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lunedì 11 aprile 2011

San Pio V e la condanna dell’omosessualità come esecrabile vizio...

Il Catechismo di S. Pio X inserisce la pratica omosessuale tra i peccati più gravi, secondo solo all’omicidio volontario. La pedofilia, che secondo recenti statistiche fornite da studiosi di differente formazione riguardano per circa l’1% dell’ambiente clericale, è altrettanto esecrabile. Ricordiamo le parole di Gesù nel Vangelo, che mette ben in guardia coloro che si macchiano di simili delitti: “Chi farà qualcosa al più piccolo tra voi, credete, è come l’avesse fatto a Me!”. (n.d.r.).

di don Marcello Stanzione
Riguardo all’omosessualità  oltre alla condanna dei Padri e dei Dottori della Chiesa, si aggiunse, fin dai primi secoli, quella, costante, di tutti i concili, dei Papi e del Diritto Canonico. Fin dal 305, il Concilio di Elvira in Spagna dispose, al canone 71, che agli “stupratori di ragazzi” venisse negata la santa comunione anche se in punto di morte (cfr. Canones Aspostolorum et Conciliorum, pars altera, p. 11). Le pene canoniche di penitenza vennero poi stabilite nel 314 dal Concilio di Ancyra, al canone 16. Il XVI Concilio di Toledo, tenutosi nel 693, al canone 3 condannò la pratica omosessuale come un vero e proprio crimine punibile con sanzioni giuridiche: il reo se chierico, veniva ridotto allo stato laicale e condannato all’esilio perpetuo, mentre se laico, veniva scomunicato e, dopo aver subito la pena delle verghe, veniva anch’esso esiliato (Conciliorum, oecumenicorum collectio, vol. XII, col. 71). Successivamente nel Concilio di Neplusa, tenutosi in Terrasanta nel 1120, vennero stabilita minuziose pene per i colpevoli di crimini contro natura, dalle più miti fino al rogo per i recidivi (cfr. Conciliorum oecumenicorum collectio, vol. XII, col. 264). Più autorevole ancora fu il pronunciamento del Concilio Ecumenico Lateranense III, tenutosi nel 1179, il quale, al canone 11, stabilì che: “chiunque venga sorpreso a commettere quel peccato che è contro natura e a causa del quale “la collera di Dio piombò sui figli della disobbedienza (Ef. 5,6), se è chierico, venga decaduto dal suo stato e venga rinchiuso in un monastero a far penitenza; se è laico, venga scomunicato e rigorosamente tenuto lontano dalla comunità dei fedeli”. (Conciliorum oecumenicorum collectio, vol. XXII, coll. 224 ss.). Se lo spirito dell’Umanesimo e del Rinascimento aveva risuscitato le pratiche omosessuali, la riforma della Chiesa promossa dal Papato nel secolo XVI (più nota come Controriforma cattolica) provocò una tale riscossa delle virtù di fede e di purezza da risanare quasi dovunque gli ambienti, sia ecclesiastici che laici, che ne erano stati pervasi. Fra gli interventi del Magistero ecclesiastico al riguardo, il più solenne è quello di san Pio V . Antonio Michele Ghislieri  nato a Bosco Marengo , Alessandria,nel 1504 e morto da papa a Roma con il nome di Pio V nel 1572, entrato nell’Ordine domenicano, fu consacrato sacerdote nel 1528; insegnò teologia a Genova e a Pavia e fu inquisitore per la Lombardia prima, e poi (1551) commissario generale dell’Inquisizione romana. Paolo IV nel 1556 lo elesse vescovo di Sutri e Nepi, e lo innalzò alla porpora cardinalizia nel 1557; l’anno dopo fu nominato “grande inquisitore”. Con il suo predecessore P IV  ebbe relazioni e fu mandato vescovo a Mondovì (1560), di dove si allontanò per dissensi con Emanuele Filiberto (1562). Alla morte di P. IV fu eletto inaspettatamente papa, con l’appoggio di S. Carlo Borromeo. Pontefice, mantenne l’austerità del religioso rigido verso se stesso e usò con gli altri la stessa severità. Appena entrato nel palazzo vaticano, ridusse la sua corte, nominò una commissione di cardinali (Borromeo, Savelli, Alciari e Sirleto) per vigilare sulla cultura e i costumi del clero secolare di Roma, inviò visitatori apostolici  nelle varie diocesi, liberò gli uffici amministrativi di tutto il ,personale inutile, intervenne personalmente alle sessioni del tribunale dell’Inquisizione. Tutto teso all’attuazione dei decreti tridentini, P. V combatté la simonia, richiese sicure prove di pietà, zelo e moralità per chi dovesse venir eletto vescovo o cardinale, richiamò all’obbligo di residenza (rispettivamente nella propria diocesi  o parroccia) vescovi e parroci. Inoltre bandì il nepotismo: solo per l’esistenza dei cardinali, che credevano opportuno un nipote nel Collegio dei principi della chiesa, come mediatore tra il papa e i poteri politici, si indusse a dare la porpora al nipote Michele Bonelli limitandogli le mansioni, e imponendogli un tono di vita modestissimo. Emanò ordinanze severissime per migliorare la  moralità  del popolo, impose un limite al lusso e alle spese che si facevano  in occasione di feste: in questo quadro di riforme limitò severamente le ottave (cioè quei periodi festivi di 8 giorni che seguono le ricorrenze liturgiche maggiori). In attuazione dell’incipiente riforma di tutta la vita religiosa nel 1556 fu pubblicato il Catechismus ad parochs, compilato sotto la direzione del cardinale Carlo Borromeo e redatto