Meditazione di Don Giuseppe Tomaselli su Giuda e i Sacerdoti infedeli...
sabato 30 aprile 2016
« Abbiamo tradito la nostra vocazione! Giuda per trenta denari... noi per un vile piacere! Ah, non fossimo mai nati! »...
Fonte: Istruzione Cattolica...
Meditazione di Don Giuseppe Tomaselli su Giuda e i Sacerdoti infedeli...
Meditazione di Don Giuseppe Tomaselli su Giuda e i Sacerdoti infedeli...
Il Sacerdote puro è la mia consolazione. Il suo cuore è sereno, il suo
apostolato è fecondo; anche se dotato di pochi talenti, mi porta molte
anime; è stimato dai buoni e dai cattivi, poichè la purezza traspare ed
affascina. Chi è privo di questa virtù, ancorchè eccella per alte doti, è
larva di Sacerdote, o meglio, è un cadavere. Chi lo circonda, lo
condanna inesorabilmente. Quest'infelice si pente di essere Ministro di
Dio e il demonio si serve di tale disposizione per spingerlo alla
diserzione. Sorride, pare che goda, ma il verme del rimorso lo rode. Un
Sacerdote che pecchi e non senta più rimorso, sarebbe sull'orlo
dell'inferno. La sua fede è morta; non sente la speranza di rialzarsi;
non è attratto dal mio amore... Oh, non fosse mai nato quest'uomo!...
Dopo la cattura del Getsemani, fui trascinato alla casa di Caifa, dove
fui ricevuto con beffe ed insulti e dove uno dei servi mi diede il primo
schiaffo... Il primo schiaffo... comprendilo bene! Quanto dolore!... In
quel primo schiaffo vidi il primo peccato mortale di tante anime ed in
particolare la prima caduta di certi prediletti... e dopo la prima
colpa... quante altre ancora... e quante anime trascinate con l'esempio
alla stessa sventura!... Antecedentemente alla prima colpa, quel
Consacrato rimane titubante; poi si decide al male e mi dà il primo
schiaffo... Finito il bollore della passione, con il cuore amareggiato,
in preda alla disillusione, l'infelice cerca di distrarsi e riprende le
sue occupazioni. Satana ha vinto; non lascerà più in pace la sua preda,
anzi se ne vorrà servire per guadagnarne altre. E come entrò a poco a
poco nel cuore di Giuda, sino a trascinarlo al tradimento ed alla
disperazione, così tenterà di fare col misero Consacrato. Il nemico sa
suscitare pessimi sentimenti: « Hai peccato!... Che cosa ti è accaduto
di male?... Proprio nulla!... Quel tale che tu temi, sai che è buono e
perdona facilmente!... Godi un po' la vita come gli altri; ne hai il
diritto!... Avrai sempre tempo di pentirtene!... Basta un istante di
pentimento e sarai salvo lo stesso!... »
MALEDETTI TUTI GLI ERETICI...
Falso Vescovo, (in virtù della nullità della nuova ordinazione episcopale conciliare), di Palermo mentre si fa un giro in bici dentro la Cattedrale da lui presieduta illecitamente...
“Preghiera per conservare la vera Fede” scritta da san Pietro
Canisio (1521-1597), olandese della Compagnia di Gesù, apostolo della
Controriforma in Germania, definito “martello degli eretici”,
beatificato da Pio IX nel 1868 e canonizzato da Pio XI nel 1925 che lo
nominò pure Dottore della Chiesa.
Confesso ad alta voce per la mia salvezza tutto quello che i
cattolici hanno sempre a buon diritto creduto nel loro cuore. Ho in
abominio Lutero, detesto Calvino, maledico tutti gli eretici; non voglio
avere nulla in comune con loro, perché non parlano né sentono
rettamente, e non posseggono la sola regola della vera Fede propostaci
dall’unica, santa, cattolica, apostolica e romana Chiesa. Mi unisco
invece nella comunione, abbraccio la fede, seguo la religione e approvo
la dottrina di quelli che ascoltano e seguono Cristo, non soltanto
quando insegna nelle Scritture ma anche quando giudica per bocca dei
Concilii ecumenici e definisce per bocca della Cattedra di Pietro,
testificandola con l’autorità dei Padri. Mi professo inoltre figlio di
quella Chiesa romana che gli empii bestemmiatori disprezzano,
perseguitano e abominano come se fosse anticristiana; non mi allontano
in nessun punto dalla sua autorità, né rifiuto di dare la vita e versare
il sangue in sua difesa, e credo che i meriti di Cristo possano
procurare la mia o l’altrui salvezza solo nell’unità di questa stessa
Chiesa.
