrarie al Magistero perenne della Chiesa 39.
Così il Gran Maestro del Grand'Oriente d'Italia Armando Corona (1921-2009): «Il nostro interconfessionalismo ci ha valso la scomunica ricevuta nel 1738 da Clemente XI. Ma la Chiesa era certamente nell'errore
se è vero che il 27 ottobre 1986 l'attuale Pontefice ha riunito ad
Assisi uomini di tutte le confessioni religiose per pregare assieme per la pace. Cos'altro cercavano i nostri Fratelli quando si riunivano nei templi, se non l'amore tra gli uomini, la tolleranza, la solidarietà, la difesa della dignità della persona umana, considerandosi eguali al di là del loro credo politico, del loro credo religioso e del colore della pelle»? (cfr. «Discorso del Gran Maestro Armando Corona per l'Equinozio di Primavera», in Hiram, primavera 1987).
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l Una rottura col passato
Quei «conservatori» che negano che vari punti del Vaticano II costituiscano una rottura con la Tradizione e con il Magistero precedente - o
come
minimo pecchino di ambiguità, implicazioni od omissioni - non hanno
ascoltato i veri promotori e sbandieratori del Concilio che
spudoratamente lo hanno ammesso. Padre Yves Congar, uno degli artefici
della riforma, notava con soddisfazione che «la Chiesa ha fatto, pacificamente, la sua "Rivoluzione d’Ottobre"» 40. Lo stesso Padre Congar affermava che la Dichiarazione del Vaticano II sulla libertà religiosa Dignitatis Humanæ è in contrasto con il Sillabo di Pio IX. A riguardo del paragrafo § 2 di detta Dichiarazione, egli ebbe a dire: «Non si può negare che un testo come questo dica materialmente qualcosa di diverso dal Sillabo del 1864, e addirittura quasi l'opposto delle proposizioni 15 e 77-79 di quel documento» 41. Recentemente, alcuni anni fa, il Cardinale Joseph Ratzinger, apparentemente non turbato dalla sua stessa ammissione, ha affermato di considerare il documento conciliare Gaudium et spes una specie di «contro-Sillabo»: «Se si volesse fare una diagnosi del testo (Gaudium et spes) nell'insieme, è probabile che diremmo che (in rapporto ai testi sulla libertà religiosa e sulle religioni del mondo) esso è una revisione del Sillabo di Pio IX, quasi una specie di contro-Sillabo [...]. Permetteteci di essere contenti di dire che il testo serve come un contro-Sillabo, così come esso rappresenta, da parte della Chiesa, un tentativo di riconciliazione ufficiale con la nuova era inaugurata dal 1789» 42. La
nuova epoca inaugurata dal 1789 consiste, in effetti, nell'elevazione
dei Diritti dell'Uomo al di sopra dei diritti di Dio. In verità, un
commento come quello del Cardinale Ratzinger è inquietante, specialmente
quando proviene dal Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale ha il compito di preservare la purezza della dottrina cattolica. Possiamo anche citare un'asserzione simile del progressista Cardinale Leo Iozef Suenens
(1904-1996), a suo tempo Padre conciliare, il quale parlò in termini di
«vecchi regimi» che sono terminati. Le parole che egli ha usato per
elogiare il Concilio sono tra le più efficaci, le più agghiaccianti e le
più schiaccianti. Suenens ha dichiarato che «il Vaticano II è stato la Rivoluzione Francese nella Chiesa» 43.
l «Una rivoluzione in tiara e cappa»
La rivoluzione post-conciliare porta impressi tutti i segni di garanzia nell'aver adempiuto i disegni dell'Istruzione Permanente dell'Alta Vendita
e le profezie dell’ex canonico Roca:
il mondo intero è testimone di un profondo cambiamento su scala mondiale avvenuto all'interno della Chiesa cattolica, un cambiamento
che la pone al passo col mondo moderno;
i
difensori e i detrattori del Vaticano II hanno entrambi dimostrato che
certi orientamenti dottrinali introdotti a partire dal Concilio,
costituiscono una rottura col passato;
i massoni stessi si rallegrano del fatto che, grazie al Concilio, le loro idee hanno si sono estese «magnificamente sotto la cupola di San Pietro».