in latino da Aldo Manuzio; nel 1568 usciva il nuovo Missale Romanum; venne riorganizzato il tribunale dell’Inquisizione e fu intrapresa una vera campagna contro l’eresia (Pietro Carnesecchi, già protonotario apostolico, e Aonio Paleario vennero giustiziati); fu creata la Congregazione dell’Indice (1571); furono fondati seminari e nuovi Ordini religiosi, mentre fu soppresso l’Ordine degli umiliati, che avversava le riforme del cardinale Borromeo in Lombardia. Nel 1570 venne scomunicata la regina Elisabetta d’Inghilterra, nel tentativo di elevare al trono inglese la cattolica Maria Stuart; fu inviato in Germania Gian Francesco Commendone a tutelare e dirige i cattolici perché l’imperatore Massimiliano II pareva debole di fronte ai protestanti. Intransigente nei confronti del protestantesimo, P. V mandò milizie proprie a combattere gli ugonotti in Francia ove favorì la fazione dei Guisa; fu sostenitore del duca d’Alba e non osteggiò i suoi massacri perpetuati a danno delle popolazioni dei Paesi Bassi. Fu severo con gli ebrei, permettendo loro di stare solamente nella città di Roma e in apposito quartiere con particolari leggi, escluso ogni altro luogo dello Stato pontificio. Aperse strade, costruì acquedotti; migliorò le fortezze di difesa e aumentò, con una cauta amministrazione, l’erario. Nei rapporti internazionali P. V seguì un programma di rigorosa difesa dei diritti  giurisdizionali della chiesa. Inoltre s’era proposto di costituire una nuova lega di principi cristiani contro i turchi, per stornare la loro minaccia contro il mondo cristiano, tanto più dopo la presa di Famagosta e l’eroica morte del suo difensore il veneziano Marc’Antonio Bragadin (1571). Filippo II, Venezia, la Toscana, l’Ordine di Malta e alcuni principi italiani, dopo aver vinto parecchie diffidenze, aderirono alla lega, che il 7-x-1571 riportava la grande vittoria navale di Lepanto, per la quale i turchi vennero esclusi per sempre dal Mediterraneo occidentale. Il papa non cessò di occuparsi per trovare alleati contro i turchi, ma poco dopo moriva. Nel 1672 Clemente X lo beatificò e nel 1712 fu canonizzato da Clemente XI. San Pio V, il grande Papa domenicano,  in due Costituzioni condannò solennemente e proibì severamente il peccato contro natura ovvero l’omosessualità. “Avendo noi rivolto il nostro animo a rimuovere tutto quanto può offendere in qualche modo la divina maestà, abbiamo stabilito di punire innanzitutto e senza indugi quelle cose che, sia con l’autorità delle Sacre Scritture che con gravissimi esempi, risultano essere spiacenti a Dio più di ogni altro e che lo spingono all’ira: ossia la trascuratezza del culto divino, la rovinosa simonia, il crimine della bestemmia e l’esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre, fame e pestilenze. (…) Sappiamo i magistrati che, se anche dopo questa nostra Costituzione saranno negligenti nel punire questi delitti, ne saranno colpevoli al cospetto del giudizio divino, e incorreranno anche nella nostra indignazione. (…) SE qualcuno compirà quel nefando crimine contro natura, per colpa del quale l’ira divina piombò su figli dell’iniquità, verrà consegnato per punizione al braccio secolare, e se chierico, verrà sottoposto ad analoga pena dopo essere stato privato di ogni grado”. (San Pio V, Costituzione Cum primun, del 1° aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286). E ancora: “Quell’orrendo crimine, per colpa del quale le città corrotte e oscene (di Sodoma e Gomorra, ) vennero bruciate dalla divina condanna, marchia di acerbissimo dolore e scuote fortemente il nostro animo, spingendoci a reprimere tale crimine col massimo zelo possibile. A buon diritto, V, 31) Affinché il contagio di un così grave flagello un progredisca con maggior auda il Concilio Lateranense V (1512-1517) stabilisce che qualunque membro del clero, che sia stato sorpreso in quel vizio contro natura per via del quale l’ira divina cadde sui figli dell’empietà venga allontanato dall’ordine clericale, oppure venga costretto a far penitenza in un monastero (c. 4, Xcia approfittandosi di quell’impunità che è il massimo incitamento al peccato e, per castigare più severamente i chierici colpevoli di questo nefasto crimine che non sono atterriti dalla  morte dell’anima, abbiamo deciso che vengano atterriti dall’autorità secolare, vindice della legge civile. Pertanto, volendo proseguire con maggior vigore quanto abbiamo decretato fin dal principio del Nostro Pontificato (Costituzione Cum primum, cit.) stabiliamo che qualunque sacerdote o membro del clero sia secolare che regolare, di qualunque grado e dignità, che pratichi un così orribile crimine, in forza della presente legge venga privato di ogni privilegio clericale, di ogni incarico, dignità e beneficio ecclesiastico, e poi, una volta degradato dal Giudice ecclesiastico, venga subito  consegnato all’autorità secolare, affinché lo destini a quel supplizio, previsto dalla legge come opportuna punizione, che colpisce i laici scivolati in questo abisso”. (San Pio V, Costituzione Horrendum illud scelus, del 30 agosto 1568, in Bullarium Romanum, t. IV, c. III, p. 33).

