“….esiste un vero noviziato per gli
ecclesiastici da aggregare all’ordine massonico. Vi è una certa
categoria di persone che la massoneria destina come addetti alla
selezione dei possibili collaboratori da scegliere tra gli
ecclesiastici, i quali devono essere forniti di certe doti: spiccata
intelligenza, avidità di carriera, ambizione, pronto intuito a capire e a
fingere di non capire…” (Monsignor Marinelli)
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"Cari amici,
Sono lieto di salutarvi, in occasione di questa visita in Vaticano. I miei predecessori hanno incontrato delegazioni di B’nai B’rith International in diverse occasioni, e oggi io vi do il mio benvenuto con rinnovata e rispettosa cordialità!....
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L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Nella semplice e pratica saggezza di tutti i popoli in tutti i tempi c’è la certezza della necessità sociale di un capo.
Nel corso della storia si sa come questa
necessità ha assunto tante forme sacrali anche mitiche, anche involte
in simbolismi di tutti i generi.
Fatto sta che tale necessità d’ordine
sociale è suscitata divinamente poiché intrinseca alla natura del corpo
sociale che richiede una testa.
Per soddisfarla il Creatore suscita
nell’ordine umano, a immagine del padre – capo famiglia, condottieri e
re per la più larga famiglia dei popoli e nazioni. Niente più naturale,
niente più imprescindibile nell’ordine sociale!
Ed ecco che per la Sua Chiesa, società
perfetta, il Signore ha scelto e formato Simone, pescatore dotato del
dono di comando, come Suo Pietro. Egli doveva rimanere e perpetuare la
carica come rappresentante dei Suoi poteri nella santa Chiesa della
salvezza umana; supremo potere per una suprema missione riguardante la
vita di ogni essere umano; mistero della Fede, poiché si trattava del
potere infallibile di Dio in terra, concesso a uomini fallibili. Ma era
potere divino in vista della salvezza degli uomini.
Intorno all’importanza senza paragoni di
questa somma Carica, si è dall’inizio, creata una singolare aureola di
rispetto, di devozione, addirittura col termine simbolico di
«adorazione» del Vicario di Cristo ovvero del Papa cattolico.
E siamo arrivati ai nostri tempi di
quella decadenza crescente che parte proprio dall’alto: capi che
deviano, guida che confondono, chierici che si compromettono con
menzogne. Sì, decadenze storicamente cicliche, ma pure inevitabilmente
crescenti verso il mitico «kali iuga» delle più antiche visioni di un
caos finale che ha portato Gesù a dire: “Quando il Figlio dell’Uomo
tornerà sulla terra, troverà ancora la Fede?”
Ci siamo? Nel vagliare i fatti presenti è
impossibile negarlo perché tali inganni hanno da qualche tempo
raggiunto proprio quel vertice voluto da Dio. Infatti, il «disordine
universale» è «disordine cattolico» (cattolico = universale) perché
riguarda il vero «ordine» terreno per l’umanità decaduta, essendo il
Cristianesimo il «sistema» dell’ordine possibile nella società umana,
rivelato da Nostro Signore Gesù Cristo. E non si dica che siamo nel
campo della sola religione; ciò è determinante per ogni ordine civile
nel mondo materiale, ordinato a quello spirituale.
A questo punto, poiché è esso che fa
compiere il vero progresso delle civiltà, quando declina e manca, è la
Storia a registrare il risultato nel disordine crescente e
incontenibile, come in questo periodo di confusione cronica di capi e
guida abbagliati ma convinti d’essere illuminati. E pure usano tale
temine come lo hanno fatto infelici professori del ritorno alle sorgenti
del nulla, come Ratzinger e compagni!
Regna la confusione, eppure predomina il
vezzo clericale che si deve accettare e anche imporre ai fedeli di
accettare i capi passati dal convento, nel caso dai conclavi, ormai
immersi nel marasma conciliare! E tutto diventa discutibile, meno
l’inventata infallibilità del conclave. I cardinali non potrebbero
sbagliarsi nella loro scelta.
Ecco il nuovo spirito di corpo di una
classe clericale nel guado, che accantona, sia la priorità della Fede, a
cui dovrebbe servire l’autorità, sia il Magistero dei Papi (vedi Paolo
IV e San Pio V), che escludono l’assolutezza dei conclavi.
E così siamo arrivati alla funesta
successione di conclavi fasulli, con l’ultimo che sforna l’«episcopato
romano» del farsesco Bergoglio!
Può il cattolico, in questa paurosa
crisi mentale che investe la Chiesa e dura da più di mezzo secolo, non
sentire il dovere di testimoniare l’assenza dell’autorità apostolica che
preserva e difende la Fede di fronte ai falsi pastori che cercano di
cambiarla? Nel silenzio predominante, perduta la crisi che, più completa
non si può, poiché quasi un’intera generazione riconosce come papi e
pure “santi” chierici di un’altra «fede».
È vero che la piena testimonianza dei
falsi pastori richiede la presenza di uno vero, se non si vuole
inventare una Chiesa senza l’autorità del Vicario di Gesù Cristo. Ma ciò
per dei sapienti di quest’ora è un circolo vizioso senza uscita! Perciò
il Signore avrebbe istituito una Chiesa tanto imperfetta da meritarsi
la materialità untuosa dei «papi conciliari»! Dicono, che il pericolo
sta in un “conclavismo”, inteso come esercizio di un «decisionismo» di
gruppo per creare una autorità religiosa universale dal nulla. Sì, ma
per evitarlo un altro gruppo di consacrati istruiti nella manualistica
tradizionale decide che si deve subire qualsiasi «papa» uscito dai
conclavi a servizio dell’altra fede! Il chierico votato secondo il nuovo
disordine canonico conciliare può essere uno in forte odore di eresia,
ma insindacabile. Eccoci a quello che è davvero fatale “conclavismo”
distruttore del principio del vero conclave cattolico. Esso è valido
solo se elegge un cattolico per ricevere il potere pontificio
direttamente da Dio e non dal conclave. Così s’inventano la nuova eresia
che attribuisce potere assoluto al conclave! (Vedi «A graça do Conclave e a cilada conclavista», promariana, 25.09.2010).