«La Gran Loggia occidentale messicana e i suoi confratelli, in occasione della morte di Papa Giovanni XXIII, annunciano ufficialmente il loro cordoglio per la scomparsa di questo grand'uomo che ha rivoluzionato le idee, i pensieri e le forme della
liturgia cattolica romana. Le Encicliche "Mater et Magistra" e "Pacem in
Terris" hanno rivoluzionato i concetti in favore dei Diritti dell'Uomo e
noi, massoni, riconosciamo in lui i suoi prinicipî elevati, il suo
umanitarismo e le sue qualità di grande liberale» (cfr. El Informador, del 3 giugno 1963). Durante il dibattito tra cattolici e massoni di Lecce, Fr\ Volpicelli ha dichiarato che «due recenti Pontefici sono apprezzati da entrambe le comunità (la Massoneria e la Chiesa): Papa Giovanni e Papa Wojtyla» (cfr. Débat catholicomaçonnique de Lecce, del 24 febbraio 1979, pag. 114).
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l La passione della Chiesa
Dunque, la passione che la nostra Santa
Chiesa sta soffrendo al momento presente non è poi un gran mistero.
Ignorando imprudentemente i Papi del passato, gli attuali responsabili
della Chiesa hanno eretto una struttura compromessa che sta crollando su sé stessa. Sebbene Paolo VI (1897-1978) si sia lamentato del fatto che «la Chiesa è in uno stato di auto-demolizione»,
lui stesso, come del resto Giovanni Paolo II, insisteva affinché il
disastroso aggiornamento responsabile di questa auto-demolizione fosse
portato avanti a tutto spiano. Di fronte ad un «disorientamento così diabolico» - per usare le parole della veggente di Fatima Suor Lucia dos Santos (1907-2005) ha utilizzato per descrivere la mentalità di molti membri della Gerarchia odierna - l'unica risposta per tutti i cattolici preoccupati è:
pregare molto, specialmente recitando il santo Rosario;
imparare e vivere la dottrina tradizionale e la morale della Chiesa cattolica come viene descritta nei testi pre-conciliari;
frequentare la Messa romana, dove la fede cattolica e la devozione si trovano nella loro pienezza e non sono vittime dei nefasti influssi dell'attuale ecumenismo;
resistere con tutta l'anima alle tendenze liberali post-conciliari che stanno devastando il Corpo Mistico di Gesù Cristo;
istruire caritatevolmente il nostro prossimo sulla Tradizione della Chiesa e avvertirlo degli errori che minacciano la sua fede;
pregare affinché un numero sufficiente di membri appartenenti alla Gerarchia ritorni al buon senso;
porre tutta la fiducia nella SS.ma Vergine e nel Suo potere affinché tramite la Sua intercessione, i responsabili della Chiesa ritornino alla Tradizione cattolica;
non scendere mai a nessun compromesso con l'errore.
l Solamente la Madonna può aiutarci
Siccome la presente lotta è essenzialmente una battaglia soprannaturale, non dobbiamo ignorare gli avvertimenti che la Santa Vergine ha rivelato
nel 1917 a Fatima. Tutti i cattolici devono adempiere fedelmente tutte
le richieste di Nostra Signora di Fatima, e specialmente pregare e
operare affinché la Russia venga finalmente consacrata al Cuore Immacolato di Maria. Questa sarà la chiave che non solo distruggerà «gli errori sparsi dalla Russia», ma gli errori di tutto il mondo intero, inclusi quelli che travagliano dall'interno la Chiesa. Per impedire il trionfo promesso del Cuore Immacolato,
gli agenti impenitenti del liberalismo, del modernismo e del
naturalismo, si sono raggruppati in un'unica grande adunata ecumenica
col Principe di questo Mondo per ricevere insieme a lui il colpo di
tallone con cui la Regina del Cielo schiaccerà il loro orgoglioso capo.
NOTE
1 Traduzione dall'originale inglese The Permanent Instruction of the Alta Vendita («L'istruzione permanente dell'Alta Vendita»), a cura di Paolo Baroni.