14 commenti:

  1. Non confondete l'omosessualità con la pedofilia, sono due cose ben distinte: anche perchè se un uomo adulto (clericale o laico) molestasse una bambina andrebbe quindi bene?

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  2. E' chiaro che l'espressione "stupratori di ragazzi" sottintenda anche le ragazze...c'era bisogno di specificarlo?...
    Nessuno confonde nulla, né oggigiorno né in passato, benché giustamente la Chiesa parli di entrambi i peccati come di aberrazioni di gravissimo livello.

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  3. Mah .. io so che omosessuali si nasce e che non è una malattia .. come la mettiamo?
    Marco (Roma)

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  4. l'omosessualita' è un malattia spirituale, non è certo contenuta nella nascita, Dio creò l'ouomo maschio e femmina non ci stà confusione di sorta, chi vuole dire il contrario dice una enorme falsita'....

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  5. Vorrei dirti, Marco,
    che ciò che tu pensi di sapere non è altro che la fumosa informazione che la mentalità dominante, la quale ha rigettato Dio dalla propria vita, ha diffuso affinché tutti credano questa come una tesi scientifica di indiscutibile valore. Dove sono le dimostrazioni scientifiche che un omosessuale sia psichicamente "sano" e che i suoi comportamenti di difformità evidente tra la sua psiche e la sua struttura sessuale fisica, siano "equilibrati".
    Ma è stato fatto passare questo principio di "sanità psichica" dell'omosessualità da parte della società laicista, che vuole a tutti i costi mettersi al posto di Dio Creatore e farsi una legge di vita a proprio uso e consumo. Del resto, cosa dicono di se stessi gli omosessuali? Esempio: che si sentono "donne imprigionate in corpi di uomo". Ma dov'è la conferma scientifica dell'esistenza di una simile realtà?