Professo con franchezza, con san Girolamo, di essere unito con chi è unito alla Cattedra di Pietro e protesto, con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa quella Chiesa romana che riconosco rispettosamente, con san Cipriano, come radice e madre della Chiesa universale. Mi affido a questa Fede e dottrina che da fanciullo ho imparato, da giovane ho confermato, da adulto ho insegnato e che finora, col mio debole potere, ho difeso. A far questa professione non mi spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità, l’autorità delle Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbo dare ai miei fratelli e infine l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai veri fedeli.
Professo con franchezza, con san Girolamo, di essere unito con chi è unito alla Cattedra di Pietro e protesto, con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa quella Chiesa romana che riconosco rispettosamente, con san Cipriano, come radice e madre della Chiesa universale. Mi affido a questa Fede e dottrina che da fanciullo ho imparato, da giovane ho confermato, da adulto ho insegnato e che finora, col mio debole potere, ho difeso. A far questa professione non mi spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità, l’autorità delle Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbo dare ai miei fratelli e infine l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai veri fedeli.
sabato 23 aprile 2016
DOMINÍCA QUARTA POST PASCHA - Santa Messa "Non Una Cum" gli apostati Vaticanosecondisti...
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Iacóbi Ap., 1, 17-21
Caríssimi: Omne datum óptimum, et omne donum perféctum desúrsum
est, descéndens a Patre lúminum, apud quem non est transmutátio, nec
vicissitúdinis obumbrátio. Voluntárie enim génuit nos verbo veritátis,
ut simus inítium áliquod creatúræ eius. Scitis, fratres mei dilectíssimi.
Sit áutem omnis homo velox ad audiéntum: tardus áutem ad loquéndum, et
tardus ad iram. Ira enim viri iustítiam Dei non operátur. Propter quod
abiiciéntes omnem immundítiam, et abundántiam malítiæ, in mansuetúdine
suscípite ínsitum verbum, quod potest salváre ánimas vestras.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
Ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende
dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di
cambiamento. Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di
verità, perché noi fossimo come una primizia delle sue creature. Lo
sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a
parlare, lento all'ira. Perché l'ira dell'uomo non compie ciò che è
giusto davanti a Dio. Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di
malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e
che può salvare le vostre anime.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
«partecipare alle cose sante finché non sia suscitato un pontefice che ostenti la verità»...
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
«La dottrina sul Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa (cfr.
Col. I, 24), dottrina attinta originariamente al labbro stesso del
Redentore e che pone nella vera luce il gran bene (mai abbastanza
esaltato) della nostra strettissima unione con sì eccelso Capo, è tale
senza dubbio che, per la sua eccellenza e dignità, invita tutti gli
uomini che son mossi dal divino Spirito a studiarla e, illuminandone la
mente, fortemente li spinge a quelle opere salutari che corrispondono ai
suoi precetti. Reputiamo perciò Nostro compito il trattenerCi con voi
su questo argomento, svolgendo e dichiarandone quei punti specialmente
che riguardano la Chiesa militante. Al che Ci muove non solo l’insigne
grandezza di questa dottrina, ma anche lo stato presente dell’umanità…
«Infatti, da una parte perdura il falso razionalismo il quale
ritiene completamente assurdo ciò che trascende le forze dell’ingegno
umano, e gli associa un altro errore affine (il cosiddetto naturalismo
volgare), il quale non vede né vuol riconoscere altro nella Chiesa di
Cristo all’infuori dei vincoli puramente giuridici e sociali; dall’altra
parte si va introducendo un falso misticismo il quale falsifica la
Sacra Scrittura, sforzandosi di rimuovere gli invariabili confini fra le
cose create e il Creatore.
