E adesso dove andiamo?
Se, come sembra essere il caso, i colloqui dottrinali di quest'ultimo anno e mezzo fra Roma e la FSSPX non hanno convinto né Roma a convertirsi né la Fraternità a tradire, ecco che sorge la domanda: verso dove andiamo adesso? Sicuramente la crisi del Vaticano II ha dimostrato se non altro la necessità per i cattolici di riflettere un po' su una domanda del genere, non limitandosi semplicemente a seguire ciecamente i loro capi - non è forse vero, infatti, che milioni di cattolici continuano ad essere condotti morbidamente all'apostasia?
È per questo che un francese battagliero pone ai vescovi della Fraternità una triplice domanda, certo abbastanza seria da meritare una risposta (le sue domande sono qui abbreviate e adattate): -
Secondo Lei, il recente annuncio di Assisi III, in solenne commemorazione dell'incontro ecumenico fra le diverse religioni voluto da Giovanni Paolo II ad Assisi 25 anni fa, aggiunge qualcosa di nuovo a quanto già sappiamo del percorso ecumenico seguito da Benedetto XVI?
Risposta: È una prova in più che la direzione della Chiesa a Roma è intenta a perseverare lungo il percorso disastroso del riconoscimento cattolico ufficiale di ogni sorta di falsa religione. L'Arcivescovo Lefebvre una volta ha detto: “Non credo che possiamo dire che Roma non abbia perso la fede”.
Secondo Lei, questo annuncio conforta o smentisce l'opportunità dei colloqui dottrinali in corso fra Roma e la FSSPX?
Risposta: Esso prova sicuramente l'opportunità che essi si concludano. Mentre si sono svolti hanno prodotto dei vantaggi collaterali, bene elencati dal Vescovo de Galarreta (vedi CE 156 del 10 luglio 2010). Tuttavia, il solo fatto che si siano svolti ha anche prodotto lo svantaggio di suscitare tra le anime sia delle false speranze sia delle vere paure per una pseudo riconciliazione tra posizioni dottrinali che in realtà sono assolutamente inconciliabili. L'annuncio di Assisi III ha contribuito a porre fine a tali speranze e paure, almeno per il momento - si badi, i sognatori si aggrappano sempre ai loro sogni!
Come Assisi I fu un importante incentivo che indusse l'Arcivescovo Lefebvre a consacrare quattro vescovi nel 1988, l'annuncio di Assisi III dovrebbe incoraggiare la FSSPX a consacrare altri vescovi?
Risposta: il Superiore Generale della FSSPX ha risposto a questa domanda due mesi fa in America. Egli ha detto che se si ripetessero le circostanze che nel 1988 spinsero l'Arcivescovo alla consacrazione, vi sarebbero altri vescovi. La domanda allora diventa: le circostanze di Assisi III ricalcano quelle di Assisi I? Si può solo rispondere che le opinioni sono diverse. Molti cattolici seri pensano che le circostanze siano peggiorate, ma questa non è necessariamente l'opinione di Mons. Fellay, che come Superiore Generale è responsabile di una decisione così importante per la FSSPX.
Torniamo allora alla domanda iniziale: dove va adesso la FSSPX?
La risposta è chiara. Deve continuare lungo il percorso tracciato dal suo Fondatore, cioè ferma resistenza nei confronti degli apostati (quanto meno oggettivi) di Roma, facendo conoscere il più ampiamente possibile la diagnosi dell'Arcivescovo sui problemi altrimenti insolubili della Chiesa e del mondo.
La soluzione consiste semplicemente nel mantenere la vita cattolica in conformità con la dottrina cattolica preconciliare e con la morale di sempre, a maggior gloria di Dio e per la salvezza di quante più anime è possibile.
Kyrie eleison
Londra, Inghilterra
bella intervista la pubblico nel mio blog http://militante-cattolico.blogspot.com/
RispondiEliminami aiutate a farlo crescere?graaazie