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  6. Noi cristiani invece sappiamo che, come ha detto Gianluca, Dio creò l'uomo(essere umano) e lo creò "maschio" e "femmina". Ora, poichè noi siamo una meravigliosa unità di fisico e spirito, non siamo solo corpo ma c'è anche l'anima, consta che l'anima umana sia SESSUATA, non "asessuata" come gli angeli, e che una donna ha l'istinto materno in sé perchè la sua anima è femminile, non solo perchè il suo corpo con i suoi ormoni gli mandano certi impulsi...e le donne che hanno poco o nulla istinto materno, sono malate nell'anima. Ugualmente gli uomini che avendo messo al mondo un figlio, non sentono l'istinto paterno, sono malati nell'anima...malati di egoismo. Parimenti e maggiormente gli uomini che avendo un corpo maschile, si trovano ad avere atteggiamenti, interessi, ed attrazioni sessuali tipici delle donne, sono malati nell'anima, perchè manca loro la consapevolezza della propria identità sessuale, che è una componente dell'anima.

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  7. Tutti i credenti con un minimo di preparazione catechetica sanno che esiste la risurrezione dei corpi e che alla fine della vicenda terrena, quando la Terra passerà e resterà solo la Vita Eterna, tutti gli esseri umani risorgeranno con il corpo fisico (glorificato) ed ogni anima di uomo riprenderà il suo corpo maschile, come ogni anima di donna riacquisterà il suo corpo femminile. Questa è la Volontà divina che ha creato tutte le cose. Poichè Cristo sulla Croce ci ha redenti per intero, non ha salvato (per chi accetta la Sua Salvezza)solo le nostre anime, ma anche i nostri corpi che verranno risuscitati, per vivere eternamente con Lui, o chi lo avrà rifiutato con una vita contraria alla sua legge, per vivere eternamente lontano da Lui, presso il suo nemico, il diavolo.
    E Dio che fa bene tutte le cose, non crea un corpo di donna con dentro un'anima di uomo, perchè l'anima pervade ogni singola cellula corporea e si fonde perfettamente con la forma del corpo umano e prende le caratteristiche identitarie di quel corpo.
    Perciò quello che questi signori, che sono al potere a ivello internazionale, mettono nella testa della gente, sono tutte fandonie, non dimostrabili né scientificamente, né spiritualmente.
    Chi invece conosce un po' le realtà spirituali, come ad esempio gli esorcisti, sa bene che esiste uno "spirito di omosessualità" il quale prende il sopravvento nelle persone dedite ai peccati sessuali contro natura, e ne altera l'identità dell'anima. E' risaputo che varie di queste persone, sottopostesi liberamente a preghiere di esorcismo, siamo state liberate dall'omosessualità ed abbiano intrapreso una normale conduzione di vita, formandosi una famiglia e mettendo al mondo figli.

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  8. Secondo la scienza medica,inoltre, non esiste la malattia "omosessualità" ovvero non esiste come problema genetico, se non come tendenza ereditabile come si ereditano altre "tendenze". E' soltanto un influsso psichico che induce all'omosessualità. A riprova è il fatto che la genesi tipica di questo grave disturbo di identità è sempre un'influenza esterna, forte e drammatica, in periodo prepuberale. Così come altre tendenze di deviazioni grandi o piccole negli atteggiamenti umani verso la socialità. Ovvero tutte le manifestazioni deviate più o meno gravemente verso la sessualità (che è rapporto con altro sesso)che è una forma di socializzazione, risentono delle esperienze od induzioni avute dall'esterno di noi, cioè da altri.Della omosessualità si guarisce tramite sedute di appositi psicoterapeuti. Una canzone recente, che ha fatto scalpore, raccontava proprio di una omosessualità, indotta, guarita poi con sedute. Le lobbies omosex odiano e nascondono questa possibilità poichè la terpia psichica dimostra che è "malattia" sintomatica ed indotta nella psiche non è malattia vera genetica o "cellulare".

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  9. Grazie caro Mardunolbo,
    per il tuo contributo professionale.
    Se non sbaglio, sei un Medico... :-)))))
    Del resto presso gli antichi Greci "l'anima" veniva chiamata "psiché", e questo fa ben comprendere come i problemi legati alla psiche e quelli spirituali siano sempre strettamente connessi.

