Il Signore Gesù ha ordinato agli Apostoli:
I cristiani di oggi siano come Paolo che, parlando ai greci nell’Areopago, costruì ponti per annunziare il Vangelo senza condannare nessuno. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco che ha messo l’accento sull’atteggiamento “coraggioso” di Paolo che “si avvicina di più al cuore” di chi ascolta, “cerca il dialogo”. Per questo, ha osservato, l’Apostolo delle Genti fu davvero un “pontefice, costruttore di ponti” e non “costruttore di muri”. Questo, ha aggiunto, ci fa pensare all’atteggiamento che sempre deve avere un cristiano:
“Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato. E Paolo sa che lui deve seminare questo messaggio evangelico. Lui sa che l’annunzio di Gesù Cristo non è facile, ma che non dipende da lui: lui deve fare tutto il possibile, ma l’annunzio di Gesù Cristo, l’annunzio della verità, dipende dalla Spirito Santo. Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: ‘Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità’. Paolo non dice agli ateniesi: ‘Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità, la verità!’. No! La verità non entra in una enciclopedia. La verità è un incontro; è un incontro con la Somma verità: Gesù, la grande verità. Nessuno è padrone della verità. La verità si riceve nell’incontro”.
Ma perché Paolo ha agito così? Innanzitutto, ha affermato il Papa, perché “questo è il modo” di Gesù che “ha parlato con tutti” con i peccatori, i pubblicani, i dottori della legge. Paolo, dunque, “segue l’atteggiamento di Gesù”:
“Il cristiano che vuol portare il Vangelo deve andare per questa strada: sentire tutti! Ma adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi 50 anni, 60 anni sono un bel tempo, perché io ricordo quando bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, nella mia: ‘No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh!’. Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso - grazie a Dio – no, non si dice quello, no? Non si dice quello no? Non si dice! C’era come una difesa della fede, ma con i muri: il Signore ha fatto dei ponti. Primo: Paolo ha questo atteggiamento, perché è stato l’atteggiamento di Gesù. Secondo: Paolo è consapevole che lui deve evangelizzare, non fare proseliti”.
La Chiesa, è stata la sua riflessione citando Benedetto XVI, “non cresce nel proselitismo”, ma “cresce per attrazione, per la testimonianza, per la predicazione”. E Paolo aveva proprio questo atteggiamento: annuncia non fa proselitismo. E riesce ad agire così perché “non dubitava del suo Signore”. “I cristiani che hanno paura di fare ponti e preferiscono costruire muri – ha avvertito – sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo". I cristiani invece, è stata la sua esortazione, facciano come Paolo e inizino "a costruire ponti e ad andare avanti":
“Paolo ci insegna questo cammino di evangelizzare, perché lo ha fatto Gesù, perché è ben consapevole che l’evangelizzazione non è fare proselitismo: è perché è sicuro di Gesù Cristo e non ha bisogno di giustificarsi e di cercare ragioni per giustificarsi. Quando la Chiesa perde questo coraggio apostolico diventa una Chiesa ferma, una Chiesa ordinata, bella, tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il coraggio di andare alle periferie, qui dove sono tante persone vittime dell’idolatria, della mondanità, del pensiero debole… tante cose. Chiediamo oggi a San Paolo che ci dia questo coraggio apostolico, questo fervore spirituale, di essere sicuri. ‘Ma, Padre, noi possiamo sbagliarci’…. 'Avanti, se ti sbagli, ti alzi e avanti: quello è il cammino'. Quelli che non camminano per non sbagliarsi, fanno uno sbaglio più grave. Così sia”.
Le parole non sarebbero malvagie se non fosse per questa ostinazione a negare il proselitismo.
RispondiEliminaChe terribile cosa fare proselitismo!
Ma cosa significa per questo "papa" fare proselitismo ?
Forzare una persona ? indottrinarlo a memoria come neocatec. e test. di G. ?
Si spiegasse meglio senza oscurità ma con "ermeneutica" sarebbe mooooolto meglio !
Chissà però, perchè non cita dalla sua memoria, che S.Paolo nell'aeropago di Atene , proprio per testimoniare di Gesù, raccontò della Resurrezione suscitando o l'ilarità o lo scandalo dei Greci che fino a quel momento lo ascoltavano attenti.
Se ne andarono scuotendo la testa e dicendo:" Fino ad adesso ti ascoltavamo, ma ora, parlarci di resurrezione di un morto, no! Proprio questo non ci dovevi raccontare !" .
Franceschiello Bergoglio, non ricordi ? Perchè non hai raccontato questo? Devi solo demonizzare il passato presso le tue enclavi beghine che non parlavano con atei e separati o malmessi ? Ma dove vivevi?
Era un cattolicesimo di forma tipico dello spagnolismo da immigrazione. L'abbiamo ben conosciuto in Italia, nel 1600 ! Persino Manzoni ,nei Promessi Sposi ne parlava , tanto era fuori dalla mentalità italiana...