Fonte: Cattolicesimo.com
Pubblichiamo una risposta di un fedele all’editoriale del
bollettino “Radicati nella Fede”, novembre 2015, della chiesa di Vocogno
e della cappella dell’Ospedale di Domodossola, “dove si celebra la
messa tradizionale” (sic). Il testo originale si può rinvenire sul sito del bollettino.
Occorre evitare due estremi letali per la fede: l’“autoritarismo” o
“obbedientismo” da un lato e il “sedevacantismo” dall’altro: entrambi
portano a lungo andare all’ateismo, alla perdita della fede. Il primo fa
stare dentro la Chiesa con una falsa obbedienza che non salvaguarda il
Vangelo e i sacramenti; il secondo fa cercare una falsa chiesa
alternativa; entrambi questi errori partono da una visione troppo umana
della Chiesa, mancano entrambi di visione soprannaturale. Occorre essere
autenticamente tradizionali: il tradizionale sta di fronte a Dio,
custodendo con amore il tesoro della Chiesa; il sedevacantista, che si
inventa un’altra chiesa o non sa più dove essa sia, sta di fronte a se
stesso utilizzando le cose ricevute da Dio.
Se obbedire alla legittima autorità e ammettere la possibilità della sede vacante fossero in astratto ‘errori letali‘ e non conclusioni necessarie, gli unici ad essere ‘fedeli‘ sarebbero proprio coloro che ritengono se stessi regola prossima di una ‘fede’ autistica. In pratica il sedicente ‘tradizionale con visione soprannaturale’ si illude di stare, lui sì, saldo in una ‘chiesa’ volubile
che è realmente tutta frutto della sua immaginazione, in cui vuole
decidere quando e come essere in comunione di fede e governo con Essa.
Siamo alla ‘autochiesa’ ossia ad una forma di onanismo mistico rassicurante quanto fuorviante.
Sempre père Calmel parla, con accenti commossi, dei veri cristiani,
dei cristiani secondo la Tradizione, che custodiscono la fede amando
immensamente la Chiesa: ‘Questi cristiani, che custodiscono la
Tradizione senza nulla concedere alla rivoluzione, desiderano
ardentemente, per essere pienamente figli della Chiesa, che la loro
fedeltà sia penetrata di umiltà e di fervore; non amano né il
settarismo, né l’ostentazione. Al loro posto, che è modesto e a stento
tollerato, cercano di custodire ciò che la Chiesa ha trasmesso loro, ben
sicuri che essa non lo ha revocato, e si sforzano, nel custodirlo, di
salvaguardare lo spirito di ciò che custodiscono’ (R. T. Calmel, op.
cit., pag. 101).
Evidentemente Padre Calmel non considerava proveniente dalla Chiesa
l’azione di coloro che invece hanno revocato il depositum fidei,
altrimenti sarebbe stato il ‘normalista’ che non fu.
Si potrebbero applicare ai ‘tradizionalisti acidi’, non
amanti la Chiesa, le parole di S. Paolo ai Corinti: “Che cosa mai
possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne
vanti come non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4,7).
Il problema non è se vantarsi o meno del depositum fidei ricevuto, ma
di difenderlo da chi intende svellerlo per trasformare i cattolici in
soggetti ‘sradicati dalla fede’. Acidi o basici che siano.
“Sì, perché se è vero che sbaglia chi chiede
un’obbedienza alla Chiesa, domandando di andare contro le verità della
fede e della morale, domandando di andare contro il Vangelo e il dogma, o
di dimenticarli; sbaglia ugualmente chi si attacca al dogma e al
Vangelo, utilizzandolo contro l’unica Chiesa di Cristo.”
Un pensiero delirante e blasfemo: si ammette che la Chiesa si
propone davvero come Controchiesa rendendo necessario disobbedire ad
essa e nel contempo però, di non potersi ancorare al dogma per resistere
ad Essa! Insomma il sedeplenismo aprioristico genera forme evidenti di sedemasochismo mentevacantista.
“A te che hai capito la crisi della Chiesa, compete solo
lo stare fermo nella sua Tradizione, in ciò che la Chiesa ha detto e
fatto, fuori da questi terribili momenti di apostasia. Dio si è
rivelato, ti ha dato la ragione per riconoscere la Sua rivelazione e per
custodirla; non ti chiede di far politica ecclesiastica.”
Viene scritto che la crisi è ‘della’ Chiesa e non più
correttamente ‘nella’ Chiesa e di restare nella ‘chiesa’ che attraversa
momenti di apostasia, ma di custodire in silenzio la Tradizione.
Come sarebbe possibile farlo nella pratica, restando veritieri e quindi
evitando la schizofrenia? L’unica scelta è quella di aderire ad una
forma eretica di ‘cattolicesimo neomarrano’, furbesco ed opportunista.
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