«Intanto questi falsi ritrovati, opposti tra loro, conducono a
questo effetto: alcuni, atterriti da un certo infondato timore,
considerano una così elevata dottrina come cosa pericolosa e perciò
indietreggiano davanti ad essa, come dal pomo del Paradiso, bello sì, ma
proibito. Niente affatto: i misteri rivelati da Dio non possono essere
nocivi agli uomini, ne devono restare infruttuosi come un tesoro
nascosto nel campo; ma sono stati rivelati appunto pur il vantaggio
spirituale di chi piamente li medita. Infatti, come insegna il Concilio
vaticano, “quando la ragione, illuminata dalla fede, indaga con pia e
sobria diligenza, può raggiungere, concedendolo Iddio, sufficiente ed
utilissima intelligenza dei misteri: sia per analogia con ciò che
conosce naturalmente, sia per il nesso dei misteri stessi tra di loro e
con il fine ultimo dell’uomo”; quantunque l’umana ragione, come lo
stesso sacro Sinodo ammonisce, “non si rende mai atta a penetrarli con
la stessa chiarezza di quelle verità che costituiscono il suo naturale
oggetto” (Sessio III, Const. de Fide Catholica, c. 4).
«Avendo pertanto maturamente considerato queste cose al cospetto
di Dio: affinché la bellezza della Chiesa rifulga di nuova gloria,
affinché la conoscenza della singolare e soprannaturale nobiltà dei
fedeli congiunti nel Corpo di Cristo col proprio Capo, si diffonda, e
inoltre affinché sia precluso l’adito ai molteplici errori su questo
argomento, abbiamo creduto Nostro dovere pastorale esporre a tutto il
popolo cristiano, con questa Lettera Enciclica, la dottrina del Corpo
mistico di Cristo e della unione dei fedeli con il divino Redentore
nello stesso Corpo, ricavando al tempo stesso dalla medesima dottrina
alcuni ammaestramenti, per cui una più alta investigazione di questo
mistero produca frutti sempre più abbondanti di perfezione.
«LA CHIESA È IL CORPO MISTICO DI CRISTO
«Considerando l’origine di questa dottrina Ci sovvengono sin
dall’inizio le parole dell’Apostolo: “Dove abbondò il peccato,
sovrabbondo la grazia” (Rom. V, 20). Risulta infatti che il padre di
tutto il genere umano fu costituito da Dio in sì eccelsa condizione da
tramandare ai posteri, insieme con la vita terrena, anche quella superna
della grazia celeste. Sennonché, dopo la misera caduta di Adamo, tutta
la stirpe umana, infetta dalla macchia ereditaria del peccato, perdette
la partecipazione alla natura di Dio (cfr. II Petr. 1, 4), e tutti
diventammo figli dell’ira divina (Eph. II, 5). Ma il misericordiosissimo
Iddio “amò talmente il mondo, da dare il Suo unigenito Figlio” (Jo.
III, 16), e il Verbo dell’eterno Padre con identico divino amore si
assunse dalla progenie di Adamo l’umana natura, innocente però e senza
macchia di colpa, affinché dal nuovo Adamo celeste scorresse la grazia
dello Spirito Santo in tutti i figli del progenitore. I quali, dopo
essere stati privati della figliolanza adottiva di Dio a causa del primo
peccato, diventati per l’incarnazione del Verbo fratelli secondo la
carne del Figlio unigenito di Dio, hanno ricevuto anch’essi il potere di
essere figli di Dio (cfr. Jo. 7, 12). E così Gesù pendente dalla Croce
non solo risarcì la violata giustizia dell’eterno Padre, ma meritò per
noi suoi consanguinei un’ineffabile abbondanza di grazie. Egli avrebbe
potuto elargirla da sé a tutto il genere umano; ma volle farlo per mezzo
di una Chiesa visibile, nella quale gli uomini si riunissero allo scopo
di cooperare tutti con Lui e per mezzo di essa a comunicare
vicendevolmente i divini frutti della Redenzione. Come infatti il Verbo
di Dio, per redimere gli uomini con i suoi dolori e tormenti, volle
servirsi della nostra natura, quasi allo stesso modo, nel decorso dei
secoli, si serve della Sua Chiesa per continuare perennemente l’opera
incominciata (cfr. Conc. Vat., Const. de Eccl., prol.).
domenica 17 aprile 2016
DOMINÍCA TÉRTIA POST PASCHA - Santa Messa "Non Una Cum" gli impostori modernisti vaticanosecondisti...
