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giovedì 30 giugno 2011

Chi parla in questi termini della setta eretica neocatecumenale non si puo' certo definire, come fanno tanti, un difensore della Tradizione, ma un promulgatore della nuova Chiesa partorita nel modernista Concilio Vaticano II......


Il 3 aprile 2009 così si rivolse alle comunità neocatecumenali della sua diocesi:
Venerdi, 3 Aprile 2009 Il Patriarca ai neocatecumenali:Grati per la fecondità del vostro carisma
«I vostri statuti dicono che il Cammino neocatecumenale è lo strumento al servizio dei vescovi per attuare il processo di educazione permanente alla fede richiesto da Cristo. L’iniziazione cristiana infatti non è il punto finale nel processo di conversione, ma la professione di fede battesimale si pone a fondamento di un edificio destinato a crescere. L’adesione a Gesù infatti avvia un processo di conversione permanente che dura tutta la vita. Voi siete testimoni di questo processo. Noi tutti, cristiani vostri fratelli, corpo presbiterale di questa Chiesa e Patriarca, vi siamo realmente grati e vi invitiamo a continuare con questa stessa energia e con forza creativa il compito bello della testimonianza. E invochiamo dalla Vergine Nicopeia che tutto questo possa crescere, a beneficio di ogni nostro fratello uomo».Le origini a Venezia. Così il card. Angelo Scola si è rivolto ai più di mille appartenenti al Cammino neocatecumenale presenti venerdì 20 marzo nella cattedrale di S. Marco a Venezia. A quarant’anni dalla nascita delle prime comunità in Italia, su iniziativa del pittore spagnolo Kiko Argüello e di Carmen Hernandez, è arrivato infatti a compimento il processo di riconoscimento da parte della Chiesa di questa forma di catecumenato “post battesimale”, “valida per la società e per i tempi odierni”. E’ proprio per ringraziare Dio e la Chiesa per la promulgazione, da parte del Papa, degli Statuti definitivi del Cammino che il Patriarca ha celebrato una messa, presenti le comunità veneziane, rappresentanti di altre aggregazioni laicali della diocesi e Stefano Gennarini, il catechista itinerante che ha aperto a Venezia questo “itinerario di formazione cattolica”. «Nel 1972 – ha ricordato – Luciani ci accolse con grande amore, ci appoggiò e ci aiutò ad aprire questo cammino anche in altre diocesi; e ci seguì venendo alle celebrazioni delle varie tappe del Cammino». Ringraziamenti sono stati rivolti anche al Patriarca Cè e ai primi parroci che hanno accolto le comunità nelle loro parrocchie.Testimonianza di radicalità. «“In questa nostra epoca abbiamo bisogno di riscoprire una fede radicale, radicalmente compresa, radicalmente vissuta e radicalmente realizzata”. Questo diceva Giovanni Paolo II il 2 novembre 1980 nella parrocchia romana di Nostra Signora del Ss.mo Sacramento e Santi Martiri Canadesi», ha ricordato il card. Scola nell’omelia. «Questa radicalità che il Cammino a più livelli testimonia, nonostante le nostre personali fragilità; questa radicalità serena, pacifica, rispettosa, umile, perché consapevole che tutto è puro dono, ma nello stesso tempo franca, decisa… questa radicalità vuole, senza saperlo, l’uomo di oggi, anche quando separa pericolosamente un’ipotetica adesione a Cristo dal filiale amore alla Chiesa, o quando si fa beffe di Dio senza saperlo. Questo vuole, perché nessun uomo può vivere senza anelare a Dio; lo ridurrà ad un idolo, ma compito del testimone sarà infrangere l’idolo perché venga fuori il desiderio di Dio che abita ogni uomo».Il carisma è un dono. «La Chiesa è piena di gratitudine per la fecondità del vostro carisma», ha proseguito il Patriarca. «Ma è un carisma: “Grazie a me tu porti frutto” (Os 14,9). Non bisogna mai dimenticarlo, dall’interno della nostra vita personale e di comunità. C’è un test per riconoscere di essere stati fatti oggetti di un dono, attraverso il frutto bello che si documenta nelle mille e mille testimonianze preziose che il Cammino ci va offrendo, nella lunga storia di presenza nella nostra diocesi.
 