2 Questa posizione teologica, detta «Tesi di Cassiciacum», è stata presentata fin dalla metà degli anni '70 dal teologo domenicano Padre Michel-Louis Guérard des Lauriers (1898-1988), già docente alla Pontificia Università del Laterano e alla Facoltà di Teologia del Saulchoir, in Francia. Sulla scia di Padre Guérard des Lauriers, la «Tesi di Cassiciacum» è stata studiata e illustrata da dotti sacerdoti quali don Francesco Ricossa, sulla rivista italiana Sodalitium (Loc. Carbignano, 10020 Verrua Savoia, TO); Mons. Donald Sanborn, sulla rivista Sacerdotium negli Stati Uniti; don Hervè Belmont, in Francia, con alcuni saggi, tra cui L'esercizio quotidiano della fede, tradotto in italiano e stampato per la Collana Fortes in Fide.
3 «Il peccato di eresia non è solo la negazione di qualche verità rivelata solennemente dal Concilio, dal Pontefice ex cathedra, ma è peccato di eresia anche il negare qualche verità insegnata dalla Chiesa nel suo Magistero ordinario universale. Poiché non tutto ciò che Dio ha rivelato è oggetto di particolari definizioni o dogmi della Chiesa. Molte verità Dio ce le propone a credere per mezzo del comune e quotidiano insegnamento ordinario della Chiesa. Che è egualmente autentico e infallibile come quello solenne e straordinario» (cfr. Le virtù teologali e alcuni punti della dottrina sociale cristiana, Azione Cattolica Italiana, Isola di Lari, 1943).
4 Cfr. The Catholic Encyclopedia, vol. III, Encyclopedia Press, New York 1913, pag. 330-331.
5 Cfr. P. E. Cahill, Freemasonry and the Anti-Christian Movement, Gill, Dublino 1959, pag. 101.
6 Cfr. Mons. R. Graber, Athanasius and the Church of Our Time, Christian Book Club, Palmdale 1974, pag. 39.
7 Cfr. J. Cretineau-Joly, The Roman Church and the Revolution («La Chiesa romana e la rivoluzione»), vol. II, 1859: Mons. Henri Delassus ha riprodotto ampi stralci di questo libro nella sua opera Il problema dell'ora presente. Antagonismo fra due civiltà, Desclée, Roma 1907.
8 Cfr. M. Davies, Pope John's Council («Il Concilio di papa Giovanni»), Angelus Press, Kansas City 1992, pag. 166.
9 Cfr. Leone XIII, Lettera Enciclica Humanum genus. Sulla Massoneria, § 21.
10 Cfr. Mons. H. Delassus, The Anti-Christian Conspiracy («La cospirazione anticristiana»), Desclée de Brouver, Roma 1910, vol. III, pagg. 1035-1092. Il testo completo dell'Istruzione Permanente dell’Alta Vendita è stato pubblicato in Mons. G. E. Dillon, op. cit., pagg. 51-56.
11 Per una piena comprensione della
dottrina cattolica a riguardo degli errori del modernismo, è
indispensabile lo studio delle Encicliche papali contro il liberalismo,
il modernismo e la Massoneria, della fine del XIX secolo e dell'inizio del XX.
12 Cfr. P. D. Fahey C. CS. Sp., The Mystical Body of Christ in the Modern World («Il corpo mistico di Cristo nel mondo moderno»), Regina Publications, Dublino 1939, cap. VII.
14 Cfr. P. V. Miceli, The Antichrist («L'anticristo»), Roman Catholics Books, Harrison, pag. 133.
15 Cfr. Pio X, Lettera Enciclica Pascendi Dominici Grecis. Sul modernismo, § 1.
16 Cfr. P. V. Miceli, op. cit.
17 Cfr. P. R. Dulac, Episcopal Collegiality at the Second Council of the Vatican («La collegialità episcopale al Concilio Vaticano II»), Cedre, Parigi 1979, pagg. 9-10.
18 Cfr. Mons.. R. Graber, op. cit., pag. 34.
24 Il racconto completo di questa affascinante storia è presente in F. M. De la Sainte Trinité, The Whole Truth About Fatima («Tutta la verità su Fatima»), vol. III, «Il terzo segreto», Immaculate Heart Publications, Ontario 1990, pagg. 257-304.