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Petri Ap., I, 2, 11-19
Caríssimi: Obsecro vos tamquam ádvenas, et peregrínos abstinére
vos a carnálibus desidériis, quæ mílitant advérsus ánimam,
conversatiónem vestram inter gentes habéntes bonam: ut in eo, quod
detréctant de vobis tamquam de malefactóribus, ex bonis opéribus vos
considerántes, gloríficent Deum in die visitatiónis. Subiécti ígitur
estóte omni humánæ creatúræ propter Deum: sive regi, quasi præcellénti:
sive dúcibus, tamquam ab eo missis ad vindíctam malefactórum, láudem
vero bonórum: quia sic est volúntas Dei, ut benefaciéntes obmutéscere
faciátis imprudéntium hóminum ignorántiam: quasi líberi, et non quasi
velámen habéntes malítiæ libertátem, sed sicut servi Dei. Omnes honoráte:
fraternitátem dilígite: Deum timéte: regem honorificáte. Servi, súbditi
estóte in omni timóre dóminis, non tantum bonis, et modéstis, sed etiam
dyscolis. Hæc est enim grátia: in Christo Iesu Dómino nostro.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai
desideri della carne che fanno guerra all'anima. La vostra condotta tra
i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come
malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio
nel giorno del giudizio. State sottomessi ad ogni istituzione umana per
amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come ai
suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni. Perché questa
è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca
all'ignoranza degli stolti. Comportatevi come uomini liberi, non
servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come
servitori di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio,
onorate il re. Domestici, state soggetti con profondo rispetto ai vostri
padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli difficili. È
una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo
ingiustamente.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
sabato 16 aprile 2016
San Paolo diceva: Dio vuole la vostra santificazione; che vi asteniate da atti impuri; che ciascuno di voi sappia mantenere il proprio vaso carnale in santità e dignità, non già nella irrequietezza del desiderio, come i pagani che ignorano Dio (I Tess. IV, 5).
Fonte: Progetto Barruel...
Da: Catechismo ad uso dei Parroci pubblicato da S. Pio V Pont. Mass. per Decreto del Concilio di Trento, nuova traduzione a cura di Mons. Enrico Benedetti, Roma 1918 pag. 497-511 e 599-611
PARTE TERZA
I PRECETTI DEL DECALOGO
Importanza del Decalogo. Cat. 161.
298. Sant'Agostino esalta apertamente il
Decalogo come sintesi e riassunto di tutte le leggi: Molte
cose aveva detto il Signore, e pure due sole tavole di pietra sono
date a Mosè, dette tavole della testimonianza futura nell'arca;
perchè tutto il resto
che il Signore aveva comandato si intende compreso nei dieci
comandamenti incisi nelle due tavole. Come del resto i medesimi
dieci comandamenti dipendono a loro volta dai due dell'amore di
Dio e del prossimo, in cui sta in sintesi tutta la Legge e tutto
l'insegnamento dei Profeti. [S. August., Questionum in Heptateuchum
libri septem, liber II, Quaestiones in Exodum. N.d.R.]
Essendo qui il nocciolo di
tutta la Legge, occorre che i Pastori attendano giorno e notte ad
enuclearlo, non soltanto per uniformarvi la propria vita, bensì
anche per istruire nella disciplina del Signore il gregge loro
affidato. È detto: Le labbra sacerdotali custodiranno la
scienza, e dalla loro parola attingeranno la legge, poichè il
sacerdote e l'angelo degli eserciti del Signore (Mal. II, 7).
Sentenza cotesta che si applica in modo particolare ai Pastori della
nuova Alleanza che, più vicini a Dio, debbono ascendere di
splendore in splendore, in virtù dello spirito del Signore (II
Cor. III, 17). Avendoli
Gesù Cristo insigniti del nome di luminari (Matt. V, 14),
è loro stretto compito fornir luce a coloro che giacciono nelle
tenebre, costituirsi istruttori degli ignoranti, educatori dei
fanciulli (Rom. II, 19),
di più essi che sono spirituali dovranno soccorrere chi sia
irretito nel delitto (Gal.
VI, 1). Inoltre essi sono giudici nelle confessioni ed emanano
sentenze secondo la qualità e la gravita dei peccati. Onde se
non vogliono essere imputati di incapacità, se non vogliono
frodare gli altri, debbono essere vigilantissimi nell'adempimento di
simile compito e sperimentati nella interpretazione dei divini
precetti, in base ai quali debbono giudicare ogni azione ed ogni
omissione. Secondo l'ammonimento dell'Apostolo, impartiscano la sana
dottrina (II Tim. IV, 3),
immune cioè da ogni errore e curino le malattie dell'anima, i
peccati, sicchè il loro popolo appaia caro a Dio, praticante le
opere buone (Tit. II, 14).