Lo dirò usando le parole che Benedetto XVI vi ha rivolto il 10 gennaio scorso: “La vostra già tanto benemerita azione apostolica sarà ancor più efficace nella misura in cui vi sforzerete di coltivare costantemente quell’anelito verso l’unità che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’Ultima Cena. (…) E’ questa unità, dono dello Spirito Santo e incessante ricerca dei credenti, a fare di ogni comunità un’articolazione viva e ben inserita nel Corpo mistico di Cristo.
L’unità dei discepoli del Signore appartiene all’essenza della Chiesa ed è condizione indispensabile perché la sua azione evangelizzatrice risulti feconda e credibile”».Il segno dell’unità. «Amate questa unità», ha invitato il card. Scola. «Ne è un segno bellissimo la presenza dei rappresentanti delle altre aggregazioni e movimenti della nostra diocesi. Cercatela perché di questa unità ha bisogno l’uomo smarrito e assetato di oggi. Se i cristiani non documentano che Cristo viene prima delle loro opinioni, delle loro sensibilità, dei loro stili, diventano senza volerlo un diaframma anziché dei testimoni, anziché essere il ponte tra Cristo e l’uomo di oggi. E’ questa stupenda prospettiva dell’unità della Chiesa – così cara al Santo Spirito, alla Sacra Scrittura, così cara ai Padri e ai grandi Dottori della Chiesa, ai più profondi teologi – che la rende splendente e lascia brillare Gesù luce delle genti. Dobbiamo domandarla con forza ogni giorno al Signore».Famiglie in missione. Il Patriarca ha anche impartito una speciale benedizione ad alcune famiglie veneziane inviate ad evangelizzare in diverse parti del mondo: Giacomo e Olga Biadene (in aiuto al seminario di Reormund, in Olanda), Emanuele e Benedetta Chinaglia (6 figli, in missione a Killarney, in Irlanda), Francesco e Maddalena Cadamuro (3 figli, in missione a Regensburg, in Germania), Alvise e Sabrina Da Ponte (5 figli, in missione a Sabac, in Serbia), Pietro e Francesca Bergamo (in missione a Namur, in Belgio). Il canto del Te Deum ha tradotto in musica il ringraziamento delle comunità veneziane per l’approvazione degli statuti definitivi, che si possono leggere anche in internet, all’indirizzo www.camminoneocatecumenale.it/it/statuti1.asp. Come un dono è stata accolta la notizia dell’indulgenza plenaria concessa, secondo le norme canoniche, ai partecipanti a questa forma di pellegrinaggio a S. Marco.  Paolo FuscoTratto da GENTE VENETA, n.12/2009