26 Cfr. L. De Poncins, Freemasonry and the Vatican («La Massoneria e il Vaticano»), Christian Book Club, Palmdale 1968, pag. 14.
27 Cfr. L. Boyer, Dom Lambert Beauduin. A Man of the Church («Dom Lambert Beauduin. Un uomo della Chiesa»), Casterman, 1964: cit. in D. Bonneterre, The Liturgical Movement («Il Movimento Liturgico»), Ed. Fideliter, 1980, pag. 119.
28 Cfr. P. R. Wiltgen s.v.d., The Rhine Flows into the Tiber («Il Reno sfocia nel Tevere»), TAN, Hawthorne 1985.
29 Cfr. Mons. A. Wycislo, Vatican Second Revisited. Reflections by One Who Was There («Il Concilio Vaticano II rivisitato. Riflessioni di una persona che vi ha partecipato»), Alba House, Staten Island 1987, pag. x.
33 Tutta la storia del dirottamento conciliare da parte dei prelati e dei teologi liberali, e le tragiche conseguenze di questo golpe modernista, sono superbamente spiegati nel libro del verbita Ralph Wiltgen The Rhine Flows into the Tiber e nell’opera di Michael Davies Pope John’s Council.
34 L'uso di questa tattica fu ammesso dal perito conciliare Edward Schillebeecks, il quale affermò: «Esprimeremo in maniera diplomatica - ma solo dopo il Concilio - che avremo previsto le implicite conclusioni» (cfr. De Bazuin, nº 16, 1965). In un'altra occasione egli ebbe a dire: «Durante il Concilio abbiamo fatto uso di frasi ambigue sapendo come sarebbero state interpretate in seguito» (cfr. Mons. M. Lefebvre, An Open Letter to Confused Catholics, Angelus Press, Kansas City 1992, pag. 106).
35 Cfr. M. Davies, The Second Vatican Council and Religious Liberty («Il Concilio Vaticano II e la libertà religiosa»), Neumann Press, Long Prairie 1992; in esso risulta evidente che il documento conciliare Dignitatis Humanæ (e particolarmente
il § 2) contraddice l'insegnamento pontificio precedente in materia. Lo
stesso Padre Yves Congar o.p. ha ammesso apertamente l'esistenza di
questa palese contraddizione.
36 Cfr. Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 89.
38 Cfr. M. Prelot, Le catholicisme liberal, 1969; Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 100.
39 Il problema sollevato dalla contraddizione in essere tra il Magistero pontificio precedente e quello attuale non è solamente un problema dottrinale, ma è soprattutto una questione di autorità. Infatti, se la
Chiesa è governata dallo Spirito Santo - ed è di fede che lo è - va da
sé che un vero Papa non può contraddire un suo predecessore su un
qualunque punto di fede, perché ciò equivarrebbe a dire che lo Spirito
Santo contraddice Sé stesso. Né è ammissibile sostenere, come fanno
certuni in modo aberrante, che un vero Papa possa allearsi o divenire
strumento del lupo per far strage del gregge che gli è stato affidato da
Cristo propinandogli il veleno dell'eresia e abusando dell'autorità che
gli proviene da Dio. La soluzione del dilemma è evidentemente nella mancanza di autorità in chi occupa la Sede di Pietro (N.d.T.).
40 Cfr. Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 100.
41 Cfr. P. Y. Congar o.p., Challenge to the Church («Sfida per la Chiesa»), Londra 1977, pag. 177; cit. in M. Davies, The Second Vatican Council and the Religious Liberty, pag. 203.
42 Cfr. J. Ratzinger, Principles of the Catholic Theology («Principî di teologia cattolica»), Ignatius Press, San Francisco 1987, pagg. 381-382.
43 Cfr. Mons. M. Lefebvre, op. cit., pag. 100.
Non si commenta, si deduce.
RispondiEliminaE le deduzioni mie sarebbero amare e scandalizzanti per quelli che NON vogliono leggere e farne le deduzioni ovvie.
Personalmente mi astengo dal fare deduzioni.
Aspetterò e commenterò le deduzioni altrui che spero congrue come da un po' succede.
Grazie ancora ai gestori per il coraggio di esporre concetti chiari citando analisi di grande efficacia, sempre in vista della Verità.