Esposizione del Decalogo. Cat. 162-167.
299. In simili esposizioni il Pastore proponga a sè e agli altri
argomenti capaci di indurre alla obbedienza alla Legge.
Ora, tra le ragioni che possono istigare gli spiriti degli uomini al
rispetto dei precetti della Legge, quella che riveste maggiore forza
è questa: Dio ne è l'autore. Sebbene si dica consegnata
dagli angeli (Gal. III, 19),
nessuno può revocare in dubbio il fatto che Dio stesso ne è
l'autore. Ne danno ampio affidamento non solamente le parole dello
stesso Legislatore che commenteremo fra poco, ma passi quasi
innumerevoli delle Scritture, che agevolmente soccorreranno ai
Pastori. Del resto chi non sente una legge divina inserita nel proprio
cuore, in virtù della quale sa distinguere il bene dal male,
l'onesto dal turpe, il giusto dall'ingiusto? E perchè la forza
regolatrice di questa legge naturale non e diversa affatto da quella
scritta, chi mai oserà negare che come Dio è l'Autore della
legge naturale non lo sia anche della Legge scritta? Ora deve
insegnarsi che consegnando la Legge a Mosè, Dio non conferì
una luce nuova, bensì rinnovo il fulgore di una luce che i
costumi perversi e una diuturna negligenza avevano miseramente
oscurato. Non creda anzi il popolo che egli sia esonerato dal vincolo
di queste leggi, perchè fu derogato già alla Legge di
Mosè. È certissimo
infatti che dobbiamo obbedire a questi comandamenti non perchè
sono stati imposti per mezzo di Mosè, ma perchè scolpiti
nell'anima di ciascuno, e da nostro Signore spiegati e ratificati.
Ad ogni modo gioverà moltissimo e rivestirà una singolare
virtù dimostrativa la considerazione che Dio, sulla sapienza e
giustizia del quale non è lecito sollevare dubbi e alla cui
infinita e vigorosa potenza non possiamo sottrarci, emanò la
Legge. Perciò comandando per mezzo dei profeti di rispettare la
legge, Dio dichiarava apertamente chi era, e nell'esordio stesso del
Decalogo leggiamo: Io sono il Signore Iddio tuo (Esod.
XX, 2). Altrove: Se io sono il Signore, dove è il timore dovuto a
me? (Mal. I, 6). Cotesto pensiero non solamente stimolerà le
anime fedeli al rispetto dei precetti divini, ma anche ad azioni di
grazie, per avere Iddio spiegata la sua volontà, via alla nostra
salvezza. Ripetute volte la sacra Scrittura esaltando questo
straordinario beneficio, ammonisce il popolo di riconoscere la propria
dignità e la benevolenza del Signore. Nel Deuteronomio
è scritto: Qui la vostra saggezza e la vostra prudenza
di fronte ai popoli, che udendo il mondo questi comandamenti, esclami:
Ecco un popolo saggio e prudente, ecco una grande razza (Deut. IV, 6). E nei Salmi: Non si portò così con ogni popolo e non rivelò i suoi voleri a tutti (Salm. CXLVII, 10).
Ecco un popolo saggio e prudente, ecco una grande razza (Deut. IV, 6). E nei Salmi: Non si portò così con ogni popolo e non rivelò i suoi voleri a tutti (Salm. CXLVII, 10).
"Rimanere sotto la guida di Antipapa Francesco significa aderire ad una setta acattolica, la contro Chiesa Cattolica del Vaticano II"...
Fonte: Vaticano Cattolico...
Antipapa Francesco conferma la sua sediziosa eresia sul divorzio e sul "nuovo" sposalizio su Twitter
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Come conosciuto da molte persone, la cosiddetta esortazione Apostolica di Antipapa Francesco, Amoris laetitia,
La letizia dell'amore, insegna ufficialmente che le persone viventi in
adulterio ed in pretesi secondi sposalizi, invalidi, possono trovarsi
nello stato di grazia, potendo possibilmente ricevere l'apparente Santa
Comunione. Ciò significa che sotto la guida di Antipapa Francesco la
setta del Vaticano II, oltreché la docenza Ecclesiastica per la quale
coloro viventi in adulterio od in pretesi secondi sposalizi non possono
ricevere la Santa Comunione, nega il dogma Cattolico
dell'indissolubilità del Santo Matrimonio ufficialmente e pubblicamente.