Pascendi Donicis Gregis Encilcica di San Pio X....
Pericolo delle dottrine moderniste
Fanno le meraviglie costoro perché Noi li annoveriamo fra i nemici della Chiesa; ma non potrà stupirsene chiunque, poste da parte le intenzioni di cui Dio solo è giudice, si faccia ad esaminare le loro dottrine e la loro maniera di parlare e di operare. Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa i più dannosi. Imperocché, come già abbiam detto, i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare. Inoltre, nell'adoperare le loro mille arti per nuocere, niuno li supera di accortezza e di astuzia: giacché la fanno promiscuamente da razionalisti e da cattolici, e ciò con sì fina simulazione da trarre agevolmente in inganno ogni incauto; e poiché sono temerari quanto altri mai, non vi è conseguenza da cui rifuggano e che non ispaccino con animo franco ed imperterrito. Si aggiunga di più, e ciò è acconcissimo a confonderle menti, il menar che essi fanno una vita operosissima, un'assidua e forte applicazione ad ogni fatta di studi, e, il più sovente, la fama di una condotta austera. Finalmente, e questo spegne quasi ogni speranza di guarigione, dalle stesse loro dottrine sono formati al disprezzo di ogni autorità e di ogni freno; e, adagiatisi in una falsa coscienza, si persuadono che sia amore di verità ciò che è infatti superbia ed ostinazione. Sì, sperammo a dir vero di riuscire quando che fosse a richiamar costoro a più savi divisamenti; al qual fine li trattammo dapprima come figli con soavità, passammo poi ad un far severo, e finalmente, benché a malincuore, usammo pure i pubblici castighi. Ma voi sapete, o Venerabili Fratelli, come tutto riuscì indarno: sembrarono abbassai la fronte per un istante, mala rialzarono subito con maggiore alterigia. E potremmo forse tuttora dissimulare se non si trattasse che sol di loro: ma trattasi invece della sicurezza del nome cattolico. Fa dunque mestieri di uscir da un silenzio, che ormai sarebbe colpa, per far conoscere alla Chiesa tutta chi sieno infatti costoro che così mal si camuffano.

10 commenti:

  1. Che fine ha fatto il tread sull'arcivescovo di Milano, Card. Angelo Scola?

    E scusate l'OT.
    Sapevate Gianluca ed Annarita che il Card. Arinze in una intervista, disse queste parole:
    "le ammonizioni previe alle letture si possono fare a condizione che siano brevi. Anche durante l’omelia, pronunciata sempre dal sacerdote o dal diacono, si può fare qualche intervento occasionale che sia breve e che non abbia apparenza di essere l’omelia. Anche questo si può accettare."

    Mi pareva che l'interpretazione che ne davate era che le risonanze erano espressamente vietate, e che potevano esser fatte solo alla fine della liturgia. Non mi pare che il Card, Arinze abbia inteso questo. ANCHE DURANTE L'OMELIA. INTERVENTI OCCASIONALI, e quindi certamente nè necessari, nè obligatori, ma certamente ammessi.

    Certo l'interpretazione di gennerini aveva un po' il sapore dell'esagerazione, ma in effetti, non è che ci avesse dato proprio di fuori?

    Che ne pensate? Non mi piace in effetti questa collocazione (il tread sull'Adorazione Eucaristica), per questa vecchia discussione. se volete potete cancellarlo e ne riparliamo un'altra volta.

    Alessio

    RispondiElimina
  2. Cosa abbia detto Arinze in una intervista, in questa sede ha ben poca importanza, visto che non ci sono video o registrazioni dell'evento, utili per poter verificare, al fine di non far dire al Cardinale quello che si vuole...
    Per il Cammino poi, quello che diceva Arinze aveva talmente poca importanza che prima si è ignorato del tutto negando addirittura l'autenticità della sua lettera, poi quando il Papa il 12 genn. 2009 ha detto pubblicamente che quella lettera era vera e recava le Sue personali decisioni, la si è aggirata grazie all'intervento dell'onnipresente faccendiere Card. Rylko. Ora che Arinze è stato letteralmente "fatto fuori", cioè "tolto di mezzo" per il suo imperdonabile "vizio" di dare retta al Papa, adesso addirittura si rievoca una sua fantomatica intervista.....Non ve lo filavate neanche quando vi scriveva a nome del Papa, ed ora tirate fuori le sue interviste, che non sono certo atti formali della Chiesa, ma le sue opinioni personali,(sempre ammesso che non siano state diffuse in modo volutamente inesatto)???
    Non ho parole...

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  3. A questo punto non si può non rocstruire la vicenda in modo corretto, ancora una volta testimoniando che Kiko non aveva mentito, e che gennarini pur esagerando nei toni di fatto aveva ragione.

    Mi spiego: Kiko rivela infatti in una catechesi che avete ripreso anche voi, che Rylko gli aveva chiesto 4 o 5 cosa da inserire come concessioni, che Rylko le avrebbe fatte inserire perchè altrimenti con la semplice frase di "nulla si aggiunge, nulla si toglie", non veniva di fatto esplicitata la concessione delle risonanze.