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  10. Gentile mardunolbo .. io ho un amico omosessuale .. nel suo caso, non ci sono state nè influenze esterne forti e drammatiche, nè esperienze o induzioni avute dall'esterno, glielo garantisco .. si è accorto della sua omosessualità, nel momento in cui ha iniziato a sviluppare gli impulsi sessuali, mi ha raccontato di cominciare a rendersi conto di questo forse già in prima media ..
    bungiorno a tutti .. Marco (Roma)

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  11. In attesa di Mardunolbo, dico qualcosa anch'io...

    Le dinamiche legate alla scelta sessuale rivolta al proprio stesso sesso, sono riconducibili molte volte a "ferite del sentimento", causate dal genitore del sesso opposto, non necessariamente ricordate, ma probabilmente anche rimosse dalla memoria, o addirittura impossibili da ricordare, perchè ricevute nel periodo prenatale. Il bambino che si sente ferito dal genitore di sesso contrario, verso cui da grande dovrebbe maturare la normale attrazione, a volte sviluppa un rifiuto inconsapevole del sesso opposto, per poi trovarsi un giorno a percepire con sorpresa un'attrazione per lo stesso sesso, il quale gli infonde, a livello inconscio, una sensazione di sicurezza e protezione da ulteriori ferite.

    Più in generale vorrei dire che non esiste persona al mondo che sia avulsa da "influenze esterne forti e drammatiche" (laddove per forti e drammatiche si intende una scala di valori psichici di livello non cosciente), o avulsa da "esperienze o induzioni avute dall'esterno"...noi viviamo praticamente immersi nelle esperienze e nelle induzioni provenienti da fuori di noi, tranne che in caso di autismo. La stessa mentalità predominante che rassicuri sulla "sanità psichica" dell'omosessualità, è una induzione esterna che invita implicitamente, senza preoccuparsi più di tanto, a scegliere(consapevolmente o meno) la strada che porterà a vivere contro natura.

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  12. Annarita ha già risposto esaurientemente.A parte il fatto che anche l'amico più intimo può rifiutarsi di raccontare ad altri, ma al di là di ciò è senz'altro difficile analizzare da solo, (specialmente se la deviazione è già in atto!)le cause di una devianza mentale. Anche la droga non è abitus innato, ma tendenza può essere.E' certo però che chi abitasse in una zona priva di ogni possibilità di drogarsi non si drogherebbe. Eppure il vizio della droga è ben peggiore della omosessualità dal punto di vista della "presa" cerebrale! Nonostante ciò sappiamo che alcune comunità inducono chi era schiavo della droga a liberarsi definitivamente...Lo stesso vale per l'omosessualità: devianza sessuale indotta da situazioni che possono sfuggire ad un'analisi soggettiva priva di supporto esterno. Il grosso problema "politico" è che per la droga è "ammesso" liberarsi, ma dall'omosessualità, NO, perchè considerato ,al massimo, un vizietto accettabile. Tale opinione corrente è frutto di tante correnti di pensiero, frutti del degrado della filosofia e dell'etica (solo per volerlo escludere come frutto del degrado religioso ormai devastante!). La prima cosa è quindi rendersi conto che sia devianza ovvero non credere che sia imposizione naturale genetica, altrimenti uno è fritto e rimane fritto. La Seconda è credere che sia possibile rientrare in uno schema naturale (femmina-maschio) come esiste in natura.La terza è credere che lo schema naturale possa dare più soddisfazione perchè meglio integrato col proprio io vero e profondo.Con queste premesse chi è deviato può cominciare un percorso. Senza queste premesse è fiato sprecato e la deriva è ineluttabile."le abitudini prima sono fili di ragno, poi cavi d'acciaio"

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  13. Grazie infinite, Dott. Mardunolbo
    :-)))))))))))))))))

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  14. L'omosessualità è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, dunque è un peccato grave...ad una lettura superficiale sembra che a causa di questo peccato Sodoma e Gomorra siano state distrutte. In verità io credo sia stato ben più grave che nelle due città non furono trovati neppure dieci giusti capaci di scongiurare il castigo, nella casta religiosa neppure dieci uomini erano graditi a Dio. Che il Maligno faccia bene il suo lavoro rendendoci animali lo trovo anche scontato ma che il bene sia scomparso, che il sale della terra sia diventato insipido...questa è la vera tragedia e la vera causa di ogni distruzione.

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