Si voglia tenere a mente che Amoris laetitia, documento nel
quale la sediziosa docenza è presente, delinea l'ufficiale insegnamento
di Antipapa Francesco all'intera chiesa del Vaticano II. Esso è
indirizzato a tutti i "vescovi, sacerdoti, diaconi, uomini consacrati,
connubi e fedeli laici." Ovviamente, ciò demarca un'eresia maggiore,
costituente dell'ulteriore prova infallibile per cui Giorgio Bergoglio è
un eretico pubblico ed un Antipapa. La sua setta non è ovviamente la
Chiesa Cattolica, essa è piuttosto nulla più che una setta acattolica
permettente il divorzio ed il preteso nuovo sposalizio. Tale sviluppo
caratterizza invero un'altra struggente discolpa a favore dei
veri Cattolici, aventi sottolineato la realtà per la quale i pretendenti
al Papato post-Vaticano II non sono stati e non sono dei veri Papi.
Esso rappresenta un'altra umiliante sconfitta a carico dei falsi
tradizionalisti e dei difensori della contro Chiesa Cattolica, come la
FSSPX, ad esempio. I fatti e la realtà hanno ancora una volta dimostrato
come essi e la loro falsa posizione si trovino totalmente in errore.
lunedì 11 aprile 2016
DOMINÍCA SECUNDA POST PASCHA - Santa Messa "Non Una Cum" l'apostata Bergoglione...
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EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Petri Ap., I, 2, 21-25
Caríssimi: Christus passus est pro nobis, vobis relínquens
exémplum, ut sequámini vestígia eius. Qui peccatum non fecit, nec
invéntus est dolus in ore eius: qui cum maledicerétur, non
maledicébat: cum paterétur, non comminabátur, tradébat autem
iudicánti se iniúste: qui peccata nostra ipse pértulit in córpore
suo super lignum: ut peccátis mórtui, iustítiæ vivámus: cuius livóre
sanáti estis. Erátis enim sicut oves errántes, sed convérsi estis
nunc ad pastórem et epíscopum animárum vestrárum.
M. - Deo grátias
M. - Deo grátias
Fratelli a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì
per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli
non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca,
oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava
vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con
giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della
croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la
giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti
come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle
vostre anime.
M. - Deo grátias.
M. - Deo grátias.
ALLELÚIA
Allelúia, allelúia.
Luc.
24, 35 - Cognovérunt discípuli Dóminum Iesum in fractióne panis.
Allelúia. Io. 10, 14 - Ego sum pastor bonus: et cognósco oves
meas, e t cognóscunt me meæ.
Allelúia.
Allelúia, allelúia.
Luca
24, 35 - I discepoli riconobbero il Signore Gesù alla frazione del
pane. Allelúia. Giovanni 10, 14 - Io sono il buon Pastore e conosco
le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Allelúia.
EVANGÉLIUM
Sequéntia S. Evangélii secundum Ioánnem, 10, 11-16
sabato 9 aprile 2016
VERI SACRAMENTI AMMINISTRATI DA UN VERO VESCOVO CATTOLICO (MONSIGNOR MARK PIVARUNAS)...
Catechismo di San Pio X con Monsignor Mark Pivarunas...
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Santa Messa "Non Una Cum" dove sono state amministrate le Sante Cresime...