    Quindi vengono inserite delle concessioni, che come di solito capita nella chiesa postconciliare, sono un giro di parole per dire tutto e niente (se le si voleva vietare bastava dirle, se le si voleva concedere, bastava dirlo). quindi inizia il balletto delle note, per alcuni esempi di concessioni anolghe, per altri unici modi per concedere qualcosa.

    ma ciò che mi colpiva è che si sosteneva da più parti che al più si potevano fare al termine come una sorta di avvisi prolungati), ed invece Arinze parla di "durante l'omelia", di interventi occasionali (qualcuno prima o poi ci spiegherà quando sì e quando no, e con che criterio, e se lo decide il vescovo o il celebrante...Babele). E la frase "anche questo si può accettare" chiude la questione, in quanto è proprio colui che la firma, che ne rivela l'interpretazione. Ed è proprio Arinze a dire che quelle precisazioni erano richieste da Kiko.

    Insomma una concessione richiesta dagli iniziatori e concordata. Che piaccia o meno è così.

    Io non sono Kiko o qualcuno che ragiona per lui, ma mi chiedo come questa frase sia sfuggita a chi ha criticato sovente (e mi pare anche te A.Rita) proprio il fatto che fossero lecite o meno, un abuso o meno. sonon una concessione, ritirabile in futuro, chissà.

    Poi, bada bene, io ritengo che le risonanze debbano essere brevissime, e poche (al più 3). Ma ritengo anche che debbano essere brevi anche le omelie, oggi troppo spesso trattati di sociologia e addirittura tal volta di politica spicciola.

    Ed io nel mio piccolo ai fratelli ricordo sempre di essere molto brevi, essenziali e non fare assolutamente "trattati teologici", ma solo riferimenti ad esperienze che testimonino che la Parola si realizza oggi.

    tutto qui.

    Alessio

    PS. ti ringrazio per lo spostamento.
    l'Adorazione Eucaristica è fondamentale, un culto che nel corso dei secoli ha prodotto vera Fede nella Chiesa, un'infinità di concessioni di miracoli e che io spesso sollecito anche in comunità, e a cui ho portato anche i ragazzi del catechismo, proprio come insegnamento.

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  4. «“In questa nostra epoca abbiamo bisogno di riscoprire una fede radicale, radicalmente compresa, radicalmente vissuta e radicalmente realizzata”. Questo diceva Giovanni Paolo II il 2 novembre 1980, rivolgendosi ai neocatecumenali... SI', MA ATTENZIONE ESSENDO STATO UN ECUMENISTA NON INTENDEVA DIRE UNA FEDE CATTOLICA! GLI BASTAVA UNA FEDE, QUALSIASI! APPUNTO, LA FEDE NEOCATECUMENALE ....:-)

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  5. Alessio,
    le chiacchiere stanno a zero. Il Novus Ordo Missae, che Kiko ha ulteriormente esasperato, aggiungendo e togliendo quello che più gli aggradava, è già di fatto una terribile storpiatura PROTESTANTIZZATA della santa Messa cattolica, che è una sola, quella a cui tu non hai ancora mai assistito in vita tua. Aggiungere anche lìAmbientale, le Monizioni e soprattutto le risonanze significa renderla COMPLETAMENTE PROTESTANTE, altro che monizioni "brevi", o tre sole risonanze! Neanche Paolo VI aveva osato tanto! Introdurre nell'Actio in Sacris dei momenti in cui ad aprire bocca sia il popolo, ignorante, non docente, non preparato e normalmente non immerso nelle profondità di DIo...ma scherziamo?? Un laico che apre bocca e gli da fiato sparando, all'interno della Celebrazione Santa, le prima scempiaggine che gli salta in testa!! Questo nella Chiesa Cattolica, prima che Kiko si comprasse con denaro i già corrotti gerarchi modernisti come lui, non era mai accaduto!! Ed è ancora più scandaloso che invece di eliminare una calebrazione tanto abominevole, si sia PATTEGGIATO (parlo di gente come il corrottissimo e modernista RYLKO!) al fine DI TOGLIERE E LASCIARE allegramente le parti della Messa che più "ci piacciono", quelle che ci permettono di far riuscire "lo show" come meglio ci aggrada!!

