Domínica in Septuagésima - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Corínthios, I, 9, 24-27;
10, 1-5
Fratres: Nescítis quod
ii qui in stádio cúrrunt, omnes quídem currunt, sed unus áccipit bravíum?
Sic cúrrite, ut comprehendátis. Omnes áutem qui in agóne conténdit, ab
ómnibus se ábstinet: et illi quídem ut corruptíbilem corónam accípiant;
nos áutem incorrúptam. Ego ígitur sic curro, non quasi in incértum: sic
pugno, non quasi áërem vérberans: sed castígo corpus meum, et in
servitútem rédigo: ne forte cum áliis prædicáverim, ipse réprobus
effíciar. Nolo enim vos ignoráre, fratres, quóniam patres nostri omnes
sub nube fuérunt, et omnes mare transiérunt, et omnes in Móyse baptizáti
sunt in nube, et in mari: et omnes eámdem escam spiritálem manducavérunt,
et omnes eúmdem potum spiritálem bibérunt: (bibébant áutem de spiritáli,
consequénte eos, petra: petra áutem erat Christus): sed non in plúribus
eórum beneplácitum est Deo.
M. - Deo grátias.
Fratelli: Non sapete
che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il
premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è
temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile,
noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza
mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, anzi tratto
duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che
dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato. Non
voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono
tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, tutti furono
battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono
lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale:
bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella
roccia era il Cristo. Ma della maggior parte di loro Dio non si
compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.
M. - Deo grátias.
GRADUALE
Ps.
9, 10-11 et 19-20 - Adiútor in opportunitátibus, in tribulatióne:
sperent in te, qui novérunt te: quóniam non derelínquis quæréntes te,
Dómine. Quóniam non in finem oblívio erit páuperis: patiéntia páuperum
non períbit in ætérnum: exúrge, Dómine, non præváleat homo.
Sal. 9, 10-11 e 19-20 –
Tu
sei l’aiuto opportuno nel tempo della tribolazione: abbiano fiducia in
Te tutti quelli che Ti conoscono, perché non abbandoni quelli che Ti
cercano, o Signore. Poiché non sarà dimenticato per sempre il povero: la
pazienza dei miseri non sarà vana in eterno: lévati, o Signore, non
prevalga l’uomo.
TRÀCTUS
Ps.
129, 1-4 - De profúndis clamávi ad te, Dómine: Dómine, exáudi vocem
meam. Fiant áures tuæ intendéntes in oratiónem servi tui. Si iniquitátes
observáveris, Dómine: Dómine, quis sustinébit? Quia apud te propitiátio
est, et propter legem tuam sustínui te, Dómine.
Sal.
129, 1-4 - Dal profondo ti invoco, o Signore: Signore, esaudisci la mia
voce. Siano intente le tue orecchie alla preghiera del tuo servo. Se
baderai alle iniquità, o Signore: o Signore chi potrà sostenersi? Ma in
Te è clemenza, e per la tua legge ho confidato in Te, o Signore.
EVANGÉLIUM
Sequéntia S.
Evangélii secundum Matthæum, 20, 1-16
In illo témpore: Dixit
Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum hómini
patrifamílias, qui éxiit primo mane condúcere operários in víneam suam.
Conventióne áutem facta cum operáriis ex denário diúrno, misit eos in
víneam suam. Et egréssus circa horam tértiam, vidit álios stantes in
foro otiósos, et dixit illis: Ite et vos in víneam meam, et quod iústum
fúerit, dabo vobis. Illi áutem abiérunt. Íterum áutem éxiit circa sextam
et nonam horam: et fecit simíliter.
Circa undécimam vero éxiit, et invénit álios stantes, et dicit illis:
Quid hic statis tota die otiósi? Dicunt ei: Quia nemo nos condúxit.
Dicit illis: Ite et vos in víneam meam. Cum sero áutem factum esset,
dicit dóminus víneæ procuratóri suo: Voca operários, et redde illis
mercédem, incípiens a novíssimis usque ad primos. Cum veníssent ergo qui
circa undécimam horam vénerant, accepérunt síngulos denários. Veniéntes
áutem et primi, arbitráti sunt quod plus essent acceptúri: accepérunt
áutem et ipsi síngulos denários. Et accipiéntes murmurábant advérsus
patremfamílias, dicéntes: Hi novíssimi una hora fecérunt, et pares illos
nobis fecísti, qui portávimus pondus diéi, et æstus. At ille respóndens
uni eórum, dixit: Amíce, non fácio tibi iniúriam: nonne ex denário
convenísti mecum? Tolle quod tuum est, et vade: volo áutem et huic
novíssimo dare sicut et tibi. Aut non licet mihi, quod volo, fácere? an
óculos tuus nequam est, quia ego bonus sum?
Sic erunt novíssimi
primi, et primi novíssimi. Multi enim sunt vocáti, páuci vero elécti.
M. - Laus tibi Christe.
In quel tempo: "Il
regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per
prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro
per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le
nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e
disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo
darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e
fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne
stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse
loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della
vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga,
incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque
del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i
primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero
un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il
padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai
trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il
caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti
faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il
tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non
posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso
perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi".
M. - Laus tibi Christe.
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