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Fra tali decreti, il più controverso durante il Concilio, e il più distruttivo della Fede Cattolica dopo il Concilio, fu il decreto “Dignitatis Humanae” sulla Libertà Religiosa, promulgato da Paolo VI il 7 dicembre 1965. La ragione per la quale questo decreto fu il più controverso e il più distruttivo è che esso insegna esplicitamente dottrine già condannate in precedenza dai Papi del passato. E questo era così lampante che molti Padri Conciliari conservatori si opposero ad esso fino alla fine; mentre anche i cardinali liberali, vescovi e teologi che promossero gli insegnamenti di “Dignitatis Humanae” dovettero confessare la loro incapacità di conciliare questo decreto con le passate condanne dei Papi. Esaminiamo gli errori dottrinali di questo decreto sulla Libertà Religiosa per vedere cosa causò tutta questa controversia durante il Concilio Vaticano II. Al contorno della questione, consideriamo anzitutto gli importanti principi implicati in questa materia. Il primo principio da considerare è il termine “diritto”. Il diritto è definito come il potere morale residente in una persona – un potere che tutti gli altri sono tenuti a rispettare – di fare, possedere, o richiedere qualcosa. Il diritto si fonda sulla legge, poichè l’esistenza di un diritto in una persona implica un obbligo in tutti gli altri di non impedire o violare quel diritto. Orbene, è solo la legge che può imporre un tale obbligo – sia che sia la legge naturale (nella natura, data da Dio); o la legge positiva [espressa dagli uomini], entrambi le quali si fondano (come ogni vera legge) ultimamente sulla Eterna Legge di Dio. Quindi, la base ultima del diritto è l’Eterna Legge di Dio. C’è molta gente oggi che fa clamore per i suoi “diritti”. Alcuni pretendono di avere il “diritto” di uccidere un bambino non ancor nato nel seno materno; alcuni il “diritto” di vendere pornografia; altri il “diritto” di vendere e promuovere l’uso di contraccettivi; altri ancora il “diritto” di suicidarsi assistiti da un medico. In questo senso, questi cosiddetti “diritti” non sono affatto dei veri diritti. Essi sono contro le leggi di Dio: “Non ammazzare; Non commettere adulterio.” L’uomo può avere la libera volontà di commettere peccato ma non ha il diritto – il potere morale di farlo. Questa è la ragione primaria per la quale la società si trova al presente in un tale triste stato. Questa è la ragione per cui l’immoralità è così rampante e la “fibra morale” della società così lacerata. L’uomo si è allontanato dalle leggi di Dio e segue ciecamente le sue brame e passioni. (da una Lettera Pastorale del 2 febbraio 1995)
Ma
la devastazione spirituale del Vaticano II e della Chiesa Conciliare
non finisce qui. Come applicazione pratica e culmine attuale del suo
indifferentismo religioso e falso ecumenismo, la Chiesa Conciliare ha
ripetutamente organizzato assemblee interreligiose nelle quali le varie
religioni del mondo vengono incoraggiate a pregare i loro falsi dei per
la pace del mondo. Il più infame e blasfemo di questi raduni
interreligiosi fu tenuto nel 1986 nelle chiese un tempo cattoliche di
Assisi.
Ancora
una volta in contrasto, S. Patrizio avrebbe forse invitato i preti
druidi nelle chiese cattoliche d’Irlanda, e in uno spirito di falso
ecumenismo, li avrebbe incoraggiati a praticarvi il loro falso culto?
Certamente no! S. Patrizio era fermamente radicato nella vera fede e nel
credere al Primo Comandamento di Dio — “Io sono il Signore, Dio tuo; tu
non avrai altri dei davanti a Me.”
Il
frutto del falso ecumenismo non è altro che l’indifferentismo
religioso: l’erronea credenza che tutte le religioni siano più o meno
buone ed apprezzabili. Ciò costituisce una negazione del fatto che non
c’è altro che una sola vera religione rivelata da Dio.
sabato 2 aprile 2016
"Le intenzione di Roncalli e Montini – che sono quelle della presente «chiesa conciliare» – derivano da dottrine ereticali precedenti alla loro «elevazione», per cui s’inquadrano nella sentenza della Bolla «Cum ex» di Papa Paolo IV, che rende nulle le loro elezioni, pur se avessero avuto il voto unanime dei cardinali"...
FATIMA E L’ORA DEL COLPO ALL’ANIMA DELL’EUROPA CRISTIANA
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
La Chiesa, come società perfetta istituita da Nostro Signore per la
salvezza, è invitta perché vive della fede nella Verità ovvero in Gesù
Cristo, Suo Capo.
La Cristianità, invece, dipende dalla salute della Chiesa Militante e
può soffrire pesanti sconfitte, fino a sembrare liquidata, come succede
nei nostri tempi.
È quanto rivela simbolicamente il Segreto di Fatima, più chiaro nel 1960.
Il cattolico sa che la Chiesa e il Papa hanno tantissimi nemici, ma
che il potere dato a questo capo, per rappresentare il Signore vincitore
del mondo, è senza limite; è l’anima che reggerà sempre le civiltà.
Quindi, la soppressione o sospensione di tale potere è la causa
perché la Cristianità è per ora senz’anima; liquidata. Eppure, alla
fine, la Chiesa invitta, retta nella Fede, la riporterà in vita e in
gloria, poiché riavrà questo Papa che accoglierà la Profezia; sono
termini chiari del Messaggio di Fatima.