    Tutto questo (il correre di Kiko a piagnucolare da Rylko perchè gli salvi la sua abominevole "creatura liturgica" e il trafficare di Rylko per obbligare la Congregazione del Culto ed il Papa a scendere a compromessi con lui)è una cosa inaccettabile e schifosa. E parte dal pestifero principio kikarmeniano che la Liturgia sia qualcosa "in divenire", una cosa "dinamica" che deve continuamente "evolversi" e seconda dello scorrere del tempo e delle mentaità correnti...balle! LA LITURGIA E' UN CULTO A DIO, DA RENDERGLI COME LUI VUOLE, NON COME CI PARE A NOI. E lo sgorbio ultramodernista, vaticanosecondista creato a tavolino da Kiko, Carmen e FARNES, non è un atto di culto a Dio, ma un'offesa tremenda alla sua Santità e Maestà divina!

    Mi dispiace, caro Alessio, ma se vuoi dare una VERSIONE CORRETTA della storia non ci devi raccontare quello che Kiko ha detto ai suoi fedelissimi di spagna, ma riportare da capo a piedi il testo della lettera del Santo Padre, inviatavi da Arinze, che era un atto ufficiale della Chiesa, di cui TUTTI VOI CHE SEGUITE KIKO, vi siete infischiati. Delle interviste di un cardinale, ripeto, non ci frega nulla, perchè non sono atti ufficiali della Chiesa.

    A mio parere anche la lettera "di Arinze" era troppo permissiva, l'eucarestia del Cammino va semplicemente abolita, perchè giudeo-protestante e non cattolica. Ma per questa Chiesa modernista, che benedice gli alberelli in ONORE DI MARTIN LUTERO, cosa vuoi che sia una messuccia giudeo-protestante?? Cosa vuoi che sia.... il Relativismo più sfacciato è il loro habitat naturale e il falso ecumenismo conciliare il veleno di cui si nutrono le loro anime corrotte. Punto.

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  6. "l'Adorazione Eucaristica è fondamentale, un culto che nel corso dei secoli ha prodotto vera Fede nella Chiesa, un'infinità di concessioni di miracoli e che io spesso sollecito anche in comunità, e a cui ho portato anche i ragazzi del catechismo, proprio come insegnamento."

    L'Adorazione Eucaristica, come "azione staccata dalla Messa" è quella che il tuo spagnolo fondatore ha deplorato, criticato e messo in ridicolo in lungo ed in largo dentro la catechesi sulla storia (letta in chiave protestante) dell'Eucarestia. L'Adorazione Eucaristica che Kiko aborrisce è proprio quella, come dici tu, che ha prodotto nei secoli la vera fede cattolica (con cui Kiko non ha niente a che fare), ha prodotto tanti miracoli (nei quali Kiko non crede, specie quelli di guarigione fisica che secondo lui di sarebbero esauriti con la morte degli Apostoli)e ha prodotto tanta Mistica autenticamente cattolica (quella che Kiko dice che "NON ESISTE", perchè evidentemente, in tutta la storia della Chiesa, la Madonna è apparsa solo a lui), ed infine ha prodotto il rapporto personale con Dio e con la sua Presenza reale (in cui Kiko non crede, al di fuori della celebrazione eucaristica,e lo attesta nella famosa frase in cui dice ai Sacramentini che se Dio voleva restare stabilmente sulla terra non avrebbe scelto il pane, "che va a male, ma una pietra"!! Lui non crede nellla Presenza nei Tabernacoli, infatti voi neocatecumenali non fate mai genuflessioni davanti ai Tabernacoli, perchè così "è prassi di fede nel Cammino". Tu fai bene ad andare contro corrente nella tua comunità e al catechismo, il tuo problema è che continui a stare con chi ufficialmente smentisce queste Verità di Fede (salvo poi costruire ipocritamente - per far colpo sulla Gerarchia - la Cappella dell'Adorazione sulla Domus Galileae, ma confinandola accuratamente "fuori dalla sua portata" e lontano mille miglia dalla "sala delle celebrazioni": cioè sul tetto).

