(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)
giovedì 8 maggio 2014
Supplica alla Madonna di Pompei: "Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria".
Supplica alla Madonna di Pompei
(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)
(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)
I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine
sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per
terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti,
avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad
innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno
solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e
dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la
confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina,
volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre
famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione
degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita.
Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano:
quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il
braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza
il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono
sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore.
Oggi mostratevi a tutti, qual siete,
Regina di pace
e di perdono.
Salve Regina.
II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri
figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e
trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo
meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del
Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo
testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col
sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei
peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata,
la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli,
gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle
anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei
nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si
dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo.
Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa,
per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro.
Misericordia
per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.
III. - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che
vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori
delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina
alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i
cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i
cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette.
Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle
mani di Satana, o Maria.
Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché
figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi
altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di
veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle
vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano
fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci
gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia
della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le
sospirate grazie.
Salve Regina.
Chiediamo la benedizione a Maria.
Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che
non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore
vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo
dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci
avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in
questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli
antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle
vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla
Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i
Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro
Santuario.
Benedite infine tutti
gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e
promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci
unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto
sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai
conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E
l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del
Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei
peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e
sempre, in terra e in cielo. Così sia.
Salve Regina.
(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo
Longo)
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