Il famigerato Vaticano 2 é il processo subdolamente legato a un nuovo
ordine mondiale, che provare a identificare agli occhi del mondo la
Chiesa Cattolica con la sua nuova entità «conciliare». Un processo di
omologazione ecumenista che procede alla pari di quello della
globalizzazione mondialista.
Più passano gli anni, però, e più cresce il sospetto e la resistenza a
tale «chiesa pentita», che è un’altra. Infatti, essa stessa si dissocia
del concetto che possa rappresentarsi, come la Cattolica, quale
depositaria della Verità unica, di Dio stesso per gli uomini. Tale
entità conciliare, al contrario, diffonde la credenza che la Chiesa non
abbia da spartire col governo dell’umanità se non quello stabilito da
enti sopranazionali quale l’ONU. Ecco che una parola sui grandi problemi
del mondo e perfino sui vari massacri di cristiani, spetta a tutti gli
enti civili e religiosi, tra cui la chiesa conciliare; una tra tante
altre!
Il compimento attuale di tale processo compiacente d’apostasia di
massa implica un lungo corso di decadenza clericale. Riassumiamo allora i
principali eventi storici della Chiesa e della Cristianità negli ultimi
cent’anni per arrivare al presente. Andiamo dalla Iª Grande Guerra
all’apparizione di Fatima; poi dalla rivoluzione russa alla 2ª Grande
Guerra mondiale. Seguì la guerra fredda della modernità americanista di
mezza Europa contro la sovietizzazione operata dalla Russia, per
spargere i suoi errori contro la Chiesa di Cristo nel mondo.
Questi erano quelli errori filosofici covati nella stessa Europa e
condannati dalla Chiesa. Accolti dalla rivoluzione modernista del
Vaticano 2, «tolsero di mezzo» le difese della Chiesa a queste colluvie
d’errori, aprendo a ogni libertà di culto ed eresie. Con la vera Chiesa
indifesa, perché disarmata dal suo interno, il Cristianesimo divenne
sempre più chiaramente la fede più perseguitata del mondo. Domanda: È
tanto difficile localizzare storicamente l’evento scatenante di tale
processo di disarmo cattolico?
Quando, finalmente nel 2000 è pubblicata la visione del ‘Terzo
Segreto» di Fatima che figura la liquidazione» del Papato, questo crollo
viene alla luce in termini biblici: il vero ostacolo all’avanzata
anticristiana è stato “tolto di mezzo”; evento “più chiaro nel 1960”!
Infatti, il potere delle chiavi era allora in mano a chi aprì alla
rivoluzione modernista, ai sovietici, agli ebrei, ai massoni, levando le
difese della Chiesa a tali d’errori; disarmando la Chiesa dal suo
interno.
Per il cattolico, le intime ragioni di questo deleterio corso
discendente della Chiesa di Dio è riferibile al Mistero che coinvolge
tutta la Storia. Come è già nell’Antico Testamento: si tratta della
conseguenza di un adulterio generale del Popolo della Fede, che invoca
castighi, il primo dei quali è il silenzioso abbandono di Dio. Ciò
richiede un contrito esame di coscienza sugli eventi che hanno
determinato il presente, tenendo conto che l’aiuto divino è sempre stato
alla portata della santa Chiesa per difendere la Fede.
Non si può negare, seguendo il breve riassunto degli eventi di questi
ultimi cento anni, che essi iniziano e si compiono alla luce di quanto
era nella Profezia di Fatima. Quindi, il corso degli eventi era previsto
e annunciato nel messaggio di luce della Madre di Dio a Fatima, che
oltre a essere portatore di avvisi lo era pure di aiuti. Ecco il ricordo
del «Mistero cristiano» dell’intervento divino in terra, ripetuto in
un’ora buia per l’umanità. Eppure, è stato offuscato dall’opposto
«mistero d’iniquità», con l’aggravante d’essere oscuramento perpetrato
allo stesso interno della stessa Sede romana.
Ecco descritto cosa rappresentò nel Mistero Cristiano la rottura
degli anni 1958-1960. Molto si è scritto su questa rottura dottrinale e
liturgica, meno sulle trame per soffocare l’avviso profetico per i
nostri tempi e neutralizzarne l’aiuto, con le inevitabile cadute in
tutti i piani, religiosi, morali e fisici. Rivediamole allora.
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