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  7. Il card. Scola, amico di Joseph Ratzinger, papa attuale? benissimo! sappiamo dunque in anticipo che si comporterà come lui:un omaggino alla tradizione ed un salamelecco al moderno (neocat., carismatici e consorterie varie...no scusate, -movimenti dello spirito nella chiesa moderna per tonificare la stessa-).Chissà della mia messa in latino cosa succederà? Ci ficcherà il naso per dire la sua e per far vedere che s'interessa della tradizione...aiutaci San Michele!

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  8. Perchè parlare del nulla?
    Monizioni, risonanze, interventi occasionali, tutto ciò non appartiene alla Chiesa Cattolica, Annarita l'omelia di oggi di Don Savide sul Sacro Cuore è stata bellissima diceva che la crisi della Chiesa viene proprio da questo aver dato all'uomo un posto che non gli spetta, una libertà che nona ha, una dignita che non possiede perchè al di fuori di Cristo non c'è nulla, non c'è spazio per nessun'altra cosa e così è per la Chiesa.
    Riconosciamoci peccatori e chiediamo che il Sacrficio di Cristo sia ancora per noi espiazione, salvezza e impetrazione di grazie, conformiamo il nostro cuore con il suo cuore, questo non farà altro che la volontà del Padre.
    CVCRCI
    PS Annarita spero che tu abbia saputo della messa di oggi ti avevo lasciato un post qui.

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  9. Sì, carissimo Stettino...
    ho letto il tuo post e ti avevo risposto che speravo proprio di venire....ma non sono riuscita per problemi di orari. Le omelie di Don Davide dono sempre una meraviglia di insegnamento dottrinale, della più limpida ed autentica dottrina cattolica. Ancora mi risuona in testa quella sulla Santissima Trinità. Avrei ardentemente voluto ascoltare anche questa, perchè sono per l'anima come l'acqua bevuta nel deserto...

    Hai ragione, carissimo, stiamo parlando "del nulla": tutte le inclusioni protestanti nella Santa Liturgia Cattolica sono "un nulla", come efficacia di culto a Dio, ma purtroppo sono molto efficaci, in negativo, per la salvezza delle anime che le vivono con o senza consapevolezze. E poichè oggi la Liturgia, oltre ad essere stata scientemente devastata dalla riforma liturgica del concilio, viene ulteriormente fatta a pezzi da ennesime alzate di testa (empiamente approvate e benedette) e questo scempio non accenna a diminuire ma avanza sempre più...siamo costretti, con tutte le forze, a continuare a parlare di questo "Nulla liturgico" che sta portando lo spirito del popolo di Dio a raschiare il barile della mediocrità.

    Questo tipo di liturgie, diffuse ormai come uma metastasi ovunque, uccidono la Fede, spezzano il contatto personale con Dio, compromettono l'attitudine alla preghiera e all'Adorazione eucaristica, indeboliscono il senso del peccato e del pentimento, conducono lentamente, silenziosamente ed inesorabilmente all'ateismo. Non possiamo non parlarne.

    Gianluca sta per arrivare (il 6 Luglio), speriamo di ritrovarci tutti insieme, con Don Davide, a ritemprarci l'anima in santi discorsi, in cui il vero Re e Centro sia solo e soltanto il nostro Santissimo Signore Gesù Cristo. A presto, carissimo.

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  10. Alessio,
    sono finalmente riuscita a risponderti nel vecchio thread su Paolo VI: http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/2011/06/il-modernista-paolo-vi-ha-detto-il.html

    RispondiElimina

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